FederBio annuncia: entro il 2017 sarà attiva la piattaforma per la tracciabilità dell'olio d'oliva italiano. Un'importante novità sul fronte delle certificazioni da parte della Federazione degli operatori di tutta la filiera del biologico, dopo il successo della piattaforma dedicata ai cereali.
Entro il 2017 la Federazione degli operatori del biologico porterà a pieno regime la piattaforma per la tracciabilità dell'olio d'oliva. FederBio, da sempre in prima linea per garantire il rispetto degli standard di tracciabilità e trasparenza nel settore, ha già avviato “FederBio Integrity Platform”, un progetto informatico in grado di gestire tutti i dati sulle superfici e la tracciabilità delle produzioni e delle transazioni di cereali e granaglie biologiche.
La piattaforma è stata premiata a Bruxelles come progetto più innovativo per la salvaguardia del settore, con l'apprezzamento della Commissione Ue e delle principali organizzazioni europee degli organismi di certificazione delle imprese.
A quasi cinque anni dall’insorgere di Xylella Fastidiosa, Coldiretti ha organizzato una storica marcia a Lecce per fermare la strage di olivi. Si chiede un nuovo provvedimento di declaratoria di stato di calamità naturale. Occorre poi guardare al futuro, dopo l’estirpazione, ci suggerisce Pietro Barachini, da sempre impegnato a difesa della biodiversità, si dovranno piantare varietà autoctone.
«Era l’ottobre del 2012 - ricorda la Coldiretti - quando fu data la prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo, i primi sintomi della Xyella fastidiosa, una lunga agonia che, oltre a seccare gli alberi prima a Lecce e, poi, a Taranto e a Brindisi, ha profondamente cambiato il tessuto economico e sociale pugliese.»
Nei cartelli dei manifestanti della Coldiretti si legge: “Fa più danni la burocrazia della Xylella”, “Senza gli Ulivi la Puglia muore”, “Riprendiamo il nostro territorio” per denunciare gli ostacoli alla lotta ad una delle peggiori fitopatie al mondo, che consegna oggi uno scenario spettrale. Tra Lecce, Brindisi e Taranto secondo le stime della Coldiretti almeno 140 mila olivi sono stati compromessi dalla Xylella fastidiosa con agricoltori che sono senza reddito da anni.
La gestione della malattia ha portato ad una diminuzione del 20% della capacità produttiva del Salento e il conto rischia di salire se verrà perpetuato l’errore di non agire nelle aree dove la Xylella non è ancora insediata e dove ogni singolo focolaio va affrontato secondo normativa. Serve con urgenza secondo la Coldiretti un nuovo provvedimento di declaratoria di stato di calamità naturale, a valere sulla Legge 102/2004, che ricomprenda anche le aree dichiarate infette negli ultimi due anni, in modo da poter completare a stretto giro l’istruttoria delle pratiche per consentire ai coltivatori di poter essere sostenuti della risorse del Fondo di solidarietà nazionale. Vanno inoltre erogati i fondi destinati a rimborsare l’estirpazione obbligatoria delle piante che giacciono incredibilmente nelle casse, in attesa di una manovra di assestamento di bilancio.
Occorre poi guardare al futuro, dopo l’estirpazione infatti si dovrà provvedere a reimpiantare. Come ci ricorda Pietro Barachini della Società Pesciatina di Orticoltura e da sempre impegnato nella lotta a difesa della biodiversità degli olivi: «Il mio auspicio per un futuro migliore per queste terre così colpite da Xylella è che si possa procedere a un reimpianto di varietà autoctone, dopo aver effettuato l’estirpazione e la necessaria pulitura. L’unica risorsa che abbiamo in Italia sono le varietà autoctone, in grado di rendere competitivo l'olio extravergine di qualità italiano nel mercato mondiale.»
Venerdì scorso all'azienda sperimentale di Santa Paolina dell'Ivalsa-Cnr si è parlato di biodiversità, ricerca e innovazione: questi i punti di forza della produzione di olio extravergine di oliva italiano da valorizzare per far rinascere il settore in forte crisi a partire dall'agricoltura di precisione e dall'uso del germoplasma.
«Quello italiano è un declino che dura da anni nonostante il Paese detenga circa il 25% delle risorse genetiche conosciute del germoplasma mondiale di olivo, germoplasma che secondo i dati FAO contiene più di 2.629 varietà», dichiara Mauro Centritto, direttore dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr (Ivalsa-Cnr). Questo germoplasma è dunque una ricchezza unica di biodiversità che deve essere valorizzata. Il Cnr conserva a Follonica, in provincia di Grosseto, una delle più vaste collezioni mondiali di genotipi di olivo ed è impegnato in progetti innovativi rivolti alla valorizzazione dell’olivicoltura.
L'adozione di un'agricoltura di precisione per la coltivazione dell'olivo consentirebbe così un monitoraggio continuo dei parametri chiave, attraverso tecniche di remote sensing ed uso di droni gestiti da robot. Questa stessa tecnologia può essere impiegata negli studi di fenotipizzazione dell’olivo, utilizzando come base le ricchissime collezioni di germoplasma dell’olivo sia del Cnr, sia del Crea. «Queste due collezioni hanno centinaia di genotipi in comune e costituiscono due siti unici al mondo per studi comparati di common garden in ambienti pedoclimatici contrastanti. Ciò permetterà di valutare l’interazione genotipo × ambiente × variabilità inter-annuale dei diversi genotipi valutandone le caratteristiche agronomiche, produttive e i tratti qualitativi dell’olio secondo protocolli comuni. Questi studi consentiranno di sviluppare e convalidare modelli fenologici (fioritura e fruttificazione), epidemiologici (malattie tradizionali e nuove emergenze) e di dinamica delle popolazioni (per esempio la mosca dell'olivo) e in definitiva di individuare i genotipi resilienti ai diversi scenari di cambiamento globale» ribadisce Centritto.
Il presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Luca Sani, intervenuto per l'occasione, ha ricordato che in Toscana si produce il 2% dell’olio nazionale, mentre ne viene commercializzato circa il 30%. «Ridurre la forbice deve essere un obiettivo e il piano di sviluppo rurale esiste anche per questo. È la Toscana che vende: rispetto agli altri competitori nazionali la differenza la fa l’identità, la storia, il paesaggio, la cartolina. Ecco perché è necessaria una revisione profonda della politica agraria comunitaria, che deve passare da un contributo “per ettaro” a un contributo “per produzione”. Non c’è misura strutturale di intervento economico più efficace di questa.»
Anche Gennaro Giliberti, dirigente del settore produzioni agricole, vegetali e zootecniche, Promozione della Regione Toscana, ha ribadito la necessità di una nuova stagione dell'olivo: «I nuovi finanziamenti della Regione Toscana privilegiano i soggetti che si mettono insieme e fanno un accordo di filiera valido. L’olivicoltura sta vivendo una stagione nuova. L’auspicio è che questo sviluppo parta davvero e si riesca a passare dal “prodotto confezionato” al “prodotto e confezionato” in Toscana.»
Presenti alla giornata anche l'assessore all'Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi, il direttore del Dipartimento di scienze bio-agroalimentari del Cnr, Francesco Loreto, il responsabile Area Ambiente e Territorio Coldiretti, Stefano Masini, il direttore generale Consorzio Olivicolo Toscano UNAPROL, Pietro Sandali, il presidente del Consorzio per la tutela dell’Olio Extravergine di Oliva Toscano IGP, Fabrizio Filippi.
Il 16 marzo 2017 alle Cantine Antinori di San Casciano Val di Pesa verrà svelato l'olio più buono al mondo della produzione 2016. A decretare il premio una giuria finale composta dai migliori assaggiatori professionisti mondiali ovvero “Top Panel”.
Tra le molteplici manifestazioni internazionali che annualmente dedicano la loro attenzione alla cultura gastronomica del nostro stivale risalta d’assoluta importanza il “Premio Il Magnifico - Extra Virgin Olive Oil Award”: concorso oleario organizzato dalle Associazioni APM (Associazione Premio il Magnifico) e AIRO (Associazione Internazionale Ristoranti dell'Olio) che decreta il Magnificio olio, ovvero il miglior olio al mondo che il mercato oleario possa offrire.
Il Magnifico s’impone sulla scena internazionale dei concorsi oleari ai livelli dei top di categoria organizzati nelle città di New York (NYIOOC) e Tokyo (OLIVE JAPAN). E’ infatti nella splendida cornice delle Cantine Antinori nel Chianti classico che il giorno 16 marzo verrà premiato il miglior extra vergine al mondo.
Ruolo fondamentale del premio è quello della giuria presieduta quest’anno da Franco Pasquini (capo panel) presidente di ANAPOO (Associazione Nazionale Assaggiatori Professionisti di Olio d'Oliva) che, per una ulteriore obiettività del concorso, ha voluto suddividere in due differenti momenti il lavoro della commissione d'assaggio. La prima selezione ad opera dei più autorevoli assaggiatori professionisti di Anapoo e del Consorzio Olio DOP Chianti Classico. I 24 oli finalisti invece saranno esaminati da una commissione composta dai migliori assaggiatori professionisti di livello mondiale, Top Panel che secondo il disciplinare e metodi di ferrea valtuazione oggettiva avranno il compito di stabilire chi sarà il successore dell'olio 100% italiano di Dievole, ovvero l'olio vincitore del Magnifico 2016.
La manifestazione (quest’anno la quinta edizione) consente all’Europa di acquisire un ruolo principale nella scena delle competizioni oleari mondiali in quanto, negli anni, ha visto crescere in maniera esponenziale il suo interesse e la partecipazione delle migliori aziende dell’intero emisfero boreale.
Un premio indipendente, capace di individuare i migliori oli prodotti nel mondo in totale trasparenza e imparzialità, la cui finalità non è solamente limitata alla consegna di un premio ma ha l’ambizione di diffondere nel mercato e nel pubblico la conoscenza e la cultura dell’olio extra vergine di alta qualità. In favore di ciò interviene AIRO l’associazione internazionale dei ristoranti dell’olio che, attraverso la sua fitta rete di contatti, mette a disposizione dei propri associati la possibilità di acquistare la selezione dei migliori oli usciti dal concorso, individuabili anche in una mappa dell’eccellenza delle attività di ristorazione nelle quali il consumatore finale potrà trovare il top di gamma che il mercato possa offrire.
Presentato a Roma il Concorso Nazionale per la valorizzazione delle eccellenze olearie "Ercole Olivario": ben 25 edizioni per raccontare il patrimonio olivicolo italiano. Premiazione finale a Perugia il 1 aprile fra 174 etichette in gara.
Presentata a Roma, presso la sede della Camera dei Deputati di Palazzo San Macuto, la XXV edizione dell’Ercole Olivario, concorso di riferimento dedicato alle eccellenze olivicole italiane, indetto dall’Unione Italiana delle Camere di Commercio, in collaborazione con la Camera di Commercio di Perugia e con il sostegno del Sistema Camerale Nazionale, delle associazioni dei produttori olivicoli, degli enti e delle istituzioni impegnate nella valorizzazione dell’olio di qualità nazionale.
«Venticinque anni di storia – ha dichiarato Giorgio Mencaroni, Presidente del Comitato di Coordinamento del Concorso – costituiscono certamente un anniversario importante. Un lungo viaggio che fa dell’Ercole Olivario un appuntamento fondamentale per tutti i player del comparto. Un settore fondamentale del mondo agricolo nazionale sia dal punto di vista economico che da quello dell’immagine e dell’ambiente. Il nostro concorso fotografa lo stato dell’arte di un mondo che conta oltre 1 milione di ettari, quasi 250 milioni di piante, per una produzione che nell’ultima campagna, anche se ha registrato secondo i dati Ismea Unaprol un -58% con circa 200 mila tonnellate di olio prodotto, ha comunque garantito lavoro a circa 1 milione di addetti impegnati a vario titolo nella filiera».
174 le etichette in gara, che saranno selezionate dalle commissioni delle 17 regioni di provenienza. Etichette che verranno poi degustate da un panel specializzato dal 27 al 31 marzo presso la Camera di Commercio di Perugia. Sempre il capoluogo umbro sarà teatro dell’attesissima premiazione finale che si terrà, sabato 1 aprile, presso la Sala dei Notari, nel centro storico di Perugia. Un parterre di quanto di meglio offre la produzione nostrana, unanimemente riconosciuta come la più performante al mondo sotto l’aspetto qualitativo. Uno straordinario giacimento che può vantare una biodiversità senza eguali, con oltre 500 cultivar catalogate, il tutto supportato da una tecnologia all’avanguardia in grado di garantire standard qualitativi sempre al top.
Una qualità molto ammirata anche all’estero; anche per questo, ormai da diversi anni, l’ICE (Agenzia per la Promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) partecipa al concorso, con l’obiettivo di promuovere azioni di divulgazione e commercializzazione presso diversi mercati internazionali. Per questo 2017 focus sul USA e Canada, con 6 giornalisti nordamericani invitati alla fase finale della manifestazione e con un progetto che prevede azioni direttamente sul territorio canadese nei mesi a seguire.
«L’aperturadell’UnioneEuropeaallapossibilitàdireimpiantodinuoviulivetiresistentinell'areaaffettadaXylellafastidiosaèunarisposta all’ impegnonellasperimentazione per dare un futuroagliolivicoltoricheormaidatreannisonosenzareddito» cosìilpresidentedellaColdiretti Roberto Moncalvo.
Moncalvo ha espresso apprezzamento per la richiestaavanzatadalMinistrodellePoliticheAgricole, Maurizio Martina, e per la risposta del Commissarioeuropeoalla salute Andriukaitis. «Un segnaleimportanteche - sottolineaMoncalvo - ciauguriamopossadiventare presto operativo con l’abrogazionedell’art 5 dellaDecisionediEsecuzione n. 789 del 2015 assuntadall’UnioneEuropeachevietaaicoltivatorisalentini, vale a dire delleprovinciediLecce e partediTaranto e Brindisi, diimpiantarepiantenelle zone giàinfette».
«L’aperturadell’UErappresentaunasperanzadiripresaeconomica e produttivaproprio dove la patologia ha azzerato un interopatrimonioolivicolo, ma la volontàdimettere a dimoranuovepianteèancheilsintomo – precisa la Coldiretti- diunavogliadiriscatto e direcuperare un giustorapporto con l'ambiente e ilterritoriodaparte del popolosalentino.»