Filiera olivo-olio

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Sono 23 gli oli extravergini di oliva che rappresentano l'eccellenza in Toscana e che da ieri sono ambasciatori della produzione olearia nelle iniziative promozionali in Italia e all'estero. I 23 oli sono stati scelti fra i campioni presentati alla "Selezione regionale degli oli extravergini di oliva 2017".

Ieri, mercoledì 3 maggio, a Firenze la selezione è stata ufficialmente presentata nel corso di una conferenza stampa cui è seguita una degustazione di quegli oli (12 in tutto), che oltre a essere stati inseriti nella selezione, hanno ricevuto anche una menzione speciale dimostrandosi eccellenze tra le eccellenze.
«Questa iniziativa – ha sottolineato l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi in un messaggio trasmesso ai premiati e a tutti i presenti (l'assessore non era presente per un impegno istituzionale sopraggiunto all'ultim'ora) – ha lo scopo da una parte di individuare quegli oli che per le loro caratteristiche possono rappresentare al massimo livello tutta la nostra produzione e dall'altra, di stimolare lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.» «Inoltre la selezione, che è riservata agli oli certificati DOP e IGP, vuol incentivare l'uso di questi strumenti di valorizzazione che garantiscono il consumatore quanto a qualità e legame col territorio.»
Alla selezione, bandita nel Febbraio 2017, hanno potuto partecipare tutti i produttori toscani di oli extravergini di oliva certificati in una delle 5 Dop e Igp registrate per la Toscana, presentando campioni di olio facenti parte di un lotto unico ed omogeneo di almeno 10 quintali. Ogni impresa aveva la possibilità di partecipare con un massimo di 3 oli. Per effettuare l'analisi sensoriale sui campioni, necessaria alla realizzazione della selezione, è stata costituita un'apposita Commissione regionale di assaggio che ha valutato gli oli.
I 23 oli selezionati, anche se non numerosi (anche perché nella campagna 2016/2017 la produzione complessiva regionale è risultata particolarmente scarsa), rappresentano dunque il meglio della produzione regionale per l'ultima campagna olearia, ottenuta attraverso una particolare attenzione dedicata dalle aziende alle fasi di coltivazione, raccolta, trasformazione, conservazione e confezionamento del prodotto.
Tra i primi strumenti per la diffusione delle selezione oggi è stato presentato il catalogo bilingue (italiano e inglese) che diventerà uno strumento per la promozione in Italia ed all'estero della produzione olearia di qualità della Toscana. L'esordio internazionale della selezione è previsto alla Fiera "Tuttofood", che si svolgerà a Rho-Milano dall'8 all'11 maggio prossimi.
In Toscana sono oltre 50.000 le aziende che hanno al loro interno una produzione di olio  su una superficie di 91.707 ettari. Dagli oltre 15 milioni di piante viene estratta una produzione media di 180.000 quintali annui con forti variazioni da un anno all'altro (circa il 3% della produzione regionale). Il valore complessivo della produzione (tenuto conto di queste oscillazioni) è di circa 132 milioni di euro (4,9% della produzione agricola regionale).
Tra i numeri del mondo olivicolo toscano occorre ricordare anche i frantoi in attività (sono circa 350), gli assaggiatori d'olio (oltre 700) e il vivaismo olivicolo (quest'ultimo, concentrato prevalentemente a Pescia, rappresenta una quota rilevante della produzione nazionale. Consistente anche la quota di olio biologico: circa 7.000 quintali prodotti da 1.860 aziende su una superficie di 8.338 ettari.
 
Redazione

scanavino, floraviva, cia

L’iniziativa dello scorso giovedì, 27 aprile, per i quarant'anni di Cia al Parlamento Ue ha voluto ricordare anche lo storico presidente della Confederazione e il suo apporto alle politiche europee e mediterranee di settore. Tanti gli ospiti, da Sassoli a Castiglione a Cozzolino. Il presidente Scanavino: «Più Europa dei Popoli, ora è il tempo della responsabilità.»

Un’Europa unita e un Mediterraneo coeso e integrato anche grazie all’agricoltura. Giuseppe Avolio, storico presidente della Confederazione, ne era convinto già 25 anni fa ma il suo pensiero oggi risuona ancora più attuale. Perché, in una fase difficile come quella che sta attraversando l’Unione, tra Brexit e correnti anti-euro, c’è bisogno di un nuovo sogno europeo al cui interno il settore primario rappresenti un elemento di coesione e di crescita. Per questo la Cia-Agricoltori Italiani ha deciso di cominciare le celebrazioni ufficiali per i suoi quarant’anni a Bruxelles, con un’iniziativa al Parlamento Ue dedicata ad Avolio e l’Europa.
Un’occasione per guardare al passato e creare le basi per un futuro stabile e solido, commemorando Avolio che, prima da parlamentare e poi da presidente della Cic (divenuta poi Cia), si è impegnato con forza per la costruzione di un’Europa unita e democratica, che «può veramente costituire una cerniera di relazioni commerciali più regolari e meno distorsive -affermava nel 1988- e concorrere a creare le condizioni necessarie di un nuovo ordine tra gli Stati e tra i popoli della terra».
Particolarmente attento alle evoluzioni dell’area mediterranea, Avolio propose la costituzione del Comitato mediterraneo in seno alla Fipa e nel 1992 ne diventò presidente, intravedendo in quel bacino una zona strategica di sviluppo e non una minaccia. L’agricoltura e il cibo hanno assunto in quel contesto il ruolo chiave di strumento diplomatico per la costruzione di relazioni pacifiche e per la progettazione di una nuova politica, favorendo anche il dialogo tra agricoltori palestinesi e israeliani. «E’ economicamente più vantaggioso per tutti sviluppare e mantenere buone relazioni tra gli Stati dell’area mediterranea che mettere in piedi barriere di protezione che potranno sempre essere scavalcate -era l’idea di Avolio, com’è stato ricordato durante l’iniziativa-. Sulla via della collaborazione si potrà camminare più speditamente, utilizzando l’agricoltura come punto d’appoggio per altre, più globali, intese».
Proprio questo pensiero, la necessità di creare le condizioni di una progressiva integrazione, limitando gli approcci nazionalistici, contrattando consensualmente gli spazi di mercato, è quello che serve oggi per rilanciare il progetto europeo e le politiche per il Mediterraneo. Anche rispetto ai flussi migratori. «Ora è il tempo della responsabilità -ha detto il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino-. Serve più Europa e più Europa dei popoli».   
Hanno partecipato ai lavori il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli; l’europarlamentare Andrea Cozzolino; il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione e il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso. Presentate le relazioni di Emanuele Berardi “Avolio per una politica agricola europea e mediterranea” e di Francesco Serra Caracciolo “Il rapporto di Cia con le organizzazioni agricole europee e mondiali”. Completano la tavola dei relatori i vicepresidenti nazionali della Cia Cinzia Pagni, Alessandro Mastrocinque e Antonio Dosi.   
 
Redazione

xylella, olanda, europa, floraviva

L’ente olandese “Dutch Federation of Agriculture and Horticulture”, “LTO Nederland”, sta mettendo in campo misure protettive per evitare il contagio da Xylella fastidiosa, batterio ormai diffusosi in molti paesi europei. I controlli previsti dalla Commissione Europea sono infatti ritenuti dall'ente olandese insufficienti ad evitare l'infezione.

In Olanda ancora non sono stati riscontrati casi di infezione, ma il rischio che possa verificarsi è alto anche in base alla mole di merce florovivaistica ed agricola che il paese importa da altri stati europei e non europei, colpiti dal batterio. 
Inizialmente riscontrata nel sud Italia, adesso Xylella si è espansa ed è presente nel sud della Francia, a Maiorca, a Ibiza e in Germania. Secondo la “Netherlands Food and Consumer Product Safety Authority (NVWA)” le possibilità che Xylella possa arrivare anche in Olanda sono alte. 
Le preoccupazioni della “Dutch Federation of Agriculture and Horticulture” sono ben motivate anche dal fatto che il governo olandese non predispone per il momento di alcuna assistenza finanziaria per eventuali danni da Xylella. Bruxelles sarà forse in grado, in futuro, di assistere le aziende da questo punto di vista, ma per il momento esse devono crearsi in modo autonomo delle garanzie di prevenzione.
Le azioni che l’Olanda vuole mettere in campo prevedono controlli aggiuntivi a quelli già previsti dalla Commissione Europea, i quali sono definiti troppo blandi per aggirare veramente il problema. Le regole previste da questi controlli aggiuntivi sono ora al vaglio delle istituzioni coinvolte e delle aziende importatrici, alle quali è stato dato il caloroso consiglio di controllare attentamente la merce importata in attesa della validazione dei controlli.  
 
Redazione

coriprolucca

Durante la terza conferenza regionale sull'agricoltura, tenutasi al Real Collegio di Lucca dal 5 al 6 aprile, Roberto Natali, responsabile tecnico di Co.Ri.Pro.-Olivi di Pescia, ha illustrato i recenti successi dell'olio extravergine di qualità italiano, in particolare toscano, parlando anche dei progetti per il futuro. 

L'olio extravergine di qualità, italiano e in particolare quello toscano, sta finalmente ottenendo grandi successi sul mercato nazionale e internazionale: così si apre l'intervento di Roberto Natali al Real Collegio di Lucca. «La nuova PAC (Politica Agricola Comune 2013-2020), Il Piano Olivicolo Nazionale e i conseguenti Piani di Sviluppo Rurale offrono nuove opportunità alla nostra olivicoltura. Così come è successo per il vino, è auspicio di tutti che si possa intraprendere un percorso che porti a un nuovo rinascimento del nostro pregiato olio d'oliva, in particolare l'olio extravergine toscano, col concorso di tutti gli operatori, delle istituzioni, delle rappresentanze di categoria. Alla base di questo successo, c'è un impegno conseguente all'antica tradizione olearia e alla grandi competenze dei nostri olivicoltori.»
Questo successo annunciato, chiama tutti a nuove sfide e per rispondere alla crescente domanda di mercato, Co.Ri.Pro. propone la messa a dimora di nuovi oliveti, privilegiando ovviamente le varietà autoctone, con sempre maggiori garanzie sotto il profilo sanitario e varietale.
«Per ridurre i tempi di produzione, aumentare la sostenibilità ambientale e il potenziamento della produttività, rendendo l'economia locale più competitiva, grazie alla collaborazione del CNR-Ivalsa e di altri istituti scientifici, stiamo mettendo a punto un progetto per la propagazione in vivo e in vitro. Ciò consentirà anche di ridurre i costi di produzione in vivaio, permettendoci di essere più competitivi sul mercato nazionale e internazionale» sottolinea Natali.
«Per qualificare il prodotto varietale all'origine, puntiamo a una marcatura delle piante madri presenti nei nostri vivai, selezionate ormai da decenni di esperienza e suggellati dal successo costante della richiesta. Abbiamo costituito un registro comune delle piante madri, collegato a una individuazione varietale tramite DNA e un sistema di riconoscimento tramite un microchip che accompagni la pianta lungo tutto il suo percorso, se possibile – in collaborazione con altri attori della filiera - arrivando fino alla identificazione dell'olio che sarà il frutto di tante eccellenti competenze.»
Per sopperire alle diverse sollecitazioni proposte dalla moderna olivicoltura Co.Ri.Pro. intende sperimentare nuovi impianti che rispondano alla diversa interconnessione fra cultivar autoctone, complessità dei territori, cambiamenti del clima. «Il nostro auspicio è che l'ente pubblico, le categorie, gli operatori s'impegnino con noi a valorizzare il nostro patrimonio olivicolo, utilizzando tutti gli strumenti disponibili, mettendo a frutto le nostre secolari esperienze» conclude Roberto Natali.
 
Redazione

olio, floraviva

Il Mipaaf rende noto che ieri, in concomitanza all’inaugurazione del salone Sol&Agrifood, all’interno di Vinitaly 2017, è stata presentata la campagna di comunicazione istituzionale del Mipaaf “Olio Extra Vergine. La Sua Ricchezza. La Nostra Fortuna” per promuovere il consumo di olio extra vergine di oliva e sensibilizzare i consumatori sulla lettura dell’etichetta per conoscere le caratteristiche nutrizionali, la varietà, l’origine e la tracciabilità del prodotto.

La campagna, che partirà alla fine di aprile, avrà come testimonial gli chef Antonino Cannavacciuolo e Davide Oldani e la food blogger Chiara Maci. Il 22 e il 23 aprile, inoltre, nei principali centri commerciali di Roma, Milano, Bergamo, Napoli, Benevento, Torino, Alessandria, Bari, Genova, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Firenze, Venezia, Verona, Padova, Treviso e Palermo saranno allestiti degli spazi per degustare e scoprire le proprietà dell’olio.
«Quando parliamo di olio – afferma il Ministro Martina – parliamo di uno dei simboli del Made in Italy agroalimentare nel mondo, che racchiude in sé il profondo legame tra cultura, tradizione e territorio del nostro Paese. Si tratta di un comparto che vale 3 miliardi di euro e rappresenta il 3% del fatturato totale dell’industria agroalimentare italiana. Un settore che, considerata l’altissima qualità dei nostri prodotti, dobbiamo sostenere per migliorare anche la produttività dal punto di vista quantitativo. Abbiamo gettato le basi di questo rilancio con l’approvazione del piano olivicolo nazionale e proseguiamo con azioni mirate e controlli capillari per continuare a garantire ai consumatori eccellenza, sicurezza e tracciabilità.»
 
DATI SETTORE OLIO IN ITALIA
- Quantità di olio prodotto da olive italiane: nel 2015 produzione 302.000 t.
- Aziende olivicole italiane: circa 900.000.
- Volume di affari: 3 miliardi di euro, pari al 3% del fatturato totale dell'industria agroalimentare.
- In Italia si contano 42 DOP e 3 IGP.
 
IL PIANO OLIVICOLO NAZIONALE
Previsto dall’articolo 4 del DL 51/2015, ha tra i suoi obiettivi principali:
- l’incremento della produzione nazionale di olive e di olio extravergine di oliva, senza accrescere la pressione sulle risorse naturali, in modo particolare sulla risorsa idrica, attraverso la razionalizzazione della coltivazione degli oliveti tradizionali, il rinnovamento degli impianti e l'introduzione di nuovi sistemi colturali in grado di conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica;
- la promozione dell’attività di ricerca per accrescere e migliorare l'efficienza dell'olivicoltura italiana;
- iniziative di valorizzazione del Made in Italy e delle classi merceologiche di qualità superiore certificate dell'olio extravergine di oliva italiano, anche attraverso l'attivazione di interventi per la promozione del prodotto sul mercato interno e su quelli internazionali;
- il recupero varietale delle cultivar nazionali di olive da mensa in nuovi impianti olivicoli integralmente meccanizzabili;
- incentivare e sostenere l'aggregazione e l'organizzazione economica degli operatori della filiera olivicola.
 
Redazione

Si è tenuta ieri pomeriggio al Mercato dei Fiori e delle Piante della Toscana di Pescia la riunione degli olivicoltori del territorio, indetta dall'amministrazione comunale per strutturare un progetto comune sull'olivo. I professionisti e i rappresentanti delle maggiori associazioni presenti hanno accettato la proposta, lanciata dal sindaco Giurlani, di creare un Distretto Olivicolo, anche in vista della nuova legge regionale toscana.

Un incontro per sondare il terreno dell'olivicoltura: Oreste Giurlani, sindaco di Pescia, e Marco Della Felice, assessore ad agricoltura, ambiente e montagna, hanno voluto tutti i rappresentanti della filiera olivicola di Pescia e del territorio circostante ieri al Mercato dei Fiori. 
Lo scopo della riunione era quello di dar vita ad un'unione di intenti per far crescere il settore attraverso la creazione di un distretto con un progetto comune alle tante realtà di eccellenza pesciatine e non solo. 
Così, dopo aver ripreso le politiche agricole in mano, cominciando dal settore florovivaistico, l'amministrazione comunale intende ora sviluppare quello olivicolo. «Siamo in una fase delicata, dobbiamo decidere quale sarà il futuro del Mefit e nella sua multifunzionalità è compresa anche l'olivicoltura. Così come all'interno del piano urbanistico, dove si definiranno una serie di permessi e zone di produzione» sottolinea Giurlani. A Pescia, infatti, si sta facendo molto per il settore e anche la decisione di destinare la zona del Business Park all'agricoltura è significativa in questo senso. 
«Quale percorso dobbiamo allora intraprendere insieme? Come ci dobbiamo attivare, in qualità di amministrazione, per aiutarvi?» Giurlani interroga gli olivicoltori, invitandoli a esprimere esigenze di regolamentazione ed economiche, anche in vista della prossima approvazione in Regione Toscana della nuova legge sui distretti. Questa infatti potrebbe essere una preziosa occasione per lavorare insieme e utilizzare lo strumento del distretto per unire il prodotto “olivo” al suo territorio.
floraviva, pescia, vivai Le risposte dei presenti sono state totalmente positive: Nicola Del Ministro dell'Associazione “Vivai di Pescia” ricorda che proprio in questi giorni si sta parlando di collaborazione con l'altra associazione di settore del territorio, il Co.Ri.Pro.: «Manca ancora un vero e proprio tessuto imprenditoriale e questo ha limitato visioni e investimenti in ricerca e sviluppo, ma il nostro prodotto è un'eccellenza.» Per Del Ministro per troppo tempo, infatti, non si è investito in olivicoltura, è arrivato dunque il momento di farlo e il distretto rappresenta lo strumento ideale per unirsi ed avere una visione di lungo periodo, pur mantenendo le proprie individualità, al fine di fare di Pescia «la capitale dell'olivicoltura dei prossimi dieci anni.»
Giuliano Incerpi del Co.Ri.Pro., d'accordo con Del Ministro, sottolinea l'importanza di intraprendere questa strada il prima possibile: la legge sul distretto sarà in Consiglio regionale martedì prossimo, è opportuno pensare subito ad un progetto comune.
Anche Pietro Barachini della Spo Olivi incalza: «Il mondo ci chiede un progetto di filiera che va dalla pianta all'olio. La nostra opportunità è puntare sulla qualità. Alla base c'è la certificazione, dobbiamo allora unire questo percorso e certificare la filiera: un distretto è la soluzione».
Pescia è inoltre sinonimo di qualità dell'olivo non solo per la produzione, ma anche per la formazione, come ricorda il prof. Maurizio Giuntini: «All'Istituto Agrario possiamo attivare una formazione specifica sull'olivo: ne potremo parlare con il Ministro dell'Istruzione, che sarà in visita a breve alla nostra scuola, per dare vita ad una specializzazione sul settore.»
Così l'assessore Della Felice sancisce la proposta approvata da tutti di costituire un Distretto Olivicolo: «Da soli non si fa più niente. Dobbiamo superare gli stereotipi e proteggere la nostra tradizione, la nostra professionalità e il nostro know-how. Dal tavolo tecnico PAV possiamo sviluppare, grazie all'interdisciplinarità dei soggetti, che rappresentano tutta la parte tecnica del settore primario (agricoltura) di Pescia, dei sotto-tavoli per mettere in piedi un progetto di distretto e uno di scopo, che coincidano con la nuova legge regionale. Nominerò immediatamente una sessione per iniziare i lavori per il nuovo Distretto.»
Anche il presidente del Pav, Franco Baldaccini, dichiara: «La riunione di oggi ha raggiunto un importante risultato. La salvaguardia del nostro patrimonio passa necessariamente dall'olivicoltura, fiore all'occhiello di Pescia assieme alla floricoltura.»
 
Redazione