Filiera olivo-olio
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Il 23 marzo a Siena convegno su come “Coltivare l’olivo” organizzato dall’Unione provinciale agricoltori in collaborazione con Santa Chiara Lab dell’Università di Siena e Associazione produttori olivicoli toscani. Interviene Pantaleo Greco, presidente della Sezione nazionale olivicola di Confagricoltura.
Un’occasione per approfondire le più moderne tecniche di coltivazione dell’olivo, esaminarne le criticità e valutare le opportunità nei mercati italiano ed esteri. E’ il convegno “Coltivare l’olivo” che si terrà venerdì 23 marzo, dalle ore 10, al Santa Chiara Lab in via Valdimontone 1 a Siena. Un incontro organizzato dall’Unione provinciale agricoltori (Upa) di Siena in collaborazione con il Santa Chiara Lab dell’Università di Siena e l’Associazione produttori olivicoli toscani.Dopo i saluti e l’introduzione affidati al presidente di Upa Siena Giuseppe Bicocchi, interverrà Riccardo Gucci del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa sull’evoluzione dei modelli d’impianto e della gestione degli oliveti. Seguirà una relazione sulle principali avversità biotiche e le strategie di controllo ecosostenibile di Bruno Bagnoli del Dibaf dell’Università della Tuscia di Viterbo. Poi, ad illustrare le esigenze dei mercati, sarà il presidente dell’Apot Carlo Gabellieri, mentre successivamente Claudio Rossi, professore di Nutraceutical and Food Chemistry all’Università di Siena, illustrerà le iniziative, i progetti e le innovazioni del Santa Chiara Lab. Dopo il dibattito, conclusioni affidate a Pantaleo Greco, presidente della Sezione nazionale olivicola di Confagricoltura.
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Per Elena Sonnoli: «il Magnifico fa conoscere oli che per l’elevata specificità sono difficili da trovare; positivo che vengano premiati gli oli di qualità del sud Italia; dobbiamo innovare e produrre di più, se no saranno altri a colmare la domanda insoddisfatta del nostro buon olio». Luca Cinelli: «positiva la presenza di oli stranieri, non dobbiamo fossilizzarci; la vittoria della Puglia non sorprende, è con la Toscana una delle patrie dell’olio; necessario piantare più olivi per una produzione intensiva». Pietro Barachini, che ha fatto parte degli assaggiatori del Premio il Magnifico, afferma: «in tutto il mondo sta aumentando la qualità perché sta migliorando la trasformazione, fondamentale puntare sulla biodiversità delle nostre cultivar e riprodurre piante autoctone, da cui potrebbero venir fuori oli sconosciuti» di grande pregio.

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Il premio “il Magnifico” per il miglior olio d’oliva extravergine europeo è stato assegnato ieri a San Casciano (Firenze) a Pietro Intini di Alberobello. Antonio Ricci con la sua Striscia la Notizia è il “Personaggio dell’olio 2018” per la lotta alle contraffazioni e la valorizzazione dei prodotti tipici. Maria Lisa Clodoveo è “Donna dell’olio” per il suo sistema di estrazione a ultrasuoni. Premiati i migliori Toscano Igp e Chianti Classico Dop, il miglior biologico e l’olio con più biofenoli. Premi anche al miglior olio spagnolo e del “Resto d’Europa” (un olio della Croazia). La critica sceglie la qualità di un piccolo lotto di olio proveniente da Benevento. Fra i prescelti di Airo, lo chef giapponese con ristorante a Roma Kotaro Noda.
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Dopo anni di discussioni per creare l'interprofessione dell'olio d'oliva, oggi sembra azzerarsi tutto il lavoro fatto: Unaprol fa marcia indietro dal FOOI (Filiera Olivicola-olearia italiana) per rafforzare la competitività dell'Italia nel settore. E non è la soloa, anche Federolio considera chiusa l'esperienza dell'interprofessione ed esce.
Dopo il primo tentativo, messo in piedi circa dieci anni fa, con l'associazione interprofessionale questa sembrava proprio la volta buona. A far pensare ad un esito positivo era stata la presenza, fin da subito, dell'Unaprol, il principale soggetto che aveva sempre rifiutato di sedersi al tavolo di filiera. Nei giorni scorsi però proprio dall'Unaprol è venuto il nuovo cambio di direzione. «Mai come in questo momento - si legge in una nota del presidente dell'Unaprol, David Granieri - il mondo olivicolo è chiamato ad affrontare tematiche decisive e nuove sfide da cui dipende il futuro del settore, a partire dalla centralità del panel test».
Il riferimento è all'allarme lanciat da alcune organizzazioni di produttori (Cno, Unapol e Unasco seguite dalla stessa Unaprol) del vero e proprio tentativo, sferrato in sede Coi, dai rappresentanti spagnoli al sistema del panel test. Un allarme che non aveva lasciato immaginare divergenze di opinione all'interno della filiera e che per il presidente dell'Unaprol rappresenta l'occasione per far saltare il tavolo. Per affrontare tali tematiche infatti, secondo Granieri «occorre muoversi con rapidità, decisione, superando le lentezze burocratiche e con un presupposto essenziale: l'assoluta centralità delle imprese italiane, uniche per qualità e distintività. Unaprol, il maggiore consorzio olivicolo del Paese, ha deciso di percorrere questa strada al di fuori del FOOI (Filiera Olivicola-olearia Italiana), l'organizzazione che riunisce diverse realtà del settore. L'obiettivo è quello di rafforzare la competitività dell'Italia dell'olio».
Come Unaprol, anche Federolio, la Federazione delle imprese del commercio oleario, decide di fare marcia indietro: «La Federolio considera conclusa la pur rilevante esperienza della F.O.O.I. (Filiera Olivicola-olearia Italiana), l'organizzazione dell'olio d'oliva e delle olive da tavola, che ha visto l'adesione di vari importanti soggetti del comparto olivicolo – oleario italiano. Oggi il lavoro per il rilancio e la tutela della produzione nazionale - ha aggiunto il presidente di Federolio, Francesco Tabano - deve collocarsi anche in una nuova prospettiva organizzativa, che sappia farsi carico delle esigenze di valorizzazione dell'operatività delle imprese italiane, in un quadro di rinnovato impegno per la garanzia della qualità degli oli commercializzati e dunque, in particolare, basato sulla difesa del panel test. La Federolio - ha concluso Tabano - porrà queste ed altre tematiche al centro di una convention che conta di organizzare nei prossimi mesi».
Chi rimane nell'interprofessione dichiara comunque di voler continuare a lavorare con determinazione per una filiera italiana rappresentativa degli interessi di tutti, come ha commentato il presidente del Cno, Gennaro Sicolo. Secondo il presidente del Consorzio olivicolo italiano il lavoro di coinvolgimento di nuovi attori nel tavolo di filiera riguarderà da un lato i rappresentanti della grande distribuzione organizzata, dall'altro l'universo dei consumatori. Sulla stessa lunghezza d'onda il direttore di Assitol, Andrea Carassi, che si augura che l'Interprofessione superi questo momento di impasse e che ritorni alla coesione originaria.
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