Riservato aziende

Focus sulle tre aziende della Versilia e di Pisa unite nel progetto di collaborazione commerciale e logistica “Floricolture CTC: Chiarappa - Tomei - Cinquini” che espongono insieme a Myplant & Garden. Tre le nuove introduzioni di piante in fiera illustrate da Giacomo Chiarappa: un ciclamino dalla fioritura molto resistente, una primula rifiorente a grappolo e un interessante Bidens bianco. Francesco Tomei: «la nostra è un’alleanza nella programmazione e nell’assortimento delle produzioni al servizio dei garden center».

Fra i florovivaisti in evidenza alla fiera di Myplant & Garden a Milano vi sono tre aziende storiche del distretto floricolo interprovinciale Lucca Pistoia e dintorni specializzate in piante in vaso fiorite, dai gerani ai ciclamini, e in stelle di natale. Queste tre aziende, grazie al forte legame di amicizia e alla fiducia reciproca che le unisce, hanno deciso di stringere sin dal 2014 un patto di collaborazione non scritto «con l’intento di fornire alla clientela un servizio sempre migliore»; vale a dire, da un lato, «una gamma di prodotti sempre più ampia sia in varietà che in assortimento, accompagnata da crescente qualità del prodotto» e, dall’altro, una concentrazione dell’attività di commercializzazione e dell’organizzazione logistica.
Le tre aziende in questione, tutte e tre a carattere familiare e rivolte soprattutto al mercato dei garden center, sono Floricoltura Chiarappa Giovanni (Arena Metato, Pisa) e Floricoltura Tomei (Torre del Lago Puccini, Lucca), di circa 3,5 ettari ciascuna, e Cinquini Yuri (Viareggio, Lucca) di 6/7 mila metri quadrati. Per questo progetto di collaborazione sul marketing hanno scelto la denominazione “Floricolture CTC: Chiarappa – Tomei – Cinquini”. Una delle occasioni in cui si concretizza questa alleanza è proprio la partecipazione come espositori in uno stand unitario a Myplant & Garden. E’ qui che Floraviva ha incontrato due dei titolari, Francesco Tomei e Giacomo Chiarappa, scambiandoci alcune parole sulla loro esperienza comune e sulle novità che presentano in fiera.
«Siamo tre aziende storiche indipendenti – ci ha detto Francesco Tomei - e in certi casi ci facciamo anche concorrenza, perché ognuno ha il suo pacchetto clienti. Però abbiamo deciso di mettere in comune l’attività di marketing e partecipare a questa collaborazione nella programmazione e nella commercializzazione dei nostri prodotti, a cominciare dalla condivisione dello stand a Myplant. Venire qua in fiera da soli, infatti, avrebbe significato non farsi notare, mentre in tre l’impatto è molto maggiore».
Da quanti anni partecipate insieme alle fiere?
«Da quando è nato Myplant & Garden, cinque anni fa».
Che cosa comporta in concreto questa collaborazione al di là della condivisione dello stand?
«Ad esempio, che se un cliente vuole i miei articoli e quelli di Giacomo e quelli di Yuri, possono magari partire tre carrelli utilizzando lo stesso vettore. In questo modo si ha un netto taglio dei costi di trasporto e facciamo risparmiare anche il cliente.
Logistica in comune, dunque.
«Non solo. Le coltivazioni delle nostre aziende sono sostanzialmente le stesse. Cioè la classica produzione primaverile della Versilia: gerani, gazanie, calendule, pansé, primule, ciclamini; e le poinsettie, le stelle di natale. Però, a prescindere dalle stelle che hanno una cadenza natalizia e perciò sono tutte pronte per la vendita nello stesso periodo, nelle altre produzioni, pensiamo ad esempio al ciclamino che ha un periodo di vendita molto lungo (dagli ultimi di agosto alla fine di gennaio), ci sono dei momenti in cui i ciclamini io ancora non li ho e magari li ha Chiarappa o Cinquini. Ecco, con questa alleanza il cliente viene servito da chi di noi in quel momento li ha pronti. In altre parole, riusciamo a garantire il prodotto ai clienti in tutti i momenti dell’anno e si tratta anche di un modo per fidelizzare il cliente, che non viene mai abbandonato e non deve rivolgersi ad altre aziende».
«Il nostro target commerciale – ha aggiunto Giacomo Chiarappa - è il garden center. Quindi lavoriamo nella ricerca di varietà nuove e colori nuovi da proporre ai garden per poterci distinguere commercialmente nella sfida con la grande distribuzione, che è il competitor più importante di questo settore, per via delle vendite di molti prodotti sottocosto o con promozioni molto scontate, che penalizzano il garden center e il negozio di fiori. Quindi noi siamo sempre alla ricerca di novità. Una delle novità che avremo sul mercato l’anno prossimo, quasi in esclusiva per l’Italia è il ciclamino Djix».



Questo ciclamino lo presentate già ora in anteprima? E che caratteristiche ha?
«Sì, lo stiamo presentando per il 2019. L’avevamo già in piccole quantità l’anno scorso, ma quest’anno l’avremo in numero superiore. La sua particolarità è che ha un doppio petalo ed è in due colorazioni: bianco con il bordeaux e bianco con il rosso. La pianta è molto resistente, non perde fiori o ne perde pochissimi, il fiore sopra dura 2 o 3 settimane, a differenza delle varietà normali nelle quali dopo una settimana il fiore appassisce e si deve togliere».
Quando la venderete esattamente, nell’arco del 2019, ai garden center?
«Da ottobre in poi, quasi in esclusiva per l’Italia. Abbiamo il 50% circa delle piante di questa varietà destinate all’Europa».
Quale azienda di ibridazione vi fornisce le giovani piante di questo ciclamino?
«Schoneveld Breeding, un ibridatore olandese con cui noi collaboriamo in quanto facciamo campo prova per loro per il Sud Europa. Quindi da noi testano tutte le varietà nuove che creano per verificarne la resistenza al nostro clima».
Questa è una prima novità, ce ne sono altre?
«Abbiamo la Primula Perola, sempre di Schoneveld, che è una varietà di primula che stacca il gambettino dalla base della pianta ed ha una fioritura da primula rifiorente, diversa dalla primula tradizionale che fiorisce attaccata alla foglia e che invece ha una fioritura piuttosto breve».
Dunque, se ho ben capito, una primula rifiorente a grappolo.
«Esattamente. Infine, un’altra nuova uscita è un Bidens bianco, Spicy Ice, che in Italia arriva per la prima volta».
Per ulteriori informazioni:
www.chiarappa.it
www.cinquini.it
facebook: Floricoltura Tomei

Articolo Publiredazionale, riproduzione vietata

Intervista a Leonardo Bonini, uno dei titolari della nota azienda florovivaistica di Pescia (Pistoia), che apre i festeggiamenti per il centenario nello stand di Myplant & Garden (Padiglione 20, stand K01). In evidenza quest’anno, oltre agli olivi Xylella free di varietà toscana e alle appariscenti mimose, gerani (parigino, edera e zonale), Sundeville, garofani, Rincospermum, ranuncoli e la linea di gadget ludica ed eco-friendly “Supernibili”, che evoca gli insetti della lotta integrata. Bonini informa che «le poinsettie “Stella d’Italia – fai un regalo sostenibile” lanciate l’anno scorso sono andate molto bene: +10% sul 2017».

Si presenta sempre più bio ed ecosostenibile l’offerta dell’azienda floricola Bonini Piante Toscana di Pescia, che apre il centenario qui a Myplant & Garden con uno stand (pad. 20 / st. K01) all’insegna degli olivi, delle mimose e delle sue rinomate piante in vaso fiorite.
Anche quest’anno lo stand spicca per la qualità estetica sia dell’allestimento che delle piante e per l’immagine innovativa che offre di questa medio-piccola azienda di Pescia (frazione Veneri) socia dell’associazione Vivai di Pescia che nacque nel 1919 come azienda orticola e si convertì nel 1956 alla floricoltura, senza abbandonare il vivaismo olivicolo avviato nel 1940. Adesso Bonini Piante Toscana è una delle aziende florovivaistiche di punta del distretto floricolo Lucca Pistoia (incentrato sui poli di Viareggio e Pescia): un vero e proprio gioiello produttivo con i suoi 4,5 ettari coltivati e circa 37 mila metri quadrati di serre di ultima generazione dotate di impianto a biomasse e irrigazione goccia a goccia. Un’azienda che pratica le tecniche di lotta integrata sia per motivi di eco-sostenibilità che per ottenere piante qualitativamente migliori (vedi nostro servizio di due anni fa).
Come è ormai consuetudine, Floraviva ha intervistato in apertura della prima giornata del salone internazionale del verde Myplant & Garden uno dei due titolari dell’azienda pesciatina, Leonardo Bonini, sentito nel suo stand sui prodotti portati in esposizione, ma anche per un aggiornamento sulle novità aziendali nell’anno intercorso fra la 4^ e la 5^ edizione di Myplant.

Innanzi tutto il centenario: vedo che lo festeggiate qua a Myplant mettendo in evidenza nello stand un olivo.
«Rappresenta la torre Guinigi di Lucca, nei pressi di Pescia, e ci abbiamo collocato un olivo perché è una pianta della nostra tradizione».
Nel senso che come azienda la coltivate da molti anni?
«Sì, produciamo olivi sin dagli anni ‘40 del ‘900».
E anche perché è la produzione tipica di Pescia, dove c’è il più importante distretto di vivaismo olivicolo italiano?
«Sì, ovviamente».
Vedendo il numero di olivi nello stand mi pare che ci puntiate sempre di più, vero?
«Sì perché c’è domanda: il mercato sta tirando. Non so se anche grazie ad alcuni finanziamenti che sono stati attivati, comunque posso dire che si stanno vendendo bene gli olivi».
Che cosa mi può dire sulla vostra gamma di piante d’olivo?
«Abbiamo una selezione di nostre piante madri sulle quali, dal 1940, pratichiamo il miglioramento o selezione genetica. Le nostre piante madri vengono regolarmente controllate dal Servizio fitosanitario della Regione Toscana. Dal 2018 abbiamo deciso quindi di contrassegnare ogni singola pianta d’ulivo con un apposito marchio “Xylella free” e il numero del rapporto di prova del Servizio fitopatologico regionale».
E quali sono le cultivar di olivo della vostra produzione?
«Leccino, frantoio, moraiolo, pendolino, maurino. Insomma varietà toscane. Sono olivi da innesto e coltivati in vaso con irrigazione goccia a goccia. All’età di 2 e 3 anni li trasferiamo in pieno campo per l’acclimatamento finale».
Come è richiamato nello stand, anche dal video che lo contraddistingue, vi siete avvicinati all’anno del centenario con il lancio delle poinsettie “Stella d’Italia”: come è andata la vendita delle stelle di natale lo scorso anno?
«Abbiamo avuto un ottimo risultato: +10% di vendite rispetto al 2017. Quindi siamo soddisfatti».
Tra l’altro le stelle di natale sono un vostro cavallo di battaglia, vero?
«Sì».
E sono coltivate con il metodo della lotta integrata, come indicato dallo slogan “fai un regalo sostenibile”?
«Sì, è già da alcuni anni che produciamo le poinsettie con la lotta integrata».
Ecco la lotta integrata, che prevede l’uso anche di insetti antagonisti per difendere le piante da insetti nocivi, rimanda subito a un’altra novità che noto nello stand: nei vasi in esposizione ci sono delle etichette con figure e nomi di insetti. Di che si tratta?
«I “Supernibili” sono una linea di gadget, delle etichette-calamite con raffigurati sopra degli insetti (per ora una prima ventina, ma ne abbiamo selezionati 400) che proponiamo in particolare ai garden center che vogliano stimolare la clientela sia dal punto di vista ludico che soprattutto sul piano del messaggio ecologico».
Ma i Supernibili vanno su tutte le tipologie di piante in vaso?
«Sì, a chi ce lo richiede li possiamo aggiungere su tutti i vasi, perché ovviamente comportano un piccolo costo supplementare».
Passando alle piante in vaso qui in esposizione, che cosa avete portato e su che cosa puntate maggiormente?
«Quest’anno, come tutti gli anni, apriamo la stagione con le Sundeville e i gerani (di tre cultivar: parigino, edera, zonale, anch’essi coltivati con tecniche bio della lotta integrata) e poi a seguire vengono tutte le nostre varietà di punta, fra cui ad esempio il Rincospermum in varie altezze. Da segnalare anche i ranuncoli, i garofani e un po’ tutto l’assortimento per l’inizio della primavera».
Poi vedo in grande risalto, come tutti gli anni a Myplant, le mimose, dato il periodo. C’è qualche novità su questo fronte?
«No, le varietà e le tipologie sono le stesse, anche perché stanno ricevendo un ottimo riscontro sul mercato».

Articolo Publiredazionale, riproduzione vietata

Floramiata continua il cammino sulla strada della sostenibilità presentando al Myplant & Garden 2019 (Pad. 16 - Stand k34) la propria produzione di piante tropicali ornamentali basata su processi produttivi che mirano alla certificazione Carbon Free.
Una meta ambiziosa che si basa su tre pilastri: l’utilizzo della risorsa geotermica per il riscaldamento, l’uso di energia elettrica da fonti rinnovabili e il risparmio idrico.
Avere una produzione Carbon Free significa che le piante coltivate da Floramiata catturano in un anno oltre 32.000 tonnellate di CO2 pari a quella imprigionata nello stesso periodo da un bosco di 50 ettari di castagno, bilanciando quanta ne viene emessa nel corso dei processi di produzione.
Un ciclo virtuoso che migliora di anno in anno la sostenibilità ambientale delle produzioni e dà alla propria clientela sempre più ampie motivazioni di acquisto:  piante che arredano, durano, rispettano l’ambiente e catturano anidride carbonica.
Floramiata oltre alle importanti tematiche ambientali, sul green carpet della quinta edizione del Myplant metterà in mostra la sua ampia produzione di piante tropicali a cui si affiancano tre novità: lo Spatifillum vaso 14, l’Anthurium vaso 12 e la Maranta Leopardina.

Redazione

Lanciato un nuovo brand per le stelle di natale italiane che può essere personalizzato dai garden center e dai negozi di fiori o di articoli da regalo con le proprie insegne. I produttori di poinsettie licenziatari consegneranno le piante con vari materiali pubblicitari, fra cui i cartellini col marchio Stella d’Italia sul fronte e il retro per gli auguri a scelta del punto vendita.

Un marchio privato e volontario che valorizza le stelle di natale coltivate in Italia con metodi sostenibili, cioè adottando sistemi produttivi basati sulla piena applicazione della lotta integrata. E che cavalca la sempreverde fiducia del consumatore italiano nel prodotto made in Italy, ancora più forte in un periodo di ritorno in auge del patriottismo nazionale. Tutto ciò ottimizzando le relazioni fra i produttori di poinsettie licenziatari del marchio e i punti vendita (garden center o fiorai o negozi di articoli da regalo) interessati a esporre prodotti con la propria insegna.
Il nome del marchio, contraddistinto visivamente da stelline e fiocchi di neve rossi stilizzati su uno sfondo dorato, è “Stella d’Italia”, accompagnato dallo slogan “fai un regalo sostenibile” riferito al “Natale 2018”. A lanciarlo, con tanto di cartellini per le piante personalizzabili e altro materiale pubblicitario sia per il punto vendita che per il web, è Diade adv di Pescia, che ha studiato il marketing e progettato la comunicazione. Il cuore della proposta, che intende riposizionare il prodotto vegetale simbolo delle feste natalizie, è il cartellino/biglietto d’auguri double face: sul fronte il marchio Stella d’Italia e sul retro libera scelta ai garden center o fiorai e negozianti, che potranno scegliere se richiedere ai produttori di stelle natale licenziatari di Diade cartellini con la propria insegna oppure no, oltre al consueto spazio per il messaggio di auguri del consumatore finale.
Da Diade adv fanno sapere che alcuni produttori e retailer hanno già deciso di adottare “Stella d’Italia” e molti altri hanno manifestato interesse per l’iniziativa. I produttori interessati a diventare licenziatari del nuovo marchio e i garden center o negozi di fiori o di articoli da regalo desiderosi di avere nei propri punti vendita poinsettie “Stella d’Italia” o che comunque ne vogliono sapere di più possono contattare 0572 040204

Redazione
Articolo Publiredazionale, riproduzione vietata

Nuovo format, più europeo ed ecologico ma radicato nel territorio e nelle produzioni a km 0, per il centro di giardinaggio Agri Garden Natali alle porte di Pescia. Tra le piante locali in vendita nel garden center inaugurato il 20 ottobre dai titolari Claudia Natali e Fabio Chiostri, Cymbidium e protee in vaso di aziende specializzate, agrumi, rare varietà di Nandina, piante da siepe e da frutto, e in questi giorni molti crisantemi e ciclamini in vaso. Per il sindaco di Pescia è «una vetrina sul nostro florovivaismo, che è vivo e conta 350 aziende per 700 occupati (2000 nel periodo clou prima di Tutti i Santi)». All’inaugurazione anche il presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia.

Prodotti a km 0 e prevalentemente stagionali di florovivaisti di Pescia e dintorni: orchidee Cymbidium di un’azienda specializzata, protee in vaso (più rare della versione a fiore reciso), agrumi, alcune varietà di Nandina pressoché sconosciute, qualche piantina aromatica e da orto (sezione che si arricchirà a primavera), nell’area vivaio piante per le bordure e le siepi e da frutto (ora soprattutto more, ribes, kiwi) e tutto quel che serve per l’orto e il giardino, e infine, naturalmente, a dieci giorni da Tutti i Santi, molti crisantemi e ciclamini in vaso locali.
Le piante in vendita presso il centro di giardinaggio “Agri Garden (è) Natali” di via Romana 31 a Pescia, che è stato completamente rinnovato e inaugurato il 20 ottobre e sarà gestito da Claudia Natali e Fabio Chiostri, rappresentano una significativa vetrina sul florovivaismo pesciatino e più in generale della Valdinievole. Non è un caso dunque che all’inaugurazione sia intervenuto, oltre al sindaco di Pescia Oreste Giurlani, un esponente di primo piano della filiera florovivaistica e del verde toscana come il presidente del Distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia Francesco Mati.
«A Pescia di garden ne abbiamo bisogno – ha detto il sindaco di Pescia Oreste Giurlani -  Siamo la città dei fiori, vogliamo che la gente venga, che la gente acquisti piante e fiori. Da quanto ho capito in questo garden si vendono piante e fiori e si faranno presto anche composizioni, e si punta soprattutto a vendere prodotti del territorio. E’ un’ulteriore sponda a coloro che ora vogliono continuare a investire sul florovivaismo. Noi abbiamo fatto una ricerca: a Pescia ci sono 400 aziende agricole, 350 circa sono florovivaistiche, con circa 700 occupati, che nei momenti di alta stagione come questo diventano 2000. Quindi a volte ci si piange addosso che la floricoltura sta morendo, che è finita. Invece no: la floricoltura c’è, c’è stata una selezione, ma chi ha puntato sulla qualità, sui giovani e sulla voglia di lavorare e soprattutto di fare rete ha avuto ottimi risultati». Il sindaco ha anche annunciato che Claudia Natali e Fabio Chiostri adotteranno l’aiuola della rotonda con il Pinocchio dell’Expo lì vicino, un’ulteriore promozione del florovivaismo locale e del territorio pesciatino. Infine, si è soffermato su un altro aspetto dell’offerta di Agri Garden Natali: l’area pet, con tutto ciò che serve agli animali domestici da compagnia. «A Pescia manca un punto veramente attrezzato per gli animali – ha sostenuto Giurlani svelando di essere interessato anche a livello personale per i suoi gatti -. Il fatto che voi forniate anche questi prodotti è molto utile per il nostro territorio».
Nell’occasione i due giovani titolari hanno illustrato al sindaco Giurlani, in una rapida visita guidata, anche gli altri prodotti del nuovo garden center, che in generale ha un aspetto molto europeo e ordinato, ed è caratterizzato da grande attenzione per i temi ecologici e salutistici. Prima il reparto sementi, da orto e da fiori, con alcune proposte biologiche, «che aumenteranno se ci saranno richieste» ha spiegato Claudia Natali. Poi i concimi e fertilizzanti, più qualche prodotto insetticida biologico per hobbisti e che non richiede la licenza (quindi «niente prodotti fitosanitari»), le ferramenta e l’area fiori artificiali, a cui si affiancherà presto l’area fiori recisi veri e propri con la possibilità di acquistare bouquet. E ancora l’oggettistica per la casa, a cominciare dai vasi in ceramica, e i vasi di terracotta in una gamma molto ampia e varia. Infine, appunto, l’area pet, per gli animali da compagnia, su cui si è soffermato il sindaco da appassionato di gatti. Riguardo alla quale Claudia Natali ha spiegato di puntare su «linee italiane, meno conosciute, che però hanno tutti prodotti naturali, ipoallergenici, e sono quasi tutti con un solo tipo di carne all’interno, mono proteiche. Quindi, anche per i gatti e i cani che hanno dei problemi, abbiamo di tutto». 

Redazione Floraviva
Articolo Publiredazionale, riproduzione vietata

Nello stand dell’azienda pistoiese Chiti Vivai al 69° Flormart, alla Fiera di Padova dal 19 al 21 settembre, riflettori puntati sui pini bonsai e su fusti di Juniperus di varie taglie da siepe che sono molto resistenti. Alberto Chiti: «per avere piante più sicure, lavoriamo i pini come una volta e li invasiamo solo dopo che hanno vegetato a terra».  

Anche quest’anno fra i vivaisti pistoiesi alla ribalta di Flormart, il salone del florovivaismo e dell’architettura del paesaggio della Fiera di Padova giunto alla 69^ edizione, c’è Chiti Vivai. Questa azienda del distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, che ha per titolari i fratelli Roberto e Alberto Chiti, ormai da 15 anni si è specializzata nella produzione di conifere e conifere nane, soprattutto attraverso la coltivazione “a forma libera” (vedi nostro articolo). Floraviva ha intervistato Alberto Chiti allo stand di Flormart ieri, primo giorno della manifestazione, parlando con lui delle piante portate in esposizione quest’anno e dei primi, parzialissimi riscontri con gli operatori della filiera florovivaistica incontrati alla Fiera di Padova.
Che cosa presentate quest’anno?
«Il nostro stand è centrato sempre su quelle che sono le nostre specialità produttive, cioè conifere, conifere nane e soprattutto conifere in forma. Oltre ai soliti fusti, mezzi fusti e mini fusti, quest’anno abbiamo una bella esposizione di pini: pini a bonsai, in forma naturale, formati in pieno campo e poi lavorati durante il periodo estivo, come veniva fatto negli anni addietro e poi messi in vaso, per avere una pianta più sicura, una pianta che abbia vegetato a terra prima di essere invasata e che non presenti problemi al momento del trapianto in vaso».
Ecco questa è una vostra caratteristica peculiare nel modo di lavorare…
«… questo è il riutilizzo di un metodo lavorativo che veniva applicato i primi anni a Pistoia, che poi è stato abbandonato un po’ per dare campo alla velocità di lavorazione, però chiaramente togliendo qualcosa alla qualità del prodotto».
Avete puntato su questo metodo anticipando il mercato oppure è stata proprio la domanda a portarvi in questa direzione?
«Diciamo che abbiamo intercettato la domanda, o meglio un’esigenza, perché si tratta di prodotti che è molto importante siano di qualità perfetta: dato il valore e gli anni di lavorazione che ci sono dietro, è essenziale mettere in vaso piante completamente pronte, senza far mancare ad esse tutto il tempo di vegetazione necessario affinché siano davvero in condizioni ottimali».
E questo viene compreso e apprezzato?
«Sì, viene apprezzato»
C’è qualche altro aspetto da sottolineare nell’esposizione di quest’anno?
«Sicuramente c’è da evidenziare il nuovo formato che abbiamo proposto per quanto riguarda gli Juniperus (ginepri, ndr). Abbiamo cercato di tirarli su su una canna. Ultimamente vengono usati, specialmente nei Paesi freddi, come siepi, così come qui da noi si usano normalmente Photinia (fotinia) o Leylandii (cipresso di Leyland) nei Paesi dove queste piante non resistono per il freddo noi proponiamo questa tipologia di Juniperus che può fare da siepe: molto resistente e molto particolare, perché ha dei colori e un tipo di vegetazione che altri tipi di siepe, come Thuja (tuia, l’albero della vita) oppure appunto Leylandii, non presentano».
E a quale clientela o segmento del mercato mirate con queste due linee di piante appena illustrate?
«Diciamo che sono pensate soprattutto per l’estero e per il nord Italia, sia per le caratteristiche delle piante, che si trovano molto bene a quei climi, sia in relazione alle tipologie di giardini».
Quali canali commerciali utilizzate per esse?
«Un po’ tutti i canali»
Un riscontro alla prima giornata di Flormart: anche se è presto per i bilanci, quali sono finora i prodotti più apprezzati?
«Come al solito, anche qui come durante tutto l’anno, i mezzi fusti o mini fusti di Juniperus hanno un ottimo riscontro, sono quelli che hanno maggiore successo. Ma anche i pini piacciono».
In generale, per ora vendete più in Italia o all’estero?
«Più in Italia».
Ma vendete e siete interessati anche al mercato estero?
«Sì».

Redazione Floraviva
Articolo Publiredazionale, riproduzione vietata