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Intervista a Leonardo Bonini, uno dei titolari dell’azienda florovivaistica di Pescia rinomata per le piante fiorite e gli olivi Xylella free, a Myplant & Garden 2018 (Padiglione 20, stand K01). Tra le piante da segnalare, oltre all’onda di primule e viole al centro dello stand, la Choisya Ternata (che resiste fino a – 10 gradi), le Sundeville, i ranuncoli e garofani, ma anche glicini e varie piante mediterranee. Bonini: «abbiamo una nuova serra per proteggere le piante dalle avversità meteo».
Anche quest’anno fra le aziende toscane presenti a Myplant & Garden spicca per innovazione e qualità delle piante, ma anche per il tocco di creatività dello stand, Bonini Piante di Pescia. Un’azienda della frazione di Veneri, associata ai Vivai di Pescia, che produce un vasto assortimento di piante fiorite in vaso (e non solo) in circa 37 mila metri quadrati di serre di ultima generazione dotate di impianto a biomasse e che adotta la lotta biologica e integrata, sia per motivi di eco-sostenibilità che per ottenere piante qualitativamente migliori (vedi servizio dell’anno scorso).
Floraviva ha intervistato in apertura della prima giornata del salone internazionale del verde milanese uno dei due titolari dell’azienda pesciatina, Leonardo Bonini, sentito nel suo stand K01 del Padiglione 20 di Fiera Milano per farsi illustrare i prodotti portati in esposizione questa volta, ma anche per un aggiornamento sulle novità aziendali nell’anno intercorso fra la 3^ e la 4^ edizione di Myplant.
Dall’ultima edizione di Myplant a quella odierna c’è stata qualche novità aziendale da raccontare ai visitatori in fiera?
«Una novità è che abbiamo ampliato l’azienda con altri 2 mila metri di strutture».
Nuove serre?
«Sì, una nuova serra».
Per ulteriori tipi di coltivazioni?
«No, lo abbiamo fatto per proteggere più piante da eventuali avversità meteorologiche».
Sulla gamma di piante ci sono cambiamenti?
«Non molti, visti i buoni riscontri degli ultimi anni, portiamo avanti le stesse tipologie di piante, ovviamente sempre con grande attenzione alla qualità e agli eventuali aggiornamenti del caso. Ma una novità fra le nostre coltivazioni c’è: è la Choisya Ternata, una specie di pianta fiorita nota anche come Arancio del Messico, che è profumata e resiste fino a temperature di -10 gradi centigradi. L’abbiamo portata qua in esposizione».
Ecco, passando a Myplant & Garden 2018, c’è qualche altra pianta dello stand da porre all’attenzione dei buyer in fiera?
«Per noi una coltura di punta è la Sundevilla, che proponiamo in cinque tipologie: si parte dal vasetto 10 e si arriva al vaso 22».
E poi?
«Abbiamo inserito i ranuncoli, un vasto assortimento di garofani».
E che mi dice di questa sorta di spettacolare onda fiorita al centro dello stand che molti fotografano?
«Ci abbiamo collocato primule, viole cornute e viole a fiore grande, giocando sull’impatto e la varietà dei colori, su ideazione dell’art director di Diade adv AnneClaire Budin».
Vedo poi gli olivi con l’etichetta Xylella free.
«Abbiamo avuto un rapporto prova dell’Arpat (l’agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, ndr) e sono piante che escono dall’azienda garantite da questo punto di vista, molto importante per il mercato. Le varietà sono le solite: leccino, frantoio, moraiolo e pendolino; sono piante di 2 anni (vaso 15/20 cm), di 3 anni (vaso 24) e poi abbiamo in quantità minore degli ulivi più grandi di 4, 5 e 6 anni (vaso 30 e 50)».
Per completare l’assortimento di piante in esposizione, che cosa proponete ancora?
«Abbiamo dei glicini e delle piante mediterranee, fra le quali Loropetalum e Viburnum».
In più vedo anche delle mimose.
«Sì, sono di quattro misure. Si parte dalla 70/80 cm fino alla 2,20 metri, e anche l’alberello. E poi abbiamo anche il Rincospermum, che proponiamo in tre misure».
Per ulteriori informazioni: www.boninipiante.it e la pagina Facebook “Bonini Piante Toscana”.
Floraviva
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Coperture degli appuntamenti più significativi di Myplant & Garden 2018 e servizi publiredazionali in fiera per le aziende del settore florovivaistico e di tutta la filiera del verde interessate (anche straniere).
Floraviva, che quest’anno compie 10 anni, sarà a Fiera Milano Rho-Pero dal 21 al 23 febbraio per la 4^ edizione di Myplant & Garden. Niente stand con distribuzione di numeri santini cartacei, ma operatività itinerante attraverso i tre padiglioni per coprire tutti gli appuntamenti di maggiore rilevanza per la sua linea editoriale. A disposizione delle aziende (anche straniere) della filiera florovivaistica e del verde presenti in fiera per servizi publiredazionali in tempo reale oppure per un primo contatto in vista di future collaborazioni a lungo termine.
Ricordiamo che Floraviva, edito da Diade adv di Andrea Vitali di Pescia, è un magazine online indipendente specializzato nell’orto-florovivaismo, nel settore primario e nell’ambiente. Con un occhio vigile sulle maggiori fiere mondiali del settore del verde fiorito, ogni giorno pubblica notizie, interviste, servizi e speciali riservati alle aziende. Contribuiscono a rendere Floraviva particolarmente stimolante e interessante, sia per i lettori che per gli inserzionisti in cerca di spazi promozionali mirati, rubriche originali quali “Arte verde”, “Giardini da intervista”, “Olivo e olio”, “Un fiore per...”.
I nostri lettori ad oggi sono 120.000 al mese, in crescita costante, di cui 80% da tutta Italia e 20% esteri. Molto apprezzati dai nostri clienti i banner pubblicitari interni agli articoli su argomenti attinenti ai settori di attività delle aziende. Siamo seguiti inoltre da circa 18 mila follower sui social media, a cominciare da Facebook, piattaforme da cui possiamo attivare campagne promozionali molto efficaci, sul piano strategico del marketing ma anche per la qualità delle immagini e dei testi, sia di matrice pubblicitaria che di taglio più giornalistico.
Redazione
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I cosiddetti “formati ad S” su cui «abbiamo puntato» in questa fiera stanno avendo riscontri molto positivi, spiega Alberto Chiti, titolare di Chiti Vivai di Pistoia, azienda vivaistica specializzata nella produzione di conifere e conifere nane. Chiti si sofferma sui benefici nella manutenzione delle piante della coltivazione “a forma libera”.
«La nostra azienda opera nel settore da quasi quarant’anni ormai e da 15 anni siamo specializzati nella produzione di conifere e conifere nane e soprattutto nella produzione di conifere a forma, specialmente bonsai e pon-pon. Queste sono le nostre produzioni principali negli ultimi anni. Senza tralasciare ovviamente un fiore all’occhiello quale i nostri vari mini fusti, mezzi fusti e alti fusti, sempre di conifere, pini e Juniperus».
Così Alberto Chiti, titolare di Chiti Vivai di Pistoia, in esposizione in questi giorni al 68° Flormart, il salone del florovivaismo di Padova, sintetizza a Floraviva le produzioni del suo vivaio, situato nel cuore del Distretto vivaistico ornamentale pistoiese, leader nazionale ed europeo.
Le piante citate quali fiori all’occhiello rientrano tra le piante coltivate “a forma”?
«Queste ultime stanno nella categoria mini fusti e fusti, alberetti e mini alberetti..».
Ho visto che nel vostro sito web mettete in risalto la coltivazione a forma libera..
«..su una gran parte della nostra produzione è sicuramente una caratteristica importante, perché noi non andiamo a intervenire con forzature in strutture in ferro, ma la pianta è libera nella sua crescita, una volta che gli è stata fatta la prima lavorazione, che è di innesto».
E questo che vantaggi ha?
«Ha un vantaggio nella gestione della pianta, nella manutenzione. Comunque poi dipende dal gusto dell’utente finale o del venditore far crescere la pianta a forma libera oppure dargli una forma più omogenea e più rifinita».
In quali aree geografiche si trova la vostra clientela?
«Come clientela, specialmente per quanto riguarda i clienti finali, spesso la nostra produzione va all’estero».
Dove?
«Principalmente nei Paesi freddi. Perché un’altra caratteristica delle nostre piante è che sono tutte o quasi tutte molto resistenti al grande freddo».
E riguardo ai grossisti?
«Con i grossisti lavoriamo in tutta Italia e facciamo qualcosa anche all’estero».
Passando allo stand con cui state esponendo a Flormart, cosa c’è di caratteristico da segnalare?
«Per questa edizione di Flormart abbiamo puntato in particolare sulla promozione di alcune tipologie di piante che si possono riassumere nella formula “bonsai naturali”, perché non sono di innesto ma partono dal piede della stessa pianta, i cosiddetti “formati ad S”. Questa è una novità degli ultimi anni e richiede ovviamente una maggiore quantità di tempo per arrivare alla pianta finale».
Un esempio di varietà specifica trattata a questo modo?
«Abbiamo proprio qui davanti uno Juniperus Slager col gambo formato ad S: questa è una lavorazione nella quale dal momento della talea al prodotto finito passano 12 anni. Un grande investimento di tempo e pazienza, e che richiede esperienza, perché non tutte le varietà di Juniperus si possono adattare a questa lavorazione».
Quali sono gli articoli del vostro stand che stanno ricevendo maggiore attenzione?
«Le cose che stanno andando meglio sicuramente sono fusti e mini fusti. A conferma di una tendenza che va avanti da qualche anno. In particolare per certi nostri mezzi fusti, soprattutto di pino e Juniperus un po’ più adulti. Sono rimasto contento anche dall’interesse per certi nostri bonsai di media grandezza sia di innesto che di potatura».
Redazione
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Anche le rose in vaso (tutte brevettate) stanno suscitando interesse, spiega Gianluca Ammazzini, titolare dell’azienda florovivaistica di Pescia Ammazzini Piante. Tra gli articoli da segnalare: il Loropetalum Black Pearl, l’Arbutus unedo Roselily e il Viburnum tinus Spirit. In esposizione pure le ornamentali fiorite e non fiorite e rampicanti.
«Siamo una realtà sul mercato del florovivaismo da 40 anni. Arriviamo dal fiore reciso, ma poi c’è stata un’evoluzione verso le piante in vaso, un’evoluzione portata avanti sempre cercando novità a livello varietale e negli ultimi tempi con grande attenzione alla tutela dell’ambiente. Tutti gli anni cerchiamo di apportare novità: o nel senso di nuove tipologie di piante o, all’interno delle stesse, incrementando le produzioni con nuove varietà, varietà brevettate, cercando di stare al passo con i tempi».
Così si presenta a Floraviva, Gianluca Ammazzini, titolare dell’azienda pesciatini Ammazzini Piante, che tra l’altro fa parte dell’Associazione Vivai di Pescia. Gli chiediamo subito di farci qualche esempio di piante nuove o comunque interessanti da segnalare ai lettori.
«Ad esempio sul Loropetalum, iniziata con la varietà classica e poi incrementando la produzione con le nuove varietà che sono venute sul mercato, fra cui la predominante in questo momento è il Loropetalum chinense Black Pearl. Una pianta ornamentale con caratteristiche tali da adattarsi a qualunque tipo di ambiente: giardini rocciosi, piccole siepi, cespuglio isolato. E poi resiste bene al freddo».
Tornando alla vostra produzione in generale, quali sono le tipologie di piante che la contraddistinguono?
«Noi puntiamo in particolar modo sulle piante fruttifere, sempre in vaso, sulle piante di rose, tutte certificate. Noi in azienda abbiamo fatto questa scelta: non produciamo rose “da battaglia” o da mercato, ma puntiamo sulla selezione varietale e sui brevetti».
Siete anche produttori di olivi, vero?
«Certo. L’ulivo è l’articolo con cui siamo nati a livello vivaistico. Ha sempre accompagnato la produzione floricola e nel tempo si è mantenuto. E’ uno dei nostri prodotti di punta».
Quindi piante fruttifere, rose in vaso e ulivi..
«E poi c’è il mondo dell’ornamentale: l’ornamentale fiorito, l’ornamentale rampicante..»
..qualche esempio di vostre piante ornamentali fiorite di spicco?
«Ad esempio l’oleandro, le abelie, le poligale. Mentre tra le non fiorite, posso citare le fotinie, anche qui stando sempre attenti a selezionare quei cloni che mantengono determinate caratteristiche: colorazione più accesa, altezza e tutti quegli aspetti che fanno la differenza sul mercato. E voglio ricordare anche il rincospermo».
Ecco, passando allo stand qui al Flormart, che cosa avete voluto mettere in evidenza?
«L’accento va sempre sulle piante di olivo, sulle fruttifere e sulle rose e poi a seguire le altre tipologie che produciamo, che sono più o meno tutte rappresentate».
Non c’è qualche articolo che esponete per la prima volta a una fiera e su cui volete puntare i riflettori?
«Sì, il corbezzolo o Arbutus unedo della varietà Roselily, che non è molto conosciuta ed è particolare perché, oltre a mantenere un aspetto compatto, ha una fioritura eccezionale e fa subito frutto, cosa che nei corbezzoli tradizionali non è facile trovare. Questa è adatta in particolare ai garden center ed è molto natalizia, perché fa effetto albero di natale».
Un esempio ancora di pianta allo stand su cui richiamare l’attenzione?
«Il Viburnum tinus Spirit. Anche questa, come le piante citate prima, è una varietà brevettata».
Per concludere, quali sono le piante che sono state più richieste dai compratori di Flormart finora?
«Per ora un po’ di tutto, ma nell’ordine: le piante fruttifere, gli olivi e le rose».
Da quale tipo di cliente ha per ora ricevuto maggiore attenzione?
«Soprattutto garden center».
Redazione
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Tra i 316 espositori di Flormart, Ammazzini Piante di Pescia [stand: pad. 4, posto D126] e Chiti Vivai di Pistoia [pad. 4, posto C71]. Al 68° Salone del florovivaismo di Padova, in calendario dal 21 al 23 settembre, verranno rappresentate 18 regioni italiane. Presenti anche 45 aziende provenienti dall’estero.
Una fetta significativa di operatori e aziende della filiera del verde italiana si ritroveranno alla Fiera di Padova dal 21 al 23 settembre per la 68^ edizione di Flormart, il salone professionale del florovivaismo, architettura del paesaggio e infrastrutture verdi.
Un’occasione per fare il punto su un settore fondamentale della nostra agricoltura, visto che la produzione delle aziende florovivaistiche italiane si aggira attorno a 2,6 miliardi di euro: circa 1,3 miliardi per fiori e piante in vaso e l’altra metà per i prodotti vivaistici (alberi e arbusti), ed è pari quindi a quasi il 5% della produzione agricola. Le imprese che si dedicano alla produzione di fiori e piante in vaso sono circa 14.000, mentre quelle che producono piante per il vivaismo circa 7.500, con una dimensione aziendale media più elevata. La superficie agricola occupata complessivamente dal settore ammonta a quasi 29.000 ettari, destinati per il 70% a piante in vaso e vivaismo. Le aziende che producono giovani piante floricole ornamentali sono 2.000 per una superficie complessiva di oltre 1.500 ettari. L’Italia è un Paese esportatore di piante, alberi, arbusti di fogliame e fronde; in particolare tra i principali mercati di destinazione delle nostre piante in vaso si annoverano la Germania, la Francia, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e il Belgio, mentre ai Paesi di destinazione per gli alberi e arbusti già citati vanno aggiunti la Spagna, la Turchia e la Svizzera.A Flormart 2017, fanno sapere da Padova, esporranno in 7 padiglioni 316 espositori in rappresentanza di 18 regioni italiane, 45 aziende estere provenienti da 15 Paesi riunite in un unico padiglione; mentre saranno 66 i buyers internazionali. Piuttosto nutrito anche il drappello di aziende florovivaistiche toscane, fra cui anche due big del vivaismo pistoiese quali Mati1909 e Giorgio Tesi Group, che partecipano al progetto sulla biodiversità italiana Giardino Italia, una vetrina permanente sul florovivaismo del Belpaese da sud a nord.
Tra gli espositori da segnalare, allo stand pad. 4, posto D126, anche un’azienda pesciatina aderente all’Associazione Vivai di Pescia quale Ammazzini Piante, impresa florovivaistica all’avanguardia nella produzione eco-sostenibile (e aderente fra l’altro al disciplinare Cac nell’etichettatura), che è molto apprezzata a livello nazionale e non solo per le rose in vaso, gli olivi, gli alberi da frutto e altre piante quali arbusti ornamentali di vario genere, cespugli e bordure, piante rampicanti e da siepe.Inoltre allo stand pad. 4 posto C71, dal cuore del Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia, l’azienda Chiti Vivai, che è specializzata nella produzione di conifere, uniche per portamento e varietà, e ha in catalogo mini fusti, cespugli e bonsai. Un vivaio sempre attivo sul fronte ricerca e aggiornamento ai cambiamenti podo-climatici, le cui piante sono caratterizzate dalla gestione a forma libera mediante potatura o innesto, senza forzatura nella crescita del tronco; con ricadute positive nella manutenzione.
Redazione
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Il nuovo campo di piante madri di olivo certificate è realizzato a Uzzano dall’azienda vivaistica Sonnoli in collaborazione con Cinelli Vivai: 111 olivi virus esenti di 8 varietà, su un terreno di 1107 mq. L’autorizzazione regionale è dell’1 settembre, le prime piante sono arrivate in questi giorni da Bologna e Bari. Richiesta fornitura anche al Cnr-Ivalsa di Sesto Fiorentino. Porte aperte agli altri vivaisti olivicoli dell’Associazione Vivai di Pescia.
Un impianto di 1107 metri quadri con 111 olivi certificati virus esenti, arrivati da centri di conservazione e premoltiplicazione autorizzati, di 8 varietà: Leccino, Frantoio, Moraiolo, Correggiolo, Maurino, Pendolino, Ghiacciola e Nostrale Brisighella. E che diventeranno in tutto 201 piante di 11 varietà, quasi tutte toscane, se andrà in porto la fornitura di 90 piante di 9 varietà richiesta al Cnr-Ivalsa di Sesto Fiorentino, in cui sono incluse anche le cultivar Leccio del Corno, Olivastra Seggianese e Grappolo.
E’ il campo di piante madri di olivo virus esenti, battezzato “PESCIA 001”, che è nato nei giorni scorsi a Uzzano, nei pressi di Pescia, capitale del vivaismo olivicolo, nei terreni dei Vivai Attilio Sonnoli, uno dei nomi storici di questo comparto a livello nazionale. Iniziativa che vede coinvolta anche un’altra azienda del territorio pesciatino: Vivai Cinelli, che, come Sonnoli, fa parte dell’Associazione Vivai di Pescia; e che potrebbe in futuro allargarsi ad altri vivaisti olivicoli dell’associazione. Il tutto nell’intento di produrre in maggiore quantità quelle piante di olivo autoctone col cartellino celeste che certifica lo status “virus esente” tanto richieste dal mercato dei produttori di olio italiani e non solo, soprattutto dopo la vicenda Xylella. E rafforzare così il primato di Pescia e dell’intero territorio della Valdinievole quale principale distretto, di fatto se non ancora sul piano normativo, del vivaismo olivicolo nazionale.
Il riconoscimento della ditta Attilio Sonnoli «quale Centro di Moltiplicazione (CM) per la produzione di materiale di propagazione di olivo (Olea europea) di categoria “certificato”» e l’autorizzazione alla «costituzione di un campo di piante madri» al fine di ottenere materiale per la produzione di olivi certificati sono stati stabiliti da un decreto dirigenziale del 1° settembre scorso del Servizio Fitosanitario Regionale della Toscana, dopo varie ispezioni e controlli nei mesi precedenti.
Un primo stock di 65 piante di olivo virus esenti, fra cui anche una decina di due varietà dell’Emilia Romagna quali Ghiacciola e Nostrale Brisighella, è arrivato il 15 Settembre dal Cnr-Ibimet di Bologna, mentre il secondo, di 46 olivi, tutti di varietà toscane, dal Crsfa “Basile Caramia” di Locorotondo (Bari) il 19 settembre. Si attende ora l’esito della richiesta di fornitura al Cnr-Ivalsa di Sesto Fiorentino, riproposta in una lettera del 13 settembre scorso di Elena Sonnoli, in seguito all’approvazione del decreto dirigenziale dell’1 settembre.
«Ringraziamo il Servizio Fitosanitario Regionale della Toscana, e i centri di Bologna e Bari che ci hanno fornito le piante – dichiara Elena Sonnoli, che è anche responsabile tecnica dell’area olivi dell’Associazione Vivai di Pescia -. Adesso stiamo soltanto aspettando di poter piantare le piante del Cnr-Ivalsa di Sesto Fiorentino per completare la gamma di piante madri del nostro centro di moltiplicazione e avviare così una collaborazione anche per ulteriori progetti in comune sul vivaismo olivicolo».
«Abbiamo puntato l’attenzione principalmente sulle varietà toscane – aggiunge Luca Cinelli, presidente dell’Associazione Vivai di Pescia- perché sono quelle che “comandano” il patrimonio nazionale; ciò non toglie che, siccome il virus esente si sta diffondendo sempre di più anche a livello locale attraverso i Psr regionali, si possano piantare anche varietà di altre regioni, come, ad esempio, le varietà Nostrale di Brisighella e Ghiacciola che abbiamo incluso nel nostro campo di piante madri». «Del resto ormai in diversi Paesi esteri – conclude Cinelli - il certificato è un valore aggiunto irrinunciabile e vengono privilegiate le piante di olivo italiane con cartellino celeste che attesta lo status “virus esente”».