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"Si vuole educare alla bellezza e alla sostenibilità economico-ambientale chi ha inventato il paesaggio toscano". Mario Carlesi, presidente Coldiretti Pistoia, la principale associazione di imprese agricole, è molto amareggiato da come il Piano paesaggistico (Pit) approvato in Regione Toscana ha trattato l'agricoltura ed il vivaismo, infatti è riportato nel documento che: L’espansione del vivaismo verso la pianura pratese costituisce una rilevante minaccia per il residuale paesaggio agricolo di pianura. Ma Carlesi sa che non è il momento di mollare, in ballo c'è il futuro di aziende e di lavoratori.
“Siamo come quei soldati che sulla linea del Piave hanno difeso l'Italia quando le sorti della Prima guerra mondiale sembravano infauste. I vincoli presenti del Piano paesaggistico (Pit) mettono a rischio la permanenza stessa del tessuto produttivo vivaistico limitandone lo sviluppo e questo rappresenta una seria minaccia anche all’occupazione, sono a rischio oltre il 60% dei posti di lavoro diretti e indiretti. Senza una revisione completa del Pit non saranno i tanti finanziamenti, che potrebbero arrivare, a risollevare il vivaismo pistoiese, che colora e rende ricca la piana pistoiese”.
La valle delle piante in provincia di Pistoia realizza oltre il 40% della produzione nazionale di piante ornamentali, 1500 aziende e 5500 addetti diretti che diventano 10000 con l'indotto. Una storia iniziata oltre un secolo fa e proseguita grazie ad innovazioni continue. Che oggi sono orientate all'ecosostenibilità, ambientale ed economica. “Le due cose si tengono, non si preserva in eterno il paesaggio se non c'è un'attività economica che produce utilità. A Pistoia abbiamo sviluppato un modo bello di fare impresa: producendo piante: 5000 ettari di colture che restituiscono ossigeno e occupazione”. Una cintura di verde attorno a Pistoia, Quarrata, Agliana, Serravalle Pistoiese che lo stesso Piano paesaggistico della Regione auspica si sviluppi in altre aree”.
Il piano paesaggistico offre spunti e consigli, strade che il vivaismo ha già intrapreso. Anche perché è il mercato “che ci chiede piante certificate”. E oggi un quarto delle superficie vivaistica del distretto pistoiese è già certificato o è sulla via della certificazione 'verde' secondo i rigorosi criteri della MPS (Milieu Programma Sierteelt), il programma ambientale per la coltivazione di piante ornamentali (che non è il solo). “Ma non si può da un lato definire la piana pistoiese come zona vocata (legge sul vivaismo), e dall'altra produrre un documento che tratta la coltivazione di piante ornamentali come attività non agricola e accusando chi cura il paesaggio di deturparlo”.
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La vicenda di Floramiata è stata al centro dell'incontro che si è svolto stamani nella sede dell'assessorato alle attività produttive su richiesta dell'Unione dei comuni Amiata-Valdorcia per fare il punto sulla situazione insieme alle organizzazioni sindacali e con le istituzioni, sollecitandone l'intervento.

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"In Italia vedono una prospettiva di lavoro futuro nel cibo quasi uno studente su quattro con ben il 24 per cento degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali che ha scelto, per l'anno scolastico 2014/2015, un indirizzo legato all'agricoltura, all'enogastronomia e al turismo". E' quanto afferma il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo nell'esprimere apprezzamento per la decisione del Ministro Stefania Giannini di inaugurare l'Anno Accademico 2014-2015 in un Istituto Agrario.
Secondo una analisi della Coldiretti gli Istituti agrari con un aumento record del 12 per cento sono quelli che fanno segnare il maggior incremento nel numero di iscrizioni al primo anno mentre gli Istituti per l'ospitalità alberghiera ed enogastronomica raggiungono il record del 9,3 per cento delle iscrizioni sul totale nazionale e si posiziona al secondo posto, dopo lo scientifico, fra i più richiesti in Italia. Sono quasi cinquantamila - sottolinea la Coldiretti - i neoiscritti agli istituti professionali per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera ai quali si aggiungono i quasi quindicimila che hanno scelto Istituti tecnici o professionali agrari. La tendenza a privilegiare l'alimentazione come sbocco lavorativo è confermata anche dal sondaggio Coldiretti/Ixe' secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l'impiegato in banca (13 per cento). Ed anche che il 50 per cento degli italiani ritengono che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro.
"I giovani hanno visto che nella valorizzazione del vero Made in italy legato al territorio c'è una prospettiva di futuro e di crescita nel Paese" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che dalla scuola viene un segnale incoraggiante che conferma la positiva scelta del Governo guidato dal premier Matteo Renzi di investire nell'agroalimentare italiano per raggiungere l'auspicabile e realizzabile obiettivo di 50 miliardi del valore dell'export agroalimentare nei prossimi mille giorni, indicato con "passodopopasso".
D'altra parte il numero di lavoratori dipendenti in agricoltura ha fatto registrare un incremento record del 5,6 per cento nel secondo trimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente in controtendenza al calo fatto registrare nelle grandi imprese, secondo l' analisi della Coldiretti sulla base degli ultimi dati Istat a giugno e un segnale positivo viene anche - continua la Coldiretti - dall'aumento del numero di imprese agricole condotte da giovani under 35 che nel secondo trimestre sono salite a 48620 unità con un aumento del 2,6 per cento rispetto al trimestre precedente. Di queste circa il 70 per cento opera in attività multifunzionali: dall'agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell'uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.
Complessivamente - conclude la Coldiretti - sono 537.242 gli studenti che si sono iscritti al primo anno delle superiori e di questi oltre 267.534 hanno scelto un indirizzo liceale (pari al 49,8 per cento), con un incremento rispetto allo scorso anno. Più di 165.000 ragazzi - precisa la Coldiretti - hanno invece scelto un Istituto tecnico, pari al 30,8 per cento del totale nazionale mentre gli Istituti professionali raccolgono il 19,4 per cento delle iscrizioni paria oltre 104.000 ragazzi.
Redazione Floraviva
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le collaborazioni con PadovaFiere e con Federfiori, che ha usato anche fiori e piante del mercato di Pescia per le dimostrazioni, hanno messo in luce il florovivaismo toscano al Flormart 2014 dal 10 al 12 settembre a Padova. Nella giornata iniziale era presente una delegazione del Mefit guidata da Franco Baldaccini e Fabrizio Salvadorini e il sindaco Oreste Giurlani è potuto intervenire alla cerimonia di premiazione. Il parere del consulente di marketing Andrea Vitali, che con l’équipe di Diade ha curato lo stand e il nuovo catalogo, mostrato per la prima volta a una platea internazionale di professionisti.
La partecipazione di Mefit, Mercato Fiori Piante Toscana – città di Pescia, al Flormart 2014 di Padova, il maggiore salone professionale della filiera florovivaistica con sede in Italia, ha dato grande visibilità al florovivaismo pesciatino e di tutto il distretto floricolo Lucca Pistoia nel palcoscenico internazionale del settore.
Grazie alla collaborazione instaurata con PadovaFiere per la promozione congiunta delle attività ed in virtù del progetto di marketing e promozione sostenuto dalla Camera di Commercio di Pistoia con la sponsorizzazione di Banca di Pescia e Cia, Mefit ha potuto essere presente dal 10 settembre ad oggi, giornata conclusiva del Flormart, con un proprio stand nel padiglione 7 della fiera. Stand nel quale è stato presentato il nuovo catalogo di Mefit (che è consultabile assieme a un videoclip istituzionale sul sito di Mefit www.mercatodeifioridellatoscana.it) e in cui hanno trovato posto anche il Pinocchio della Fondazione Nazionale Carlo Collodi e il materiale informativo della Fondazione Carnevale di Viareggio.
Nella giornata di apertura del Flormart, un pullman ha accompagnato una delegazione di produttori di Pescia guidati dall’amministratore unico di Mefit Franco Baldaccini e dal direttore Fabrizio Salvadorini alla fiera di Padova. Alla cerimonia delle premiazioni ha partecipato anche, prendendo la parola, il sindaco di Pescia Oreste Giurlani.
Mefit ha stretto un accordo con Federfiori, dirimpettaia di stand, tramite il quale in molte delle dimostrazioni dei maestri fioristi di Federfiori durante il festival si sono usati fiori e piante forniti dai produttori del mercato dei fiori di Pescia. Vicino allo stand del Mefit era presente anche quello della Felini Foundation di Charles Lansdorp, che ha lo scopo di promuovere la festa dei nonni del 2 ottobre e di usare piante e fiori come strumento di “communication between generations” (comunicazione fra le generazioni) nella convinzione che “plants connect people” (le piante uniscono le persone). Alla festa hanno già aderito diversi garden center e chi vuol aderire può farsi conoscere nello spazio su Facebook della fondazione.
“Flormart è stata un’importante occasione per tornare ad essere un soggetto realmente attivo sul mercato – ha detto Andrea Vitali, titolare di Diade, l’agenzia pesciatina di comunicazione e marketing che è consulente di Mefit e che ha curato l’allestimento dello stand -. Ogni fiorista che è passato dall'area Federfiori ha ricevuto le informazioni per poter venire ad acquistare sul mercato di Pescia”. “Il Mefit – ha aggiunto Vitali -, grazie anche all'intervento del sindaco Giurlani, ha potuto incontrare i vertici di Flormart durante l'inaugurazione e l'assessore all’agricoltura del Veneto. E per il Mefit questi appuntamenti fieristici sono un momento di confronto con il mercato importante per proporre nuove vision e registrare il sentiment degli operatori”.
“Lo scenario che si prospetta non è ancora del tutto chiaro – ha concluso Vitali – e dipenderà anche dall’andamento di fiere come la nuova Paysage di Lione a dicembre, Essen, Flower Expo, Salon du Végétal, la nuova Myplant di Milano. Credo che in Italia sia determinante fare sistema e proporre eventi strutturati che abbiano la possibilità di attendere il loro normale consolidamento. Ma ritengo determinante l'identità toscana che è l'unico brand capace di dare valore aggiunto al prodotto. Su questo tutto il settore deve riflettere”.
Le reazioni dei florovivaisti pistoiesi al Flormart
Ma come sono andate le cose ai florovivaisti pesciatini? Floraviva ne ha sentiti al volo alcuni. Ecco un sintetico resoconto delle loro valutazioni.
Per l’azienda vivaistica Bonini Giulio e Figli, in breve Bonini Piante, che debuttava quest’anno al Flormart, la fiera è andata bene e c’è l’intenzione di tornarci l’anno prossimo. I contatti presi sono stati al 70% con italiani e al 30% con stranieri.
Meno positivo il parere della società agricola F.lli Papini di Marco e Stefania Papini, che hanno riscontrato molta calma a questa edizione di Flormart. L’intenzione è di ritornare anche l’anno prossimo, ma dipenderà dall’andamento del mercato. I maggiori contatti sono stati con operatori esteri, per loro. Inoltre i Papini credono che chi produce piante da frutto sia andato meglio.
Per Ammazzini Piante, la fiera è stata migliore delle previsioni, con meno espositori e quindi maggiore visibilità per i pesciatini, che hanno instaurato relazioni interessanti. L’intenzione è quindi di ritornare alla fiera l’anno prossimo, anche perché Flormart è stato il loro trampolino di lancio. Ammazzini ha avuto quest’anno più contatti stranieri rispetto alle due edizioni precedenti. Ammazzini ha sottolineato infine la capacità del florovivaismo pesciatino di reagire alla crisi, a differenza di altri distretti italiani.
Nell’azienda agricola di Cinelli Luca, non si è visto un miglioramento della situazione, come del resto si prevedeva. Sulla eventuale partecipazione a Flormart l'anno prossimo per ora c'è incertezza. Per loro è più facile il rapporto con i clienti italiani, visto che sono un’azienda di tipo familiare.
Per l’azienda di Giampiero Del Ministro la fiera è andata un po' meglio dell'anno scorso. La maggior parte dei suoi clienti sono italiani. Tuttavia Del Ministro non condivide la data dell'anno prossimo di Flormart, che secondo lui sarebbe da rivedere. Quindi non sa ancora se parteciperà.
Presso Marchini Abeti ci si limita a parlare di fiera interessante e risultati abbastanza buoni. Sull’anno prossimo è presto per dire se parteciperanno. Inoltre si precisa che hanno più clienti italiani che stranieri.
Anche da Nannini Vasco & F.lli Società Agricola si parla di fiera leggermente più positiva dell'anno scorso, ma resta un punto interrogativo per l’anno prossimo. Hanno pure loro più clienti italiani.
L’azienda agricola Rosellini Sirio di Rosellini Maria Pia e Sabrina fa una valutazione più negativa e dichiara che non parteciperà l’anno prossimo, anche perché non sono d'accordo con le date scelte. L’affluenza, secondo loro, è stata minore rispetto all’anno scorso. Anche questa azienda ha più clienti italiani.
Juri Vivai di Zagni Juri e l’azienda agricola di Giusti Nicola dicono che la fiera è andata male e che non sanno se ci saranno l’anno prossimo. I loro contatti sono italiani che già conoscevano.
Nell’azienda agricola Rosellini Claudio si dice che la fiera non è andata bene, perché essendo calati gli espositori sono calati anche i visitatori. Non hanno ottenuto molti contatti, e si tratta di italiani che conoscevano già. L’anno prossimo non ci torneranno.
Infine alla Giorgio Tesi Group - Soc.Agr. Giorgio Tesi Vivai fanno sapere di avere più clienti stranieri. Sulla partecipazione dell’anno prossimo, dipende dalla fiera stessa, che così come è non ha, secondo loro, più scopo di esistere. Fra i pochi visitatori, comunque, li hanno presi tutti. Quindi sono contenti del risultato lo stesso.
Ufficio stampa Mefit
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Il decano e premiato Arturo Croci con lo slogan "frapper, frapper , frapper" incita all'innovazione nel florovivaismo che supera la crisi promuovendo i suoi prodotti e formando nuove eccellenze, le quali necessitano di un'unione sistematica, come suggerisce Giurlani