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progetti filiera

La Toscana punta su di una agricoltura aggregata e destina poco meno del 10% di tutta la programmazione finanziaria 2014 -2020 ai PIF, progetti integrati di filiera, con una dotazione di 90 milioni di euro. Il bando (Decr. Dir. n. 2359/2015) sarà pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Toscana del prossimo 3 giugno.

Dal 26 maggio è arrivato formalmente l'ok dalla Commissione Europea al nuovo Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Toscana, ma la Regione aveva già iniziato il percorso per anticipare il più possibile l'uscita di bandi come questo, ritenuti strategici per il rilancio degli investimenti. La somma stanziata per il primo bando è cospicua: 90 milioni, pari al 10% circa di tutto il plafond 2014-2020 che è di circa 961 milioni di euro.
I PIF, che hanno riscosso grande successo nel precedente PSR, sono uno strumento per aggregare tutti gli attori di una filiera agroalimentare o forestale (agricoltori, imprese di trasformazione e commercializzazione) al fine di superare le principali criticità della filiera stessa, favorire i processi di riorganizzazione e consolidamento e realizzare relazioni di mercato più equilibrate. Unitamente al sistema della ricerca, lo strumento dei PIF permette ai diversi protagonisti di una filiera di creare sinergie e strategie comuni basate sulla reciproca convenienza. I progetti integrati di filiera consentono l'attivazione, nell'ambito dello stesso progetto, di una molteplicità di sottomisure/operazioni del PSR che vanno da quelle di investimento aziendale a quelle specifiche per attività di promozione, innovazione tecnologica, diversificazione delle attività agricole, anche a scopi energetici.
Ecco le regole per partecipare ai Progetti Integrati di Filiera
1) Per ciascun progetto di filiera il numero minimo di partecipanti è 12, di cui almeno 5 partecipanti diretti. Fra i partecipanti diretti almeno 3 devono svolgere un ruolo all'interno del PIF nell'ambito della fase di produzione primaria. I partecipanti diretti richiedono contributi nell'ambito del progetto e al tempo stesso sostengono l'onere finanziario degli investimenti, nell'ambito della sottomisura o operazione che attivano. Il partecipante indiretto è invece coinvolto indirettamente nella realizzazione degli obiettivi del progetto di filiera e si giova delle sue ricadute positive, ma non richiede contributi.
2) Gli accordi di filiera, sottoscritti grazie ai PIF, sia dai partecipanti diretti che indiretti, rappresentano dei veri e propri contratti fra le parti interessate e costituiscono un forte impulso allo sviluppo ed all'integrazione delle filiere locali. I firmatari sono legati tra loro, per almeno tre anni, da vincoli di carattere contrattuale che regolano obblighi e responsabilità reciproche per il raggiungimento degli obiettivi. Negli impianti di trasformazione o nelle strutture di commercializzazione finanziati nell'ambito del PIF le materie prime o i prodotti semilavorati devono provenire, per almeno il 51% del totale, dalle imprese agricole (o loro aggregazioni) di produzione primaria partecipanti al PIF.
3) Capofila: è un partecipante diretto che ha il compito di aggregare e rappresentare i diversi partecipanti al progetto, seguirne la realizzazione e curare gli adempimenti tecnici ed amministrativi legati alla sua attuazione. Deve coordinare l'animazione e l'informazione al fine di garantire la massima diffusione delle opportunità legate al progetto, nonché la trasparenza nella formazione delle aggregazioni: si tratta di un'attività obbligatoria che dovrà essere inclusa all'interno del progetto PIF.
4) Sottomisure che è possibile attivare nell'ambito del bando PIF
sottomisura 3.1 "Partecipazione a regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari";
sottomisura 3.2 "Attività di informazione e promozione";
sottomisura 4.1 "Sostegno agli investimenti alle aziende agricole";
sottomisura 4.2 "Investimenti nella trasformazione, commercializzazione e/o lo sviluppo dei prodotti agricoli";
sottomisura 6.4 "Sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole"
sottomisura 8.6 "Sostegno a investimenti in tecnologie silvicole, trasformazione, mobilitazione, commercializzazione prodotti delle foreste";
sottomisura 16.2 "Sostegno a progetti pilota e di cooperazione".
5) Minimali e massimali del PIF: l'importo minimo di spesa complessiva ammissibile per ciascun PIF deve essere pari o superiore a 400 mila euro. Il massimo contributo concedibile per l'intero progetto PIF è pari a 3,5 milioni di euro.
6) Le filiere interessate sono praticamente tutte quelle dei settori agricolo, agroalimentare e forestale (legno-energia).
E' possibile presentare progetti multifiliera, ovvero su più filiere concentrate su un determinato territorio e/o di filiera corta.
7) Termini per la presentazione dei progetti: i PIF devono essere sottoscritti e presentati a decorrere dal 15 luglio 2015 ed entro il 30 settembre 2015. Una Commissione di valutazione, che sarà appositamente nominata, provvederà alla selezione dei progetti.
Il bando PIF che sarà consultabile sul Burt dal 3 giugno è un bando "condizionato" fino al recepimento del PSR da parte della Giunta Regionale e fino alla convocazione del nuovo Comitato di Sorveglianza 2014-2020 che dovrà esaminare i criteri di selezione, fino al quel momento provvisori.

Redazione Floraviva

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diademedia

maurizio martina

Martina: Italia ospiterà in Expò l'assemblea mondiale delle IG a Ottobre.

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è tenuta la Conferenza diplomatica di Ginevra per la revisione dell’accordo di Lisbona sulla protezione internazionale delle denominazioni di origine, presso l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI). Al termine è stato adottato e firmato l’Atto di Ginevra, che introduce disposizioni in grado di proteggere a livello internazionale, oltre alle denominazioni di origine (AOs), già previste dall’accordo di Lisbona, anche le indicazioni geografiche (IGs) dalla genericità e dall'uso strumentale. Viene previsto, inoltre, un nuovo standard internazionale per la loro tutela in linea con le richieste italiane in ambito WTO, OMPI e accordi bilaterali dell'UE con Paesi terzi. Infine sono previsti interventi relativi alla salvaguardia dei diritti acquisiti dalle registrazioni già in essere che sono più di 800, di cui 101 italiane, e alla loro protezione da parte degli attuali Membri.
Con l’Atto di Ginevra viene estesa la possibilità di sottoscrivere l’accordo anche alle organizzazioni intergovernative, all’Unione Europea, favorendo l’aumento di Paesi membri che possono manifestare la loro adesione volontaria. Già diversi Stati europei come l’Italia e la Francia hanno firmato l’Atto mentre altri Stati come la Russia e altri Paesi africani e asiatici hanno manifestato interresse ad aderire.
“Siamo il Paese leader in Europa per numero di denominazioni protette con 271 prodotti Dop e Igp. L’accordo raggiunto dalla conferenza di Ginevra, grazie anche al ruolo positivo svolto dalla Commissione Europea, - ha commentato il Ministro Martina - ha visto l’impegno in prima linea della delegazione italiana e permetterà di avere una tutela maggiore del nostro patrimonio di prodotti a indicazione. Si tratta di un passaggio chiave per affermare a livello internazionale un modello di tutela e promozione dell'agroalimentare come quello delle IG, che si basa sullo stretto legame tra territorio, origine, qualità e identità. Proprio il prossimo 15 giugno – ha proseguito il Ministro - organizzeremo a Expo un grande appuntamento sulle Indicazioni e denominazioni geografiche italiane, un’occasione per presentare al mondo il nostro modello fatto di eccellenza sia dal punto di vista della produzione che dei controlli. Sempre ad Expo, ad ottobre, organizzeremo l’Assemblea mondiale delle Indicazioni Geografiche. Sarà l'occasione per un dibattito aperto e per un salto di qualità su questo fronte, soprattutto in chiave di relazioni e commercio internazionale”.

Redazione Floraviva

fotovoltaico

Con decorrenza 2014, l'articolo 7, comma 3 del Dl 91 del 24 giugno 2014 ha abrogato il comma 1 dell'articolo 31 del Tuir, pertanto non è più applicabile la regola secondo cui, in caso di fondo rustico costituito per almeno 2/3 da terreni coltivabili a prodotto annuale, non coltivato per cause indipendenti dalla tecnica agraria, il reddito dominicale deIl'annata agraria non coltivata è ridotto del 70%. Di conseguenza, nella colonna 7 ("casi particolari") scompaiono il codice 1 e il codice 5 da compilare in questo caso, anche se la norma è entrata in vigore in corso d'anno.

Si ricorda che dal periodo di imposta 2014 il reddito derivante dalla produzione e cessione della energia elettrica da fonte agroforestale e fotovoltaica non rientra più nel reddito agrario. Infatti l'articolo 1, comma 423 della legge 266/2005 che considerava tale attività produttiva di reddito agrario in quanto "connessa all'attività agricola principale (articolo 2135 del Codice civile) è stato modificato. Il Dl 66/2014 ha, infatti, mutato questa disciplina, prevedendo una soglia al di sopra della quale i ricavi sono tassati ai fini Irpef e Irap.

Energia elettrica o calorica
Il nuovo testo di legge prevede infatti che per l'anno 2014, le attività di produzione e vendita di energia elettrica o calorica si considerano escluse da imposta entro il limite di 260.000 kWh per gli impianti fotovoltaici e entro il limite di 2.400.000 kWh per impianti a biogas/biomasse. La parte eccedente questi limiti (oltre soglia, appunto) concorre a formare base imponibile per il 25% dell'ammontare dei corrispettivi registrati ai fini Iva per la produzione di energia al netto della quota incentivo (tariffa incentivante) e va indicata nel quadro RD o, in caso di opzione per la deterrninazione dei redditi nei modi ordinari, nei quadri RF o RG, secondo le relative istruzioni.
Non sempre l'Irpef è dovuta sui terreni; nel caso di terreni non affittati, l'Imu sostituisce l'Irpef e le relative addizionali sul reddito dominicale, mentre il reddito agrario continua ad essere assoggettato alle ordinarie imposte sui redditi.
Pertanto, occorre verificare se il terreno sia esente o no dall'Imu; qualora il terreno sia esente dall'Imu si deve barrare la casella 9 ("Imu non dovuta"). Si ricorda, infine, che, secondo le indicazioni contenute nel decreto interministeriale del 28 novembre 2014 e il Dl 4 del 24 gennaio 2015 sono esenti dall'Imu, per il 2014, i terreni rientranti nelle
seguenti fattispecie:

  • I terreni a immutabile destinazione agro-silvo-pastorale a proprietà collettiva  indivisibile e inusucapibile, anche se non ricadono in zone montane o di collina;
  • I i terreni agricoli, nonché quelli non coltivati, ubicati nei comuni classificati totalmente montani di cui all'elenco dei comuni italiani predisposto dall'Istituto nazionale di statistica (Istat);
  • I i terreni agricoli, nonché quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali o a questi concessi in comodato o affitto, ubicati nei comuni classificati parzialmente montani di cui allo stesso elenco Istat.

Redazione Floraviva

intersolar award

Componenti più economici e "smart" sono il trend più diffuso nelle candidature. A poco meno di un mese dall'inizio di Intersolar Europe è stata definita la rosa di finalisti per l'Intersolar AWARD. Il premio, indetto per l'ottavo anno consecutivo, è conferito alle soluzioni innovative dell'industria solare. Il 10 giugno, durante Intersolar Europe, verranno proclamati i vincitori delle due categorie "Fotovoltaico" e "Progetti solari in Europa". Le candidature rispecchiano le dinamiche del settore.

Il premio Intersolar AWARD viene conferito quest'anno per l'ottava volta consecutiva. Il riconoscimento occupa un posto importante nel comparto e i premiati possono avvalersene in termini di marketing per dare risalto alla propria forza innovativa. Anno dopo anno le proposte dimostrano a che ritmo incalzante il settore solare introduce novità.

Intersolar AWARD: un barometro dei trend
I continui sviluppi dei moduli solari rendono sempre più semplice e conveniente sfruttare l'energia solare. Merito da un lato delle innovazioni nelle tecnologie e nei collegamenti delle celle, dall'altro delle scatole di connessione intelligenti dei moduli solari. Inoltre i costi di produzione diminuiscono, mentre aumenta il rendimento dei moduli. La fotosensibilità su entrambi i lati e i pannelli in vetro colorato semplificano l'integrazione dei moduli negli edifici anche dal punto di vista estetico. Un ulteriore trend riguarda i sistemi di elettronica di potenza, inseriti con funzionalità smart nei moduli solari.
Per gli inverter vi sono migliorie in termini di potenza, funzioni e redditività. I componenti sono prodotti sempre più spesso in modo standardizzato, per essere utilizzati in tutto il mondo indipendentemente dai requisiti delle reti elettriche. I nuovi inverter integrati di grandi dimensioni si possono ora allestire come soluzioni "plug and play" in container da usare in aree remote. Gli inverter, nel frattempo, sono muniti di funzioni versatili per la gestione e il supporto di rete. Nuovi elementi costruttivi per l'elettronica di potenza permettono di raggiungere un rendimento elevato anche con un peso contenuto. Nell'ambito degli inverter e delle soluzioni di sistema i produttori puntano a aumentare l'autoconsumo. Per riuscirci saranno necessari sistemi di gestione dell'energia basati su previsioni, integrazione di diverse soluzioni di immagazzinamento e regolazione del carico. Ma i produttori mirano anche a ridurre i costi: le strutture di supporto di nuovo sviluppo dovrebbero aiutare a risparmiare materiale.
Dai progetti presentati all'Award emerge chiaramente che i fornitori stanno sviluppando nuovi modelli di business e servizi. Ad esempio propongono previsioni meteo per l'utilizzo dei moduli o un marketplace online per vendere progetti solari in tutto il mondo.

Premiazione e brevi presentazioni dei finalisti
Il 10 giugno, durante Intersolar Europe, verranno resi noti i vincitori dei premi nelle categorie "Fotovoltaico" e "Progetti solari in Europa". Già prima della premiazione i visitatori potranno conoscere meglio i prodotti e i progetti qualificati. Sempre il 10 giugno, dalle ore 10:30 alle 15:00, i finalisti terranno delle brevi presentazioni sui loro progetti presso la borsa delle novità, padiglione B3, stand B3.450, rimanendo a disposizione per eventuali colloqui. La cerimonia inizierà alle ore
16:30, anch'essa presso la borsa dellle novità. A conclusione si terrà l'AWARD Reception, un brindisi realizzato con il supporto di Bloomberg New Energy Finance.

I finalisti
Rosa finale dei candidati qualificati per la categoria "Fotovoltaico":

  • Centro Fraunhofer per il fotovoltaico in silicio CSP (Germania): nuovo test per la produzione di celle solari prive di PID
  • HiQ Solar, Inc. (USA): inverter a stringa trifase da 8kW con tecnologia avanzata ai semiconduttori a base di carburo di silicio
  • Huawei Technologies Co., Ltd (Cina): inverter con un'efficienza europea del 98,3 % su una potenza di 33,8 kWp CC
  • JinkoSolar Co., Ltd (Germania): modulo fotovoltaico in cui il diodo nella scatola di connessione è stato sostituito da un chip "power management".
  • LG Electronics Deutschland GmbH (Germania): tecnologia "CELLO" per ridotte perdite elettriche nel modulo
  • Mouli Engineering Inc. (USA): strutture di supporto per tetti a falde senza punti di sostegno e senza forature della copertura
  • Power Electronics España S.L., (Spagna): grande inverter con funzionamento automatico master-slave
  • REC Solar EMEA GmbH (Germania): nuova tecnologia di celle su base multicristallina di semicelle
  • Renusol GmbH (Germania): nuovo morsetto per moduli utilizzabile come morsetto intermedio e terminale
  • Roof Tech, Inc. (USA): sistema di supporto senza guide, in particolare per tetti in bitume

Finalisti della categoria "Progetti solari in Europa":

  • IBC SOLAR AG (Germania): edificio commerciale isolato dalla rete elettrica con sistema solare, impianto di cogenerazione a biogas e grande accumulatore
  • Ritter Energie- und Umwelttechnik GmbH & Co. KG (Germania): collettore a tubi per la generazione di vapore nel settore industriale
  • Robert Bosch GmbHStationary Energy Storage (Germania): impianto di accumulo modulare che ottimizza e si adegua a consumi e ingombri
  • SAMSUNG SDI CO., LTD. (Corea): grande accumulatore elettrico per fornire energia di bilanciamento a breve termine
  • SolarEdge Technologies Inc. (Israele): tettoie solari per automobili nell'area dello stadio WIRSOL-Rhein-Neckar-Arena della squadra TSG 1899 Hoffenheim
  • SolarEdge Technologies Inc. (Israele): impianto fotovoltaico integrato nella facciata dell’Università tecnica (TU) di Vienna
  • Solarnova Deutschland GmbH (Germania): Aktiv-Stadthaus (palazzina a bilancio energetico attivo) a Francoforte sul Meno
  • STEPS e.U. (Austria): registro catastale della città di Vienna per le facciate solari

Criteri per candidarsi all'Intersolar AWARD
L'Intersolar AWARD è assegnato dagli organizzatori di Intersolar. Sono ammessi al concorso prodotti, progetti, servizi e soluzioni di espositori presenti ai saloni Intersolar ed ees di tutto il mondo organizzati nel 2015. Al momento dell'iscrizione all'Intersolar AWARD i progetti devono essere già completati e non più vecchi di due anni. Sono ammessi anche i risultati di sviluppi significativi a prodotti e servizi presentati in passato.
Intersolar Europe 2015 si svolgerà dal 10 al 12 giugno presso Messe München.
Per maggiori informazioni su Intersolar Europe, consultare il sito web: www.intersolar.de

Intersolar, con esposizioni e conferenze in quattro continenti, è la maggiore fiera internazionale per l'intera industria del solare e i suoi partner. Unisce uomini e aziende di tutto il mondo con l'obiettivo di dare più peso all'energia solare tra le fonti di approvvigionamento energetico. È la fiera leader mondiale per l'industria solare e i suoi partner. Intersolar Europe ha luogo ogni anno presso la Messe München.
La fiera e la conferenza sono incentrate sul fotovoltaico, sulle tecniche di produzione fotovoltaica, sui sistemi di accumulo energetico e sull'energia termica rinnovabile. Dal momento della sua istituzione, Intersolar è avanzata a piattaforma del settore del solare più importante per produttori, fornitori, grossisti e fornitori di servizi. Nel 2014 hanno preso parte a Intersolar Europe 1.082 espositori internazionali e 42.380 visitatori di settore. Circa 1.100 partecipanti alla conferenza e 200 relatori hanno discusso delle attuali tematiche del settore e degli sviluppi di tecnologia, mercato e politica.
Grazie a un’esperienza più che ventennale Intersolar riunisce i protagonisti internazionali dell’industria solare dai mercati più influenti, con una formula che nessun'altra manifestazione riesce a riprodurre. Le fiere e le conferenze Intersolar sono tenute a Monaco di Baviera, San Francisco, Mumbai, Pechino e San Paolo. Questi eventi internazionali sono integrati dagli Intersolar Summit, organizzati in tutto il mondo nei nuovi mercati solari in crescita.
Nel 2015, parallelamente a Intersolar Europe, verrà organizzata la seconda edizione di ees Europe, il salone specialistico internazionale dedicato alle batterie e ai sistemi di accumulo energetico. ees Europe abbraccia l‘intera catena di creazione del valore nella tecnica delle batterie e dei sistemi di accumulo energetico.

Redazione Floraviva

cia florovivaismo

Il documento di Cia Pistoia e Cia Toscana è stato consegnato idealmente al candidato presidente Rossi, sostituito dall’assessore Bugli, e a tutti i candidati alle imminenti elezioni in un incontro tenutosi ieri ad Agliana a cui era presente il gotha del vivaismo pistoiese. Tra le 9 linee di intervento proposte per risollevare il settore dalla momentanea crisi, drastiche semplificazioni burocratiche, un tavolo regionale per la filiera del verde (comprensivo della floricoltura), più sostegno a innovazione ricerca e Cespevi, un piano per il riciclo degli scarti dei vivai in compost di qualità, norme che assegnino lavori e gestione del verde pubblico alle aziende competenti del comparto. Bugli, disponibile ad aprire subito il confronto sul testo a cominciare dalla semplificazione, ha avvertito che stanno per essere pubblicati i bandi dei Pif.

Una serie di immediate e concrete azioni di sostegno, riassunte in nove punti, per rilanciare tutto il settore florovivaistico e in particolare il vivaismo ornamentale pistoiese, che sta vivendo un momento difficile e rischia di entrare in una crisi senza vie d’uscita, disperdendo così un patrimonio di capacità produttive e professionalità universalmente riconosciuto.
E’ il documento presentato ieri da Cia Toscana e Cia Pistoia durante un incontro presso i Vivai Signori Maurizio di Agliana, una fra le aziende pistoiesi più duramente colpite dalla tempesta di vento del 5 marzo scorso, a cui era stato invitato il candidato presidente alle imminenti elezioni toscane Enrico Rossi - poi sostituito per un grave problema familiare dall’assessore regionale alle finanze e ai tributi Vittorio Bugli - e a cui sono intervenuti i candidati consiglieri Massimo Baldi, Federica Fratoni e Alice Giampaoli. Incontro a cui era presente, insieme al presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini nel ruolo di moderatore e al direttore di Cia Toscana Giordano Pascucci (in sostituzione del presidente Luca Brunelli, in missione negli Stati Uniti) e al rappresentante del gruppo di interesse economico (Gie) nazionale del florovivaismo di Cia Roberto Chiti, un po’ tutto il gotha del vivaismo ornamentale pistoiese: a cominciare dal presidente del distretto Francesco Mati fino al presidente dell’Associazione vivaisti pistoiesi Vannino Vannucci (entrambi di Confagricoltura).  
Il documento con le linee di intervento proposte da Cia che è stato consegnato fisicamente ai candidati invitati presenti - e idealmente a Enrico Rossi (al quale sono state rivolte parole di affetto e solidarietà dagli intervenuti) ma anche a tutti gli altri candidati alle elezioni regionali - è articolato nei seguenti nove punti: 1) semplificazione e riduzione degli adempimenti burocratici; 2) una nuova politica per il verde pubblico, con maggiore attenzione a coinvolgere chi ha capacità in materia e regole chiare a garanzia del cittadino; 3) misure di sostegno all’innovazione e alla ricerca, con un impegno specifico a rinnovare e sviluppare l’attività del Cespevi, il Centro sperimentale per il vivaismo presieduto da Renato Ferretti; 4) incentivi a favore dell’aggregazione aziendale e della produzione di piante di qualità certificata; 5) incentivi a favore dei giovani agricoltori, anche per forme di apprendimento in materie specifiche; 6) incentivi alla produzione di compost di qualità e riutilizzo degli scarti verdi aziendali; 7) strumenti finanziari per favorire la crescita della liquidità ed agevolare i pagamenti fra le aziende agricole del settore; 8) attivazione di un tavolo regionale della filiera del verde, che dovrebbe coinvolgere distretto e associazioni di categoria per poter esaminare tutte le problematiche relative al vivaismo nei comuni del comprensorio, ma anche la floricoltura e le altre realtà florovivaistiche regionali; 9) più fondi per la promozione del florovivaismo, quale una delle principali attività agricole della Toscana (il 30% del Pil agricolo della regione, con circa 3600 aziende florovivaistiche, di cui 2700 del vivaismo ornamentale, che a Pistoia consiste in 1200 imprese, 5000 addetti e 600 milioni di plv, produzione lorda vendibile).
Aprendo i lavori il presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini, dopo aver manifestato soddisfazione per l’unione di intenti fra Cia e Confagricoltura che ha portato alla staffetta alla guida del distretto fra Vannucci e Mati, ha fra le altre cose segnalato un nuovo problema concreto che si sta affacciando sul vivaismo pistoiese, quello dell’obbligo di contatori ai pozzi dell’acqua, «un approccio un po’ rigido alla questione idrica, che sembra quasi dimenticare che ormai gran parte dell’acqua nei vivai pistoiesi viene riutilizzata a ciclo continuo». Orlandini ha poi ricordato che il documento proposto da Cia per scacciare la crisi dal florovivaismo viene presentato ai candidati alle regionali perché, con la perdita di ruolo della provincia, «sarà la Regione ad avere la delega in agricoltura e quindi l’interlocutore privilegiato anche per il florovivaismo». Inoltre si è soffermato sull’importanza cruciale di alcuni dei punti del documento, come ad esempio la necessità di sostenere il Cespevi: «nell’anno di Expo possiamo dire che a Pistoia si producono piante di qualità e a Pescia fiori di qualità, ma questo non basta. Ci vogliono prodotti innovativi e in tal senso è essenziale il ruolo del centro sperimentale del vivaismo, che però con la riforma delle camere di commercio sta per perdere il suo punto di riferimento istituzionale e finanziario».
Nel suo rapido intervento, il presidente dell’Associazione vivaisti pistoiesi Vannino Vannucci si è detto d’accordo con Orlandini, perché «la globalizzazione ci ha fatto capire che bisogna essere uniti», e ha chiosato sulla questione contatori ai pozzi: «ogni singola goccia di acqua viene da noi riutilizzata e questo è spesso ignorato da chi non è del settore, che si è enormemente evoluto nella gestione idrica».  
Il responsabile di Cia del Gie nazionale del florovivaismo, nonché vicepresidente di Piante e fiori d’Italia, Roberto Chiti, ha illustrato uno per uno i punti del documento di Cia, evidenziando ad esempio che la necessità di semplificazione burocratica è legata al fatto che «la redditività, soprattutto per le piccole aziende florovivaistiche, è talmente bassa che non ci sono più le risorse necessarie all’espletamento di tutte le pratiche burocratiche». Oppure che «il verde pubblico non deve più essere gestito da ditte di altri settori che non sanno nulla di verde e non sono in grado di fare interventi a regola d’arte». E ancora che «in tutte le regioni in cui ci sono eccellenze nel florovivaismo c’è un centro di ricerca come il Cespevi, basti pensare all’istituto regionale per la floricoltura di Sanremo». E infine che «nel nostro settore c’è una grande quantità di scarti, ma questo problema può trasformarsi in una risorsa, purché sia creata una cornice normativa e regolamentare ad hoc» e che «anche il nostro settore dovrebbe ricevere fondi per la promozione come quelli ricevuti da altri comparti agricoli».
Il presidente del distretto vivaistico ornamentale Francesco Mati ha esordito dicendo che «arrivare in questo bel vivaio, con gli uccellini che cantano e circondati da piante, è la prima risposta a quelli che accusano il vivaismo di inquinare, quando non lontano da qui vedo invece tutto il cemento del macrolotto». «Anche se ci sono piccoli segnali di ripresa – ha continuato Matisiamo ancora in mezzo alla crisi e per alcune aziende è forse troppo tardi per riprendersi. Il nostro settore non è, come si sente dire talvolta, un settore che produce beni voluttuari, ma qualità della vita, ossigeno e bellezza. E ci sarà sempre qualcuno che si rivolgerà a noi: dai giardinieri agli architetti del paesaggio. Ma ci vorrebbero degli incentivi per portare il verde nelle scuole e nei giardini pubblici, anche per non continuare a prendere le multe dell’Ue per l’aria inquinata».
Il candidato consigliere regionale Massimo Baldi ha fra l’altro sostenuto che per molto tempo non c’è stato dialogo fra il mondo del vivaismo e la città di Pistoia, ma da alcuni anni i vivaisti con le loro sponsorizzazioni hanno un ruolo importante nella comunità. Bisogna proseguire in questa direzione, togliere lacci e lacciuoli e dare al vivaismo lo stesso peso che si a industrie come la Breda, perché tutti i settori sono ugualmente importanti. La candidata Federica Fratoni ha detto che il tavolo regionale del verde è la strada giusta per il confronto fra livello regionale e soggetti del settore e che il Cespevi, nonostante le difficoltà attuali, dovrà avere un ruolo molto più dinamico con l’aiuto della Regione, visto che oltretutto, in aggiunta ai compiti di ricerca, ha la gestione di un parco di grande pregio. Mentre Alice Giampaoli, altra candidata al consiglio regionale, ha affermato che il rapporto armonico tra ambiente e sviluppo è connaturato al settore vivaistico e più in generale florovivaistico e che è di fondamentale rilievo l’azione per valorizzare gli scarti verdi.
L’assessore regionale alle finanze Vittorio Bugli ha ricordato che nella scorsa legislatura il consiglio regionale ha approvato una legge sul vivaismo che «ha dato dignità autonoma al settore, al pari di pochi altri, quali ad esempio l’artigianato, e quindi da questo momento il vivaismo non può più essere sottovalutato». «La prossima legislatura – ha aggiuntodeve servire per far seguire le azioni concrete alla legge, anche a partire dalle indicazioni del vostro documento». Bugli si è impegnato a portare il documento all’attenzione di Enrico Rossi e si è detto pronto a convocare già la prossima settimana una riunione per raccogliere puntualmente le proposte concrete, a cominciare da temi quali la semplificazione burocratica. Inoltre Bugli ha ricordato il lavoro svolto dalla Regione in agricoltura e in particolare sui fondi europei e con l’attivazione di bandi per l’agricoltura che alla voce Pif (progetti integrati di filiera) - in pubblicazione la prossima settimana - valgono 90 milioni. Bugli ha concluso dichiarando la necessità che nella prossima legislatura venga completamente rivista e rimessa al passo coi tempi la promozione della Regione Toscana: «non critico il lavoro di Promozione Toscana, ma è l’assetto della promozione regionale che non basta più: ci vorranno sempre di più investimenti cospicui e mirati, in un’ottica di coordinamento nazionale».
Il direttore di Cia Toscana Giordano Pascucci, nel tirare le conclusioni con estrema sintesi, ha ripreso un tema introdotto dall’assessore Bugli, la legge sul vivaismo della Toscana, approvata nella scorsa legislatura regionale su iniziativa di due consiglieri pistoiesi quali Gianfranco Venturi e Caterina Bini. «La legge sul vivaismo – ha detto Pascuccideve essere attuata e ci sono diverse questioni problematiche da affrontare immediatamente. Fra i temi che mi preme qui sottolineare come prioritari, ricordo il credito, la ricerca e la promozione». «Bene per la tempestività della regione toscana nell’attuazione dei bandi in agricoltura – ha concluso Pascucci -, ma abbiamo bisogno di una pubblica amministrazione che sia tempestiva anche nelle incombenze quotidiane e ci vuole la massima attenzione a non smantellare i presidi nelle aree rurali, che sono già in difficoltà».

Redazione Floraviva