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Il documento “Vivaismo 2020”, elaborato da un gruppo di lavoro guidato da Umberto Alunni e Renato Ferretti e presentato il 26 giugno presso la Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, suggerisce le principali direzioni di intervento. Fra le finalità, destagionalizzazione, più assortimento di piante ornamentali e conoscenza delle politiche del paesaggio all’estero, per ampliare gli sbocchi di mercato. Ma anche maggiore sostenibilità ambientale dei processi produttivi e manodopera più qualificata. Chieste più risorse al Cespevi e continuità al progetto “Vestire il paesaggio”.
Sono sei gli obiettivi prioritari per il vivaismo pistoiese e il suo distretto indicati nel «documento di posizione» presentato il 26 giugno a Pistoia durante il forum “Vivaismo 2020” promosso dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia (Caript). Un documento elaborato da un gruppo di lavoro guidato dal direttore generale di Caripit Umberto Alunni e da Renato Ferretti, presidente del Centro sperimentale per il vivaismo (Cespevi).
Il testo, dopo un inquadramento strutturale e congiunturale del settore vivaistico ornamentale di Pistoia nel contesto europeo, si conclude con la proposta di sette linee di intervento e, appunto, un primo insieme di obiettivi prioritari. Partiamo da questi ultimi:
1) Definizione di un programma di ricerca e innovazione che veda coinvolte risorse pubbliche e private e abbia come «luogo eletto» il Cespevi, che dovrà assumere il ruolo di centro di accreditamento dell’Oiv di Angers. Il programma dovrà valorizzare il ricco patrimonio costituito dalla Banca del germoplasma.
2) Realizzazione di opere di regimazione e creazione di riserve d’acqua, utilizzando tutte le risorse pubbliche disponibili, per evitare i danni da piogge eccessive e al contempo garantire l’approvvigionamento irriguo in estate.
3) Il completamento dell’asse dei vivai e del sistema infrastrutturale. E un’organica e funzionale implementazione del riuso per gli scarti verdi.
4) La complessiva ristrutturazione del debito mediante nuove forme di credito.
5) Una riorganizzazione della filiera tale da consentire la crescita dell’occupazione.
6) L’individuazione di nuove forme di tutela dai danni da calamità naturali attraverso un nuovo rapporto fra credito e assicurazione; una coordinata azione per utilizzare le risorse disponibili nel Psr 2014-2020, ricercando un più proficuo rapporto con il sistema del credito in modo da definire linee e strumenti finanziari adeguati alle particolari esigenze del settore.
Tali obiettivi prioritari vengono fissati nel testo di Alunni e Ferretti subito dopo la precisazione di sette linee di intervento ritenute imprescindibili per lo sviluppo del vivaismo ornamentale pistoiese:
A) Porre rimedio a un nucleo di punti deboli originari e collegati tra loro del Distretto rurale vivaistico-ornamentale, quali la carenza di infrastrutture di servizio, di ricerca e innovazione; la frammentazione aziendale con una crescente concorrenza interna; la disomogeneità dell’azione pubblica. Il rimedio consisterà nel ridare centralità agli interessi generali supportando l’attività di impresa soprattutto se finalizzata alla crescita di occupazione qualificata.
B) Il distretto dovrà rafforzare le azioni già avviate per rendere più sostenibile il processo produttivo in relazione all’uso del suolo e delle acque, continuando a limitare progressivamente l’impiego di input esterni e legandoli ai reali fabbisogni agronomici, come richiesto anche dal «piano nazionale di lotta integrata». In questo contesto, devono essere incentivate tutte le innovazioni di processo e di prodotto che portino a produzioni di qualità e sempre più rispondenti alle nuove esigenze dei mercati di sbocco più evoluti sia in termini di caratteristiche ornamentali che di garanzie di tutela ambientale.
C) L’ambito territoriale di distretto dovrà consolidarsi come luogo di concertazione delle politiche territoriali ed economiche per l’intera filiera vivaistico-ornamentale, valorizzando l’identità territoriale delle produzioni ornamentali attraverso «la riconosciuta qualità totale del luogo di produzione» e portando avanti il lavoro sull’immagine del territorio realizzato con il progetto “Vestire il paesaggio”.
D) «Il futuro del vivaismo ornamentale non potrà prescindere dalla destagionalizzazione e dall’ampliamento degli sbocchi di mercato. Ciò sarà possibile valorizzando e ampliando l’assortimento produttivo, le varietà, le forme delle piante, i colori e le funzioni delle componenti vegetali: legno, foglie, fiori e frutti». A tal fine è essenziale una presenza tecnico-scientifica autorevole che supporti le attività di ricerca e sviluppo e garantisca una oggettiva valutazione dei risultati. Pertanto bisogna rinnovare e sviluppare l’attività del Cespevi con una più decisa partecipazione di tutti i soggetti della filiera, a cominciare dai produttori, per programmare e finanziare le attività di ricerca nel campo del vivaismo; questo con le necessarie sinergie con Cra-Viv di Pescia (la sezione dedicata al florovivaismo del Consiglio di Ricerca in Agricoltura del Ministero delle politiche agricole), le università di Pisa e Firenze, il Servizio fitosanitario e il Cnr. In questo ambito, saranno centrali le questioni fitopatologiche e l’accrescimento della professionalità degli addetti del settore, anche con un crescente ruolo della formazione continua.
E) La crescente domanda diversificata di prodotti ornamentali di «semi pronto effetto», idonei per l’impiego nei diversi ambienti e per le diverse funzioni richieste dalla qualità del vivere in città, presuppone la massima valorizzazione della biodiversità, anche a livello aziendale, con una sempre maggiore attenzione all’evoluzione delle conoscenze e delle politiche per il paesaggio a livello internazionale e in particolare europeo. Importante in tal senso «l’attività continua di “Vestire il paesaggio”» e l’uso del distretto per fare azioni comuni e programmare le produzioni in modo da aumentare la massa critica dell’offerta nel mercato internazionale.
F) «Esprimere una sintesi della comunicazione e dell’informazione per il vivaismo a livello distrettuale coniugando tutte le risorse pubbliche e private».
G) Accelerare l’azione già avviata a livello regionale di semplificazione della normativa e, a livello locale, semplificare e armonizzare i regolamenti e le procedure amministrative. Sul piano urbanistico-territoriale, bisogna facilitare un confronto propedeutico sui vincoli sovraordinati, una pianificazione territoriale coerente e l’armonizzazione, per quanto possibile, dei regolamenti con la legge regionale 41/2012 (Disposizioni per il sostegno all’attività vivaistica e per la qualificazione e valorizzazione del sistema del verde urbano).
Redazione Floraviva
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La presa di posizione della Ue verso l'Italia sull'uso di latte in polvere nella produzione non dovrebbe avere risvolti negativi per i caseifici toscani. Lo afferma l'assessore designato all'agricoltura Marco Remaschi, commentando la notizia riportata dagli organi di informazione.
"Per l'industria casearia toscana - sottolinea Remaschi -, orientata a larga maggioranza alla lavorazione del latte ovino, dall'indicazione della Ue all'Italia sull'uso di latte in polvere nella fabbricazione di prodotti lattiero caseari, vietato nel nostro Paese, e dalla relativa diffida per ostacolo alla libera circolazione delle merci, non dovrebbero derivare conseguenze legate ad un eventuale provvedimento per la modifica della norma come richiesto dalla Commissione, dato che quando si parla di latte in polvere ci si riferisce sostanzialmente al latte bovino".
"Inoltre - aggiunge Remaschi - molta della produzione di latte ovino toscano fresco (circa 35mila tonnellate su un totale di 50mila) è destinata alla produzione di Pecorino Toscano DOP (formaggio con marchio di origine protetta insieme al Pecorino delle Balze Volterrane), un comparto che occupa circa 3mila addetti per un fatturato annuo che si aggira intorno ai 25 milioni di euro, regolato dai rigidi disciplinari redatti dai consorzi di tutela in collaborazione con la Regione, con successiva approvazione da parte del Mipaaf e della Commissione Europea. Per questo nessuna azione volta alla liberalizzazione del latte in polv ere potrà incidere minimamente sui prodotti a marchio".
"Diverso l'impatto che questa apertura potrebbe avere sui prodotti non tutelati da marchi di origine (Dop e Igp), ma che in Italia ed in Toscana in particolare hanno comunque elevate caratteristiche di qualità: si tratta di prodotti ottenuti con latte bovino o misti (latte bovino e ovino) nei quali in futuro potrebbe essere utilizzato il latte in polvere", conclude Remaschi. "Sarebbe un precedente comunque rischioso in quanto notevole passo indietro rispetto al perseguimento di obiettivi fondamentali quali la tutela della qualità dei prodotti e la difesa dei consumatori".
Redazione Floraviva
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Sandro Orlandini condivide le idee emerse durante il forum organizzato ieri dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia su fisco, prevenzione fitosanitaria e ricerca, con Cespevi e Cra-Viv in prima linea. Ma aggiunge che il vivaismo ornamentale, se vuole tenere a bada nuovi competitor come la Spagna e soprattutto la Polonia, deve puntare anche sulla creatività e l’innovazione estetica, fattore essenziale per continuare a realizzare prodotti che vincano la sfida delle vendite.
«Ho molto apprezzato le idee e i suggerimenti emersi durante il forum di ieri sul vivaismo da qui al 2020. E’ necessario però sottolineare un tema che è stato sì accennato, ma non forse con la dovuta forza, benché rappresenti uno dei fattori cruciali per il futuro di tutto il florovivaismo regionale, compreso il distretto vivaistico ornamentale di Pistoia. Per vincere la sfida dei nuovi Paesi concorrenti e restare i leader del comparto a livello europeo, è necessaria anche maggiore creatività e innovazione estetica sia nella realizzazione dei prodotti che nella loro commercializzazione. Perché se le piante che produrremo non continueranno a piacere e stupire più di quelle degli altri, non basterà avere abbattuto i costi di produzione. Questo è un passo ineludibile per tenere a bada competitor come la Spagna, che, come è emerso a inizio anno alla fiera di Essen, pur essendo ancora molto indietro, sta crescendo più velocemente di noi. Oppure come la Polonia, che, come è stato messo in luce ieri nello studio di Fabrizio Guelpa di Intesa-San Paolo, è forse il concorrente più dinamico e temibile in questo momento. Cosa che ho potuto verificare io stesso visitando all’Expo di Milano lo stand della Polonia, che metteva in risalto proprio le produzioni vivaistiche polacche».
E’ quanto dichiara Sandro Orlandini, presidente di Cia Pistoia, all’indomani della sua partecipazione al forum “Vivaismo 2020” organizzato dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia. Tra i temi e gli spunti che più lo hanno interessato e trovato concorde, si possono ricordare la relazione congiunta dei responsabili nazionali di Cia e Confagricoltura in materia fiscale, Massimo Bagnoli e Nicola Caputo. Ma anche la richiesta del presidente del distretto vivaistico ornamentale Francesco Mati di fare in modo che questo forum non sia una tantum, ma abbia anzi un seguito con successivi incontri a cadenza regolare per lavorare a un progetto solido e duraturo che consenta al settore di recuperare velocemente le battute d’arresto degli ultimi due anni. Altro punto essenziale è, per Orlandini, la «questione fitosanitaria, sulla quale per ora la Toscana è uscita indenne, grazie alle misure adottate, fra cui le procedure di autocontrollo. Ma su cui è bene non abbassare mai la guardia, perché può bastare un insetto a mettere in crisi un intero comparto». Infine il tema dell’innovazione e della ricerca, con in prima fila strutture quali il Cespevi di Pistoia e il Cra-Viv di Pescia. Una «innovazione» e creatività che, secondo Orlandini, deve riguardare non solo gli aspetti scientifici della produzione, ma anche l’aspetto estetico dei risultati, i prodotti, e le modalità della loro commercializzazione.
Redazione Floraviva
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Il coordinatore del raggruppamento che riunisce Cia,Confagricoltura, Copagri e l’Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari Dino Scanavino, a Verona, interviene alla presentazione del Crea
Le trasformazioni che hanno caratterizzato il processo socio economico degli ultimi anni sono state straordinariamente importanti e rapide. I cambiamenti climatici, la crescita della domanda alimentare rispetto alle capacità di offerta di cibo, la crisi energetica e la scarsità di risorse naturali rappresentano grandi temi rispetto ai quali il ruolo del settore agroalimentare è diventato sempre più strategico. Così il coordinatore di Agrinsieme, Dino Scanavino, ha esordito durante il suo intervento alla tavola rotonda “Ricerca e innovazione nel sistema agroalimentare italiano” svoltasi oggi a Verona in occasione della presentazione del nuovo “Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi economica agraria -Crea” . Per rispondere a queste sfide globali, la risposta dovrebbe provenire da un incremento della produttività e delle rese agricole. Ma nel momento in cui terra e acqua sono sempre più scarsi e i condizionamenti del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale incidono con forza sempre maggiore sull’attività agricola, ecco che l’innovazione e la ricerca in agricoltura saranno elementi sempre più determinanti per il futuro del settore e, più in generale, della nostra società.
La sfida che le imprese agricole dovranno raccogliere nei prossimi anni -ha continuato Scanavino- sarà quella di produrre di più e meglio, inquinando meno. Una sfida, rispetto alla quale, gli investimenti nella ricerca e nelle innovazioni organizzative e di processo, dovranno portare un contributo importante agevolando, di pari passo, la costruzione un'economia sostenibile dal punto di vista ambientale ed efficiente sotto il profilo delle risorse. In tale contesto, la contrazione degli investimenti pubblici in ricerca agricola che ha caratterizzato l’Europa negli ultimi decenni, non rappresenta un segnale incoraggiante per il futuro. Al contrario, il ruolo dell’intervento pubblico nella ricerca diventerà sempre più fondamentale per il futuro del settore agroalimentare. Lungo questa prospettiva il nuovo Ente di ricerca –Crea- al servizio dell’agricoltura, che unisce sotto un’unica veste le competenze “tecniche” a quelle di carattere economico agrario, rappresenta un’importante novità nel panorama scientifico nazionale. L’accorpamento dei due precedenti istituti di ricerca Cra e Inea in unico ente, introduce altresì quell’elemento di semplificazione necessario a valorizzare le attività di ricerca in campo agricolo e ad evitare quella sovrapposizione di iniziative che, spesso in passato, ha finito con l’appesantire il sistema di diffusione delle conoscenze scientifiche. Positiva, infine la volontà espressa da parte del Crea di voler coinvolgere più attivamente i portatori di interesse nelle attività di pianificazione e definizione dei processi di ricerca. Soltanto con il protagonismo diretto degli agricoltori, e con le loro associazioni di rappresentanza coinvolte nell’analisi dei fabbisogni e a svolgere il ruolo di divulgazione dei risultati -ha concluso Scanavino- le attività di ricerca riusciranno a fornire risposte importanti alle sfide future del settore agroalimentare.
Redazione Floraviva
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Otto assessorati 'pesanti', con deleghe che si uniscono per formare quelli che lo stesso presidente Rossi ha più volte definito 'maxiassessorati'. La ripartizione delle competenze tra i membri della nuova Giunta regionale toscana disegna una realtà molto diversa da quelle consuete nel passato, quando gli assessorati regionali erano 14 o perfino 15.
I tre assessori uscenti Vittorio Bugli, Vincenzo Ceccarelli e Stefania Saccardi vedono confermate le loro deleghe attuali, alle quali vanno però ad aggiungersi competenze altrettanto importanti:
Vittorio Bugli vede confermate le deleghe alla Presidenza, a finanze e bilancio, al personale, ai rapporti istituzionali, ma a queste si somma la sicurezza; Vincenzo Ceccarelli manterrà le deleghe ad infrastrutture, mobilità e cave, ma si occuperà anche di governo del territorio, urbanistica ed edilizia sociale; Stefania Saccardi si occuperà di sanità, sociale e sport.
Questi gli incarichi assegnati ai neo-assessori:
Stefano Ciuoffo si occuperà di sviluppo economico, turismo, commercio, attività produttive e credito.
Federica Fratoni sarà il nuovo assessore all'ambiente, anche con competenze precedentemente in capo alle Province. Dunque Fratoni si occuperà di politiche ambientali, rifiuti, energia, prevenzione degli inquinamenti, autorizzazioni ambientali, parchi, terme, assetto idrogeologico e protezione civile;
Cristina Grieco avrà la delega a istruzione e formazione, un assessorato che diventerà strategico dato che l'accorpamento dell'istruzione alla formazione consentirà l'accesso alle risorse del fondo sociale europeo per sostenere l'avvicinamento tra mondo della scuola e mondo del lavoro;
Marco Remaschi sarà il nuovo assessore regionale all'agricoltura con delega a caccia, pesca e politiche per la montagna;
Infine l'ottavo assessore - sul nome del quale il presidente Rossi non ha sciolto la riserva - si occuperà di cultura, ricerca e università ed avrà la vicepresidenza. Di lavoro, gestione dei fondi europei e comunicazione si occuperà direttamente il presidente Rossi.
Redazione Floraviva



