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dino scanavino

Il coordinatore del raggruppamento che riunisce Cia,Confagricoltura, Copagri e l’Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari Dino Scanavino, a Verona, interviene alla presentazione del Crea

Le trasformazioni che hanno caratterizzato il processo socio economico degli ultimi anni sono state straordinariamente importanti e rapide. I cambiamenti climatici, la crescita della domanda alimentare rispetto alle capacità di offerta di cibo, la crisi energetica e la scarsità di risorse naturali rappresentano grandi temi rispetto ai quali il ruolo del settore agroalimentare è diventato sempre più strategico. Così il coordinatore di Agrinsieme, Dino Scanavino, ha esordito durante il suo intervento alla tavola rotonda “Ricerca e innovazione nel sistema agroalimentare italiano” svoltasi oggi a Verona in occasione della presentazione del nuovo “Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi economica agraria -Crea” . Per rispondere a queste sfide globali, la risposta dovrebbe provenire da un incremento della produttività e delle rese agricole. Ma nel momento in cui terra e acqua sono sempre più scarsi e i condizionamenti del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale incidono con forza sempre maggiore sull’attività agricola, ecco che l’innovazione e la ricerca in agricoltura saranno elementi sempre più determinanti per il futuro del settore e, più in generale, della nostra società.
La sfida che le imprese agricole dovranno raccogliere nei prossimi anni -ha continuato Scanavino- sarà quella di produrre di più e meglio, inquinando meno. Una sfida, rispetto alla quale, gli investimenti nella ricerca e nelle innovazioni organizzative e di processo, dovranno portare un contributo importante agevolando, di pari passo, la costruzione un'economia sostenibile dal punto di vista ambientale ed efficiente sotto il profilo delle risorse. In tale contesto, la contrazione degli investimenti pubblici in ricerca agricola che ha caratterizzato l’Europa negli ultimi decenni, non rappresenta un segnale incoraggiante per il futuro. Al contrario, il ruolo dell’intervento pubblico nella ricerca diventerà sempre più fondamentale per il futuro del settore agroalimentare. Lungo questa prospettiva il nuovo Ente di ricerca –Crea- al servizio dell’agricoltura, che unisce sotto un’unica veste le competenze “tecniche” a quelle di carattere economico agrario, rappresenta un’importante novità nel panorama scientifico nazionale. L’accorpamento dei due precedenti istituti di ricerca Cra e Inea in unico ente, introduce altresì quell’elemento di semplificazione necessario a valorizzare le attività di ricerca in campo agricolo e ad evitare quella sovrapposizione di iniziative che, spesso in passato, ha finito con l’appesantire il sistema di diffusione delle conoscenze scientifiche. Positiva, infine la volontà espressa da parte del Crea di voler coinvolgere più attivamente i portatori di interesse nelle attività di pianificazione e definizione dei processi di ricerca. Soltanto con il protagonismo diretto degli agricoltori, e con le loro associazioni di rappresentanza coinvolte nell’analisi dei fabbisogni e a svolgere il ruolo di divulgazione dei risultati -ha concluso Scanavino- le attività di ricerca riusciranno a fornire risposte importanti alle sfide future del settore agroalimentare.

Redazione Floraviva

regione toscana giunta

Otto assessorati 'pesanti', con deleghe che si uniscono per formare quelli che lo stesso presidente Rossi ha più volte definito 'maxiassessorati'. La ripartizione delle competenze tra i membri della nuova Giunta regionale toscana disegna una realtà molto diversa da quelle consuete nel passato, quando gli assessorati regionali erano 14 o perfino 15.
I tre assessori uscenti Vittorio Bugli, Vincenzo Ceccarelli e Stefania Saccardi vedono confermate le loro deleghe attuali, alle quali vanno però ad aggiungersi competenze altrettanto importanti:

Vittorio Bugli vede confermate le deleghe alla Presidenza, a finanze e bilancio, al personale, ai rapporti istituzionali, ma a queste si somma la sicurezza; Vincenzo Ceccarelli manterrà le deleghe ad infrastrutture, mobilità e cave, ma si occuperà anche di governo del territorio, urbanistica ed edilizia sociale; Stefania Saccardi si occuperà di sanità, sociale e sport.
Questi gli incarichi assegnati ai neo-assessori:

Stefano Ciuoffo si occuperà di sviluppo economico, turismo, commercio, attività produttive e credito.
Federica Fratoni sarà il nuovo assessore all'ambiente, anche con competenze precedentemente in capo alle Province. Dunque Fratoni si occuperà di politiche ambientali, rifiuti, energia, prevenzione degli inquinamenti, autorizzazioni ambientali, parchi, terme, assetto idrogeologico e protezione civile;
Cristina Grieco avrà la delega a istruzione e formazione, un assessorato che diventerà strategico dato che l'accorpamento dell'istruzione alla formazione consentirà l'accesso alle risorse del fondo sociale europeo per sostenere l'avvicinamento tra mondo della scuola e mondo del lavoro;
Marco Remaschi sarà il nuovo assessore regionale all'agricoltura con delega a caccia, pesca e politiche per la montagna;
Infine l'ottavo assessore - sul nome del quale il presidente Rossi non ha sciolto la riserva - si occuperà di cultura, ricerca e università ed avrà la vicepresidenza. Di lavoro, gestione dei fondi europei e comunicazione si occuperà direttamente il presidente Rossi.

Redazione Floraviva

agroalimentare

Offerta abbondante, con vendite regolari, per i fiori di stagione (rose, peonie e ortensie), mentre accusano qualche difficoltà di collocamento garofani, crisantemi e fogliame in generale. Il mercato potrebbe ancora migliorare per le varietà estive anche in previsione di una buona richiesta per gli addobbi cerimoniali.

La prospettiva è fortemente depressa per i mercati vinicoli nazionali, a fronte di scorte elevate e di una scarsa richiesta sui circuiti all’ingrosso. Lo stato vegetativo dei vigneti lascia prevedere una buona produzione, mentre sul versante dell’export emergono segnali contrastanti con volumi in calo del 2% nel primo trimestre 2015 (sullo stesso periodo del 2014), e fatturato in crescita del 4%, grazie agli imbottigliati Dop e Igp e agli spumanti. Prezzi al palo e contrattazioni in fase di stallo per gli oli di oliva, con buone movimentazioni di merce solo dalla Spagna, che, stando alle primissime valutazioni, si avvia peraltro a produrre rilevanti quantitativi con la nuova campagna.

Prosegue positivamente la raccolta del frumento duro negli areali produttivi del Sud Italia. Grazie alla buona qualità del prodotto (per lo meno nel Foggiano) e ad una domanda tonica, le quotazioni potrebbero ancora migliorare in queste fasi iniziali della campagna, anche in considerazione di un primo riscontro di resa inferiore ai livelli dell’anno scorso. Lo rivela l’Ismea nell’Overview di questa settimana, in cui segnala una situazione ancora di attesa sui mercati del frumento tenero, le cui operazioni di raccolta dovrebbero invece iniziare tra una decina di giorni. Anche per l’orzo, le contrattazioni proseguono con una buona fluidità al Sud, dove la raccolta, che presenta standard qualitativi più che soddisfacenti, è ormai ad un livello avanzato. Sulla piazza di Foggia i prezzi potrebbero ulteriormente beneficiare di questa situazione favorevole, contrariamente a quanto si sta invece verificando nel Nord Italia dove, a causa del maltempo, le operazioni di trebbiatura hanno subìto un rallentamento.  Le piogge, soprattutto nei centri di produzione del Veneto e dell’Emilia Romagna, hanno inoltre determinato uno scadimento qualitativo che si è riflesso negativamente sulle quotazioni di questo esordio di campagna.
Il mercato dovrebbe continuare a mostrare un trend negativo nel comparto del granoturco, dove le ampie disponibilità, ancora presenti nei magazzini, e la qualità degli stock non sempre soddisfacente, lascia prevedere un’ulteriore fase di deprezzamento. Stessa dinamica per i semi di soia, che mostrano però una maggiore volatilità legata all’andamento dei mercati internazionali.

Nel comparto zootecnico, è prevedibile una lieve (ma di breve durata) ripresa dei prezzi per i suini da macello, che in diversi Paesi europei hanno già beneficiato di alcuni aumenti. Il mercato dovrebbe invece mantenersi stazionario per tutti i principali tagli, comprese le carni destinate al consumo fresco, nonostante il periodo stagionale favorevole. Per gli avicoli, polli e tacchini in particolare, Ismea attende un miglioramento del mercato, con possibili rivalutazioni dei prezzi, già a partire dalle prossime settimane. Ancora sostenuto il mercato delle uova destinate al circuito industriale, grazie ad una domanda sostenuta sulle piazze europee, con ulteriori spunti al rialzo per i conigli, che dovrebbero tuttavia esaurirsi rapidamente.
In relazione ai bovini, le condizioni generali restano fortemente depresse, con prezzi e consumi stagnanti. In questa fase il mercato appare interessato solo all’acquisto di tagli nobili (quarti posteriori), che implicitamente deprezzano però il resto delle mezzene. Le previsioni restano orientate ad un ulteriore indebolimento dei listini.
Per i lattiero-caseari, si evidenzia qualche miglioramento sui mercati del burro, soprattutto sulle piazze estere europee, con l’export che sembra beneficiare in questa fase di una buona richiesta specialmente dell’Arabia Saudita, ma anche di Egitto e Usa. Al contrario, accusano ancora diffusi cedimenti i prezzi dei formaggi, con primi riflessi negativi anche sul listino del Parmigiano reggiano.

Sui mercati ortofrutticoli, si rileva in generale un incremento dell’offerta della frutta di stagione (pesche, nettarine, albicocche, ciliegie e susine), che porta a prevedere un’ulteriore fisiologica riduzione dei prezzi. Per le ciliegie il calo risulta più accentuato negli areali produttivi del Mezzogiorno, soprattutto pugliesi (ma anche campani) dove l’offerta appare adesso sbilanciata sui calibri medio-piccoli, scambiati sulla base di valori scarsamente remunerativi per i produttori. In Emilia Romagna, la campagna di commercializzazione delle susine registra quotazioni di esordio più alte rispetto all’anno scorso anno. La stessa considerazione vale per pesche e nettarine, anche se in questo caso il confronto con lo stesso periodo dello scorso anno è influenzato da prezzi 2014 particolarmente bassi.
Per gli ortaggi, in linea con le previsioni, l’ulteriore affluenza di prodotti stagionali sui mercati sta determinando una graduale discesa dei prezzi, con qualche specie, anguria e melone in particolare, penalizzata recentemente da una minore richiesta associata al peggioramento degli sviluppi meteorologici al Centro-Nord.

Redazione Floraviva

 

 

La sede scelta da PadovaFiere per il debutto di “Flormart in tour” testimonia il valore della filiera florovivaistica toscana, che vale il 30% del Pil agricolo regionale, e l’appeal del mercato dei fiori di Pescia. La manifestazione si svolgerà nel gennaio 2016 e prevede “Master Flower – Spring Summer Trends”, più vetrine dei vincitori dei nuovi concorsi di Flormart. L’ad Daniele Villa, soddisfatto per la presenza del Ministero delle politiche agricole fra gli espositori a Flormart 2015, sottolinea la volontà di «affacciarsi sui mercati esteri più interessanti e di rafforzare il percorso di ascolto dei territori e dei produttori». Il sindaco Giurlani: «una partnership innovativa che ci fa oltrepassare i confini regionali e ci fa ben sperare per i Pif».

Flormart, lo storico salone internazionale di Padova per i professionisti di piante e fiori, sceglie il florovivaismo toscano e il Mercato Fiori Piante Toscanacittà di Pescia (Mefit) per il lancio della sua nuova edizione invernale itinerante, che si chiamerà “Flormart in tour” e si aggiungerà all’edizione principale di settembre (a Padova), toccando ad anni alternati centri significativi della filiera florovivaistica italiana e promettenti aree di sbocco estere.

Una conferma da parte di PadovaFiere, l’ente che organizza Flormart, del valore e delle prospettive del florovivaismo toscano, che nel suo complesso, contando sia aziende floricole che vivaistiche, equivale a circa il 30% del pil agricolo della regione e registra quasi 3.600 aziende che operano su una superficie intorno ai 7.200 ettari.  E un riconoscimento anche dei molti punti di forza del Mefit: per l’ubicazione al confine tra territori lucchese e pistoiese, sul piano logistico e strutturale, per la qualità dei servizi offerti. Fattori che hanno consentito al Mefit di registrare nel 2014 quasi 650 aziende iscritte, suddivise tra produttori (282), commercianti (331), trasportatori (18 tra abituali e saltuari) ed attività correlate, per un volume d’affari stimato oltre i 70 milioni di euro.

Questa prima edizione di “Flormart in tour”, presentata oggi a Pescia (Pistoia) nella sede del Mefit, si chiamerà “Flormart in Toscana” e si terrà verso metà gennaio 2016. In quell’occasione la tensostruttura del mercato pesciatino (tra le più rilevanti opere di architettura contemporanea della regione) ospiterà, oltre agli stand degli espositori locali ed extraregionali, “Master Flower – Spring Summer Trends” a cura di diADE adv: una serie di dimostrazioni di composizioni floreali in tempo reale a partire da tendenze e aree tematiche suggerite da diADE sulla base di criteri sia estetici che commerciali, con l’obiettivo di dare ai professionisti di piante e fiori in visita a Flormart suggerimenti utili per fare aumentare le vendite. Inoltre “Flormart in Toscana” darà visibilità ai prodotti e alle persone premiate in alcuni dei concorsi di Flormart 2015, in programma a PadovaFiere dal 9 all’11 settembre. Ad esempio, tanto per citarne un paio, alle piante, i fiori, gli accessori tecnologici e le formule di vendita più innovativi selezionati dal premio “nòva_green”, che consentirà ai vincitori di utilizzare il marchio del concorso come riconoscimento di un’eccellenza da spendere sul mercato. E ancora ai progetti di giardini temporanei vincitori del Flormart Garden Show.

«Abbiamo deciso di non limitarci a replicare (con qualche piccola correzione) un modello che ha funzionato nel passato - afferma l’amministratore delegato di PadovaFiere Daniele Villa-. Una scelta forse più comoda, ma che non avrebbe risposto appieno alle reali esigenze del mercato. Pertanto abbiamo deciso di guardare al futuro con un format tutto nuovo. Alla manifestazione di settembre, che resta il momento espositivo centrale, si affiancherà l’edizione invernale itinerante “Flormart in tour”: l’appuntamento annuale nei territori e per i territori, che alternerà di anno in anno una tappa italiana a una tappa all’estero, sarà per i produttori l’occasione di presentarsi in una cornice diversa e di affacciarsi in alcuni fra i più interessanti mercati esteri, gettando un nuovo ponte fra il primo salone italiano del florovivaismo e giardinaggio e il suo “bacino” di riferimento. “Flormart in tour” ci consentirà di rafforzare il percorso di ascolto “dei territori” già attivato. Non solo esposizione, ma luogo di confronto, un’occasione per raccogliere la voce dei produttori, sia delle centinaia di realtà con cui abbiamo un rapporto pluridecennale, sia degli espositori che per la prima volta si affacciano a Flormart, facendo tesoro delle loro indicazioni in vista dell’appuntamento di settembre». «E’ anche alla luce di questo sforzo di innovazione – conclude Villa, citando una notizia delle ultime ore – che mi fa particolarmente piacere constatare che il Ministero delle politiche agricole abbia confermato che sarà a settembre fra gli espositori di Flormart 2015».

«Questa importante iniziativa congiunta tra Flormart, arrivato alla 66esima edizione, e il mercato dei fiori di Pescia, nato come servizio nel 1928 e collocato nell’attuale struttura nel 1989 – esordisce Franco Baldaccini, alla guida del Mefit come amministratore unico, insieme al direttore Fabrizio Salvadorini -  sancisce il sodalizio fra due importanti realtà storiche del florovivaismo italiano: l’unione di due storie per il futuro». «Grazie a un lavoro di squadra che ha visto come protagonisti decisivi il sindaco Giurlani e Diade di Andrea Vitali – aggiunge Baldaccini -, la “gestione Mefit” del mercato dei fiori di Pescia ha prodotto alcuni risultati concreti. Questo risveglio del nostro mercato, che tanti fino a non molto tempo fa davano già per morto, ha riportato alla luce le sue potenzialità e crediamo e speriamo che porterà benefici al settore florovivaistico di tutta la regione Toscana e anche nelle regioni limitrofe. Perché non va dimenticato che questo è il principale mercato all’ingrosso di piante e fiori dell’Italia centrale».

«Per noi “Flormart in Toscana” il prossimo gennaio al Mefit è un’occasione molto importante – afferma il sindaco di Pescia Oreste Giurlani-, perché prima di tutto vogliamo rilanciare il settore florovivaistico del nostro territorio e di tutta la regione, e in particolare la produzione di qualità. E poi perché sarà valorizzato il mercato dei fiori di Pescia: a gennaio la struttura del Mefit potrà distinguersi e acquisire maggiore visibilità non solo come sede funzionale per il commercio all’ingrosso di piante e fiori, ma anche come contenitore ideale di grandi eventi». «In un momento in cui i Pif (Progetti integrati di filiera) dell’agricoltura sono sul trampolino di lancio e si sta avviando la programmazione regionale – osserva Giurlani -, essere in grado di lanciare partnership innovative, come questa con Flormart, che fanno oltrepassare alle nostre aziende agricole i confini regionali e consentono ai nostri prodotti florovivaistici di affacciarsi sui mercati nazionali e internazionali, è un bel segnale. E fa ben sperare anche per l’esito dei Pif».

«Come ‘Piante e Fiori d’Italia’ – dichiara Roberto Chiti, vicepresidente di tale associazione nazionale, espressione delle camere di commercio -  riteniamo che sia molto positivo che ci sia un processo di rivitalizzazione di Flormart, che è sicuramente la fiera professionale più importante del settore nel paese. Questa strategia di rilancio del salone del florovivaismo e del giardinaggio di Padova può contribuire significativamente anche alla ripresa di questa filiera, che negli ultimi tempi ha risentito della crisi economica generale, anche in Toscana e persino nel distretto trainante del vivaismo ornamentale di Pistoia. E poi la location scelta per “Flormart in Toscana” è ideale, perché il mercato dei fiori di Pescia si trova proprio al centro dei distretti floricolo di Lucca e Pistoia e vivaistico ornamentale di Pistoia». «Una riflessione a parte la merita poi questa formula itinerante di “Flormart in tour” - conclude Chiti -, che segue i criteri più moderni del marketing, in quanto non si tratta più tanto di fare in modo che i clienti (i florovivaisti) si avvicinino alla fiera, ma al contrario di avvicinare la fiera ai clienti: un cambio di prospettiva molto interessante e promettente».

«Coldiretti Pistoia accoglie con favore il fatto che Flormart abbia scelto Mefit per la presentazione di ‘Flormart in tour’ – dichiara Maurizio Procissi, responsabile Coldiretti Pescia -. Questa manifestazione […] ci proietta verso una nuova avventura che avrà come obiettivo sia la promozione del florovivaismo nazionale sia il coinvolgimento di produttori italiani orientandoli verso mercati esteri». «L’importanza che il comparto florovivaistico riveste - prosegue Procissi - è sotto gli occhi di tutti sia in termini di addetti che in termini di plv, anche se al momento purtroppo la situazione del settore floricolo non è forse delle più rosee. L’apertura di nuovi mercati, lo sviluppo dei rapporti con i paesi dell’estremo Oriente e del sud del mondo stanno ridefinendo il mercato floricolo sia a livello mondiale che locale. Un mercato caratterizzato da concorrenza sempre più aspra tra i paesi e nei paesi vede l’aumento della domanda complessiva rapportarsi ad una sempre più forte contrazione della domanda interna fra paesi europei, Italia in particolare, anche se pur sempre rimangono il maggior mercato per la vendita dei prodotti dei distretti sia floricolo che vivaistico». «Diventa sempre più strategico – conclude – trovare quindi nuovi tratti di competitività ove esaltare i fondamenti della capacità di innovazione e della competitività non solo nelle risorse e nelle abilità delle singole imprese, ma anche in quelle collettive e relazionali».

«Sentiamo sempre più spesso dire che la floricoltura è finita, che è in mano agli olandesi, che ormai è un’attività non più remunerativa – dice Francesco Mati, intervenuto in qualità di responsabile nazionale florovivaismo di Confagricoltura -. Eppure se osserviamo bene cosa accade in Italia ci rendiamo conto che ci sono ancora spazi in cui è possibile operare». «Dobbiamo utilizzare tutti i mezzi che abbiamo per immaginare il futuro – suggerisce Mati -. Gli strumenti di oggi sono: Internet, i centri di ricerca con cui sviluppare innovazione di processo e di prodotto, le università e chiunque sia in grado di offrire informazioni ed idee a chi, oltre a saper coltivare, deve sapere essere imprenditore contemporaneo e trarre opportunità da tutto questo». «Io non so – conclude - quale sarà la floricoltura dei prossimi dieci anni, posso osservare cosa accade in altri paesi o prendere spunto da qualche innovatore che ha osato e raggiunto risultati più che soddisfacenti. Ibridazione, selezione e produzione di nuove cultivar hanno trasformato alcune aziende affaticate dalla produzione in imprese di calibro internazionale. La floricultura deve evolversi, sul territorio abbiamo la fortuna di avere il Cra-Viv, le università fiorentine, una posizione strategica per la logistica, un territorio che vale un brand. Sono enormi opportunità che combinate fra loro potranno permettere un futuro a questo settore».

«Il mondo delle imprese florovivaistiche pistoiesi e toscane di Cia – dice Sandro Orlandini, presidente di Cia Pistoia - ha dato dei segnali di tenuta anche in quest’ultimo periodo di crisi generale e di settore. Una tenuta sia per il numero di imprese attive che per il livello occupazionale e, tutto sommato, nonostante alcune sofferenze e qualche caso di azienda in crisi, anche nei fatturati». «E’ importante – continua però Orlandini - che ci sia un’attenzione particolare verso il settore da parte di Padova Fiere con la volontà di rinnovamento e potenziamento di Flormart, che venendoci a incontrare qua sul nostro territorio dà implicitamente un riconoscimento concreto al valore del nostro florovivaismo provinciale e regionale». «Mi sembra che ci siano i presupposti – aggiunge Orlandini - per un vero evento innovativo, direi 2.0, con l’opportunità per le imprese di farsi conoscere o accrescere la propria visibilità e di migliorare l’immagine: sia durante l’evento fieristico “Flormart in Toscana” che si svolgerà al Mercato dei fiori di Pescia (Mefit) all’insegna della qualità estetica e delle relazioni con i buyer esteri, sia attraverso un uso intelligente dei nuovi canali di comunicazione social. Inoltre, tra le caratteristiche rilevanti del rinnovamento di Flormart, mi sembra esserci una visione veramente completa della filiera florovivaistica, tale da comprendere la floricoltura e il vivaismo ornamentale, la produzione e la fase finale della commercializzazione».

Per maggiori informazioni sull’edizione principale di Flormart (Padova 9-11 settembre): www.flormart.ite la pagina Facebook “Flormart PadovaFiere”.

Redazione Floraviva

biologico

“L’approvazione dell’intesa sull’agricoltura biologica firmato al Consiglio dei ministri agricoli della UE è una vittoria a metà che non ci soddisfa pienamente”. È il commento di Confagricoltura, in relazione alla riforma dell’agricoltura biologica che ora passa all’Europarlamento.

Ad avviso di Confagricoltura il testo definito “va considerato favorevolmente perché rappresenta un passo avanti importante in una riforma fortemente voluta dal mondo bio e dai consumatori, evitando così di affossarla così come tentavano di fare i paesi importatori del Nord Europa. Va giudicato, invece, con sfavore laddove perdura l’incertezza sul sistema dei controlli che favorisce solo quei Paesi che importano materie prime da fuori Europa, per trasformarle in prodotti biologici”.
 
“Il blocco di Germania, Olanda, Danimarca non ha evidentemente interesse a costruire un sistema europeo del biologico - continua Confagricoltura - lasciando che questioni importanti, come l’armonizzazione dei limiti tecnici di residui, siano stabilite, in modo arbitrario e confuso, dagli innumerevoli enti di certificazione dei loro Paesi. L’Italia è l’unica nazione europea dove vige una legislazione armonizzata sui residui, importante fattore di sicurezza e trasparenza per i consumatori”.
 
Anche altre questioni importanti, come l’approvvigionamento delle sementi biologiche e l’aumento delle burocrazia, previste dal testo approvato ieri dal Consiglio, non soddisfano le richieste di Confagricoltura.
 
“Ci attendiamo  ora - conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - un profondo lavoro da parte del Parlamento europeo e della nostra delegazione italiana, per migliorare i contenuti della proposta di regolamento al fine di tutelare la produzione ed il mercato dei prodotti biologici, introducendo norme chiare, effettivamente armonizzate, che siano capaci di rafforzare la competitività del settore”.

Redazione Floraviva