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L'Italia in Europa prima per impiego di agricoltori bio con 52mila operatori e investimenti nei prossimi anni per 1.5 miliardi d'euro, fa sentire il suo peso.
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende infatti noto che si è concluso a Lussemburgo il Consiglio Agrifish, al quale ha partecipato il Sottosegretario Giuseppe Castiglione e durante il quale è stato raggiunto un accordo sulla proposta di regolamento in materia di agricoltura biologica.
Tra le novità più importanti rispetto all'attuale normativa troviamo la modifica del regime di importazione dei prodotti biologici, perseguita dall'Italia con grande determinazione. In futuro, i prodotti biologici potranno essere importati solo in regime di conformità con applicazione delle stesse norme produttive europee o da Paesi con i quali siano stati sottoscritti accordi di reciprocità. I produttori europei saranno così maggiormente garantiti sul mercato internazionale e ai consumatori sarà assicurata più trasparenza.
Altra novità assoluta é l'introduzione della certificazione di gruppo, volta a consentire un accesso più facile per le piccole aziende produttrici nel settore del biologico. Le norme sui controlli sono mantenute all'interno del regolamento del biologico per una maggiore semplificazione e chiarezza normativa. L'obbligo di un controllo annuale per le aziende biologiche rimane un requisito fondamentale e gli Stati Membri potranno dilazionare le ispezioni fisiche solo in caso di aziende a basso rischio fino ad un massimo di trenta mesi.
In tema di residui di sostanze non ammesse riscontrati su prodotti biologici - argomento assente nell'attuale legislazione - la proposta introduce un articolo che tuttavia non consegue pienamente l'obiettivo di armonizzare le procedure applicate nei diversi Stati membri. L'Italia ha pertanto lasciato agli atti una dichiarazione, sostenuta dalla Spagna, con la quale chiede alla Presidenza entrante del Consiglio e alla Commissione l'impegno di migliorare ulteriormente il testo nel corso delle trattative con il Parlamento europeo, nell'ottica di rendere più stringenti le procedure di controllo in caso di contaminazioni di sostanze non ammesse nei prodotti biologici e di aumentare la tutela dei consumatori.
"L'intesa raggiunta - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - è frutto anche del lavoro che abbiamo fatto durante il semestre di Presidenza italiana. Possiamo ancora migliorare nei futuri passaggi del regolamento. In Italia nei prossimi anni investiremo nel biologico 1,5 miliardi di euro, proprio per potenziare un settore dove siamo leader con oltre 52mila operatori".
"L'accordo di oggi - commenta il Vice Ministro Andrea Olivero che ha la delega al biologico - rappresenta un passo in avanti per il settore. Tra gli aspetti positivi la maggiore tutela ai produttori europei rispetto alla concorrenza internazionale, allo stesso tempo i consumatori potranno contare su regole trasparenti e coerenti azioni di controllo. Tengo ad evidenziare che la certificazione di gruppo sarà uno strumento operativo per far sì che i piccoli produttori, soprattutto in aree marginali, possano aderire al sistema biologico, con evidenti effetti benefici sul presidio del territorio".
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
Invitati il 20 giugno alle 13 tutti gli operatori del florovivaismo e della filiera green della Toscana: produttori di fiori, piante e tecnologie per il settore, commercianti, fioristi e imprese di progettazione e gestione del verde.
Sarà presente l’amministratore delegato di PadovaFiere Daniele Villa, che è alla guida di Flormart, la fiera del florovivaismo e del giardinaggio numero uno in Italia, l’unica rinomata all’estero, che nel 2016 organizza un evento in Toscana al Mercato Fiori Piante Toscana – Città di Pescia (Mefit). Villa illustrerà sia quest’ultimo evento che le altre novità dell’edizione 2015 di Flormart, a Padova dal 9 all’11 settembre.
Saranno presenti anche l’amministratore unico di Mefit Franco Baldaccini, il presidente di Piante e fiori d’Italia Cristiano Genovali, il sindaco di Pescia Oreste Giurlani, il responsabile nazionale di Confagricoltura per il florovivaismo Francesco Mati, il presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini e il consigliere di Coldiretti Pistoia Bruno Giudicini.
Il buffet è offerto da Flormart.
#apranzoconFlormart
Redazione Floraviva
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A Berlino l’edizione 2015 di Fleurop-Interflora, la coppa del mondo dei fioristi, si è conclusa ieri con la vittoria del sud-coreano Alex Choi. Tra i primi cinque, Aritaka Nakamura dal Giappone, Mehmet Yilmaz dalla Turchia, Neill Whittaker dal Regno Unito e Pirjo Koppi dalla Finlandia. Nessun italiano tra i primi 10.
Dopo tre giorni di composizioni floreali sorprendenti e di ogni genere all’insegna della “libertà”, questo era il filo conduttore dell’edizione 2015, il designer floreale della Corea del sud Alex Choi si è aggiudicato la finale di Fleurop-Interflora conquistando il titolo di campione del mondo dei fioristi.
A contendergli la coppa del mondo in composizione floreale, nell’Arena di Berlino stracolma di spettatori, erano 26 maestri fioristi provenienti da tutti gli angoli del pianeta. Tra questi anche l’italiano Silvano Erba, alla guida di un’équipe composta da Federica Buriassi, Alessandra Ferretti e Daniela Pighetti. Ma il team italiano, dopo le prime prove della competizione, non è riuscito ad accedere nemmeno nella rosa dei primi dieci, in cui sono entrati invece, oltre ad Alex Choi, Aritaka Nakamura (Giappone), Mehmet Yilmaz (Turchia), Neill Whittaker (Regno Unito), Pirjo Koppi (Finlandia), Tanus Saab (Brasile), Juergen Herold (Germania), Martin Groen (Olanda), Aslaug Nevstad Hildre (Norvegia) e Sofie Danielsson (Svezia).
Al secondo posto si è classificato Neill Whittaker, mentre il terzo posto è andato all’unica donna giunta nella cinquina finale: la finlandese Pirjo Koppi, che ha preceduto nell’ordine il giapponese Aritaka Nakamura e il turco Mehmet Yilmaz. La giura era composta dai seguenti sei esperti fioristi: Marios Vallianos (Grecia, presidente della commissione), Linda Johnson (Norvegia), Tracy Tomlinson (Regno Unito), Mark Pampling (Australia), Deborah De La Flor (Stati Uniti) e Björn Kroner-Salié (Germania). Il sistema di voto utilizzato è quello a 100 punti di Florint, che prende in considerazione moltissimi parametri delle composizioni floreali.
Altri momenti clou della manifestazione sono stati la dimostrazione speciale, la sera del secondo giorno, da parte del precedente campione del mondo Stein Are Hansen (Novegia) e della celebre designer floreale Elly Lin (Taiwan). Gli workshop di due maestri fioristi molto esperti e rinomati quali Per Benjamin e Max van de Sluis: il primo sul tema “Oggetti floreali” e il secondo sulle composizioni floreali da matrimonio.
Redazione Floraviva
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Ecco tutti i componenti, nominati ufficialmente dalla Regione Toscana il 9 giugno, del nuovo Consiglio della Camera di Commercio di Pistoia, che si dovrebbe insediare il 29 giugno con all’ordine del giorno la nomina del presidente. Sandro Orlandini, presidente di Cia Pistoia, rappresenterà nel Consiglio camerale il vivaismo, mentre Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia, rappresenterà l’agricoltura.
Sono ormai ufficiali i 23 nomi dei componenti del nuovo Consiglio della Camera di Commercio di Pistoia. Il 9 giugno la Regione Toscana, con il decreto n. 91 del presidente della giunta regionale, li ha nominati a partire dalle designazioni fatte pervenire dalle organizzazioni di categoria, in seguito alla ripartizione dei seggi stabilita precedentemente dalla Regione (decreto 67 del 21 aprile 2015).
Nei due seggi del Consiglio camerale riguardanti il mondo agricolo sono stati nominati il direttore di Coldiretti Pistoia Vincenzo Tropiano (nel settore Agricoltura) e il presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini (settore vivaismo). Tropiano era stato designato il 21 maggio da Coldiretti, a cui era stata assegnata la rappresentanza del settore agricolo. Mentre Orlandini era stato scelto il 20 maggio dal raggruppamento composto da Confederazione italiana agricoltori (Cia) e Confagricoltura, a cui spettava la rappresentanza del vivaismo.
Gli altri 21 nomi del nuovo Consiglio sono i seguenti:
- Federica Landucci e Giuseppe Oriana (settore Industria), designati dal raggruppamento composto da Confartigianato Imprese Pistoia e Confindustria Pistoia.
- Gianni Simone Overi (settore Industria), designato dalla Cna di Pistoia.
- Elena Calabria e Argeo Bartolomei (settore Artigianato), designati dal raggruppamento Cna e Confesercenti Pistoia.
- Simone Balli e Alessandro Corrieri (settore Artigianato), designati dal raggruppamento Confindustria, Confartigianato Imprese Pistoia e Confcommercio-Imprese per l'Italia Pistoia.
- il presidente uscente Stefano Morandi, Sabrina Marini e Sergio Tricomi (settore Commercio), designati dal raggruppamento Confartigianato Imprese Pistoia, Confcommercio-Imprese per l'Italia Pistoia e FIT-Federazione Italiana Tabaccai Pistoia.
- Maurizio Innocenti (settore Commercio), designato dal raggruppamento Cna e Confesercenti Pistoia.
- Giovanna Pazzini (settore Cooperazione), designata dal raggruppamento Confcooperative e Legacoop.
- Tiziano Tempestini (settore Turismo), designato da Confcommercio Imprese per l’Italia di Pistoia.
- Umberto Alunni (settore Credito e Assicurazione), designato da Abi (Associazione bancaria italiana).
- Rolando Galli, Cristiana Pasquinelli e Alessandro Pellegrini (settore Trasporti e Spedizioni e Servizi alle Imprese), designati dal raggruppamento Confindustria, Confartigianato Imprese, Confcommercio-Imprese per l'Italia, Confcooperative e Legacoop.
- Walter Bucelli (settore Termalismo), designato dal raggruppamento Confindustria e Confcommercio-Imprese per l'Italia.
- Daniele Gioffredi (Organizzazioni sindacali dei lavoratori), designato da Cgil.
- Sira Domenichelli (Associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti), designata dal raggruppamento Federconsumatori e Adiconsum.
- Antonio Orsi (Liberi professionisti), designato dalla Consulta provinciale delle professioni presso la Camera di Commercio.
Il nuovo Consiglio della Camera di Commercio si insedierà il 29 giugno 2015, alle 10, con all’ordine del giorno la nomina del Presidente, da effettuarsi ai sensi dell'art. 16 della Legge 580/93.
Redazione Floraviva
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Come una cura del ferro può rendere più moderne e sostenibili le città italiane. Presentato lo studio di Legambiente, con il contributo di Ansaldo Breda, sulla situazione di treni regionali, metropolitane e tram nelle città italiane. Treni troppo vecchi e lontani dagli standard europei: l’età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale è di 18,6 anni, il 45% ha più di 20 anni di età. “Serve un programma nazionale per 1.600 nuovi treni nelle città italiane, in modo da avere un servizio di livello europeo per i pendolari e rispondere alla nuova domanda di mobilità”
Nuovi treni per città più vivibili. Per Legambiente parte da qui la sfida per ripensare la mobilità urbana e il trasporto su ferro, un trasporto che deve essere potenziato, migliorato, reso più competitivo con maggiori investimenti e che deve saper rispondere alla nuova e crescente domanda di mobilità delle aree urbane. Ad oggi il trasporto ferroviario italiano conta, invece, treni troppo vecchi, lenti e lontani dagli standard europei di frequenza delle corse. In Italia sono 3.290 i treni in servizio nelle regioni. L’età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale è di 18,6 anni con differenze da regione a regione, dove si trovano anche treni che hanno più di 20 anni di età come succede ad esempio in Abruzzo (84,7%), Puglia (64,4%) e Umbria (66,3%). Anche se negli ultimi dieci anni sono stati realizzati da parte delle Regioni interventi per la sostituzione del materiale rotabile, il tasso di sostituzione è ancora però troppo lento dato che ha riguardato solo il 19,8% della flotta totale di treni regionali attualmente in circolazione. a Lombardia è la regione che ha acquistato più treni nuovi, per un totale di 125 (circa il 19% del totale nazionale), seguita da l’Emilia-Romagna con 72 treni tra revamping e nuovi. Tra le altre regioni la Campania con 63 treni tra nuovi e completamente ristrutturati. Ed ancora ci sono anche treni metropolitani e tram troppo vecchi: a Milano ad esempio l’’età media è rispettivamente di 23,9 anni e 64,5; a Genova oscilla tra i 20 ed i 25 anni. Stessa situazione per la linea B di Roma e per la linea 2 di Napoli (la linea storica che utilizza treni suburbani). A ciò si aggiungono i ritardi e i disservizi che contraddistinguono il trasporto ferroviario e che caratterizzano la vita dei 5 milioni di pendolari che ogni giorno prendono treni regionali e metropolitane.
È questo in sintesi il quadro che emerge dallo studio “Nuovi treni per città più vivibili” realizzato da Legambiente, con il contributo di Ansaldo Breda, che ha analizzato la situazione infrastrutturale e del trasporto ferroviario nelle città. Lo studio è verrà presentato oggi pomeriggio a Milano insieme ad AnsaldoBreda, la società Finmeccanica presente alla 61ma edizione di Uitp, il più importante salone ferroviario nel settore delle metro, dei treni regionali e dei tram. All'evento, che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Milano, hanno partecipato: l'assessore ai Trasporti del capoluogo lombardo Pierfrancesco Maran, il vicepresidente nazionale di Legambiente Edoardo Zanchini, l'amministratore delegato di ATM Bruno Rota e il Ceo di AnsaldoBreda Maurizio Manfellotto.
“Lo studio che abbiamo presentato oggi - dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente - non è solo la descrizione della situazione che ogni giorno vivono i 5 milioni di italiani che ogni giorno prendono metropolitane e treni regionali. È soprattutto un contributo importante per ragionare del futuro del Paese, perché indica una direzione precisa e percorribile di cambiamento. Per un paese come l'Italia recuperare il ritardo negli investimenti sui treni, mettendo in campo un programma nazionale per 1600 tra treni regionali, metropolitani e tram, è una scelta che non solo aiuterebbe i pendolari e la vivibilità nelle città, ma che permetterebbe di creare lavoro e innovazione nella direzione della green economy".
Come rendere più moderne e sostenibili le città italiane – Lo studio di Legambiente è partito dall’analisi della realtà esistente, dei treni in circolazione e infrastrutturale, per individuare gli investimenti necessari ad avere un servizio di livello europeo. Sono 1.593 i treni che mancano per avere un servizio realmente competitivo, ossia con treni che non superino i 20 anni di età, e un rafforzamento del servizio nelle tratte più frequentate nelle città e per recuperare il servizio al Sud. Precisamente dai calcoli servirebbero 1293 treni per il trasporto regionale, 150 per rafforzare il servizio sulle linee metropolitane, 184 tram per il servizio urbano. A questi risultati si è arrivati fissando degli obiettivi chiari e che sono nell’interesse generale, oltre che dei pendolari: un rinnovamento del parco rotabile in circolazione sostituendo i treni con più di 20 anni di età; il potenziamento dell’offerta nelle tratte più frequentate delle aree metropolitane; il miglioramento del servizio nelle regioni meridionali perché oggi sono numerose le linee che collegano anche importanti centri urbani (la Jonica e la Tirrenica in Calabria, Palermo-Messina, Palermo-Catania, Trapani-Palermo in Sicilia per citarne alcune) che vedono transitare ogni giorno pochissimi convogli. Per un investimento di questa dimensione si può stimare una spesa che varia tra i 4 i 5 miliardi, che può ridursi in caso di un intervento di revamping che riguardi almeno in parte il materiale rotabile ma anche se si deciderà di passare attraverso una stazione appaltante unica. Una cifra del genere, se valutata dentro un intervallo di 10 anni e considerando un intervento in cofinanziamento statale, regionale e in parte comunale, appare assolutamente alla portata di un Paese come l’Italia. Per questo Legambiente nello studio sottolinea l’importanza di una regia nazionale in grado di indirizzare in modo uniforme le politiche in tema di mobilità e trasporti e la necessità di maggiori investimenti tali.
Nel panorama italiano ci sono già diversi esempi di successo che dimostrano come questa politica funzioni. Nella Provincia di Bolzano, gli investimenti in materiale rotabile e nelle stazioni hanno portato ad un aumento dei passeggeri che sono passati da 11mila nel 2011 a 29.300 nel 2014. C’è poi il caso della metrotranvia di Firenze, che collega Firenze a Scandicci, che a quattro anni dalla sua attivazione registra oltre 13 milioni di viaggiatori all’anno. La tramvia extraurbana di Bergamo, nota con il nome “Tram delle Valli”, pensata per riattivare una linea ferrovia dismessa, in 5 anni ha registrato oltre 15 milioni di passeggeri. Più del 14% di nuovi passeggeri che oggi utilizzano il tram prima si spostavano in macchina. Infine Legambiente ricorda che una serie e innovativa politica accompagnata da interventi ad hoc permetterebbe di avere vantaggi trasportistici, di vivibilità delle città italiane, vantaggi ambientali, occupazionali, vantaggi per la spesa e la salute dei cittadini.
Confronto con le città europee - Dallo studio di Legambiente emerge, inoltre, come il trasporto su ferro italiano sia indietro rispetto a quello europeo. In totale la lunghezza delle linee di metropolitane in Italia è pari a 227,5 chilometri, grazie in particolare all’apertura della linea M5 di Milano e della prima tratta della linea C di Roma. Nonostante i passi avanti realizzati negli ultimi anni, la rete italiana continua ad essere lontana anche da città come Berlino (147,5 km), Parigi (219,5 km), Madrid (290,3) e Londra (464,2). Per quanto riguarda le linee ferrovie suburbane, la Penisola è dotata di una rete totale di 637,6 km mentre sono 2.033,7 quelli della Germania, 1.815,4 km nel Regno Unito e 1.400,4 in Spagna. Riguardo alle linee di tram, se fino a qualche decennio fa l’Italia ricopriva una posizione di vertice nelle classifiche europee, oggi invece vanta 9 città dotate di almeno una linea tramviaria, mentre sono 11 in Spagna, 24 in Francia e addirittura 47 in Germania.
Il link dove è possibile scaricare il dossier: http://www.legambiente.it
Di seguito la tabella relativa all’età media del materiale rotabile per regione
Regione | Numero Treni | Età media materiale rotabile | Treni con più di 20 anni |
Abruzzo | 85 | 28,3 (9,2) | 84,7% (18,8%) |
Basilicata | 49 | 23,7 (17,8) | 48,9% (14,3%) |
Pr. Bolzano | 59 | 12,3 | 0% |
Calabria | 117 | 21,1 | 46,7% |
Campania | 431 | 17,3 (16,1) | 78,3% (35,9%) |
Emilia-Romagna | 144 | 18,1 | 38,2% |
Friuli Venezia Giulia | 35 | 17,4 (11,8) | 45% (7,5%) |
Lazio | 392 | 17,8 (16,9) | 61,5% (38,3%) |
Liguria | 68 | 19,5 | 42,2% |
Lombardia | 448 | 21,9 (7,5) | 77,5% (14,9%) |
Redazione Floraviva