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Disponibile il vademecum del Garante Privacy destinato a consumatori e aziende per prevenire e contrastare il marketing selvaggio. Antonello Soro: ‘Auspichiamo pronta revisione del registro delle opposizioni’.
“A chi può chiedere aiuto un utente esasperato dalle telefonate indesiderate? Si può monitorare il comportamento di un consumatore online? Come evitare che una promozione commerciale si trasformi in un boomerang per l’immagine di un’impresa? Quali sono le regole che deve rispettare un’azienda per contattare i potenziali clienti sui social network?”. Lo scrive oggi il Garante Privacy in un comunicato, aggiungendo che queste sono solo alcune delle domande alle quali risponde il nuovo vademecum "VIVA I CONSIGLI, ABBASSO LO SPAM". Dal telefono al supermercato: il marketing a prova di privacy”, pubblicato dal Garante della protezione dei dati personali per spiegare ai consumatori quali sono i loro diritti e come esercitarli e per stimolare le imprese a migliorare la relazione positiva che devono instaurare con i propri utenti ed evitare che il mondo delle promozioni commerciali degeneri solo nel “Far West” dello spam.
I consumatori potranno scoprire come impedire ad un’impresa di violare la loro privacy, intromettendosi senza consenso nella loro vita quotidiana con telefonate o messaggi indesiderati, oppure spiando di nascosto i loro acquisti. Le aziende troveranno indicazioni su come poter affiancare il consumatore – ascoltandolo e fidelizzandolo senza essere invadenti – e approfondire i tanti provvedimenti adottati dal Garante per sviluppare corrette pratiche di marketing.
Il vademecum analizza, infatti, in maniera specifica i problemi ricorrenti legati alle promozioni telefoniche e al funzionamento del Registro delle Opposizioni, così come alle tessere di fidelizzazione, ma anche quelli posti dalle nuove frontiere della comunicazione (come le promozioni tramite e-mail, la messaggistica istantanea e i social network).
“Il rispetto del consumatore e il corretto uso dei suoi dati personali – a partire da quelli necessari per contattarlo fino alle informazioni più private, come gusti e preferenze – differenziano le imprese che vedono i propri clienti come semplice “preda”, da quelle che scelgono di operare in modo trasparente, ponendo al centro della loro attività, oltre che la qualità dei prodotti e servizi offerti, anche e soprattutto la fiducia dei propri acquirenti - sottolinea il Presidente dell’Autorità, Antonello Soro – Auspichiamo comunque una rapida revisione legislativa del Registro delle opposizioni che renda più efficace la tutela dei consumatori”.
Redazione Floraviva
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Il 18 e 19 aprile alla Cattedrale il salone del benessere naturale, dei prodotti bio e della sostenibilità organizzato da Prometeo Eventi. La Cia Pistoia sarà presente con uno stand istituzionale e 5 imprese associate dei comparti olio, vino, ortaggi e florovivaismo. In fiera, oltre ad agroalimentare e ristorazione biologici e a km 0 con particolare attenzione al vegano, prodotti e servizi ecologici, per il risparmio energetico e per la salute psicofisica. Un’area yoga con laboratorio di Mandala ed esibizioni di arti marziali. Ma anche brevi conferenze a ciclo continuo (quasi 50) e due tavole rotonde su tutto ciò che fa benessere: fisico, psichico ed economico. Biglietto a 3 euro, gratis sotto i 12 anni.
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Pubblico entusiasta e tante attività che contribuiscono ad avvicinare i ragazzi e le famiglie ai valori della natura. CarraraFiere e Coldiretti pensano già a rendere ancora più bella e interessante la prossima edizione. Nella giornata conclusiva si è parlato di alimentazione corretta e di promuovere i prodotti ittici assieme a quelli della terra.
La seconda giornata di Viva La terra! è stata ancora all’insegna della folla con tante presenze fino all’ultimo istante: per vedere, per partecipare ma anche per comprendere che c’è un mondo fatto di prodotti, sapori, tradizioni e professionalità che merita di essere scoperto e valorizzato.
Le statistiche ufficiali delle presenze confermeranno le sensazioni dei visitatori ma anche dei rappresentanti delle categorie e delle associazioni che si sono impegnate, con successo, per la riuscita dell’evento che già con il forte aumento del numero degli espositori, 160 su dodicimila metri quadrati, annunciava il successo che si è puntualmente verificato.
Le proposte di prodotti della terra, piante di ogni genere, sementi e attrezzature ma anche idee per coltivare orti e giardini anche sul terrazzo, assieme alle tante attività di promozione del verde hanno registrato un numero incredibile di visitatori interessati con grande successo dei prodotti offerti in fiera nell’ambito di Campagna Amica, l’iniziativa promozionale portata avanti da Coldiretti di Massa Carrara che ha visto i produttori locali partecipare con grande entusiasmo cogliendo l’opportunità di far conoscere prodotti di nicchia di grande valore.
“Credo che il valore assoluto di questa manifestazione vada al di la dei numeri e delle statistiche. Siamo soddisfatti per il successo legato alla partecipazione sia degli espositori sia del pubblico – commenta il presidente di CarraraFiere, Fabio Felici – ma lo siamo ancora di più perché è con queste occasioni che si riscopre il valore di dei tanti produttori di qualità che vivono e lavorano nel nostro territorio. Ma non dobbiamo nemmeno dimenticare – dice Felici – il valore didattico di Viva La terra! che coinvolge i bambini con tante attività studiate e realizzate per far comprendere il valore e l’importanza del cibo e della corretta alimentazione ai giovani di oggi che saranno i consumatori di domani”.
Coldiretti di Massa Carrara ha portato a Viva La Terra! il messaggio positivo delle aziende che hanno colto l’opportunità di far conoscere i loro prodotti e di lanciare un messaggio preciso: il mondo dell’agricoltura sta cambiando radicalmente e si sta affermando una visione nuova dell’approccio alla terra basato sulla conoscenza e sulla condivisione dei valori.
“Viva la terra è già l’appuntamento clou per appassionati e hobbisti. Il format piace e il salone, in appena due anni, è diventato un momento di incontro e condivisione che travalica i confini del territorio. C’è voglia di tornare alla terra – dice Maurizio Fantini, direttore di Coldiretti - e non bisogna essere per forza imprenditori agricoli per farlo perché basta un piccolo giardino, un pezzetto d’orto o semplicemente un balcone per avere il proprio piccolo angolo di agricoltura sana e leale. E’ nostra volontà, per la prossima edizione, ampliare e diversificare ulteriormente le attività e le iniziative rivolte principalmente al pubblico delle famiglie e dei contadini part-time. L’aspetto più interessante, di questa edizione, è stata l’età media dei visitatori. Tanti giovani che in questi due giorni si sono avvicinati anche all’idea di fare dell’agricoltura un percorso di vita professionale ed economico. Un bel segnale anche per il futuro”.
Le due giornate di Viva La terra! hanno visto anche lo svolgimento di un intenso programma di iniziative nella sala Agrincontri, curate da Coldiretti ma anche da istituti scolastici e associazioni
Da segnalare la conferenza di Danilo Di Loreto (responsabile di Impresa Pesca Toscana di Coldiretti) che ha sottolineato le tante opportunità di valorizzazione del prodotto ittico delle nostre coste che è ormai considerato alla stregua dei prodotti naturali della terra, anche attraverso azioni di marketing mirato.
“Si stanno compiendo sforzi importanti per far comprendere ai ragazzi il valore dell’alimentazione promuovendo il consumo di frutta e verdura nelle scuole. Il pesce può diventare protagonista di un progetto simile tenendo conto che, soprattutto quello pescato sulle nostre coste - ha detto fra l'altro Di Loreto – ha un contenuto molto importante di grassi polinsaturi Omega 3 – che fanno benissimo all’apparato cardiocircolatorio e dunque utili a tutte le età”
Il sogno di Impresa Pesca e di Coldiretti è riportare sulle piazze, durante sagre e manifestazioni, assieme ai venditori di porchetta anche i friggitori di pesce (dei pescherecci locali, naturalmente) perché l’iniziativa, secondo ricerche già effettuate, sarebbe molto apprezzata non solo per il suo valore promozionale.
Insomma, gustare i sapori dell’orto assieme a quelli del mare e coniugare il prodotto di fattoria con quello del peschereccio si può e si deve. Con le prossime edizioni di Viva La Terra! ne avremo un assaggio.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
Il progetto interesserà la palazzina servizi che si trova all’interno del Parco Europa.
Negli spazi del Parco Europa di Padova, già “teatro” di sperimentazioni significative nel campo del verde urbano, nascerà il primo “giardino” verticale pubblico della città: una scommessa che nasce dalla sinergia fra PadovaFiere e Comune di Padova in vista della 66esima edizione di Flormart, Salone Internazionale del Florovivaismo e Giardinaggio in programma in Fiera a Padova dal 9 all’11 settembre 2015.
L’intervento riguarderà una o più pareti della palazzina che ospita la sede del Settore Verde Parchi Giardini e Arredo Urbano del Comune di Padova: una struttura oggi del tutto “anonima”, destinata a diventare un elemento di pregio architettonico. Una novità che contribuirà alla riqualificazione dell’area e diventando al contempo motivo di “attrazione turistica”, dal momento che non sono molti nel nostro Paese gli esempi di verde verticale. Il progetto del giardino verticale sarà il vincitore del Concorso Internazionale di Architettura del Paesaggio "Flormart Garden Show", che ha ricevuto - fra gli altri - i patrocini del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero delle Politiche Agricole, della Regione Veneto, del Comune di Padova, dell’Università di Padova, dello IUAV di Venezia, del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e di UNISCAPE, rete che riunisce le università europee impegnate nel campo della ricerca e del paesaggio. La proposta presentata in sede di concorso potrà poi essere adattata al contesto.
La scelta di una parete verde verticale - “pratica” molto diffusa nel Nord Europa e di cui esistono esempi interessanti a Milano, ma anche nella vicina Marostica - nasce dal confronto fra Comune e PadovaFiere ed è dettata da diverse ragioni: «A livello globale - spiega l’architetto Giorgio Strappazzon, Presidente della Giuria del Concorso Internazionale - è in atto da anni un massiccio spostamento delle popolazioni dalle campagne alle città, destinate a diventare sempre più popolose: in molti casi non c’è più spazio disponibile per nuove aree verdi, ed ecco che il verde verticale può diventare una risposta efficace e innovativa a questo problema...».
Da qui la scelta di Flormart di “esplorare” questa nuova frontiera, offrendo indicazioni utili ai progettisti e ai vivaisti che vogliono guardare al futuro: «La soluzione del verde verticale - precisa Gianpaolo Barbariol, Caposettore Verde Parchi Giardini e Arredo Urbano del Comune di Padova - porta inoltre significativi vantaggi in termini di risparmio energetico, perché contribuisce al raffrescamento degli edifici». «Il verde tecnologico - prosegue Strappazzon - è uno strumento importante per il miglioramento della qualità delle nostre città, perché coniuga la bellezza e l’armonia degli esseri vegetali con nuovi strumenti per la loro vita in ambiti a volte del tutto artificiali.
Le nuove tecniche consentono la piantumazione sia su superfici di copertura in pochi centimetri di spessore, che su pareti inclinate o verticali. Si possono quindi trasformare le coperture e più in generale tutte le superfici opache in zone di crescita del verde con numerose ricadute positive sull’ambiente: dall’abbattimento degli agenti inquinanti con la produzione di ossigeno, al miglioramento estetico di ampie zone del paesaggio cittadino».
Durante Flormart i temi connessi al verde tecnologico saranno al centro del Forum Internazionale EXPOECOtechGREEN2015, un’iniziativa di Paysage, sostenuta dalla rivista TOPSCAPE, che si svolgerà tra mercoledì 9 e giovedì 10 settembre.
Il Concorso Internazionale Flormart Garden Show è soltanto una delle novità della 66esima edizione di Flormart.
Per maggiori info: www.flormart.it
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
E' quanto emerge da un'indagine svolta dal MIPAF. Il Ministro MARTINA dichiara: "oltre 26mila partecipanti alla nostra consultazione pubblica"
Si è conclusa la consultazione pubblica online tra i cittadini sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari. Sono stati oltre 26.500 i partecipanti che hanno espresso il proprio punto di vista, rispondendo ad un questionario con 11 domande sull'importanza della tracciabilità dei prodotti, della indicazione dell’origine e della trasparenza delle informazioni in etichetta.
Oltre il 96% dei consumatori ha dichiarato che è molto importante che sull'etichetta sia scritta in modo chiaro e leggibile l’origine dell’alimento e per l’84% è fondamentale ci sia il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione. Per 8 italiani su 10 assume un’importanza decisiva al momento dell’acquisto che il prodotto sia fatto con materie prime italiane e sia trasformato in Italia, a seguire il 54% controlla che sia tipico, il 45% verifica anche la presenza del marchio Dop e Igp, mentre per il 30% conta che il prodotto sia biologico.
Per 9 su 10 è importante conoscere l’origine per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, mentre per il 70% è utile per questione etiche, come il rispetto delle normative sul lavoro.
Gli italiani quindi vogliono conoscere sempre l’origine delle materie prime in particolare su alcuni prodotti come le carni fresche e il latte fresco (95%), i prodotti lattiero-caseari come yogurt e formaggi (90%), la frutta e verdura fresca tagliata già pronta per l’uso (88%), le carni trasformate come salumi e insaccati, carne in scatola (87%) o il riso (81%).
Per quanto riguarda il luogo dove avviene la trasformazione per oltre 18mila persone (70%) è sempre fondamentale che sia indicato in etichetta in modo chiaro, e per l’86% è molto importante avvenga al 100% in Italia.
Quasi 22mila persone (82%) hanno poi dichiarato che sono disposte a spendere di più per avere la certezza dell’origine e provenienza italiana del prodotto, con quasi la metà pronta a pagare dal 5 al 20% in più.
L'iniziativa fa parte delle misure di 'Campolibero' della Legge Competitività e ha avuto l'obiettivo di coinvolgere la collettività su una questione decisiva come la trasparenza delle informazioni in etichetta sugli alimenti. Un ulteriore effetto della consultazione è allinearsi ai principi generali dell'Unione europea, dove la condivisione dei contenuti delle decisioni pubbliche costituisce da tempo una prassi consolidata.
"Abbiamo avuto una partecipazione straordinaria – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – con più di 26mila consumatori e operatori che ci hanno detto cosa vogliono leggere in etichetta. La risposta è stata univoca: l’indicazione chiara dell’origine della materia prima è un dato fondamentale per un’informazione trasparente e per la prevenzione delle frodi. Oggi siamo più forti, perché presenteremo a Bruxelles questi risultati insieme a delle proposte incisive per rendere le norme nazionali sull’etichetta ancora più efficaci, in linea con le nuove disposizioni dell'Unione Europea. Non si è trattato di un questionario puro e semplice, ma di uno strumento di condivisione con i consumatori degli indirizzi politici su una materia che incide sulla vita di ogni giorno. Per noi valorizzare l’origine è un tratto distintivo e l’etichettatura è il mezzo che consente al consumatore di scegliere in modo consapevole".
“Allo stesso tempo siamo impegnati per il ripristino dell’obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione in etichetta. Da un lato portiamo avanti una battaglia in Europa per la modifica del Regolamento e l’inserimento di questa informazione come obbligatoria, dall’altro stiamo lavorando con i tecnici della Commissione Ue per poter introdurre una norma nazionale che valga in Italia. La trasparenza e la correttezza delle informazioni al consumatore – ha concluso Martina – quando si parla di cibo è un diritto che dobbiamo assicurare in ogni modo ai cittadini e continueremo a lavorare sempre in questa direzione”.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
Si chiama "La Toscana che cresce" ed è molto più che un auspicio, ma rappresenta, piuttosto, il principale strumento di cui la Toscana dispone per accompagnare il sistema produttivo oltre la ripresa, verso il rilancio competitivo. E' il Programma operativo toscano del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020, che potrà contare su 792 milioni di euro di dotazione che, insieme alle risorse del Fondo sociale europeo, con un miliardo e mezzo in sette anni, costituiscono una potente leva di sviluppo. Il lancio ufficiale del Por si è tenuto oggi a Firenze al Palaffari.
Con il Por Fesr la Regione compie una scelta di forte concentrazione delle risorse: oltre il 70% dell'intero plafond, circa 570 milioni di euro, va a sostegno delle imprese, di cui circa il 32%, circa 250 milioni, destinato a investimenti in innovazione e trasferimento tecnologico.
Il programma operativo toscano del Fesr, si basa su tre scelte strategiche fondamentali: innovazione e competitività del sistema produttivo, con attenzione per sistema manifatturiero e al raccordo fra turismo e città . La sostenibilità ambientale, la valorizzazione della dimensione sociale degli interventi territoriali.
Dotazione finanziaria Il Por può contare su un budget di 792.454.508 euro, di cui 396.227.254 a carico della Ue, 277.359.078 dello Stato e 118.868176 della Regione.
Le proposte di investimento su cui la Regione intende concentrare le sue risorse si articolano su sei assi prioritari (più uno dedicato all'assistenza tecnica).
"La nostra regione - sottolinea l'assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini - è da sempre una realtà virtuosa nell'utilizzo dei fondi strutturali, anche grazie ad una oculata gestione finanziaria siamo riusciti a ottimizzare le risors, facendo fronte alle emergenze e nello stesso tempo introducendo elementi di innovazione nel sistema. Anche stavolta quindi, forti di una consolidata esperienza, possiamo dire di essere partiti con il piede giusto. Abbiamo anticipato, con il bilancio regionale, 82 milioni, colmando i ritardi a livello comunitario e consentendo di partire con i primi bandi. Oggi tutti i bandi destinati alle imprese sono aperti. E i primi risultati ci dicono che la partecipazione è stata elevata. Un bel segnale, che ci incoraggia a raccogliere con più fiducia le sfide che ancora ci attendono, convinti che le scelte fatte sapranno dare i loro frutti".
Rafforzare ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione: con oltre 253 milioni di contributi stanziati, punta a promuovere gli investimenti delle imprese in tutti gli aspetti legati a ricerca, sviluppo, innovazione, in sinergia con Università e centri di ricerca, distretti e poli tecnologici. Il tutto sotto il cappello della Smart specialisation, la strategia europea di specializzazione intelligente che la giunta ha tradotto in un documento strategico toscano che punta a sviluppare e valorizzare l'economia di ciascun territorio a partire dalle specifiche vocazioni e potenzialità.
Tre bandi, per ricerca&svilupppo e innovazione delle imprese, sono stati finanziati grazie all'anticipazione di risorse operata dalla Regione, possono contare subito su un finanziamento regionale di 8 milioni di euro, destinati a diventare oltre 200 milioni all'arrivo delle risorse comunitarie, che si conta potranno attivarne circa 800 di investimento complessivo. La prima fase è già chiusa, con 500 progetti già inviati da parte di 952 imprese, per una richiesta di finanziamento complessiva di 150 milioni. Alla prima fase, seguirà a breve la seconda, dei progetti esecutivi, con la presentazione delle domande entro febbraio 2015 e l'approvazione della graduatoria finale entro giugno 2015.
Migliorare l'accesso alle tecnologie di informazione e comunicazione: con oltre 79 milioni punta ad estendere l'accesso alle tecnologie digitali e Ict. In particolare i primi interventi saranno su 33 aree industriali che si estendono attorno alla superstrada FI-Pi-Li, dove la possibilità di accedere a banda larga e ultralarga costituisce un fattore competitivo notevole.
Promuovere la competitività delle Pmi: oltre 152 milioni saranno destinati a favorire la nascita e il consolidamento di micro, piccole e medie imprese di tutti i settori, con misure per l'internazionalizzazione, l'accesso al credito tramite garanzie e strumenti di ingegneria finanziaria, interventi per attrarre investimenti. In queste settimane sono stati finanziati tutti i bandi (Start Up House, Microinnovazione, internazionalizzazione, Fondi rotativo e di garanzia, settore Orafo, Cardato) che, se non hanno attinto direttamente alle risorse in anticipazione ma a risorse regionali o residui del precedente Por Fesr, saranno poi rifinanziate con le risorse Por 2014-20.
Sostenere la transizione verso un'economia a bassa emissione di carbonio: l'asse dispone di oltre 196 milioni per interventi per la riduzione dei consumi energetici e le emissioni di gas serra delle aziende, l'uso di fonti rinnovabili.
E' da qui che vengono le risorse per la riconversione del polo siderurgico di Piombino.
Si è appena chiusa la fase di raccolta delle domande anche per il bando sull'efficientamento energetico (degli immobili e dei processi produttivi), con dotazione di 3 milioni che serviranno alle imprese per promuovere investimenti che permettano di risparmiare sui consumi.
Valorizzare la rete dei grandi attrattori culturali : con poco meno di 30 milioni, ci si propone la valorizzazione delle aree dei grandi attrattori culturali (musei ecc) delle città d'arte, mettendoli in collegamento con le realtà minori e creando opportunità di crescita per le filiere produttive legate all'offerta turistica e culturale. Cinque i temi di lavoro: etruschi, Medioevo e via Francigena, Rinascimento con ville e giardini medicei, scienza e arte contemporanea.
Asse urbano (inclusione sociale): con oltre 49 milioni di dotazione, si propone di pianificare interventi per far fronte alle sfide economiche, ambientali, demografiche e sociali delle zone urbane.
In questo contesto ad esempio, gli interventi per la modernizzazione del parco autobus (oltre 35 milioni), finalizzati a reti di mobilità urbana sostenibile (bus a gas metano o elettrici). E, ancora, interventi per il potenziamento dell'offerta di servizi socio-educativi e socio-sanitari.
Risultati dei programmi 2007-2013 Al 31 dicembre 2014, sono1.023 milioni di euro le risorse complessivamente attivate a partire dal dicembre 2007 e messe a disposizione del sistema economico e territoriale tramite a più di 60 bandi, avvisi pubblici e altre procedure. Gli impegni dei progetti superano il 127% mentre, i pagamenti sfiorano il 90%. i progetti finanziati sono stati 3530, (al netto degli interventi di ingegneria finanziaria su cui all'ultimo, monitoraggio disponibile
si registravano più di 3.200 progetti). I soggetti beneficiari sono in tutto 6566.
Il 60% delle risorse sono state convogliate su progetti di ricerca e sviluppo, che hanno permesso ad aziende grandi piccole e medie di investire portando avanti progetti innovativi di ricerca industriale e trasferimento tecnologico. Un toccasana per la sopravvivenza e il rilancio di tante aziende che ha fatto registrare, nonostante la crisi, segnali positivi, di inversione di tendenza per quanto riguarda l'incidenza della spesa della componente privata in ricerca e sviluppo rispetto al Pil: una percentuale di solito molto bassa, che ora appare in aumento. Più di 5000 progetti R&S - al giugno scorso - hanno garantito investimenti, utili e posti di lavoro, aiutando così a fronteggiare una delle maggiori crisi degli ultimi decenni.
Qualche altro esempio. La prima linea della tranvia fiorentina, 1 milione di passeggeri al mese, è stata realizzata grazie a questi fondi. Come pure, in altro ambito, le casse d'espansione di recente inaugurate per la messa in sicurezza dal rischio idraulico a Terranuova Bracciolini, o come gli otto progetti per l'installazione della banda larga in montagna, o ancora la riqualificazione di Piazza Arnolfo e del Teatro del Popolo a Colle val d'Elsa, nell'ambito dei Piuss, piani di iniziativa urbana sostenibile: cantieri aperti in 14 città, oltre 100 progetti, investimento complessivo di oltre 230 milioni.
Redazione Floraviva
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E' stato prorogato al 27 maggio, ore 13, il bando per il microcredito per le imprese toscane colpite da calamità naturali. La misura è stata decisa per venire incontro anche alle imprese toscane colpite dalla tempesta di vento del 5 marzo scorso. Inizialmente i termini erano previsti in scadenza il 27 marzo prossimo.
Si tratta di un finanziamento a tasso zero fino ad un massimo di 25 mila euro per le imprese che hanno subito danni a seguito di alluvioni, frane, terremoti o altre calamità naturali, come appunto la tempesta di vento che ha colpito l'intero territorio regionale.
Il bando concretizza quanto previsto da una delibera della giunta regionale del dicembre 2014 per l'apertura del fondo "Microcredito per imprese toscane colpite da calamità naturali".
"Visto il ripetersi negli ultimi anni di eventi sempre più gravi e frequenti – così l'assessore regionale alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini – ci siamo posti l'obiettivo di contribuire a una rapida ripresa delle imprese danneggiate a seguito di calamità naturali che si sono verificate nei Comuni della Toscana formalmente riconosciuti con atti di giunta. Grazie al fondo regionale le imprese potranno chiedere un finanziamento, sia per fare fronte a problemi di liquidità, sia per investimenti necessari a riparare danni o recuperare scorte e giornate di attività perdute".
La dotazione complessiva del fondo è di 5 milioni. La domanda di aiuto deve riferirsi a eventi avvenuti nei sei mesi precedenti la data di presentazione della domanda. A beneficiare dell'intervento possono essere tutte le imprese micro, piccole, medie iscritte al registro delle imprese e i titolari di partita Iva con sede legale o attività nei comuni interessati da eventi calamitosi e la cui attività non risulti cessata al momento della presentazione della domanda.
L'agevolazione consiste nella concessione di un finanziamento agevolato a tasso zero, fino ad un massimo di 25 mila euro. Il finanziamento sarà concesso fino ad una misura massima del 100% della spesa ritenuta ammissibile a seguito della valutazione del danno. Le spese ammissibili non possono superare il valore del danno dichiarato dal beneficiario e devono essere state sostenute fino a tre mesi prima dell'evento.
Sul portale di Toscanamuove, che è il soggetto gestore del bando, si possono scaricare regolamento e informazioni necessarie per la presentazione della domanda, che dovrà avvenire on line, attraverso la piattaforma di Toscanamuove.
"Questo strumento – sottolinea l'assessore Simoncini - si inserisce nel ventaglio di iniziative che abbiamo messo in piedi per sostenere le imprese toscane nello sforzo della ripresa. Si tratta di uno sforzo quanto mai impegnativo. Ricordo che in questi primi mesi del 2015 abbiamo aperto oltre dieci bandi , tutte opportunità che guardano in particolare alle piccole imprese e alle start up, alle imprese giovanili, all'internazionalizzazione e all'innovazione. Fino all'ultimo strumento negoziale dei protocolli di insediamento, a cui si può accedere dal 2 marzo scorso, tutto per rendere più competitivo e dinamico il sistema produttivo regionale".
Redazione Floraviva
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Per l’ottava edizione di Verde Mura che si terrà come al solito nella splendida cinta muraria di Lucca i giorni 27-28-29 marzo, di scena il tema più attuale di questo momento nel nostro Paese che in attesa che Expo 2015 apra i battenti a Milano catalizzando l’attenzione internazionale, dedica la sua ottava edizione alle piante protagoniste nella nostra alimentazione. Lo fa con lo stile che contraddistingue questa manifestazione di giardinaggio primaverile, speciale per la formula che coniuga novità del verde e cultura, e il luogo in cui si svolge: le mura cinquecentesche di Lucca tra Piattaforma San Frediano, Porta Santa Maria e Baluardo San Martino. L’onore della ribalta spetterà innanzi tutto al fagiolo, pianta umile eppure determinante nell’alimentazione umana da millenni nel Centro America e dagli ultimi cinque secoli in Europa, dove è stata introdotta da Cristoforo Colombo. Il ruolo di “carne dei poveri” e di straordinaria fonte energetica, di vitamine B1 e PP e di minerali quali ferro e calcio, è ben noto alla moderna nutraceutica, che trova il fagiolo alleato con i cereali nella cucina mediterranea. Ma ciò che forse è ancora da scoprire, è l’aspetto della biodiversità del fagiolo. Fa assumere a questo legume forme e colori i più diversi e bizzarri e ne rende mutevoli il portamento, i tempi di maturazione e le qualità organolettiche. VerdeMura andrà a indagare soprattutto questi lati meno considerati perché i visitatori possano cogliere nei fatti il significato di biodiversità all’interno di un solo genere vegetale. Sarà infatti allestita una collezione di semi con centinaia di campioni provenienti dalle nazioni centro americane e soprattutto dalle regioni italiane, che annoverano circa 100 varietà tradizionali riconosciute. Solo la Lucchesia – e sarà oggetto di una conversazione – conta 17 varietà stabili e ecotipi: Rosso di Lucca, Mascherino, Cannellino di San Ginese, Scritto di Lucca, Aquila o Lupinaro, Pievarino, Schiaccione di Pietrasanta, Malato o di San Giuseppe… Una mostra di macrofotografie del fotografo naturalista Daniele Cavadini indagherà sull’aspetto che fa di ogni fagiolo un unicum di creatività. I giardinieri e orticoltori lucchesi che vogliono ricredersi sulla distanza tra istituzioni e vita reale attendono una conversazione a più voci in cui il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, scenderà dallo scranno di primo cittadino per indossare i panni di ortolano di lungo corso che rivendica per sé, con competenza e un pizzico di autoironia, la qualifica di esperto di fagioli. VerdeMura sarà anche teatro per tutti i fiori primaverili e per le bulbose stagionali, sancirà il debutto di una collezione di oltre 100 zucche che i visitatori potranno acquistare in piantine pronte per la messa a dimora, regalerà spazio alle erbe spontanee, comprese quelle degli ambienti umidi di un espositore specializzato e quelle, presentate da un’associazione locale, che trovano impiego nella cucina tipica toscana e presenterà un libro che celebra piante commestibili inusuali e esotiche, ma coltivabili anche nei nostri climi. In nome di un rigore botanico che è alla base delle scelte di questa manifestazione e che viene richiesto ai suoi oltre 150 espositori, l’ottava edizione di VerdeMura presenterà anche un libro appena uscito presso l’editore Temi di Trento che rende omaggio a 20 donne italiane che si sono adoperate a favore della conoscenza delle piante negli ultimi due secoli, raccontandone biografia e attività. A presentare “Botaniche italiane. Scienziate, naturaliste appassionte’ ci sarà l’autrice Elena Macellari, agronoma esperta di storia italiana delle scienze agronomiche, naturalistiche e paesaggistiche. Info VerdeMura 2015 - VerdeMura - Mostra Mercato del Giardinaggio, dei prodotti tipici e del vivere all’aria aperta, ottava edizione - Lucca, mura urbane dalla Piattaforma San Frediano al Baluardo San Martino. - da venerdì 27 marzo 2015 alle ore 12 a domenica 29 marzo alle ore 19.00 (vendita biglietti sino ad un’ora prima della chiusura) - Prezzo dei biglietti d’ingresso: intero € 6,00; ridotto € 3,00 over 65, minori tra gli 8 e i 14 anni, diversamente abile con accompagnatore; gratuito minori di 8 anni; abbonamento per 2 giorni € 10,00; per 3 giorni € 16,00. Acquisto cumulativo 20 ingressi € 120,00 + due biglietti omaggio - servizio gratuito di noleggio carriole e, nei pressi di Porta Santa Maria, area di deposito-consegna piante a cui si può accedere con l’automobile. - sui social network: Facebook - Verdemura Lucca e Twitter - Verdemura Organizzazione e segreteria Opera delle Mura di Lucca Castello di Porta San Donato Nuova - 55100 Lucca tel. 366-1210955 Fax 0583-1642085 www.verdemura.it e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Info stampa Mimma Pallavicini, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. tel 015-641700 cell. 328-4760791
Redazione Floraviva
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Il numero uno della Confederazione ha inviato una lettera al ministro, dove si chiede un’azione urgente e risolutiva per una situazione non più sostenibile dalle imprese: serve la predisposizione immediata di uno Sportello Sin/Agea che analizzi le posizioni e proceda a un recupero del pagamento finora negato, anche con la collaborazione del nostro CAA.
Oltre tremila aziende associate alla Cia non hanno ancora percepito il pagamento della Pac 2014 e 2013. La denuncia arriva dal presidente nazionale della Confederazione Dino Scanavino, che ha inviato una lettera al ministro Maurizio Martina per chiedere un intervento fermo e urgente nei confronti di Agea e risolvere in questo modo una situazione di forte criticità non più sostenibile per le imprese coinvolte.
Il mancato pagamento può condizionare l’accesso delle aziende nella nuova Pac -spiega la Cia attraverso il suo CAA- e inoltre determina una sofferenza economica rilevante per le imprese, peraltro in una fase di crisi del settore.
In più, rappresenta un esempio di pessima gestione amministrativa che si protrae da tempo, su cui più volte l’organizzazione ha avanzato una forte richiesta di intervento. Tanto più che le oltre 3.000 aziende agricole Cia risultano non pagate per motivazioni tutte legate a meccanismi di malfunzionamento del Sistema Agea/Sin su cui non è possibile esercitare, da parte del CAA, alcuna attività di “correttiva” o di recupero. Non viene sistematicamente applicato nessun criterio di compensazione e a molte aziende vengono bloccati aiuti importanti, anche se per poche centinaia di euro di “debito”, senza che siano mai state comunicate le motivazioni dello “stallo”.
Per questo il presidente Scanavino chiede al ministro Martina un’azione straordinaria e perentoria “con la predisposizione immediata di uno ‘Sportello misto Sin/Agea’ con poteri risolutivi, attraverso il quale analizzare puntualmente le posizioni censite e procedere a un recupero immediato del pagamento fino ad ora negato” e in questo senso “il CAA della Cia sarà disponibile a collaborare pienamente per consentire il ripristino dei legittimi diritti degli agricoltori”.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
"E' tutto un altro clima", che è poi il titolo dell'ebook pubblicato nel 2012 da Toscana Notizie e che racconta, con un'intervista al professor Maracchi, come la Toscana debba fare i conti con piogge intense (almeno un evento critico ogni anno, dal 2009), bombe d'acqua ma anche siccità. Cambiamenti climatici di cui si deve tener conto anche per la prevenzione del rischio idrogeologico, con le alluvioni dal 2011 in poi che insegnano (leggi anche on line l'ebook "Cosa insegna il fiume"), ma che possono influenzare anche il turismo, l'agricoltura o la gestione degli acquedotti.
Il 2014, spiega il Lamma (ovvero il consorzio CNR-Regione che è la voce ufficiale del meteo in Toscana), è stato l'anno più caldo degli ultimi 60 anni - +1,5° C - insieme al 2003, e il secondo più piovoso dopo il 1960 (approndisci con grafica pubblicata on line). L'elaborazione è stata eseguita su dati del servizio idrogeologico regionale e dell'aeronautica militare.
Il 2014 si è contraddistinto però anche per alcune anomalie. L'estate è stata tutto sommato fresca, rispetto almeno agli ultimi quindici anni. Nel 2003 furono i mesi estivi eccezionalmente caldi ad influenzare la media annuale. Nel 2014 c'è stata invece un'unica vera ondata di calore, registrata tra il 7 e il 14 giugno, e la differenza l'ha fatta piuttosto l'inverno mite che l'ha preceduta, senza ondate di freddo, e l'autunno che l'ha seguita, il più caldo da sessant'anni.
Gennaio è stato il mese più piovoso dal 1920 sulla Toscana settentrionale, febbraio non ha avuto praticamente gelate e mai, in molti capoluoghi, la colonnina di mercurio è scesa sotto lo zero. Un anno con un'estate anche con record di pioggia, soprattutto a luglio: per quantità (dal 1955) e giorni piovosi (dal 1992).
L'anno più caldo nel mondo da cento anni
Il 2014 è stato anche a livello globale l'anno più caldo degli ultimi 100 anni, secondo il rapporto dell'IPCC, ovvero il foro scientifico internazionale costituito nel 1988 all'interno delle Nazioni Unite per studiare il surriscaldamento globale. Dal 1880 la temperatura media della superficie terrestre è aumentata infatti di circa 0,8° C. Il riscaldamento più consistente è stato osservato negli ultimi trent'anni e il decennio 2001-2010 è risultato il più caldo dell'ultimo millennio.
Di più. Secondo il CNR-ISAC in Italia l'anno 2014 è risultato il più caldo in assoluto dall'inizio delle rilevazioni strumentali, ovvero da più di due secoli a questa parte, con un'anomalia media sul territorio nazionale di + 1,45° C che possono sembrare pochi per i non addetti ai lavori ma non lo sono.
"La generazione di mia figlia che ha diciannove anni cresce in un clima molto diverso da quello che ho vissuto io o mio padre" sottolinea Bernardo Gozzini, direttore del Lamma toscano. Dagli anni '50 agli anni '80 del secolo scorso il clima è rimasto pressoché lo stesso, poi è cambiato. "I ghiacci dell'Artico - dice ancora Gozzini - si sono ritirati del 35% e nell'aria è cresciuta in maniera significativa l'anidride carbonica, passata da 320 parti per milioni a 390". Tutto in trent'anni.
Redazione Floraviva