«Un’annata in chiaroscuro, ma con nuove e straordinarieopportunità per un’agricolturatoscanacherestacentrale». E’ questoilgiudiziodisintesidiColdirettiToscanasul 2016 chevolgealla fine: prezziall'origine in calo, ma le nuovenormesull'origineobbligatoria in etichetta e l'alleggerimentodellapressionefiscalefanno ben sperare.
Un annodifficile per le campagnetoscanesegnatedaprezziall’origine in calo per alcuneproduzioni come granotenero e duro, latte ovino e bovino, anche se quest’ultimo in nettaripresaedaltre, come carne bovina, vino ed olio, con prezzichehannotenuto, ma con quantitàprodotte in calo. Segnalidinuoveopportunitàvengonoinvecedallenormeintrodottesullaorigineobbligatoria in etichetta per latte e derivati e piùdirecente per la pasta. Altroelementopositivo un significativoalleggerimentodellapressionefiscaleche ha liberatorisorse per investimenti per renderecompetitivoilsettore.
Riuniti a Firenze i verticidiColdirettiToscana, per l’occasione del Consigliodirettivo, hannocosìfattoilpuntodellasituazionedelleattivitàsvolte, delleprogettualità in essere e deirisultatiottenutidall’Organizzazionedurantel’annochesta per concludersi.
Il presidentediColdirettiToscana, TullioMarcelli, ha elencatoilpercorsosvoltodurantel'annodall'associazionedicategoria, sottolineandol'importanzadellasemplificazioneburocraticaottenuta per ridarecompetitività al settore e sgravare le aziendedapesantionerifiscali.
Diverse ancora le questioniaperte, sucuiColdirettistaancoralavorando, ricordaildirettore Antonio De Concilio, come «l’insostenibilesituazionedeidanniarrecatidalla fauna selvatica e daipredatori».
L'agricolturaresta un settoredipuntadell'economiatoscana grazie ancheallasuamarcatadiversificazioneproduttiva, con un puntodiforzanell’eccellenzaqualitativadeiprodotti. Secondogliultimidatiil 5% dellaSAUèinteressatadaproduzionibiologiche, mentre le produzioni con denominazionediorigineinteressano circa il 10% del totale. Nelcomplessoilvaloredellaproduzioneagricolaregionalenel 2016 dovrebbeattestarsiintornoai 2.600 milionidi euro, rispettoaglioltre 2.700 del 2015 . La composizionedellaPLVAgricolavede al verticeilflorovivaismo 29% con 754 milionidi euro, seguitodagliallevamenti 22% con 572 milionidi euro, poi i seminativi 20% con 520 milionidi euro, ilvino 15% con 390 milionidi euro, l’olio 4% con 104 milionidi euro e le altreattività 10% con 260 milionidi euro. Le proiezioni in termini occupazionalidovrebbero far segnare un +5% circa dopol’exploit del 2015 con un + 10,8%.
Il 2017 vedràColdirettiimpegnatanell’espansione del progettodiCampagnaAmica, unaretedivenditadirettachenellasolaToscana ha toccatoiltettodei 364.000 acquistidapartedeicittadini, presso i 75 mercatipresentisulterritorioregionale.
Pensateche un concept del genere non siapossibile? Vi sbagliate, Amazon ha appenasvelatol'aperturadi un supermercatosenzaimpiegatichevenderàfiori in questomodo. Il passosuccessivosono i chioschiadibitiallavendita 24 ore su 7 giorni, collegatiaiconducentiUber per le consegne.
Per annisisonosperimentatichioschidifioriprividipersonale in aeroporti e ospedali: questi non sonomairiusciti a raggiungereilsuccesso per numerosimotivi. Ma adessoilmomentosembraarrivato, vedremodellepiccoleserre in ogniangolodellemaggioricittà.
Non cisaràpersonale, questoèsicuro, come giàaccadenegli Amazon Locker (distributori self-service dimaterialeacquistato online), e i prodottisarannocambiati per restarefreschi e a temperaturacontrollata. Èmoltoprobabileche tali mini-serresarannopossedute o gestiteda un coltivatore o daunafattoria.
Il passo successivo potrebbe poi essere quello di collegare queste serre ai conducenti Uber per le consegne. Avremo così negozi aperti 24 ore su 24, sette giorni su sette, con tanto di consegne. Se pensate che sia un futuro troppo lontano per pensarci oggi, vi sbagliate: a Singapore esiste già un negozio di fiori con consegne 24h su 7 giorni. E anche a San Francisco troviamo alcune startup di negozi di fiori che stanno utilizzando reti di consegne nate dal crownsourcing, piuttosto che società proprietarie di camion per spedizioni.
L'Italiasiconfermatra i primipaesibeneficiarinelladistribuzionedeifinanziamentieuropei per la promozionedeiprodottiagroalimentari, dentro e fuori i confinidell'Unione. Dieci i programmifinanziatidallaCommissioneUe per il Made in Italy.
La CommissioneUe ha infattidatoil via libera a sessantaprogrammidipromozione per un finanziamentocomplessivodi 94 milionidi euro, dicui circa 23 a beneficiodiprodotti made in Italy per un totaledidieciprogrammifinanziati.
Tra i beneficiaricisonocosì, per ilmercatointerno, ilConsorzio Olio Dop Chianti Classico, con un finanziamentodi700mila euro per un programmatriennaleda un milionesuimercatiitaliano, tedesco e britannico e l'Istitutovalorizzazionesalumiitaliani, che ha ottenuto un contributoUedioltre 2,2 milioni per un investimentocomplessivodi 3,2 milioni in Italia e in Germania.
FuoridaiconfiniUeinveceilCno (Consorzionazionaleolivicoltori) con 3,2 milionidifondiUe per la promozionedell'oliosuimercatiasiatici, i Consorzidituteladell'acetobalsamico, dell'Asti e del LambruscodiModena con trediversiprogrammisulmercatonordamericano e un finanziamentocomplessivodi circa 6,5 milionidi euro, a frontedi un investimentodioltre 8. E ancoratra i beneficiaritroviamol'Associazionenazionaleindustrialidistillatoridialcoliedacquaviti con oltre700mila euro sempre per ilmercatoUsa, i ConsorzidituteladiGranaPadano e Asiagoe la societàcooperativaGranlatte, holding diGranarolo, con iniziativechevannodalNord America allaNuovaZelanda per 8 milionidifondicomunitari e oltre 10 diinvestimenticomplessivi.
“Si devevalorizzareilpatrimonioforestale per unosvilupposocioeconomicosostenibiledellecomunità”cosìsièespressaLegambiente in merito al futurodeiboschiitaliani. Serve, secondo la presidentenazionaleRossellaMuroni, un'efficacepoliticanazionaleditutela e valorizzazione del patrimoniocoordinata e dilungotermine, chepossarappresentare un indirizzo per le Regioni.
Le foreste in Italia interessano un terzo del territorionazionale e deisettorieconomici ad essecollegate; ilsettoreforestaleitalianocoinvolge ad oggi circa 80.000 impreseedèilsecondosettoredell’industriamanifatturieranazionale. Malgradociò, l’Italiaimportapiùdei due terzi del propriofabbisognodimateria prima legnosa, rimanendotragliultimipaesid’Europa per iltassodiutilizzazioneannuo del propriopatrimonio (circa il 30% rispetto ad una media europea del 60%).
Ma le foreste non rappresentano solo una risorsa economica: è infatti determinante il ruolo ambientale cheesse svolgono per la difesa del suolo e la regimazione delle acque, per la tutela della biodiversità e la conservazione attiva del paesaggio storico, quello legato alla loro funzione turistico e ricreativa, nonché il contrasto dell’effetto serra, grazie all’assorbimento annuale di circa 289 miliardi di tonnellate di anidride carbonica.
Proprio di conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio boschivo nazionalesiè parlato a Roma lo scorso 29 novembre nell’ambito del Forum nazionaledelleforeste, promosso da Rete Rurale Nazionale 2014-2020, PSQF e Mipaaf.
L’impatto dei cambiamenti climatici sulle foreste italiane è stato argomento di uno dei tavoli della mattinata: secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), infatti, questi determinano una riduzione dei tassi di crescita e della produttività, con cambiamenti nella composizione delle specie presenti e conseguente perdita locale di biodiversità. Queste alterazioni, che mettono a rischio il patrimonio forestale, sono state poi affrontate nel tavolo di lavoro incentrato sulla conservazione dell’ambiente e della biodiversità. L’aumento degli incendi boschivi, l’influenza delle fitopatologie e la presenza di specie aliene ha comportato un notevole danno ambientale che si è concretizzato nella perdita di diversità biologica dei suoli e di gran parte dei servizi eco sistemici forniti.
«Per garantire un futuro ai nostri boschi – ha dichiarato la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni - occorre innanzitutto sviluppare una efficace politica nazionale di tutela e valorizzazione del patrimonio forestale che sia coordinata e di lungo termine, che rappresenti un chiaro indirizzo di riferimento per le politiche delle Regioni. Bisogna valorizzare una gestione forestale sostenibile, capace di rilanciare lo sviluppo socio-economico delle popolazioni locali, soprattutto delle aree interne del nostro Paese, interessate per l’80% da territori con copertura forestale. Occorre immaginare – ha concluso Rossella Muroni - un vero e proprio progetto che valorizzi il patrimonio forestale pubblico, che interessa il 32,4% delle proprietà forestali complessive, con cui stimolare anche la partecipazione dei privati, così come emerso oggi da questo forum voluto dal Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero. Un progetto da inserire in un quadro di gestione multifunzionale in grado di assicurare la tutela e la qualità delle risorse naturali legate al bosco (suolo, acqua, aria, paesaggio), garantendone il ruolo sociale, economico e ambientale, coinvolgendo le comunità locali in una strategia di sostenibilità per il lungo periodo».
Per ilcoordinamentotraCia, Confagricoltura, Copagri e Alleanzadelle cooperative del settoreagroalimentaresitrattadi «un successodellanostraazionesindacale». Il Parlamentoeuropeo ha infattivotatoieri la risoluzionechemira a contrastare la propostadellaCommissioneUesull'indebolimentocontrolli.
Il risultatofortementeauspicatodaAgrinsiemeèfinalmentearrivato. Non cisaràalcunindebolimentodeicontrollisugliagrumiprovenientidaiPaesiTerzi. Il Parlamentoeuropeo ha votatoieri, giovedì 15 dicembre, in modofavorevole la risoluzionechemira a contrastare la propostadellaCommissioneUedimodificadegliallegatiallaDirettiva 2000/29/EC.
«In questomodo-spiegailcoordinamentotraCia, Confagricoltura, Copagrie Alleanzadelle cooperative agroalimentari- simette un solidofrenoallapropostanormativadellaCommissionecheprevedeva un alleggerimentodeicontrollisull’importdiagrumiprovenientidaiPaesiTerzi, con ilpericolosorischiodiintroduzione, per ilcomparto, diparassiti come il Black Spot (la “macchianera”degliagrumi) dicuiilterritorioeuropeoèancoraindenne. Il voto in plenaria, tral’altro, èassolutamente in linea con ilrisultatoottenutodirecentenellaCommissioneAgricoltura del ParlamentoUe. Da tempo sosteniamoche non bisogna in alcunmodoabbassare la guardiaperchéc’èilrischioconcretocheilparassitafacciailsuoingresso in Ue: questocomporterebbedanniincalcolabilialleproduzioniagrumicoleeuropee».
Agrinsieme ha fin dasubitoevidenziato le criticitàcontenutenellapropostadellaCommissione, ritenendolainadeguata a contrastareilrischiofitosanitario per le produzioniagrumicole, incoerentesia con ilprincipiodiprecauzioneche con l’obiettivodirafforzare la tutelafitosanitariaalla base del nuovoRegolamentosullasanitàdellepiante.
Agrinsieme, congiuntamentealleorganizzazioniagricole e cooperative del SudEuropa, ha sostenuto con forza la propostadirisoluzioneparlamentare. «Ringraziamo, quindi, i nostrieurodeputati -conclude ilcoordinamento- per aver accolto e condiviso le preoccupazionideiproduttoriagrumicolidell’Ue e aver votato in favoredinorme e controllipiùseveri: sitrattadiunadecisionestorica.»