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agricoltura, floraviva, coldiretti

Differentemente da quanto dichiarato da Cia, Coldiretti si schiera a favore del finanziamento ai consorzi agrari: il presidente Roberto Moncalvo sottolinea infatti il loro ruolo decisivo nello sviluppo dell’agricoltura italiana e nella lotta allo strapotere delle multinazionali.

«Oggi il sistema dei Consorzi agrari è il riferimento di 300 mila aziende diffuse capillarmente su quasi tutto il territorio con circa 1.300 recapiti, comprese le aree più difficili, a sostegno dello sviluppo e della competitività dell’agricoltura italiana, di fronte al crescente strapotere delle multinazionali nel mercato dei mezzi tecnici.» E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti, , in merito alla misura prevista nella manovra dal Governo a sostegno degli investimenti nell’agroalimentare. 
«Dare ai Consorzi agrari gli stessi strumenti già adottati per le imprese di altri settori» - sottolinea Moncalvo - «è un atto di giustizia, responsabilità e lungimiranza per un Paese che ha scelto di scommettere sull’agroalimentare Made in Italy.»
Per Moncalvo è grazie ai Consorzi agrari se negli ultimi 20 anni l’agricoltura ha conquistato il primato europeo nella qualità e nella sostenibilità ambientale e può vincere in futuro con i nuovi investimenti la sfida dell’agricoltura di precisione e dell’utilizzo dei big data. 
«I Consorzi Agrari hanno esteso la propria operatività, dall’innovazione tecnologica ai contratti di filiera, dalle agroenergie al giardinaggio, dalla fornitura dei mezzi tecnici alla salvaguardia delle sementi a rischio di estinzione. Sono l’unica struttura degli agricoltori italiani - continua Moncalvo - in grado di sostenere il potere contrattuale delle imprese e per non essere prigionieri in un mercato in cui, con le ultime operazioni finanziarie, il 75% degli agrofarmaci e il 63% delle sementi sono nelle mani di sole tre multinazionali, dopo la fusioni tra Bayer e Monsanto, tra DuPont e Dow Chemical e l’acquisizione di Syngenta da parte di ChemChina.» 
Questo per Coldiretti non significa però dimenticare la solidarietà a sostegno degli agricoltori e degli allevatori delle zone terremotate. Infine, Coldiretti riporta i seguenti dati: sono 20 i Consorzi agrari attivi in Italia che sviluppano complessivamente un fatturato di 3 miliardi di euro e danno lavoro direttamente e indirettamente a 10mila persone.
 
Redazione
foglie

In seguito alla nomina di Gennaro Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti, a presidente della Elti, Organizzazione Interprofessionale Europea del Tabacco, l'associazione di categoria ribadisce: servono razionalizzazione e accorciamento della filiera per concentrare l'offerta e far crescere la contrattazione.

L’Italia è il più grande produttore di tabacco a livello europeo, non a caso quindi Gennaro Masiello, vicepresidente nazionale della Coldiretti, è stato nominato presidente della Elti, l’Organizzazione Interprofessionale Europea del Tabacco che gestisce una filiera dove trova lavoro oltre mezzo milione di persone. Il Presidente dell'Organizzazione Nazionale Tabacchi Italia (Ont), la più grande OP nazionale è salito al vertice europeo dell’associazione che riunisce tabacchicoltori e trasformatori degli undici Paesi europei produttori (Italia, Spagna, Polonia, Grecia, Bulgaria, Francia, Ungheria, Germania, Belgio, Romania e Svizzera), per un “raccolto” complessivo di 185.000 tonnellate, coltivate su 90.000 ettari di superficie, e un valore della produzione di 500 milioni di euro.
L’Italia è leader nell’Unione europea con oltre 1/4 della produzione complessiva, sviluppata su 18.000 ettari soprattutto in Campania, Veneto, Umbria e Toscana.
«Nella nostra regione – dice Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana - il tabacco viene coltivato su una superficie di 1600 ettari, per la maggior parte nelle zone della Val di Chiana e della Valtiberina. Il kentucky è stato riconosciuto prodotto agroalimentare tradizionale della Toscana ed è stato inserito nel relativo elenco regionale. Siamo leader assoluti a livello nazionale con l’80% per ciò che riguarda la foglia di tabacco utilizzata per la fascia del Sigaro Toscano, ossia la parte esterna, costituita dalla foglia intera, elastica di un marrone uniforme e vivace. In questo comprensorio si concentrano circa 200 aziende per oltre 1000 ettari di terreni coltivati a kentucky».
«Il futuro del settore che ha dimostrato capacità di resistere alle forti sollecitazioni in questi anni, che hanno messo a dura prova gli imprenditori che hanno continuato a credere  nel comparto – commenta Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana – è certamente legato alla collaborazione attraverso la razionalizzazione e l’accorciamento della filiera, grazie agli impegni pluriannuali come quello sottoscritto da Coldiretti con Philip Morris Italia, un percorso innovativo, che ha contribuito a porre le basi per migliorare la conoscenza e la capacità di confronto con il mercato, aumentando anche le risorse destinate alla ricerca, offrendo al mercato un prodotto di qualità e ad alta distintività».
 
Redazione

vendemmia, floraviva, agroalimentare, cia, export

La Cia - Agricoltori Italiani analizza i dati Istat ed evidenzia un agroalimentare da record nel primo trimestre, che segna un +8%. Da sottolineare anche il ritorno dei prodotti italiani in Russia, con un +45% annuo tra gennaio e marzo, vicino ai valori pre-embargo. Bene soprattutto olio e vino.   

floraviva, export, tabelle, cia L’agroalimentare contribuisce a trainare il Made in Italy all’estero, segnando nel primo trimestre del 2017 un incremento annuo sui mercati stranieri dell’8% circa. Solo a marzo, rispetto allo stesso mese del 2016, l’export dei prodotti freschi dell’agricoltura cresce del 7,9% e quello dei prodotti dell’industria alimentare del 13,3%. Così la Cia-Agricoltori Italiani sui dati diffusi oggi dall’Istat sul commercio estero, spiegando che l’andamento dei primi tre mesi sembra confermare e avvalorare il trend da record già registrato l’anno scorso dalle esportazioni di cibo e bevande.
Particolarmente brillante la performance verso la Russia: nel primo trimestre dell’anno l’export agroalimentare Made in Italy verso Mosca cresce del 45% annuo, superando i 100 milioni di euro e riavvicinandosi ai valori pre-embargo. Ciò è dovuto alla dinamicità che caratterizza le imprese agricole e alimentari, le quali non si sono scoraggiate e hanno puntato su quei prodotti esclusi dall’embargo. Ecco che le spedizioni di olio d’oliva nei primi due mesi del 2017 sono aumentate del 107% annuo, così come le vendite di vino hanno superato gli 11,5 milioni di euro, con una crescita tendenziale del 75%.
Una buona notizia che arriva proprio nel giorno dell’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il premier Paolo Gentiloni in visita a Sochi.
 
Redazione

agrumi, floraviva, export, cina

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è finalmente concluso il negoziato relativo all’apertura del mercato cinese agli agrumi italiani e che saranno avviate le prime spedizioni già a partire dalla prossima campagna commerciale. È stato inoltre firmato un Protocollo di intesa con il Ministro dell’Agricoltura della Repubblica Popolare Cinese, Han Changfu. 

A rappresentare l’Italia era presente l’ambasciatore Italiano in Cina Ettore Sequi. «La conclusione del negoziato rappresenta un passo in avanti importante per la nostra agrumicoltura che oggi può approcciare un mercato dal grande potenziale come quello cinese. Sono molto soddisfatto del lavoro diplomatico portato avanti in questi mesi» così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina.
floraviva, rosellini, agrumi«Il protocollo firmato con le autorità cinesi – conclude Martina – rafforza la collaborazione strategica nel settore agricolo e si inserisce in un più ampio quadro di relazioni tra i nostri Paesi. La costruzione di una nuova via della seta potrà favorire anche gli scambi agroalimentari, sia in termini di prodotti sia in termini di know-how. Da parte nostra continueremo a investire al fianco delle nostre aziende in un mercato che offre interessanti possibilità in termini di crescita e di sviluppo. Già nei primi due mesi del 2017 l’export agroalimentare in Cina è aumentato del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.»
Gli obiettivi principali dell’accordo sono:
- promuovere la cooperazione tra i due Paesi su scienza, tecnologia, economia e commercio nel settore agricolo e nello sviluppo rurale;
- rafforzare i rapporti di cooperazione bilaterale in campo agricolo.
Il valore delle esportazioni agroalimentari in Cina per il 2016 ammonta a 391 milioni di euro; nei primi due mesi del 2017 a 53 milioni di euro.
 
Redazione

viticoltura, floraviva, toscana, coldiretti

Coldiretti commenta positivamente la recente delibera di Regione Toscana che definisce le regole per gli interventi finanziati con i fondi comunitari e destinati al settore vitivinicolo per la campagna 2017/2018. Con una dote complessiva di 27 milioni di euro saranno attivate le misure per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti (19 milioni di euro) e per la promozione del vino sui mercati internazionali (8milioni di euro).

«Abbiamo apprezzato come la Regione Toscana, ascoltando il nostro suggerimento – dice Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti Toscana – quest’anno ha incrementato i fondi per il rinnovo dei vigneti, portandoli da 17milioni a 19milioni di euro, stante il forte interesse dei viticoltori per questa misura. Secondo le nostre stime – conclude Marcelli – dovrebbero essere circa 1300 gli ettari di vigneto toscano che i viticoltori toscani potranno rinnovare grazie al sostegno comunitario».
«Considerando che le domande devono essere presentate entro il 30 giugno prossimo –dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – invitiamo le aziende agricole interessate a rivolgersi al più presto presso i nostri uffici presenti su tutto il territorio regionale per la predisposizione delle istanze da presentare ad Artea».
L'area dell'intervento è l'intero territorio della Regione Toscana; i beneficiari sono le persone fisiche o giuridiche che conducono vigneti o sono titolari di autorizzazioni al reimpianto; l'intervento riguarda tutte le varietà idonee alla coltivazione sul territorio della Regione Toscana, non vi sono limitazioni per quanto riguarda le forme di allevamento; i vigneti oggetto del sostegno devono avere un minimo di 3.300 ceppi per ettaro; la superficie minima oggetto dell'intervento è pari a 0,5 ettari, ridotti a 0,3 ettari per le unità tecnico economiche con superficie vitata pari o inferiore ad un ettaro e a 0,25 ettari per gli interventi realizzati nelle zone di produzione dei seguenti vini a denominazione di origine protetta: Candia dei Colli Apuani, Colli di Luni, Ansonica Costa dell’Argentario, limitatamente al comune di Monte Argentario, Elba, nonché nel territorio delle isole toscane.
Le azioni ammissibili a finanziamento sono tutte quelle previste dalla normativa comunitaria: il reimpianto finalizzato alla riconversione varietale e alla ristrutturazione, il sovrinnesto finalizzato alla riconversione varietale ed il miglioramento delle tecniche di gestione del vigneto; il periodo entro il quale le azioni di ristrutturazione e riconversione dei vigneti devono essere realizzate è pari a tre anni; la concessione del contributo avviene attraverso il pagamento anticipato dell’80% del sostegno, mentre il restante 20% viene liquidato dopo il collaudo dei lavori; il limite massimo di contributo pagato, che non può superare il 50% dei costi, è pari a 16.000 euro ad ettaro, ridotto a 14.000 euro ad ettaro nel caso in cui le domande di aiuto presentate superino del 50% le risorse destinate alla misura.
 
Redazione