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Quasi 17 mila visitatori, di cui 7 mila professionali provenienti da 40 Paesi, alla 25^ fiera florovivaistica internazionale di Varsavia Green is Life, dove hanno esposto 300 aziende di 12 nazioni. Novità: una piattaforma per gli ordini dei grossisti in loco e il Bonsai Show. L’elenco delle principali piante premiate.

I benefici ecologici e sociali del verde sono stati al centro dell’attenzione della 25^ edizione della fiera florovivaistica internazionale di Varsavia Green is Life, che aveva come tema ispiratore il motto “Chill Out in the Garden” (rilassarsi in giardino).
Un’edizione della principale fiera polacca dedicata alle piante, tenutasi dal 31 agosto al 2 settembre insieme alla Flower Expo Polska, a cui hanno partecipato 300 espositori da 12 nazioni. Un centinaio di aziende polacche e poi imprese provenienti da Olanda, la meglio rappresentata, e a seguire Belgio, Danimarca, Francia. C’erano anche espositori arrivati da Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Lituania. E nel comparto specificamente floreale pure imprese della Colombia, dell’Ecuador, del Kenya e dell’Italia.
I visitatori complessivi alla fiera, i cui primi due giorni erano riservati agli operatori professionali, sono stati 16860, fra i quali 7037 operatori da 40 Paesi. Le categorie di operatori più rappresentate erano: paesaggisti e altri soggetti appaltanti (24,18%), produttori di piante e vivaisti (23,58%), compratori e responsabili commerciali (18,96%), fioristi e negozi e grossisti di fiori (9,63%), fornitori di prodotti, servizi e tecnologie per il florovivaismo (6,79%) e soggetti pubblici coinvolti nel settore del verde (5,73%). La maggior parte di essi veniva da Lituania, Ucraina, Bielorussia, Russia, Olanda e Belgio. Ma sono arrivati visitatori anche da Slovacchia, Repubblica Ceca, Romania, Bulgaria, Repubblica Moldava e persino da India, Cina e Sudafrica. 
Fra le novità di quest’edizione, la piattaforma delle piante per i grossisti “Greenery”: il sistema per fare ordini di piante dedicato ai clienti grossisti, con la possibilità di scegliere fra oltre 1000 posizioni distribuite in quasi 2000 metri quadri di spazio espositivo. Altra novità è stato il Bonsai Show, che ha consentito ai visitatori di Green is Life di ammirare i maestri di questa disciplina all’opera per tre giorni.
Durante i tre giorni hanno avuto spazio anche concorsi e premi, come il Green Laurel, che selezionava prodotti, tecnologie per i vivai, giardini e aree verdi e concept di vendita. Tra le piante premiate, un melo multi-varietà di un’azienda polacca e poi, nella “Plant Novelties Competition”, l’Astilbe COLOR FLASH 'Beauty of Ernst' (medaglia d’oro), la Clematis ‘Taiga’ PBR e la Diervilla splendens DIVA 'El Madrigal' PBR (medaglie d’argento), la Chamaecyparis lawsoniana ‘Karaca’ (medaglia di bronzo). Distinzioni anche a Buddleja 'Pink Micro Chip' e Deutzia ‘YUKI CHERRY BLOSSOM' PBR. 

Redazione

Compie 25 anni la grande iniziativa di volontariato ambientale organizzata da Legambiente: appuntamento dal 22 al 24 settembre in tutta Italia per liberare dai rifiuti il territorio e raccontare l’economia circolare. Un gesto semplice da fare insieme per rinsaldare il rapporto tra ambiente e cittadini, comunità ed enti pubblici.


Da un quarto di secolo, ogni anno volontari di tutta Italia coordinati da Legambiente si danno appuntamento l’ultimo fine settimana di settembre per ripulire spazi pubblici dai rifiuti abbandonati. Con guanti, rastrelli, ramazze e sacconi ci si ritrova in piazze, strade, parchi urbani, lungo gli argini dei fiumi o delle strade statali, negli spazi “di nessuno” delle periferie. Giovani, anziani, italiani e non, amministrazioni locali, imprese, scuole, uniti da un unico obiettivo: rendere più vivibile e più bello il territorio in cui viviamo.
L'iniziativa di quest'anno è realizzata con il patrocinio del ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, di UPI (Unione Province Italiane), Federparchi, Borghi Autentici d’Italia e UNEP (Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite). Si tratta dell’edizione italiana di Clean up the world, il più grande appuntamento internazionale di volontariato ambientale che, nato a Sydney nel 1989, coinvolge ogni anno oltre 35 milioni di persone in circa 120 Paesi. Dal 1993 Legambiente ha assunto il ruolo di comitato organizzatore in Italia e dal 1995 si avvale della preziosa collaborazione della Rai.
"Puliamo il mondo" è soprattutto un gesto semplice da fare insieme per rinsaldare il rapporto tra ambiente e cittadini, comunità ed enti pubblici. Negli anni abbiamo utilizzato questo momento anche per parlare di periferie, di abusivismo edilizio, di città, di condivisione, di protagonismo dei cittadini, di disagio sociale, di virtù civica, di spreco alimentare, di pace, di legalità e per dire no al terrorismo e alle barriere di qualsiasi tipo.
«Queste 25 candeline le dedichiamo ora all’economia circolare - dichiara Rossella Muroni, presidente di Legambiente - per sottolineare l’urgenza di intraprendere la strada di una politica europea finalmente in grado di trasformare l’emergenza rifiuti in una grande opportunità economica e occupazionale. E perché esistono in Italia, tra aziende, cooperative, start-up, associazioni, realtà territoriali e Comuni, tante esperienze che hanno già investito su un nuovo modello produttivo e riciclano materie prime seconde che fino a oggi finivano in discarica. Storie che dimostrano come il nostro Paese abbia tutte le carte in regola per fare da capofila nell’Europa dell’economia circolare, se vorremo rivedere la nostra legislazione in merito, ancora inadeguata e contraddittoria».

Redazione

Dal 12 al 14 settembre 2017 all’Università di Milano convegno congiunto della Società italiana di agronomia e dell’Associazione italiana di agrometeorologia. Il 14 pomeriggio nella stessa sede, per i vent’anni dell’Aiam, workshop sugli sviluppi della disciplina rivolto soprattutto ai giovani.  


Agronomi e agrometeorologi insieme a discutere di strategie scientifiche per dare una risposta o quanto meno arginare i problemi che il cambiamento climatico crea ogni giorno di più all’agricoltura. 
Il 46° Convegno nazionale della Società italiana di agronomia (Sia) ed il XX Convegno nazionale dell´Associazione italiana di Agrometeorologia (Aiam) si svolgeranno in sede congiunta dal 12 al 14 settembre 2017 presso il Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali - produzione, territorio, agroenergia dell´Università degli studi di Milano. Titolo dell’appuntamento: “Strategie integrate per affrontare le sfide climatiche e agronomiche  nella gestione dei sistemi agroalimentari”.
Il convegno, introdotto dalle relazioni dei presidenti di Sia Carlo Grignani e di Aiam Federico Spanna, sarà articolato nelle seguenti sessioni:
- Sessione I "Innovazioni agro-ambientali a supporto delle politiche agrarie", sulle interazioni fra ricerca e politiche agricole e le possibili sinergie tra scala regionale, nazionale ed europea. 
- Sessione II "Strategie di pianificazione, gestione e monitoraggio dell´agroecosistema e delle filiere produttive", sulle strategie dalla scala aziendale a quella territoriale, le integrazioni delle filiere produttive, le strategie di lungo periodo e gli indicatori di successo, le nuove reti di raccolta ed analisi di dati, i big data e l’innovazione, la costruzione di scenari, l’adattamento al cambiamento climatico, i servizi agro-ambientali e altro ancora.
- Sessione III "Soluzioni operative e nuove tecnologie per un uso ottimale delle risorse", su agricoltura digitale, agricoltura di precisione, tecnologie informatiche, ambiti aziendali più promettenti, la priorità negli investimenti a  breve, gli  attori  coinvolti e la comunicazione partecipativa.
Per ulteriori informazioni clicca qui.
E, visto che l’Aiam compie venti anni, l’anniversario sarà festeggiato con un workshop in calendario il pomeriggio del 14 settembre 2017, nella stessa sede del convegno congiunto, e dedicato principalmente ai giovani in quanto proiettato sugli sviluppi futuri dell’agrometeorologia. Qui il programma.

Redazione

L'Osservatorio del Vino di Ismea e Unione Italiana Vini comunica i dati della vendemmia di quest'anno, che si rivela complessa e scarsa: 40 milioni di ettolitri segnano il calo della produzione italiana. Preservata comunque la qualità, ma per i produttori è troppo presto per tracciare un bilancio in termini di valore. Italia comunque meglio di Spagna e Francia e resta così leader mondiale della produzione di vino.

«Una vendemmia decisamente complessa, che ha reso difficile la ricognizione in tutte le zone vitate del Paese, caratterizzate da territori e vitigni molti diversi tra loro. Un insieme di realtà che hanno vissuto in modo completamente differente il bizzarro andamento stagionale di quest’annata. I cambiamenti climatici su scala globale stanno incidendo in maniera determinante anche sulle pratiche viticole delle nostre aziende; alcuni parametri climatico-ambientali - e, di riflesso, produttivi – si stanno modificando, mettendo in difficoltà i sistemi consolidati di misurazione previsionale dell’andamento produttivo.  
I dati rilevati ci parlano di una forte variabilità quali-quantitativa non solo tra zona e zona, ma all’interno dello stesso territorio tra micro aree differenti e, addirittura, tra vigneto e vigneto. La qualità, nella maggior parte delle zone analizzate, si mantiene su standard ottimali, anche se è troppo presto per definire con certezza come evolverà al termine della vendemmia e nei prossimi mesi. Nonostante un calo produttivo stimato del 26%, invece, secondo le previsioni rimaniamo sopra i 40 mln di ettolitri, confermando il primato produttivo mondiale del nostro Paese davanti a Spagna (38,4 mln) e Francia (37,2 mln)».
Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, commenta i risultati delle previsioni vendemmiali 2017, elaborate da Unione Italiana Vini e Ismea per l’Osservatorio del Vino, presentati oggi in una conferenza stampa organizzata presso il Mipaaf. Dopo i saluti di Ernesto Abbona e Raffaele Borriello, direttore generale Ismea, sono intervenuti Fabio del Bravo di Ismea e Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale CEEV (Comité Européen des Entreprises Vins). Il compito di chiudere l’incontro è stato affidato al viceministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Andrea Olivero. Ha moderato l’incontro Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini.
«Dalle previsioni vendemmiali di quest’anno, si delinea un quadro complesso ma eccezionale che non consente ad oggi un bilancio definitivo e andrà valutato nelle opportune sedi per la sua portata generale, anche con misure straordinarie - commenta il viceministro Andrea Olivero -. Il bicchiere è mezzo pieno, nonostante una vendemmia scarsa, l’Italia mantiene il primato della produzione mondiale con 40 milioni di ettolitri. Oggi più che mai siamo consapevoli che i cambiamenti climatici incidono in modo sempre più determinante sul settore agricolo e vitivinicolo in particolare; di conseguenza l’innovazione e la cura professionale dei vigneti consentono una maggiore competitività, assicurando maggiori ricavi a tutti gli attori della filiera ed è in questa direzione che dobbiamo continuare ad operare».
Per Raffaele Borriello i numeri vanno comunque inquadrati in un contesto più generale, dato che il vino italiano registra da anni una performance positive, soprattutto in termini di riconoscibilità e affermazione sui mercati esteri: «anche quest’anno i dati indicano una crescita tendenziale maggiore del 6% in volume e in valore, prefigurando la possibilità di raggiungere la soglia dei sei miliardi di euro entro fine anno. Il rafforzamento del sistema produttivo e imprenditoriale degli ultimi anni consentirà al comparto del vino italiano di reagire a quest’annata meno favorevole.»   

Redazione

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che oggi il Vice Ministro Andrea Olivero ha preso parte alla riunione informale dei Ministri dell’agricoltura dell’Ue a Tallinn, che tra i suoi temi principali aveva la gestione del rischio in agricoltura.

“Le recenti crisi dei mercati - dichiara il Vice Ministro - hanno dimostrato che gli attuali strumenti di gestione del rischio e le misure di mercato dell'Organizzazione Comune dei Mercati non sono sufficientemente adeguate. Anche lo strumento della copertura assicurativa, pure tra i più efficaci, va semplificato e migliorato”.
oll3“Nella prospettiva della futura PAC - aggiunge - occorre creare strumenti in grado di rafforzare ed incentivare l'aggregazione dell'offerta, garantire la sicurezza dei prodotti alimentari e assicurare la trasparenza necessaria nella catena alimentare, in particolare nella fase di formazione dei prezzi”.
“Occorre garantire - sottolinea - adeguate risorse valorizzando i pagamenti diretti come strumento essenziale dell'Unione per la produzione di ‘beni pubblici europei’, per la modernizzazione e la competitività delle aziende, ancorandoli a parametri quali l'occupazione, la qualità delle produzioni e il valore aggiunto. La politica di gestione del rischio dovrebbe infine promuovere gli investimenti nelle aziende volte a ridurre i rischi legati a calamità naturali e ai cambiamenti climatici”.
“Data la rilevanza del tema - conclude - la gestione del rischio in agricoltura sarà anche affrontato nella riunione dei Ministri dell’agricoltura del G7, che si terrà a Bergamo il 14 e 15 ottobre”.

Redazione