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A Ipm Essen assegnati i premi del 2018 di Aiph (l’associazione internazionale dei florovivaisti). Il “Produttore internazionale dell’anno 2018” è l’azienda leader delle orchidee Phalaenopsis, Ter Laak Orchids. Esulta Royal FloraHolland: «una pioggia di premi alle imprese olandesi».

 
Il premio “International Grower of the Year 2018” (Produttore internazionale dell’anno 2018) e la categoria “Sostenibilità” a Ter Laak Orchids. La categoria “Fiori recisi” a Jub Holland, con il 4° posto a Holla Roses. La vittoria della sezione “Inspiring Business” (business stimolante) a Kwekerij van Wijgerden.
E’ stata una pioggia di successi olandesi alle premiazioni di Aiph (l’associazione internazionale dei produttori florovivaistici) del 23 gennaio scorso nell’ambito di Ipm Essen, la fiera numero uno al mondo del settore. A sottolinearlo è stata oggi una nota di Royal FloraHolland, partner dei premi di Aiph, che ha voluto rimarcare il primato orange nel florovivaismo.
Del resto è olandese anche il presidente di Aiph, Bernard Oosterom (vedi nostra intervista), che ha così commentato i risultati dei premi: «vorrei congratularmi sinceramente con Ter Laak Orchids e con tutti i nostri vincitori, dopo quella che è stata una favolosa cerimonia di premiazione e la celebrazione del meglio del nostro settore. L'industria dell'orticoltura ornamentale può essere orgogliosa delle numerose e straordinarie imprese che contiene, leader mondiali in materia di innovazione, sostenibilità e sviluppo tecnologico».
In effetti Ter Laak Orchids può essere definita senza timore di smentite una leader mondiale dell’innovazione, grazie alle sue serre di Phalaenopsis dove tutto è automatizzato e digitalizzato, con un macchinario capace di fotografare e archiviare i dati di ogni orchidea in produzione, in uno scenario da Grande Fratello (vedi nostro servizio). Winnar Eduard ter Laak ha così commentato la vittoria: «cerchiamo ogni giorno la massima qualità. Questo è il motivo per cui investiamo continuamente in innovazioni tecniche e nello sviluppo del nostro prodotto. Lo facciamo sempre in modo sostenibile, perché il rispetto per gli esseri umani e il loro ambiente è semplicemente nella nostra natura. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri clienti, fornitori e dipendenti per alzare l’asticella ogni giorno un po’ più in alto. Non investiamo solo nel nostro prodotto, ma anche in relazioni durature. Che i nostri sforzi siano ora premiati con questo importante premio è fantastico!».
 
Ecco l’elenco dei premi:
 
Fiori recisi
ORO – JUB Holland (Jac. Uittenbogaard & Zonen BV). – The Netherlands
ARGENTO – AYURÁ SAS Pride / Eclipse Flowers – Colombia
BRONZO – Saidi-Ronen – Israel
4° POSTO – Holla Roses – The Netherlands / Ethiopia
 
Giovani piante
ORO – Van Belle Nursery Inc. – Canada
ARGENTO – Yunnan YinMore Flower Industry Co., Ltd. – China
 
Piante e alberi
ORO – Ter Laak Orchids – The Netherlands
ARGENTO – Van Belle Nursery Inc. – Canada
BRONZO – Yunnan Weijunkai Garden Engineering Co., Ltd. – China
 
Sostenibilità
VINCITORE – Ter Laak Orchids – The Netherlands
 
Business stimolanti
VINCITORE – Kwekerij van Wijgerden – The Netherlands
 
A questo link altre informazioni e un filmato www.aiph.org/groweroftheyear .
 
L.S.

Sarà la Bulgaria ad avere la presidenza di turno per la prima sessione del Consiglio Agricoltura dell'Unione europea che si terrà il 29 gennaio a Bruxelles. Verrà presentato il programma di lavoro per il semestre e, come da anticipazioni già circolate, in primo piano ci sarà la comunicazione sulla politica agricola comune post 2020.
Sono previsti una serie di dibattiti allo scopo di approfondire il livello dei cambiamenti proposti nel testo delle'Esecutivo della Ue e i risultati verranno redatti a giugno durante la prima riunione informale del Consiglio.
La vecchia Pac potrebbe cambiare, infatti a maggio saranno rese note le proposte di Bruxelles sul prossimo quadro finanziario pluriennale dell'Unione 2021-2027 e di conseguenza anche il destino finanziario della politica agricola potrebbe mutare. Molto dipenderà dall'ammontare dei futuri finanziamenti e su questo ci sono sostanziali differenze di pensiero tra i vari paesi. L'Italia ha puntato sull'ipotesi di cofinanziare gli aiuti diretti per diminuire gli effetti dei possibili tagli, Spagna e Francia sono su posizioni opposte. La Germania risulta quindi decisiva. Qui il rilancio del progetto europeo potrebbe fare da collante per la nuova coalizione.
Grazie ai rapporti della Commissione il Consiglio continuerà a monitorare i mercati con particolare attenzione ai cambiamenti dei prezzi e della produzione del settore bieticolo-saccarifero, per la prima volta alle prese con la campagna di commercializzazione senza quote.
Si spera di iniziare ad esaminare la proposta di regolamento, che verrà presentata ad aprile, e che riguarderà il rafforzamento del settore agricolo all'interno della filiera e il contrasto alle politiche commerciali sleali. Inoltre la Francia presenterà le conclusioni della conferenza sulla Xylella che si è tenuta lo scorso 1 dicembre a Parigi.

Redazione

Il battesimo di Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro il 19 gennaio a Campi Bisenzio: la fusione di Cia Pistoia e Cia Firenze-Prato porta in dote oltre 4500 soci agricoltori. Il direttore è Sandro Piccini e il neo presidente è Sandro Orlandini, che commenta: «sì all’agricoltura multietnica per sostenere il ricambio generazionale, ma solo nel rispetto delle leggi, che devono essere più semplici per favorirne la piena applicazione». Il presidente nazionale di Cia, Scanavino: lavoriamo a una norma attuativa del nuovo regolamento europeo fitosanitario che lo snellisca. Il presidente toscano Brunelli: Toscana Centro rappresenta più della metà del Chianti Classico.

 

Tra i punti del programma: no ad Atc con contributi per i danni dei selvatici che escludono molti agricoltori; agli olivicoltori (1500 soci) supporto nella sfida della qualità e innovazione; per la viticoltura (oltre 500 soci) rivitalizzazione dei consorzi; sul florovivaismo (388 soci) una piattaforma per le piccole e medie imprese vivaistiche piegate da caso Bruschi e tempi di pagamento; buone prospettive per i 160 agriturismi e per la filiera del bosco; sì convinto al biologico, ma c’è spazio anche per altri tipi di agricoltura. 
Un soggetto di rappresentanza agricola con oltre 4500 soci che ha un bacino di potenziale utenza agricola molto grande sia per numero di aziende sia per livelli di fatturato e la quota più alta, fra le articolazioni territoriali in Toscana, della produzione lorda vendibile (plv), grazie soprattutto alla forte presenza di aziende vivaistiche, vitivinicole e agrituristiche. E che abbraccia, oltre a tutta l’area metropolitana pianeggiante Firenze-Pistoia, la montagna pistoiese e il Montalbano, il Mugello e il Chianti. Con due elementi che più lo contraddistinguono, pur in un sistema agricolo policentrico e diversificato in cui sono presenti un po’ tutti i comparti, dal bosco fino alla zootecnia: 1) la concentrazione di aziende florovivaistiche (distretto vivaistico ornamentale di Pistoia più una parte del distretto floricolo interprovinciale Pistoia-Lucca: la Valdinievole); e 2), in una regione dove l’olivicoltura è diffusa ovunque, la specificità di coprire l’intera filiera olivo-olio (vivaismo, coltivazione, estrazione, commercializzazione), dal vivaismo olivicolo di Pescia ai produttori e frantoi e stabilimenti di confezionamento nelle sue tre province (da Valdinievole e Montalbano alle colline intorno a Firenze, compreso il neo distretto biologico di Fiesole, in gran parte vocato all’olivicoltura).
Questo, in sintesi, l’identikit di Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro (in breve Cia Toscana Centro), la nuova articolazione territoriale della Confederazione italiana agricoltori, nata per la fusione di Cia Firenze-Prato e Cia Pistoia e battezzata oggi con l’assemblea elettiva che ha sancito la presidenza del candidato unico Sandro Orlandini, ex presidente di Cia Pistoia; con la direzione affidata a Sandro Piccini, proveniente da Cia Firenze. Un’assemblea che si è svolta a Villa Montalvo, a Campi Bisenzio, e che ha visto la partecipazione di importanti esponenti istituzionali e politici locali e nazionali, proprio a pochi giorni dalla scandalosa scoperta nella piana circostante di coltivazioni di ortaggi cinesi illegali. Tema scottante su cui, in linea con quanto affermato dal presidente di Cia nazionale Dino Scanavino qualche settimana fa all’Accademia dei Georgofili, il neo presidente di Cia Toscana Centro Sandro Orlandini si è così espresso: «sì all’agricoltura multietnica per sostenere il ricambio generazionale, ma solo nel rispetto delle leggi, che devono essere più semplici per favorirne la piena applicazione».
Il programma di mandato presentato da Sandro Orlandini si prefigge di dare risposte efficaci sia ai problemi trasversali dell’agricoltura nelle tre province di Firenze, Pistoia e Prato, sia a quelli specifici emersi in ciascuno dei principali settori. Fra i primi, Orlandini ha citato i danni alle attività agricole degli animali selvatici, in particolare gli ungulati. Fra indennizzi insufficienti da parte degli Atc (ambiti territoriali di caccia), selvatici in sovrannumero e “opere di prevenzione” facilmente violate da essi, ha fra l’altro detto Orlandini, «i nostri agricoltori si sentono letteralmente “disarmati” ed impotenti di fronte a questo flagello. Ci sarà molto da lavorare sugli Atc appena riformati e un punto da chiarire al più presto è quello del passaggio dal sistema degli indennizzi a quello dei contributi, che per via della soglia minima rischia di mettere fuori gioco molti agricoltori».
Altro grande problema trasversale sono le calamità naturali conseguenti al cambiamento climatico, che Orlandini ha analizzato in relazione all’impatto che hanno sull’olivicoltura, ambito in cui Cia Toscana Centro può vantare, contando anche i piccoli olivicoltori, circa 1500 associati (1000 da Firenze e Prato, 500 da Pistoia). «Gelate tardive, colpi di calore primaverili ed estati troppo umide e piovose (o troppo calde e siccitose) – ha detto - hanno di fatto portato, a volte combinate agli attacchi di insetti nocivi e vari agenti patogeni, un forte ridimensionamento produttivo. Proprio quando, nonostante i costi di produzione spesso ancora troppo alti, c’è una domanda disponibile a riconoscere agli oli di qualità prezzi remunerativi». Per Orlandini le risposte ai problemi dell’olivicoltura stanno nella qualità e negli oli a denominazione (Toscano Igp ecc.), nella tracciabilità e nell’innovazione, ma «è necessario anche realizzare nuovi impianti e aumentare le superfici olivate».
Riguardo alla viticoltura, che in Cia Toscana Centro significa oltre 500 aziende (318 a Firenze-Prato e 188 a Pistoia) «nonostante i grandi investimenti realizzati dal settore agricolo nel rinnovamento dei vigneti, i problemi non mancano», ha affermato Orlandini, a cominciare dalla «grande volatilità dei prezzi», che non consente di fare programmi a lungo termine. «Il ruolo dei consorzi in questo momento è determinante e la Cia, tramite le proprie espressioni, deve essere di pungolo a rivitalizzare questi strumenti indispensabili nella programmazione. I consorzi non possono essere visti solo come una gabella dai produttori, ma devono essere a fianco del mondo della produzione per stabilizzare i prezzi, rendere remunerativo il prodotto vino e consentire alle nostre imprese di essere in grado di sostenersi economicamente».
Grandissima attenzione, poi, al florovivaismo, che da solo contribuisce in maniera imponente alla plv agricola regionale e anche a quella delle imprese di Cia Toscana Centro (che conta 388 aziende orto-florovivaistiche: 339 a Pistoia, 49 a Firenze-Prato). Sul vivaismo ornamentale del distretto pistoiese è stato presentato un ordine del giorno dedicato all’impatto negativo del caso Bruschi sulle piccole aziende fornitrici, in cui è scritto che per salvare i 42 dipendenti della Vivai Bruschi tramite il subentro di Giorgio Tesi Group si sono sostanzialmente messe a rischio circa 400 persone delle aziende creditrici, e alla necessità di una «piattaforma» per risollevare le sorti della piccola e media impresa vivaistica piegata dalla lunghezza dei tempi di pagamento, Riguardo alla floricoltura della Valdinievole, due sono gli obiettivi del programma: rilancio del Mercato dei fiori di Pescia e della cooperativa Flora Toscana.
Anche nella filiera del bosco Cia Toscana Centro, ha detto Orlandini, «continuerà ad avere un ruolo guida (già espresso a nome di Cia nazionale nel Tavolo della filiera del legno). Grazie anche al supporto di Aiel-Cia (l’associazione italiana delle energie agroforestali di Cia), si punterà allo sviluppo delle imprese forestali e alla valorizzazione delle biomasse legnose, continuando ad utilizzare ove possibile lo strumento dei Pif (Progetti integrati di filiera)». Molto interessanti poi i numeri degli agriturismi di Cia Toscana Centro: già in partenza sono associate 160 aziende agrituristiche nelle tre province. «Alcune di queste sono già fattoria sociale o fattoria didattica – ha ricordato - e hanno chiesto un’attenzione particolare che riteniamo doverosa nei confronti di un segmento che ha buone prospettive future, vista l’esigenza di servizi di tipo sociale nelle aree rurali, a cui l’ente pubblico da solo fa fatica a dare risposte adeguate. La multifunzionalità nel suo insieme è ormai un valore aggiunto della nostra agricoltura, una componente che garantisce nuove attività e un reddito in altro modo improbabile da raggiungere, specialmente nelle aree svantaggiate e marginali».
Da ricordare inoltre il capitolo agricoltura biologica, che vede Cia all’avanguardia da anni grazie ad Anabio, organizzazione che ha precorso i tempi. Questo settore è in costante crescita e la Toscana oggi, con oltre 4 mila operatori, è tra le prime cinque regioni italiane e la prima per numero di trasformatori di prodotti bio. Cia Toscana Centro crede nel vantaggio competitivo dei metodi di coltivazione biologica, vista l’alta domanda dei consumatori «sempre più consapevoli e attenti alla salubrità dei prodotti alimentari» e alla «gestione sostenibile e virtuosa del suolo e dell’ambiente». Via libera dunque alla promozione dei distretti biologici, che possono essere un valore aggiunto, ma senza posizioni oltranziste, perché c’è spazio per altre forme di agricoltura e per la qualità produttiva anche fuori dai confini del biologico.
Il presidente nazionale di Cia Dino Scanavino, concludendo i lavori, ha commentato il programma ricordando fra l’altro, sul florovivaismo, che il «nuovo regolamento fitosanitario europeo, che impone di trattare e tracciare le piante quasi come fossero animali, potrebbe significare un appesantimento burocratico enorme per le aziende florovivaistiche, per questo si sta lavorando alla definizione di una norma attuativa italiana che corregga per quanto possibile gli eccessi burocratici comunitari». Sull’olivicoltura ha detto: «dobbiamo individuare, anche con l’aiuto del vivaismo olivicolo, un’olivicoltura capace di livelli produttivi più alti pur conservando la biodiversità che la contraddistingue».
Mentre Luca Brunelli, presidente di Cia Toscana, ha rimarcato che la creazione di Cia Toscana Centro è «una razionalizzazione che consente economie di scala, e di rafforzare l’offerta di servizi qualificati ai soci, con benefici anche sul livello politico-sindacale». Riguardo alla nuova articolazione territoriale, ha osservato che essa «rappresenta la parte maggiore del Chianti Classico, un onore ma anche una importante responsabilità» e che l’unificazione in essa di tre grandi comparti produttivi come vitivinicoltura, olivicoltura e florovivaismo, può dare un grosso contributo a quella promozione unitaria dell’agricoltura toscana che auspico».
 
Redazione

Venerdì 19 gennaio, oltre agli interventi dei presidenti nazionale e regionale della Confederazione Italiana Agricoltori, sono programmati anche quelli degli assessori regionali all’agricoltura Remaschi e all’ambiente Fratoni. Saluti dei sindaci di Campi Bisenzio e Pistoia, del vice sindaca della Città Metropolitana di Firenze, dell’assessore alle politiche economiche del Comune di Prato, e dei presidenti delle Camere di commercio di Firenze, Pistoia e Prato.

L'assemblea si terrà questo venerdì, a partire dalle ore 9 fino alle 13, presso la Limonaia di Villa Montalvo, situata in via di Limite, 15 a Campi Bisenzio, Firenze. Con l’assemblea elettiva sarà ufficializzato il nome del presidente e nascerà ‘Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro’, la nuova realtà della Confederazione italiana agricoltori che nasce dall’unione di Cia Firenze-Prato e di Cia Pistoia e si affiancherà alle altre articolazioni territoriali (provinciali o interprovinciali) di Cia in Toscana: Arezzo, Grosseto, Livorno, Pisa, Siena e Toscana Nord.
Un soggetto di rappresentanza agricola con oltre 4.500 soci che avrà un bacino di potenziale utenza agricola enorme sia per numero di aziende (più di 10.600 registrate alla camere di commercio) che per livelli di fatturato, con la quota più alta, fra le articolazioni territoriali di Cia, della plv (produzione lorda vendibile) regionale, grazie in particolare alla forte presenza di aziende vivaistiche, vitivinicole e agrituristiche. Un soggetto che, considerando anche le sezioni di rappresentanza delle persone (fra cui in primis i pensionati), arriva a un totale di 14 mila iscritti e inciderà significativamente su un territorio con oltre 1 milione e mezzo di abitanti (il 41% della popolazione regionale) che si estende per 4800 metri quadrati e abbraccia 69 Comuni (un quarto di quelli toscani).
Al battesimo di Cia Toscana Centro sono previsti, oltre alle relazioni dei presidenti dei vari livelli della Confederazione italiana agricoltori, inclusi i presidenti nazionale Dino Scanavino e regionale Luca Brunelli, interventi degli assessori regionali all’agricoltura, Marco Remaschi, e all’ambiente, Federica Fratoni. Porteranno il loro saluto i sindaci di Campi Bisenzio Emiliano Fossi e di Pistoia Alessandro Tomasi, la vice sindaca della Città Metropolitana di Firenze Brenda Barnini, l’assessore alle politiche economiche del Comune di Prato Daniela Toccafondi, i presidenti delle camere di commercio di Firenze, Leonardo Bassilichi, di Pistoia, Stefano Morandi, e di Prato, Luca Giusti. Sono stati invitati all’incontro anche parlamentari italiani ed europei del territorio e esponenti di associazioni di rappresentanza delle imprese.
Nell’occasione il neo presidente di Cia Toscana Centro, che terrà una relazione sullo stato dell’agricoltura nella sua area di riferimento e sul programma di mandato, è a disposizione dei giornalisti per interviste. Al termine dell’incontro, intorno alle 13, sarà organizzato un buffet a cura delle Donne in campo di Cia.
 
Redazione

Il Ministro Maurizio Martina, in occasione della presentazione fatta a Roma insieme al Presidente di Ismea Enrico Corali e al Direttore generale Raffaele Borriello, ha dato il via alla procedura di messa in vendita di 8mila ettari della Banca nazionale delle terre agricole pronti a essere coltivati. Si tratta del primo lotto che fa parte di un'operazione complessiva da oltre 20mila ettari.

La Banca nazionale delle terre agricole, gestita da Ismea, negli ultimi mesi ha registrato un boom di interesse: 137mila visualizzazioni e 16mila utenti registrati. La Banca, tutta online, è nata per consentire a chi, soprattutto giovani, cerca terre pubbliche da far tornare all'agricoltura.
"Diamo nuovo valore ai terreni pubblici - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - con un  investimento su sostenibilità, economia e lavoro e per questo ai giovani interessati spettano mutui agevolati. Con la Banca nazionale delle terre agricole stiamo sperimentando una nuova forma di rivalutazione dei beni comuni, con l'obiettivo chiaro di favorire lo sviluppo di nuove realtà agricole nei territori. Le risorse che derivano dalla vendita dei terreni saranno totalmente dedicate al sostegno dei giovani agricoltori. Un lavoro che stiamo portando avanti con più strumenti, guardando soprattutto al ricambio generazionale. Abbiamo chiuso proprio in questi giorni anche il bando per il primo insediamento in agricoltura, che aiuta gli under 40 ad acquistare terreni e imprese. Più di 3mila ettari di terra e 100 nuove aziende nascono grazie ai 60 milioni di euro che abbiamo investito con Ismea. Sono semi di futuro del nostro Paese".
Nello specifico trovare un terreno è facile, visto che il sito ha le terre geolocalizzate che possono essere ricercate per Regione. Tutte le informazioni, dalla posizione alle caratteristiche naturali, le tipologie di coltivazioni e i valori catastali sono disponibili sul sito di Ismea. Gli utenti possono consultare la Banca anche per grandezza dei terreni disponibili, potendo così fare ricerche più mirate alle esigenze produttive.
In Italia si contano ben 8.174 ettari di terreno agricolo. La Sicilia è la regione italiana più agricola con ben 1700 ettari di terreno, seguono Toscana e Basilicata con 1300 ettari, Puglia con 1200, 660 ettari in Sardegna e quasi 500 ettari in Emilia Romagna e Lazio. Le colture sono molteplici e variano dal seminativo, 3770 ettari, ai prati e pascoli con 1930 ettari, ai boschi con 800 ettari. Significativi gli ettari destinati alla coltivazione di uliveti e vigneti, rispettivamente 450 e 340 unità.
La procedura prevede un percorso semplice:
- Da dicembre: manifestazione d'interesse per uno o più lotti sul sito della Banca della Terra
- Da febbraio: procedura competitiva a evidenza pubblica tra coloro che hanno manifestato interesse
Inoltre, per i giovani, c'è la possibilità di mutui a condizioni più favorevoli da parte di ISMEA se la richiesta è effettuata da under 40.

Redazione