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A Spello (PG) l’11 e 12 novembre si sono svolte le premiazioni del concorso “Comuni fioriti” organizzato da Asproflor. Nessuno dei tre comuni toscani presenti ha raggiunto il livello più alto (4 fiori rossi), ma tutti e tre sono stati premiati: Montecarlo di Lucca e Fivizzano con 3 fiori rossi, Castellina in Chianti con 2 fiori rossi.

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Fra due settimane si terrà il secondo workshop del progetto Fertinnowa con un focus particolare sulle nuove tecnologie per l'irrigazione e la fertirrigazione. La due giorni di studi e visite ad aziende d'avanguardia si terrà dal 15 al 16 novembre al World Horti center in Olanda: le iscrizioni chiuderanno il 6 novembre.


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Dall’analisi sul Dossier Statistico Immigrazione 2017, a cui la Cia-Agricoltori Italiani ha contribuito con la redazione di una sezione, emerge il ruolo centrale dell'agricoltura quale creatrice di nuovi posti di lavoro, anche per gli immigrati. Cia sottolinea dunque come sei debba procedere verso una seria politica di lavoro e integrazione e non più di emergenza.
«L’agricoltura italiana crea nuovi posti di lavoro, anche per gli immigrati: nell’ultimo anno è stato l’unico settore, insieme ai servizi, ad aver registrato un saldo occupazionale positivo per i lavoratori stranieri.» Così la Cia-Agricoltori Italiani, in merito al Dossier Statistico Immigrazione 2017, presentato a Roma dal Centro Studi e Ricerche Idos in collaborazione con l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.
D’altra parte, si tratta di una fetta rilevante del comparto: oggi i lavoratori nati all’estero e occupati nei campi in Italia sono quasi 345 mila, vale a dire un terzo dei circa 900 mila addetti totali. Di conseguenza, mentre l’agricoltura incide sull’occupazione in media per il 3,8%, questo valore sale al 5,6% tra gli stranieri.
«Sono numeri che confermano quanto l’agricoltura sia diventata multietnica -osserva la Cia-. Ora bisogna implementare regole semplici e chiare favorevoli alla presenza e alla stabilizzazione degli immigrati. Questo approccio deve presupporre l’abbandono della politica dell’emergenza e l’avvio, invece, di un seria politica sull’immigrazione con una duplice priorità: lavoro e integrazione.»
Quest’anno la Cia ha contribuito alla realizzazione del Dossier con la redazione del capitolo “Stranieri e lavoro non regolare: il caso dell’agricoltura e del caporalato” curato da Claudia Merlino (responsabile Settore Organizzazione e Relazioni Sindacali) e Danilo De Lellis (responsabile Ufficio Lavoro). Una sezione in cui sono stati analizzati i dati riferiti all’attività ispettiva nel settore primario, evidenziando come l’agricoltura operi nella legalità più degli altri comparti produttivi.
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Dopo due anni di attesa, arriva l'approvazione da parte della Camera della proposta di legge su “Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati”. Per l'agricoltura la preziosa opportunità di utilizzare mille ettari in coltura protetta.
La coltivazione e la lavorazione della cannabis per uso terapeutico rappresentano dunque un'opportunità per il mondo agricolo: si potrebbero generare almeno 10 mila posti di lavoro e un giro di affari di 1,4 miliardi di euro (stima Coldiretti). Un importante passo in avanti dovrebbe essere quello di creare una filiera totalmente italiana, dall'agricoltura all'industria farmaceutica, soprattutto valutando l'opzione di utilizzare per la coltivazione della cannabis le serre dismesse o abbandonate dall'ortofloricoltura.
Mario Catania, Campo progressista, ex ministro delle Politiche agricole, dichiara la propria soddisfazione per il provvedimento che, superando la demonizzazione del prodotto, porta nuova linfa al settore agricolo.
Intanto, continuano a far discutere alcuni casi di tabaccherie che espongono in vendita prodotti contenenti cannabis legale, ovvero con principio attivo Thc, ma senza effetti psicoattivi, soltanto sedativi. Se si tratta di un prodotto medicale, non deve essere venduto nelle tabaccherie, lamentano alcuni rappresentanti della Federazione Italiana Tabaccai.
Redazione
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Otto milioni di euro a disposizione per promuovere il vino toscano sui mercati internazionali: questo il contenuto del bando "OCM Vino – Promozione" che si è aperto in questi giorni. Il bando, promosso dalla Regione Toscana e finanziato con le risorse comunitarie, prevede l'assegnazione di contributi per lo svolgimento di campagne di promozione dei vini toscani, sui mercati internazionali esterni all'Unione Europea.
«E' una opportunità importante per tutta la filiera vino toscano- evidenzia l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi - Questi contributi possono aiutare le nostre denominazioni a rafforzarsi sui mercati e a favorire l'apertura di nuove relazioni».
Possono partecipare al bando varie tipologie di soggetti come le organizzazioni professionali e interprofessionali, le organizzazioni di produttori di vino, i consorzi, i produttori, soggetti pubblici. La misura del contributo per la promozione sui mercati esteri è commisurata alla tipologia di azioni previste e varia da un contributo minimo di 50,000 euro e un massimo di 500mila euro.
Il contributo dovrà essere destinato a coprire fino ad un massimo del 50% delle spese sostenute per:azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità, partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale, campagne di informazione, e infine studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione.
Le domande dovranno essere presentate esclusivamente on-line, sul sistema informatico di Sviluppo Toscana S.p.A, entro e non oltre le ore 13:00 del 13 novembre prossimo.
Redazione