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Modificata la disciplina di aiuto ai territori colpiti da Xylella stabilendo tra l’altro il termine di 4 anni per il reimpianto degli olivi. Prorogata di 2 mesi la tempistica dei programmi di promozione del vino nei Paesi terzi e fino al 31 dicembre 2021 la validità delle autorizzazioni agli impianti in scadenza nel 2020.
Il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli ha firmato tre decreti finalizzati a sostenere i comparti olivicolo e vitivinicolo sui quali era stata raggiunta l'intesa nell’ultima seduta della Conferenza Stato-Regioni.
Riguardo all’olivicoltura, è stata modificata la disciplina di aiuto per i territori colpiti dal batterio della Xylella fastidiosa, la cui produzione olivicola è ancora in forte sofferenza. Lo schema di decreto, tenendo conto che l'attuale livello di produzione nei territori colpiti possa essere garantito solo con azioni di sostegno che tengano conto delle caratteristiche poliennali della coltura, stabilisce il termine di quattro anni per procedere al reimpianto degli ulivi, nonché norme specifiche per continuare a beneficiare dell'aiuto accoppiato nel periodo in cui la superficie olivicola è improduttiva.
Due i decreti che riguardano la vitivinicoltura e sono finalizzati a sostenere l'intero comparto, fortemente colpito dalle conseguenze derivate dal blocco del canale Ho.re.ca. e dalla crisi dell'export a causa dell'emergenza epidemiologica da Covid-19.
Il primo decreto riguarda la promozione nei Paesi terzi dei prodotti vitivinicoli italiani, per i quali viene prorogata di due mesi la tempistica di esecuzione dei programmi per l'annualità 2020/2021, per favorire la maggiore spesa possibile del sostegno previsto dalla misura “Promozione nei Paesi terzi dell'OCM Vino” e incoraggiare le dinamiche di riequilibrio dei mercati legati a tale settore, anche considerando l'evoluzione della situazione epidemiologica, dovuta alla pandemia da COVID-19, nei mercati dei Paesi terzi e sul territorio nazionale, nonché le conseguenze che le misure di contenimento sulla sua diffusione hanno avuto e continuano ad avere sul settore vitivinicolo e sugli scambi commerciali tra Europa e Paesi terzi.
Il secondo decreto invece, in vigore dal 1 gennaio 2021, dà attuazione ad alcune disposizioni comunitarie recentemente adottate per fronteggiare il perdurare della crisi derivante dalla pandemia e presenta una serie di proroghe di adempimenti a carico dei produttori vitivinicoli di imminente scadenza. In particolare viene consentita una certa flessibilità nella implementazione e gestione delle misure inserite nel Programma nazionale di sostegno al settore vitivinicolo (PNS), vengono derogati i pagamenti di alcuni contributi e infine, per quanto riguarda le autorizzazioni agli impianti, è prorogata al 31 dicembre 2021 la validità delle autorizzazioni in scadenza nel 2020 con la possibilità, per i produttori che non hanno più intenzione di utilizzare l'autorizzazione o di usufruire della proroga, di non incorrere in sanzioni.
Redazione
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Presentato il rapporto di Ismea sulla gestione del rischio in agricoltura, con i dati sulle assicurazioni agricole nel 2020. Tenuta delle polizze agricole agevolate nel comparto coltivazioni vegetali (pari a 6,1 miliardi di euro: il 72% del totale). Premi cresciuti dell’11% sul 2019. Primato del nord Italia e delle polizze sulle uve da vino (il prodotto più assicurato con 1,97 miliardi di euro). Tra le novità il Fondo pubblico di mutualità per i rischi catastrofali e gli Standard value per la verifica dei valori assicurati.
Nel 2020 si è registrato un significativo incremento delle polizze assicurative sulle strutture, principalmente serre e impianti di protezione per le colture, per un valore pari ad oltre 1 miliardo di euro e in crescita del 5,9% sul 2019.
A comunicarlo nei giorni scorsi l’Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, che ha presentato il “Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura 2021” con i dati dell’anno scorso sulle assicurazioni agricole, realizzato in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
«I numeri della campagna assicurativa 2020 – si legge nel comunicato di Ismea - indicano una sostanziale tenuta del mercato delle polizze agricole agevolate, con valori per oltre 6,1 miliardi di euro nel solo comparto delle coltivazioni vegetali (-0,1% sul 2019), rappresentativo del 72% del totale». «Complessivamente – continua la nota -, considerando anche le polizze zootecniche e quelle contro i danni alle strutture aziendali, si è andati oltre la soglia degli 8,5 miliardi di euro (stime ISMEA sui dati trasmessi dalle compagnie assicurative), con una crescita dello 0,4%». Ma nelle assicurazioni specifiche del comparto zootecnico, per lo più destinate alla copertura dei rischi sanitari (1,3 miliardi), si è verificata una riduzione dell’1,5%.«L'evoluzione dei costi assicurativi nel 2020 - rivela ancora Ismea - ha confermato la tendenza già riscontrata nelle precedenti campagne. Per le colture vegetali i premi hanno raggiunto il più alto livello di sempre (557,8 milioni di euro), con un balzo dell'11% rispetto al 2019. Ai massimi storici anche la tariffa media applicata dalle compagnie, che nel 2020 ha superato per la prima volta la soglia del 9%».
Per territori, «il primato, in termini di valori assicurati, spetta alle regioni settentrionali (Veneto, seguito da Emilia-Romagna e Lombardia), che, limitatamente alle polizze sulle colture vegetali, concentrano il 79,5% del totale nazionale. Tuttavia, mentre il Nord cede qualche decimo di punto, continua a rafforzarsi la partecipazione delle regioni del Mezzogiorno, comprese le Isole, che dal 10,6% del 2019 hanno superato nel 2020 l'11,2% di incidenza, massimo degli ultimi cinque anni. Invariata la quota del Centro Italia, al 9,3%».
«A concentrare i maggiori valori – precisa Ismea - sono ancora le polizze sulle uve da vino, in assoluto il prodotto più assicurato, con 1,97 miliardi di euro, in crescita dello 0,5% sul 2019. Numeri significativi si registrano anche per mele e riso, rispettivamente con 672 e 430 milioni circa, seguiti dal mais da granella e dai pomodori da industria».
«L'importanza del tema della gestione del rischio, a fronte degli eventi sempre più ricorrenti associati ai cambiamenti climatici – si osserva - ha stimolato il dibattito anche in sede di riforma della PAC, evidenziando l'esigenza di affiancare al tradizionale sistema delle polizze agevolate, dati i limiti di capacità assuntiva, uno strumento innovativo costituito da un Fondo pubblico di mutualità circoscritto ai rischi catastrofali (gelo, siccità e alluvione). Il sistema della gestione del rischio registra da quest'anno anche l'importante novità degli Standard Value, elaborati dall'ISMEA e approvati dal MIPAAF. Si tratta di parametri introdotti per la verifica dei valori assicurati, quale elemento di semplificazione nelle procedure amministrative per la gestione del sostegno a favore delle aziende agricole.
Redazione
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Via libera ieri nel Decreto Sostegni bis a 2 miliardi di euro di sostegni e a semplificazioni per le aziende del settore agroalimentare. Per Confagricoltura però «è grave l’esclusione della cessione del credito d’imposta 4.0», criticata sia pure meno aspramente anche da Cia e Coldiretti, e sono «limitate le risorse per gli interventi sulle gelate». Oggi Italia, Francia e Grecia hanno chiesto alla Commissione europea aiuti transitori urgenti per le aziende colpite dalle ondate di gelo d’aprile.
«Oltre agli ulteriori indennizzi a fondo perduto per le aziende agroalimentari, le misure più importanti riguardano il bonus per i lavoratori stagionali, gli stanziamenti per sostenere gli strumenti di gestione del rischio, gli indennizzi per le gelate, oltre ai sostegni al settore della pesca».
L.S.
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Il CCO di Royal FloraHolland Ruud Knorr: fatturato record di 170 milioni di euro nella settimana precedente la Festa della Mamma 2021 anche grazie alle aste dei fiori recisi. Osservazioni sugli aggiustamenti del sistema che ruota attorno all’orologio e sull’implementazione dell’asta nazionale.
«Nel periodo precedente alla Festa della Mamma, Royal FloraHolland non è soltanto riuscita a registrare un ottimo fatturato nel proprio marketplace, ma ha potuto riportare un vero e proprio fatturato settimanale record di oltre 170 milioni di euro. E ciò grazie in parte alle aste».
E’ quanto reso noto nei giorni scorsi dal CCO (Chief Communication Officer) della cooperativa olandese leader della filiera florovivaistica europea, Ruud Knorr, che in una approfondita nota pubblicata sul proprio sito web ha fornito ulteriori dettagli su questo risultato e considerazioni relative al ruolo delle aste nel commercio florovivaistico: «il prezzo medio dei fiori recisi è salito alle stelle. Negli ultimi anni la quota delle aste è diminuita a piccoli passi fino a raggiungere il 40% [del fatturato, ndr] l’anno scorso. Ma i fiori recisi sono tuttora per la maggior parte commercializzati all’asta. La quota imputabile all’orologio nei fiori recisi è del 60% in termini di fatturato e del 54% in termini di volumi quantitativi. Questo dimostra che i prezzi dei fiori recisi sono maggiori all’asta che nei flussi diretti».
«Un'asta per mezzo di un orologio d'asta è uno strumento unico che in inglese viene anche chiamato “asta olandese”. L'orologio dimostra il suo valore giorno dopo giorno», ha argomentato il CCO di Royal FloraHolland, aggiungendo che: «l'anno scorso 1,8 miliardi di euro di fatturato sono stati venduti all’orologio. Ciò è avvenuto tramite quasi 6.300 connessioni KOA [per gli acquisti in remoto, ndr] suddivise tra quasi 1.500 clienti. L'orologio come buon strumento di vendita è, subito dopo il buon regolamento finanziario, il motivo principale della soddisfazione dei coltivatori per i nostri servizi. Il fatto che il 93% dei coltivatori conferisca all’asta sottolinea la sua importanza. I compratori all’asta mettono l’orologio al primo posto. Di tutti i buyer, l'84% opera alle aste. Non esiste strumento migliore per ottenere prezzi ottimali. Il successo dell'orologio negli ultimi cento anni ne è la prova. Inoltre c’è un contesto di mercato trasparente in cui vengono riunite un'enorme varietà di domanda e offerta».
«È bello vedere che i principi di base dell'orologio sono rimasti invariati in cento anni – ha aggiunto Ruud Knorr - ma è necessario e importante mantenere l'orologio costantemente al passo con i tempi e adattarlo dove necessario. La forza e la vitalità dell'orologio si riflettono negli aggiustamenti che sono stati effettuati nel tempo, soprattutto negli ultimi anni. Ad esempio, KOA [il sistema di acquisto in remoto, ndr] non solo ha assicurato un aumento considerevole del pubblico acquirente, ma ha anche assicurato che le aste potessero continuare lo scorso anno quando la capacità nelle sale d'asta doveva essere drasticamente ridotta. È stata una benedizione in questi tempi così difficili!».
«Ovviamente l'orologio non sta da solo – ha precisato il CCO di FloraHolland -. Vi è una combinazione di negoziazioni, logistica e regolamento finanziario. L'orologio soddisfa in questo modo le esigenze degli utenti. Lo facciamo anche migliorando l'affidabilità delle informazioni sulla qualità dei prodotti e sviluppando una procedura di reclamo valida e priva di ambiguità. Questi sono i presupposti per un orologio ben funzionante. Un altro fattore di successo è come e in che misura possiamo connetterci ai processi aziendali degli acquirenti in futuro. La logistica degli adempimenti è la nostra risposta».
«Stiamo molto attenti con l'orologio – ha continuato Ruud Knorr -. È troppo importante. Nel corso del tempo sono state fatte molte ricerche e molti piani. Prima di cambiare qualcosa, devi essere sicuro, ovviamente. Questo contraddistingue anche il nostro approccio all’asta nazionale. Ad esempio, abbiamo acquisito esperienza nel progetto pilota Cut-Anthurium e presso la sede di Eelde, e optiamo per un'implementazione graduale. Apporteremo il maggior numero di modifiche possibile in stretta consultazione con coltivatori e acquirenti. L'asta di livello nazionale è un balzo in avanti. Stiamo investendo tutto in un buono e morbido atterraggio».
«Dopo la festa della mamma – ha concluso Knorr -, non vediamo l'ora che arrivi il prossimo momento di punta, la Festa della Mamma francese di domenica 30 maggio. Sono curioso di vedere se riusciamo a mantenere il buon flusso».
Redazione
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Battesimo ufficiale il 5 maggio in un incontro fra il sottosegretario per le Politiche agricole Centinaio e le maggiori organizzazioni italiane impegnate nel turismo enogastronomico: associazioni Città del Vino e Città dell’Olio, il Movimento Turismo del Vino e il Movimento Turismo dell’Olio, la Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori e l’Unione Italiana Vini, che hanno già avanzato istanze e progetti, fra cui un confronto permanente sul Pnrr.
Sei mesi fa il Patto di Spello, con al centro un piano condiviso per superare la terribile crisi causata nel turismo enogastronomico dalla pandemia e per preparare il rilancio post Covid. E ora, 5 giorni fa, a seguito dell’invio di un documento congiunto delle sei organizzazioni principali del comparto, un incontro con il sottosegretario per le Politiche agricole e forestali Gian Marco Centinaio nel corso del quale è stato costituito ufficialmente il “Tavolo del Turismo Enogastronomico” italiano.
La data del battesimo ufficiale è il 5 maggio e i soggetti coinvolti sono Associazione Città del Vino, Associazione Città dell’Olio, Movimento Turismo del Vino, Movimento Turismo dell’Olio, Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori e Unione Italiana Vini. Associazioni che rappresentano uno dei fiori all’occhiello del made in Italy: «un sistema variegato fatto di artigiani del gusto, di imprenditori, di agricoltori, di comuni, di ristoratori e albergatori» che costituisce un volano economico ma anche una componente identitaria fondamentale del nostro Paese, il suo plus di storia, cultura e tradizione che il mondo invidia e che ci rende una delle mete più ambite dai turisti di ogni latitudine.
Durante l’incontro con l’ex ministro alle Politiche agricole e al turismo Centinaio, che ha rappresentato «un primo seguito alle linee guida tracciate dal presidente del consiglio Mario Draghi che ha sottolineato l’importanza del turismo per l’Italia» e «la funzione strategica della Carta Verde» per una sua ripartenza, le associazioni hanno fatto il punto della situazione a oltre un anno dall’inizio della crisi e hanno chiesto un «coinvolgimento attivo nell’attuazione delle politiche relative al “Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)”».
«Siamo una realtà composita che ha superato gli interessi singoli a favore di un comune intento derivante dalla consapevolezza del complesso universo che rappresentiamo – hanno dichiarato le sei organizzazioni -. Il nostro settore è strategico e chiediamo di essere considerati un interlocutore privilegiato che possa contribuire alla maggiore sintonia tra privato e pubblico. Ci auguriamo di poter avviare una consultazione permanente con referenti istituzionale con cui poterci confrontare e ai quali fornire supporto ed esperienza».
Apprezzamento per l’iniziativa e per la rapidità della stessa, fanno sapere in una nota congiunta, da parte del sottosegretario Centinaio, che ha sottolineato l’assoluto bisogno di concretezza e la necessità di accelerare, anche in vista dell’imminente stagione turistica estiva. E ha dato il suo sì alla creazione del Tavolo permanente con partecipazione attiva delle istituzioni e ha rimarcato l’importanza di dare seguito alla richiesta di attuazione della legge sull’oleoturismo. Tra gli altri argomenti affrontati, la digitalizzazione, le infrastrutture, la formazione professionale, la tutela ambientale e la promozione e comunicazione, «passando per un portale nazionale dedicato e la creazione di un protocollo sulla cura e manutenzione del paesaggio, l’ideazione di una segnaletica puntuale, la rivalutazione dei nostri bellissimi borghi».
Redazione