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I 21 punti del documento finale del G20 dell’Agricoltura di Firenze sottoscritto il 18 settembre dai ministri delle politiche agricole. Per Patuanelli è il momento di politiche di lungo termine che non guardino al consenso immediato e l’obiettivo della “fame zero” combinato con quello della sostenibilità ambientale richiede più cooperazione e trasferimento tecnologico tra Paesi. Grande spazio all’approccio “One Health” per la prevenzione delle epidemie e alla ricerca scientifica, a cominciare dalla genetica.
«Dobbiamo essere in grado di mettere in campo politiche che invertano la rotta in modo definitivo senza guardare al consenso e alle ricadute immediate: tutto ciò che facciamo avrà effetto tra molti anni».
L.S.
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L’annuncio dell’assessore all’agroalimentare della Regione Toscana Saccardi il 17 settembre al convegno “La salvaguardia delle foreste di fronte ai cambiamenti climatici” organizzato da ConfagricolturaToscana. Il presidente regionale di Confagri aveva chiesto sostegno per un finanziamento adeguato nel Pnrr per sostenere le attività boschive: «elemento fondamentale per trovare l'equilibrio tra le emissioni di gas serra e il fabbisogno di ossigeno».
Più manutenzione e valorizzazione del patrimonio forestale, con in particolare più prevenzione del rischio idrogeologico e del rischio incendi. Nel 2021-22 la Regione Toscana aggiungerà per le foreste 25 milioni di euro ai 134 milioni già stanziati per il periodo 2014-2020.
E’ quanto annunciato dalla vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi il 17 settembre durante il convegno su “La salvaguardia delle foreste di fronte ai cambiamenti climatici” organizzato da Confagricoltura Toscana nello Spazio istituzionale associativo G20 Agrinsieme in piazza della Repubblica a Firenze nell'ambito del G20 dell’agricoltura. Convegno nel corso del quale il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri ha chiesto, per risolvere il problema dell’abbandono boschivo, più risorse per le attività agricole e quelle di valorizzazione del territorio: «chiediamo che la Regione faccia pressione affinché sia riconosciuto nel Pnrr un finanziamento adeguato per sostenere le attività boschive che sono elemento fondamentale per trovare l'equilibrio tra le emissioni di gas serra e il fabbisogno di ossigeno - ha detto il presidente Neri -. I temi della sostenibilità ambientale e della sicurezza sono sempre più cruciali, pertanto, a nostro avviso, serve un intervento nazionale oltre che regionale per raggiungere gli obiettivi di messa in sicurezza».
Lo stato attuale delle foreste, non solo in Toscana, subisce il progressivo abbandono soprattutto nelle aree rurali e montane innescando problematiche gravi in termini di rischio idrogeologico e per gli incendi boschivi. «E’ indispensabile dunque intervenire per mitigare il quadro complessivo dei rischi anche con azioni in cui l’ente pubblico si vada a sostituire al proprietario, spesso difficilmente individuabile – ha affermato la vice presidente regionale Saccardi – Abbiamo pertanto stabilito di incrementare la dotazione finanziaria. E’ stata una decisione frutto anche del metodo concertativo che abbiamo adottato nei rapporti fra istituzioni e associazioni di rappresentanza delle imprese per capire i veri problemi e rispondere con politiche attive di sviluppo».
A novembre sarà dunque pubblicato il nuovo bando della sottomisura 8.3 ovvero quella dedicata alla prevenzione dei rischi idrogeologico e di incendio boschivo e avrà una dotazione di 11,5 milioni di euro.
A marzo del 2022 sarà aperto il bando della sottomisura 8.6 che riguarda l’acquisto di attrezzature in campo forestale e avrà una dotazione di 5 milioni di euro. Nel frattempo è stato approvato lo scorrimento delle graduatorie per circa 8,2 milioni di euro anche per sottomisure 8.3 cioè la prevenzione rischio idrogeologico e la 8.5 cioè la valorizzazione del bosco con sentieri, rifugi, attività di ricavo non legnoso.
«La Toscana – ha proseguito Saccardi - , tra le regioni più boscate d'Italia con i suoi 110 mila ettari di foreste che valgono un quinto del demanio nazionale, ha dei doveri di fronte a questo immenso patrimonio: da un lato mettere in atto azioni di conservazione, di ripristino e di gestione sostenibile delle foreste, a beneficio dell’ambiente e dell’economia. Secondo il World Economic Forum, la buona gestione delle foreste infatti potrebbe generare 190 miliardi di euro in opportunità commerciali e 16 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo entro il 2030. Dall’altro lato dobbiamo garantire la formazione e la specializzazione degli operatori perché effettuino le operazioni in maniera corretta, ma soprattutto in sicurezza. E’ quindi una priorità tutelare i proprietari e le imprese del settore che con tanta fatica e sacrificio lavorano tutti i giorni a sviluppare questa millenaria attività forestale che ha generato e prodotto l’attuale bellezza delle nostre foreste e del nostro splendido paesaggio, valore aggiunto dell’ambiente toscano».
Redazione
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Tra i problemi messi in luce il 15 settembre all’incontro degli agricoltori e vivaisti pistoiesi di Confagricoltura con il presidente nazionale Giansanti, limiti normativi che penalizzano il ricorso alle «attività connesse» in montagna alle aziende strutturate e poi tante istanze dei vivaisti su infrastrutture idriche, manodopera qualificata, no ad applicazione brusca della direttiva sulle pratiche sleali fra florovivaisti, revisione del ddl Liuni. Presente anche il direttore del Mefit, che ha chiesto servizi per i floricoltori del mercato dei fiori di Pescia. Per Giansanti la risposta ad alcune richieste si trova nei fondi del Pnrr, mentre sui tempi di pagamento auspica una deroga all’applicazione della direttiva sulle pratiche sleali nei rapporti fra agricoltori o almeno fra florovivaisti e sul testo di Liuni ha chiesto di evidenziare meglio la centralità dell’imprenditore agricolo rispetto alle figure degli altri segmenti della filiera del verde.
«Io credo che la provincia di Pistoia sia uno di quegli straordinari interpreti del “saper fare” tutto italiano. Una provincia che si sta caratterizzando per le sue importantissime produzioni vivaistiche e che fanno sì che l’Italia sia leader in queste produzioni e soprattutto che sia leader a livello mondiale. Bisogna partire da qua perché l’Italia negli anni a venire conoscerà, secondo i grandi progetti di strategia e visione del Green Deal, degli obiettivi importanti in cui l’agricoltura pistoiese sarà straordinaria interprete. Se pensiamo al recupero delle aree verdi e forestali chi meglio della provincia di Pistoia e delle sue aziende vivaistiche è in grado di dare un contributo?».
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Al via il 16 settembre al Teatro la Pergola l’Open Forum sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, introdotto e chiuso dal Ministro delle Politiche Agricole Patuanelli. Il Vertice dei ministri dell’agricoltura del G20 si terrà il 17 e 18 settembre, con apertura a Palazzo Vecchio con Patuanelli, il ministro dell’agricoltura dell’Arabia Saudita e il direttore della Fao. Nelle piazze manifestazioni organizzate da Agrinsieme (piazza della Repubblica) e da Coldiretti (piazza Santa Croce). Il programma dettagliato del Forum.
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Messa a punto per la prima volta da un gruppo di ricercatori austriaci e tedeschi la tecnica CRISPR-Cas9 per modificare il genoma della pianta e ottenere nuove colorazioni e tonalità. Quesa tecnica nel 2020 ha fatto vincere il premio Nobel a Jennifer A. Doudna e Emmanuelle Charpentier.
Nuove frontiere per la selezione e il miglioramento genetico si prospettano per Euphorbia pulcherrima, meglio nota come poinsettia, o stella di natale per i non addetti ai lavori. Un gruppo di ricercatori tedeschi e austriaci, coordinati dalla professoressa Heidi Halbwirth dell'Università di Vienna, è riuscito a ottenere nuove colorazioni delle brattee utilizzando la tecnologia di genome-editing CRISPR-Cas9. Questo lavoro, pubblicato quest'anno sulla rivista scientifica Plant Cell, Tissue and Organ Culture (vai all'articolo) è anche il primo caso di utilizzo della tecnologia CRISPR Cas9 su stella di natale.
Questa tecnologia - che nel 2020 ha fatto vincere il premio Nobel per la chimica alle due inventrici Jennifer A. Doudna e Emmanuelle Charpentier - permette di intervenire sul genoma di un organismo con estrema precisione. Consente infatti di modificare una sequenza di DNA in un punto preciso, ad esempio eliminando o rendendo inattivo un gene, oppure facendone attivare uno solitamente meno espresso, oppure inserendo nuove sequenze DNA. Uno tecnologia molto versatile e precisa - tanto da essere soprannominata forbice molecolare, o taglia/incolla genetico - che permette di modificare il genoma di un organismo togliendo caratteri indesiderati o inserendone altri desiderati, anche senza introdurre geni di altre specie come avviene ad esempio per gli OGM.
Nel caso della stella di natale i ricercatori hanno lavorato sulla cultivar Christman Eve, inattivando un gene che porta alla formazione di un particolare antociano, la cianidina, responsabile del colore rosso accesso delle brattee. Le piante modificate hanno prodotto meno cianidina, facendo sì che nelle brattee ci fosse una maggior concentrazione di un altro tipo di antociano, la pelargonidina, e ottenendo piante con una colorazione aranciata brillante. Una colorazione nuova che potrebbe essere anche molto interessante per il mercato nord americano e anglosassone, dove i colori aranciati sono molto apprezzati soprattutto per le festività di Halloween.
I ricercatori hanno ottenuto anche piante con picchiettature più chiare sopra brattee aranciate, ma questa colorazione non è risultata stabile, cioè quando queste piante venivano propagate, questo tipo di colorazione non rimaneva uguale, cosa che ovviamente non permette di selezionare una cultivar specifica.
Attualmente nell'Unione Europea la tecnologia CRISPR Cas9 è equiparata dal punto di vista normativo alle tecnologie OGM, e per questo le piante ottenute con questa tecnica non possono essere coltivate per scopi agricola o vivaistici, ma solo per attività di ricerca.
Comunque questo lavoro sulla stella di natale rimane interessante, anche nel caso la normativa europea rimanesse come oggi, perché è stato chiarito il ruolo della cianidina nella colorazione delle brattee. E dal momento che le piante selezionate in questo studio non sono piante OGM, cioè non hanno geni estranei al genoma della stella di natale, queste o altre nuove colorazioni potranno essere ottenute anche con i sistemi tradizionali di selezione genetica.
Matteo Giusti