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La Royal Horticultural Society di Boskoop ha premiato 11 rose da giardino col suo certificato d’eccellenza che vuole attestare anche l’eco-sostenibilità (non necessità di prodotti chimici fitosanitari per gli utenti finali). Ne ricordiamo alcune, fra cui la rosa rampicante ‘Florentina’ (in foto).

Sono 11 nuove rose da giardino di sette diversi ibridatori di piante provenienti da Germania, Belgio e Paesi Bassi ad avere ottenuto quest’anno il certificato di eccellenza della Royal Horticultural Society di Boskoop (KVBC da Koninklijke Vereniging voor Boskoopse Culturen). A sceglierle, su un totale di 25 varietà di rose valutate, una giuria olandese-belga supervisionata da KVBC.
E’ quanto reso noto nei giorni scorsi nelle news di KVBC e ripreso e approfondito da FloraCulture International, la rivista dell’AIPH, associazione internazionale dei florovivaisti. Come spiega quest’ultima, è dal 2017 che KVBC giudica le rose da giardino e assegna i suoi certificati di eccellenza: un marchio di qualità olandese/belga che vuole attestare la combinazione di «eccezionale bellezza ed eccellente salute e affidabilità», oltre che di eco-sostenibilità nella coltivazione.
Più nel dettaglio, «le rose che hanno ricevuto il certificato quest'anno – specifica la nota di KVBC - sono state piantate [per essere testate dalla giuria, ndr] in quattro roseti nei Paesi Bassi e in Belgio nel 2018: Boskoop, Lottum (Rozenhof), Winschoten e Destelbergen (Proefcentrum voor Sierteelt). Nel corso di tre stagioni, i membri della giuria hanno testato le rose in quattro momenti dell'anno. Delle 25 varietà di piante, 11 hanno ottenuto il certificato “Excellence Roses”: tre ibridi di tè, tre rose ad arbusto, tre rose floribunda, una rosa rampicante e una rosa tappezzante. Le “Excellence Roses” sono rose forti, sane, ricche e a fioritura continua che danno buoni risultati agli utenti finali senza l'uso di prodotti fitosanitari».
Tra le nuove rose che hanno ricevuto il certificato d’eccellenza elencate nell’articolo di FCI (vedi), citiamo le seguenti dell’ibridatore belga Viva International e di quello tedesco Kordes Rosen:  le rosa floribunda ‘La Belle Rouge’ e ‘MärchenZaube’, la rosa rampicante ‘Florentina’ (di Kordes, nella foto), la rosa tappezzante ‘Summer of Love’ e l’ibrido di tè ‘Sunny Sky’.
Queste 11 nuove rose si vanno ad aggiungere ad altre rose da giardino che hanno ottenuto questo certificato di eccellenza portando il numero totale di rose certificate a 55, che possono essere viste qua: (anche se ad oggi non le nuove 11). Intanto per il nuovo anno d’impianto sono state iscritte alla selezione 20 nuove rose che saranno monitorate e ispezionate. Provengono da 7 ibridatori olandesi e stranieri e sono state piantate per i test in roseti nelle seguenti 5 località: Boskoop, Lottum e Winschoten nei Paesi Bassi e a Mechelen e Merksplas in Belgio.

L.S.

Mercato dei fiori di Pescia

Confcommercio Pistoia lancia l’allarme sul Mercato dei fiori della Toscana - città di Pescia: «deve essere messo a norma entro il giugno 2022, pena l’inagibilità, ma servono 8,6 milioni di euro». E chiede al Comune, titolare dell’immobile: «non ci sono alternative a questo maxi-investimento?», su cui peralto si è in chiaro ritardo e pare difficile trovare le risorse necessarie.  


«SOS Mercato dei Fiori: serve al più presto una soluzione per salvare il futuro della struttura e dell’economia del territorio».
E’ il grido d’allarme lanciato ieri da Confcommercio Pistoia e Prato rivolgendosi alle Istituzioni e in particolare al Comune di Pescia, che da tanti anni gestisce con la sua azienda “Mercato dei fiori della Toscana” (Mefit) la struttura per il commercio all’ingrosso di via Salvo D’Acquisto, della quale è diventato proprietario nel 2016. Una richiesta di aiuto che nasce da un ultimatum dei Vigili del Fuoco al Mefit, dove operano circa 600 operatori della filiera florovivaistica fra commercianti e produttori agricoli, riguardo alla necessità di messa in sicurezza della struttura. In sintesi, ricorda Confcommercio, «l’immobile deve essere adattato alle norme in vigore entro il 22 Giugno del 2022, pena la sua inagibilità».
Il punto è però, spiega la nota di Confcommercio Pistoia e Prato, che gli interventi che servono a rendere conforme la struttura alla normativa vigente e «a risolvere i problemi noti a tutti da tempo sulla precarietà di alcuni elementi» richiedono «8,6 milioni di euro». «Una cifra – chiosa Confcommercio - tutt’altro che semplice da rintracciare in così breve tempo, entro il quale, inoltre, deve essere presentato un progetto con un programma di lavori da realizzare».
«Siamo perplessi dal ritardo con cui viene affrontata la questione – è l’accusa dell’associazione dei commercianti - vista la consapevolezza, già da mesi, di quelle che sarebbero state le sorti del Mercato dei Fiori senza i fondi necessari per la messa a norma della struttura».
Ma «il Mercato dei Fiori deve essere salvato, Pescia deve essere salvata. Questo, infatti, non rappresenta solo un polo indispensabile per i settori legati al verde, ai fiori e alle piante, ma è anche motivo di richiamo per visitatori e operatori di tutta la Toscana. Si tratta di un’attività legata alle tradizioni del territorio e, come tale, sono tante le aziende nell’intera area che si sviluppano intorno al Mercato. Perderlo significherebbe perdere un pezzo di storia ma, ancor peggio, una parte determinante del tessuto economico cittadino, con conseguenze dure sulla sua tenuta».
Pertanto, si conclude la nota, «non possiamo correre questo rischio: trovare le risorse e programmare i lavori è adesso la priorità. È impensabile perdere altro tempo prezioso. Ma oltre a questo ci chiediamo: la via maestra del maxi-investimento, è l’unica da poter adottare? In un momento così critico come quello attuale per le imprese, è determinante valutare ogni possibile strada».
 

Redazione

gestione sostenibile del verde urbano - webinar del CREA

Il 10 febbraio nel convegno online gratuito “Approfondimenti sulla gestione sostenibile del verde urbano”, a cura del CREA Ingegneria e trasformazioni agroalimentari, la presentazione dei risultati del progetto Agroener e la messa a fuoco del contributo di macchine e tecnologie nella cura del patrimonio arboreo. 


«L’elemento strutturale più importante del verde urbano, in termini qualitativi e quantitativi, è rappresentato dagli alberi, capaci di fornire benefici e servizi ecosistemici di diversa natura. La corretta gestione del patrimonio arboreo cittadino è quindi un aspetto fondamentale per il mantenimento di questo bene comune», che si realizza «attraverso l’esecuzione di diverse pratiche che coinvolgono esperienze, conoscenze e discipline diverse».
Inizia così la presentazione del webinar “Approfondimenti sulla gestione sostenibile del verde urbano”, organizzato giovedì 10 febbraio dalle 9,30 alle 12,30 sulla piattaforma Teams dal Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari del CREA.
Questo seminario, che presenta alcuni risultati del progetto nazionale Agroener e di altre esperienze progettuali recenti, vuole evidenziare «alcuni aspetti del contributo alla gestione sostenibile del verde arboreo degli studi inerenti le macchine, le tecnologie, la meccanizzazione e i sistemi di gestione ad essi legati».
L’iscrizione all’evento è gratuita e aperta a tutti gli interessati, previa registrazione al seguente link. Il link del webinar su Teams verrà comunicato agli iscritti prima dell'inizio.
Per ulteriori informazioni contattare: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
 
Programma
- 9,30 SALUTI del direttore CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari Paolo Menesatti 
- Introduce e modera: Marcello Biocca, CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari: “Gestione sostenibile del verde urbano”
- “Tempi di lavoro di cantieri in tree-climbing e con PLE” Pietro Gallo, CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari
- “Valutazione tecnico economica di cantieri di gestione del verde urbano” Giulio Sperandio, CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari
- “Valorizzazione della biomassa ligno-cellulosica da verde urbano” Vincenzo Civitarese, CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari
- “Parametri qualitativi della biomassa di alberi in ambiente urbano e periurbano” Rita Aromolo, CREA Agricoltura e Ambiente
- “Lavorare sugli alberi in sicurezza” Leonardo Bianchini e Massimo Cecchini, Università degli Studi della Tuscia
- “I criteri ambientali minimi (CAM) nel verde pubblico” Valerio Di Stefano e Riccardo Alemanno, Università degli Studi della Tuscia
- “Impiego di oli vegetali per la lubrificazione delle motoseghe” Daniele Pochi e Roberto Fanigliulo, CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari
- 12,15 DISCUSSIONE FINALE 
 

Redazione

Convegno nazionale AICG - Associazione Italiana Centri di Giardinaggio
Anche l’Associazione Italiana Centri di Giardinaggio (AICG) costretta ad annullare un evento a causa della pandemia da Covid. Il 10° Convegno Nazionale di AICG, che avrebbe dovuto svolgersi oggi e domani (vedi), è stato rinviato a data ancora da decidere. 
Probabilmente, come riferito in un recente post sulla pagina Facebook di AICG dal presidente Stefano Donetti, «a tarda primavera/inizio estate. […] In questo modo il convegno andrebbe ad unirsi al nostro consueto meeting estivo per un evento ancora più importante e coinvolgente».
 

Redazione

Raggiunta l’intesa sul decreto sulle piante officinali, adottato di concerto con i ministeri della Transizione Ecologica e della Salute nella riunione di ieri della Conferenza Stato – Regioni. Si possono così definire l’elenco delle specie coltivate e i criteri di raccolta e prima trasformazione delle piante spontanee.
Lo ha reso noto ieri una nota del ministro Stefano Patuanelli in cui si specifica che lo schema di decreto interministeriale recepisce quanto disposto dagli articoli 1 e 3 del decreto legislativo n.75/2018 “Testo unico in materia di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali”.  E che «il testo è stato ampiamente discusso e condiviso, sia sul piano tecnico che giuridico, nell'ambito dei lavori svolti dal Tavolo tecnico delle piante officinali istituito nel 2019 presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali». 
«La regolamentazione della raccolta delle specie selvatiche e la prescrizione di precisi obblighi formativi per chi intenda praticarla – si legge nella nota - rappresenta inoltre un ulteriore strumento di difesa della biodiversità» e questo decreto «offre una prospettiva di diversificazione di grande interesse per la nostra agricoltura, in grado di attrarre risorse e investimenti e di favorire nuova occupazione, specie giovanile».

Redazione