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Marco Carmazzi comunica che nel Comitato di distretto del 22 maggio a Pescia è stata presentata l’idea progettuale di pif con capofila Mefit a cura di Diade. Apprezzata la «visione d’insieme di tutta la filiera», si chiede di tener conto nella progettazione dello studio di Lucense sulla logistica nel distretto floricolo versiliese-pesciatino. L’amministratore di Mefit Baldaccini: «già incassate disponibilità dal mondo universitario e da quello bancario». Nella seduta del Distretto si è stabilito che i risultati dei 5 progetti di ricerca avviati due anni fa saranno presentati all’Expo Rurale 2014.

«Era doverosa, a fronte di una richiesta di AsMefit (l’azienda speciale Mercato Fiori Piante ToscanaCittà di Pescia) di una nostra valutazione sulla proposta progettuale commissionata a Diade, di discuterne nel Comitato di distretto. E questo ci ha fatto piacere, anche per il ruolo istituzionale di diffusione, cassa di risonanza e “animazione culturale” che spetta al Distretto floricolo. Per cui questo progetto è stato presentato ufficialmente nella seduta odierna».

E’ quanto dichiarato da Marco Carmazzi, presidente del Distretto floricolo interprovinciale Lucca Pistoia, il 22 maggio mattina a Pescia, nella sede del mercato dei fiori di via Salvo D’Acquisto, al termine del Comitato di distretto in cui si è preso visione dell’idea progettuale di pif “La filiera ortoflorovivaistica: come innovare e vendere meglio”, elaborata da Diade di Pescia su incarico di Mefit: lo schema di partenza di un progetto di pif (programma integrato di filiera) in grado di accedere ai bandi del prossimo autunno riservati all’agricoltura, e in particolare alla floricoltura, che veda coinvolti diversi attori del distretto floricolo interprovinciale, fra cui in primis gli iscritti al mercato dei fiori pesciatino.

«E’ ovvio che, trattandosi solo di una prima infarinatura, - prosegue Marco Carmazzi - ci prenderemo il tempo per un esame dei punti di forza e delle debolezze o problematiche che possiamo valutare insieme. Come distretto noi ci auguriamo che poi vengano fuori altre proposte di pif in modo da convergere tutti nella stessa direzione del rilancio della floricoltura. La cosa importante che ho voluto sottolineare è che queste idee progettuali e proposte di pif non possono non tenere conto del lavoro svolto per il Comitato di distretto da Lucense, che - con lo studio “Logistica e trasporti nel distretto floricolo viareggino-pesciatino” (29 novembre 2012) - ha già fatto una fotografia della nostra realtà distrettuale in cui sono uscite fuori delle cose interessanti dal punto di vista produttivo, della logistica, del marketing, ecc. ecc. Questo per non sperperare i denari pubblici, ma anche per partire “non da zero ma da tre”, come diceva qualcuno».

«Questa riunione del comitato di distrettospiega Carmazzi - è stata un po’ la continuazione del percorso tracciato nella precedente seduta del 12 marzo alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori, in cui, per il rilancio del nostro florovivaismo distrettuale e anche dell’attività del Distretto stesso, si era stabilito di partorire delle idee progettuali in relazione anche agli strumenti di finanziamento dei pif, che sono gli strumenti numero uno in cui transitano le risorse pubbliche per l’agricoltura. Con la promessa da parte sua di distribuire eventualmente delle risorse appropriate anche per il florovivaismo, cosa che non era successa nei passati bandi dei pif. E di conseguenza con l’impegno nostro di fare un’operazione di, diciamo, animazione e cultura d’impresa sul territorio, non solo per spiegare i pif alle imprese, ma anche proprio per fare una riflessione insieme alle aziende e aiutarle in quel cambio culturale che è necessario per affrontare gli scenari futuri del nostro settore».

L’aspetto più positivo dello schema progettuale di Diade per Mefit, mette in evidenza Carmazzi, è che ci sia stata «una visione d’insieme di tutta la filiera: oggi come oggi non si può pensare più alla produzione senza commercializzazione, o viceversa, oppure pensare al marketing senza pensare alla ricerca. Diciamo che bisogna muoverci come un corpo umano che deve andare avanti in modo equilibrato. Quindi quello che sottolineo è che è stata una proposta progettuale che abbraccia tutta la filiera: dal fattore produttivo, alla ricerca, alla commercializzazione e anche alla comunicazione».

All’ordine del giorno della seduta del Comitato di distretto, c’era anche la presentazione dei progetti di ricerca deliberati dal distretto due anni fa, che sono giunti al termine: «5 progetti per un valore di 100 mila euro, che sono stati concretizzati e che saranno presentati in occasione dell’Expo Rurale di settembre a Firenze, non solo all’opinione pubblica, ma soprattutto alle aziende, affinché questo risultato raggiunto serva veramente alle aziende stesse. A riprova che in questi due anni qualcosa il Distretto lo ha fatto».

«Ritengo – ha dichiarato Franco Baldaccini, amministratore unico di Mefitche sia stato apprezzato anche dai componenti del distretto il fatto di esserci mossi, come soggetto pubblico e quindi titolato a proporsi come capofila di un pif, direi rapidamente, in circa due mesi, per sviluppare un’idea progettuale che tenesse conto delle esigenze espresse al distretto stesso da Salvadori, confermate dal sindaco di Essen nella sua recente visita in Toscana, e ribadite da rappresentanti del mondo bancario nazionale che nel frattempo sono stati incontrati. Idea progettuale seguita per Mefit dal direttore, che ha già incassato delle disponibilità dal mondo delle università e da quello bancario».

 

Ufficio Stampa

Le Aziende agricole sono il cuore della nuova Pescia. Insieme per restituire alla città il suo ruolo di motore della Valdinievole. L'assessore all'Agricoltiura della Regione Toscana Salvadori e il candidato Sindaco per Pescia Giurlani incontrano Aziende e cittadini.

“Ho effettuato una ventina di incontri al Comicent ad ascoltare e a capire i problemi delle Aziende del territorio. Ho intuito la loro grande forza e anche le ragioni di chi si è sentito lasciato solo dal Comune e ha bisogno di interlocutori, di concretezza, di strumenti e mezzi per crescere e fare sistema. Insieme a loro, appena sarò eletto sindaco, andremo a confrontarci con la Regione e con gli altri territori per trovare insieme gli strumenti e i finanziamenti per acciuffare al volo la ripresa che è alla nostra portata” Oreste Giurlani è battagliero, come se fosse all'inizio di questa lunga campagna elettorale. “Ma i cittadini sono stanchi di promesse. Vogliono impegni. Per questo ho chiesto a Salvadori di chiudere la campagna ufficiale per le elezioni a Sindaco. Anche lui è venuto svariate volte da noi e conosce bene i problemi. E Salvadori sarà per noi interlocutore di riguardo per le nostre politiche di sviluppo”.

Gli incontri di oggi iniziano alle 15,30 con le aziende floricole. A seguire, alle 18.00, incontro con gli agriturismi, preziosi interlocutori del turismo sul territorio e attori qualificati della filiera agricoltura/turismo. Alle 18,45 incontro con le aziende olivicole. Alle 21.00 conclusione e incontro pubblico. Edoardo Fanucci e Caterina Bini, parlamentari del territorio, raggiungeranno Salvadori e Giurlani per le conclusioni e per dare senso di impegno ai punti forti del programma di Oreste Giurlani. L'incontro si svolgerà a Pescia in via dei Fiori n. 8 presso il centro ricerche sperimentale.

Redazione Floraviva
 

Coldiretti ha ospitato il 14 maggio tre dei candidati sindaco di Pescia, Biscioni Franchini e Giurlani, mettendoli a confronto sulle priorità della propria agenda per l’agricoltura: le sette domande, e un invito, del direttore Tropiano. Il più in sintonia con Coldiretti sul tema del business park è Oreste Giurlani, nettamente contrario al progetto.

Dove collocare e come concepire il mercato di prodotti agricoli a km 0 di Campagna amica? E si favoriranno i prodotti locali nelle mense scolastiche, in un’ottica di salute alimentare, magari con delle specie di «menù del territorio»? Come sarà declinata per gli agricoltori pesciatini l’Iuc (Imposta unica comunale) nelle sue componenti (Imu, Tari e Tasi)? Cosa si vuol fare del Mercato dei Fiori di Pescia e del suo rilancio, pensando anche alla problematica delle serre mobili? E del business park, a cui Coldiretti si è sempre opposta ribadendo la centralità del florovivaismo in tali terreni o al limite una loro riconversione verso altre tipologie di produzioni agricole? E, in un quadro di sostegno alla floricoltura, che ruolo potrebbero avere dei Pif (Piani integrati di filiera) specifici per tale settore, con eventuali misure dedicate all’introduzione di tecnologie di riscaldamento delle serre con varie soluzioni di energie rinnovabili? E sull’Expo milanese e sull’Expo Rurale toscana del 18-21 settembre 2014, a cui questo territorio può partecipare come protagonista, cosa fare a livello promozionale, pensando anche all’abbinamento della floricoltura di Pescia con Pinocchio, così come del vivaismo di Pistoia con lo zoo, di cui si sta ragionando con Artex?
Sono le domande-richieste avanzate ieri dal direttore di Coldiretti Pistoia, Vincenzo Tropiano, all’inizio dell’incontro organizzato con i candidati sindaco di Pescia Luca Biscioni, Roberto Franchini e Oreste Giurlani nella sede pesciatina della sua organizzazione. Un appuntamento che fa parte di una serie di analoghi incontri con gli altri candidati sindaci coinvolti nelle amministrative del 25 maggio e i propri soci agricoltori, all’insegna del lobbying trasparente e “perché le battaglie servono, e la politica serve”, come recita il titolo di tale ciclo. Domande a cui è stato aggiunto un invito: quello di partecipare all’osservatorio sulla «criminalità in agricoltura» creato da Coldiretti in seguito ai diversi episodi di agropirateria saliti alla ribalta delle cronache negli ultimi mesi.
Ecco una sintesi delle risposte in rigoroso ordine di intervento.
Roberto Franchini, candidato di Alleanza per Pescia, citando più volte la sua esperienza (non per tutto il mandato) di assessore all’agricoltura, ha detto che «se vogliamo essere vicini all’imprenditoria e all’agricoltura la parte più delicata nei momenti di crisi sono le tasse». «Su questo – ha aggiunto – sarò molto attento, perché so quanto va a influire sui guadagni, ahimè ristretti, ad esempio il costo della spazzatura. Inoltre vorrei sensibilizzare la floricoltura a separare il verde in ottica del riutilizzo come compost». Riguardo al farmer market di Campagna amica, ricorda di averlo accettato subito da assessore, e si dice d’accordo con l’attuale proposta di Coldiretti di farne «un mercato fisso dei prodotti locali, anche se molto tempo fa ci avevano già provato e non riuscì bene, perché il consumatore oggi cerca la qualità e nel territorio ci sono produzioni d’eccellenza come il miele e il fagiolo di Sorana (e a me piacerebbe rilanciare anche l’asparago nostrano)». A proposito di business park, ammette che «c’è stata troppa fretta su tale progetto, andava affrontato diversamente e spiegato meglio, e concepito con confini più ridotti, perché se no si danneggia l’agricoltura e tra l’altro non è che l’industria e l’artigianato vadano benissimo. […] Quindi l’ultimo atto del sindaco uscente, la riduzione dei confini, credo che dia tranquillità a tutti».
Riguardo alla floricoltura, dice che va difesa e modernizzata, senza la produzione frammentaria di adesso (si producono, ad esempio, «calle di tutte le specie») ma con degli standard e un marchio. E poi «servono finanziamenti e aiuti mirati per le piccole imprese, perché i minimi dei bandi regionali sono spesso troppo altri e i piccoli imprenditori non possono fare investimenti enormi». «Io credo che Mefit – ha continuato passando al tema del mercato dei fiori di Pescia – faccia un buon lavoro come gestione, ma è una gestione dell’essenziale, serve una scossa. C’è la vecchia diatriba fra Viareggio e Pescia: io vedo di buon occhio una piattaforma unica amministrativa, commerciale e promozionale dei due mercati, perché non credo che nessuno dei due comuni rinuncerà alla propria struttura mercatale, ma per la gestione unica ci vuole un manager capace di aprire nuovi mercati, di fare accordi, ad esempio, con Federalberghi per avere i fiori pesciatini negli hotel italiani». Infine, su Pinocchio, ha detto che «si promuove bene all’estero, ma il problema è Collodi, perché se troppa gente viene qui in questo momento potrebbe rimanere delusa, perché Collodi non è ancora pronta. Ci vuole una viabilità e l’intervento della Regione: io credo in una collaborazione pubblico-privati che coinvolga la fondazione».
Luca Biscioni, candidato della coalizione di centrodestra comprendente Forza Italia, Nuovo centrodestra e Udc, ha esordito dicendo che «se le tasse sono ridotte, gli imprenditori hanno più margini per venire incontro ai consumatori [abbassando i prezzi, ndr]» e che «per le zone disagiate e lontane dai cassonetti bisogna avere più attenzione e diminuire le tasse. E’ giusta anche, in proposito, la diversificazione fra tipi di agriturismo [accennata da Tropiano, visto che solo alcuni offrono servizi di ristorazione, ndr]». Biscioni, in quanto medico, ha poi legato insieme le questioni del controllo sulla legalità agroalimentare, sulla tracciabilità e provenienza locale dei prodotti e sull’educazione alimentare, attraverso anche le mense scolastiche, tutte essenziali per la «salute pubblica». «Con una alimentazione a km 0 – ha sostenuto – leghiamo il territorio al cittadino e viceversa, rilanciamo il territorio e diamo una sana alimentazione ed educazione alimentare». Riguardo alla collocazione del mercato di Campagna amica, ha detto che «ci sono diversi spazi potenzialmente adatti, ad esempio un’area del mercato dei fiori oppure la piazza del vecchio mercato dei fiori: ci sarà da valutare in base a facilità di accesso ecc.».
Sul mercato dei fiori Biscioni ha affermato che «per venire incontro ai cittadini e al Comune di Pescia, la Regione, più che darlo in concessione, dovrebbe farsi carico della manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile. Questo offrirebbe tante opportunità consentendo di diminuire enormemente i costi per le imprese». Per la filiera florovivaistica Biscioni vorrebbe una task force che si dedicasse ai finanziamenti europei e assegna un ruolo prioritario alla ricerca, che «è alla base di tutto, anche se poi va trasferita ai produttori». Biscioni vorrebbe anche un ufficio statistico capace di «anticipare la domanda per capire qual è l’offerta florovivaistica più giusta da proporre al mercato». «Bisogna lasciare spazio alla libera iniziativa e alla creatività individuale degli imprenditori – ha sottolineato -, ma ci vuole anche una comunione di intenti e quindi a volte qualche accordo sulle produzioni può essere utile».
A proposito del business park, ha detto che «bisogna comunicare con i cittadini e sentire le loro esigenze […], ma non possiamo pretendere che un’area come quella sia a cemento zero, perché qualche attività industriale a basso impatto ambientale e di limitata estensione ci vuole, perché può sorgere la necessità di diversificare l’economia». Infine sul progetto del parco di Pinocchio e sull’Expo ha affermato che «dobbiamo arrivare a offrire ai turisti pacchetti completi in cui ci sia la navetta per Collodi e Pinocchio accanto ad altre cose. A tal fine ci vuole un nuovo confronto con la fondazione e una rivalutazione del progetto». «Anche all’Expo – ha concluso Biscioni - non possiamo promuovere solo il garofano di Pescia, ma un pacchetto che comprenda tutto quanto ha da offrire il territorio: dalla Valleriana fino alla città della fiaba».
Oreste Giurlani, candidato della coalizione di centrosinistra, ha esordito parlando subito del progetto di business park: «quando scoprii che gran parte del territorio agricolo rischiava di essere trasformato in capannoni industriali ho avuto subito una reazione di rifiuto. Un simile progetto denota la scarsa attenzione che negli ultimi anni c’è stata per il settore agricolo, perché costruire in quella zona agricola quella quantità di capannoni industriali penso sia inaudito. Al punto che, se vinco le elezioni, una delle prime cose che farò sarà una variante urbanistica per togliere tutte le costruzioni industriali da quell’area. Noi abbiamo bisogno di valorizzare l’agricoltura con un piano strategico e in collegamento con tutti i livelli istituzionali, in particolare la Regione, che in questo settore è essenziale». Ciò non significa penalizzare l’industria: «se c’è qualcosa di industriale da fare, è il completamento dell’area industriale di San Piero e poi il recupero di alcune costruzioni industriali della Valleriana, che tra l’altro possono contare su varie forme di agevolazioni. Se poi ci saranno aziende che vogliono costruire industrie, visto che Pescia ha una vocazione agricola ma ci troviamo nella Valdinievole con altri Comuni intorno, si faranno accordi di programma con tali comuni limitrofi per agevolare gli eventuali investimenti dei nostri industriali».
«Oggi l’agricoltura regge meglio di altri settori – ha continuato Giurlani –. Non so se esiste nel Comune di Pescia un ufficio tecnico per l’agricoltura in grado di dare risposte alle aziende in coordinamento con le associazioni di categoria e secondo un piano strategico, ma è quello che ci vorrebbe». «Quando Salvadori [l’assessore regionale all’agricoltura, ndr] è venuto a Pescia – prosegue  Giurlani - e ha detto, anche in seguito a mie richieste, che metterà circa 7 milioni per i Pif (Piani integrati di filiera) del florovivaismo, ha fatto capire che la Regione è disponibile ad accogliere suggerimenti sulle regole per l’accesso ai finanziamenti dei Pif che siano adatte al settore floricolo, perché non possono essere identiche a quelle di altri settori agricoli con esigenze e caratteristiche diverse. Allora oggi questa è la sfida che ci attende. Mefit e le associazioni di categoria devono mettersi intorno a un tavolo e determinare in che direzione investire per garantire un futuro all’ortoflorovivaismo. E bisogna che il piano tenga conto delle esigenze di tutti: piccole e grandi imprese. Se le regole di accesso saranno giuste, tutti ci potranno partecipare, con il sostegno ad hoc anche degli istituti di credito. Abbiamo davanti quattro mesi fondamentali, perché i bandi usciranno intorno ad ottobre».
Sul mercato dei fiori di Pescia, «ad oggi un progetto vero non c’è» dice Giurlani, che aggiunge: «con l’istituzione dell’azienda speciale Mefit si è fatto un piccolo passo avanti e si è tornati alla normalità in un mercato che, a causa del commissariamento, era diventato un Bronx. Bisogna insieme alla Regione studiare una volta per tutte qual è il progetto di rilancio e quali sono quelle attività che possono far sì che il mercato, una volta messo a norma e sistemato, possa andare avanti con le sue gambe. Perché non ci si può permettere che ci sia una struttura come Mefit che si rimette a norma e poi dopo 3 anni è magari in una situazione di deficienza di manutenzione e gestione. Le domande sono: basta la floricoltura? Che modifiche sono necessarie per un allargamento all’orto-florovivaismo? Tutto ciò non basta? Ci si vuole fare anche qualche altra cosa? Bene: quale cosa abbinarci in modo da non creare problemi ai floricoltori che già ci sono? L’edificio ha un costo di manutenzione molto alto. Noi dobbiamo trovare la maniera, insieme ai privati, di fare un progetto sostenibile. La Regione ha ribadito la disponibilità a metterci 10 milioni, ma ce li mette quando viene presentato un progetto preciso. Però la priorità è il settore ortoflorovivaistico in sé, poi viene il resto. Ci si fa lo sport o i congressi? Rossi ha detto chiaramente che il ruolo preminente, rispetto a Viareggio, lo avrà il mercato di Pescia e a questo proposito un ruolo essenziale lo avrà il distretto floricolo Lucca Pistoia, che non ha funzionato per colpa degli enti locali, che sono stati latitanti».
«Pescia è floricoltura e ortoflorovivaismo – ha detto poi Giurlani – ma anche montagna e sviluppo rurale: ci sono delle aziende e degli agriturismi (alcuni peraltro abusivi, e ci sarà da fare controlli in proposito) e cooperative di boscaioli. Ebbene, per costoro bisogna agevolare la multifunzionalità. A costo di battere i pugni contro l’Asl quando oppone troppi cavilli burocratici su certe attività».
Sulle tasse Giurlani ha sostenuto che «se si imposta un piano strategico per il rilancio del settore florovivaistico e agricolo è logico che dobbiamo adeguare le tasse. Il Comune di Pescia ha le tasse fra le più alte del mondo. Già ora l’Imu, dove viene pagata, è alta. E l’addizionale Irpef è allo 0,8%, il massimo consentito, e, cosa più grave, non ci sono gli scaglioni in base al reddito. Chi andrà a governare il Comune dovrà entro il 31 luglio predisporre il bilancio preventivo 2014 e in esso dovrà introdurre i nuovi regolamenti di Tasi, Tari e Imu (l’Iuc). Bisogna subito aprire un tavolo per fare in modo che sulla parte agricola ci siano delle riduzioni sulla Tasi e non sarà un lavoro semplice. Idem per la Tari. Dobbiamo portare equità e perequazioni, con apposite agevolazioni e sgravi fiscali».
Giurlani ha infine parlato di Expo e Pinocchio, ricordando che «la Regione ha inserito Pinocchio, anche su mia sollecitazione, come Cicerone dell’Expo per la Toscana. Questo significa che nel periodo in cui la Regione sarà a Milano per con il suo stand sarà Pinocchio a presentare i prodotti della nostra regione». «Noi dobbiamo portare in Toscana – ha precisato Giurlani -, oltre ai turisti, gli stakeholder e quelli che fanno opinione. La Regione prevede di organizzare 7 eventi in Toscana durante l’Expo. Ci dovremo impegnare affinché uno dei 7 sia in Valdinievole, per essere per un giorno nelle cronache internazionali».
Infine, rispetto al progetto del Parco di Pinocchio, si è limitato in questa occasione a osservare: «oggi quando uno arriva a Pescia non trova nemmeno una navetta che lo porti a Collodi, una cosa scandalosa». E nel parlare del mercato a km 0 di Campagna amica ha fatto cenno alla possibilità di trovare fondi europei per recuperare il vecchio mercato dei fiori trasformandolo in una piazza coperta.

Redazione Floraviva

La vicepresidente Rosanna Zari: «Il paesaggio nella sua accezione più ampia, come elemento dinamico del territorio e delle attività che in esso si svolgono»

Agronomi protagonisti nella puntata di domenica scorsa di Linea Verde, storica trasmissione dedicata all’agricoltura di Rai 1. Ospite la vicepresidente CONAF Rosanna Zari, che è intervenuta presentando e parlando del VI Congresso mondiale degli agronomi in programma a Milano nel settembre 2015 in occasione di Expo.

La vicepresidente Zari intervistata dal conduttore Patrizio Roversi ha introdotto il titolo del congresso mondiale ‘Cibo e identità’, illustrando il rapporto fra agricoltura e paesaggio. «Il paesaggio – ha sottolineato Rosanna Zari – è da intendersi nella sua accezione più ampia, come è declinato dalla convenzione europea sul paesaggio e quindi come elemento dinamico del territorio e delle attività che in esso si svolgono. Con il Congresso mondiale porteremo alla ribalta di Expo le ‘best practices’ della produzione di cibo e paesaggi in tutto il mondo». Inoltre sul tema del bosco: «L’abbandono del patrimonio boschivo – ha detto Zari rispondendo ad una domanda di Roversi - è un aspetto da evitare perché non produce solo la degradazione del paesaggio, ma provoca dissesti e disastri ambientali».
Nella stessa puntata un servizio sull’innovazione meccanica in agricoltura con l’intervento di Marco Menghini, presidente della Federazione Marche e consulente della trasmissione: «Fino a due secoli fa e per tutta la storia – ha detto Menghini - l’uomo ha dovuto lottare per l’esigenza di produrre cibo. La meccanizzazione ha influito moltissimo sulla modificazione del paesaggio agrario, sono aumentati i campi e le unità poderali, più possibilità di lavorare meglio ed in fretta, sono cambiati gli elementi diffusi del paesaggio agrario come siepi ed alberature, che sono sparite perché serviva spazio. Oggi con le nuove tecnologie si sta tornando alla sostenibilità del paesaggio, ma senza meccanizzazione non possiamo stare, e queste macchine ci aiuteranno anche nel futuro proprio per nutrire il pianeta». In apertura il presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Milano, Marco Fabbri che ha sottolineato come ad Expo deve essere affrontato il tema della produzione agricola, quando si parla di alimentazione. Inoltre, ha ricordato che Expo deve anche essere l’occasione per rilanciare un rapporto con i paesi in via di sviluppo. Gli interventi inoltre di Tiziana Cattaneo direttore Cra-Iaa di Milano (Unità di ricerca per i processi dell’industria agroalimentare) e di Agostino Falavigna del Cra – Orl (unità di ricerca per l’orticoltura).

Per vedere la puntata del 4 maggio di Linea Verde (al minuto 37.50)  www.rai.tv
La puntata - Ad un anno esatto dall’apertura dell’Expo 2015, dedicata all’alimentazione nel mondo, Linea Verde si è spostata a Milano per una puntata che ha anticipato alcuni dei temi che l’esposizione universale tratterà nei sei mesi di attività. Dal sostegno alimentare per una popolazione mondiale in costante crescita, alla sostenibilità dei metodi produttivi; dal rispetto del territorio agricolo sempre più minacciato dalla cementificazione, alla ricerca di migliori equilibri tra lo sviluppo delle metropoli e la conservazione del paesaggio agricolo come insieme di valori ecologici.
 

Ieri in visita a Collodi con il candidato sindaco di Pescia Oreste Giurlani, l’eurodeputato Leonardo Domenici ha lanciato, al cospetto del segretario della fondazione Collodi Pier Francesco Bernacchi, l’idea di fare una mostra a Bruxelles su Pinocchio come parte del patrimonio culturale europeo. Giurlani ha rilanciato l’idea e dichiarato che proporrà Pinocchio quale figura simbolo per la Toscana all’Expo 2015.

Il rilancio del parco policentrico di Pinocchio e del personaggio inventato da Carlo Lorenzini come parte del patrimonio culturale europeo è stato al centro della visita di ieri dell’eurodeputato Leonardo Domenici a Collodi per sostenere la candidatura a sindaco di Pescia di Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana. Missione durante la quale Domenici, che si ricandida alle prossime elezioni europee, ha parlato anche con Pier Francesco Bernacchi, segretario della Fondazione nazionale Carlo Collodi, che ha chiesto alla politica un cambio di passo sul progetto Parco degli amici europei di Pinocchio: auspichiamo che con la nuova amministrazione comunale, ha detto Bernacchi, e anche con la Regione Toscana si riapra la filiera necessaria alla realizzazione di un progetto turistico-culturale di valenza non solo nazionale.
Raccogliendo l’input di Bernacchi, Domenici ha avanzato la proposta di fare, durante la prossima legislatura europea, se sarà rieletto, una mostra a Bruxelles dedicata a una figura che può essere considerata una parte del patrimonio europeo e non solo italiano. Giurlani ha ripreso l’idea dicendo che sarà necessaria una valorizzazione di Collodi e Pinocchio legata alle dimensioni del verde e della fiaba che comporterà un partenariato di livello europeo. Giurlani ha aggiunto che chiederà alla Regione Toscana di portare Pinocchio come simbolo per la Toscana all’Expo 2015 a Milano.  
 
Redazione Floraviva