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Stefania Saccardi

"Occorre trovare soluzioni concrete per il riutilizzo sociale dei beni che vengono confiscati alla mafia: per dare un messaggio forte ed importante a chi questi beni li ha impiegati per finalità illecite ma anche per non vanificare l'impegno di chi la legge l'ha faticosamente voluta ed ottenuta". La vicepresidente Stefania Saccardi ha concluso così il proprio intervento al tavolo regionale di coordinamento sui beni confiscati alla mafia che stamattina, a Palazzo Strozzi Sacrati, ha riunito per la prima volta tutti i soggetti coinvolti: Comuni, Associazioni, prefetture, forze dell'ordine.

"L'idea di costituire un tavolo – ha detto la vicepresidente - che fosse in grado di individuare e adottare soluzioni concrete per far sì che tutto questo patrimonio sottratto alla malavita non resti inutilizzato è venuta pochi giorni fa, a Pisa, quando insieme a Don Ciotti abbiamo celebrato la riapertura di un'edicola confiscata alla mafia. Tanti soggetti coinvolti mi hanno chiesto se la Regione potesse diventare il coordinatore di tutte le iniziative, idee, proposte. Ma anche di diventare l'interlocutore nei confronti dell'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Mancava una regia. Questo tavolo dovrà servire come luogo per il confronto e la condivisione ma soprattutto per l'adozione di soluzioni operative".

Impiegare tanti beni immobili inutilizzati, ma anche aziende e negozi, per scopi sociali. "Sarebbe un bel segnale perchè la cosa che fa più male alle associazioni mafiose – ha proseguito Stefania Saccardi - è la sottrazione degli strumenti finanziari con cui svolgono la loro attività criminosa. Un segnale oltrechè simbolico anche tangibile perchè le necessità sociali sono tantissime e questa è una ricchezza che non possiamo permetterci di perdere".

Alle tante difficoltà dei Comuni di poter utilizzare i beni riassegnati dall'Agenzia si sommano quelle di avere un quadro aggiornato della situazione. "L'Agenzia – ha spiegato Stefania Saccardi – ha da poco un nuovo direttore. Il primo passo del tavolo sarà quello di chiedere un incontro per chiarire alcuni aspetti fondamentali. Anzitutto per capire se una parte dei fondi che vengono sequestrati alle mafie possano essere utilizzati per ristrutturare i beni immobili. La maggior parte dei Comuni, oltre alla penuria di risorse per fare questo, deve anche scontrarsi con i mille ostacoli. Spesso sui beni gravano ipoteche che gli stessi Comuni non possono accollarsi. In secondo luogo – ha poi aggiunto – per chiedere sempre all'Agenzia un aggiornamento del censimento dei beni, l'ultimo risale al gennaio 2013".

Il tavolo tornerà presto a riunirsi con un obiettivo importante, lavorare immediatamente ad alcune proposte operative. "La prossima volta – ha concluso la vicepresidente – insieme ai Comuni che hanno dei beni utilizzabili dobbiamo realizzare qualcosa di concreto, entrare in contatto con soggetti disposti a gestirli, coinvolgere anche soggetti come la lega delle cooperative. Anche la Regione metterà a disposizione le risorse immediatamente disponibili. Per ora le esperienze virtuose sono poche, per i tanti motivi che rendono una legge ben fatta di fatto impossibile da attuare".

green shared day

Cia e Promoverde organizzano il “Green Shared Day” per promuovere la riorganizzazione dell’arredo urbano. Dagli orti verticali ai muri vegetali, le nuove forme del verde cittadino portano molteplici vantaggi: riducono le polveri sottili e contengono gli effetti dello smog; rallentano le acque piovane in un’ottica di difesa idrogeologica; tutelano il paesaggio contro incuria e degrado; moltiplicano le possibilità di “urban farming”. Ora avanti su progetti integrati, anche espositivi, fino ad “Expo 2015”.

Serve un piano di riorganizzazione del territorio urbano, che sviluppi le opportunità offerte dall’integrazione tra agricoltura, architettura, alimentazione e cultura in un’ottica di riduzione delle emissioni, di sostegno al “city farming” e di tutela del paesaggio contro incuria, degrado e cementificazione selvaggia. E’ quanto è emerso dal “Green Shared Day”, l’iniziativa organizzata da Cia e Promoverde oggi all’Auditorium “Giuseppe Avolio”.
I nuovi stili di vita e le emergenze ambientali impongono di concepire in modo nuovo gli spazi cittadini, dando al verde urbano un ruolo diverso che non è più solo “ornamentale”, ma diventa “strutturale”. Per raggiungere questo obiettivo, l’agricoltura italiana sta promuovendo una nuova sinergia con l’architettura e lavorando a soluzioni urbanistiche innovative, dove l’elemento naturale si insinua all’interno delle architetture in modo nuovo, penetrando negli spazi e negli interstizi ricavati nella tessitura delle costruzioni urbane. Così nascono ad esempio gli orti verticali, i muri vegetali o i “garden roof”.
“Sono queste le nuove forme del verde che nascono dalla ricerca del più recente vivaismo specializzato, che lavora già da diversi anni in tandem con l’architettura più sensibile all’aspetto ambientale delle costruzioni -ha detto Gianluca Cristoni, presidente di Promoverde, l’associazione per la Qualità del Paesaggio e del Florovivaismo- e portano con molteplici vantaggi, che vanno dalla riduzione del delta termico e delle polveri sottili al forte rallentamento delle acque piovane, fondamentale in un Paese come il nostro dove il rischio idrogeologico coinvolge ben 6.633 comuni. Senza contare, poi, l’importanza dell’impatto estetico e sulla biodiversità”.
“Il verde -ha spiegato il presidente della Cia, Dino Scanavino- aumenta la vivibilità dentro le mura cittadine, svolgendo una triplice funzione. Da una parte contiene gli effetti dello smog, responsabile dell’11 per cento dei casi di aggravamento di asma dei bambini e del 18 per cento dei problemi acuti negli anziani affetti da problemi respiratori, dall’altro il verde pubblico può essere adibito alle coltivazioni a uso domestico con gli orti urbani. In questo modo non solo si un sostegno alle famiglie, ma si salvaguarda il paesaggio sottraendo all’incuria e al degrado terreni spesso lasciati incolti e abbandonati. Infine, è un fattore capace di aumentare la vivibilità dei centri urbani, considerato l’effetto benefico che il verde ha anche da un punto di vista psicologico per i cittadini”. Per questo motivo “la Cia promuove il nuovo legame tra architettura ‘ecofriendly’ e florovivaismo -ha aggiunto Scanavino- e sostiene la sperimentazione in questo campo”.
D’altra parte, ha sottolineato Cristoni, “una concreta testimonianza del sempre più importante ruolo che viene attribuito al verde è rappresentato dalle recenti forme di defiscalizzazione (fino al 65 per cento) introdotte in Italia a favore di chi inserisce piante sui tetti e sulle pareti. Solo a Roma, così, si potrebbe rinverdire una superficie potenziale di 400 ettari”.
Promoverde e Cia, quindi, hanno deciso di raccogliere insieme la sfida di una “rinaturalizzazione” degli spazi urbani, imposta anche dai parametri di Kyoto. “All’interno di molteplici eventi fieristici, da Saie a Eima, abbiamo in mente un progetto integrato che li colleghi in una sorta di ‘Green Shared’ -hanno annunciato le due organizzazioni-. Si tratterebbe di una integrazione anche espositiva, oltre che concettuale, in modo tale da realizzare una condivisione di conoscenza tra operatori di settori distinti, ma non differenti, come sono quelli della costruzione e gestione del territorio, del paesaggio e degli spazi verdi, dell’alimentazione e dell’agricoltura. Un percorso che non si fermerà ai singoli eventi, ma che intende snodarsi attraverso di essi per arrivare fino a Expo 2015”.


Nella riunione di partenariato di oggi a Firenze sul nuovo Programma di sviluppo rurale l’assessore all’agricoltura ha ricordato le scadenze: approvazione in Giunta e poi presentazione alla Commissione europea entro luglio e primi bandi a fine ottobre. Tra i settori su cui puntare indica zootecnia, ortaggi e olivicoltura.

 
«Abbiamo iniziato a lavorarci l’anno scorso per essere una delle prime regioni a presentarlo e invieremo a Bruxelles la nostra bozza di Psr prima del 22 luglio. Contiamo di fare presto a concludere tutto l'iter in modo da garantire continuità fra la vecchia e la nuova programmazione: prima della fine dell'anno intendiamo rendere operativo il nuovo Programma di sviluppo rurale, per ottobre vorremmo avere pronti i primi bandi».
E’ quanto affermato dall’assessore toscano all’agricoltura Gianni Salvadori in apertura della riunione di “partenariato” di stamani a Firenze, presso l’auditorium del Consiglio regionale, in cui è stata presentata la bozza del nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 che nei prossimi giorni sarà approvata dalla Giunta regionale. Con lui, a parlarne di fronte a una platea gremita di rappresentanti delle categorie economiche, degli enti locali e dell’associazionismo, il presidente della Commissione agricoltura dell’assemblea toscana, Loris Rossetti, e il responsabile dell’area di coordinamento sviluppo rurale della Regione, Enrico Favi, che ha illustrato alcuni aspetti metodologici del documento.
Il nuovo Psr, un documento di ben 700 pagine, avrà una dotazione di 961 milioni, 90 milioni in più rispetto al vecchio programma. «Vuol dire – ha sottolineato l'assessore Salvadoriche ogni anno ci saranno 15 milioni in più da spendere per le imprese toscane. Intendiamo puntare sulla competitività e investiremo su questo oltre il 50% delle risorse». Salvadori ha sottolineato, a tal proposito, l'importanza dei progetti di filieradalla produzione alla trasformazione fino al commercio») ed ha annunciato la volontà di dare vita anche a «progetti di filiera territoriale», soprattutto nelle zone dove non c'è un prodotto di punta, ma ce ne sono diversi. «Dobbiamo garantire reddito a tutti gli operatori della filiera – ha aggiunto - e dobbiamo fare in modo che questa ricchezza resti in Toscana». «Se non facciamo impresa in senso proprio – ha insistito -, allora non ci sono prospettive: bisogna essere in grado di avere imprese remunerative». E questo significa anche aumentare la produzione, pur mantenendo alta la qualità.
Se la competitività sarà il leit motiv del Programma, gli interventi principali riguarderanno i giovani e la necessità di investire nel ricambio generazionale. «Puntiamo a raddoppiare il numero di giovani che faranno impresa in agricoltura, oggi sono il 20% – ha detto l'assessore – e per questo saranno strategiche misure riguardanti il credito e la terra, che molti giovani non hanno a disposizione». Sul credito l'assessore ha sottolineato la necessità di strumenti adatti alle imprese agricole, che hanno bisogni e caratteristiche diverse rispetto a quelle manifatturiere.
Per quanto riguarda la terra, Salvadori ha invece ricordato la creazione dell'Ente Terre di Toscana, con la "Banca della terra". «La Banca della terra – ha detto - è nata da circa un anno, è partita bene, ora intendiamo dare un'accelerazione forte in modo che possa rispondere con efficienza alle necessità. Dobbiamo recuperare alla produzione agricola circa 100 mila ettari di terra che in Toscana non viene più coltivata».
Gli altri pilastri del Psr riguarderanno l'ambiente e il territorio, con il settore forestale come presidio per uscire dalla logica emergenziale nei confronti del dissesto idrogeologico e dei cambiamenti climatici, il miglioramento della qualità e la tracciabilità dei prodotti, con l'integrazione sempre maggiore della ricerca e dell'innovazione (Università e centri di ricerca in forte sinergia con il modo produttivo) e la semplificazione. «Dobbiamo trovare una modalità nuova per un intervento coerente sul territorio, uscendo dalla logica degli interventi eccezionali – ha puntualizzato Salvadori –. Il bosco deve essere fonte di reddito, ma il lavoro nel bosco deve essere più trasparente di quanto lo sia oggi». E ci vuole una «progettazione complessiva» dei finanziamenti per il territorio attraverso la cooperazione fra assessorati all’agricoltura e all’ambiente e i consorzi di bonifica
«Dobbiamo individuare settori a cui dare la priorità» ha detto poi Salvadori, indicandone come sicuri tre: la zootecnia, il settore degli ortaggi (tutto da costruire) e la coltivazione dell'olivo, che non deve essere trattato solo come problema paesaggistico, ma anche come questione produttiva, perché «se il comparto non resta produttivo, alla fine si perderà anche il paesaggio» a causa dell’abbandono dei terreni.
 
Redazione Floraviva

Carlesi e Salvadori durante incontro 1 luglio

Vivaismo pistoiese. La valle delle piante è sempre più ecocompatibile. Il piano di filiera Igan Eco-Pot ha presentato i dati: investito il 55% dei 3,5 milioni di euro previsti. In arrivo i materiali per il vaso biodegradabile. Assessore Gianni Salvadori: siano i vivaisti a costruire l'impresa che fa i vasetti.

Oltre il 55% degli investimenti previsti già sono effettuati, con punte del 60% negli interventi per rendere il processo produttivo nei vivai più ecocompatibile, sicuro e certificato. E presto saranno pronti i materiali con cui stampare (per poi interrare) i vasi biodegradabili.

Igan Eco-Pot, il progetto integrato pistoiese che, sotto il coordinamento di Coldiretti Pistoia, ha creato la più importante filiera del vivaismo toscano e non solo. Per presentare il sito www.eco-pot.it dedicato al progetto e per fare il punto sugli investimenti effettuati e da effettuare, martedì 1 luglio 2014 i partecipanti al piano (complessivamente 64) si sono riuniti alla presenza di Gianni Salvadori, assessore all'agricoltura della Regione Toscana, ente che ha cofinanziato gli investimenti. “Un progetto che ha ottenuto finanziamenti dopo una valutazione positiva nel merito -ha commentato Salvadori davanti all'affollata platea di imprenditori agricoli-, e che sembra portare buoni risultati”. Il padrone di casa dell'incontro Mario Carlesi, presidente di Coldiretti Pistoia, ha ringraziato Salvadori e Regione, auspicando che si consolidi il rapporto proficuo perché “l'amministrazione pubblica aiuta le imprese e noi aiutiamo la pubblica amministrazione con la nostra esperienza a creare le condizioni di sviluppo”.


Carlesi ha invitato l'assessore Salvadori a tornare a Pistoia, anche per affrontare alcune delle problematiche che vive il settore vivaistico in questa fase di crisi poste da Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia: dal credito, al fisco, ai tempi lunghi degli uffici pubblici per effettuare i pur necessari controlli fitosanitari, contabili. “Occorre certezza nei tempi e celerità nelle pratiche- ha auspicato Tropiano”. L'invito a tornare è stato accolto dall'assessore.

A coordinare i 64 soggetti partecipanti ad Igan Eco-Pot c'è Impresa Verde, società di servizi di Coldiretti Pistoia, capofila di tutta la filiera, che ha messo a punto www.eco-pot.it, il sito Internet del patto di filiera che incardina la filosofia del progetto: la condivisione e la conoscenza. Sulla prima pagina del portale appaiono i volti di tutti i partecipanti diretti ad Igan Eco-Pot. Un 'libro delle facce' (facebook) del vivaismo pistoiese, a cui si aggiungono i volti dei ricercatori dell'università di Perugia, dell'università di Pisa, e del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, di Perugia. Per descrivere il progetto è stato scelto il linguaggio esplicito delle immagini video, un format che conduce gli spettatori (esperti e non) attraverso la 'valle delle piante' pistoiese con i suoi tanti vivai, evidenziando gli interventi ed il carattere 'rivoluzionario' del piano integrato di filiera Igan Eco-Pot. Sito e video sono stati realizzati in collaborazione con due aziende pistoiesi (Atomproduction e Studio09). www.eco-pot.it serve per consolidare il rapporto tra i partecipanti al patto di filiera e per dare visibilità a tutto il vivaismo pistoiese: 5000 ettari di colture che restituiscono ossigeno alla piana che si sviluppa tra l'appennino tosco-emiliano e le colline del Montalbano.

Igan-Eco Pot è un progetto integrato di filiera targato Regione Toscana (Piano sviluppo rurale, misure 121 e 124), finanziato da fondi europei (47%) e da 20 aziende vivaistiche (53%).

Dei 3,55 milioni complessivi, già investiti oltre la metà. Considerando solo gli interventi previsti dalla misura 121 -certificazioni verdi Mps, impianti fotovoltaici e pinze porta vasi, strutture logistiche, serre a basso consumo e centrali di controllo per l'irrigazione- la percentuale di spesa sale al 60%. Grazie alle nuove certificazioni, le aziende che adottano il sistema Mps operano su 1300 ettari, un quarto della superficie a vivaio del distretto pistoiese. Mps significa programma ambientale per la coltivazione di piante ornamentali, ovvero produrre meglio e con minor utilizzo di acqua, energia e altri fattori produttivi.

Al centro del progetto di filiera c'è Eco-pot, il vaso biodegradabile, una sperimentazione che potrebbe rivoluzionare il settore, dando al vivaismo pistoiese un vantaggio competitivo assoluto. Il vivaio Sandro Bruschi è capofila nella sperimentazione del vaso ecologico (misura 124), che utilizza le conoscenze che gli derivano da una precedente sperimentazione, sempre in filiera: San Soil, che ha dato ottimi risultati. San Soil ha messo a punto una tecnologia per sostituire nei terreni la torba con la sansa d'oliva. Un vantaggio ecologico ed economico: la torba arriva da paesi lontani come la Russia, mentre la sansa d'oliva è recuperata dai frantoi toscani. Sotto il coordinamento di Sandro Bruschi Vivai tre enti di ricerca stanno sperimentando i materiali con cui stampare i vasi biodegradabili, vasi che dovranno unire due qualità: la resistenza meccanica per le lavorazioni delle piante durante la crescita; e la biodegradabilità una volta interrata la pianta con il vaso che a quel punto, dissolvendosi, diventa anche concime. Sono 5 i materiali su cui si sta concentrando la sperimentazione in laboratorio, insieme allo stampatore si definiranno le caratteristiche (forma) dei 10 mila vasi da stampare, che saranno 'messi all'opera' nei vivai coinvolti nella sperimentazione.

E rispetto ai vasi biodegradabili, l'assessore Salvadori ha auspicato che, a sperimentazione ultimata, siano gli stessi vivaisti pistoiesi a costituire “l'impresa che fa i vasetti”

Redazione Floraviva

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Il nuovo Piano paesaggistico della Regione Toscana, adottato ieri dal  Consiglio regionale, sarà illustrato domani a Roma dall'assessoreurbanistica, pianificazione del territorio e paesaggio Anna Marson. Con lei ci sarnno Fabio Zita e Silvia Roncuzzi.

L'incontro, promosso  dall'Associazione Bianchi Bandinelli, si svolgerà nell'Archivio Antonio Cederna, presso la sede della Soprintendenza Speciale per i Beni  Archeologici di Roma, via Appia Antica, 222, alle ore 14.30.  Interverranno Giovanni Caudo, Daniele Iacovone, Vezio De Lucia, Rita  Paris.

CIA Toscana chiede che si tengano in considerazione maggiormente le esigenze dei produttori agricoli rispetto a quelle del paesaggio. -Luca Brunelleschi-, presidente Cia Toscana, dichiara inoltre di essere perfettamente d'accordo sul consumo 0 del suolo.


Redazione Floraviva