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Il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino: “Da sempre facciamo della difesa della biodiversità il fondamento della nostra visione. Perché biodiversità significa adesione a un progetto concreto di sviluppo sostenibile, ma anche riaffermazione della centralità agricola e dell’agricoltore come imprenditore custode e multiruolo, capace non solo di produrre dai campi ma di preservare l’ambiente, il territorio e i suoi prodotti tipici”.
Finalmente il provvedimento sulla biodiversità agricola e alimentare è legge: la Cia-Confederazione italiana agricoltori saluta con soddisfazione l’approvazione definitiva alla Camera del ddl in materia.
“La Cia, da sempre, fa della tutela della biodiversità il fondamento della sua visione dell’agricoltura -spiega il presidente nazionale Dino Scanavino- perché biodiversità significa adesione a un progetto di sviluppo sostenibile, ma anche riaffermazione della centralità agricola e dell’agricoltore come imprenditore ‘multiruolo’ capace non solo di produrre dai campi ma di preservare l’ambiente, di qualificarlo attraverso l’attività turistica, di costruire sistemi territoriali capaci di rispettare la natura”.
“Crediamo molto nelle possibilità di questa legge -continua il presidente della Cia- che finalmente definisce un quadro normativo unico, prevedendo misure fondamentali per la difesa e la valorizzazione della biodiversità, come l’istituzione di un’Anagrafe nazionale ‘ad hoc’ e l’avviamento del Fondo per la tutela della biodiversità a sostegno delle azioni degli agricoltori custodi”.
“L’Italia, con un trentesimo della superficie Ue, detiene il 50% della biodiversità vegetale e il 30% di quella animale del continente europeo -ricorda Scanavino-. Un patrimonio che va salvaguardato, rappresentando un valore aggiunto della produzione agricola che merita di essere sostenuto, anche economicamente”.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
Dal 1999 al 2011 la produzione è diminuita del 20%. Nonostante il Giappone sia un grande produttore di fiori recisi, le statistiche ufficiali rivelano un netto cambiamento che segna una crisi del settore che aumenta di anno in anno, senza un ricambio generazionale. Molti coltivatori andranno in pensione e la nuova generazione non si farà carico delle loro attività, escludendo anche la possibilità, per molti di loro, di mettere in vendita le terre.
Il futuro non sembra dunque essere positivo, si attende infatti un ulteriore calo della produzione del fiore reciso nei prossimi dodici anni, come ha dichiarato Nobuya Kaishita, direttore della “Japan Floral Marketing Association” (JFMA) e vice-presidente della Chrysal Japan. Questa visione è dettata dal mancato ricambio generazionale: i giovani non prendono in consegna l’azienda dei propri genitori e non vendono la terra. Di conseguenza nessun terreno diventa disponibile per nuovi coltivatori o per espandere un’altra attività, già esistente. Un aumento delle importazioni sembrerebbe essere una conseguenza logica, anche se Kaishita non ne è sicuro: le importazioni negli ultimi due anni sembrano essersi stabilizzate a causa della svalutazione dello yen giapponese e si registra un calo della domanda per il settore. Le giovani generazioni non attribuiscono molto valore ai fiori e, di conseguenza, non comprano. Ecco perché la JFMA e il “Flowering Japan Council” stanno lavorando alla promozione del fiore. Nonostante si sia passati da 19700 ettari coltivati, nel 1999, a 15770 ettari nel 2011, il crisantemo continua ad essere il principale prodotto del settore con 5233 ettari a lui dedicati, seguito da giglio, lisianthus, rosa, garofano, gypsophila, statice e alstroemeria. Il declino più grande si è registrato per la gypsophila, la cui produzione è diminuita del 40%, da 424 ettari nel 1999 a 253 ettari nel 2011. La maggior parte di questi fiori è di produzione nazionale, ma l’importazione è in crescita: una grande percentuale di garofani viene importata, circa il 46%, a cui seguono le rose (22%), i crisantemi (14%) e i gigli (8%). Nel 1996 i paesi che esportavano in quantità maggiori in Giappone erano Olanda, Tailandia, Colombia e Malesia. Negli ultimi anni il numero di fiori importati da questi ultimi due paesi è fortemente aumentato. Oggi, infatti, sono i due principali paesi che forniscono fiori in Giappone, seguiti dalla Cina, che ha iniziato a fornire soprattutto crisantemi e garofani nel 2004.
Redazione Floraviva
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Chiuso il primo bando sui progetti integrati di filiera del Psr 2014-2020 della Regione Toscana. I 53 pif valgono 98 milioni di euro di contributi richiesti per investimenti di oltre 210 milioni. Ben 18 dei pif sono multifiliera, 11 riguardano la filiera vitivinicola, 6 quella olivo-oleicola, 4 la foresta-legno ed energia, 1 la filiera castanicola.
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Dopo oltre vent’anni di mediazione la svolta sembra imminente e il primo accordo vincolante e universale sarà probabilmente stretto in dicembre per contenere il riscaldamento del pianeta entro la soglia dei 2°C. Prima ancora di iniziare, il 30 novembre, l’appuntamento di Parigi ha ottenuto la definizione da parte della maggioranza dei Paesi dei propri impegni di contenimento dei gas che alterano il clima. È il caso di Danimarca e Svezia che hanno deciso di diventare completamente “fossil free”, o di Buthan e Costarica che intendono anticipare la fuoriuscita dai combustibili fossili al 2030.
La battaglia climatica gode al momento attuale di due punti forza: la crescita del numero delle città impegnate dal basso nella definizione di politiche di riduzione delle emissioni, e l’adozione del valore della CO2 nelle proprie scelte strategiche da parte di molte imprese. Così, Christiana Figueres, segretaria esecutiva del UNFCCC, ha twittato il suo entusiasmo, a una ventina di giorni dalla conferenza di Parigi: “Il mondo è pronto per il cambiamento”. In effetti, rispetto ad anno fa, quando importanti responsabili delle emissioni cercavano di non esporsi, considerando prioritarie le riduzioni dei Paesi industrializzati, le cose sono cambiate. Cina e Stati Uniti hanno ufficializzato il proprio impegno a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, insieme ad oltre 150 paesi, responsabili del 90% delle emissioni mondiali, rispettando così la richiesta dell’Onu di presentare i propri piani volontari di riduzione prima del 30 novembre. Mancano ancora i Paesi del Golfo, produttori di petrolio, ma sembrano ormai lontani i fallimenti dei precedenti negoziati sul clima. Nuove tecnologie e opzioni politiche possono dunque condurre verso un importante cambiamento. Centrale sarà anche il ruolo giocato dagli investimenti nelle fonti rinnovabili e nell’efficienza energetica, che permetteranno alla crescita economica di svincolarsi dal consumo di idrocarburi. Le promesse volontarie presentate all’Onu richiederanno, infatti, al settore energetico grandi investimenti nelle tecnologie pulite: come ha stimato l’International Energy Agency, si tratterà di un totale di 13.500 miliardi di dollari, da qui al 2030. Hoesung Lee, economista coreano a capo dell’Intergovernmental panel on climate change, ha espresso la sua opinione in una recente intervista, pubblicata sul Sole 24 Ore: il picco delle emissioni di gas a effetto serra dovrà essere raggiunto il prima possibile, altrimenti sarà difficile e costoso mantenere il riscaldamento globale entro il limite dei 2°C. Per raggiungere questo importante traguardo sarà necessario, sempre secondo Lee, migliorare l’efficienza energetica, affidarsi sempre di più alle fonti rinnovabili e aumentare l’assorbimento della CO2, ad esempio con riforestazione e ripristino del suolo. Inoltre un contributo decisivo sarà svolto dalle tecnologie in grado di catturare i gas a effetto serra prima del loro rilascio in atmosfera e dai comportamenti e stili di vita, che dovranno indirizzarsi verso una riduzione dei rifiuti e un cambiamento dei modelli di consumo.
Redazione Floraviva
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Nei tre giorni della fiera, la settimana scorsa ad Aalsmeer, registrati 15 mila visitatori: ben oltre il 5% in più del 2014. Gli espositori erano 750, fra cui 470 produttori di piante e 180 di fiori recisi. Ecco gli stand e i concept giudicati migliori: le piante commestibili Citrina e per i fiori recisi Anco con Vanique.
Bilancio positivo per FloraHolland Trade Fair, tenutasi dal 4 al 6 novembre scorsi ad Aalsmeer, nel centro nevralgico del florovivaismo mondiale. I visitatori registrati sono stati 15 mila, hanno fatto sapere dalla cooperativa olandese leader del settore, e ciò significa più 1000 visitatori rispetto all’anno precedente e il record della manifestazione. «Gli espositori a mettere in mostra le loro aziende e prodotti – si legge nella nota finale – erano 750, sia locali che stranieri, fra cui 470 produttori di piante, 180 produttori di fiori recisi e 50 selezionatori». Il tutto in uno spazio espositivo di circa 25 mila metri quadrati. «I produttori e i loro clienti – ha dichiarato Wilma van Straalen, manager della fiera commerciale – hanno ripreso a scommettere sul futuro. Gli stand erano più belli che mai e l’atmosfera di quest’anno estremamente positiva».
Nel centro della manifestazione c’era FloraHolland House con il tema scelto per questa edizione: “la casa delle opportunità”. Nel padiglione, che aveva un nuovo design, sono state proposte tre tendenze di stile e uno «strategy wall» per ispirare i visitatori. Fra i premi di quest’anno per i migliori stand ricordiamo quello a Citrina (categoria piante) e ad Anco per la categoria fiori recisi.
Lo stand di Citrina, un brand introdotto da Jack Poot all’inizio del 2015, è stato apprezzato, fra l’altro, per il logo capace di presentare magnificamente il concept: «indica perfettamente il significato di Citrina» ha commentato Inger van IJzeren di FloraHolland, aggiungendo che «il personale dello stand è sempre disponibile ed estremamente competente». In cosa consiste dunque l’idea di Citrina? «Noi produciamo piante commestibili, buone e che le persone possono mettere in cucina e coltivare e raccogliere lì – risponde Jack Poot -. Forniamo tutto l’occorrente e, se richiesto dal cliente, possiamo occuparci anche del design».
Anco con Vanique No 3, che fa il verso a Chanel, ha vinto nella categoria degli stand di fiori recisi perché «ha un’immagine tremendamente chic, assolutamente fantastica», secondo Inger van IJzeren. Lo stand sembrava una elegante profumeria dove i fiori recisi, tre fiori della qualità migliore in ogni box, erano messi in mostra in modo da semplificare al massimo l’identificazione e la scelta del consumatore. «In termini di immagine – ha spiegato Danny Broeshart di Anco – non si dovrebbe notare alcuna differenza fra Chanel e Vanique».
Redazione Floraviva
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Record attendance at FloraHolland Trade Fair
In the three days of the fair, last week in Aalsmeer, recorded 15,000 visitors: well over 5% more than 2014. The exhibitors were 750, including 470 producers of plants and 180 of cut flowers. Here stands and concept judged best: Citrine edible plants and cut flowers with Anco Vanique.
Positive results for FloraHolland Trade Fair, held 4 to 6 November last in Aalsmeer, the nerve center of the horticultural world. Visitors registered were 15,000, they have made it known from the Dutch cooperative world leader in the industry, and that means more visitors in 1000 than the previous year and the record of the event. "The exhibitors to showcase their companies and products - says the final note - was 750, both local and foreign, including 470 plant producers, 180 producers of cut flowers and 50 graders." All in an exhibition space of about 25,000 square meters. "The manufacturers and their customers - said Wilma van Straalen, manager of the trade show - have begun to bet on the future. The stands were more beautiful than ever and the atmosphere of this year's extremely positive. "
In the center of the event was FloraHolland House with the theme chosen for this year: "the home of the opportunity." The pavilion, which had a new design, have been proposed three trends of style and a "wall strategy" to inspire visitors. Among this year's awards for best booth, we looked at Citrine (category plants) and Anco for the category cut flowers.
The stand of Citrine, a brand introduced by Jack Poot at the beginning of 2015, has been appreciated, among other things, for the logo capable of presenting the concept beautifully: "indicates the purport of Citrine" said Inger van IJzeren of FloraHolland, adding that "the stand staff is always available and extremely competent." What is therefore the idea of Citrine? "We produce edible plants, and good that people can get in the kitchen and there grow and harvest - Jack says Poot -. We provide everything you need and, if requested by the customer, we can also design ".
Anco with Vanique No 3, which hints at Chanel, won in the category of the stands of cut flowers because "he has a picture terribly chic, absolutely fantastic," according to Inger van IJzeren. The stand looked like a stylish perfumery where cut flowers, three flowers of the highest quality in every box, were put on display in order to simplify the identification and consumer choice. "In terms of image - said Danny Broeshart Anco - you will not notice any difference between Chanel and Vanique."
Redazione Floraviva