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floraviva iftf 2015

Nei tre giorni della fiera, la settimana scorsa ad Aalsmeer, registrati 15 mila visitatori: ben oltre il 5% in più del 2014. Gli espositori erano 750, fra cui 470 produttori di piante e 180 di fiori recisi. Ecco gli stand e i concept giudicati migliori: le piante commestibili Citrina e per i fiori recisi Anco con Vanique.

Bilancio positivo per FloraHolland Trade Fair, tenutasi dal 4 al 6 novembre scorsi ad Aalsmeer, nel centro nevralgico del florovivaismo mondiale. I visitatori registrati sono stati 15 mila, hanno fatto sapere dalla cooperativa olandese leader del settore, e ciò significa più 1000 visitatori rispetto all’anno precedente e il record della manifestazione. «Gli espositori a mettere in mostra le loro aziende e prodottisi legge nella nota finale – erano 750, sia locali che stranieri, fra cui 470 produttori di piante, 180 produttori di fiori recisi e 50 selezionatori». Il tutto in uno spazio espositivo di circa 25 mila metri quadrati. «I produttori e i loro clienti – ha dichiarato Wilma van Straalen, manager della fiera commercialehanno ripreso a scommettere sul futuro. Gli stand erano più belli che mai e l’atmosfera di quest’anno estremamente positiva».
Nel centro della manifestazione c’era FloraHolland House con il tema scelto per questa edizione: “la casa delle opportunità”. Nel padiglione, che aveva un nuovo design, sono state proposte tre tendenze di stile e uno «strategy wall» per ispirare i visitatori. Fra i premi di quest’anno per i migliori stand ricordiamo quello a Citrina (categoria piante) e ad Anco per la categoria fiori recisi.
floraviva citrania

Lo stand di Citrina, un brand introdotto da Jack Poot all’inizio del 2015, è stato apprezzato, fra l’altro, per il logo capace di presentare magnificamente il concept: «indica perfettamente il significato di Citrina» ha commentato Inger van IJzeren di FloraHolland, aggiungendo che «il personale dello stand è sempre disponibile ed estremamente competente». In cosa consiste dunque l’idea di Citrina? «Noi produciamo piante commestibili, buone e che le persone possono mettere in cucina e coltivare e raccogliere lì – risponde Jack Poot -. Forniamo tutto l’occorrente e, se richiesto dal cliente, possiamo occuparci anche del design».

floraviva anco con vanique

Anco con Vanique No 3, che fa il verso a Chanel, ha vinto nella categoria degli stand di fiori recisi perché «ha un’immagine tremendamente chic, assolutamente fantastica», secondo Inger van IJzeren. Lo stand sembrava una elegante profumeria dove i fiori recisi, tre fiori della qualità migliore in ogni box, erano messi in mostra in modo da semplificare al massimo l’identificazione e la scelta del consumatore. «In termini di immagine – ha spiegato Danny Broeshart di Anco – non si dovrebbe notare alcuna differenza fra Chanel e Vanique».

Redazione Floraviva

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Record attendance at FloraHolland Trade Fair

In the three days of the fair, last week in Aalsmeer, recorded 15,000 visitors: well over 5% more than 2014. The exhibitors were 750, including 470 producers of plants and 180 of cut flowers. Here stands and concept judged best: Citrine edible plants and cut flowers with Anco Vanique.

Positive results for FloraHolland Trade Fair, held 4 to 6 November last in Aalsmeer, the nerve center of the horticultural world. Visitors registered were 15,000, they have made it known from the Dutch cooperative world leader in the industry, and that means more visitors in 1000 than the previous year and the record of the event. "The exhibitors to showcase their companies and products - says the final note - was 750, both local and foreign, including 470 plant producers, 180 producers of cut flowers and 50 graders." All in an exhibition space of about 25,000 square meters. "The manufacturers and their customers - said Wilma van Straalen, manager of the trade show - have begun to bet on the future. The stands were more beautiful than ever and the atmosphere of this year's extremely positive. "

In the center of the event was FloraHolland House with the theme chosen for this year: "the home of the opportunity." The pavilion, which had a new design, have been proposed three trends of style and a "wall strategy" to inspire visitors. Among this year's awards for best booth, we looked at Citrine (category plants) and Anco for the category cut flowers.
floraviva citrania
The stand of Citrine, a brand introduced by Jack Poot at the beginning of 2015, has been appreciated, among other things, for the logo capable of presenting the concept beautifully: "indicates the purport of Citrine" said Inger van IJzeren of FloraHolland, adding that "the stand staff is always available and extremely competent." What is therefore the idea of Citrine? "We produce edible plants, and good that people can get in the kitchen and there grow and harvest - Jack says Poot -. We provide everything you need and, if requested by the customer, we can also design ".

floraviva anco con vanique


Anco with Vanique No 3, which hints at Chanel, won in the category of the stands of cut flowers because "he has a picture terribly chic, absolutely fantastic," according to Inger van IJzeren. The stand looked like a stylish perfumery where cut flowers, three flowers of the highest quality in every box, were put on display in order to simplify the identification and consumer choice. "In terms of image - said Danny Broeshart Anco - you will not notice any difference between Chanel and Vanique."

Redazione Floraviva

Nota del Ministero delle politiche agricole sugli obiettivi del marchio, presentato il 19 ottobre a Expo Milano, che certificherà l’eccellenza produttiva delle imprese di punta del florovivaismo italiano. Nel consiglio direttivo dell’Associazione di tutela del marchio Vivaifiori due esponenti di spicco del vivaismo e della floricoltura toscane: il presidente di Anve Marco Cappellini e il presidente dell’Associazione Piante e Fiori d’Italia Cristiano Genovali. Il tesoriere è Marco Capelli di Florveneto.

 
E’ accaduto quasi all’ultimo minuto, ma il marchio Vivaifiori, che certificherà la sostenibilità e qualità dei processi produttivi dei florovivaisti italiani che aderiranno, ce l’ha fatta davvero a vedere la luce in tempo utile per essere presentato ad Expo Milano. Proprio come Alberto Manzo, funzionario del Mipaaf, aveva anticipato a Floraviva durante Myplant & Garden 2015, a fine febbraio 2015 (vedi “Il marchio nazionale Vivaifiori sarà lanciato ad Expo 2015…”), e poi ribadito in un’intervista del 14 settembre nel corso di Flormart (vedi “Rottamazione serre, agevolazioni al verde privato, marchio nazionale Vivaifiori…”) quando ormai in molti erano scettici circa la possibilità di portare a termine il progetto entro il 31 ottobre.
La regia di Vivaifiori non è stata assegnata all’Associazione Nazionale Piante e Fiori d’Italia, come a suo tempo ipotizzato da Manzo, ma ad un’apposita Associazione Nazionale di Tutela del Marchio VivaiFiori di cui fa parte anche Piante e Fiori d’Italia. L’unico altro soggetto di livello nazionale entrato nell’associazione di tutela del marchio è Anve, l’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori, al cui presidente Marco Cappellini è andata la vice presidenza della nuova associazione, come è stato spiegato il 19 ottobre durante una conferenza stampa nell’area lounge del Mipaaf. Il presidente dell’associazione di tutela di Vivaifiori è Catello Cafiero, del Consorzio Campano del Florovivaismo, l’altro vice presidente è Roberto Magni, del Distretto Florovivaistico Aldo Lombardo. Fanno parte dell’associazione di tutela di Vivaifiori, oltre ai soggetti già citati, altre realtà di livello regionale o locale: Cooperativa Floricoltori Riviera dei Fiori, Fiori Tipici del Lago Maggiore, Associazione Florovivaisti Florveneto e Associazione Milazzoflora. Nel consiglio direttivo della nuova associazione, insediatosi per la prima volta in fase costituente il 13 ottobre scorso,  è entrato come consigliere anche un toscano della Versilia floricola, Cristiano Genovali, presidente di Piante e Fiori d’Italia. Il tesoriere è Marco Capelli di Florveneto. Hanno contribuito alla stesura del regolamento e del disciplinare di Vivaifiori tutti i componenti del tavolo di filiera nazionale del florovivaismo e le stesse organizzazioni di categoria nazionali.
«Gli obiettivi principali del marchio Vivaifiori, che è previsto all’interno del Piano nazionale del settore promosso da Mipaaf con Ismea, - si legge in un comunicato ministeriale diffuso ieri -  sono la valorizzazione della qualità dei prodotti florovivaistici italiani (fiori recisi, piante in vaso e piante arboree ornamentali) e una maggiore riconoscibilità delle nostre produzioni sul mercato nazionale ed internazionale per favorirne la promozione e la vendita». «Questo sistema privato e volontario di qualità, che certifica il processo produttivosi legge ancora nel comunicato del Mipaaf -, permette ai produttori che operano nel florovivaismo italiano, settore che con 27mila aziende lavoro a circa 100mila addetti, di adeguarsi facilmente a qualsiasi protocollo internazionale, ampliare il bacino di riferimento e accedere così a opportunità migliori di mercato». Il marchio ‘Vivaifiori’«sarà gestito dai soggetti che aderiscono attualmente al progetto».
L’associazione di tutela di Vivaifiori, veniva precisato in un comunicato stampa di Anve all’indomani della presentazione a Expo, «è proprietaria del marchio, del disciplinare di certificazione e del regolamento di utilizzo del marchio» ed ha fra le proprie finalità «riunire, rappresentare, assistere e tutelare a livello nazionale ed internazionale gli imprenditori agricoli florovivaisti che adottano il disciplinare e utilizzano il marchio, assicurare i rapporti con l’ente di certificazione, promuovere il marchio e le aziende aderenti, assicurare ogni possibile assistenza al fine di stimolare l’adesione».
«Tutto nasce - viene ricordato nel comunicato di Anve - nel 2011, su richiesta del tavolo di filiera nazionale del florovivaismo coordinato dal Dott. Alberto Manzo, quando viene reso operativo da Ismea, su finanziamento del Mipaaf, un progetto pilota di certificazione volontaria di qualità di processo delle organizzazioni florovivaistiche e delle aziende italiane associate del nostro settore portando alla nascita del marchio Vivaifiori. Questo, nel corso degli anni, ha fatto che si potesse dimostrare e valutare la fattibilità dell’attuazione di protocolli di produzione per il miglioramento e l’ottimizzazione dei processi produttivi ponendo attenzione soprattutto agli aspetti ambientali e facendo maturare l’esperienza necessaria per immettere nel mercato questo importante prodotto».
 
 
L.S.

free plastic sea

Martedì 10 Novembre dalle ore 9.00 alle 13.30, presso il museo civico di Zoologia di Roma (Via Ulisse Aldrovandi 18) si terrà il convegno Plastic Free Sea, quantità, danni e prevenzione dei rifiuti in mare.

L’isola di plastica del Pacifico è molto lontana dalle nostre coste, eppure il problema dei rifiuti nel Mediterraneo sta assumendo proporzioni crescenti, provocando danni irreversibili all’ecosistema marino e costiero, alla fauna, alla biodiversità e, non per ultimo, all’economia. Lo dimostra l’indagine di Goletta Verde di Legambiente sulla presenza di plastica nei mari italiani, una ricerca frutto del monitoraggio di 1.500 miglia nautiche, dello screening dei rifiuti in oltre 50 spiagge del Mediterraneo e di 10 campionamenti riguardanti la presenza di microplastiche in mare. Dati che dettano l’urgenza di serie politiche di prevenzione che coinvolgano istituzioni, cittadini, aziende e associazioni di categoria, dal mondo della pesca a quello del turismo. L’obiettivo è ambizioso ma praticabile e necessario, così come impone la direttiva europea Marine Strategy agli stati membri: il raggiungimento, entro il 2020, del buono stato ecologico per le proprie acque marine.

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Redazione Floraviva

agri chef

Dopo il successo di Expo con il Primo Festival degli Agriturismi italiani, la Confederazione ripropone domani 5 novembre al Salone del turismo rurale a Verona la cucina autentica come veicolo dell’esperienza agricola. Ai fornelli per il pubblico cuochi e cuoche che vengono da Toscana, Puglia, Veneto, Umbria e Calabria e che racconteranno le loro terre attraverso le ricette di tradizione. La vicepresidente Cinzia Pagni: “Vogliamo proporre il gusto della biodiversità per offrire un’immagine autentica della ruralità e dell’esperienza di una vacanza in campagna”.

Dopo il successo del Primo Festival degli Agriturismi italiani che ha animato Expo proponendo un inedito incontro tra i cuochi di tutt’Italia e i prodotti della Lombardia, la Cia-Confederazione italiana agricoltori rilancia con un “minifestival della ruralità” organizzato a Fieracavalli, il più importante Salone europeo dedicato a tutto quanto fa campagna.
Guidata dalla vicepresidente vicaria della Cia Cinzia Pagni, domani 5 novembre alla Fiera di Verona scende in campo una squadra di sei Agrichef per raccontare con le loro ricette la biodiversità italiana e la cucina di tradizione. “Abbiamo scelto questa formula -spiega Pagni- perché ci è sembrata la più immediata per far comprendere al pubblico il valore delle nostre tradizioni gastronomiche, la complessità positiva della nostra agricoltura, la meraviglia di trascorrere una vacanza nei nostri agriturismo. Le sei aziende che si raccontano a Fieracavalli sono protagoniste dell’offerta di Turismo Verde, la nostra associazione per il turismo rurale, ma sono anche sei paradigmi di cosa intende la Cia per agricoltura: custodia e valorizzazione del territorio, enfatizzazione della biodiversità, esperienza della ruralità in un rapporto fiduciario con i consumatori ai quali garantiamo cibo buono anche da pensare”.
Ma c’è un elemento in più: “C’è la volontà di difendere e diffondere la cultura enogastronomica dei territori -continua Pagni- di esaltarne la diversità per offrire il massimo ai nostri ospiti. Ne avranno testimonianza diretta coloro i quali assisteranno al nostri minifestival della ruralità dove proporremo prodotti e ricette di Toscana, Puglia, Calabria, Veneto, Umbria. Con un importante risvolto economico: l’attività agrituristica è un importante integratore al reddito delle imprese agricole e noi vogliamo valorizzarla. In questo momento infatti è decisivo restituire non solo centralità culturale e sociale all’agricoltura ma dignità economica al lavoro e all’impresa agricola. E noi intendiamo farlo -conclude la vicepresidente della Cia- anche proponendo in via di esperienza enogastronomica i valori della campagna”.
L’appuntamento è, dunque, per domani giovedì 5 novembre alla Fiera di Verona nell’ambito di Fieracavalli. Nell’area show-cooking a partire dalle 11 e fino alle 17 ogni 40 minuti sei cuoche e sei cuochi daranno conto della loro abilità culinaria, ma anche del valore degli ingredienti usati per realizzare le ricette della tradizione.
Scenderanno in campo alle 11 Alessio Guazzini dell’agriturismo “Camporuffaldo” di Massa Marittima (Gr) che proporrà pasta con semola di grano duro antico varietà Senatore Cappelli Rose di Campo con condimento di zucchini e pinoli trifolati in un leggero soffitto di cipolla. Poi sarà il turno alle 11:40 di Federica e Giulio Sparascio dell’azienda agrituristica “Gli Ulivi di Tricase” (Le) che proporranno un classico della cucina pugliese “Ciceri e tria”. Alle 12:20 Patrizia Marcelli dell’agriturismo “Bittarelli - La Rosa dei Venti” di Castiglione del Lago (Pg) eseguirà un piatto che parla del Trasimeno: tinca affumicata del lago Trasimeno con fagiolina e cipolla. Dopo la pausa gli show-cooking riprenderanno alle 15 con Lia Galli dell’agriturismo “Villa Caprareccia” di Bibbona (Li) che servirà crema di fagioli con ravioli ripieni di pecorino e olio extravergine d’oliva. Alle 15:40 Michela Brogliato dell’agriturismo “Villa Corona” di Vicenza eseguirà una pasta e fagioli rivisitata e alle 16:20 il minifestival della ruralità si chiuderà con Mario Grillo dell’agriturismo “Fattoria Biò” di Camigliatello Silano (Cs) che offrirà caciocavallo e n'duja ovvero ‘la merenda dei briganti’.
A condurre gli show-cooking sarà Carlo Cambi, il maestro del gusto de “La Prova del Cuoco” di Rai 1 e autore de “Il Mangiarozzo”, la guida alle osterie e trattorie d’Italia strenuo difensore della cucina di tradizione e del rapporto tra piatto e campo. Sarà Cambi a illustrare gli ingredienti, le preparazioni e a testare le ricette per un giorno dedicato alla cultura dei sapori, al sapore della biodiversità sotto le insegne della Cia.

Redazione Floraviva

orlandini

Orlandini: «Bene il testo di Remaschi per ridurre gli ungulati, che il Consiglio regionale non lo snaturi perché è in gioco la competitività dell’agricoltura toscana».

Il presidente della Cia di Pistoia soddisfatto del testo di legge d’emergenza approvato dalla Giunta regionale per diminuire gli ungulati in sovrannumero, che danneggiano le coltivazioni mettendo a rischio le quote di mercato dei produttori toscani. Piacciono, oltre agli obiettivi di riduzione (-300 mila in tre anni), la possibilità per gli agricoltori di difendere i propri terreni coltivati dagli animali che li distruggono, la valorizzazione della filiera delle carni selvatiche e la semplificazione burocratica con un solo piano faunistico e un solo regolamento venatorio.

«Con l’approvazione di questo ottimo progetto di legge dell’assessore Remaschi da parte della Giunta regionale toscana viene ufficialmente riconosciuto che il numero degli incidenti stradali provocati dalla fauna selvatica nel nostro territorio è insostenibile (da 250 nel 2013 a 700 nel 2014, verso i 900/1000 nel 2015), assai più alto che nel resto d’Italia, e che il livello degli ungulati è altrettanto insostenibile, essendo pari a 4 volte la media nazionale. Semplicemente non si può più andare avanti così».
E’ quanto dichiarato oggi dal presidente della Confederazione italiana agricoltori di Pistoia, Sandro Orlandini, che è anche membro delle commissioni “ungulati” e “danni” dell’Ambito territoriale di caccia (Atc) 16 di Pistoia, dopo aver saputo che è stato approvato stamani dalla Giunta della Regione Toscana il testo di legge presentato ieri alla stampa dall’assessore all’agricoltura Marco Remaschi insieme al sottosegretario all’ambiente Silvia Velo.
«Si registrano già negli ambiti territoriali di caccia – ha affermato Sandro Orlandini - dibattiti accesi riguardo a possibili modifiche di un punto o dell’altro del testo di legge dell’assessore Remaschi. Ecco, in vista dell’approdo del testo in consiglio regionale, dove sarà discusso ed eventualmente ritoccato, come presidente degli agricoltori di Cia Pistoia auspico che esso non venga snaturato, perché è molto ben impostato e può rappresentare davvero la soluzione al problema del sovrannumero di ungulati che crea tanti danni agli agricoltori e ai cittadini del territorio pistoiese». «Altrettanto importante – ha aggiunto Orlandini - è fare in modo che nei regolamenti attuativi della futura legge siano previste forme di responsabilizzazione degli atc, così che la legge venga rispettata davvero».
«Per gli agricoltori – precisa inoltre il presidente di Cia Pistoia - il problema non è solo né tanto quello dei risarcimenti dei danni che non arrivano quasi mai. I coltivatori non vogliono più subire i danni e desiderano poter raccogliere il frutto del proprio lavoro, anche perché nel lungo periodo queste riduzioni imprevedibili ma frequenti delle produzioni finiscono per determinare inesorabilmente significative perdite di quote di mercato, perché il mercato preferisce i produttori affidabili».
Fra gli aspetti che più piacciono ad Orlandini del progetto di legge di Remaschi vi è senz’altro l’ambizioso obiettivo del piano di riduzione, pari a meno 300 mila ungulati in tre anni. Che significherebbe il rientro della Toscana nella media nazionale. Ma anche la possibilità per gli agricoltori di difendere in prima persona i propri terreni coltivati dagli animali che li distruggono. Così come la valorizzazione della filiera delle carni selvatiche sia a fini commerciali che di solidarietà. E infine la semplificazione burocratica con il passaggio dagli attuali dieci piani faunistici e regolamenti venatori provinciali ad un solo piano e un solo regolamento regionale.
 
Redazione Floraviva