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A Francesco Mati, noto vivaista di Pistoia nonché presidente del distretto vivaistico pistoiese, è andato il titolo di “Floricoltore dell’anno” mentre il riconoscimento di "Professionista del Verde" è stato assegnato ad Anna Zottola, responsabile del Centro di formazione della Fondazione Minoprio (Como): questi i riconoscimenti assegnati dalla giuria del premio Fabio Rizzi, storico riconoscimento nato nel 1981 dedicato alla memoria dell’indimenticato vivaista di Rovigo. I riconoscimenti, assegnati da una giuria composta dai rappresentanti di alcune fra le più significative riviste di settore, sono stati consegnati mercoledì 9 settembre in occasione dell’inaugurazione della 66esima edizione di Flormart, il Salone internazionale del Florovivaismo e Giardinaggio, in programma dal 9 all’11 settembre presso la Fiera di Padova.
Francesco Mati è contitolare insieme ai fratelli Andrea e Paolo di Piante Mati, quarta generazione della storica azienda Pistoiese specializzata nella produzione di alberature e nella progettazione, costruzione e manutenzione delle aree verdi dai giardini ai grandi parchi. Queste le motivazioni con cui la giuria ha assegnato il prestigioso riconoscimento: Perito agrario, esperto nella coltivazione vivaistica ha ideato un fumetto, Linneo, che guida i bambini alla scoperta del mondo delle piante. Ha fondato l’accademia del giardino che organizza molti corsi residenziali per amatori e professionisti del giardinaggio. Attento all’innovazione dei processi produttivi la sua azienda ha introdotto l’air-plant per favorire l’attecchimento delle piante a dimora. Sul piano associativo è Presidente della Sezione Florovivaismo di Confagricoltura, vice Presidente dell’Unione Agricoltori di Pistoia e recentemente è stato eletto Presidente del Distretto Rurale Vivaistico-Ornamentale di Pistoia. Mati si distingue anche nel campo della comunicazione con numerosi interventi in convegni anche di rango internazionale come Vestire il Paesaggio ed Ecotechgreen, autore di diversi articoli sugli alberi pubblicati su varie riviste specializzate.
Anna Zottola da oltre venti anni è responsabile del Centro di Formazione di Fondazione Minoprio, realtà di riferimento per lo sviluppo del florovivaismo, dell'orticoltura e del giardinaggio in Italia. Ha svolto e svolge il suo lavoro – si legge nelle motivazioni espresse dalla giuria - con enorme dedizione ed estrema attenzione, con l'intento di formare al meglio le nuove generazioni e gli operatori del settore. Ha saputo imprimere, nei diversi corsi formativi sviluppati in seno alla Scuola di Minoprio - formazione professionale, alta formazione ITS, formazione superiore, master, formazione continua e permanente e progetti di attività sociale - piani di studio dall'alto valore professionalizzante ed educativo, per creare figure di riferimento con diverse qualifiche e attitudini all'interno della filiera del florovivaismo. Un incarico che svolge con assoluta serietà e abnegazione, sperimentando e facendosi promotrice in prima persona di iniziative, anche a livello europeo, che valorizzano l'importanza della formazione, anche di base, per un sano e qualificato sviluppo del florovivaismo. Inoltre, è fortemente impegnata nell'ambito del terzo settore, con incarichi sia in associazioni per la tutela del paesaggio ed altre di carattere sociale.
Galleria fotografica apertura e premiazioni Flormart 2015
Redazione Floraviva
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IL TEMA PER IL 2015 È ANCORA "PIANTE CIBO DEL MONDO"PER CONTINUARE AD ESPLORARE E CONOSCERE IL TESORO DELLE PIANTE ALIMENTARI. GIUNTA ALLA QUINDICESIMA EDIZIONE MURABILIA - MURAINFIORE SI CONFERMA COME UNO DEGLI EVENTI ITALIANI PIÙ ATTESI DA APPASSIONATI DEL VERDE, GIARDINIERI, COLLEZIONISTI DI PIANTE RARE, BOTANICI, ORTISTI E DA TUTTI GLI AMANTI NEL MONDO DEL GIARDINO. CON PIÙ DUECENTO ESPOSITORI VIVAISTI ITALIANI ED ESTERI, PRODUTTORI DI ATTREZZATURE E DI ARREDI PER GIARDINO MURABILIA OFFRE AI SUOI VISITATORI UNA MOSTRA MERCATO ALL’ARIA APERTA CON UN’AMBIENTAZIONE UNICA: LE MURA DI LUCCA, CON I LORO BALUARDI ALBERATI, I PRATI, I PANORAMI E GLI SCORCI SULLA CITTÀ, I SOTTERRANEI MISTERIOSI E FRESCHI, L’INCANTO E LA TRADIZIONE DELL’ORTO BOTANICO.
PIANTE E SAPERI: LIBRI PER IL 2015 a cura di Mimma Pallavicini - le novità editoriali del 2015 - Orto Botanico -
Venerdì 4 settembre - Ore 17 - incontro con Riccardo Franciolini della Rete semi rurali Nikolaj Vavilov, L’origine delle piante coltivate. I centri di diffusione della diversità agricola, Pentàgora, 2015. Ore 17.30 - Incontro Elena Accati autrice de Le storie che non ti ho raccontato, L’Artistica Editrice, 2015.
VISITE GUIDATE ALL'ORTO BOTANICO DI LUCCA a cura di Alessandra Sani Venerdì Ore 16. Sabato ore 11 - 15 -17. Domenica Ore 11 - 14
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Dal 9 all’11 settembre a PadovaFiere, nella 66a edizione del salone internazionale del florovivaismo e giardinaggio, tanti spunti per fioristi e fiorai. Fra i protagonisti, nell’ambito di “Master Flower – AW Trends” a cura di Anneclaire Budin di diADE adv, le scuole di Federfiori, Florcert e Mastrofioristi, che si misureranno su quattro ispirazioni per l’autunno-inverno 2015-16. In evidenza nello spazio “Arte verde” l’artista vegetale Emy Petrini, un video di Makoto Azuma e Alessandro Tinelli, una panoramica introduttiva su alcuni dei maggiori designer vegetali del mondo. L’ingresso è gratuito e riservato agli operatori professionali.
Originali stimoli creativi e spunti commerciali per chi si occupa della presentazione e/o vendita di fiori all’utente finale, con particolare attenzione per fioristi fiorerie e fiorai, nella nuova edizione di Flormart, che ripensa le filiere del florovivaismo e del verde come sistema unitario: dai produttori di piante ornamentali e/o fiori recisi, al commercio all’ingrosso, fino ai garden center o fioristi e ai giardinieri privati o progettisti e gestori di spazi verdi pubblici.
Da mercoledì 9 a venerdì 11 settembre il quartiere fieristico di PadovaFiere, durante la 66esima edizione dello storico salone internazionale del florovivaismo e giardinaggio, si trasformerà, sotto la cura artistica di Anneclaire Budin, art director di diADE adv con alle spalle il diploma dell’École des beaux arts di Parigi e dieci anni da stilista e artista visiva, anche in laboratorio di nuove tendenze floreali e finestra su nomi di punta del cosiddetto design o arte vegetale, che va oltre – senza dimenticare – i contenuti e i confini della decorazione floreale tradizionale, interagendo da un lato con la land art, da un altro lato con la fotografia e la videoarte e da un altro ancora con il sistema della moda.
A Flormart 2015 avverrà infatti il debutto, dopo l’esperienza simile di Christmas Flower Trends nel dicembre 2014 a Pescia al Mefit (Mercato Fiori Piante Toscana), dell’evento dimostrativo e
formativo“Master Flower - Autumn Winter Trends”, a cura di diADE adv, guidata da Anneclaire Budin e dall’esperto di marketing Andrea Vitali, in collaborazione con il direttore del Mefit Fabrizio Salvadorini. Nell’occasione, esponenti di spicco di tre delle quattro maggiori scuole di fioristi italiane si esibiranno, senza alcun premio in palio né intenti agonistici, nella realizzazione in tempo reale di composizioni floreali ispirate a tendenze del gusto o aree tematiche per l’autunno-inverno 2015-2016 definite da diADE sulla base di una rielaborazione creativa di criteri sia estetici che commerciali, con l’obiettivo di dare ai professionisti di piante e fiori in visita a Flormart suggerimenti utili per incontrare i gusti dei consumatori e fare aumentare le vendite, grazie anche a una migliore percezione del prezzo. Un evento in cui le logiche della moda vengono applicate alla commercializzazione delle piante e dei fiori per dare nuovo impulso all’intera filiera florovivaistica puntando sul valore aggiunto dell'estetica e dello stile.
Ciascuna scuola avrà a disposizione una delle tre giornate di Flormart (dalle 10 alle 17) per creare due composizioni di piante e fiori per ognuna delle quattro ispirazioni proposte agli operatori da diADE in un apposito “Catalogo delle tendenze AW15”: una composizione con un target di prezzo finale al consumatore medio-basso, mentre l’altra su un livello di prezzo medio-alto. Il 9 settembre si esibiranno i maestri fioristi Rudy Casati e Antonio Trentini di Florcert, il 10 i maestri Silvano Erba e Francesca Buriassi di Federfiori e l’11 i maestri Stefano Boscolo e Cristian Vanzetto della Scuola Internazionale Mastrofioristi.
Le fonti di ispirazione per il prossimo autunno-inverno formulate creativamente da Anneclaire Budin, attraverso quattro tavole dei trend del gusto che contengono anche colori tratti dal “Fashion Color Report Fall 2015” di Pantone, sono le seguenti: “Invasioni”, centrata sull’esuberanza quasi tropicale della natura, anche fuori contesto, ma in chiave alleggerita e resa autunnale dal colore Biscay Bay;“Cool Nordic”, in cui le luci soffuse e le essenziali geometrie del paesaggio nordico vengono animate dalle vibrazioni e dalla vitalità di nuvole di rosa cachemire; il colore “Marsala” come veicolo di esplorazioni e incontri con l’altro all’insegna della sensualità e del mistero; infine le “Luci primarie” dei cosiddetti colori primari della pittura, sempre in auge, nella vetrina artificiale e dinamica della discoteca.
La finestra sul design vegetale consisterà in uno spazio “Arte verde”, sempre a cura di Anneclaire Budin, articolato in tre aree. Innanzi tutto un’esposizione di Emy Petrini, importante artista vegetale italiana che si è formata in Floristry presso il Welsh College of Horticulture a Northop e che adesso opera al confine fra arte floreale, land art e moda. Saranno esposte due sue sculture/installazioni vegetali, “Il grande nido” e “Vulcano”, più una serie di fotografie che documentano il suo lavoro scattate da Beatrice Speranza, fotografa con cui Emy Petrini collabora artisticamente da vari anni. In un’altra area sarà proiettato a ciclo continuo il video di Makoto Azuma e Alessandro Tinelli, “Six Scents”. Azuma, “flower designer” e “botanical photographer” giapponese, è uno dei nomi più celebri dell’arte vegetale, e questa sua collaborazione con il video-maker italiano Tinelli conferma, al pari del sodalizio fra Petrini e Speranza, quanto ormai le immagini fotografiche e in movimento siano parte integrante del linguaggio del design vegetale contemporaneo. L’ultima area dello spazio “Arte Verde” ospita, con intenti principalmente divulgativi, uno slide show realizzato da Anneclaire Budin su una selezione di opere di alcuni nomi di punta del panorama internazionale della disciplina.
Spunti utili per i fioristi e per tutti coloro che sono impegnati nella commercializzazione di piante e fiori arriveranno anche dai premi nòva_green, a cura di Andrea Vitali di diADE. O più precisamente dalle sezioni “nòva_green – piante e fiori” e “nòva_green – forme di vendita”, nelle quali troveranno spazio e visibilità le piante e i fiori e le formule di vendita più innovativi presentati dagli espositori di Flormart 2015. I finalisti di nòva_green saranno esposti in un apposito stand di PadovaFiere dal 9 all’11 settembre e ai vincitori sarà poi consentito di utilizzare il marchio del concorso. La premiazione finale avverrà la mattina di venerdì 11 settembre, alle 11, nello stand nòva_green.
L’ingresso a Flormart è gratuito e riservato agli operatori professionali: fioristi, fiorai, architetti, giardinieri, commercianti e produttori di piante e fiori e tutti gli addetti in qualche modo coinvolti nella filiera florovivaistica e in quella del verde.
Per i preaccrediti: http://www.flormart.it/
Per maggiori informazioni www.flormart.it. Guardare anche la pagina Facebook “Flormart PadovaFiere”.
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Il primo premio del concorso internazionale di architettura del paesaggio promosso da Flormart, il salone internazionale del florovivaismo e giardinaggio, è andato – per la sezione dedicata ai progetti già realizzati – al progetto dell’agronomo Massimo Cecchetto e dell’artista Daniele Delfino. Secondo premio al Jellyfish Barge di Pnat Srl e terzo al Terzo Giardino di Studio ++ di Firenze. Gli otto progetti finalisti della sezione dedicata giardini temporanei da realizzare saranno presentati dal 9 all’11 settembre in Fiera a Padova con uno speciale allestimento.
Il progetto “Uomini albero”, curato dall’agronomo Massimiliano Cecchetto e dall’artista Daniele Delfino in collaborazione con l’artista francese Blaise Cayol si è aggiudicato il primo premio della sezione I del concorso internazionale Flormart Garden Show, che rappresenta una delle grandi novità della 66esima di Flormart, il salone internazionale del Florovivaismo e Giardinaggio (Fiera di Padova, 9-11 settembre 2015). Il progetto nasce per valorizzare i Giardini Cascina Nigozza di Cinisello Balsamo (Milano) attraverso la creazione di un’area didattico-ricreativa a tema ecologico-culturale, pensata come spazio originale di aggregazione e socializzazione. Una finalità raggiunta con la realizzazione di installazioni ludico artistiche che rappresentano un gruppo di uomini-albero che emergono dalla terra. Un’opera da “ammirare” e al contempo da “vivere” in modo ludico, perché i tre personaggi centrali costituiscono anche tre strumenti a percussione che sfruttano le proprietà acustiche di legno, metallo e pietra, materie basilari del mondo naturale usate fin dalla preistoria. L’obiettivo, come spiegano i progettisti, è quello di «donare il senso del giardino come teatro di un luogo per la didattica e la ricreazione dello spirito, in un contesto di armonia biologica ed esistenziale: l’uomo nella natura». La giuria ha deciso all’unanimità di premiare il progetto con le seguenti motivazioni: «evidenzia con qualità e capacità tecnica progettuale, l’importanza del ruolo del verde nel paesaggio, traducendo la sua dimensione storica, culturale ed artistica in un luogo definito. I membri della giuria valutano la pertinenza, coerenza ed equilibrio della composizione, e la ricerca sui materiali e sostenibilità».
Secondo premio invece è andato al progetto “Jellyfish Barge” di Pnat Srl, coordinato dal professor Stefano Mancuso dell’Università di Firenze: serra galleggiante del futuro che permette di produrre alimenti senza consumo di suolo e «propone una soluzione innovativa di coltivazione sostenibile a basso impatto ambientale in ambito urbano, in cui si individuano degli elementi di flessibilità che lo rendono interessante per un diverso disegno del paesaggio, e lo sviluppo di forme di aggregazione sociale, favorendo al contempo la creazione di microeconomie».
Terzo premio a “Terzo Giardino”, che vede come capogruppo Vincenzo Rosario Fiore di Studio ++. Si tratta di un intervento di arte pubblica, un giardino temporaneo realizzato a Firenze in una sponda dell’Arno “abbandonata”, attraverso percorsi “per sottrazione” nella folta vegetazione. «L’intervento permette – si legge nelle motivazioni - di dare forma e senso a un’area marginale, in linea con il contesto del paesaggio urbano, stimolando un nuovo approccio al rapporto con la naturalità. La commissione apprezza la sostenibilità dell’intervento, il mantenimento della biodiversità, e il valore storico e simbolico».
Due menzioni speciali sono andate al progetto di riqualificazione del Parco degli Stimmatini a Bosco Chiesanuova (Padova) di Fortunato Dal Ben e al progetto culturale “Italian Botanical Heritage” di IBH.
Alla giuria non è toccato un compito semplice, per la grande qualità delle proposte presentate. La commissione che ha valutato i progetti, presieduta dall’architetto Giorgio Strapazzon, era composta dal presidente Uniscape Manuel Palm Salazar, dalla docente del Dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova Lucia Bortolini, dalla direttrice della rivista Paysage Novella Cappelletti e da Gianpaolo Barbariol, già Capo Settore del Verde del Comune di Padova.
I progetti in concorso verranno presentati in occasione di Flormart, in programma dal 9 all’11 settembre in Fiera a Padova. Durante la manifestazione verranno inoltre decretati i vincitori della seconda sezione: otto i progetti selezionati dalla giuria, che verranno presentati in Fiera attraverso uno speciale allestimento.
Redazione Floraviva
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L’agricoltura unica risposta all’esodo della disperazione. Il presidente Dino Scanavino: “Abbiamo dimostrato che un modello alternativo è possibile: coltivare la terra per alimentare la speranza e nutrire il pianeta”. Nel periodo 2010-2014 realizzati progetti per oltre un milione di euro tra Paraguay, Mozambico e Senegal.
L’esodo della disperazione si può fermare soltanto con l’agricoltura. Questo il messaggio che la Cia-Confederazione italiana agricoltori ha lanciato in Expo nel corso della giornata “Dalla terra la sola speranza di pace e sviluppo” organizzata da Ases, l’Ong promossa dalla Confederazione, che opera da anni in tutte le zone svantaggiate del mondo e oggi ha illustrato un progetto mondiale di cooperazione. Dino Scanavino, presidente di Cia e di Ases, ha ribadito come il modello portato avanti dalla Ong dei coltivatori italiani “ha dimostrato che è possibile una via diversa allo sviluppo della cooperazione internazionale”.
“E’ indispensabile -ha spiegato Scanavino- operare per creare attraverso l’attività agricola, attraverso la valorizzazione delle comunità rurali e la promozione dei prodotti identitari dei diversi Paesi una migliore condizione di vita delle popolazioni. La tragedia dei migranti che si sta consumando sulla sponda sud del Mediterraneo impone di trovare soluzioni durature capaci di ricostruire un tessuto economico e sociale tale da scongiurare la fuga disperata di quelle popolazioni. Noi abbiamo il dovere di contribuire alla crescita di quei Paesi; di rafforzare, attraverso l’impostazione di nuovi e maggiori programmi di cooperazione agricola, una politica di sviluppo sostenibile tale da offrire alle popolazioni, e soprattutto ai giovani di quei Paesi, una prospettiva”. Con i progetti di Ases, ha aggiunto, “abbiamo dimostrato che un modello alternativo è possibile: coltivare la terra per alimentare la speranza e nutrire davvero il pianeta”.
Con questa “giornata” Ases ha voluto raccontare in Expo le proprie esperienze di cooperazione internazionale, facendone derivare una sorta di format mondiale. I progetti di Ases-Cia, che ha dispiegato ingenti risorse nei suoi quasi 25 anni di attività, nascono tutti dall’ascolto delle esigenze delle popolazioni locali e si sostanziano come un intervento compiuto teso a migliorare la redditività delle colture, a impiantare tecnologie produttive, ma anche come sostegno alle esigenze d’istruzione, di assistenza sanitaria, di diffusione culturale. “Bisogna operare in tre direzioni -dice Scanavino-. Migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali, diffondere istruzione per consolidare know-how, rendere più produttive le colture anche attraverso l’uso della tecnologia e della ricerca. Questo è ciò che facciamo con Ases”.
Basti dire che solo tra il 2010 e il 2014 Ases-Cia ha portato a termine progetti per un valore di oltre 700 mila euro, in paesi come Paraguay, Mozambico, Costa d’Avorio, Angola e Senegal, a cui vanno aggiunti gli oltre 370 mila euro attivati con un progetto AATO in Paraguay per realizzare sette pozzi artesiani nel dipartimento di Misiones. Nel corso di quest’anno sono già stati attivati progetti per altri 158 mila euro in particolare in Mozambico e Paraguay come sostegno all’infanzia e per lo sviluppo rurale. Ma circa un venti per cento dell’attività di Ases si svolge anche in Italia, attraverso progetti (come in Lombardia o in Basilicata) tesi all’educazione alimentare e alla valorizzazione del patrimonio rurale. Tutti i progetti Ases sono in partnership con organismi internazionali, comunità locali, missioni cattoliche o di altre confessioni e sono sovente interamente finanziati dall’Ong della Cia.
Tra i progetti che Ases ha finanziato e concluso ci sono la coltivazione del riso per l’autosufficienza alimentare nella comunità rurale di Oulampane (Senegal), la realizzazione di centri sanitari e di accoglienza oltreché di orti nel distretto di Marromeu (Mozambico), la coltivazioni di menta e frutto della passione nel dipartimento di Misiones (Paraguay), lo sviluppo agricolo integrato della comunità rurale di Ouarkhokh (Senegal) attraverso la creazione dell’orto di villaggio, la costruzione di un asilo nel comune di N'Dalatando (Angola) finalizzato ad accogliere i figli delle donne lavoratrici presso un’azienda agricola sorta su un terreno di 70 ettari messi a disposizione dalla locale Diocesi.
Questi sono solo alcuni esempi dei piani portati avanti da Ases nel mondo e dei quali si è parlato oggi durante i lavori a Expo, nella Sala Convegni del Teatro della Terra nel Biodiversity Park. Dopo la relazione introduttiva di Claudio Guccinelli (direttore di Ases), sono intervenuti Livia Pomodoro (presidente Milan Center for Food Law and Policy), Antonio Gaudioso (segretario generale Cittadinanzattiva) e Andrea Sgarbossa per ENAMA. Successivamente son stati illustrati i progetti Ases nel mondo attraverso le relazioni di Giuditta Politi (presidente Cia Ancona) sulle attività in Mozambico, di Mario Maiorana (imprenditore agricolo) per l’Uganda, di Norberto Bellini (vicepresidente Ases) per illustrare i progetti in Paraguay, di Leone De Vita (Gruppo Abele) sulle attività in Costa d’Avorio, di Gianni Rasera (I Care Onlus) per il Senegal. E’ toccato invece ad Antonio Corbari (imprenditore agricolo) tracciare il profilo di un progetto biennale che Ases sta sviluppando a Milano con particolare sintonia ai temi di Expo: “Nutrire la città che cambia”.
“Credo che l’esperienza di Ases sia la più sintonica con l’idea di Expo: nutrire il pianeta, energie per la vita -ha evidenziato il presidente Scanavino nelle sue conclusioni-. Come Cia abbiamo voluto porre l’attenzione sul tema imprescindibile di come, tramite l’agricoltura, si possa e si debba impostare un nuovo modello di sviluppo. E’ necessario operare per costruire una prospettiva economica a quelle popolazioni che oggi sono spinte all’esodo per disperazione. La cooperazione internazionale in campo agricolo è oggigiorno equivalente a un’azione di ‘peacekeeping’.
Va assicurato reddito alle imprese e protagonismo sociale agli agricoltori innanzitutto per sfamare il pianeta, ma, affinché il diritto al cibo non sia un generico appello a risolvere l’emergenza alimentare -ha chiosato Scanavino- bisogna ridisegnare una mappa del nuovo sviluppo mondiale capace di soddisfare da un lato la richiesta di cibo e, dall’altro, di preservare le risorse naturali. E’ necessario, quindi, rafforzare nel contempo la lotta a pratiche come il ‘land grabbing’, come la privatizzazione delle risorse idriche, come la riduzione delle specialità agricole a commodity, che sono l’estrinsecazione di un modello che depaupera il pianeta, non risolve la questione alimentare e mortifica la centralità del valore agricolo”.
Cos’è e che fa Ases-Cia
Ases, l’Ong promossa dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, ha un’origine extra-nazionale. Venne fondata nel 1975 in Belgio su iniziativa di Norberto Bellini, che riunì un gruppo di persone per sostenere la popolazione paraguayana che viveva anni di estrema sofferenza. Nacque così il “Centre de Documentation Paysanne du Paraguay”. Al principio degli anni ‘80 queste iniziative furono avviate anche in Italia, dove si costituì nel 1986 la “Associazione Solidarietà e Sviluppo” (Ases) che assunse una propria autonomia. L’Ases oggi è un’Organizzazione non governativa (Ong), senza scopo di lucro e che si basa su di un supporto volontaristico dei soci e di chi intende dare il proprio contributo.
L’Ases, da sempre legata a doppio filo con la Confederazione italiana agricoltori da cui Norberto Bellini e molti degli associati provenivano, nel 2002 ha rafforzato questo legame che è stato ufficialmente sancito nel 2003 attraverso la formalizzazione, da parte della Presidenza nazionale della Cia, dell’incarico dato ad Ases di svolgere il ruolo di struttura abilitata ad attività di cooperazione internazionale allo sviluppo per conto della Confederazione. Da quell’anno il presidente nazionale di Cia ha assunto anche l’incarico di presidente di Ases.
Nel corso del 2008 si sono costituite sedi locali di Ases presso le strutture regionali della Cia di Abruzzo, Lombardia e Lazio, seguite dalla Puglia nel 2010 e da Marche, Basilicata e Trentino nel 2011.
Per la sua storia e la sua origine, l’Ases ha operato principalmente in favore del Paraguay, ampliando nel contempo la sua azione ad altri paesi dell’America Latina e dell’Africa. Ha realizzato progetti di cooperazione, per la maggior parte cofinanziati dall’Unione Europea, in Paraguay, Brasile, Bolivia, Mozambico, Ruanda, Perù, Repubblica Democratica del Congo, Angola, Costa d'Avorio e Senegal. In circa venticinque anni di vita Ases ha completato quasi sessanta progetti di sviluppo beneficiando diverse centinaia di migliaia di persone, con un’erogazione totale di circa 12,5 milioni di euro.
L’Ases realizza progetti in forma integrata a favore dei piccoli produttori agricoli (donne e uomini) dei Paesi in Via di Sviluppo per assicurare:
- Una dimora dignitosa alle famiglie che vivono in ambito rurale.
- Sostegno all’accesso delle famiglie rurali ai servizi educativi ed igienico-sanitari di base.
- Accesso a terra fertile ed acqua per i contadini di scarse risorse, soprattutto donne.
- Lo sviluppo di strutture di immagazzinaggio e di trasporto locali.
- Accesso per i piccoli produttori ai mercati locali, regionali e globali.
- Partecipazione dei piccoli produttori e delle loro rappresentanze nelle discussioni politiche.
- Sostegno alle cooperative contadine locali e altre forme di organizzazione collettiva nella filiera agricola.
Redazione Floraviva