Il vivaista
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Continua il percorso di educazione alla biodiversità per gli studenti delle scuole primarie di Pistoia promosso dall’Associazione Vivaisti Italiani. Nella quinta lezione di "dalla terra alla pianta", i bambini hanno scoperto il ruolo degli organismi utili nella difesa naturale delle piante, approfondendo strategie di lotta biologica sostenibile.

Il 29 gennaio, gli alunni delle classi 4^ e 5^ della Scuola Primaria Martin Luther King di Pistoia hanno partecipato all’incontro "Difesa delle piante: alla scoperta degli organismi utili", guidati da Sara Amoriello, dottoranda in Scienze della Vita all’Università di Siena e collaboratrice del centro di ricerca CREA-DC di Firenze.
La biodiversità applicata al vivaismo: una lezione per il futuro
Durante la lezione, i bambini hanno scoperto come la natura stessa possa proteggere le piante da parassiti e patogeni grazie al ruolo fondamentale di insetti predatori, funghi e nematodi benefici. Un focus particolare è stato dedicato alla coccinella e alla vespa samurai, due alleate preziose nella lotta biologica contro specie invasive, permettendo di ridurre l’uso di agrofarmaci.
"Le piante possono essere difese in molti modi, ma il metodo più efficace e sostenibile è quello che sfrutta i meccanismi della natura stessa", ha spiegato Amoriello. "Queste tecniche, adottate anche nel vivaismo pistoiese, dimostrano come la ricerca scientifica possa supportare la sostenibilità ambientale e produttiva."
Pistoia e il vivaismo: un’eccellenza da conoscere e valorizzare
Il progetto ""dalla terra alla pianta" si inserisce in un percorso più ampio promosso dall'Associazione Vivaisti Italiani, che da anni porta la cultura del vivaismo nelle scuole di Pistoia. Questa iniziativa, che ha già coinvolto diversi istituti del territorio, permette ai bambini di scoprire il legame tra biodiversità, agricoltura e sostenibilità, approfondendo il ruolo cruciale che il vivaismo svolge nella tutela dell’ambiente.
Grazie alla collaborazione tra Associazione Vivaisti Italiani, istituzioni scolastiche e centri di ricerca, il progetto offre un’opportunità unica per educare i più giovani al rispetto della natura, alla scoperta delle pratiche innovative di difesa delle piante e alla valorizzazione del verde.
Redazione
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Il progetto "Les Jardins de Pré Gaudry" di Lione conquista il podio. L'Italia ottiene il secondo posto con il "Parco della Pace" a Palladio, Vicenza. Dieci i paesi in gara. "Questo premio ci spinge a continuare sulla strada della rinaturalizzazione urbana", ha dichiarato Pierre Athanaze, vicepresidente della metropoli di Lione. "Le città devono integrare la sostenibilità in ogni aspetto della loro pianificazione", ha aggiunto Tim van Hulle, presidente di ENA.
La Francia si aggiudica il Green Cities Europe Award 2024, prestigioso riconoscimento dedicato alle migliori infrastrutture verdi urbane, con il progetto "Les Jardins de Pré Gaudry" a Lione.
L'Italia conquista il secondo posto con il Parco della Pace a Palladio, in provincia di Vicenza.
mentre la Polonia chiude il podio con il progetto di rinverdimento di Nowy Targ Square a Wroclaw. L'annuncio è stato dato oggi nel corso della cerimonia ufficiale all'IPM di Essen, in Germania.
Un riconoscimento alla rinaturalizzazione urbana Pierre Athanaze, vicepresidente della metropoli di Lione, ha espresso grande soddisfazione per il primo posto: "Siamo orgogliosi di ricevere questo riconoscimento per i Giardini di Pré Gaudry. Questo premio ci spinge a continuare sulla strada della rinaturalizzazione urbana." La metropoli di Lione ha implementato un ambizioso Piano Natura, che prevede interventi mirati per trasformare il paesaggio urbano in un sistema di isole verdi, contribuendo alla biodiversità e alla mitigazione del cambiamento climatico.
Un concorso internazionale per città sostenibili Il Green Cities Europe Award è promosso ogni anno dall'European Nurserystock Association (ENA) per valorizzare i migliori progetti di infrastruttura verde urbana. La fiera IPM di Essen ha rappresentato il contesto ideale per presentare le proposte selezionate, con rappresentanti di ciascun paese che hanno illustrato le proprie iniziative.
Una giuria di esperti ha valutato i progetti secondo criteri di design del verde, impatto climatico, sostenibilità economica, uso di materiali innovativi e replicabilità. I dieci membri della giuria internazionale erano: Lucien Verschoren (Belgio), Tatyana Boyadzhieva (Bulgaria), Morten Weeke Borup (Danimarca), Catherine Muller (Francia), Achim von Falkenhayn (Germania), Gergely Rónai (Ungheria), Novella B. Cappelletti (Italia), Erik Stuurbrink (Paesi Bassi), Magdalena Szmit-Siewruk (Polonia) e Åsa Keane (Svezia).
Tutti i progetti in gara Oltre ai vincitori, altri sette paesi hanno partecipato con proposte innovative:
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Belgio: "Urban Forest" - Genk
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Bulgaria: "Chengene Skele" - Burgas
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Danimarca: "Karens Minde Axis" - Copenaghen
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Germania: "Green Bunker St. Pauli" - Amburgo
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Ungheria: "Sviluppo turistico di Zalakaros Health Resort"
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Paesi Bassi: "Quartieri a prova di clima" - Alkmaar
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Svezia: "Grönare Möllan / Greener Möllevången" - Malmö
Tutti i progetti sono consultabili su award.thegreencities.eu.
Il futuro delle città verdi Il presidente di ENA, Tim van Hulle, ha ribadito l'importanza della trasformazione urbana sostenibile: "Le città ospitano oltre metà della popolazione mondiale e affrontano sfide cruciali come inquinamento, perdita di biodiversità ed effetto isola di calore. La nostra missione è promuovere politiche di rinverdimento urbano in tutto il continente."
Guardando al Green Cities Europe Award 2025, si prevede una nuova edizione ricca di progetti innovativi capaci di ispirare le città europee nella transizione ecologica urbana.
Redazione
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Tracciabilità Rifiuti: incontro informativo il 12 febbraio 2025 per aiutare le aziende agricole a conformarsi alla normativa RENTRI. Iscrizioni entro il 10 febbraio.
L’introduzione del Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI) rappresenta una sfida per il settore agricolo, chiamato a rispettare le nuove regole di gestione e registrazione dei dati sui rifiuti prodotti. Per questo, Confagricoltura Pistoia ha deciso di organizzare un incontro informativo dedicato agli imprenditori agricoli e ai professionisti del settore.
L’evento si terrà mercoledì 12 febbraio 2025 alle ore 17:00 presso la sede dell’associazione. Durante l’incontro saranno illustrati i dettagli della piattaforma RENTRI, le modalità di registrazione e gestione dei dati, al fine di garantire alle aziende una corretta conformità normativa ed evitare sanzioni o complicazioni burocratiche.
"Vogliamo che le imprese agricole del territorio siano preparate e possano affrontare l’adeguamento con sicurezza e senza difficoltà", ha dichiarato Daniele Lombardi, direttore di Confagricoltura Pistoia. La partecipazione all’incontro è gratuita, ma è richiesta la conferma della presenza entro il 10 febbraio 2025. Gli interessati possono contattare Confagricoltura Pistoia via e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonare al numero 0573 21231. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, è possibile visitare il sito ufficiale dell’associazione: www.confagricolturapistoia.it.
Redazione
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Dal 2025, gli operatori professionali registrati nel RUOP dovranno utilizzare il portale "FitoRT" per l'aggiornamento obbligatorio dei dati amministrativi e produttivi.
Gli operatori professionali iscritti al Registro ufficiale degli operatori professionali (RUOP) ai sensi del Regolamento (UE) 2016/2031 sono tenuti, come ogni anno, a presentare la Comunicazione annuale. Questo adempimento, obbligatorio entro il 30 aprile, consente di aggiornare la situazione amministrativa e produttiva e garantire la conformità alla normativa fitosanitaria vigente.
Le novità del 2025: il portale "FitoRT"
A partire dal 2025, la Comunicazione annuale dovrà essere trasmessa esclusivamente attraverso "FitoRT", il portale del Servizio fitosanitario della Regione Toscana, accessibile all’indirizzo https://fitort.regione.toscana.it, in conformità al Decreto dirigenziale n. 28572 del 30 dicembre 2024.
Nella Comunicazione annuale, gli operatori professionali dovranno indicare:
- La situazione amministrativa e produttiva attuale.
- Le tipologie di merci, famiglie, generi o specie di piante e prodotti vegetali gestiti.
- Le previsioni di produzione e commercializzazione per l’anno in corso.
Inoltre, sarà necessario allegare l’attestazione di pagamento dei Diritti obbligatori, previsti dall’articolo 56 del D.lgs. n. 19 del 2 febbraio 2021. Per informazioni su tali diritti, si rimanda alla pagina dedicata del portale regionale.
Conseguenze della mancata presentazione
Il mancato invio della Comunicazione annuale entro i termini comporterà:
- La revoca d’ufficio della registrazione nel RUOP.
- La perdita dell’autorizzazione a rilasciare passaporti delle piante.
In assenza di registrazione nel RUOP, gli operatori non potranno esercitare attività disciplinate dalla normativa fitosanitaria e saranno sottoposti a controlli ispettivi. Le eventuali violazioni saranno sanzionate ai sensi dell’articolo 55 del D.lgs. n. 19 del 2 febbraio 2021.
Variazioni aziendali e comunicazioni successive
Gli operatori potranno comunicare variazioni della situazione aziendale tramite il sistema informatico ARTEA, ma solo dopo l’invio della Comunicazione annuale. Qualsiasi richiesta presentata prima del completamento di questo obbligo sarà respinta.
Supporto e contatti
Per ulteriori informazioni sulla presentazione della Comunicazione annuale, è possibile contattare il Servizio fitosanitario regionale all’indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Conclusione
Il rispetto delle scadenze e l’utilizzo del portale "FitoRT" sono fondamentali per mantenere la registrazione nel RUOP e garantire il regolare svolgimento delle attività degli operatori professionali. Un adempimento necessario per tutelare la trasparenza e la sicurezza del settore fitosanitario italiano.
Redazioni
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Nasce Pistoia FitoLab, laboratorio di autocontrollo sanitario nel parco di GEA per prevenire le malattie delle piante e certificare la qualità delle produzioni vivaistiche. Il progetto, supportato da Fondazione Caript, è frutto di un accordo con Pistoia FitoLab e Gea – Green Economy and Agriculture. L'immobile sarà inizialmente locato a Pistoia FitoLab, partecipata da Associazione Vivaisti Italiani, Cia Toscana Centro, Coldiretti e Confagricoltura Pistoia. La società, destinata a diventare un consorzio no profit, curerà l'allestimento e la gestione delle attività.
Il laboratorio, primo esempio in Europa, sorgerà nel parco di Gea, alle porte di Pistoia, in un nuovo edificio, la cui costruzione partirà a breve e che sarà terminato a settembre 2026. Fondazione Caript realizzerà l’immobile e la riqualificazione dell’area di pertinenza attraverso un investimento di 1,5 milioni di euro.
Obiettivo di Pistoia FitoLab è svolgere analisi per certificare lo stato di salute delle piante, sia quelle in arrivo sul territorio tutelando le produzioni locali da infestazioni, che quelle destinate al mercato italiano e internazionale, per le quali sono sempre più necessarie certificazioni specifiche. Nella struttura, inoltre, si svolgeranno attività di ricerca e formazione.
«Questo laboratorio segna un passaggio innovativo nel supporto allo sviluppo locale da parte della Fondazione Caript, insieme agli altri attori del territorio. Si interviene per l’intero distretto vivaistico, attraverso un’azione che mira a rafforzare il ruolo di Pistoia come eccellenza a livello nazionale e internazionale. Non un’erogazione a fondo perduto, ma l’investimento in un’infrastruttura che è in grado di generare un impatto positivo per il nostro sviluppo locale, assicurando qualità e salute delle piante, chiamando tutti gli attori a un impegno condiviso. È così che la Fondazione intende intervenire, anche in futuro, nel delicato ambito dello sviluppo locale», dice Luca Gori, presidente di Fondazione Caript.
«Il Pistoia FitoLab è un'opportunità strategica per garantire piante sane e forti, rafforzare la leadership del vivaismo pistoiese e contribuire concretamente alla lotta ai cambiamenti climatici con soluzioni ecosostenibili. Ringraziamo la Fondazione Caript per aver reso possibile questo importante traguardo e tutte le associazioni di categoria: Cia Toscana Centro, Coldiretti e Confagricoltura Pistoia per aver sostenuto da subito questo progetto. Ora è fondamentale che i vivaisti del Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia colgano questa opportunità, consorziandosi al Pistoia FitoLab per investire nel futuro», sottolinea Alessandro Michelucci, presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani.
«Grazie al lavoro che verrà fatto, sarà possibile garantire il rispetto degli standard fitosanitari richiesti dai mercati più esigenti e promuovere pratiche di gestione sostenibile, preservando così il valore e la reputazione delle nostre produzioni. Il FitoLab sarà anche un punto di riferimento per il trasferimento di conoscenze e tecnologie, supportando i vivaisti del territorio con analisi rapide, accurate e affidabili. È qui che si affrontano le sfide quotidiane della lotta contro parassiti e malattie, con un approccio scientifico che integra prevenzione, monitoraggio e intervento mirato», dichiara Francesco Ferrini, presidente del Distretto Rurale Vivaistico-Ornamentale della Provincia di Pistoia.
«La struttura si inserisce perfettamente nel nostro parco, un’area di 25 ettari di grande bellezza e ricca di biodiversità. È un progetto che segna uno sviluppo nei servizi che caratterizzano l’attività di Gea, a beneficio del settore agricolo, affiancandosi alle iniziative offerte al territorio anche in ambito formativo e culturale», dice Giovanni Palchetti, presidente di Gea – Green Economy and Agriculture. Il nuovo fabbricato, ad alta efficienza energetica, sarà costruito nell’area nord del parco di Gea, adiacente a edifici già presenti, e sarà su un piano unico con superficie di 350 metri quadri per ospitare laboratorio e uffici.
Il laboratorio Pistoia FitoLab, dedicato alla prevenzione dei fitopatogeni, integrerà le funzioni svolte dal Servizio Fitosanitario della Regione Toscana, con sede nel parco, che ha il compito di svolgere analisi e diagnosi sulle malattie delle piante ma che, in base alle norme, non può rilasciare certificazioni per uso commerciale.
Redazioni
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Il prof. Francesco Ferrini chiarisce che nella gestione del verde urbano si deve distinguere tra specie aliene e specie invasive, evitando generalizzazioni dannose. Molte specie alloctone si integrano senza problemi e possono offrire vantaggi ecologici ed estetici, mentre le specie invasive richiedono controllo per proteggere la biodiversità urbana. Un approccio scientifico e selettivo è essenziale per un verde urbano sostenibile e diversificato.
Specie aliene e specie invasive: le differenze fondamentali
Negli ultimi anni, il tema delle specie vegetali aliene in ambiente urbano è diventato centrale nei dibattiti sulla gestione del verde pubblico e della biodiversità urbana. Tuttavia, spesso si riscontra una confusione tra il concetto di "pianta aliena" e quello di "pianta invasiva", che hanno significati completamente diversi.
Le specie alloctone, introdotte intenzionalmente o accidentalmente dall'uomo, popolano territori diversi dal loro areale storico, autosostenendosi dal punto di vista riproduttivo. La maggior parte di esse si integra nei parchi urbani senza arrecare danni significativi.
Confondere tutte le piante alloctone (o aliene) con le invasive è un errore che ignora l'eterogeneità di questo gruppo. La maggior parte delle piante alloctone si integra nelle aree urbane senza causare particolari squilibri ecologici.
Specie invasive: una minaccia per la biodiversità
Le specie invasive, invece, rappresentano una piccola frazione delle aliene e si diffondono rapidamente, alterando la vegetazione autoctona e modificando la composizione floristica.
Alcuni esempi emblematici di specie arboree invasive in ambito urbano includono:
- Ailanthus altissima (ailanto): crescita rapida, invasione di terreni disturbati e danni a infrastrutture.
- Acer negundo (acero negundo): specie nordamericana altamente competitiva.
- Paulownia tomentosa (paulownia): diffusione incontrollata in ambito urbano.
- Broussonetia papyrifera (falso gelso): capace di creare densi boschetti a scapito delle specie locali.
Queste specie non solo alterano la composizione floristica, ma incidono sulle proprietà del suolo, sull'habitat della fauna autoctona e sulla competitività delle altre specie vegetali.
Una gestione sostenibile e selettiva del verde urbano
La gestione del verde urbano deve basarsi su una selezione attenta delle specie, evitando l'introduzione di specie invasive e promuovendo invece l'integrazione di specie aliene non problematiche. Un approccio generalizzato rischia di portare a scelte controproducenti e dispendiose.
Per garantire un equilibrio ecologico, si raccomanda l'adozione della regola del 10-20-30 suggerita da Santamour (1990):
Non più del 30% di individui appartenenti alla stessa famiglia,
Non più del 20% allo stesso genere,
Non più del 10% alla stessa specie.
L'introduzione di nuove accessioni vegetali richiede un approccio sperimentale, con test e monitoraggi continui, per garantire la loro adattabilità agli ambienti urbani.
Nella scelta delle specie dovrebbe essere tenuta in considerazione la necessità di incrementare la biodiversità per evitare gli effetti negativi della monocoltura, come dimostrato nel caso dell'olmo e del platano in alcune città americane.
La diatriba tra specie native ed esotiche
La questione native versus esotiche è spesso dibattuta con toni accesi, alimentati da informazioni non sempre accurate. Sternberg (1996) distingue tra piante autoctone, indigene e naturalizzate, evidenziando che l'ambiente urbano è molto diverso dall'habitat naturale.
Pertanto, un approccio pragmatico suggerisce di considerare le specie autoctone come "strutturali" e di utilizzare le esotiche con criterio, evitando una "globalizzazione vegetale" che penalizzi le specie locali.
Verso una maggiore consapevolezza ecologica
La confusione tra specie aliene e specie invasive riflette spesso una scarsa consapevolezza delle dinamiche ecologiche urbane. È necessaria una gestione basata su evidenze scientifiche per apprezzare e integrare le specie aliene non invasive e concentrarsi sulle misure di contenimento per quelle invasive.
Investire in una selezione accurata delle specie consente di migliorare la qualità del verde urbano senza comprometterne la sostenibilità ecologica. Una gestione consapevole deve porsi tre domande fondamentali:
- Come selezionare il materiale per l'ambiente urbano?
- Quali test utilizzare per la valutazione delle specie?
- Come caratterizzare una buona crescita?
Sperimentazioni in ambiente urbano e collaborazione tra enti pubblici e privati sono essenziali per individuare le migliori soluzioni per un verde urbano sostenibile.
Prof. Francesco Ferrini,
Presidente del Distretto Rurale Vivaistico-Ornamentale della provincia di Pistoia
Bibliografia
- Richards N.A., 1993. Reasonable guide for street tree diversity. J. Arboric. 19(6):344-349
- Santamour 1990. Trees for urban planting: diversity, uniformity and common sense. Metria 7: Trees for the nineties: landscape tree selection, testing, evaluation, and introduction. Proc. of the VIIth Conf. Of the Metropolitan Tree Alliance. The Morton Arboretum, Lisle, Illinois, June 11-12:57-66.
- Sternberg G.,1996. Getting friendly with the natives, in Amer. Nurs., Sept. 15th:37-47
- Sydnor T.D., 1998. A push-pull approach to increasing biodiversity. Metria 9, Proc. of the 9th Metropolitan Tree Alliance, Columbus Ohio, August 8-10, 1996.