Filiera olivo-olio

L’appello del consorzio Coripro-Olivi «L’olivicoltura non può permettersi di sprecare questi due mesi. Rischia di sparire»


Sono giorni cruciali per gli olivi, pronti per la consegna e la messa a dimora, che rischiano invece di restare in vivaio. Coripro-Olivi, il Consorzio per la certificazione volontaria delle piante di olivo, facendo proprie le preoccupazioni dei consorziati e di tutto il comparto florovivaistico, richiama l’attenzione delle istituzioni sulla grave situazione che si sta creando anche e soprattutto nel settore olivicolo. «La ridotta capacità operativa – spiega l’associazione – la difficoltà nelle consegne, le incertezze della burocrazia pongono seri dubbi sulla possibilità di portare a compimento con successo la campagna primaverile di messa a dimora delle nuove piante, col pericolo di compromettere tutta la stagione. In pratica perdere questi due mesi significa perdere l’intera annata. Le disposizioni del Governo, immediatamente fatte proprie da tutte le aziende di Coripro, stanno tuttavia mettendo in difficoltà il comparto olivicolo. Nel mentre si apprezzano le misure economiche di sostegno appena approvate, che sono una prima boccata d’ossigeno per tutti, si sollecitano le autorità a rendersi consapevoli che lo specifico sistema produttivo vivaistico olivicolo, vanto del made in Italy, si basa su una stagionalità che sta per esaurirsi, se non si prenderanno provvedimenti urgenti. Gli olivi di Pescia sono apprezzati in tutto il mondo. Le difficoltà alle frontiere, la situazione di pandemia stanno rallentando il buon andamento delle consegne. E’ indispensabile che il ministero dell’Agricoltura, le Regioni, le organizzazioni di categoria si adoperino per dare risposte immediate al settore, soprattutto per salvaguardare un patrimonio di competenze del territorio pesciatino, frutto del lavoro di decine di generazioni di appassionati vivaisti».

Redazione

Parte il 20 gennaio a Roma “Evoluzione, percorsi per l’extravergine di qualità”, manifestazione espositiva b2b per sviluppare il contatto e la formazione tra gli operatori professionali del settore HORECA ed i produttori di qualità dell’olio extravergine. Tra i partner tecnici spicca Spoolivi, storico vivaio di Pescia in Toscana specializzato nella produzione di piante di olivo certificate di varietà autoctone Italiane, che oltre ad esporre “vestirà” le sale del Parco dei Principi Grand Hotel & Spa di Roma.

La terza edizione, che si terrà al Parco dei Principi Grand Hotel & Spa di Roma, è un appuntamento pensato per sensibilizzare e formare gli operatori del settore della ristorazione e della gastronomia sull’utilizzo di olio extravergine d’oliva di qualità sviluppare il contatto azienda produttrice e operatore professionale. Gli organizzatori per questo evento hanno scelto il segmento esclusivamente b2b con ingresso gratuito ma con l’obbligo di accredito da richiedere compilando l'apposito form riservato agli operatori food (ristoratori, titolari di gastronomie, chef, pizzaioli), alla stampa (giornalisti, blogger, comunicatori, ecc.) e agli assaggiatori di olio. Gli operatori potranno accedere ai banchi di assaggio delle 33 aziende e confrontarsi con le migliori realtà produttive italiane. In particolare per questa edizione saranno possibili, su speciali tavoli, delle degustazioni gratuite guidate da esperti quali: Luigi Centauri (Capo panel e Team assaggiatori Capol), Luciana Squadrilli (giornalista esperta di olio evo), Ylenia Granitto (corrispondente Olive Oil Times) e Giulio Scatolini (Capo panel).
Durante la giornata del 20 gennaio saranno premiati gli operatori particolarmente attenti nella valorizzazione dell’olio evo di qualità. A individuarli, nelle città di Roma, Milano e Torino, un apposito creato dagli organizzatori di Evoluzione, che per ogni ristorante visitato hanno verificato il livello e la modalità della proposta di olio extravergine di oliva in sala, evidenziando le eccellenze. A questi premi si aggiungeranno quelli che Evoluzione conferirà ad altri operatori che si distinguono per la proposta dell’olio extravergine, anch’essi invitati ad intervenire all’evento.
Nutrito l’elenco dei partner di Evoluzione: oltre a High Qualiy Food, ci sarà Elaisian, startup che ha sviluppato il primo servizio al mondo di agricoltura di precisione per monitorare lo stato degli oliveti e intervenire con gli opportuni trattamenti che presenterà alle aziende espositrici; Plose, azienda altoatesina che fornirà l’acqua per l’evento; Magnolia Eventi, che si occuperà dell’allestimento dei desk dei produttori; Spoolivi, storico vivaio di Pescia in Toscana specializzato nella produzione di piante di olivo certificate di varietà autoctone Italiane, che “vestirà” le splendide sale dell’hotel; Bicolio, che metterà a disposizione dei partecipanti il nuovo bicchierino “usa e getta” appositamente ideato per la degustazione dell’olio. Determinate la partnership con, AEPER – Associazione Esercenti Pubblici Esercizi Roma e CNA Roma, per sensibilizzare i loro associati sui temi dell’evento.Media partner dell’evento Radio Food, la web radio che trasmetterà in diretta dalle sale del Parco dei Principi Grand Hotel durante Evoluzione, con interviste ai protagonisti della giornata.

Redazione

«Con l'olivo, difendiamo il pianeta e preserviamo la salute!». Questo è il messaggio che i paesi membri del Consiglio Oleicolo Internazionale di Madrid (COI), organismo intergovernativo costituito sotto l’egida delle Nazioni Unite, vogliono lanciare con la giornata mondiale dell’olivo
Creato nel 1959, il Consiglio oleicolo internazionale raggruppa attualmente il 94% dei paesi produttori di olio d'oliva e olive da tavola.

Redazione

L'ordine delle priorità è netto: accelerare sugli investimenti per rilanciare le aree colpite; assicurare serietà nel contenimento; tutelare il reddito di olivicoltori, frantoi, vivaisti; garantire massima disponibilità su tutte le questioni aperte e, ultima ma non ultimo, interlocuzione costante con Bruxelles.

Sono i punti che la Ministra Teresa Bellanova ha tenuto a ribadire stamane aprendo l'incontro, insieme al Sottosegretario L'Abbate, sull'emergenza xylella convocato dal Mipaaft_Dipartimento per le politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale cui erano stati invitati la Regione Puglia, Agea, il Crea, associazioni nazionali di categoria, rappresentanti del mondo vivaistico, dei frantoiani, dei professionisti e finalizzata alla condivisione delle misure da attuare per fronteggiare l'emergenza da inserire nel Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia previsto dal Decreto legge cosiddetto "emergenze agricole", con un plafond a disposizione di oltre 300 milioni di euro nei prossimi due anni.
"Le polemiche sono alle nostre spalle" ha detto ancora la Ministra salutando i presenti, "e chiedo a tutti noi di consegnarle definitivamente al passato. Chi mi conosce sa che non amo perdere tempo a maggior ragione dinanzi a un'emergenza come questa, che va affrontata con serietà e determinazione. Le risorse ci sono: dobbiamo spenderle bene ed efficacemente, e dobbiamo essere in grado di farlo dal 1° gennaio. Per questo è necessario il concorso di tutti e i nostri Uffici, che hanno già garantito un lavoro e un impianto di qualità, sono a disposizione. Le priorità sono evidenti: salvaguardare e rigenerare il paesaggio olivicolo, sostenere e investire nella ricerca, salvaguardare il reddito di imprese e lavoratori".
Dalla riunione, oltre all'evidente necessità di proseguire nel monitoraggio del territorio per contenere al massimo l'avanzata del batterio, è emersa l'esigenza di attivare con tempestività tutte le misure volte al rilancio dell'economia agricola del territorio colpito dalla Xylella, compensare le imprese che hanno subito danni a seguito dell'emergenza e potenziare tutti gli interventi volti a contrastare l'avanzata del batterio, semplificare le procedure di autorizzazione dei reimpianti, mantenere sul territorio il valore aggiunto connesso allo smaltimento del legname. Inoltre, è stata sottolineata anche l'esigenza di disporre di efficaci strumenti di informazione, per rendere ufficiale ed oggettiva la comunicazione sulla presenza del batterio.

Redazione

«Il 19 settembre sarò a Roma per partecipare alla riunione di coordinamento sulla Xylella con il neo ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova e in quella sede porterò la nostra posizione: basta temporeggiare e chiediamo una comunicazione importante da parte del Ministero sul fronte fitosanitario a livello internazionale, a sostegno dell’immagine della produzione vivaistica italiana che non ha problemi di Xylella nel proprio territorio ma viene penalizzata lo stesso a livello commerciale all’estero».
Lo ha reso noto a Floraviva venerdì 14 settembre al Pistoia Nursery Park, a margine del Memorial Vannucci Piante, il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Luca Magazzini. A tale riunione di coordinamento presso il ministero, convocata dal Dipartimento per le politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale alle ore 11, sono stati invitati, oltre alla Regione Puglia, l’Agea, il Crea, le associazioni nazionali di categoria agricole, i rappresentanti dei vivaisti, dei frantoiani e dei professionisti. L’obiettivo dell’incontro è «condividere le azioni da attuare per fronteggiare l’emergenza Xylella fastidiosa e definire le misure del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia».
Il settore vivaistico italiano è attraversato da tensioni e polemiche dopo che il 5 settembre la Corte europea, al termine della prima fase della procedura d’infrazione della Commissione Ue contro l’Italia, ha parzialmente condannato il nostro Paese per gli inadempimenti sulle misure di contenimento, eradicazione e per i mancati monitoraggi. E dopo che, qualche giorno dopo, è uscita la notizia che sono stati individuati due olivi ornamentali contaminati dal batterio Xylella fastidiosa pauca ad Antibes e a Mentone, al confine con la Liguria. Con la divisione fra associazioni di categoria agricole liguri sul modo e i toni, più o meno allarmati, con cui reagire a tale notizia.
«Stop alle polemiche e alle parole – chiede Magazzini a nome dell’Associazione Vivaisti Italiani – e concentriamoci sui fatti portando a compimento le eradicazioni che restano da fare nei modi e tempi richiesti dalla Commissione europea. Poi anche la comunicazione a sostegno della nostra immagine sui mercati internazionali risulterà più facile».

L.S.

Era stata avvita dalla commissione europea una procedura di possibile infrazione il 10 dicembre 2018, oggi la sentenza: L'Italia non ha applicato le misure obbligatorie Ue per impedire il diffondersi del batterio vegetale da quarantena xylella fastidiosa, responsabile del disseccamento rapido degli ulivi in Puglia. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue, che ha accolto il ricorso della Commissione Ue contro ritardi e mancanze nelle ispezioni e nell'abbattimento delle piante infette da parte delle autorità nazionali. Si tratta di una condanna per primo inadempimento, che prevede solo il pagamento delle spese processuali.

La sentenza conclude la prima fase di una procedura di infrazione che risale al 2015. Le misure di eradicazione Ue prevedono azioni di diversa intensità secondo aree delimitate. In particolare, una zona infetta, delimitata a nord da una fascia di 20 km, a sua volta confinante con una zona cuscinetto dove la lotta al batterio prevede l'abbattimento anche delle piante sane nel raggio di 100 metri. Nel 2016 la Corte di giustizia aveva già dichiarato la validità, sotto il profilo del diritto dell'Unione, di tali misure di eradicazione. La Corte constata, in primo luogo, che l'Italia non ha proceduto immediatamente alla rimozione di almeno tutte le piante infette nella fascia di 20 km confinante con la zona cuscinetto. In secondo luogo, la Corte constata che l'Italia non ha garantito, nella zona di contenimento, il monitoraggio della presenza della Xylella mediante ispezioni annuali effettuate al momento opportuno durante l'anno. Il batterio xylella fastidiosa è un patogeno da quarantena che può colonizzare oltre 500 specie di piante diverse. E' nota agli esperti per i danni da centinaia di milioni che provoca ogni anno nei vigneti della California e negli agrumeti del Sud America. E' stata segnalata la prima volta in Europa nel 2013 in Puglia, dove è l'agente principale della sindrome del disseccamento rapido dell'olivo. Da allora, nuovi focolai di diverse sottospecie del batterio sono stati scoperti in Francia (Corsica e Costa Azzurra), Spagna (Baleari, Valencia e Madrid), Toscana (Monte Argentario), Portogallo (Porto). Nel maggio 2019 l'Italia ha adottato un decreto per accelerare l'applicazione delle misure di quarantena e sostenere il settore oleicolo della Puglia con un piano da 150 milioni di euro per il 2020 e 2021. Nel giugno scorso, esperti della Commissione europea hanno compiuto un'ispezione in Puglia e Toscana. Il rapporto finale è in corso di stesura. Secondo gli ultimi aggiornamenti, per quanto riguarda la situazione in Puglia le attività di indagine 2018-2019 svolte nell'area delimitata sono state concluse nel maggio 2019, rilevando 165 piante infette nella fascia di 20 km e nessuna pianta infetta nella zona cuscinetto. Sono in corso le attività di abbattimento.

Redazione