Filiera olivo-olio

Il titolo di olio d’oliva “Best of Italy”, fra gli oltre 40 riconoscimenti di qualità assegnati a oli italiani dal Japan Olive Oil Prize (JOOP) 2021, va al monocultivar “Superbo” dell’azienda agricola biologica Quattrociocchi di Alatri (Frosinone). Ecco gli altri nove migliori oli nazionali decretati dal concorso oleario giapponese, che ha visto un trionfo italiano, e tutti i giudicati di primo livello (Best in class) made in Italy.

Si chiama “Superbo” ed è un olio monovarietale Moraiolo di un’azienda biologica laziale pluripremiata l’olio d’oliva che si è aggiudicato il titolo di “Best of Italy” nei giorni scorsi a Tokyo, alla 9^ edizione del concorso oleario “JOOP – Japan Olive Oil Prize 2021”.
Un concorso internazionale che mira a promuovere in Giappone, il mercato asiatico in cui è in maggiore ascesa la domanda di olio di oliva di qualità, gli oli extravergini provenienti da tutti i Paesi del mondo. E che ha visto quest’anno gli oli italiani fare incetta di voti alti, con oltre 40 oli del Belpaese arrivare al livello più alto di “Best in class” (punteggio da 9,5 a 10) nelle varie categorie: IGP (5 oli), DOP (8), Biologico (13), Monovarietale (13), Blend (5). Gli oli sponativepartecipanti erano 467 da venti Paesi del mondo e molte sono state le segnalazioni. Ma l’Italia ha superato di gran lunga tutti gli altri Paesi per numero di “Best in class”: 44, contro ad esempio i 12 della Grecia, i 9 della Turchia e i 6 della Spagna.
L’azienda vincitrice quale “Best of Italy”, di cui è stato segnalato al JOOP 2021 come “Best in class” anche un olio biologico, si chiama Americo Quattrociocchi e ha sede ad Alatri in provincia di Frosinone, dove si dedica all’olivicoltura dal 1888 in una cornice di ulivi secolari. L’olio giudicato migliore d’Italia è un Moraiolo coltivato in collina e montagna, a un’altitudine fra 200 e 500 metri, su terreno ghiaioso in oliveti a sesto d’impianto 6x6. Le olive sono molite nel frantoio di proprietà e l’estrazione è a ciclo continuo a freddo Mori. Ecco il profilo sensoriale dell’olio Superbo redatto dall’azienda stessa: «alla vista è di un bel verde limpido con caldi riflessi dorati. Al naso è deciso e avvolgente, con un fruttato di oliva verde di media intensità, dove sentori di erba falciata e foglia di ulivo sono accompagnati ad eleganti note vegetali di cardo di campo, carciofo, mandorla amara e lattuga. Deciso e ricco nelle note vegetali di erbe officinali con amaro e piccante prepotenti e ben dosati. Ideale su antipasti di funghi porcini, bruschette con pomodoro, insalate di tonno, marinate di polpo, zuppe di fagioli, pesce spada ai ferri, carni rosse o nere alla brace e formaggi stagionati».

Gli altri oli d’oliva extravergini che si sono aggiudicati i primi posti nazionali sono i seguenti:
- El Mistol (Argentina)
- Lucio (Croazia)
- Château d'Estoublon (Francia)
- Olix Oil (Grecia)
- Casa de Santo Amaro (Portogallo)
- Deortegas (Spagna)
- Domaine Adonis (Tunisia)
- Geniusoliveoil (Turchia)
- Corto Olive (USA).

Ecco tutti i “Best in class” made in Italy:

P.G.I. (Igp)
“SP 29” – Olio EVO Biologico IGP Sicilia – Baglio Ingardia
KALI ORGANIC EXTRA VIRGIN OLIVE OIL – KALI Srl Società Agricola
Monumentale – MONSIGNORE SRL
Olea Prilis – Swiss Olives
ORGANIC TUSCANY EXTRA VIRGIN OLIVE OIL P.G.I. “COLLINE FIRENZE” CESARE E CESARA BUONAMICI – SOCIETA’ AGRICOLA BUONAMICI SRL UNIPERSONALE

P.D.O. (Dop)
DOP Monti Iblei – Azienda Agricola Fisicaro Sebastiana
Fiore D’Oro DOP – Agrestis soc. coop. agricola
LE CASE DI LAVINIA – Società Agricola Vernèra di Spanó & C. snc
Letizia – AZIENDA ROLLO
Olio Extravergine di Oliva D.O.P. Aprutino Pescarese Sandro Di Giacomo – Azienda Agricola Sandro Di Giacomo
PODERE RICAVO DOP TERRE DI SIENA BIOLOGICO – AZ. AGR. BUONI O DEL BUONO MARIA PIA “PODERE RICAVO”
Ruggente DOP Chianti Classico – Castel Ruggero Pellegrini
ULIVA – AGRARIA RIVA DEL GARDA

Organic (Biologico)
“6 File” – Grand Cru Nocellara Monocultivar Presidio Slow Food – Baglio Ingardia
“Alberelli” – Grand Cru Cerasuola Monocultivar Presidio Slow Food – Baglio Ingardia
“Laudemio” Extra Virgin Olive Oil – Fattoria San Michele a Torri
“San Michele a Torri” Extra Virgin Olive Oil – Fattoria San Michele a Torri
46° PARALLELO BIOLOGICO – AGRARIA RIVA DEL GARDA
Cenzino Coratina – AZIENDA AGRICOLA VINCENZO MARVULLI
Cultivar Frantoio Organic EVO – Fattoria Ramerino Società Agricola srl
Deorum – Società Agricola Pernigo
GRAN PREGIO BIO CORATINA – Azienda Agricola Caputo Maria
Laudemio Fattoria di Maiano – Maiano Societa Agricola srl
LE FONTACCE BLEND 2020 – azienda agricola Le Fontacce di botti simone
Olivastro – Americo Quattrociocchi
Organic Extra Virgin Olive Oil La Collina – Azienda Agricola Il Borghetto – Organic Farm

Monovarietal (Monocultivar)
Chiaroscuro – AZIENDA AGRICOLA DE ROBERTIS SAS
Claterna – Palazzo di Varignana s.r.l.
Coratina – MONSIGNORE SRL
L’affiorante MARFUGA Moraiolo 100% – MARFUGA AZIENDA AGRARIA
L’OLINDA – Monovarietale Mignola – Frantoio L’Olinda – A.F.M. di Sabbatini Rossetti Luca
Mater Olea Evoolea – MATER OLEA SRL AGRICOLA
Monocultivar Leccino – Azienda Agricola Lorenzo Ponticelli
Monovarietale Maurino – Az. Agr. Solaia di Brogelli & C.
NOCELLARA – AZ.AGRICOLA MANDRANOVA
Oilala LUXURY 500ml – Azienda Agricola Oilalà
Rea – Pujje srl
SUPERBO – Americo Quattrociocchi
Vargnano – Palazzo di Varignana s.r.l.

Blend
Anno Zero Collection – Italian – Querciamatta
I&P Forte&Eccelso – AZIENDA AGRICOLA IONE ZOBBI SRL
Mater Olea Elegante – MATER OLEA SRL AGRICOLA
MULTICULTIVAR – AZ.AGRICOLA MANDRANOVA
TreFòrt – PAOLO BONOMELLI BOUTIQUE OLIVE FARM

Redazione

 

 

Olio Mimì vincitore del premio il Magnifico 2021

Vincitore del premio il Magnifico European Extra Quality Olive Oil di quest’anno è l’olio Mimì dell’azienda agricola Donato Conserva nel comune di Modugno (Bari). Pietro Barachini: «è un olio che rappresenta la Puglia grazie alle sue varietà autoctone. Fanno un grande lavoro di coltivazione delle piante ma anche di trasformazione con macchinari all’avanguardia».  


Nuova rivincita della filiera olivicolo-olearia pugliese. Dopo che un olio pugliese era stato in aprile l’unico olio di oliva extravergine italiano a salire sul podio del concorso Mario Solinas in mezzo a tanti oli spagnoli e portoghesi, adesso è un altro olio made in Puglia ad aggiudicarsi l’edizione 2021 di un premio internazionale in ascesa quale “il Magnifico – European Extra Quality Olive Oil Award – Florence”.
Ieri a Badia a Passignano la giuria del Magnifico ha scelto come vincitore della nona edizione l’olio Mimì dell’azienda agricola Donato Conserva nel comune di Modugno, in provincia di Bari. L’olio Mimì è prodotto in 5 linee, 3 cultivar autoctone pugliesi e 3 fruttati (intenso, medio e delicato). Le tre cultivar sono le seguenti. L’Ogliarosa barese che è così presentata dall’azienda: «fruttato verde di intensità leggera, limpido ed elegante, con sentori di lattuga ed erba tagliata. Al palato la mandorla fresca prevale sulle altre note vegetali. Amaro e piccante presenti ed equilibrati». La Cima di Melfi, un «fruttato verde di media intensità, deciso e complesso, ricco di sentori vegetali ed erbacei accompagnati da un carciofo nettissimo. Al palato pulito e di grande personalità con note balsamiche di erbe aromatiche e carciofo in chiusura. Amaro e piccante di media intensità in equilibrio». E la Coratina, «fruttato verde intenso, ampio ed avvolgente ricco di sentori di foglia e carciofo cui si accompagnano eleganti note speziate. In bocca potenti note vegetali di ortaggi a foglia su cui spicca mandorla fresca e cicoria di campo e retrogusto di cardo Amaro e piccante decisi ed armonici».
«E’ importante che in un riconoscimento internazionale come il Magnifico – ha commentato a caldo Pietro Barachini, che è stato membro della giuria di questo premio in precedenti edizioni (vedi) – abbia vinto un’azienda della Puglia, che ha attraversato un periodo difficile per la Xylella fastidiosa, ma che resta pur sempre il maggior bacino produttivo italiano e terra di oli di qualità».
«Conosco l’azienda vincitrice – dice Barachini – è un’azienda relativamente giovane del settore e questo è positivo perché hanno adottato subito tutte le tecnologie e procedure per ottenere un olio di qualità superiore evitando gli errori di alcune aziende troppo frenate dalla tradizione». «Mimì – aggiunge Barachini – è un olio che rappresenta tutta la Puglia grazie alle varietà autoctone pugliesi. Loro fanno un grande lavoro di coltivazione delle piante e selezione degli olivi ma anche e soprattutto di trasformazione con macchinari all’avanguardia in grado di esaltare le caratteristiche eccellenti».


L.S.


Il Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea) ha annunciato che è stato completato, nell’ambito del progetto Olgenome, il sequenziamento del genoma della cultivar di olivo Leccino, tra le più diffuse e tolleranti alla Xylella. Il direttore Vaccari: risultato scientifico ottenuto nei laboratori Crea di Rende (CS), in Calabria, da ricercatori giovani e dai curricula prestigiosi.

«Il sequenziamento della varietà di olivo Leccino, una delle più diffuse nel mondo e più tolleranti alla Xylella apre importanti scenari di ricerca, anche alla luce dell’apertura di ieri della Commissione europea sulle tecniche di genome editing. Il Crea è pronto per sviluppare nuove varietà di olivo che possano promuovere la sostenibilità della produzione, in linea con gli obiettivi della strategia “Farm to Fork”. Sottolineo come questo risultato scientifico sia stato ottenuto nei laboratori Crea di Rende (CS), in Calabria, da ricercatori giovani e dai prestigiosi cv, a dimostrazione che il Sud ha grandi risorse anche nel settore della ricerca».
Così, in un comunicato stampa del 30 aprile scorso, il direttore generale del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) Stefano Vaccari ha presentato la notizia dell’avvenuto completamento, dopo tre anni di studi e sperimentazioni condotti nell’ambito del progetto Olgenome, del sequenziamento del genoma della cultivar di olivo Leccino. Tutto ciò nel contesto del Piano olivicolo nazionale voluto e finanziato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) per incrementare in modo sostenibile la produzione di olio di oliva nazionale, per promuovere l’attività di ricerca e valorizzazione del made in Italy olivicolo-oleario, recuperando anche le diverse varietà di olivi italiani, e per migliorare l’organizzazione della filiera.
«Il Crea Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura – si legge nella nota - ha ideato e coordinato l’intera ricerca, identificando e caratterizzando i geni espressi nella cultivar Leccino, studiando funzioni geniche di interesse e avvalendosi del supporto specialistico di IGA Technology Services per il sequenziamento e l’assembling del genoma e del Crea Genomica e Bioinformatica per lo sviluppo di una mappa genetica e l’annotazione funzionale del genoma».
«Si tratta di uno step essenziale – specifica il comunicato del Crea - per produrre conoscenze e sviluppare strumenti utili al miglioramento della specie e per caratterizzare gli elementi responsabili di processi biologici e/o di regolazione di vie metaboliche che possano poi essere trasferiti con tecniche convenzionali (incrocio) o avanzate (biotecnologie) nelle varietà di nuova costituzione». «Altro aspetto fondamentale – continua la nota - è la possibilità di identificare nuovi marcatori molecolari e/o funzionali utili per la genotipizzazione, per gli studi di associazione, per il breeding assistito e la selezione varietale. Infine, ma non meno importante, è la conoscenza di basi genetiche sottese all’espressione dei caratteri della specie per poter approfondire biologia ed adattabilità ai mutamenti ambientali della pianta. Senza dimenticare che l’olivo è una specie arborea per la quale, a differenza di altre colture, molti aspetti restano ancora da chiarire e il successo dei programmi di miglioramento genetico è fortemente limitato da molteplici fattori insiti nella sua biologia».
«Insomma, tra le diverse decine di migliaia di geni sequenziati – conclude la nota del Crea - si potrebbe trovare il modo di potenziare la performance della pianta in campo, ridurre l’impatto ambientale della sua coltivazione, migliorare la qualità nutraceutica e funzionale dell’olio, garantirne la tracciabilità o magari si potrebbero individuare anche risposte mirate a problemi annosi come la Xylella o i cambiamenti climatici». 
«Mi complimento con il Crea – ha commentato Filippo Gallinella, presidente della commissione Agricoltura della Camera - per aver portato a termine questo importante risultato. Conoscere nel dettaglio come funzionano i processi biologici, le potenzialità e le caratteristiche di una cultivar così importante per l’olivicoltura italiana può permetterci di fare interventi di miglioramento per le produzioni nazionali».

Redazione

 

 

Anche quest’anno interverranno esperti di fama nazionale ad Olea, la manifestazione organizzata dall’Istituto tecnico agrario Dionisio Anzilotti di Pescia. Docenti universitari, periti agrari, consulenti della filiera olivicola. Solo che stavolta sarà un incontro virtuale: un webinar che si svolgerà venerdì 7 maggio a partire dalle 9 di mattina. Tema centrale dell’appuntamento, le “Innovazioni nel vivaismo olivicolo”
«Si tratta del momento conclusivo di un percorso di collaborazione molto articolato - ricorda Sara Michelotti, la docente che insieme al collega Matteo Gentili ha reso possibile l'evento -. Insieme agli ex allievi e a Daniela Vannelli hanno contribuito il Collegio Interprovinciale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati (PLA) di Lucca, Pisa, Pistoia, Livorno e Massa Carrara, il Coordinamento regionale dei Periti Agrari e dei PLA della Toscana e il Civi-Italia, Centro interprofessionale per le attività vivaistiche».
A moderare il webinar sarà il prof. Tiziano Caruso dell’Università di Palermo. Luigi Catalano del Civi-Italia terrà un primo intervento sulla gestione dei vivai in base alle normative recenti, mentre Maurizio Micheli dell’Università di Perugia parlerà delle nuove tecnologie in vitro e Andrea Vitale terrà le conclusioni illustrando gli aggiornamenti tecnici nella propagazione vegetativa. La partecipazione al convegno è libera e gratuita, basta compilare, entro martedì 4 Maggio, il form.
La presentazione di Olea è stata anche l’occasione per annunciare che l'olio di oliva prodotto dall'Istituto Anzilotti è sull'edizione 2021 della Guida agli extravergini di Slow Food, «menzionato per la sua qualità tra più di ottocento aziende e realtà produttive italiane e per la continua sperimentazione sulla coltivazione dell'olivo e il miglioramento della qualità del prodotto». «È un grande successo frutto della collaborazione tra tanti attori diversi – ha dichiarato il dirigente dell'istituto Francesco Panico -. Un ringraziamento particolare va a Daniela Vannelli, esperta di analisi sensoriale e valutazione organolettica degli olii per Slow Food. Da anni Vannelli collabora con l'Anzilotti, tenendo corsi di degustazione basati sul metodo del panel test agli studenti delle quinte dell'indirizzo “Produzione e trasformazione”».

L.S.

 

 

Dai nuovi approcci normativi e tecnologici alla qualità degli oli di oliva sino alle tecniche per la gestione sostenibile del suolo in olivicoltura.
L' Accademia nazionale dell'olivo e dell'olio di Spoleto organizza a partire da oggi, per la primavera - estate  2021, un primo ciclo di seminari a distanza su temi di grande interesse per la filiera. I seminari telematici sono tenuti da uno a tre relatori coordinati da un esperto dell'argomento, hanno durata compresa tra una e due ore e prevedono la possibilità di domande al termine della presentazione.
La partecipazione è gratuita, ma bisogna registrarsi preventivamente ad ogni singolo seminario per poter ricevere il codice di accesso. Questo il link.

PROGRAMMA
30 Aprile, ore 15:30
Nuovi approcci analitico normativi e tecnologici e qualità degli oli di oliva.
Conte L. , Presidente Società Italiana Sostanze Grasse e Servili M., Università di Perugia,
organizzato congiuntamente con  Società Italiana Sostanze Grasse;
14 Maggio ore 15:30
Sequenziamento del genoma dell'olivo: stato dell'arte e prospettive future.
Carbone S., CREA-OFA, Muleo R. Università della Tuscia e Morgante M. Università di Udine;
28 Maggio ore 15:30 di olivo
Caratterizzazione ed importanza della fioritura dell'olivo:
“Olive tree flower quality”
Rapoport H.F., CSIC Cordoba
“Relazioni qualitative e quantitative tra fiori e frutti di olivo”
Rosati A., CREA - OFA Spoleto
15 Luglio ore 15:30
Gestione sostenibile del suolo in olivicoltura.
“Tecniche colturali per la sostenibilità dell'oliveto”
Lodolini E.M., CREA-OFA Roma
“Interazione fra radici dell'olivo e residui organici: fertilità e stanchezza del suolo”
Neri D., Università Politecnica delle Marche , Vignozzi N., CREA - AA Firenze;
“Indicatori di biodiversità nel suolo”
Simoni S., Centro di ricerca Difesa e Cerificazione, CREA Firenze
organizzato congiuntamente con il gruppo di lavoro "Olivo e Olio" della Società dell'Ortoflorofrutticoltura Italiana (SOI).

Redazione

 

 

Da un sondaggio di Confagricoltura e Nomisma su un campione di produttori olivicoli italiani emergono come fattori strategici principali l’aumento dell’efficienza/produttività, le nuove tecnologie per il monitoraggio e la tracciabilità. I maggiori deficit di competenze riguardano l’e-commerce e l’efficienza produttiva. Nel webinar di presentazione dei risultati le proposte del direttore di Confagricoltura Postorino, del presidente della OP Confoliva Silvestri e del presidente di Enapra Brondelli.

L’olivicoltura italiana fra gap strutturali e sfide formative per affrontare l’innovazione. Neanche la metà degli olivicoltori italiani ha ancora affrontato il tema delle tecnologie per l’agricoltura di precisione e 4.0. Eppure il 36,7% di essi considera l’aumento dell’efficienza/produttività come uno dei principali fattori chiave di successo nei prossimi 3/5 anni e il 23,3% punta sui sistemi di tracciabilità. Non solo, fra le carenze di competenze indispensabili per raggiungere gli obiettivi strategici, i produttori olivicoli mettono al primo posto quelle riguardanti l’e-commerce (56% delle risposte) e al secondo le capacità manageriali necessarie ad aumentare la produttività. Mentre le innovazioni tecnologiche ritenute più importanti per il futuro sono i sensori e altri strumenti di monitoraggio (18,6% delle risposte) e le tecnologie per la tracciabilità/blockchain (15%).
Sono questi i risultati principali del sondaggio svolto nei mesi scorsi da Confagricoltura e Nomisma, insieme ad Assofrantoi, Op Confoliva e l’ente di formazione Enapra, su un campione di 90 aziende olivicole rappresentative della nostra olivicoltura in base a criteri geografici, economici e produttivi. Risultati che sono stati presentati e commentati ieri, durante il webinar “Innovazione, digitalizzazione, competenze nel settore olivicolo”, da alcuni dei protagonisti dei soggetti organizzatori.
«Quello olivicolo è un settore complesso e frammentato che attraversa difficoltà strutturali e commerciali, nonostante il livello qualitativo dei suoi prodotti – ha detto il direttore generale di Confagricoltura Francesco Postorino aprendo i lavori -. Serve una spinta forte che rafforzi la competitività e valorizzi, al contempo, le caratteristiche identitarie di qualità dell’olio».
«Dalla survey è emersa la chiara consapevolezza, da parte dei conduttori, dei gap di competitività da colmare – ha posto in evidenza Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma -, ma sono state evidenziate anche grandi potenzialità, alta propensione all’innovazione, particolare sensibilità sui temi della biodiversità e della sostenibilità».
«Emerge un forte fabbisogno di innovazione – ha osservato Walter Placida, presidente della Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura -. Bisogna favorire l’agricoltura di precisione per il contrasto alle fitopatie e la riduzione dell’uso dei fitofarmaci, le certificazioni di prodotto sempre più orientate alla sostenibilità, macchinari e attrezzature per ridurre i costi di produzione ed efficientare i processi, la formazione dei produttori per un migliore know how in campo e sui mercati nazionali ed internazionali. Tutte sfide che necessitano di adeguati strumenti sia finanziari, sia tecnici».
«I conduttori – ha aggiunto Pierluigi Silvestri, presidente Op Confoliva - avvertono pure la necessità di interventi e strumenti diretti a favorire le aggregazioni di produttori e di prodotto e a promuovere una cultura oleicola presso i consumatori, che possa favorire una scelta consapevole, orientata al made in Italy ed alla qualità».
Palma Esposito, responsabile del settore Olivicoltura di Confagricoltura, ha ricordato il grande dibattito sulla PAC che potrebbe portare ad una nuova OCM Olio con strumenti come la ristrutturazione degli impianti e la riconversione varietale. C’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con un progetto per l’innovazione nella meccanizzazione e l’ammodernamento dei frantoi. Vanno inoltre utilizzati gli strumenti di gestione del rischio, come i fondi di mutualizzazione, per stabilizzare i redditi nel caso di crisi. Le nuove strategie dell'Unione europea legate a Green Deal - biodiversità e “From Farm to Fork” sono poi occasioni imperdibili per rilanciare il settore, puntando sulla sostenibilità.
«La richiesta di innovazione è strettamente connessa a quella di formazione – ha concluso Luca Brondelli, componente della Giunta esecutiva di Confagricoltura e presidente di Enapra - ed è necessaria una nuova mappatura delle competenze per gestire i cambiamenti. Enapra tutti i giorni costruisce piani di formazione su misura per le aziende; si parte dalle analisi dei fabbisogni per definire percorsi formativi su misura».

L.S.