Filiera olivo-olio

Il sindaco di Castiglion Fiorentino Mario Agnelli è stato eletto coordinatore delle 50 Città dell’Olio della Toscana, la regione più rappresentata. Agnelli: «l’olio una grande opportunità per il rilancio economico-turistico del nostro territorio». Ieri l’altro a Roma incontro con il sottosegretario del Mipaaf Francesco Battistoni. L’obiettivo del presidente delle Città dell’Olio Sonnessa è «dare nuovo impulso all’oleoturismo e alla costruzione di una proposta turistica integrata».

Eletto alcuni giorni fa coordinatore regionale delle Città dell’Olio della Toscana e contestualmente entrato nel consiglio direttivo nazionale, il sindaco di Castiglion Fiorentino Mario Agnelli ha partecipato il 29 marzo a Roma all’incontro tra una delegazione della sua associazione, guidata dal presidente Michele Sonnessa e dal direttore Antonio Balenzano, e il sottosegretario del Ministero delle Politiche agricole, senatore Francesco Battistoni.
Nell’occasione l’associazione Città dell’Olio si è presentata illustrando il proprio impegno nell’ambito della promozione del turismo dell’olio e dell’olivicoltura sociale, del contrasto all’abbandono dei terreni agricoli e del recupero dei paesaggi olivati. «Ci sono tutti i presupposti – ha dichiarato il presidente nazionale Michele Sonnessa - per lavorare insieme alla sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa che veda il Ministero e le Città dell’Olio giocare in squadra in alcune partite fondamentali: dalla formazione e educazione dei consumatori, soprattutto giovani, alla valorizzazione dei territori da cui nasce l’oro verde. Siamo pronti a fare la nostra parte e siamo felici di aver trovato nel sottosegretario un interlocutore competente».
La settimana scorsa, all’indomani dell’elezione a coordinatore delle Città dell’Olio della Toscana da parte dell’assemblea regionale, composta da 50 comuni, il numero più alto a livello nazionale, Mario Agnelli aveva sottolineato che «tra gli scopi dell’associazione abbiamo anche quello della valorizzazione del turismo legato al mondo dell’olivicoltura». «Grazie alle tante iniziative promosse in questi anni con impegno dal nostro rappresentante nazionale Marcello Bonechi e dal Presidente Michele Sonnessa – aveva aggiunto Agnelli -, le Città dell’Olio dovranno catalizzare sempre di più l’attenzione di enti come la Regione Toscana e il Ministero dell’Agricoltura per evitare l’abbandono dei territori e mantenere e tutelare un paesaggio unico nel mondo. Credo che l’olio rappresenti anche una grande opportunità per il rilancio economico-turistico del nostro territorio». E in tale circostanza così si era espresso il presidente Sonnessa: «la Toscana con la sua grande tradizione e vocazione olivicola e le sue 50 Città dell’Olio è il fiore all’occhiello della nostra associazione. Grazie al lavoro prezioso del Vice Presidente Vicario Marcello Bonechi e dell’ex coordinatrice Consuelo Cavallini, le Città dell’Olio toscane si sono consolidate e hanno lavorato bene in sinergia. Insieme si può ancora crescere, mettendo in campo progettualità per educare al consumo consapevole le giovani generazioni e per dare nuovo impulso all’oleoturismo e alla costruzione di una proposta turistica integrata e ancora più appetibile per chi arriva nei nostri territori».

Redazione

 

 

Puglia, Umbria, Abruzzo, Calabria e Lombardia regioni capofila nel consorzio nazionale Movimento Turismo dell’Olio (MTO) presentato a Roma l’11 marzo. Le quattro parole chiave della strategia sono sostenibilità, nuove tecnologie, in-formazione, fare rete. La direttrice Cisonno: «intendiamo promuovere l’oleoturismo come modalità di turismo slow in armonia con la natura» e «unire il pubblico con il privato, ispirandoci al recente Patto di Spello per creare un coordinamento tra Movimento Turismo del Vino, MTO, Città del Vino, Città dell’Olio, ed una rete di ristoratori».


Promuovere i territori olivicoli italiani e il loro prodotto attraverso il binomio turismo - tradizione di qualità dell’olio extravergine made in Italy.
Questo l’obiettivo del Movimento Turismo dell’Olio (MOT), consorzio nazionale che è stato costituito di recente e presentato ufficialmente l’11 marzo scorso a Roma presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato alla presenza, tra gli altri, di Nicola D’Auria, presidente del Movimento Turismo del Vino Italia (MTV), che è socio fondatore del Mot, e del senatore Dario Stefàno, artefice della legge nazionale sull'oleoturismo.
Alla guida per i prossimi 6 anni il tandem tutto pugliese composto dal presidente Donato Taurino, produttore di olio salentino, e dalla direttrice e ideatrice del progetto Vittoria Cisonno, già direttrice del Movimento Turismo del Vino. Con loro, come riportato da Askanews, il Conte Franco Silvano Toni di Cigoli (Umbria) quale vicepresidente, i consiglieri Piercarmine Tilli (Abruzzo), Raffaele Maria Maiorano (Calabria), Nicoletta Manestrini (Lombardia) Sebastiano de Corato (consigliere MTV) e il presidente del comitato tecnico Angela Canale. Ma se il MOT vede aderenti, soci fondatori e apripista i consorzi delle regioni Puglia, Umbria, Calabria, Lombardia e Abruzzo per un numero attuale di associati di circa un centinaio di realtà, come reso noto dall’Ansa, sono previste prossimamente le adesioni di Toscana, Lazio e delle altre regioni.
Grazie a questa nuova realtà, si mira a dare una ulteriore spinta al sistema olivicolo nazionale e alle regioni con tale vocazione, fra cui la Puglia, la regione leader nazionale consolidata della produzione di olio d’oliva, anche se ultimamente colpita in alcune aree dalla Xylella fastidiosa, che per prima qualche anno fa ha avvertito la necessità di costituire il Consorzio “MTOlio Puglia”, che oggi conta 23 soci olivicoltori. Nel corso degli anni ha organizzato ABC Olio e Ulivo Day, eventi rivolti ai turisti gourmet curiosi di conoscere le qualità olfattive e gustative dell’olio evo, e di dare una identità ai frantoiani-artigiani di casa nostra. L’idea dell’olioturismo o oleoturismo venne in mente dieci anni fa a Vittoria Cisonno, la quale, in parallelo all’esperienza di successo del Movimento Turismo del Vino, decise di imbarcarsi in una nuova avventura, e costituì il MTO Puglia, nel quale esperienza, tradizione, alimentazione e scienza si intrecciano per valorizzare l’olio d’oliva italiano, che può contare su olive di eccellente qualità, estratte a freddo in frantoi dotati di impianti certificati che consentono la perfetta conservazione della materia prima.
La strategia nazionale del MTO tracciata da Cisonno e Taurino si basa su quattro parole chiave: sostenibilità, nuove tecnologie, in-formazione, fare rete. «Il comparto produttivo oleicolo italiano – ha spiegato Vittoria Cisonno – è maturo per avviare un lavoro sinergico a tutto vantaggio di un prodotto che merita di essere comunicato e conosciuto in tutto il mondo per le sue caratteristiche che lo rendono unico. Con le iniziative ecosostenibili intendiamo promuovere l’oleoturismo come modalità di turismo slow in armonia con la natura. Ci aiuterà la tecnologia con il sito web per la promozione dell’extravergine e la commercializzazione di esperienze oleoturistische e video emozionali, utili per la campagna di marketing con cui si racconterà il Movimento Turismo dell’Olio. L’in-formazione è la chiave di volta: formare e informare i consumatori sull’extravergine, le cultivar regionali, le denominazioni d’origine, oltre che formare i singoli operatori sulla ricezione oleoturistica, aiutarli a costruire una proposta interessante e a raccontarsi emozionando, è di fondamentale importanza per riuscire nel progetto. Con la rete che attiveremo intendiamo unire il pubblico con il privato, ispirandoci al recente Patto di Spello per creare un coordinamento tra MTV, MTO, Città del Vino, Città dell’Olio, ed una rete di ristoratori al fine di dialogare in maniera univoca con le istituzioni locali e nazionali».
Con il Movimento Turismo dell’Olio si intende realizzare una promozione integrata del prodotto «aprendo al turismo dell’olio le porte dei nostri frantoi – aggiunge Donato Taurino – per mostrare tutte le fasi della lavorazione perché i consumatori oggi esigono essere informati su tutto ciò che arriva sulle loro tavole e soprattutto capire il valore di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente. Conoscere i territori di produzione, il lavoro che sta alla base di ogni litro di olio di qualità, le storie ed il sapere degli agricoltori e dei frantoiani, contribuisce a dare valore al prodotto. Siamo convinti che il turismo legato alle terre dell’olio extravergine, al pari del vino, rappresenti il fiore all’occhiello del made in Italy e dunque un volàno strategico per l’economia del nostro Paese che vanta un patrimonio olivicolo unico al mondo per varietà (circa 500 cultivar) e fascino paesaggistico. Ma c’è ancora un enorme potenziale inespresso che intendiamo tirar fuori attraverso l’impegno del MTO che punta a coinvolgere attivamente aziende di qualità e tutte le regioni del Paese».
«L’Italia dell’olio extravergine – ha aggiunto il senatore Dario Stefàno – rappresenta sulla carta un brand vincente, senza dubbio capace di competere con l’ampia offerta del mercato globale per la sua indiscussa qualità, per la sua storia millenaria e per le sue varietà territoriali che ne costituiscono un innegabile valore aggiunto. Tuttavia, per molti anni il turismo dell’olio non ha riscosso il successo che meriterebbe, essendo sempre stato al traino dell’enoturismo e messo in secondo piano anche durante i grandi eventi legati al vino. Occorre dunque dare una spinta decisiva per attuare una vera e propria inversione di tendenza, che negli ultimi tempi si sta lentamente concretizzando, grazie anche a iniziative di sensibilizzazione come il recente video promozionale dedicato a tutti gli EVO d’Italia pubblicato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. In questo senso il Movimento Turismo dell’Olio, attraverso una cabina di regia unica, potrà dare un forte contributo proprio perché rappresenta l’occasione ideale per fare realmente rete e presentarsi a livello internazionale con più incisività».
«L’olio extra vergine è fondamentale per lo sviluppo economico di tanti nostri territori – ha sottolineato Raffaele Maiorano, consigliere MTO e responsabile SDG di Confagricoltura - Il nostro impegno è far conoscere e promuovere il potenziale della nostra produzione e la cultura dell'olio, contribuendo allo sviluppo sostenibile della filiera».

Redazione

 

 

Meeting online dedicato al comparto olivicolo con focus sulla difesa fitosanitaria e la fertilizzazione negli oliveti in un'ottica di innovazione e sostenibilità.
Si svolgerà venerdì 19 marzo alle 15,30, nell’ambito dell’iniziativa “Vigna & olivo” 2021, ed è pensato per le aziende olivicole, i tecnici professionisti e tutti gli addetti ai lavori della filiera olivicola. A organizzarlo è l'Associazione Vento di Maestrale in collaborazione con e il patrocinio di Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia di Bari, Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati di Barletta-Andria-Trani, Associazione regionale pugliese tecnici e ricercatori in agricoltura Arptra, Associazione italiana per la protezione delle piante Aipp, Rete Gas Puglia, Gruppi di acquisto solidale e Agronotizie come media partner.

Programma
L'incontro, che sarà moderato da Gianluca Chieppa del Consiglio dell'Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia di Bari e Cristiano Spadoni di Image Line, si aprirà con i saluti del presidente dell'Associazione Vento di Maestrale Gerardo Tedesco, di Giacomo Carreras presidente dell'Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia di Bari, di Vittorio Filì, presidente di Arptra (Associazione regionale pugliese tecnici e ricercatori in agricoltura) e di Antonio Memeo, presidente del Collegio dei periti agrari – Bat.
Il professor Salvatore Germinara, del dipartimento Dafne dell'Università di Foggia, parlerà dei “Nuovi approcci per il controllo sostenibile della mosca delle olive (Bactrocera oleae)”.
Mentre “Recenti acquisizioni e nuovi scenari nella gestione sostenibile dei patogeni tellurici dell'olivo” è il titolo della relazione del professor Franco Nigro del dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
La parola passerà poi alle aziende che presenteranno “Le novità per una corretta fertilizzazione dell'oliveto”: interverranno Luigi Quarta di Biolchim, Davide Di Pinto di Biovegetal e Pasquale Dotoli di Timac Agro Italia.
Di “Innovazione e sostenibilità nel controllo di parassiti e malattie dell'olivo” si parlerà invece con Mario Bertoli di FMC, Luigi Evangelista di Gowan, Giuseppe Marino di Corteva Agriscience, Giuseppe Depinto di Upl, Mauro Piergiorgi di BIOGARD®, divisione CBC (Europe) Srl, Ignazio Romeo di Sumitomo, Giuseppe Cortese di Bayer e Ivan Di Giorgio di Ascenza.

Il webinar è gratuito e per gli iscritti agli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali e al Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati sono previsti Crediti formativi professionali.
Per registrarsi e partecipare all'evento consultare questa pagina.
La locandina dell’evento può essere scaricata qua.

Redazione

 

 

Presentate dalla Op Assoproli Bari nuove tecnologie e soluzioni per un’olivicoltura più sostenibile: da un sistema DSS per supportare la gestione idrica a nuove trappole con fotocamera per contare automaticamente le catture di insetti.


Una serie di webinar rivolti ai soci olivicoltori per informarli e formarli su tecnologie in grado di aumentare la sostenibilità e la competitività delle loro aziende olivicole, permettendo un più efficiente impiego della risorsa idrica e un migliore monitoraggio dei principali insetti che attaccano le piante di olivo.
E’ l’iniziativa organizzata di recente dalla Op Assoproli Bari, punto di riferimento da oltre 20 anni nell’osservazione degli insetti fitofagi dell’olivo e nella pubblicazione di bollettini fitosanitari per il comparto olivicolo, in collaborazione con importanti aziende che producono tecnologie al servizio dell’olivicoltura.
Tra le novità presentate, un sistema DSS che, grazie al posizionamento in campo di sensori per il monitoraggio dell'umidità del suolo e di stazioni meteo, consente all'agronomo di supportare con maggiore efficacia gli olivicoltori nel bilancio idrico. Inoltre, estremamente importanti in vista della progressiva revoca di numerose sostanze chimiche per il controllo dei patogeni fra cui il dimethoate, le illustrazioni di innovative trappole dotate di sistema elettronico integrato costituito da fotocamera digitale, connettività 4G e pannello solare per il monitoraggio degli insetti da remoto, in grado di contare automaticamente le catture e di inviare tempestivamente alert attraverso l'applicazione AgroAPP, già in uso tra i soci di Assoproli.

Redazione

 

 

Olio di oliva versato

Aperte ai produttori di oli extravergini d’oliva Dop e Igp toscani dall’1 al 27 marzo le iscrizioni, anche se la partecipazione (gratuita) è riservata a un massimo di 80 campioni in base «all’ordine di arrivo registrato sul portale». Dopo l’anonimizzazione, i campioni saranno sottoposti all’esame organolettico di una commissione regionale di nove tra capi panel e tecnici assaggiatori di olio iscritti nell’elenco nazionale e membri di panel riconosciuti dal Mipaaf. 


Nonostante il perdurare dell’emergenza sanitaria ed economica, si farà anche quest’anno la Selezione Regionale degli Oli Extra Vergine di Oliva (EVO) Dop e Igp toscani. Per testimoniare che la Toscana agroalimentare non si ferma e per rendere onore a un’annata d’oro, la campagna 2020-21, per l’olio di oliva regionale: sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo e in controtendenza con altre aree produttive italiane.
L’obiettivo della Selezione, organizzata nell’ambito dell’accordo fra Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze e la sua azienda speciale PromoFirenze, è mettere in risalto l’eccellenza della produzione olearia toscana promuovendola in Italia e all’estero, e premiando e stimolando allo stesso tempo lo sforzo delle imprese olivicole che investono nella qualità. La Selezione consente inoltre di valorizzare la figura dell’assaggiatore di olio di oliva, professionista in grado di comprendere e divulgare il livello qualitativo degli oli regionali presso operatori e consumatori italiani ed esteri.
Le iscrizioni sono aperte dalle 8,30 di lunedì 1 marzo fino alle 15,30 del 27 marzo. Possono fare domanda tutte le imprese che producono oli extra vergini di oliva certificati Dop o Igp ottenuti in Toscana. (Non sono ammesse le aziende che sono solo imbottigliatrici.) Ogni impresa produttrice può presentare fino ad un massimo di 2 oli. I campioni devono riferirsi a lotti di olio extravergine di oliva certificato Dop o Igp, fino ad un totale di almeno 300 chilogrammi, anche su più lotti certificati dell’attuale campagna olearia 2020/2021.
Le imprese che intendono partecipare alla Selezione dovranno compilare la domanda di adesione e i relativi allegati esclusivamente online, sul portale http://regionetoscana.crmcorporate.it, nella sezione “Selezione degli oli extra vergini di oliva DOP e IGP della Toscana 2021” che è attiva da lunedì 1 marzo. La partecipazione alla Selezione è gratuita ed è riservata ad un massimo di 80 campioni. A tal fine i campioni saranno ammessi secondo l’ordine di arrivo registrato dal portale.
Dopo aver presentato la domanda on line, le imprese dovranno inviare direttamente al laboratorio incaricato da PromoFirenze 4 bottiglie dello stesso lotto per ogni olio presentato, confezionate ed etichettate conformemente ai relativi disciplinari di produzione, corredate da tutta la documentazione prevista dal regolamento della Selezione. Al fine di raccogliere la documentazione necessaria alla stampa del catalogo della Selezione, per ogni olio presentato l’impresa dovrà inoltre inviare a mezzo e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. la scheda tecnica aziendale e una etichetta in formato *.jpg ad alta risoluzione.
I campioni di olio presentati, dopo la loro anonimizzazione, saranno sottoposti all’esame organolettico da parte di una commissione regionale composta da nove tra capi panel e tecnici assaggiatori di olio, iscritti nell’articolazione regionale toscana dell’elenco nazionale e membri di panel riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole (Mipaaf) operanti in Toscana. Gli oli che otterranno un punteggio uguale o superiore a 7, all’esame organolettico, saranno inseriti nel catalogo della “Selezione Regionale Oli EVO 2021”.
Sarà assegnata una menzione speciale per ciascuna delle quattro tipologie di oli:
•    a 5 oli DOP o IGP “Selezione ORIGINE”
•    a 3 oli biologici “Selezione BIO”;
•    a 3 oli monovarietale “Selezione MONOVARIETALE”
•    a 3 oli aventi biofenoli totali superiori a 400 mg/Kg “Selezione BIOFENOLI”
Nella Selezione Oli 2021, su proposta dei Consorzi di tutela, che collaborano alla realizzazione dell’iniziativa, sarà inoltre assegnato un riconoscimento al migliore olio per ciascuna DOP e IGP per la quale siano stati selezionati almeno 3 oli.
L’elenco degli oli selezionati verrà comunicato tramite la pubblicazione del relativo decreto nella banca dati Atti della Regione Toscana. Gli oli selezionati, con particolare riguardo per gli oli ai quali è assegnato un riconoscimento, potranno avere rilievo nelle iniziative promozionali coordinate e promosse dalla Regione Toscana o dalla sistema camerale della Toscana.
Al termine della Selezione, sarà pubblicato sul sito della Regione Toscana, esclusivamente online (in formato pdf), il catalogo degli oli selezionati, in lingua italiana e inglese. Il catalogo conterrà le informazioni anagrafiche e produttive delle imprese, nonché la caratterizzazione degli oli selezionati delle diverse tipologie.


Redazione


Progetto Oleum

Dal progetto Oleum coordinato dall’Università di Bologna in arrivo soluzioni innovative per garantire la qualità e l’autenticità dell’olio d’oliva e combattere le frodi, dalle miscelazioni illegali ai “finti extravergine”. La cordinatrice Tullia Gallina Toschi: combinando nuovi elementi diagnostici siamo in grado di ottenere una visione d'insieme molto dettagliata, una sorta di immagine biometrica. Per Assitol l’analisi dei composti volatili è molto promettente. Anna Cane: è il sistema più adeguato da affiancare all’analisi sensoriale nella classificazione degli oli, un po' come il Var del calcio, e va accelerato l’iter di validazione. Inoltre dà informazioni sulla shelf-life, la durata di conservazione.


Le frodi alimentari e i casi di contraffazione a livello mondiale sono stimate generare un giro d’affari da 30 miliardi di euro all’anno. Queste pratiche illegali colpiscono pesantemente pure il settore dell'olio d'oliva, intaccandone la reputazione e minando la fiducia dei consumatori.
Una serie di strumenti innovativi utili per affrontare il problema e favorire il controllo di qualità e autenticità sull’olio di oliva, smascherando miscelazioni illecite e pratiche fraudolente, sono stati messi a punto o migliorati nell’ambito del progetto europeo Oleum, coordinato dalla professoressa Tullia Gallina Toschi del Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna e finanziato con 5 milioni di euro del programma Horizon 2020. Un progetto che ha coinvolto 21 partner provenienti da 15 paesi europei ed extra europei e ha permesso di creare l'Oleum Network, una rete che connette a livello internazionale il patrimonio di conoscenze e di strumenti per l'analisi e l'autenticazione degli oli d'oliva. Da esso è nato anche l’Oleum Databank, un database digitale con tutti i dati ottenuti nel corso dei quattro anni di lavoro del consorzio Oleum. Si tratta di documenti e dati validati su cui i laboratori di tutto il mondo potranno contare per valutare la qualità e l'autenticità dei campioni, come spiega un articolo di Unibo Magazine. E si favorirà in questo modo un approccio condiviso a livello globale per la verifica della conformità degli oli d'oliva.
Oleum si è concentrato su quattro questioni cruciali: 1) controllare che la qualità dell'olio d'oliva sia coerente con la qualità dichiarata, con le indicazioni sulla salute relative ai polifenoli e con la durata di conservazione dichiarata; 2) scovare trattamenti illegali degli oli d'oliva (soft-deodorization); 3) scoprire miscele illegali tra oli d'oliva e altri oli vegetali; 4) verificare l'origine geografica degli oli d’oliva indicata nelle etichette. Le soluzioni più promettenti, fra cui la determinazione dei composti fenolici e dei composti volatili e l'uso di materiali di riferimento sensoriali, hanno ottenuto la convalida in conformità con gli standard concordati a livello internazionale da laboratori inter pares, aprendo la strada a futuri sviluppi delle politiche a livello d’Unione europea.
«Mettendo insieme marcatori singoli, utili per il controllo della qualità e dell’autenticità dell’olio di oliva, e dati riferiti all’intero profilo analitico siamo arrivati a possedere una visione d'insieme molto dettagliata, che si potrebbe esemplificare come una fotografia o un’immagine 'biometrica' - ha spiegato la professoressa Tullia Gallina Toschi a Unibo Magazine -. Si trattava di una sfida difficile, che Oleum è riuscito a vincere con un approccio incrementale, semplice e robusto, mettendo a punto e selezionando gradualmente nuovi elementi diagnostici per arrivare ad una sintesi efficace priva di ogni facile sensazionalismo».
Questo sistema «di analisi dei composti volatili dell’olio d’oliva ha dato ottimi risultati nella prima fase delle ricerche» ha commentato qualche giorno dopo Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, in una nota in cui ha auspicato «che la ricerca prosegua, concentrandosi sulle modalità applicative di questo innovativo strumento di controllo, pensato per irrobustire il metodo del panel test». 
Assitol ritiene molto importante per il settore questo sistema analitico e ha creato una task force, composta da aziende olearie, per sperimentarne l’efficacia. «Siamo stati i primi a crederci, quando ancora c’era molto scetticismo intorno a questo sistema – ha dichiarato Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva –. Abbiamo cercato di calare questo strumento nell’attività quotidiana del settore. Ora non ci sono più dubbi: allo stato, questo è il sistema più adeguato da affiancare all’analisi sensoriale nella classificazione degli oli e dobbiamo accelerare l’iter di validazione e approvazione del metodo».
Quali i vantaggi di questo strumento di controllo? «I composti volatili sono molecole che i nostri recettori sensoriali identificano, e di cui è possibile decodificare la presenza attraverso precisi parametri chimici – spiega la nota di Assitol -. In questo modo, si determina il profilo degli aromi contenuti nell’extravergine, certificandone così l’autenticità e la genuinità». L’analisi dei composti volatili potrebbe quindi diventare la prova del nove dell’analisi sensoriale, «la “Var” a supporto della classificazione degli oli d’oliva», continua la nota. «Lo strumento si è dimostrato utilissimo – conferma Anna Cane – perché riesce a determinare centinaia di molecole responsabili del profilo sensoriale degli oli. Il panel test resta essenziale, ma con questo ‘alleato in più’, risulterebbe ancora più forte ed efficace nel controllo di qualità sugli extra vergine».
Ma non è tutto. «Con questo sistema – aggiunge Anna Cane – è possibile identificare con precisione i componenti alla base dei bouquet, ovvero i sentori, dell’extra vergine. Ciò sarebbe di grande aiuto per le aziende e, soprattutto per i masterblender, gli esperti nell’accostamento di oli da cultivar diverse per origine e provenienza, che, insieme, danno vita a prodotti unici». In pratica, l’analisi dei composti volatili, spiega Assitol, aprirebbe la strada ad una vera a propria profilazione dell’olio d’oliva. Inoltre, la ricerca sui composti volatili permette di avere maggiori informazioni sulla cosiddetta ‘shelf-life’ degli oli, ovvero la loro capacità di mantenere le caratteristiche sensoriali nel tempo.
«Il nostro settore deve puntare sull’innovazione – conclude Anna Cane – Per Assitol, non ci si può fermare qui ed è necessario proseguire, individuando le migliori condizioni applicative per rendere i composti volatili un sistema ufficiale». In tal senso «appare necessaria la collaborazione con tutta la filiera dell’olio d’oliva e con il mondo accademico. Senza il contributo di tutti, non avremmo raggiunto risultati così importanti».


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