Filiera olivo-olio
Giorno dell'olivo, Confagricoltura Pistoia vuole distretto del vivaismo olivicolo della Valdinievole
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- Scritto da Andrea Vitali
I produttori di piante di olivo di Pescia e Valdinievole sono un’eccellenza di livello internazionale che rischia di scomparire senza adeguate politiche di sostegno e promozione. Il presidente provinciale di Confagricoltura Zelari rivolgendosi ai colleghi delle altre associazioni agricole e alle istituzioni dichiara: «come dimostra l’esempio del distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, la nuova legge dei distretti rurali offre opportunità di innovazione e rilancio sui mercati da cogliere per mantenere la leadership del vivaismo olivicolo pesciatino almeno sul piano qualitativo».
«Nel territorio di Pescia e dintorni si concentra un gruppo di aziende specializzate nella produzione di piante di olivo di altissima qualità destinate ai produttori di olio di tutta Italia (e non solo) che rappresenta un’eccellenza di livello internazionale la cui leadership rischia di essere fortemente ridimensionata dalla concorrenza interna ed estera. Eppure il momento è propizio, perché il comparto è in evoluzione nel mondo, come ribadito anche oggi dal Coi (Consorzio oleicolo internazionale), e sono tanti i Paesi che vogliono investire in oliveti e aumentare il consumo di olio d’oliva. Bisogna rilanciare questo comparto di nicchia istituendo un “distretto del vivaismo olivicolo della Valdinievole” in conformità con la legge quadro regionale n. 17 del 2017 sui distretti rurali, in modo da rafforzarne l’identità e avviare progetti e investimenti nell’innovazione e promozione che siano co-finanziabili tramite fondi regionali ed europei».
E’ quanto sostiene e propone alle altre associazioni di categoria agricole provinciali e ai vari livelli istituzionali, Regione Toscana in primis, il presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari in occasione del primo anniversario della “Giornata mondiale dell’olivo” istituita l’anno scorso, 26 novembre 2019, dall’Unesco per celebrare questa pianta così antica e importante anche sul piano simbolico e dell’odierno seminario sull’“Avvenire del settore oleicolo” organizzato a Madrid e sul web dal Coi, che riunisce il 94% dei Paesi produttori di olio di oliva e di olive da tavola e il 95% dell’intera produzione mondiale. Un seminario in cui sono state ribadite le varie opportunità commerciali sul mercato internazionale per i produttori di piante di olivo, visto che diversi Paesi, ad esempio Egitto e Georgia, stanno investendo in oliveti sia per ragioni produttive che ambientali e turistiche. Ma nel corso della quale è stata confermata anche l’egemonia sia economica che politica esercitata dalla Spagna, il primo produttore mondiale di olio, anche su questo terreno, un po’ come l’Olanda in campo floricolo. Tendenze a cui l’olivicoltura italiana potrà rispondere in maniera competitiva solo attraverso significativi investimenti nei propri oliveti, con infittimenti e sostituzioni di piante secondo precisi progetti mirati all’affermazione sui mercati dei nostri oli d’oliva.
«In questo contesto molto dinamico della filiera olivicola internazionale – sostiene Andrea Zelari – i vivaisti olivicoli della Valdinievole potrebbero giocare un ruolo molto più significativo innanzi tutto aumentando le forniture di piante certificate di qualità e di varietà ad hoc ai produttori di olio di tutta Italia per aiutarli ad essere più competitivi, ma dall’altro anche non disegnando di andare a presidiare meglio le olivicolture nascenti in molte parti del mondo per sottrarle all’influenza spagnola (nuove olivicolture possono significare spesso infatti anche nuovi consumatori di olio italiano). Ma per realizzare questi obiettivi è necessario rafforzare la propria identità e immagine investendo ulteriormente in ricerca, certificazioni e comunicazione. Tutto ciò si potrebbe realizzare meglio nel contesto di una cornice distrettuale specializzata analoga, in piccolo, al distretto vivaistico ornamentale pistoiese, che con l’adeguamento alla nuova disciplina dei distretti rurali, sotto la regia del nuovo soggetto referente, l’Associazione vivaisti italiani, sta avviando diversi progetti innovativi come ad esempio Autofitoviv per l’autocontrollo fitosanitario».
«Sediamoci a un tavolo e ragioniamo insieme ai vivaisti olivicoli di Pescia e di tutta la Valdinievole – conclude Zelari rivolgendosi ancora alle associazioni agricole e alla Regione Toscana – su come impostare la creazione di un vero e proprio distretto, superando le conflittualità fra imprese per il bene di tutti, pur nel rispetto degli spazi di autonomia e legittima concorrenza tra le singole aziende».
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Gli imprenditori agricoli, i dipendenti delle imprese agricole e i coltivatori diretti potranno spostarsi per e dai frantoi anche durante le ore di coprifuoco, cioè dopo le 22 fino alle 5, a condizione che la frangitura venga effettuata in favore di coloro che raccolgono le olive a titolo professionale.
Lo ha fatto sapere la vicepresidente e assessore all’agroalimentare Stefania Saccardi con una lettera inviata ieri alle organizzazioni professionali del settore dell’olio, alle associazioni dei Frantoiani e alle cooperative e organizzazioni professionali agricole e ai Consorzi delle DOP e IGP dell’olio.
«Consapevole del periodo particolare dell’anno che riguarda il settore olio – ha spiegato la vicepresidente Saccardi – raccolgo le preoccupazioni manifestatemi dagli imprenditori agricoli e olivicoltori e in una lettera che ho inviato a tutti loro preciso che gli spostamenti per e dai frantoi rientrano tra le situazioni di necessità, in applicazione dell’articolo 1, comma 3 del DPCM 3 del novembre 2020 che prevede che “dalle 22.00 alle 5.00 del giorno successivo siano consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”».
Le condizioni da osservare sono, oltre al fatto che la frangitura venga effettuata in favore di coloro che raccolgono le olive a titolo professionale, che gli spostamenti avvengano nel rispetto di tutte le indicazioni sanitarie previste dall’emergenza Covid.
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Frantoi in funzione anche durante il coprifuoco e possibilità di movimento per gli olivicoltori professionali. Lo ricorda Confagricoltura Pistoia agli olivicoltori associati in una nota di commento al Dpcm del 3 novembre 2020 con le nuove disposizioni di contrasto alla pandemia. «La frangitura, rientrando fra le attività del settore agricolo e di trasformazione agroalimentare di filiera che ne fruisce servizio – spiega la nota - è comunque sempre possibile esercitarla anche nelle ore di coprifuoco, purché siano osservati, correttamente e coerentemente, i protocolli di sicurezza anti contagio». «Pertanto – continua la nota - anche gli olivicoltori professionali, i loro dipendenti ed i compartecipanti possono, nel rispetto dei protocolli anti contagio, recarsi presso i frantoi a fare frangere le olive prodotte in azienda».
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Le stime per il 2020 sulla produzione d’olio d’oliva del Centro Studi di Confagricoltura: in totale +5% nell’Ue-28. La contrazione italiana dipende dalla Puglia, che vale circa la metà della produzione nazionale. Il 32% dell’export italiano nel 2019 è stato verso gli Stati Uniti. Nell’attuale situazione del mercato mondiale con forti giacenze di prodotto che frenano le quotazioni, per Confagricoltura necessarie «politiche efficaci di promozione per incrementare la domanda di olio EVO nazionale in Italia e sui mercati internazionali». [in foto l'evoluzione della produzione italiana x000tonnellate]
Forte riduzione della produzione italiana di olio d’oliva nel 2020. Il Centro Studi di Confagricoltura stima un meno 26% rispetto all’anno precedente. Il calo, in questo anno difficile, però non è esclusivamente italiano: a perdere terreno sono anche il Portogallo (meno 35%) e la Grecia (meno 25%). La Spagna, in controtendenza agli altri Paesi mediterranei, consolida la sua leadership con un aumento del 27%, cifra che nonostante la consistente diminuzione registrata per gli oli italiano, portoghese e greco, fa chiudere positivamente il bilancio produttivo europeo con un +5% sul 2019.
Le stime 2020 della produzione nazionale di olio d’oliva del Centro Studi di Confagricoltura, valide se non si verificheranno nell’ultima fase del ciclo importanti avversità meteorologiche o fitopatie, indicano «un anno di “scarica” con solo 270mila tonnellate» e tengono conto di una resa media in olio della produzione di olive di circa 15%, così come riscontrato nel 2019. Peraltro, la resa media olive-olio presenta variazioni anche sensibili, da Regione a Regione, legate non solo alla varietà di olive coltivate, ma pure all’andamento climatico dell’anno. Nel 2019 la resa massima si era registrata in Liguria (17,6%), la minima in Trentino Alto Adige (11,8%). [vedi sotto Tabella 3]
«Questa contrazione – spiega Confagricoltura con riferimento alle stime 2020 - sembra essenzialmente dovuta alla forte diminuzione riscontrata in Puglia, regione che produce praticamente la metà dell'olio italiano. Decisamente più confortante, per quantità e qualità, la situazione rilevata nelle aree del Centro Nord, dove si prevedono mediamente buone produzioni, ma la cui incidenza sul totale nazionale si aggira intorno al 20%».
«Il 50% delle esportazioni nazionali – sottolinea il Centro Studi - sono concentrate su quattro Paesi, in primis gli Stati Uniti (che hanno un valore di 420milioni di euro e rappresentano il 32% del totale dell’export italiano) e la Germania (168 milioni, pari al 12,8%); seguono il Giappone (8%) e la Francia (7,4%)». [Tabella 6] L’Italia, secondo Paese esportatore nel 2019, nettamente dopo la Spagna e altrettanto nettamente davanti a Portogallo e Tunisia, realizza prezzi medi di vendita del 59% superiori a quelli della Spagna, ma la sua produzione copre mediamente il 15% di quella mondiale, a fronte del 45% di quella spagnola. Si tenga tuttavia conto del fatto che i dati sulle esportazioni riguardano olio confezionato non necessariamente proveniente dalla produzione agricola del paese esportatore. [Tabella 4]
Confagricoltura evidenzia che il comparto olivicolo italiano è caratterizzato da una disponibilità di prodotto in continuo calo e ampiamente insufficiente a soddisfare le esigenze interne o di esportazione. La forte concorrenza degli altri oli comunitari ed extracomunitari a prezzi stracciati fa sì che restino in giacenza nei nostri frantoi forti quantitativi di prodotto. Occorre pertanto, a parere di Confagricoltura, avviare politiche efficaci di promozione per incrementare la domanda di olio EVO nazionale in Italia e sui mercati internazionali, anche attraverso politiche mirate che puntino sulla qualità del prodotto, il cui valore va comunicato in modo efficace, per essere recepito dal consumatore.
Del resto il settore olivicolo, a livello mondiale, sta affrontando una fase di importanti cambiamenti strutturali in una difficile congiuntura di mercato, caratterizzata da ormai un anno da forti giacenze di prodotto che frenano le quotazioni. Con il suo patrimonio di poco più di un milione di ettari a uliveto e oltre 400 varietà, l’Italia – conclude Confagricoltura - deve impegnarsi per invertire questa tendenza negativa e recuperare tutte le sue potenzialità.
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La realtà virtuale e i video a 360 gradi per sostituire le visite nei vivai dei compratori in carne e ossa. L’emergenza Covid-19 ha fatto per un certo periodo cessare completamente e poi riprendere, ma in numeri estremamente ridotti, le classiche visite dei buyer esteri di piante nei nostri vivai. Così un’azienda del vivaismo olivicolo di Pescia, Spoolivi, ha deciso di digitalizzare il proprio vivaio e di consentire le visite virtuali alle proprie collezioni di piante certificate attraverso video immersivi a 360 gradi (tecnologia Vr) in una sezione apposita del proprio sito web (vedi).
«Abbiamo cominciato a lavorare al progetto “Spoolivi 360” fin dall’inizio del confinamento lo scorso marzo – spiega il titolare Pietro Barachini – e oggi grazie alle nuove fotocamere 360 e agli occhiali 3d ci possiamo immergere nei diversi ambienti produttivi per far conoscere da vicino il nostro modo di lavorare».
«Credo che si tratti di uno strumento utile a compensare tutte quelle attività che prima venivano svolte con visite guidate dal vivo – ha aggiunto Pietro Barachini -. Per un bel po’ tutto ciò non sarà più possibile, ecco quindi che digitalizzare le aziende agricole e incoraggiare l’uso della tecnologia Vr 360 potrebbe rappresentare una strada per compensare l’isolamento».
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Confagricoltura: «il comparto si ritrova con un surplus di giacenze di oltre il 43% rispetto al 2019». Fra i sostegni alla filiera si chiede al Mipaaf che il bando 2020 del fondo di emergenza alimentare sia riservato all’olio 100% italiano. Giansanti soddisfatto del recente Regolamento Ue 2020/1201 che ha circoscritto le azioni di contrasto alla Xylella.
L’olio fa i conti con un anno particolarmente difficile: dalla Xylella alla crisi Covid, il comparto si ritrova con un surplus di giacenze di oltre il 43% rispetto al 2019, mentre si avvicina il tempo della raccolta delle olive.
Variazione delle giacenze di olio 2019/2020 (in tonnellate) |
|||
Agosto 2019 |
Agosto 20 |
Var % |
|
Olio EVO |
123.892 |
197.194 |
+ 59,20% |
Italiano |
57.210 |
107.334 |
+ 87,60% |
UE |
59.492 |
75.782 |
+ 27,40% |
Extra UE |
2.574 |
8.273 |
+ 221,50% |
Blend |
4.616 |
5.804 |
+ 25,70% |
Altri oli |
68.814 |
78.588 |
+ 14,20% |
ITALIA |
192.706 |
275.782 |
+ 43,10% |
Elaborazione Confagricoltura su dati Frantoio Italia – ICQRF
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