Filiera olivo-olio
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Le richieste del comparto olivicolo nazionale sono state accolte dalla Conferenza Stato-Regioni del 28 gennaio, nella quale si è raggiunta un’intesa sul decreto del Ministero delle Politiche Agricole riguardante il riconoscimento e controllo delle organizzazioni dei produttori. Così è stato stabilito che «per l’anno di riferimento 2020, i requisiti di riconoscimento relativi al valore minimo della produzione commercializzata e alla percentuale del volume conferito e/o commercializzato dai soci» previsti dalla normativa «sono derogati in seguito all’emergenza Covid».
«A causa della pandemia moltissimi operatori hanno desistito dalle operazioni di raccolta per la paura del contagio o per le misure restrittive attuate per contenere la diffusione del Covid-19 – ha spiegato il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate -. A ciò si è aggiunta la drastica riduzione degli acquisti da parte del settore Ho.re.ca con conseguente aumento delle giacenze. Con questo provvedimento, pertanto, andiamo incontro alle esigenze del settore dell'olio di oliva, augurandoci di poter presto riprendere la pianificazione per il rilancio dell'intero comparto».
L.S.
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Tra le novità dell’edizione 2021 del concorso, due nuove menzioni di merito: “Impresa Donna” e “Impresa Digital Communication”. Giuria capitanata da Alfredo Marasciulo con 16 degustatori da 16 regioni italiane. Il presidente di Unaprol Granieri: «l’Ercole Olivario si distingue per autorevolezza anche per meccanismi di prelievo e verifica che garantiscono veridicità della valutazione». Iscrizioni aperte fino al 4 febbraio 2021, selezioni nazionali dal 12 al 16 aprile in Umbria.
Restano due settimane per iscriversi alla 29^ edizione dell’Ercole Olivario 2021, il prestigioso concorso dedicato alle eccellenze olearie italiane, organizzato dall’Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, in collaborazione con la Camera di commercio di Perugia, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) ed il Ministero dello sviluppo economico (Mise). L’ultimo giorno utile per l’iscrizione è 4 febbraio 2021.
«L’Ercole Olivario – ha dichiarato il presidente di Unaprol – consorzio olivicolo italiano David Granieri – è un concorso che si distingue nettamente per autorevolezza nel panorama nazionale ed internazionale. Una distinzione importante per il settore olivicolo italiano, dovuta non solo al coinvolgimento diretto di istituzioni prestigiose e rappresentative nell’organizzazione del concorso, ma anche all’adozione di meccanismi di prelievo e di verifica che garantiscono l’oggettività e la veridicità della valutazione, premiando dunque le imprese che si impegnano davvero per il miglioramento della qualità dell’olio».
Anche l’edizione 2021 presenta novità. Tra i riconoscimenti assegnati, due nuove menzioni di merito: la menzione “Impresa Donna”, che sarà assegnata a tutte le imprese femminili che abbiano superato il punteggio 75/100; e la menzione “Impresa Digital Communication”, volta a valorizzare le aziende che investono nello sviluppo della cultura digitale. Inoltre verranno organizzati dal mese di marzo 2021 degli incontri formativi rivolti a tutte le aziende aderenti al concorso.
Altra novità riguardante gli oli finalisti, sarà la possibilità di entrare a far parte del programma promozionale all'estero che il Comitato di coordinamento sta progettando insieme all’Ice. Il Premio Ercole Olivario è infatti riconosciuto dall’Ice (Istituto per il commercio estero), come ambasciatore dell’olio e.v.o. italiano nel mondo, per tale ragione i vincitori e i finalisti saranno protagonisti di azioni promozionali e di incontri con buyer italiani e stranieri, che si terranno in diverse fiere o eventi di settore in Italia e all’estero. E non mancheranno degustazioni degli oli vincitori in varie piazze d'Italia, in occasione di eventi e nelle più importanti fiere dedicate alle eccellenze del Made in Italy.
Riguardo alle premiazioni, nel 2021 potranno accedere alle selezioni nazionali, in programma dal 12 al 16 aprile in Umbria, al massimo 110 oli che abbiano ricevuto un punteggio minimo di 70/100 nelle selezioni regionali. Nella fase conclusiva, a livello nazionale invece, a ricevere l’ambito Tempietto di Ercole Olivario saranno esclusivamente le etichette finaliste che otterranno almeno 75/100 punti e che si contenderanno i premi e le menzioni speciali. Il concorso Ercole Olivario, che si contraddistingue da sempre per il rigore e la selezione della qualità degli oli premiati, per questa edizione premierà soltanto il primo classificato di ciascuna delle due categorie in gara (“Dop/Igp” ed “Extra vergine”) per le tipologie fruttato leggero, fruttato medio e fruttato intenso. A decretare i vincitori assoluti sarà una giuria nazionale, composta da 16 esperti degustatori provenienti da altrettante regioni italiane, capitanata da Alfredo Marasciulo nuovo capo panel per il biennio 2021 - 2022.
Gli altri riconoscimenti del 2021 saranno:
- la menzione di merito “Giovane Imprenditore”, che si rinnova e questo anno andrà ai migliori titolari under 40 degli oli ammessi in finale con un punteggio superiore a 75/100;
- il premio speciale “Amphora Olearia”, all’olio finalista che recherà la migliore confezione (secondo i parametri stabiliti dal regolamento);
- la menzione speciale “Olio Biologico”, al prodotto certificato a norma di legge che otterrà il punteggio più alto tra gli oli biologici finalisti;
- la menzione “Olio Monocultivar”, dedicata all’olio monocultivar che ha ottenuto il punteggio più alto;
- il premio “Leikithos”, che sarà consegnato alla personalità straniera in prima linea nella diffusione della conoscenza dell’olio di qualità italiana all’estero, a chi si è fatto ambasciatore oleario, che viene assegnato in collaborazione con l’Ice e le camere di commercio italiane all’estero.
- le due menzioni nuove già richiamate.
Come partecipare a Ercole Olivario 2021
Per partecipare al concorso – che è riservato agli oli ottenuti esclusivamente da olive italiane – c’è tempo fino al 4 febbraio 2021. E’ possibile iscriversi attraverso questa piattaforma web, che consente di inviare la domanda in tempo reale o in alternativa inviando la domanda di partecipazione a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Regolamento completo sul sito Ercole Olivario.
Per maggiori informazioni: Promocamera - Azienda Speciale Camera di Commercio Perugia Tel. +39 075 9660589 / 075 9660369; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Redazione
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L.S.
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Le stime del Consiglio oleicolo internazionale sulla produzione mondiale di olio d’oliva nella campagna 2020/21 in Unione europea e fuori Europa. Consumo visto in calo dell’1,5% e poco inferiore alla quantità prodotta: 3 milioni e 185 mila tonnellate contro 3 milioni e 197 mila tonnellate. E il quadro dei dati (quasi definitivi) della stagione 2019/20.
La produzione mondiale di olio d’oliva nella campagna 2020/21 dovrebbe raggiungere 3.197.000 tonnellate, pari a una diminuzione dello 0,3% rispetto alla campagna precedente.
Questa la stima del segretariato esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale (Coi), basata sui dati ufficiali dei singoli Paesi, che è stata comunicata alcuni giorni fa in una nota del Coi da cui si viene a sapere anche che il 93,82% della produzione mondiale, pari a 2.999.500 t, sarà da attribuire ai paesi membri del Coi. Con la previsione nei paesi produttori di olio d’oliva dell’Unione europea «di 2.232.500 t, con un aumento del 16%» sul 2019/20. Mentre saranno gli altri paesi membri del Coi, quelli extra europei, a registrare un forte calo, con una produzione totale di 767.000 t, pari a «una diminuzione di 317.500 t (-29,3%) rispetto all'anno precedente». Il consumo mondiale invece dovrebbe attestarsi su 3.185.500 t di olio d’oliva, in calo dell'1,5% rispetto alla campagna precedente e di poco inferiore alla quantità prodotta.
Dati del 2019/20
Riguardo alla campagna 2019/20, questo il quadro dei dati (non ancora definitivi) riportati nella nota del Coi. Produzione mondiale di 3.207.000 tonnellate, in calo dell’1,7% (55.000 t) rispetto al 2018/19 (quando si raggiunse il livello di 3.262.000 tonnellate triplicando i quantitativi rispetto a 60 anni prima). Consumi di circa 3.234.000 t (+5,8% sul 2018/19) e importazioni ed esportazioni di 1.156.000 e 1.205.000 t rispettivamente.
I paesi membri del Coi - Algeria, Argentina. Egitto, Iran, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Montenegro, Palestina, Tunisia, Turchia, Unione Europea e Uruguay - avrebbero prodotto 3.008.500 t, ovvero il 93,80% del totale mondiale, nella stagione 2019/20.
La produzione del gruppo dei paesi europei avrebbe raggiunto 1.924.100 t, in calo del 15% rispetto alla campagna precedente. In Spagna la produzione sarebbe stata di 1.125.300 t (-37,1%), in Italia di 366.000 t (+110,8%), in Grecia di 275.000 t (+48,6%) e in Portogallo di 140.500 t (+40,1%).
La produzione degli altri paesi membri del Coi sarebbe aumentata del 32,9%, raggiungendo un totale di 1.084.500 t. La Tunisia si è distinta con 350.000 t (+150%), seguita dalla Turchia con 225.000 t (+16,3%), il Marocco con 145.000 t (-27,5%) e l'Algeria con 125.500 t (+29,4%).
Il consumo nei paesi membri del Coi avrebbe raggiunto le 2.204.000 t, con un aumento del 3,4%, mentre nei paesi non membri il consumo sarebbe stato di circa 1.030.000 t, con un aumento dell'11,4% rispetto alla campagna precedente.
L.S.
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Firmato decreto che destina 5 milioni di euro per coprire gli interessi sui mutui maturati nel 2019 dalle aziende del settore oleario. Bellanova: «l’obiettivo è mettere in sicurezza l’intera filiera». Soggetto attuatore Ismea, che ridurrà proporzionalmente i contributi dei beneficiari se le richieste complessive superassero le risorse disponibili.
La ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova ha firmato un decreto che destina 5 milioni di euro per la copertura, totale o parziale, dei costi degli interessi maturati dalle imprese della filiera olearia nel 2019 sui mutui bancari contratti entro il 31 dicembre 2018.
Redazione
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Confagricoltura Pistoia replica a Coldiretti ribadendo la divergenza di vedute su come promuovere le produzioni di olivi pesciatine. Il presidente Zelari: «non abbiamo intenzione di interferire con le attività del distretto floricolo, che anzi guardiamo con interesse, ma pensiamo che il centinaio di aziende di produzione di olivi che si concentrano nel territorio di Pescia e dintorni esprimerebbero meglio le proprie potenzialità commerciali, elevatissime e dalla proiezione internazionale, se riunite in un distretto specializzato. Confagricoltura crede in un’imprenditoria agricola che punta alla competitività delle aziende e alla massima affermazione possibile dei loro prodotti sui mercati». Inoltre, aggiunge Andrea Zelari, «l’olivo per il suo valore è una pianta diversa dalle altre e non può essere classificata sotto la voce florovivaismo».
«Il "distretto del vivaismo olivicolo pesciatino" ci sarebbe già, ma si chiamerebbe “Distretto rurale interprovinciale florovivaistico di Pistoia e Lucca”. Basterebbero queste due citazioni del comunicato di Coldiretti Pistoia per sancire che non si tratta di distretto specializzato nelle produzioni di piante di olivo della Valdinievole. E potremmo chiuderla qua, aggiungendo solo che tale distretto ha come soggetto referente un’associazione denominata “Associazione florovivaistica interprovinciale – Afi”. Ma ciò avrebbe l’effetto di attizzare la polemica, per cui preferiamo precisare con serenità quali sono i punti di divergenza tra la nostra posizione e la loro, nel rispetto delle vedute altrui».
Inizia così la replica del presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari al comunicato stampa diffuso ieri l’altro da Coldiretti Pistoia in seguito alla sua proposta, lanciata nella Giornata internazionale dell’olivo, di istituire un distretto rurale del “vivaismo olivicolo della Valdinievole”, o dell’olivo, se si preferisce la terminologia suggerita il giorno dopo dal sindaco del Comune di Pescia (che è uno dei soggetti fondatori dell’Associazione florovivaistica interprovinciale che gestisce il Distretto floricolo di Lucca e Pistoia), purché con “distretto dell’olivo” si intenda un distretto specializzato unicamente nelle produzioni di piante di olivo, destinate ai produttori d’olio di tutto il territorio regionale e nazionale.
«Quando abbiamo avanzato l’idea di istituire un distretto del vivaismo olivicolo della Valdinievole o di Pescia – spiega Zelari - non abbiamo nemmeno citato il Distretto floricolo interprovinciale perché non abbiamo intenzione di interferire con le sue attività e i suoi Pid. Semplicemente pensiamo che il centinaio di aziende di produzione di piante di olivo che si concentrano nel territorio di Pescia e nei Comuni limitrofi, riunite in un distretto formalmente riconosciuto e superando i conflitti che le hanno attraversate in passato, potrebbero esprimere al meglio le proprie potenzialità commerciali, che sono elevatissime e con proiezione internazionale. E per chi come noi crede nell’agricoltura come attività imprenditoriale che punta in primo luogo al miglioramento della competitività delle aziende e alla massima affermazione possibile dei loro prodotti sui mercati questa è la strategia da perseguire. Mentre non crediamo nell’idea collocare e di fatto nascondere questa eccellenza pesciatina del vivaismo olivicolo dentro la cornice composita della floricoltura interprovinciale. Non è questa la strategia più lungimirante a lungo termine». «Senza dimenticare – osserva Zelari – che l’olivo è una pianta così importante dal punto di vista commerciale (sia per l’olio che come ornamentale) e dal punto di vista simbolico che non può essere equiparata alle altre e classificata sotto la voce florovivaismo».
«D’altra parte, contrariamente a quanto afferma Coldiretti Pistoia, né il testo della legge regionale dei distretti rurali né quello del successivo regolamento attuativo – aggiunge Zelari – impediscono la creazione di un altro distretto nel medesimo territorio, che poi medesimo non è visto che noi abbiamo in mente Pescia e gli altri Comuni della Valdinievole in cui si concentrano i produttori di olivi e non il territorio interprovinciale. Del resto sarebbe stato poco lungimirante da parte del legislatore regionale imporre una simile rigida restrizione. E a quanto ci risulta esistono diverse aziende vivaistiche olivicole di primo livello che non fanno parte del Distretto interprovinciale che in teoria potrebbero essere interessate a un ragionamento nella direzione da noi indicata».
«Nel frattempo – conclude Zelari – è giusto che il Distretto floricolo interprovinciale prosegua secondo il suo programma e noi ovviamente lo seguiremo con attenzione, perché siamo interessati anche all’andamento del settore floricolo».
Redazione