Filiera olivo-olio

Nel convegno del CREA Difesa e Certificazione, in calendario il 26 novembre in presenza a Roma e online (conferma entro il 14 novembre), verranno presentati i risultati del progetto “DI.OL.” di difesa da organismi nocivi in olivicoltura tradizionale e intensiva. Tra le relazioni dei ricercatori (provenienti da vari centri italiani), tre su ricerche effettuate in oliveti della Toscana e alcune sul controllo della mosca dell’olivo.  

La difesa fitosanitaria ha un ruolo sempre più strategico nella valorizzazione dell’olio di oliva made in Italy e dell’intera filiera olivo oleicola del nostro Paese. Il progetto DI.OL. (DM 0023774 del 06/09/2017), finanziato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) nell’ambito del Piano olivicolo nazionale e coordinato da CREA DC – Centro di ricerca per la Difesa e la Certificazione, si è posto come obiettivo di affrontare le principali problematiche inerenti la difesa delle coltivazioni dell’olivo, in sistemi produttivi tradizionali e ad alta densità di impianto, in modo da aggiornare il mondo delle imprese e degli operatori di settore sulle principali avversità biotiche dell'olivo e sui relativi metodi di difesa ecosostenibili.
Venerdì 26 novembre 2021 dalle ore 09,30 alle 16, sia in presenza nella sede del CREA DC di Roma (via Bertero 22, fino alle prime 70 persone iscritte) sia online su Microsoft Teams (registrazione a questo link), si svolgerà il convegno “Progetto DI.OL.: difesa da organismi nocivi in olivicoltura tradizionale e intensiva” in cui verranno presentati i risultati ottenuti nell’ambito di tale progetto. Si richiede la conferma entro il 14 novembre presso la segreteria organizzativa della sede di Firenze: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Programma

9,30 Registrazione dei partecipanti

9,45  Saluti istituzionali CREA - Mipaaf 
“CREA DC, Coordinamento Progetto DI.OL”

10,20
“Nematodi entomopatogeni come agenti di biocontrollo per la mosca delle olive” Giulia Torrini, Giuseppe Mazza, Claudia Benvenuti, Stefania Simoncini, Silvia Landi, Riccardo Frosinini, Andrea Rocchini, Pio Federico Roversi
“Possibilità di impiego di Beauveria bassiana per il contenimento dell'infestazione di Bactrocera oleae Gian Paolo Barzanti, Claudia Benvenuti
CREA DC

10,40
“Valutazione dell’ effetto sinergico di caolino e di Spinosad in oliveti biologici contro la mosca dell’olivo” Veronica Vizzarri , C. Novellis , P. Rizzo, M. Pellegrino, F. Zaffina, G. Cruceli
CREA OFA, Sede di Rende (CS)

11,00
“Attività biologica di composti volatili di origine vegetale e loro formulati su adulti di Bactrocera oleae (Rossi)” Giacinto Salvatore Germinara, Pistillo M., D'Isita I., Antonella Di Palma, Antonio De Cristofaro, Giuseppe Rotundo
SAFE, Università di Foggia

11,20 Coffe break

11,40
“Fillosilicati e zeoliti: solidi nanostrutturati per il rilascio controllato di principi attivi per il controllo di Bactrocera oleae Stefano Econdi, Alessandro Caselli, Rinaldo Psaro, Matteo Guidotti
CNR SCITEC, Università di Milano

12,00
“Approcci innovativi e sostenibili per il controllo della mosca delle olive: risultati di prove sperimentali in campo” Elisabetta Gargani, Claudia Benvenuti, Riccardo Frosinini, Franca Tarchi, Silvia Guidi, Donatella Goggioli, Pio Federico Roversi, Ilaria Cutino
CREA DC

12,40 Discussione

13,10 Light lunch

14,10
“Impatto della gestione superintensiva nell’oliveto sui principali insetti nocivi in Toscana: risultati di tre anni di indagine” Silvia Landi, Ilaria Cutino, Sauro Simoni, Stefania Simoncini, Claudia Benvenuti, Fabrizio Pennacchio, Francesco Binazzi, Silvia Guidi, Donatella Goggioli, Franca Tarchi, Pio Federico Roversi, Elisabetta Gargani
CREA DC

14,30
“Impatto della gestione superintensiva nell’oliveto sui nematodi fitoparassiti del suolo nel centro e sud Italia” Silvia Landi, Giada d’Errico, Rossella Papini, Ilaria Cutino, Stefania Simoncini, Andrea Rocchini, Giorgio Brandi, Roberto Rizzo, Giovanni Gugliuzza, Giacinto S. Germinara, Gaetana Mazzeo, Pio Federico Roversi
CREA DC, UNICT, SAFE, Università di Foggia

14,50
“Effetti target e non target di bentoniti e zeoliti e altre sostanze ecosostenibili su Saissetia oleae e il predatore Chilocorus bipustulatus Gaetana Mazzeo, Salvatore Nucifora, Agatino Russo, Gaetano Siscaro e Lucia Zappalà. Di3A,
Università di Catania

15,10
“Xilofagi associati ad oliveti tradizionali e intensivi in Toscana” Fabrizio Pennacchio, Francesco Binazzi, Silvia landi, Ilaria Cutino, Stefania Simoncini, Claudia Benvenuti, Silvia Guidi, Donatella Goggioli, Franca Tarchi, Pio Federico Roversi, Sauro Simoni, Elisabetta Gargani
CREA DC

15,30
“Emitteri associati ad oliveti tradizionali e intensivi in Toscana” Valeria Francardi, Elisabetta Gargani, Silvia Landi, Donatella Goggioli, Silvia Guidi, Franca Tarchi, Stefania Simoncini, Claudia Benvenuti, Elisa Bianchetto, Ilaria Cutino, Pio Federico Roversi, Sauro Simoni
CREA DC

15,50 Discussione e Conclusioni

Redazione

olio di oliva, olivicoltura

Il 23 ottobre convegno a Partanna (Trapani) sui vari aspetti della olivicoltura siciliana: dalle cultivar autoctone, ai modelli d’impianto, alle tecnologie per la sorveglianza e la certificazione fitosanitarie. In conclusione degustazione di oli siciliani.


Ci sarà anche la presentazione del progetto Spremo “Applicazione di tecnologie ‘smart’ per il monitoraggio, prevenzione e diagnosi precoce delle malattie di interesse economico dell’olivo” (Psr 2014-2020 Sicilia) al convegno in programma domani presso il Castello Grifeo di Partanna (Trapani) con il titolo “Il valore della biodiversità autoctona nella nuova olivicoltura siciliana”
E’ quanto reso noto nei giorni scorsi dal Crea - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, che partecipa come partner al progetto Spremo con il Crea Difesa e Certificazione di Bagheria (Palermo) e interverrà al convegno con il responsabile scientifico Dott. Antonio Giovino che lo illustrerà ai presenti.
Le altre relazioni scientifiche del convegno, dopo i saluti istituzionali e l’introduzione, saranno del Prof. Tiziano Caruso (Università di Palermo), che tratterà “I modelli d’impianto”, l’agronoma Vitamaria Pantano, che parlerà delle “Cultivar principali e minori del germoplasma autoctono siciliano” e del Prof. Walter Salvatore Davino (Università di Palermo) sul tema “Le nuove tecnologie a servizio della certificazione fitosanitaria”.
Seguiranno l’intervento del giornalista Maurizio Pescari sul suo libro ‘L’olio e gli altri ingredienti della nostra vita’ (Rubbettino) e della Dott.ssa Barbara Alfei dell’Agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche su “Biodiversità e tipicità degli oli monovarietali italiani”.
A moderare l’incontro sarà la giornalista Jana Cardinale. Concluderà i lavori l’intervento dell’assessore regionale all’agricoltura Tony Scilla.
Per finire “Degustazione guidata degli oli varietali siciliani – panel test” e mostra di olive di diverse varietà autoctone siciliane.


Redazione

Il 12 ottobre a Roma Italia Olivicola ha firmato un accordo con l’Accademia nazionale dell’Olivo e dell’Olio per l’istituzione di un Centro studi permanente e diffuso sull’olivicoltura. Gennaro Sicolo: «questa intesa qualifica la pianificazione strategica portando a servizio della nostra filiera il pensiero scientifico».

Costituire un Centro studi permanente e diffuso nei territori per supportare la programmazione strategica e per irrobustire l’iniziativa divulgativa e formativa rivolta principalmente alle aziende della filiera, come supporto alla comprensione e anticipazione dei mutamenti dell’olivicoltura.
Questo l’obiettivo del protocollo d’intesa che è stato siglato il 12 ottobre a Roma tra Italia Olivicola, organizzazione del settore olivicolo-oleario con più di 250mila soci aderenti in 15 regioni italiane per un totale di 56 OP (Organizzazioni di Produttori), e Accademia Nazionale dell’Olio e dell’Olivo, istituzione scientifica dedita alla promozione di studi, ricerche e discussioni sui maggiori problemi concernenti l'olivo ed i suoi prodotti.
L’accordo, spiegano i due soggetti, suggella una cooperazione finalizzata al miglioramento dell’olivicoltura e allo sviluppo di un tessuto imprenditoriale di nuova generazione, creando un ponte stabile tra due universi complementari: la dimensione scientifica e quella operativa, il contributo accademico e il settore produttivo.
«Questa intesa – ha affermato Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola – rafforza l’iniziativa della nostra organizzazione e qualifica ancora di più la pianificazione strategica e la fase informativa, portando a valore comune e a servizio della nostra filiera il pensiero scientifico e le prestigiose firme di docenti, ricercatori e esperti del mondo dell’olivo».
«Un accordo – ha sostenuto il prof. Riccardo Gucci, presidente dell’Accademia – che può dare frutti interessanti sul piano della divulgazione tecnico scientifica e della comunicazione rivolta agli attori della filiera olivicolo-olearia. Risponde pienamente alla mission dell’Accademia che è anche quella di interagire con le realtà produttive per lo sviluppo del settore».

Redazione

Unaprol apprezza l’adozione da parte della Spagna del registro telematico sul modello italiano per tracciare gli oli e constata che le norme spagnole sulla comunicazione dei tipi di oli in movimento sono anzi più stringenti (24 ore invece che 5 giorni). Si chiede al sottosegretario Battistoni di estenderle anche da noi. Richiesto pure che l’obbligo di registro telematico sia «reso cogente» anche dal COI (Consiglio oleicolo internazionale).

«Svolta storica nella valorizzazione della qualità dell’olio extravergine d’oliva e nella tutela dei consumatori di tutto il mondo contro le frodi e le contraffazioni. Dal 1º ottobre, infatti, il primo Paese produttore del mondo, la Spagna, come succede in Italia da tanti anni, adotterà il registro telematico per tracciare gli oli vietando le miscele di oli d’oliva di diversa categoria merceologica o con altri oli».
Lo ha reso noto a fine settembre Unaprol - Consorzio Olivicolo Italiano, associazione del settore olivicolo che rappresenta gli interessi di 160 mila imprese associate in Italia con 258 mila ettari in produzione e 10 mila aziende in tracciabilità, osservando che «a differenza di quanto accade nel nostro Paese, addirittura, sono ancora più stringenti le norme spagnole in materia di trasporti, con la comunicazione della tipologia di olio in movimento che dovrà avvenire entro 24 ore (in Italia il limite di questa comunicazione è di 5 giorni)».
Per questo motivo Unaprol ha scritto al sottosegretario Francesco Battistoni chiedendo di estendere queste regole sui trasporti anche al nostro Paese.
«È una rivoluzione importante che mette in fuorigioco gli operatori disonesti che si muovono su scala mondiale – ha dichiarato il presidente di Unaprol, David Granieri -. Trasparenza e tracciabilità sono fondamentali per garantire i produttori e i consumatori».
«Ora è il momento di andare oltre, di estendere norme e prescrizioni che salvaguardino la sicurezza, la qualità e l’immagine dell’olio a livello europeo ed internazionale – ha aggiunto Granieri -. Pensiamo in particolare all’obbligo del registro telematico, introdotto e perfezionato dall’Italia ed ora adottato dalla Spagna: è assolutamente necessario che venga reso cogente quanto prima anche dalla norme europee e da quelle mondiali del COI (Consiglio Oleicolo Internazionale, ndr)».
«In un mercato globale non possiamo tollerare infatti che esistano livelli di controllo difformi, che finiscono per penalizzare paradossalmente i Paesi più virtuosi – ha concluso il presidente di Unaprol -. Stesso approccio dovrebbe valere per le norme che riguardano più da vicino la percezione del consumatore, come l’obbligo del tappo antirabbocco o il divieto di ripasso che tutelano e salvaguardano sia chi consuma, sia chi produce».

Redazione

Meglio le regioni del Sud Italia. Le previsioni delle associazioni di categoria per la campagna olearia 2021-22 vanno da 290.000 tonnellate (+6% sul 2020-21) a 315.000 t (+15%) di olio di oliva prodotto nella campagna olearia 2021-22. Italia Olivicola, AIFO e Cia hanno fissato un range tra 290.000 a 310.000 t e sottolineato il ruolo delle irrigazioni. Confagricoltura e UNAPOL hanno fornito una mappa di stime regionali in rapporto alle tabelle dell’anno scorso, senza sbilanciarsi sul dato nazionale (da notare il +10% di Abruzzo e Molise). UNAPROL e Coldiretti prevedono il rialzo maggiore nazionale (+15%), con maglia nera alla Lombardia (-80%) e fanno sapere che i consumi mondiali di olio sono saliti del 5% in valore nel primo semestre del 2021. 

Gli eventi climatici estremi potrebbero portare ulteriori sorprese nei prossimi giorni. Basti pensare ai temporali di questo weekend in Toscana. Ma, secondo le stime della settimana scorsa delle maggiori associazioni agricole e del comparto olivicolo-oleario, la produzione italiana d’olio d’oliva nella campagna olearia 2021-22 dovrebbe superare quella dell’anno scorso: da +5% a +15% di aumento sul 2020-21, vale a dire in termini assoluti da 290 mila e 315 mila tonnellate di olio prodotto, è la forbice delle aspettative. E questa lieve ripresa dipenderà dai buoni risultati del Sud Italia, o meglio di certe aree del Sud.
Ma vediamo come sono arrivate a tali stime le varie associazioni di categoria.

Italia Olivicola, AIFO e Cia
Le prime a esprimersi sono state il 20 settembre Italia Olivicola e Associazione Italiana Frantoiani Oleari (AIFO), con Cia – Agricoltori Italiani, che hanno stimato, in base alle prime indagini e in attesa dei dati provinciali, «un range produttivo che oscilla tra 290.000 e 310.000 tonnellate», con le «regioni meridionali che contribuiscono in maniera rilevante a una produzione di qualità» nel contesto di una «campagna nata sotto i migliori auspici con una fioritura straordinaria» che non ha purtroppo mantenuto le promesse a causa di «un andamento climatico caratterizzato dal susseguirsi di eventi meteorologici estremi e impattanti sulla produzione». «La siccità, mai come in questo caso, – ha dichiarato Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola – ha evidenziato la differenza, in termini di sviluppo delle olive e quindi di produttività, tra gli oliveti condotti in asciutto e quelli in irriguo evidenziando l’importanza fondamentale di disporre di adeguate disponibilità idriche, all’occorrenza, per essere veramente competitivi».
Le alte temperature estive e la bassa umidità, come spiegato da Italia Olivicola e AIFO, hanno contenuto parassiti e patogeni, con le dovute eccezioni indotte dai differenti microclimi. L’inizio di settembre ha portato le prime piogge che, con il rinfrescare delle temperature di questi giorni, stanno ridando fiato alle zone siccitose permettendo alla coltura in parte di reagire. Al tempo stesso, queste condizioni potrebbero creare un contesto ottimale per la mosca olearia, con l’aggravante che, da questo anno, non è più possibile intervenire con il dimetoato, prodotto larvicida bandito dalla legislazione europea che per anni ha consentito ai produttori di gestire efficacemente l’infestazione della mosca olearia.
«Gli eventi climatici e l’assenza di precipitazioni [estive, ndr] – afferma Elia Pellegrino, presidente di AIFO – condizioneranno i flussi produttivi di questa campagna olearia anche sotto il profilo qualitativo, generando quotazioni variabili sui mercati all’ingrosso. I frantoiani porranno molta attenzione nella fase di selezione e acquisto delle olive». Ad ogni modo, le condizioni climatiche descritte, contenendo per ora lo sviluppo della mosca olearia, lasciano confidare in una eccellente qualità della produzione. Se la mosca, costantemente monitorata dagli osservatori territoriali delle OP, dovesse nelle prossime settimane superare la soglia di danno, potrebbe indurre ad un anticipo della raccolta in alcuni areali, per sfuggire agli attacchi parassitari ed evitare trattamenti, condizionando però negativamente le rese in olio.
«A sostenere la produzione è il meridione d’Italia – è scritto nella nota di Italia Olivicola e AIFO - soprattutto la regione Puglia. Positivo inoltre l’impatto di altre regioni quali Calabria, Sicilia, Basilicata, Abruzzo e Molise. Sembrano fare eccezione Campania e Sardegna, le cui produzioni sono attese in diminuzione come accade pure nelle regioni olivicole del Centro: Toscana, Umbria, Lazio e Marche. Il Nord fa registrare i cali attesi più accentuati pur incidendo poco in termini ponderali sulla produzione nazionale».

Confagricoltura e UNAPOL
Anche Confagricoltura e UNAPOL (Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli) hanno parlato in un comunicato del 23 settembre di «annata migliore rispetto al 2020», ma «ancora sotto le potenzialità» a causa dei fenomeni climatici. A grandi linee, senza sbilanciarsi su un dato quantitativo nazionale, prevedono «buoni risultati qualitativi» e «quantità variabili da zona a zona» con «forti differenze tra il Nord e le aree del Centro e del Sud»: diminuisce la produzione nelle aree centrali, soffre il Nord. «La qualità è buona, e in generale gli operatori sono soddisfatti per lo stato fitosanitario delle drupe – spiegano i tecnici - L’umidità controllata ha infatti contribuito a contenere gli attacchi di mosca, ma la mancanza d’acqua, dovuta a un’estate particolarmente asciutta, limiterà la resa in molte province olivicole». Per Walter Placida, presidente della Federazione di prodotto “Olio” di Confagricoltura, «soltanto le prossime settimane, con il clima che ci sarà all'inizio dell'autunno, potranno chiarire l’andamento anche in termini di resa in olio». E il presidente di UNAPOL Tommaso Loiodice, aggiunge: «mi auguro che si possano trovare le risorse finanziare da mettere a disposizione del comparto per ampliare i sistemi di irrigazione in modo da affrontare meglio periodi di siccità».
Confagricoltura si è soffermata con attenzione sull’andamento nelle varie regioni d’Italia. «La produzione di olio extravergine d’oliva, in particolare in Veneto e Lombardia – fanno sapere -, è stata praticamente azzerata a causa delle condizioni climatiche avverse: prima le gelate, che hanno ritardato le fioriture, poi le grandinate estive che hanno dato il colpo di grazia, con perdite anche del 90%. In Liguria la riduzione arriverà al 50% per fitopatologie che a luglio hanno provocato cascola di frutti sani. Dimezzata la produzione in Emilia-Romagna». Al Centro e al Sud invece la situazione si presenta «estremamente variegata e altalenante a causa del clima e della disponibilità idrica. In Toscana, sulla costa, si avrà circa il 50% della produzione potenziale; nelle zone interne si andrà al 30%, ma lo stato fitosanitario è sotto controllo. In Abruzzo, rispetto allo scorso anno, la produzione registrerà un aumento del 10% con performance migliori nel Chietino e nel Pescarese. In Umbria si avrà un calo importante, anche se la qualità è ottima. Per Marche e Sardegna si prevede una contrazione, mentre nel Lazio l’andamento produttivo si mostrerà a macchia di leopardo, con le province di Latina e Frosinone che lasciano presagire una buona raccolta, mentre Rieti, Viterbo e Roma avranno volumi più bassi. In generale ci si aspetta una riduzione del 25% rispetto allo scorso anno». Infine, «tiene l’olio extravergine nelle regioni meridionali, ad eccezione della Campania, dove si prevede un calo del 30%. In Molise, nonostante la siccità, si prevede un aumento del 10% e un prodotto di discreta qualità. In Puglia si annuncia un’annata di carica, ma con i volumi in parte condizionati dalla siccità. Laddove è stata possibile l’irrigazione di soccorso si è riusciti a tamponare a scapito di costi di produzione più elevati. Nel Salento c’è grande attesa per i primi impianti di Favolosa (varietà resistente al batterio della Xylella fastidiosa) che entrano in produzione quest’anno e che lasciano intravedere una luce in un territorio flagellato dalla malattia. In Sicilia c’è soddisfazione per lo stato fitosanitario; la quantità invece è variabile. Si sta già iniziando a raccogliere nella zona orientale per le produzioni di alta qualità, con rese in olio limitate fra il 6% il 10%. In Calabria la campagna presenta una situazione decisamente diversificata, con le aree costiere di Cosenza e Crotone in carica e una buona produzione anche nelle zone interne. Valida la performance anche nel Catanzarese, mentre nelle province di Vibo e Reggio le produzioni si preannunciano meno positive dal punto di vista dei volumi».

Tabella - Produzione di olio per Regione nel 2020 (tonnellate)

Fonte: Elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati ISMEA e AGEA

Confagricoltura ha ricordato alcuni dati di mercato generali in cui vanno contestualizzate le stime sulla campagna olearia 2021-22: «l’Italia è il primo importatore mondiale di olio di oliva (da Spagna, Grecia, Tunisia, Portogallo) e il Paese che ne consuma di più: quasi 13 litri/anno pro capite. L’Italia è il secondo produttore, dopo la Spagna e secondo esportatore mondiale. Il 50% dell’export nazionale è concentrato su quattro Paesi, in primis gli USA, che accolgono il 30% del prodotto tricolore, poi Germania, Giappone e Francia. La produzione italiana copre mediamente il 15% di quella mondiale (a fronte del 45% in media della Spagna). La produzione nazionale è concentrata in 3 regioni (Puglia 49%, Calabria 14%, Sicilia 11%), è tendenzialmente in calo e soggetta a una eccessiva variabilità. Negli ultimi 4 anni si registra una diminuzione media del 55%».

UNAPROL e Coldiretti
La previsione più alta è quella di UNAPROL e Coldiretti che in due note del 24 settembre stimano che con la prossima raccolta delle olive si avrà una produzione di olio «in aumento del 15% rispetto allo scorso anno e una qualità ottima». Secondo le stime Coldiretti, Unaprol e Ismea infatti «la produzione di olio in Italia 375x375 spo 3potrebbe attestarsi intorno ai 315 milioni di chili, in leggero aumento rispetto ai 273,5 milioni di chili dell’annata scorsa, in media con le statistiche delle ultime campagne ma con un risultato inferiore alle attese». «Naturalmente tutto andrà verificato con l’inizio della raccolta in tutte le regioni e i primi dati sulle rese – ha dichiarato il presidente di Unaprol David Granieri -. Tutti attendevamo l’annata di carica ma, purtroppo, l’andamento climatico e la grande siccità hanno colpito duramente le aziende olivicole del nostro Paese, che hanno incrementato i propri investimenti irrigui per salvare la produzione. Conserveremo ancora il primato sulla qualità ma siamo in difficoltà sulle quantità di prodotto. Per questo non sono più rinviabili interventi strutturali di rinnovamento degli impianti e recupero degli uliveti abbandonati per consentire alla produzione di tornare sui livelli di eccellenza di dieci anni fa».
«Ad influenzare negativamente la stagione – fanno sapere UNAPROL e Coldiretti - l’assenza di piogge e la siccità che hanno colpito il polmone olivicolo del Paese, la Puglia, regione che produce la metà del prodotto italiano. Nonostante un possibile incremento produttivo a doppia cifra rispetto allo scorso anno, frutto di un concreto miglioramento di alcune aree (punte del +40%) compesato al ribasso da altre zone, in generale la produzione pugliese resterà ben distante dagli standard tipici delle annate di carica (200 milioni di kg). La Sicilia, dopo tre stagioni di difficoltà, potrebbe tornare sopra la soglia dei 40 milioni di kg, mentre qualche problema in più si registra in Calabria dove si registra un lieve incremento molto lontano dalla produzione massima regionale. Annata negativa per Toscana e Umbria (punte -50%) che scontano andamento climatico incerto e potrebbero patire, a causa dell’umidità di questo periodo, possibili attacchi della mosca olearia, mentre tra le regioni centrali il Lazio mantiene pressochè invariata la produzione dello scorso anno. Maglia nera della stagione appena cominciata alle regioni del Nord, Lombardia in testa, colpite da periodi di gelo e grande caldo che hanno ridotto al minimo la produzione (stime da -60 a -80%). Numeri che rendono la ripresa del settore più lenta del previsto e rischiano di far scivolare il nostro Paese fuori dal podio della produzione mondiale».
Anche Unaprol e Coldiretti hanno ricordato alcuni dati di mercato sulla filiera dell’olio. «In Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni, con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative». La filiera «conta oltre 400 mila aziende agricole specializzate in Italia ma anche il maggior numero di oli extravergine a denominazione in Europa (42 Dop e 7 Igp), con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo». Con i 315 milioni di chili previsti quest’anno, «l’Italia si colloca come secondo produttore mondiale dietro la Spagna il cui raccolto sarà stabile o in leggera flessione rispetto allo scorso anno per un quantitativo di 1,25 a 1,35 miliardi di chili. Al terzo posto la Tunisia con una campagna normale da 250 milioni di chili mentre al quarto posto scende la Grecia in cui si prospetta una delle campagne più brutte dal dopoguerra, con la produzione che dovrebbe sfiorare i 200 milioni di chili come quella in lieve calo della Turchia». Il consumo mondiale di olio, fa sapere Coldiretti, è in aumento per via degli effetti positivi sulla salute associati all’olio di oliva: nei primi 6 mesi del 2021 si è registrato un incremento in valore degli acquisti del 5%. Quasi la metà dell’olio tricolore esportato finisce nei Paesi dell’Unione Europea, dove gli arrivi sono aumentati del 98% nell’arco del ventennio, ma è in Asia che si registra l’impennata più significativa, con le esportazioni sono salite del 162%. Il principale mercato di sbocco per l’extravergine italiano si conferma quello degli Stati Uniti, che assorbono da soli quasi un terzo del totale, con un incremento del 73% in 20 anni, mentre al secondo posto si piazza la Germania (+95%) davanti a Francia, Gran Bretagna e Giappone.

L.S.

vivaismo olivicolo

Il progetto europeo GEN4OLIVE, che punta a salvaguardare e migliorare le risorse genetiche dell’olivo in relazione anche al cambiamento climatico e che finanzia attività di pre-allevamento, ha lanciato una “call for proposals” (invito a presentare proposte): a disposizione 750.000 €, scadenza il 1° dicembre 2021. Il 15 settembre evento online per illustrare tale bando e per favorire incontri fra soggetti interessati e la formazione di partnership. 


Il cambiamento climatico e le malattie emergenti minacciano la produzione di olive. L'erosione genetica comporta un rischio elevato poiché solo il 5% delle varietà di olivo esistenti nel mondo viene sfruttato commercialmente. Le risorse genetiche dell'olivo potrebbero offrire una soluzione, ma rimangono inutilizzate a causa del limitato sviluppo delle attività di pre-allevamento (pre-breeding) e della mancanza di collaborazione tra banche del germoplasma e olivicoltori/breeder.

Il progetto GEN4OLIVE, azione innovativa finanziata dall’Unione Europea per aumentare la mobilitazione delle risorse genetiche dell’olivo e incoraggiare le attività di pre-breeding, ha lanciato il suo primo invito aperto a presentare proposte (dal 1° settembre al 1° dicembre 2021) mettendo a disposizione 750.000 € per finanziare attività di pre-allevamento delle piante di olivo e nuove tecnologie che affrontino tale problematica e rendano più efficace il processo di selezione. GEN4OLIVE mira a caratterizzare circa 500 varietà e 1000 genotipi selvatici e antichi provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo; a sviluppare strumenti intelligenti per rendere le risorse genetiche dell’olivo più accessibili; a migliorare la partecipazione dei coltivatori e allevatori di olivi attraverso due inviti aperti per il sostegno di attività di pre-breeding. Queste attività di pre-allevamento saranno direzionate lungo i seguenti filoni d’indagine: varietà resilienti ai cambiamenti climatici, varietà resilienti a parassiti e malattie, varietà ad alta produzione e qualità, varietà adatte ai moderni sistemi di impianto.
Il 15 settembre prossimo, dalle ore 10 alle 17, si terrà un evento online per presentare tale bando (la call for proposals o invito a presentare proposte) organizzato dai partner del progetto GEN4OLIVE. Questo appuntamento sarà diviso in due sessioni:
- sessione informativa (ore 10-11,30), durante la quale i relatori della Technological Corporation of Andalusia (CTA) Società Tecnologica dell'Andalusia (CTA) illustreranno il bando con i suoi criteri di ammissione.
- sessione di matchmaking (combinazione di incontri) (ore 11,30-17), in cui i partecipanti possono organizzare tra loro incontri faccia a faccia per valutare le possibilità di cooperazione e trovare potenziali partner per futuri consorzi.
Chi può essere interessato all’evento online del 15 settembre? 
- Pmi (piccole e medie imprese) europee impegnate in attività olivicole: dai vivaisti olivicoli ai produttori di olio.
- Fornitori di biotecnologie e information technology che possono contribuire a migliorare le risorse genetiche dell'olivo.
- Agronomi e altri esperti.
- La comunità accademica.
- I decisori politici e altre istituzioni.
- I consumatori.
Per ulteriori informazioni e registrarsi, chi sa l’inglese può farlo a questo link.

L.S.