Filiera olivo-olio
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Oltre ai dati quasi definitivi della campagna olearia 2020/21, ecco le stime del Consiglio Oleicolo Internazionale sulla produzione di olio di oliva nel mondo nella campagna 2021/22: 3.098.500 tonnellate, cioè un incremento del +2,9% sull’anno precedente grazie soprattutto ai paesi produttori non europei (936.500 t, +23%). In UE stimate 1.974.100 t di olio, pari a -3,8%, mentre in Italia 315.000 t (+15%).
Dopo il livello raggiunto nella campagna olearia 2019/20, cioè 3 milioni e 266 mila e 500 tonnellate di olio di oliva, che equivaleva a tre volte la quantità di 60 anni prima, come è andata la produzione mondiale di olio di oliva nelle due successive annate?
Una risposta l’ha data lo scorso 13 gennaio una nota del Consiglio Oleicolo Internazionale (COI). In sintesi, «i dati provvisori per il 2020/21 registrano un calo della produzione del 7,9% per un volume di 3.010.000 t. Mentre le stime sulla campagna 2021/22 indicano una produzione di 3.098.500 t (+2,9%)».
Ma analizziamo più nel dettaglio questi due dati complessivi.
1) Dati provvisori della campagna 2020/2021
Secondo i dati provvisori della penultima campagna olearia, anno 2020/21, la produzione mondiale di olio d'oliva è stata pari a 3.010.000 tonnellate, vale a dire 256.500 t in meno (-7,9%) rispetto alla campagna dell’anno precedente.
(Il consumo di olio di oliva si è fermato a 3.125.000 t, cioè -4,4% sull’anno prima).
I paesi membri del COI hanno prodotto 2.809.500 t, che rappresentano il 93,3% del totale mondiale.
Dall'Unione Europea (UE) sono arrivate circa 2.051.200 t (+6,8% rispetto alla campagna precedente): la Spagna ha prodotto 1.389.000 t (+23,4%), l'Italia 273.500 t (-25,4%), la Grecia 275.000 t (stabile) e il Portogallo 100.000 t (-28,8%).
I restanti paesi membri hanno prodotto il 34,5% in meno rispetto alla campagna precedente, per un totale di 758.500 t: la Turchia ha prodotto 210.000 t (-8,7%), il Marocco 160.000 t (+10,3%), la Tunisia 140.000 t (-68,2%) e l'Algeria 70.500 t (-44%).
(Il consumo ha raggiunto nei paesi membri del COI 2.054.000 t e 1.071.000 t nei paesi terzi).
2) Stime della campagna 2021/2022
Secondo i dati ufficiali per paese e le stime del segretariato esecutivo del COI, la produzione mondiale è prevista di circa 3.098.500 tonnellate nella campagna 2021/22, il 2,9% in più rispetto all'anno precedente.
I paesi membri del COI dovrebbero produrre 2.910.500 tonnellate, pari al 93,9% del totale mondiale, ossia il 3,6% in più rispetto all'anno scorso.
Si prevede che i paesi dell'UE produrranno 1.974.100 t, ovvero il 3,8% in meno rispetto all'anno precedente. In controtendenza positiva l’Italia con 315.000 t previste, pari a un rialzo del 15%.
La produzione nel resto dei paesi membri del COI è stimata in 936.500 t, cioè in crescita di oltre il 23% sull’anno scorso.
(Il consumo mondiale può raggiungere le 3.214.500 t: +2,9% sull'annata precedente).
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Iscrizioni aperte fino al 16 gennaio 2022 per la 30^ edizione del Premio nazionale Ercole Olivario dedicato agli oli d’oliva italiani di qualità. Tra le novità di quest’anno la menzione “Turismo dell’Olio”, l’Albo d’Oro e “La Goccia d’Ercole”. Giuria capitanata da Alfredo Marasciulo. Come partecipare.
E’ ancora possibile iscriversi alla prossima edizione del Premio nazionale Ercole Olivario, prestigioso concorso dedicato alle eccellenze olearie italiane che propone quest’anno importanti novità volte a celebrare durante tutto il 2022 la ricorrenza del trentennale. Le iscrizioni sono aperte fino al 16 gennaio 2022.
Il concorso, organizzato da Unioncamere in collaborazione con la Camera di Commercio dell’Umbria, MIPAAF e MISE, è come sempre riservato ai «produttori di olio di altissima qualità italiano, che possono partecipare con un solo prodotto per ciascuna delle due categorie in gara, DOP/IGP ed EXTRA VERGINE»: olivicoltori, frantoi, oleifici cooperativi, organizzazioni di produttori ecc. con lotti omogenei documentati di almeno 10 ettolitri (vedi qua).
La prima novità dell’edizione 2022 sarà l’introduzione di una menzione in ricordo di Giorgio Phellas, indimenticabile collega e organizzatore dell’Ercole Olivario fin dalla sua prima edizione. La Menzione di Merito “Giorgio Phellas - Turismo dell’olio” verrà riconosciuta ad un’azienda particolarmente impegnata nella realizzazione di esperienze turistiche in grado di valorizzare l’olio e il territorio di appartenenza. La seconda novità è la realizzazione di un Albo d’Oro che comprenderà i 343 premi finora assegnati e le 178 aziende premiate: l’albo verrà presentato al pubblico durante un road show che percorrerà i territori italiani ad alta vocazione olivicola. Inoltre, al fine di supportare anche le piccole produzioni, nel 2022 si terrà “La Goccia d’Ercole”, una vera e propria sezione a latere, con propria giuria e premiazioni durante le giornate finali del concorso principale, per le aziende che producono un lotto omogeneo da 5 a 9 quintali (vedi).
Infine, per i produttori aderenti saranno realizzati degli incontri formativi di approfondimento su particolari tematiche legate al comparto.
Potranno accedere alle selezioni nazionali del concorso, in programma dal 15 al 18 marzo 2022 in Umbria, un massimo di 110 oli che abbiano ricevuto un punteggio minimo di 70/100 nelle selezioni regionali. Sono 12 le etichette che verranno premiate: il primo classificato di ciascuna delle due categorie in gara - DOP/IGP ed EXTRA VERGINE - per le tipologie fruttato leggero, fruttato medio e fruttato intenso; i rimanenti 6 premi verranno assegnati senza riguardo alla categoria di appartenenza. A decretare i vincitori sarà una giuria nazionale, composta da 16 esperti degustatori provenienti da altrettante regioni italiane, capitanata dal capo panel Alfredo Marasciulo.
Ed ecco le ambite menzioni e premi che verranno riconosciuti: a) menzione di merito Giovane Imprenditore ai migliori titolari under 40; b) premio speciale Amphora Olearia per la migliore confezione; c) menzione Speciale Olio Biologico; d) menzione Olio Monocultivar; e) menzione di merito Impresa Donna dedicata alla valorizzazione delle imprese femminili; f) menzione di merito Impresa Digital Communication alla realtà aziendale che avrà investito nella comunicazione e nello sviluppo della cultura digitale; g) menzione di merito “Giorgio Phellas - Turismo dell’olio” ad un’azienda finalista impegnata in esperienze di oleoturismo. Infine h) pre promuovere la cultura dell’olio italiano di qualità all’estero, anche questo anno verrà assegnato il Premio Leikithos ad una personalità che si sarà fatta “ambasciatore” della cultura dell’olio italiano fuori dei confini nazionali.
Per partecipare si può accedere alla piattaforma o in alternativa inviare la domanda a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Per ulteriori informazioni, il regolamento completo e la modulistica sono qua.
Redazione
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Si aprono il 10 gennaio le iscrizioni alla “Selezione regionale degli Oli Extra Vergine di Oliva (EVO) Dop e Igp della Toscana – 2022”. Candidature gratuite possibili entro il 4 febbraio ma fino a un massimo di 80 campioni. Nasce il riconoscimento “Selezione Packaging”. L’assessora Saccardi: «vogliamo che l’olio toscano diventi attrattore come il vino toscano».
Dalle 9 di mattina di lunedì 10 gennaio alle 15,30 del 4 febbraio 2022, ma fino a un massimo di 80 campioni, le aziende potranno candidare gratuitamente (solo online sul portale di Regione Toscana) i propri oli di oliva per la “Selezione regionale degli Oli Extra Vergine di Oliva (EVO) Dop e Igp della Toscana – 2022”.
Ad annunciarlo nei giorni scorsi una nota dell’assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi in cui si ricorda che la selezione è riservata agli operatori impegnati nella produzione di olio extravergine Dop e Igp ottenuto in Toscana, escludendo le imprese solo imbottigliatrici. I campioni, viene specificato, devono riferirsi a lotti di olio certificato Dop o Igp, «fino ad un totale di almeno 300 chilogrammi, anche su più lotti certificati dell’attuale campagna olearia 2021/2022». La Selezione, organizzata da Regione Toscana, Camera di commercio di Firenze e la sua azienda speciale PromoFirenze e da Fondazione Sistema Toscana, opera un’ulteriore cernita nell’ambito degli oli Dop e Igp ottenuti in Toscana, che sono già produzioni di alta qualità e ambasciatori della vocazione del territorio, andando a individuare quelli che acquisiscono un punteggio uguale o superiore a 7 nell’esame organolettico.
Tra le attività di promozione previste, il Catalogo della Selezione 2022, che sarà pubblicato nel sito della Regione Toscana e conterrà le informazioni anagrafiche e produttive delle imprese, nonché la caratterizzazione degli oli selezionati delle diverse tipologie e le eventuali menzioni speciali ottenute. Tra queste ultime, alle consolidate “Selezione Origine”, “Selezione Bio”, “Selezione Monovarietale”, “Selezione Biofenoli”, quest’anno si aggiunge la “Selezione Packaging”, per sottolineare «l’importanza che la confezione assume in termini di conservazione del prodotto, comunicazione ai consumatori e valorizzazione del prodotto stesso». Su proposta dei Consorzi di tutela, che collaborano alla realizzazione dell’iniziativa, sarà assegnato il riconoscimento al “Migliore olio” per ciascuna Dop e Igp, scelto tra una rosa di almeno 3 oli. Per tutte le info e i dettagli della Selezione col relativo bando verificare l’avviso pubblicato sul sito della Regione Toscana qua.
«Obiettivo della Selezione – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi - è quello di stimolare l’impegno delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto che già è un’eccellenza e di premiarle favorendo la conoscenza dei loro oli attraverso azioni promozionali economiche e di immagine. Vogliamo che l’olio toscano diventi attrattore come il vino toscano e la Selezione è uno degli strumenti più validi che ci sostengono in questo percorso».
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Il quadro della filiera dell’olio di oliva tracciato dall’Area Politiche europee di Confagricoltura a metà dicembre in seguito agli incontri di fine novembre di Copa Cogeca e Commissione Europea: dalle stime produttive della campagna 2021/22 in Europa (-3% della media degli ultimi 5 anni), al lavoro sulla modifica degli standard di commercializzazione (incluse le ipotesi di apertura alla vendita d’olio sfuso all’ingrosso e indicazione delle varietà di olive), ai risultati del progetto Oleum (compresi il metodo strumentale a supporto del panel test e quello per tracciare i polifenoli) e altro ancora.
Il punto della situazione della filiera dell’olio di oliva in Europa è stato tracciato il 18 e 19 novembre all’Olive Oil Working Group (Gruppo di lavoro “Olio di oliva”) del Copa Cogeca e al Civil Dialogue Group della Commissione Europea.
Ecco ciò che è emerso a questi due incontri secondo quanto riportato in una nota di sintesi del 14 dicembre dell’Area Politiche Europee di Confagricoltura.
Riguardo alle stime sull’andamento produttivo, «la previsione di produzione europea di olio di oliva per la campagna 2021/22 è di circa 1.984 mila tonnellate, in diminuzione del 3% rispetto alla media degli ultimi 5 anni – si legge nella nota - con Spagna (-16%) e Grecia (-15%) in calo e Italia (+15%) e Portogallo (+20%) in crescita». Inoltre, viene specificato, «la Commissione prevede fino al 2031 una diminuzione delle aree olivetate italiane del 3%, ma con un aumento della produzione, a fronte di una crescita della superfice e produzione europea del 5%, l’incremento dell’uso di varietà resistenti alle fitopatie ed un impiego sempre più ampio dell’irrigazione» (vedi allegato 1).
«La Commissione – prosegue la nota - ha poi presentato il lavoro sulla modifica degli standard di commercializzazione dell’olio di oliva (vedi allegato 2) ipotizzando una revisione in due step. Con il primo step intende semplificare e chiarire il quadro legislativo attuale anche per adattarlo ai requisiti legislativi introdotti dal Reg. UE n.1308/2013, mentre con il secondo la Commissione mira a realizzare nuovi obiettivi, come la sostenibilità, la tracciabilità e la qualità. Fra le iniziative sul tavolo di discussione per la sostenibilità vi è la vendita di olio sfuso all’ingrosso, per la qualità l’indicazione delle varietà di olive da cui è estratto l’olio e per la tracciabilità l’indicazione in etichetta dei paesi di origine delle miscele e l’inclusione nella definizione della categoria OO di un requisito per una percentuale minima obbligatoria di oli vergini». A questo proposito, Confagricoltura «ha condiviso gli obiettivi di sostenibilità, tracciabilità e qualità evidenziando la necessità di valorizzare le caratteristiche nutrizionali in etichetta e l’opportunità di definire la percentuale di olio vergine nell’olio di oliva per dare uno sbocco di mercato più ampio agli oli vergini».
Sono stati inoltre presentati i risultati del Progetto Oleum che «propone tra l’altro un metodo strumentale a supporto del panel test ed un metodo per tracciare i polifenoli negli oli EVO». Confagricoltura ha colto l’occasione per ribadire «l’attenzione delle aziende per l’uso degli Health Claims [indicazioni sulla salute, ndr] in etichetta inerenti al contenuto di polifenoli finora di difficile utilizzo». (vedi allegato 3)
È stato poi illustrato un resoconto di Finoliva dell’esperienza italiana sulla sostenibilità e valorizzazione territoriale degli oli di oliva (vedi allegato 4).
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Nel seminario del 10 settembre a San Casciano Val di Pesa (Firenze) organizzato da Cia Toscana in collaborazione con IBMA Italia si è parlato anche dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla gestione dell’oliveto.
La “Gestione dell’oliveto tra cambiamenti climatici e tecniche di biocontrollo”, ovvero di «difesa fitosanitaria senza l’uso di sostanze chimiche». Questo il tema del seminario organizzato il 10 dicembre scorso, presso il Frantoio Sociale del Grevepesa di San Casciano Val di Pesa in provincia di Firenze, da Cia Agricoltori Italiani della Toscana in collaborazione con IBMA Italia, l’associazione delle aziende che operano nell’industria della bioprotezione.
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Secondo le previsioni della Direzione Generale (DG) Agricoltura della Commissione Europea, la produzione e il commercio di olio d'oliva continueranno a crescere fino al 2030.
La stima è il frutto di uno studio presentato il 26 novembre da Gabriel Vigil, capo del settore Olio di Oliva della DG Agricoltura della CE, durante il seminario internazionale organizzato a Tbilisi dal Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) in occasione della Giornata Mondiale dell’Olivo 2021.
Vigil, rende noto un comunicato di oggi del COI, ha comunque messo in evidenza che il settore dovrà superare una serie di sfide, tra cui il cambiamento climatico e le modifiche di comportamento dei consumatori.
«L'Unione Europea - si legge nel comunicato - ha una superficie totale di 4.476.200 km quadrati, di cui meno di 6.000.000 di ettari adibiti all'olivicoltura». L'UE è sia il più grande produttore che, fino ad oggi, il più grande consumatore di olio d'oliva. Rimane quindi un forte punto di riferimento nel quadro del COI, in quanto principale protagonista del settore.
Ulteriori informazioni sulla relazione di Gabriel Vigil qua.
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