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Dallo studio del Cesaf di Pistoia su un campione di 30 ettari dei Vivai Mati 1909, rappresentativi della produzione aziendale e del Distretto pistoiese (70% pieno campo, 30% vasetteria), risultano in quei 30 ettari ogni anno 250 tonnellate di anidride carbonica (CO2) sequestrate contro le 202 t di CO2eq emesse nei processi produttivi. Stimati i benefici ambientali dell’intero distretto, fra cui pure gli inquinanti atmosferici rimossi in un anno. Incomparabilmente minori le emissioni di CO2 del vivaismo rispetto ad altri settori industriali. Il sequestro di CO2 ad ettaro del verde urbano risulta 1/4 di quello di vivai e foreste, mentre nell’assorbimento di altri inquinanti gassosi e PM10 il vivaio supera anche il bosco. Federico Di Cara: la «resa di fotosintesi» cala con la senescenza delle piante e il nostro verde urbano è vecchio. Francesco Mati: si possono usare le schede varietali di Qualiviva per la scelta delle piante e andrebbe fissato al momento della messa a dimora l’anno della sostituzione come in Francia. L’assessore regionale Fratoni: il verde nelle città, ad esempio a Firenze, è un obiettivo strategico delle amministrazioni in risposta ai cambiamenti del clima e questa è un’opportunità per i produttori del verde.

La presentazione di uno studio sulla sostenibilità dei Vivai Mati 1909 è stato venerdì 20 settembre scorso, durante il convegno “Sosteniamo il cambiamento e riprendiamoci il futuro”, l’occasione per toccare alcuni temi cruciali delle politiche per il verde in Italia, politiche salite in alto nell’agenda delle pubbliche amministrazioni come risposta a un cambiamento climatico sempre più evidente.
Il Cesaf – Centro servizi agro-ambientali e forestali di Pistoia ha studiato la sostenibilità dei Vivai Mati 1909 attraverso un campione di 30 ettari di vivaio rappresentativi dell’intera azienda Mati 1909 e di un po’ tutto il Distretto pistoiese: per le proporzioni di parte in pieno campo (70%) e parte a vasetteria (30%), ma anche per la varietà di piante in esso comprese. In particolare sono stati misurati lo stoccaggio di anidride carbonica (CO2), la produzione di ossigeno (O2 = diossido di ossigeno) e la riduzione dell’inquinamento dell’aria, con tanto di compensazioni fra le varie funzioni e comparazioni con altri settori. Dati e stime che sono stati illustrati al termine del convegno dall’agronomo Federico Di Cara e da Francesco Mati e che sono basati anche su strumenti e formule elaborati dal Prof. Francesco Paolo Nicese, che era intervenuto con una relazione sul tema “La sostenibilità nel vivaismo: gli esempi delle buone pratiche”.
In sintesi, risulta che il sequestro di CO2 tramite fotosintesi delle piante del campione di vivaio, cioè la quantità di anidride carbonica che riescono a stoccare in modo definitivo trasformandola in biomassa, è ogni anno di 250 tonnellate (t) di CO2. Mentre l’ossigeno liberato è pari a 182 t annuali di O2 (sufficienti per 624 persone). Grazie a questa capacità il cosiddetto “Bilancio CO2” dell’intero processo produttivo vivaistico è positivo per 48 t CO2 sequestrate ogni anno. Infatti alle 250 tonnellate di anidride carbonica sequestrata vanno sottratte le 202 tonnellate di emissioni CO2eq (cioè CO2 equivalenti, una misura dell’impatto dei gas serra prendendo a riferimento quello dell’anidride carbonica) generate attraverso tutte le fasi produttive (dalla produzione e trasporto di plastica e substrati, di produzione e distribuzione dei fertilizzanti, consumo di energia elettrica, di gasolio, ecc.). Questo bilancio positivo, impensabile nella maggior parte delle attività produttive, è dovuto al bilancio positivo del 70% di vivai con coltivazioni in pieno campo (+74 t di CO2 sequestrata), che compensa il 30% di terreni a vasetteria (bilancio negativo di -26 t di CO2, cioè 26 tonnellate di anidride carbonica emessa in atmosfera).
Ma i benefici per l’aria derivanti dal vivaio non si limitano all’anidride carbonica. Il vivaio campione di Mati è in grado, grazie alla capacità di alberi e arbusti di fare da filtro, di rimuovere dall’atmosfera inquinanti gassosi quali O3, NO2, SO2, CO (assorbiti attraverso gli stomi e lenticelle) e il particolato, PM10, che viene intercettato e trattenuto da foglie, rami e fusto. Quanto? 2284 kg in un anno, che hanno un valore economico valutato in 13 mila 341 euro. Un altro effetto positivo di questi 30 ettari di vivaio è quello di abbassare la temperatura, assorbendo con la traspirazione 435 milioni di kcal all’anno.
Come spiegato da Federico Di Cara, questi risultati sono stati proiettati dagli autori dello studio sull’intero Distretto vivaistico pistoiese. Da queste proiezioni risulta che con i suoi 5200 ettari (ha) di vivai (di cui 3700 ha in pieno campo e 1500 ha a vasetteria) il distretto vivaistico pistoiese sequestra ogni anno 63.150 t di CO2 (per un valore di 2.756.498 euro), libera 45.780 t di O2 e assorbe 563 t di inquinanti atmosferici (per un valore di 3.293.070 euro).
Interessante anche il confronto fra le emissioni di CO2eq a metro quadrato all’anno fra industria tessile e cartiera e settore vivaistico (considerando tutti i fattori impiegati e le emissioni ad essi collegate). Nell’industria tessile 550 kg al m2 all’anno, in quella cartiera 3327 kg al m2 all’anno, nel vivaismo 2,5 kg al m2 all’anno (con i Vivai Mati, si legge, a un valore ancora inferiore: 1,73 kg al m2 all’anno).
Altri due grafici degni di nota dello studio sono quelli che mettono accanto il sequestro di CO2 e l’assorbimento di inquinanti totali ad ettaro all’anno di aree verdi urbane, bosco e vivaio. Ebbene se nelle aree verdi delle città vengono sequestrate 3 tonnellate di CO2 ad ettaro all’anno, nel vivaio si sale a 12 t e nel bosco a 13 t. Invece per l’assorbimento di inquinanti atmosferici il vivaio con l’assorbimento di 108 kg ad ettaro all’anno supera addirittura il bosco che “si ferma” a 95 kg, mentre le aree verdi urbane assorbono solo 25 kg.
A motivare questi ultimi dati concorre il fatto che, come ha detto Di Cara, da noi «il patrimonio verde urbano è vecchio e in vivaio abbiamo una resa di fotosintesi più alta». «Ci sono delle tabelle di crescita delle piante, sostanzialmente – ha spiegato -. Quando la pianta arriva a un punto in cui non riesce più a crescere per ovvie ragioni di senescenza, succede che non c’è più uno stoccaggio efficiente di CO2, e non c’è più di conseguenza uno stoccaggio efficiente di inquinanti».
Come affrontare la questione di rendere più benefica la massa arborea del verde urbano? Francesco Mati ha tra l’altro suggerito due linee di condotta. Utilizzare più spesso e con più attenzione, quando si scelgono le piante da mettere a dimora in un determinato contesto, le schede varietali di Qualiviva, un progetto del Ministero delle politiche agricole che ha prodotto vari strumenti, fra cui appunto, oltre a un capitolato e a un disciplinare, le schede di circa 100 specie arboree: con le caratteristiche che le contraddistinguono (tassi di crescita, altezze e forme, capacità di stoccaggio, tolleranza agli stress, ecc.) e persino gli usi suggeriti (dove piantarle e con quali funzioni). Secondo, arrivare a una pianificazione delle sostituzioni di alberi come si fa in Francia, dove ad esempio se oggi si sostituiscono dei lecci di un’area parigina «giunti alla senescenza e quindi non più performanti con altri lecci giovani, si sa già che questi ultimi dovranno essere sostituiti fra 40 anni».
Al convegno è intervenuta anche Federica Fratoni, assessore all’ambiente della Regione Toscana, che ha innanzi tutto sottolineato che «la presenza del distretto vivaistico ha portato benefici ambientali a Pistoia, evitando cementificazioni e migliorando la qualità dell’aria». «Oggi il contrasto e l’adattamento ai cambiamenti climatici – ha aggiungo - può costituire una leva importante per il distretto pistoiese. La produzione del verde si trova in un contesto di opportunità. Il verde urbano, ad esempio in una città come Firenze, è diventato infatti una priorità strategica amministrativa» e sono in rampa di lancio significative riforestazioni urbane.

L.S.

Reportage sulla visita professionale in Olanda e Germania dell’editore di Floraviva Andrea Vitali con i titolari delle aziende floricole Bonini Piante Toscana (PT) e Floricoltura Chiarappa Giovanni (PI). Partecipazione all’inaugurazione del nuovo sito produttivo super trasparente ed ecosostenibile di Schoneveld. Visitate le esposizioni con le novità di Dümmen Orange, ABZ Seeds, Danziger, Volmary, Padana, Suntory, Floricultura, Rose Forever, Morell, Panamerica, Beekenkamp, Sakata, Selecta e Syngenta.

Appena rientrato in Italia dalla visita ai Flower Trials 2019, la manifestazione leader sulle novità in fatto di piante in vaso fiorite e da aiuola che si svolge a giugno nelle regioni Westland, Aalsmeer e Rheinland Westfalen (quest’anno dall’11 al 14), è subito arrivato il form degli organizzatori con domande molto dettagliate per raccogliere dagli operatori presenti le impressioni sull’evento, gli elementi positivi e le criticità rilevate, i suggerimenti. E il 25 giugno era già pubblicato il comunicato stampa di bilancio della manifestazione. Una testimonianza della proverbiale organizzazione degli olandesi, che al termine di un’edizione già stanno pensando a quella dell’anno successivo.
Il risultato di questa edizione, influenzata negativamente dal tempo atmosferico peggiore che nel 2018, è stato di oltre 7 mila visitatori unici (7007 per la precisione) da 66 Paesi (con nuove delegazioni da Taiwan, Messico e Corea) che hanno potuto vedere dal vivo le centinaia di introduzioni e le piante in catalogo di 62 ibridatori e produttori di giovani piante del cuore pulsante del florovivaismo europeo. Con una media di 13 aziende florovivaistiche in 5 differenti location per visitatore (+9% di aziende visitate), grazie alla politica della manifestazione di raggruppare il più possibile gli espositori.
Floraviva, invitata in qualità di rivista di settore, ha visitato i Flower Trials insieme a 2 produttori toscani specializzati in piante in vaso fiorite che i nostri lettori hanno già avuto modo di conoscere: i titolari di Bonini Piante Toscana di Pescia (in provincia di Pistoia) e Floricoltura Chiarappa Giovanni di Arena Metato (Pisa). Ecco un rapido reportage della nostra spedizione.
Arrivati da Pisa a Eindhoven, abbiamo subito cominciato la visita dalle aziende della regione tedesca Rheinland Westfalen e la prima tappa è stata presso Dümmen Orange, l’ibridatore e propagatore internazionale che esponeva quest’anno anche in un altro sito, nella regione di Aalsmeer. Dümmen Orange, anche a detta dei due florovivaisti toscani con me, ha proposto una varietà di fioriture notevoli: Pot Chrysanthemum – Chrystal Solar, NGI – Sunstanding, Coleus – Freaky Leaves, Anthurium – Red Bull, Pot Calla – Peter’s Pride, Kalanchoe – Calandiva, Pot Carnation – Carnelia, Osteospermum – Double Margarita, Phlox – Flame® Pro, Cut Chrysanthemum – Pina Colada. Alcune spettacolari coloriture assemblate in fioriture con portamenti variegati sono state identificate da Bonini e Chiarappa come davvero innovative in sé, a prescindere dalla efficace contestualizzazione espositiva dei prodotti in giardini, balconi e angoli green. Le stesse varietà si trovavano esposte anche singolarmente e fuori contesto con ricche descrizioni per facilitare la selezione da parte del compratore.
Il giorno dopo abbiamo innanzi tutto visitato ABZ Seeds, un’azienda di ibridazione olandese specializzata nella produzione di una ventina di differenti varietà di semi per fragole ornamentali esportate in 35 paesi e 6 continenti. Tra le top 10 di quest’anno, guarda caso, la varietà denominata “Toscana”, caratterizzata da un grande fiore dal rosa intenso, e poi Summer Breeze Rose (Double Flowers, deep rose), Delizz (dal concep total white), Montana (dai grandi fiori bianchi), Gasana (grandi fiori rosa), Elan (Hanging Basket, white), Beltran (Hanging Basket, white), Frisan (Hanging Basket, hot pink), Ruby Ann (Hanging Basket, red), Loran (Early&Compact, white). Un frutto che viene accompagnato da fiori sempre più belli, completando così gli stimoli da dare al cliente.



A seguire, la visita a Danziger - Imperial plants, l’azienda israeliana che ha siti produttivi oltre che in Israele in Guatemala, Kenya e Colombia, e che vende a mille clienti in 60 paesi, la quale presentava qui tra l’altro una selezione al naturale di Petunia AMORE™ King of hearts, Petunia AMORE™ Pink, Petunia CAPELLA™ Neon Pink, Petunia CAPELLA™ Ruby Red, Petunia CAPELLA™ Baby Pink, Calibrachoa LIA™ Dark Red, Calibrachoa COLIBRI™ Blizzard, Calibrachoa EYECONIC™ Purple, Verbena VANESSA™ Compact Lavender, Verbena VANESSA™ Compact Bicolor Purple. Anche in questo caso una presentazione eccezionale, caratterizzata appunto dal look molto naturale. Con tutte le varietà esposte che sembravano uscite direttamente dalla dimensione agreste del campo.



Abbiamo quindi proseguito visitando Volmary, l’italiana Padana e Suntory con la sua sensazionale varietà Granvia® Gold e poi Sundaville® MiMi Yellow, Sundaville® Fuchsia Pink, Sundaville® Up Apricot, Sunpuma® Purple, Surdiva® Deep Violet Blue, Surdiva® White 19, Surdiva® Light Blue, Surdiva® Fashion Pink, Senetti® Blue White XXL, presentate come sempre in maniera ineccepibile, con una cura della comunicazione dell’immagine quasi ossessiva.
E’ stata poi la volta di una visita a Floricultura, azienda specializzata nella propagazione di piante tropicali che dal 1933 rappresenta la perfezione. Quella di Floricoltura la definirei una esposizione museale più che commerciale, quasi come se si fosse poco interessati a vendere e si prediligessero le forme e i colori alla vendita stessa. Infinite varietà di orchidee tutte molto originali e bellissime. Anche qui un esempio delle sole top ten Phalaenopsis Elastica series 'Road Trip': Miltionopsis 'Herralexandre', Phalaenopsis Lingua series 'Festival Rhyme', Odontoglossum 'Mystic Maze', Phalaenopsis Elastica series 'Free Ride', Dendrobium Nobile 'Comet King Akatsuki', Phalaenopsis Lingua series 'Sweet Talk', Cymbidium 'Green Flame', Phalaenopsis 'Carrot Cake', Phalaenopsis 'Grazia'.



Sempre nello stesso sito, sono stato richiamato dai miei due compagni di viaggio ad ammirare la produzione di Rose Forever, sopraffatti dalla bellezza di questi vasi di rose che sembrano dei bouquet perfetti. Una perfezione che solo le piante in vaso di rose possono raggiungere. La danese Rosa Eslelund, titolare di questa celebre azienda familiare, con grande semplicità ci ha presentato le 10 novità 2019: Mini rose Infinity®, original white Infinity®, Mini rose, Infinity®, Princess of Infinity®, Mini rose, Roses Forever®, Maasland Gold™, Mini rose, Roses Forever®, Moscow by Night™, Mini rose, Love Fragrance Forever®, Garden rose, Plant’n’relax®, Royal Diva™, Garden rose, Sweet Home Roses®, Sweet Love of Mine™, Garden rose, Plant’n’cut™, Tender™, Cut rose, Rosa Loves Me®, With Heart and Soul™, Edible rose, Gourmet Roses®, Birthday Rose™.



Ancora nell’Aalsmeer abbiamo visitato Morell e le sue collezioni di ciclamini che hanno nella bellezza e costanza produttiva la loro forza e ancora Panamerica che proponeva delle begonie dal fiore doppio e colori molto intensi che ci hanno lasciati attoniti per la loro bellezza.
Giovedì ci siamo spostati nella regione del Westland e la prima visita è stata dall’olandese Beekenkamp, il grande ibridatore e produttore di piccole piante, dove siamo stati accompagnati dall’italiano Gianluca Guiducci alla scoperta di piante di Begonia, Dahlia, Poinsettia, Lavanda, Campanula, Celosia e di piante cresciute da seme quali Ciclamini, Helianthus, Primule, Petunie e sempre le Begonie. Ancora presentato come innovativo il TomTato, la solenacea che produce pomodori sul fusto e patate nell’apparato radicale. E’ toccata poi all’olandese Florensis con le sue top ten: Pelargonium x hybrida Red Explosion, Osteospermum, Salvia x hybrida Mysty, Pelargonium Toscana, MixMasters® Multispecies, Calibrachoa at Home, Petunia Amore King of Hearts, Lavandula Lovers, Echinacea Sombrero, Coreopsis Uptick. Interessanti le nuove varietà anticipate di lavanda. Sempre in bella evidenza e molto attraenti i Pelargonium della linea Toscana e la petunia Amore che nei petali disegna un cuore rosso su bianco.



Non potevamo mancare l’esposizione dell’azienda che si definisce un indipendente ibridatore di piante da aiuola d’alta qualità: Sakata. Nella collezione presentata quest’anno ai Flower Trials spiccavano la Begonia Viking presentata anche nella versione XL per la vendita in grandi vasi e per giardinieri, la SunPatiens lavender Bicolour dai colori molto attraenti e foglie scure che esaltano i colori. Anche questa azienda annuncia i suoi top 10: x Petchoa, Antirrhinum, Begonia, Impatiens SunPatiens®, Platycodon Astra, Lisianthus, Campanula, Gerbera, Osteospermum, Pansy & Viola.



E’ stato poi il momento di una delle visite più attese, quella a Selecta, l’azienda con più sedi e siti produttivi che ha inaugurato nel 2017 il super impianto greco e che all’insegna del claim “we love to grow” continua a crescere. Giorgio Mucci, responsabile vendite Italia, ci ha accompagnato nel giro del sito Nursery P. A Maasland presentandoci una ad una le novità: Dianthus Oscar®, Pink Kisses®, Petunia NightSky®, Pelargonium Zonale Sunrise® Smokey Eye® White, Pelargonium interspecific Marcada® Dark Red, Trixi® Amarena Cream, Dahlia cultivars Dalaya Yogi, Calibrachoa MiniFamous® Uno White + Yellow Eye, Lobelia Curaçao® Basket Dark Blue ‘12, Poinsettia Christmas Feelings®. Interessanti anche le composizioni possibili che sono state suggerite ai produttori.



Altra visita molto importante è stata quella successiva, a Syngenta Flowers, il produttore di semi, talee e piccole piante che investe moltissimo in tecnologia per l’ibridazione e presenta una serie di prodotti quali: Vegetalis® patio range, Mandevilla Rio®, Impatiens Walleriana IMARA®, Pelargonium Interspecific Calliope®, Dahlia x Hybrida, Helianthus Sunfinity®, Lavandula, MultiColours, Cyclamen, Pelagonium Interspecific Moxie®. Di particolare interesse l’Impatiens Walleriana e Cappiope, il geranio dalle fioriture ricche e dai colori molto intensi.



L’ultima tappa è stata presso Schoneveld, la visita più completa e approfondita del nostro tour nei Flower Trials 2019. L’invito ricevuto dall’azienda per l’inaugurazione al nuovo sito produttivo, chiamato “PlantXperience”, ha rappresentato per tutti noi viaggiatori professionali un momento di confronto e di crescita. La quarta generazione di una famiglia che inizia nel 1934 con la produzione di ortaggi e che nel tempo passa alle piante da ornamento cercando di dare sempre più valore aggiunto alle sue piante. Lo abbiamo fatto, ha spiegato il direttore Peter van de Pol, dando alle piante una durata maggiore, usando meno etilene e acqua e rispettando sempre di più l’ambiente. Il nuovo impianto rappresenta il massimo della tecnologia di settore. Tutto è curato in ogni dettaglio, a partire dall’identità, che con lo stabilimento a forma di casa totalmente trasparente vuole rimarcare lo sforzo compiuto per investire nella trasparenza aziendale e nella sostenibilità. La forma della casa ripetuta poi all’interno della grande struttura in vetro, con delle vere e proprie case in legno vuole rafforzare il senso della famiglia, che per Schoneveld trova nella casa un valore imprescindibile. Dice Peter van de Pole: «siamo un’impresa di ibridazione responsabile, introduciamo e commercializziamo su scala mondiale piante fiorite innovative, di grande qualità e prodotte a basso impatto ambientale, al fine di aumentare il rendimento di coltivazione e di mercato per tutta la catena e di offrire al consumatore uno spazio vitale molto piacevole». Insomma, come da lui spiegato durante il giro a Floraviva, «i nostri servizi non si fermano dopo la consegna del seme. Un prodotto di buona qualità è una condizione necessaria, non un carattere distintivo, ed è per questo che poniamo molta enfasi sulla collaborazione con gli altri anelli della catena, mettendo il coltivatore al centro e sostenendolo con i nostri consigli di coltivazione, marketing e supporto alla vendita».
Alla fine della spedizione, sulla strada del ritorno, i due florovivaisti toscani Bonini e Chiarappa hanno riconosciuto che questo nuovo stabilimento è un esempio, un modello da cui prendere spunto e che li spingerà ad integrare nei propri processi produttivi alcuni input ricevuti durante la visita. Consapevoli che anche in contesti aziendali più piccoli come i loro si può migliorare ogni giorno e raggiungere livelli di qualità altissimi, utilizzando la flessibilità e la collaborazione quali armi vincenti. E in effetti queste due aziende dell’area del distretto floricolo interprovinciale Lucca-Pistoia e dintorni possono già essere considerate delle eccellenze di mercato in alcune coltivazioni quali ciclamini, dipladenie, gerani, crisantemi e stelle di natale.

Andrea Vitali

L’assessora all’ambiente della Regione Toscana, alla presentazione dell’Associazione Vivaisti Italiani del Progetto integrato di distretto (Pid) “Vivaismo per un futuro sostenibile”, ha annunciato un imminente protocollo d’intesa per il contenimento del glifosato, inclusivo di un progetto dell’Asl che sarà finanziato la prossima settimana. Per lei l’impegno verso l’eco-sostenibilità darà maggiore competitività. Il presidente del Distretto ornamentale pistoiese Mati: «appena usciti i dati dell’Arpat sulle acque ci siamo attivati, speriamo anche in Psr sensibili alle esigenze del vivaismo». Luca Magazzini, presidente dell’Associazione Vivaisti, ha ricordato che il Pid riguarda aziende con vivai nei 5 Comuni del Distretto: Pistoia, Agliana, Quarrata, Montale e Serravalle, e che la scadenza per la preadesione è l’8 giugno.


L’avvenuta pubblicazione del decreto che ha dato il riconoscimento definitivo di conformità normativa della Regione Toscana al nuovo assetto del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia uscito fuori dall’assemblea distrettuale del 4 aprile scorso. Un protocollo d’intesa sul glifosato che sta per essere siglato fra la Regione Toscana e il Distretto vivaistico pistoiese.



Sono le due notizie portate dall’assessora all’ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni all’incontro di ieri sera sul nuovo Progetto integrato di distretto (Pid) “Vivaismo per un futuro sostenibile” organizzato dall’Associazione Vivaisti Italiani, il nuovo soggetto referente del distretto nonché capofila del Pid in questione, presso il Circolo di Masiano di Pistoia. All’incontro, coordinato e introdotto dal presidente dell’Associazione Luca Magazzini, sono intervenuti, di fronte a una nutrita rappresentanza di operatori del settore ed esponenti di istituti di credito, anche il presidente del Distretto Francesco Mati e il responsabile del bando regionale sui Progetti integrati di distretto agroalimentare Fabio Fabbri, che ha potuto spiegare a viva voce le finalità e alcuni aspetti di metodo del bando.
Come puntualizzato da Luca Magazzini nella sua introduzione, prima di passare la parola ai tecnici che hanno illustrato in dettaglio il Pid, il bando riguarda le aziende che possiedono vivai nei 5 Comuni del territorio distrettuale: Pistoia, Agliana, Quarrata, Montale e Serravalle Pistoiese e siccome i tempi sono molto stretti la capofila Associazione Vivaisti Italiani ha fissato come scadenza per la consegna della scheda di preadesione, da parte delle aziende vivaistiche interessate a partecipare, la data dell’8 giugno (inviare a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Nelle schede sono da indicare alcuni dati generali delle aziende necessari alla definizione del progetto (per ulteriori informazioni 0573-913321).
L’assessore Federica Fratoni, al termine dell’incontro, ha confermato a Floraviva la pubblicazione del «decreto che riconosce il distretto vivaistico di Pistoia come conforme alla normativa regionale e quindi è soggetto riconosciuto dalla Regione», decreto che risale al 24 maggio, come ha precisato. Inoltre ha così commentato l’iniziativa dell’Associazione Vivaisti Italiani: «il distretto vivaistico ha colto quella che è l’esigenza ma anche una grande opportunità del momento, ovvero orientare la produzione su criteri di sostenibilità, che si declinano ovviamente in tante direzioni: dall’utilizzo dell’acqua, ma anche al tema più stringente dell’uso del glifosato, che sappiamo essere un elemento critico per questa zona. Non è nuova questa attenzione, perché in realtà sono state proprio le imprese a chiamare a un tavolo le istituzioni, locali e regionali, per affrontare questa tematica, ma questo Progetto integrato di distretto potrebbe essere anche la modalità con la quale finanziare azioni specifiche. Fra l’altro stiamo predisponendo, e fra pochi giorni ci confronteremo con l’Associazione Vivaisti e il Distretto, un testo di intesa proprio orientato al miglioramento della produzione con il contenimento dell’uso del glifosato, che vedrà tutta una serie di azioni da parte delle imprese, ma anche dell’Arpat, dell’Asl. C’è un progetto dell’Asl che sta dentro a questo accordo che verrà finanziato già dalla prossima settimana. Insomma c’è un grande lavoro che vede unite in un patto le aziende e le istituzioni per migliorare l’ambiente nel quale il distretto vivaistico vive e opera. E questo è sia un fattore di tutela ambientale, e quindi anche di principio e di eticità, sia un valore di competitività e di marketing territoriale, al quale ovviamente le aziende hanno prestato attenzione e per il quale continuano ad impegnarsi e a lavorare». L’assessore Fratoni ha anche sottolineato l’importanza del fatto che nel contesto attuale il nuovo soggetto referente del distretto sia imprenditoriale: «i distretti produttivi tutti e quelli agricoli non fanno differenza – ha detto - sono strumento delle imprese. Il distretto vivaistico nacque molti anni fa a Pistoia come luogo di concertazione con le istituzioni. In realtà oggi i distretti sono proprio il comparto produttivo che si unisce e che lavora per sviluppare progettualità utili a tutto il sistema. Chiaramente devono essere le imprese gli attori fondamentali di queste azioni: le istituzioni sono l’interlocutore a questo punto».



Ecco che cosa ha detto Francesco Mati, il presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, sui due punti toccati dall’assessore: «l’immagine del distretto, a livello politico nazionale, è stata consolidata dal 2006, quando è nato, fino ad ora. Si è lavorato molto su quello: partecipazione a convegni, eventi, mostre e quant’altro. Anche con una manifestazione come “Vestire il paesaggio”, che ha portato a Pistoia la stampa e i giornalisti. Ora, parallelamente a tutto questo, che prosegue, ci deve essere una progettualità di tipo più operativo, con la partecipazione ai bandi dei Pid, dei Pif ecc. E anche, io spero, la possibilità di aprire un tavolo di dialogo con la politica regionale per orientare i Psr e i bandi in maniera più funzionale anche alle esigenze dell’attività vivaistica». E sul protocollo d’intesa con la Regione riguardante il glifosato ha anticipato che «è un protocollo di buone pratiche e tutta una serie di attenzioni che noi sottoscriviamo e diffondiamo a tutto il distretto perché vengano attuate e applicate, perché da quando l’Arpat ha comunicato l’eccesso di presenza di glifosato e altre sostanze nelle acque, noi ci siamo attivati. Poi, come ho già detto, il distretto vivaistico è fatto da 1451 aziende. Noi condanniamo chi non fa un uso corretto dei prodotti, però non possiamo condannare un intero distretto per una decina di aziende che si comportano scorrettamente. Cerchiamo di aiutarle, di dialogarci: l’obiettivo è livellare l’attività del distretto vivaistico verso la sostenibilità».
 
L.S.

Grande ottimismo per gli organizzatori di V-Group S.r.l. che dichiarano: “MyPlant & Garden 2019, il salone internazionale del verde continua a crescere. Abbiamo chiusa la 5a edizione della più attesa manifestazione dell’orto-florovivaismo, del paesaggio, dei fiori e del garden in Italia con un altro primato”. E’ certo che un ulteriore sforzo commerciale da parte degli organizzatori è stato fatto ed è oggettivamente avallato dai numeri: +16,5% sugli accessi rispetto al 2018, 733 imprese espositrici (+12% rispetto al 2018, di cui 21% dall’estero). V-Group S.r.l. dichiara di aver superato ancora una volta se stessa, e di aver chiuso un’edizione straordinaria per intensità e bellezza -continuano ancora dalla cabina di regia- “sempre più visitatori, relatori di grande fama e il jet-set internazionale dei canali di vendita. Un chiaro riconoscimento della leadership della manifestazione che oltre a essere il cardine unico e imprescindibile dei mercati rappresentati, si conferma come il place to be per eccellenza: esserci significa fare la differenza, poter fare rete, cogliere le migliori opportunità possibili, incontrare gli interlocutori e i target che altrimenti non intercettabili”.

Focus: 26-27-28 febbraio 2020 sono le date ufficiali già comunicate dagli organizzatori di MyPlant & Garden, forti dell’aumento del 16,5% durante la tre giorni milanese rispetto all’edizione 2018. Innegabile il grande impegno profuso dagli organizzatori. Certo sarebbe stato preferibile, che dai professionisti milanesi, arrivassero dei dati distinti tra: buyer gdo Italia ed estero, buyer della distribuzione specializzata, buyer pubblici, vivaisti, grossisti, giardinieri, architetti paesaggisti, autorità pubbliche. Insomma, quello che serve per valutare l’andamento/interesse di una fiera b2b che, nei numeri dei visitatori, speriamo non sia stata annacquata dalla gite studentesche e dai privati visti a flotte nei corridoi. Alcuni visitatori italiani ed esteri sentiti da Floraviva confermano un offerta espositiva in forte crescita, “un bel movimento” ma merceologicamente disorganica. Una fiera che “si gira male” dichiarano alcuni Garden Center e “molte merceologie ancora fuori settore” dicono dei buyer soprattutto esteri. D’altronde si sa che oggi i compratori e gli operatori di settore hanno sempre meno tempo a disposizione e non possono permettersi 2 giorni per una fiera da tre padiglioni. E’ quindi di fondamentale importanza offrire una fiera da pianificare bene prima dell’apertura. Ad esempio alcuni visitatori dopo aver consultato il loro smartphone hanno dichiarato: “possibile che non ci siano le posizioni degli stand sul sito internet di MyPlant?”. Alcune critiche sono state mosse anche sulle nuove date 2019 che, per alcune filiere, sarebbero troppo tardive per garantire un vero interesse sull’approvvigionamento da parte dei buyer. Date che, sempre per il comparto vivaistico delle piante da esterno, sarebbero troppo distanti dalle fiere internazionali di riferimento durante le quali i compratori hanno già programmato gli acquisti per il momento clou delle vendite di primavera. Oppure per i coltivatori di piante fiorite che devono programmare le produzioni.
Quindi malgrado un super ottimismo emanato dagli organizzatori ed un indubbio impegno profuso durante la 5a edizione della fiera allestita nell’imponente struttura di Fiera Milano a Rho, un moderato ottimismo crediamo sarebbe stato più giusto. Sopratutto fornire dati concreti per avvalorare le capacità di lavoro e le professionalità che servono in tutti comparti della gestione di una manifestazione che dichiara di essere il riferimento nel comparto green b2b.
Competere oggi sui mercati internazionali dopo un’assenza dell’Italia che dura da 15 anni, ci deve far ragionare sui numeri più che fare comunicazioni roboanti. Siamo al cospetto di IPM Essen (28-31 gennaio 2020) che conta circa 1600 espositori, il Salon du Végétal (10-12 settembre, Nantes) che non tarderà a riposizionarsi sullo stile di Angers partendo dallo slogan “dalla natura nascono le idee”, Paysalìa a Lione (3-5 dicembre 2019) che risulta in forte crescita con 664 espositori da 17 paesi e 24.096 visitatori (+45% rispetto alla precedente edizione) i quali, grazie ad un intervista/indagine mirata, hanno dichiarato il 90% di propensione a visitarla anche nell’edizione 2019. Gli organizzatori di Paysalìa, la P&G Exhibitions, nella loro comunicazione hanno segmentato di più i visitatori: 61,5% imprenditori del paesaggio e produttori, 19% distributori, 11% manager pubblici, 6% specifici e solo 2,5% del totale visitatori privati. Poi c’è Flormart, tornato in mano pubblica, festeggia quest’anno la 70a edizione dal 26 al 28 settembre e sta preparando il rilancio nel mese che risulta più adatto al comparto delle piante da esterno e tutto l’indotto che gli ruota attorno. Quelli di Flormart, promettono grande assortimento e offerta formativa. Il vero confronto resta comunque con il colosso olandese che cavalca il format del _porte aperte_ dove i compratori visitano le aziende e tra i quali spicca -FlowerTrials- che quest’anno con lo slogan “dove le piante incontrano le persone” a giugno, dall'11 al 14, dà la possibilità agli specialisti di settore di visitare 54 aziende produttrici-ibridatrici di piccole piante e non solo. Al giorno d'oggi tutti sanno che le fiere di successo, per mantenere l’interesse, devono creare le condizioni per fare affari prima, durante e dopo le manifestazioni.

A.V.

Flora Toscana si è aggiudicata a Myplant & Garden la sezione “Varietà di piante ornamentali” del premio “La Vetrina delle Eccellenze” con Grevillea Ignite®. Nella categoria “Varietà di fiori recisi” ha vinto Gambin Fiori con la rosa Westminster Abbey ibridata in Olanda da Vip Roses Sassen. Il presidente della giuria Ferretti: «abbiamo tenuto molto conto anche delle caratteristiche ecologiche dei prodotti», fra cui anche impianti, software e altro ancora.

«A titolo personale ho apprezzato il fatto che ci fossero molte candidature nel settore delle piante ornamentali e il risultato ha dato il premio alla Grevillea ignita, che è una pianta molto interessante. Ma devo dire che c’erano come minimo altre 4/5 proposte estremamente interessanti».
E’ una delle prime valutazioni a caldo di Renato Ferretti, presidente della giuria del premio “La vetrina delle eccellenze” di Myplant & Garden 2019, sentito subito dopo la cerimonia di consegna delle targhe, la settimana scorsa alla Fiera di Milano. Premio in cui le prime due categorie, dedicate alle piante ornamentali e ai fiori recisi, se le sono aggiudicate due aziende della filiera florovivaistica italiana. E, fra queste, Flora Toscana, la cooperativa di Pescia leader nella commercializzazione di piante e fiori, che ha vinto con la nuova introduzione, la Grevillea ignita appunto, annunciata nei giorni precedenti a Myplant.
«Ci sono state oltre 70 richieste – ha spiegato Renato Ferretti - e sono stati ammessi 60 prodotti, che sono stati esaminati articolandoli nelle varie categorie del premio e naturalmente il lavoro è stato come sempre difficile. Quello che abbiamo potuto apprezzare è che c’è un crescente interesse da parte delle aziende a partecipare a questo premio, anche se ha caratteristiche particolari, perché non è che si valuta solo la novità assoluta. Si chiama “Vetrina delle eccellenze” per dare un riconoscimento alle eccellenze nelle varie categorie: dalle piante ai fiori recisi ai mezzi tecnici per fitofarmaci, concimi e quant’altro, vasi, macchine, attrezzature, impianti, arredo verde e via dicendo». Un altro aspetto del premio sottolineato da Ferretti è l’attenzione rivolta agli elementi ecologici: «la giuria ha tenuto in grande considerazione le innovazioni dal punto di vista dei materiali, che corrispondono sempre di più a caratteristiche ecologiche, di ecocompatibilità o ecosostenibilità, di non produzione di rifiuti, ad esempio negli imballaggi». Infine Ferretti ha detto che forse nella prossima edizione potrebbero esserci le condizioni per aumentare le sezioni del concorso, perché «come abbiamo visto nei lavori della giuria alcune categorie sono troppo ampie, con prodotti troppo diversi fra loro che è difficile comparare». Ad esempio? «Macchine, attrezzature e impianti comprendeva molte cose ed è difficile comparare dei software con delle macchine oppure con degli impianti di irrigazione. Alla fine bisogna fare una scelta, ma rischiano di venire penalizzati dei prodotti e delle aziende che magari in una categoria un po’ più definita non lo sarebbero. Per cui credo questo sia uno degli aspetti su cui lavorare».
Ma ecco l’elenco dei premi delle varie categorie con le rispettive descrizioni.
Varietà di piante ornamentali. La prima classificata è stata la Grevillea Ignite (G.alpina x rosmarinifolia), una pianta originaria della Nuova Zelanda brevettata presso il CPVO (Community Plant Variety Office, l’Ufficio comunitario per le varietà vegetali) di cui Flora Toscana detiene l’esclusiva per l’Europa. Una pianta «resistente alle basse temperature e tollerante la siccità», adatta sia ai contenitori che alle bordure dei giardini. Alla giuria sono piaciuti sia i colori che le forme originali e interessanti a fini paesaggistici.
Varietà di fiori recisi. A vincere è stata la rosa Westminster Abbey, ibridata in Olanda da Vip Roses Sassen, qui presentata da Gambin Fiori, che la commercializza. Questa rosa è dotata di grande resistenza e durata, con bocciolo aperto di notevole dimensione, ed è stata premiata anche per il confezionamento ecologico.
Mezzi di produzione (fertilizzanti, antiparassitari ecc. rispondenti ai requisiti dell’agricoltura ecocompatibile). Ha vinto ICL Italia con MET 52 Granulare: «un insetticida biologico per il controllo dell’Oziorrinco», si legge nella presentazione, «per il trattamento dei substrati delle piante allevate in contenitore in serra o pieno campo».
Innovative macchine, attrezzature e impianti per la produzione e la vendita. Al primo posto si è classificata “R3 gis”. «R3 Trees – spiegano gli organizzatori - è la piattaforma webGIS per la gestione efficiente e responsabile del verde urbano» con controllo a distanza delle condizioni degli alberi. La versione di questo software «per dispositivi mobili permette di gestire lavorazioni e controlli direttamente in campo e senza connessione internet». E’ stata apprezzata la sua semplicità.
Nuovi materiali edili e/o arredi per la realizzazione del giardino e del paesaggio. Prima Ambra Elettronica con Quattro: «un giardino del benessere da interni per la coltivazione di piante insolite dall’elevato potere curativo». Un dispositivo che integra un design moderno, materiali ricercati, moduli di illuminazione a LED, sistema di irrigazione che sfrutta la porosità della ceramica per un giardinaggio indoor facile.
Vasi e prodotti per la decorazione. Ha vinto Plastecnic: MYmood APP vaso 18 un vaso dotato di «una bretella che consente al vaso di essere utilizzato sia a ringhiera sia a muro» (nel caso di aggancio a ringhiera è sufficiente far passare la bretella nelle due asole, la bretella è inoltre caratterizzata da fori per il fissaggio a muro). Una «risposta ad un’esigenza del consumatore con una soluzione innovativa e diversa da quelle già esistenti sul mercato, cercando anche di dare valore all’aspetto estetico curando in modo particolare il design del prodotto».
Infine, una menzione speciale è andata a Lite Soil che ha presentato Lite Cubes: dei cubi realizzati in fibra di legno biodegradabile che possono essere usati nei vivai per la coltivazione in campo e in vaso «per il risparmio idrico e l’inverdimento sostenibile». «Agiscono da accumulatori d’acqua e migliorano qualsiasi tipo di terreno, aumentando la capacità di stoccaggio dell’acqua e prevenendo la compattazione», «abbassano il tasso di reiezione delle piantine e rendono la propagazione d’alberi più facile e sicura».

L.S.