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Dopo due anni di studi 2016-2018, sabato 20 ottobre saranno presentati al Parco di Pinocchio i risultati dei lavori di ricerca sulla conservazione della Villa e del Giardino quali strumento di supporto scientifico a futuri lavori di restauro.
Durante il convegno, diviso in due sessioni che prevedono: la sessione mattutina (9.00-13.30), coordinata dal presidente della Fondazione Nazionale “Carlo Collodi”, Pier Francesco Bernacchi: “Mentre quella pomeridiana, dalle 15.00 alle 19.00, tratterà di argomenti più storici - precisa il presidente che aggiunge - Si tratta di un incontro che porterà a Collodi importanti studiosi e docenti da tutta Italia”. Una selezione degli elaborati grafici prodotti sarà esposta nella mostra inaugurata durante la giornata di studi di sabato prossimo 20 ottobre che sarà successivamente portata negli spazi del Dipartimento di Architettura a Firenze. Il gruppo di ricerca sulla Villa ed il Giardino Garzoni si è formato grazie alla sottoscrizione di un protocollo di intesa tra l’Ateneo fiorentino, la Fondazione Nazionale “Carlo Collodi” e il Comune di Pescia.
Il lavoro di ricerca - si legge nella nota stampa pervenuta in redazione- ha inteso approfondire gli aspetti conoscitivi inerenti lo stato di conservazione del Palazzo di Villa e del Giardino Storico Garzoni, “configurandosi quale strumento scientifico di supporto per futuri interventi di restauro del complesso monumentale. Il rilievo strumentale e diretto ha premesso di restituire le componenti spaziali e volumetriche del complesso, ricostruendone il quadro fessurativo e deformativo, lo stato di conservazione attraverso un’attenta mappatura delle componenti materiche, dei degradi e delle alterazioni, approfonditi dalle analisi effettuate dai laboratori del CNR-ICVBC Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali. Analisi confluite e sintetizzate in specifiche tavole tematiche”. Una selezione degli elaborati grafici prodotti sarà esposta nella mostra inaugurata durante la giornata di studi di sabato prossimo 20 ottobre che sarà successivamente portata negli spazi del Dipartimento di Architettura a Firenze.
Villa e giardino Garzoni sono stati oggetto di studi condotti dall'unità di ricerca del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze e del CNR-ICVBC Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali di Firenze, sotto il coordinamento scientifico della professoressa Susanna Caccia Gherardini.
Gli esiti del lavoro saranno presentati sabato 20 ottobre nel convegno: “Palazzo, borgo e giardino di Collodi”, organizzato dal DIDA- Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, dalla Fondazione Nazionale “Carlo Collodi” e dall’Istituto Storico Lucchese. Diviso in due sessioni, il convegno si terrà a Collodi, al Parco di Pinocchio in Sala del Grillo (l’ingresso è dall’entrata del parco).
Il convegno è riservato agli operatori del settore e aperto – fino ad esaurimento posti - agli interessati che volessero partecipare che dovranno: scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonare allo 0572/429613 (Fondazione Nazionale Carlo Collodi) entro venerdì 19 ottobre.
Il programma del convegno:
Il palazzo di Villa Garzoni: un cantiere-scuola per la conservazione (Susanna Caccia Gherardini -Università di Firenze) Un progetto per un Relais & Châteaux a Villa Garzoni (Aldo Meucci -architetto) Il rilievo dell’esistente (Giovanni Minutoli -Università di Firenze) Lettura del sistema costruttivo di Villa Garzoni. Indagini strutturali preliminari (G. Misseri, L. Rovero, G. Stipo, U. Tonietti - Università di Firenze) I materiali da costruzione di Villa Garzoni (E. Cantisani, F. Fratini, B. Sacchi - CNR, Firenze) Apparati decorativi del palazzo Garzoni (Patrizia Giusti - storica dell’arte) Atelier di restauro: Palazzo e Giardino Garzoni Coordinatori: proff. Susanna Caccia Gherardini e Maria Adriana Giusti . Interventi: Aspetti organizzativi degli ateliers (Stefania Aimar, Elisa Piolatto, Salvatore Zocco) Giardini della fiaba a Collodi: ipotesi di integrazione (Francesca Giusti) Il giardino: dal progetto di restauro alla gestione programmata (Marco Ferrari) Vulnerabilità idraulica del Giardino Garzoni e del contesto paesaggistico (Davide Canone - Politecnico Torino) Palazzo e Giardino Garzoni: teatro della storia e del mito nella prospettiva di valorizzazione (Maria Adriana Giusti -esperta in giardini storici, Politecnico di Torino).
La sessione del pomeriggio sarà introdotta e presieduta da Lorenzo Franchini (Università Europea di Roma). Questi gli interventi: Illuminismo e spazio (Umberto Margiotta - Università di Venezia, Ca' Foscari) La famiglia Garzoni nel medioevo (Amleto Spicciani - Istituto storico lucchese) I Garzoni e le alleanze matrimoniali dal XVI al XX secolo (Emilio Petrini Mansi della Fontanazza - Università di Zugo) Vivere in villa (Emanuele Pellegrini -IMT, Lucca) La famiglia Lorenzini e il giardino Garzoni (Paola Lorenzini - pronipote di Carlo Lorenzini) Giardinieri del patrimonio: l’istituzione di un centro di formazione per giardinieri di parchi e giardini storici a Collodi (Maria Adriana Giusti - esperta in giardini storici, Politecnico di Torino) Il Giardino Garzoni e il Parco di Pinocchio: gestione e manutenzione nella prospettiva del Parco Policentrico Collodi Pinocchio (Pier Francesco Bernacchi -Presidente Fondazione Nazionale C. Collodi).
Al Convegno interverrà per un saluto anche Fabrizio Bertola, proprietario della Villa e del Giardino Garzoni.
Il Parco di Pinocchio di Collodi è in via San Gennaro, 3 - Collodi (Pescia - PT).
Redazione
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- Scritto da Andrea Vitali
Alla prossima edizione di Ipm Essen, la maggiore fiera professionale internazionale dell’orto-florovivaismo, in calendario dal 22 al 25 gennaio 2019, il ruolo di Paese partner spetterà al Belgio, dove si produce l’80% delle azalee europee (30 milioni di piante all’anno) ed è celebre l’Igp “azalea di Gand”. Negli stand dei vivaisti belgi anche varietà di Buxus resistenti al fungo Cylindrocladium e presentazione di nuove scoperte contro la piralide del bosso.
«Siamo molto orgogliosi di aver conquistato il Belgio come paese partner di Ipm Essen 2019. L'orticoltura belga è molto efficiente; circa 70 espositori mostreranno le loro innovazioni e tendenze. Vorremmo dare loro l'attenzione che meritano. Quale posto migliore per farlo di Ipm Essen, dove si incontra ogni anno l'intero settore orto-florovivaistico mondiale?».
Così Oliver P. Kuhrt, amministratore delegato di Messe Essen, ha presentato la scelta del Paese partner della prossima edizione della fiera tedesca Ipm Essen, che è la numero uno a livello internazionale per gli operatori del settore dell’orto-florovivaismo e del verde. Un’occasione per consolidare i forti e antichi legami che esistono fra Germania e Belgio in questo ambito, come ha sottolineato Koen Vanswijgenhoven, direttore regionale per la Germania del Consiglio del marketing agricolo delle Fiandre (Vlam), segnalando che l’espressione “Radicati insieme nell’artigianalità” sarà il motto della partnership.
Una collaborazione che risale agli esordi stessi di Ipm Essen, nel 1982, quando gli espositori belgi (i primi provenienti da fuori Germania) partirono per Essen con una piccola ma ben attrezzata squadra. Da allora, questo luogo di incontro professionale del settore florovivaistico è cresciuto in modo costante e, con esso, si è accresciuto anche il numero di espositori belgi che vi hanno partecipato.
Dietro alla cooperazione di quest’anno fra Belgio e Ipm Essen c’è anche la Federazione belga degli agricoltori e vivaisti (Avbs). Nell’edizione del 2019 gli espositori del comparto piante ornamentali belga si presenteranno con un grande stand collettivo nel padiglione 2. E naturalmente l’azalea avrà un ruolo preminente nell’esposizione, visto che in questo comparto il Belgio è il capofila a livello internazionale, con l’80 per cento della produzione europea di azalee che proviene proprio dalle Fiandre: 30 milioni di piante di questa tipologia esportate annualmente. E non è un caso se nel 2010, la “Gentse Azalea” (l’azalea di Gand) è stata il primo prodotto europeo della categoria “piante ornamentali” a ricevere l'etichetta Igp, d’Indicazione geografica protetta.
Ma il Belgio mostra la sua particolare vocazione all’export anche riguardo a vari alberi e arbusti da vivaio, vivai che saranno rappresentati nei nuovi padiglioni 6 e 8. Fra i prodotti di spicco che verranno illustrati, nuove varietà di Buxus (nome comune “bosso”) resistenti al fungo Cylindrocladium. Inoltre, il centro di ricerca sulle piante ornamentali Pcs (Proefcentrum voor Sierteelt) riferirà di nuove scoperte sul fronte della lotta contro la piralide del bosso (Cydalima perspectalis).
Infine, come da tradizione, in qualità di Paese partner il Belgio sarà in primo piano anche all’International Horticulture Forum. Il tema scelto per questo focus sull’orticoltura made in Belgium sarà “La sostenibilità nell’orto-florovivaismo del futuro”. Con alcuni dei massimi esperti in materia delle Fiandre.
L.S.
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Il ruolo del biometano verso l’obiettivo di decarbonizzazione al 2050. Questo il titolo della seconda conferenza nazionale organizzata da Legambinete che si svolgerà giovedì 11 ottobre presso il CNR Area della Ricerca, Sala Plenaria – Via Gobetti 101 | Bologna.
La lotta ai cambiamenti climatici riguarda ormai ogni settore economico e della società. Tra le sfide tecnologiche più innovative c’è quella del biometano: sostituire il gas di origine fossile con quello derivante da scarti organici (rifiuti, residui dell’agroalimentare, fanghi di depurazione). Il 2018 è stato l’anno di approvazione del tanto atteso decreto per la promozione dell’uso del biometano nel settore dei trasporti e le agevolazioni per le imprese a forte consumo di gas naturale.
Una giornata finalizzata a raccontare non solo lo stato dell’arte ma anche a rendere sempre più concrete le opportunità per aziende e territori, partendo proprio da quelle esperienze imprenditoriali già attive e di successo.
Con la partecipazione di aziende, operatori, e istituzioni sarà l’occasione per valorizzare il ruolo del biometano nella copertura dei fabbisogni energetici del paese a partire dal suo ruolo nel trasporto pesante, ma anche nella gestione sostenibile delle frazioni biodegradabili (organico da raccolta differenziata, scarti agricoli, rifiuti agroindustriali, fanghi di depurazione, etc), per confrontarsi con i decisori istituzionali e gli stakeholders del settore della produzione e della distribuzione affrontando criticità, normative e tecniche della filiera.
Qui il programma completo della giornata
AV
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Tutto on-line fino ad arrivare all’asta. Mutui trentennali per i giovani sotto i 41 anni. Tutto il ricavato dalla vendita Ismea lo reinveste sui giovani e progetti nuovi.
Da ieri 3 ottobre fino al 2 dicembre 2018 è in vendita il 2° lotto al quale sarà possibile partecipare presentando la manifestazione d’interesse. I terreni sono in vendita sulla Banca nazionale delle Terre Agricole di ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).
On Line potrete trovare i terreni in vendita con le principali informazioni: caratteristiche agronomiche, numeri di terreni a lotto, particelle catastali, tipologia di coltivazione, la località e ovviamente la metratura. Sul sito sarà possibile manifestare l’interesse all’acquisto e se questa avverrà entro il 2 dicembre 2018, si sarà invitati all’asta per l’aggiudicazione dei terreni. Ismea sempre attenta alle policy agricole al fine di facilitare il ricambio generazionale e lo sviluppo della imprenditoria giovanile in agricoltura, per giovani sotto i 41 anni, offre la possibilità di accedere a mutui trentennali. Ismea infine dedicherà tutte le risorse derivanti dalla vendita dei terreni verranno dedicate da ismea al sostegno delle iniziative imprenditoriali condotte dai giovani attraverso le misure di primo insediamento, subentro e sviluppo delle giovani imprese
Redazione
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Ieri a Pescia riunione dei floricoltori di Cia con i vertici di Cia Toscana Centro (Fi-Po-Pt). Dall’incontro sono emerse critiche alle politiche agricole del Comune. In particolare emerge che il risultato del piano di marketing del mercato dei fiori, affidato a un’agenzia di comunicazione sganciata dal territorio è costato agli operatori più di 100 mila euro dal 2017 a oggi, è stato un calo di iscritti del -7%. Cia chiede un direttore commerciale capace di promuovere davvero il Mefit. Sul fronte fiscale, i floricoltori di Cia sono allibiti per l’introduzione nel Comune di Pescia, praticamente senza preavviso, della Tari (a livelli irrealisticamente esosi) sulle serre di produzione, già gravate dalle imposte sui rifiuti speciali e in certi casi sul solido urbano. Non si aspettavano ciò da un sindaco che si professa amico dell’agricoltura e ritengono che il chiarimento sulla questione della Tari sulle serre sia preliminare al confronto con il Comune (previsto il 9 ottobre) sulle esigenze degli agricoltori rispetto al Piano operativo urbanistico.
Sul piano di marketing e comunicazione, nell’ultimo anno, il Mercato dei fiori della Toscana – città di Pescia (Mefit) ha investito moltissimo: il contributo complessivo degli operatori (commercianti e floricoltori) è stato di oltre 100 mila euro dal 2017 a oggi. Ma, nonostante questo investimento senza precedenti nella storia recente del mercato dei fiori di via Salvo d’Acquisto, i risultati non si sono potuti apprezzare. E anzi, ad oggi, l’unico esito certo e concreto è che al 31 luglio 2018 le aziende iscritte al Mefit sono diminuite di circa il 7% rispetto al 31 luglio 2017. Non esattamente l’effetto che ci si aspetterebbe da un buon piano di marketing, capace di rilanciare le attività di commercio di piante e fiori all’ingrosso.
A dichiararlo è Cia Toscana Centro (Firenze – Prato – Pistoia) che, a seguito delle lamentele e insoddisfazioni espresse dalle proprie aziende floricole durante la riunione di ieri a Pescia del suo Gruppo di interesse economico (Gie) “Floricoltura”, intende dar voce ad alcune critiche nei confronti delle politiche floricole e agricole del Comune di Pescia, in particolare riguardo alla gestione del Mefit e all’introduzione della Tari, fra l’altro a livelli irrealisticamente esosi, sulle serre di produzione. Cia chiede inoltre che come nuovo direttore del Mefit si scelga una figura di “direttore commerciale” davvero in grado di promuovere il mercato dei fiori di Pescia e con esso tutta la floricoltura della Valdinievole e dintorni.
Come mai questo calo di iscritti a fronte di investimenti promozionali di questa portata? Con il rischio di ritrovarci la struttura del mercato messa in sicurezza (dopo aver speso per i lavori 3,5 milioni di euro fra Regione Toscana e Comune di Pescia) ma sempre meno frequentata da operatori della filiera florovivaistica? Il Gruppo “Floricoltura” di Cia ricorda che il sostegno economico all’attività di marketing e comunicazione era stato richiesto dall’amministrazione Giurlani agli operatori del Mefit come prova di un’assunzione di impegno e responsabilità da parte loro, dopo che il Comune di Pescia si era invece assunto l’onere della proprietà dell’immobile ex Comicent. Pertanto tali investimenti avrebbero dovuto essere focalizzati al rilancio delle attività commerciali, sia sul lato dei venditori di piante e fiori che dei fornitori di servizi, sia su quello degli acquirenti. Purtroppo, invece, così non è stato. In primo luogo, a causa dell’inopinata scelta di affidare l’incarico a un ufficio di comunicazione completamente sganciato dal territorio, non solo della Valdinievole ma addirittura della Toscana, contro i suggerimenti di tutti quegli esperti che consigliano brand costruiti in maniera partecipata dagli attori stessi del territorio. Ma per capire fino in fondo che cosa è andato storto sarà necessaria un’analisi della strategia effettivamente adottata e dei risultati di mercato (quantitativi) raggiunti, al di là dei pur apprezzabili miglioramenti delle regole e dei meccanismi di funzionamento ordinari della struttura.
Riguardo all’applicazione alle serre di produzione, da parte del Comune di Pescia, praticamente senza preavviso né tanto meno concertazione alcuna, di una Tari esosissima e insostenibile per le aziende del settore floricolo - che già fanno fatica a restare competitive e sopravvivere sui mercati a causa della concorrenza di piante e fiori importati da Paesi meno sviluppati, con redditi e condizioni lavorative e fitosanitarie nettamente inferiori ai nostri –, Cia è letteralmente allibita. Sulle serre di produzione i floricoltori già pagano le imposte per i rifiuti speciali e, quando previsto, per i rifiuti solidi urbani. Eppure sono state emesse ad alcune aziende floricole di Pescia cartelle Tari che se dovessero essere confermate significherebbero semplicemente la chiusura dell’attività o, nella migliore delle ipotesi, la delocalizzazione della produzione. Anche questo non è esattamente quello che ci si aspetterebbe da un sindaco come Giurlani che ha sempre detto di voler puntare sulla floricoltura e sull’agricoltura, al punto di aver addirittura creato un tavolo tecnico che se ne occupa, il cosiddetto Pav (Pescia agricola e verde floreale).
A questo proposito, visto che alla prossima riunione del Pav del 9 ottobre è all’ordine del giorno una discussione con l’amministrazione comunale sulle richieste degli agricoltori in vista del prossimo Piano operativo di Pescia, Cia avverte il sindaco di Pescia di non essere disponibile a discutere le questioni urbanistiche comunali senza che prima sia stata affrontata e chiarita la questione dei livelli di imposte che il Comune intende applicare all’agricoltura e in particolare della Tari sulle serre di produzione. Anche perché, senza un’adeguata risposta su questo fronte, il settore orto-florovivaistico pesciatino rischia veramente di scomparire.![]()
Redazione




