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Alla “X Giornata del vivaismo mediterraneo” di Monopoli rinnovato il consiglio direttivo dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori e presidenza al 29enne pugliese Leonardo Capitanio. Nel convegno “Assicurazioni agevolate multirischio sulle colture ornamentali” presentata sperimentazione di polizza per i danni fitopatologici. Premiate due neo laureate dell’Università di Pisa con tesi su orti urbani e sulla Popillia japonica.     


«L’Associazione ha raggiunto livelli di credibilità e rappresentanza internazionale forse un tempo impensabili e sarà mio compito riuscire a mantenerli. Il mio sarà un mandato aperto al confronto e al dialogo con tutti i portatori di interesse istituzionali, scientifici e tecnici. Il nostro è un settore che ha bisogno di attenzioni e risposte ad esempio sugli aspetti fitosanitari e legati alla produzione e movimentazione di piante. Sono convinto che solamente con la condivisione di obiettivi saremo in grado di far emergere tali questioni a livello politico. Oggi abbiamo inoltre presentato una parte dei servizi che offriamo alle aziende. Per Anve è molto importante trovare soluzioni innovative che possano migliorare la competitività imprenditoriale. Le assicurazioni contro le calamità naturali sono un esempio di come si possa fare impresa in maniera moderna».
E’ la dichiarazione del neo presidente dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori (Anve), il 29enne vivaista pugliese Leonardo Capitanio, al termine della due giorni del 31 maggio e dell’1 giugno scorsi a Monopoli (Bari), in occasione della X Giornata Nazionale del Vivaismo Mediterraneo, durante la quale si sono tenuti, rispettivamente, l’assemblea Anve che ha rinnovato il Consiglio direttivo, fra i cui membri lui è stato scelto all’unanimità come successore di Marco Cappellini, ed il convegno nazionale “Assicurazioni agevolate multirischio sulle colture ornamentali. Opportunità di sviluppo per le imprese florovivaistiche”.
Il nuovo Consiglio direttivo 2018-2020 votato dall’assemblea è composto dai seguenti membri: Acciarri Alfredo (Marche), Aumenta Giuseppe (Lazio), Bortolazzi Fabiano (Veneto), Buemi Gianluca (Puglia), Buongiovanni Gabriele (Toscana), Capitanio Leonardo (Puglia), Cappellini Marco (Toscana), D’Adda Gianpietro (Lombardia), Fasano Patrizia (Liguria), Giambò Antonino (Sicilia), Imperatore Giovanni (Campania), Orecchioni Jean Marc (Sardegna), Pagliani Luigi (Umbria), Pinto Moreno (Abruzzo), Zacchera Paolo (Piemonte). Il Consiglio Direttivo ha anche nominato quale Vice Presidente Patrizia Fasano e come tesoriere Antonino Giambò.
Al convegno sulle assicurazioni per il florovivaismo, moderato dall’ex presidente Cappellini, sono state presentate diverse opportunità legate alle polizze assicurative multirischio. Dopo la relazione del presidente Capitanio sulle attività istituzionali, promozionali e assistenziali offerte da Anve ai florovivaisti associati e i saluti istituzionali di Giacomo Carreras, presidente dell’Ordine degli agronomi della Provincia di Bari, Angela Bellino, vice presidente del Collegio dei periti agrari di Bari, e Bernardino Lattarulo, presidente Commissione gestione separata dei Periti Agrari presso Empaia, si sono svolte le sessioni tecniche.
Alessio Almoto, coordinatore commissioni tecniche del Consorzio italiano di Co-riassicurazione contro le calamità naturali in agricoltura, ha esposto le funzioni del suo consorzio, che si colloca all’interno di Ismea ed investe nello sviluppo di progetti pilota di assicurazioni innovative. Fra questi ultimi, come ha spiegato Almoto, anche un importante progetto sperimentale per la creazione di una polizza assicurativa a copertura dei danni fitopatologici. Le malattie delle piante interessate da tale progetto sono quelle ammesse dal Piano assicurativo agricolo nazionale 2018 (Paan) come, ad esempio, batteriosi, virosi, punteruolo rosso, tarlo asiatico, cinipide del castagno e molte altre che determinano danni, spesso incalcolabili e difficilmente recuperabili, alle colture vivaistiche. Tale progetto sarà sviluppato in collaborazione con Anve e rivolto in esclusiva agli associati. A seguire è intervenuto Nilton Meoni di AIB – All Insurance Broker, che ha invece presentato le ultimissime novità per le polizze multirischio, tra cui il contributo comunitario fino al 70% del pagamento del premio, la possibilità di stipulare polizze per tipologia di prodotto e la riduzione della soglia di intervento al 20%.
Andrea Berti, direttore del Consorzio di difesa produttori agricoli – Codipra Trento, ha descritto le attività del suo consorzio per gli agricoltori interessati ad assicurarsi. In particolare ha posto l’attenzione sulla disponibilità ad anticipare alle compagnie assicurative l’importo del premio pari al contributo comunitario ovvero fino al 70% dei costi, un aspetto molto rilevante per le aziende che, in questo modo, non dovranno esporsi totalmente con proprie risorse. Poi Albano Agabiti, presidente dell’Associazione nazionale consorzi di difesa Asnacodi, ha tracciato il quadro completo di tutti i consorzi di difesa italiani, i quali possono e devono dare ausilio agli agricoltori nelle trattative legate alle polizze collettive multirischio.
In seguito si è tenuta la seconda sessione tecnica con l’intervento di Alberto Manzo e Donato Boscia. Il primo, in qualità di coordinatore del Tavolo tecnico della filiera florovivaistica istituito presso il Mipaaf, ha fra l’altro descritto le attività in essere sui Cam (Criteri ambientali minimi) e i risultati raggiunti nell’ambito delle linee guida per la formazione obbligatoria dei manutentori del verde (vedi nostro articolo).
Donato Boscia ha invece esposto gli aggiornamenti sull’emergenza Xylella fastidiosa anche alla luce della nuova delimitazione della zona cuscinetto in Salento. L’emergenza continua a destare preoccupazione nel mondo della ricerca scientifica, ma soprattutto tra i produttori florovivaisti, in quanto non sempre le leggi di riferimento nazionali ed europee vengono sufficientemente applicate.
A conclusione della mattinata, sono stati assegnati i Premi di Laurea “Stefano Capitanio” alle seguenti neo-laureate:
Sara d’Aleo, Università di Pisa, Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, Corso di laurea magistrale in ‘Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio’. Titolo della tesi: “Orti urbani. Progetto di riqualificazione dell’area verde urbana ‘La Prada’ nel Comune di Carrara”.
Priscilla Farina, Università di Pisa, Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali. Corso di laurea triennale in ‘Scienze agrarie’. Titolo della tesi: “Le specie alloctone recentemente introdotte in Italia: il caso di Popillia japonica (Coleoptera Scarabaeidae)”.

Redazione

Gian Marco Centinaio è il nuovo ministro delle Politiche agricole: è di Pavia, dove è stato vicesindaco, e ha esperienza manageriale nel settore turistico. Cia: «collaboriamo per lo sviluppo del settore primario». Coldiretti: «inizia una dura battaglia in Ue per difendere i primati dell’agricoltura italiana in valore aggiunto e qualità», ok al ritorno dei voucher previsto dal contratto di programma. Confagricoltura: «la riforma della Pac e le misure tendenti a creare tetti di finanziamento alle aziende più efficienti e che danno lavoro sono l’opposto di quello che serve».
      

Classe 1971, di Pavia, dove si è laureato in Scienze politiche con indirizzo economico-territoriale nel 1999, Gian Marco Centinaio è da oggi il nuovo ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Dopo alcuni anni di esperienza da manager nel settore dei tour operator, si è dedicato alla carriera politica diventando vice sindaco della sua città in quota Lega dal 2009 al 2014 e senatore nel 2013 e nuovamente alle ultime elezioni.
Il neo ministro Centinaio è stato promotore, fra l’altro, di disegni di legge legati alla valorizzazione delle radici cristiane, per la disciplina degli edifici destinati al culto islamico, oltre che di proposte in tema di valorizzazione dell'attività sportiva, del turismo e della prevenzione di alcune malattie. E, soprattutto, per citare temi affini a quelli che stanno a cuore ai vivaisti (ma anche ad altri agricoltori) sempre più spesso vittime di furti nei campi, è stato primo firmatario sulla legittima difesa e sull'inasprimento delle pene per i furti nelle abitazioni.
Non appena nominato, ha già ricevuto, oltre ai saluti e agli auguri di buon lavoro, alcune richieste dalle tre maggiori associazioni di categoria. La prima a mandare una nota è stata Cia – Agricoltori italiani, che si è limitata a dire, per bocca del presidente Dino Scanavino, «speriamo di attivare da subito un’importante sinergia che porti all’ulteriore sviluppo del settore primario. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare, avanzando proposte e aiutando il dialogo».
Più nel merito di alcune questioni specifiche è subito entrato invece il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, che ha dichiarato: «con la nomina di Gian Marco Centinaio a Ministro delle Politiche Agricole proprio nel giorno in cui l’Unione Europea ha presentato la riforma della politica agricola, inizia una dura battaglia per difendere il primato dell’agricoltura italiana in Europa per valore aggiunto, qualità, sicurezza alimentare ed ambientale». Moncalvo ha assicurato «piena collaborazione nella difesa e valorizzazione del Made in Italy agroalimentare, oggi minacciato dalla visione omologante del cibo rappresentata in Europa dai paesi del Nord», e ha detto che «sovranità alimentare, etichettatura di origine obbligatoria di cibi e bevande, un nuovo approccio nei trattati di libero scambio con i Paesi terzi e il ripensamento delle scelte fatte sui voucher, la cui cancellazione ha creato tanti disagi al settore, sono da sempre al centro dell’azione di Coldiretti e ora trovano riscontro anche nel contratto di Governo».
Anche il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti è entrato nello specifico di alcune istanze della sua associazione agricola. Insieme al Consiglio direttivo, Giansanti ha così riassunto le priorità per l’agricoltura italiana: «l’annunciata riduzione del budget agricolo europeo; le clausole di salvaguardia ed i trattati internazionali; la riforma di Agea ed i ritardi dei pagamenti; i provvedimenti straordinari per le calamità naturali; l’emergenza Xylella; la revisione della legge 30/91 sulla riproduzione animale; i fondi europei per le assicurazioni agevolate; i danni della fauna selvatica; l’OCM Vino/promozione ed il Comitato vitivinicolo; il tavolo ortofrutticolo». «Gli impegni e le difficoltà a cui l’Italia va incontro nel negoziato europeo – ha aggiunto Giansanti - vanno affrontati con grande determinazione e fermezza», in particolare «la riforma della Pac, la strisciante rinazionalizzazione  e le misure tendenti a creare tetti di finanziamento alle aziende più efficienti e che danno lavoro. Tutto questo è l’opposto di quello che serve al settore. La competizione sui mercati, la tutela dell’ambiente, la salvaguardia dell’occupazione e gli interessi generali del sistema rurale si affrontano con imprese efficienti e moderne alle quali non dovrà mancare l’adeguato supporto finalizzato agli investimenti, all’introduzione di nuove tecnologie, all’innovazione, all’internazionalizzazione ed alla sostenibilità ambientale. Le imprese vanno aiutate a crescere». 
 
L.S.
 

Siglata l'intesa tra Syngenta e Confagricoltura per rilanciare la filiera del mais italiano: «Dobbiamo recuperare terreno, e il protocollo “Mais in Italy” punta proprio a valorizzare le produzione di mais italiano, migliorandone la qualità e la produttività al fine di promuovere la produzione interna rispetto alle importazioni» così spiega il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che dichiara di non aver paura di fare accordi con una multinazionale.

L’accordo “Mais in Italy” siglato lo scorso sabato, durante il "Food & Science Festival" di Mantova, tra la multinazionale svizzera Sygenta e l’associazione agricola Confagricoltura punta dunque a migliorare qualità, quantità e redditività dei produttori nel rispetto della sostenibilità. Una vera e propria alleanza sul campo per rilanciare la filiera del mais italiano, vittima di una perdita di superficie del 40% nel giro di un decennio. 
«La produzione nazionale di mais non solo ha perso il 40% delle superfici negli ultimi 10 anni, ma nello stesso tempo ha visto l’Italia quintuplicare le importazioni - ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Dobbiamo recuperare terreno, e il protocollo “Mais in Italy” punta proprio a valorizzare le produzione di mais italiano, migliorandone la qualità e la produttività al fine di promuovere la produzione interna rispetto alle importazioni. Non abbiamo alcuna paura a dialogare e confrontarci con una multinazionale, perché vogliamo favorire l’innovazione e in genere i progressi della tecnica e della scienza in agricoltura e coniugare la tutela dell'ambiente con la produzione di beni primari».
Negli anni, ha ricordato Cesare Soldi, presidente dell'Associazione maiscoltori italiani (Ami), «sono state diverse le cause che hanno portato alla crisi della produzione del mais, dai fattori meteo climatici, al dimezzamento del valore degli aiuti diretti assicurati dalla Pac, dal rallentamento del miglioramento genetico ai problemi derivati dalla piralide e le micotossine, per arrivare a quotazioni di mercato del tutto insoddisfacenti».
Il protocollo “Mais in Italy” si articola in una serie di buone pratiche agricole e ambientali, attuabili in più passi, che comprendono la protezione del seme, la fertirrigazione a goccia, il ricorso al precision farming e l'utilizzo sostenibile degli agrofarmaci. «Applicando il protocollo – ha precisato Francesco Scrano, Marketing Head di Syngenta Italia – lo scorso anno in un'azienda agricola in provincia di Milano abbiamo quadruplicato i profitti rispetto alla media e aumentato del 18% la disponibilità nell'utilizzo del trinciato per biogas in una realtà del Veneziano».

Redazione

Il 26 e 27 maggio oltre mille aziende italiane apriranno le loro cantine agli enoturisti. Il settore è ad una svolta grazie alla nuova normativa in arrivo. Il presidente del Movimento turismo del vino, D'Auria : «I tempi sono maturi per l'istituzione di un tavolo permanente sull'enoturismo».

La 26a edizione di "Cantine aperte" si svolgerà sabato 26 e domenica 27 maggio: oltre 1000 cantine in tutta Italia apriranno le proprie porte a enoturisti per visite guidate in cantina o nei vigneti, per degustazioni o per iniziative culturali.
La manifestazione è nata nel 1993 quando l’enoturismo non era ancora diventato un vero e proprio fenomeno com'è oggi. Secondo i dati del XIV Rapporto sul turismo del vino in Italia, l’enoturismo è arrivato a produrre un giro d’affari di 2,5 miliardi di Euro. Questo trend si riscontra anche nella stessa manifestazione "Cantine aperte" che nel corso degli ultimi anni è cresciuta molto fino a superrare, nello scorso anno, la soglia di un milione di visitatori.
Bisogna inoltre ricordare che il settore del turismo in cantina sta vivendo una nuova fase di svolta grazie alla legge sull’enoturismo che proprio in queste settimane sta terminando il proprio iter di approvazione.
Nicola D’Auria, presidente del Movimento turismo del vino (che organizza Cantine aperte) afferma: «E’ ora il momento di proporre un passo successivo: i tempi sono infatti maturi per l'istituzione di un tavolo permanente sull'enoturismo che svolga attività di ricerca e sviluppo nel nostro settore su scala nazionale e internazionale. E che si faccia promotore di iniziative e proposte che siano di stimolo per le istituzioni nazionali, al fine di delineare le future traiettorie di sviluppo dell'sistema enoturistico italiano. La nostra proposta è quella di organizzare dei veri e propri Stati Generali dell'Enoturismo Italiano che siano un punto di incontro sia per le associazioni di categoria, operatori del settore, singoli produttori ed esperti del mondo del vino che abbiano idee da mettere in campo nel prossimo futuro».
Gli appuntamenti regione per regione sono consultabili sul sito del Movimento turismo del vino.

Redazione

Sono stati due ibridatori italiani e due stranieri, uno tedesco e uno statunitense, ad aggiudicarsi i primi quattro posti del 60° Concorso internazionale dell’Iris, il fiore simbolo di Firenze, conclusosi il 12 maggio scorso con la cerimonia di premiazione a Palazzo Vecchio. 
La competizione annuale di Iris barbate ibride provenienti da tutto il mondo, organizzata dalla Società Italiana dell’Iris presieduta da Vincenzo Corti, ha visto come vincitore assoluto l’ibrido “Anima cara” di Angelo Garanzini, a cui è andato il Fiorino d’oro del Comune di Firenze. Al secondo posto si è classificato invece “Sina at Home” di Klaus Burkhardt (Germania), che ha ricevuto il premio della Regione Toscana.
Ma ecco l’elenco di tutte le categorie di premi assegnate (e non assegnate) in questa edizione del concorso, per ospitare il quale nel 1954 è nato il Giardino dell’Iris sotto piazzale Michelangelo, dove le varietà vengono coltivate per tre anni prima di poter partecipare alla gara.
 
Categoria barbate alte
1° – Fiorino d’oro offerto da Luca, Ilaria e Chiara Martinelli in ricordo di Anna e Sandra Dodi a “Anima cara” di Angelo Garanzini (Italia)
2° – Premio della Regione Toscana a “Sina at Home” di Klaus Burkhardt (Germania)
3° – Premio Associazione Industriali di Firenze a “Esabella’s” di Tiziano Dotto (Italia)
4° – Medaglia “Piero Bargellini” della Società Italiana dell’Iris a “Wicked Cool” di Jim Hedgecock (USA)
 
Menzioni onorevoli
5° –  “Baba Jaga” di Tiziano Dotto (Italia)
6° –  “Mille tre” di Augusto Bianco (Italia)
7° –  “Poco di buono” di Angelo Garanzini (Italia)
8° –  “Long Play” di Augusto Bianco (Italia)
9° –  “Lucomone I°” di Simone Luconi (Italia)
10° – “Almast” di Tiziano Dotto (Italia)
 
Premi speciali
- Premio Comune di Firenze per la migliore varietà di colore rosso a “Lucomone I°” di Simone Luconi
- Premio Camera di Commercio di Firenze per la migliore varietà commerciale a “Sina at Home” di Klaus Burkhardt
- Premio Amici dei fiori “Silvio Bidallo” per la miglior varietà di un ibridatore Italiano ad “Anima cara” di Angelo Garanzini
- Premio Louise Branch per la varietà con migliore ramificazione a “Mille due” di Augusto Bianco
- Premio Garden Club di Firenze per il colore più originale a “Il canto delle sirene” di Lorena Montanari
- Premio Garden Club di Perugia per la varietà più profumata a “Esabella’s” di Tiziano Dotto
- Premio Rora e Luciano Bausi per la migliore varietà di colore blu NON ASSEGNATO
- Premio Giorgio Saviane per la migliore varietà precoce a “Wicked Cool” di Jim Hedgecock
- Premio Antonio del Campana per la migliore varietà tardiva a “Mille due” di Augusto Bianco
- Premio Laura Tancredi per la migliore varietà di colore rosa NON ASSEGNATO
 
Categoria barbate da bordura
- Premio Società Toscana di Orticoltura per la migliore varietà barbata da bordura a “Valdarno” di Augusto Bianco
 
Redazione