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Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che entro la fine del mese di febbraio si procederà ad effettuare i primi pagamenti dei contributi sulle assicurazioni agricole agevolate nell’ambito del Programma di sviluppo rurale nazionale 2014-2020 (PSRN). L'importo cedibile ammonta a 32,6 milioni di euro.

Le domande di pagamento già presentate ad Agea ad oggi ammontano a quasi 25.000 per un importo concedibile di circa 32,6 milioni di euro.
La campagna assicurativa 2015 ha portato alla sottoscrizione di oltre 153mila polizze agricole agevolate. A fronte delle polizze sottoscritte, sono stati presentati dalle aziende beneficiarie circa 120.000 Piani assicurativi individuali (PAI).
Per quanto riguarda la campagna assicurativa 2016, il relativo bando sarà pubblicato entro fine febbraio, mentre per i primi giorni di marzo 2017 è previsto il rilascio dei Piani assicurativi individuali (PAI) propedeutici alla stipula delle polizze 2017.
Superata questa fase di avvio del nuovo sistema, verranno sviluppate ulteriori semplificazioni finalizzate a snellire gli adempimenti burocratici a carico degli agricoltori e delle amministrazioni. L’obiettivo è quello di consentire alle aziende agricole di utilizzare tutte le opportunità introdotte con la riforma della politica agricola comune varata nel 2015 garantendo l’accesso agli strumenti di gestione del rischio da parte delle aziende agricole per utilizzare.
«L’obiettivo – ha dichiarato il Sottosegretario Castiglione - è quello di ampliare significativamente il numero delle aziende agricole assicurate, superando le asimmetrie territoriali tutt’oggi esistenti, ma anche favorire la diffusione dei nuovi strumenti in fase di implementazione, ad iniziare dalle polizze innovative e dai fondi di mutualità per la stabilizzazione dei redditi
 
Redazione

biometano

Si è tenuta ieri a Bologna la conferenza nazionale organizzata da Legambiente che ha evidenziato l'enorme potenziale, in termini energetici ed economicidi biogas e biometano. Il direttore generale Ciafani chiede il completamento del quadro normativo che vieta l'immissione del biometano in rete.

Il biometano, prodotto nel rispetto della biodiversità e dell’uso dei suoli agricoli, può rivestire un ruolo fondamentale nella strategia energetica del nostro Paese e sul fronte della lotta al mutamento climatico. È una grande opportunità per rendere più sostenibile il consumo di energia domestica e industriale ma anche la mobilità, per ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la gestione dei rifiuti.
Per approfondire le nuove prospettive del biometano Legambiente ha organizzato ieri, lunedì 6 febbraio, una giornata di lavori a Bologna, realizzata con il patrocinio della Regione Emilia Romagna. Legambiente è infatti tra i sostenitori e sottoscrittori della Piattaforma Biometano, promossa dal Consorzio Italiano Biogas per sottolineare non solo l’importanza energetica di questa risorsa, ma anche il suo importante contributo in diversi settori apparentemente lontani tra loro, con benefici ambientali e socio economici. Stando alle stime del CIB, per esempio, lo sblocco del biometano porterebbe alla nascita di 12 mila nuovi posti di lavoro solo nel settore del trattamento rifiuti, gestione discariche e il ciclo degli impianti agro industriali.
Oggi gli impianti a biometano nel nostro Paese sono soltanto 7, di cui 6 a scopo dimostrativo. Eppure il potenziale producibile al 2030 potrebbe raggiungere gli 8,5 miliardi di metri cubi (di cui 0,5 da rifiuti - escluso il potenziale da discarica difficile da stimare - e il resto da agricoltura).
«Lo sviluppo del biometano - ha commentato Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili - avrà forti sinergie con due asset fondamentali del nostro Paese in tema di politiche energetiche: la rete nazionale del gas naturale, una delle più capillari ed estese d’Europa, in cui potrebbe essere immesso; e il parco auto a metano, di gran lunga il più importante d’Europa, che, grazie al biometano, potrebbe svilupparsi ulteriormente.» 
«La possibilità di sfruttare le infrastrutture esistenti per la distribuzione del biometano, come la rete gas che attraversa il nostro Paese - ha proseguito il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani - è un aspetto particolarmente interessante di questo biocombustibile in quanto la possibilità di utilizzarlo facilmente e subito nella copertura dei fabbisogni domestici. È necessario, però, completare definitivamente il quadro normativo che ancora oggi vieta l’immissione del biometano in rete, pratica utilizzata invece da molti anni in diversi paesi europei. Anche l’autotrazione ne beneficerebbe, perché il biometano potrebbe essere utilizzato nei camion per trasporto merci di lunga percorrenza, in sostituzione del gasolio, ben più inquinante».
 
Redazione

cibobio

Il commento di Cia ai dati Istat: «Freddo e gelo hanno “gonfiato” i prezzi al supermercato, vegetali +20% a gennaio». Confermati dunque gli effetti del maltempo sui listini al consumo, con il carrello della spesa spinto in alto soprattutto dagli alimentari freschi

Anche l’Istat certifica gli effetti al supermercato del “mix” drammatico di maltempo e terremoto, che a gennaio si è abbattuto sull’Italia provocando danni per 700 milioni di euro circa all’agricoltura tra coltivazioni distrutte, strutture aziendali crollate e soprattutto mancata commercializzazione.
L’inflazione ha rialzato la testa spinta in alto proprio dai prezzi degli alimentari freschi, in primis degli ortaggi, che sono cresciuti del 14,3% rispetto a dicembre e addirittura del 20,1% su gennaio 2016. Così l’Ufficio Studi della Cia-Agricoltori Italiani sui dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica.
«La gelata drammatica di inizio anno, dunque, ha penalizzato non soltanto gli agricoltori ma anche i consumatori. Freddo e neve hanno messo in ginocchio migliaia di imprese agricole soprattutto al Sud, dove si produce appunto il 61% degli ortaggi italiani e il 97% degli agrumi nazionali -spiega la Cia-. Produzioni intere falcidiate dalle gelate o bloccate nei magazzini aziendali per le cattive condizioni stradali, che hanno rallentato fortemente la circolazione dei tir e quindi le consegne di prodotti freschi lungo la filiera. Con conseguenze immediate sul rialzo dei prezzi al consumo.»
«Quanto all’ingresso nel nuovo paniere Istat dei prodotti “Veg” -aggiunge la Cia- si tratta di una scelta obbligata, visto che il numero di vegetariani e vegani in Italia è in sensibile crescita (sono arrivati a oltre 4 milioni). Molto bene l’entrata nel paniere della “birra artigianale”, molto spessa prodotta dalle stesse aziende agricole. Oggi nel nostro Paese si contano quasi 1.000 microbirrifici artigianali, di cui il 20% circa “bio”, che valgono il 3% del mercato nazionale, producendo in media 500 ettolitri l’anno e fatturando oltre 200 mila euro.»
 
Redazione

giurlani

Il messaggio è rivolto in primis a Viareggio, l’altro territorio comunale ad alta vocazione florovivaistica del Distretto floricolo interprovinciale Lucca Pistoia, negli ultimi tempi latitante su questo fronte. Ma l’appello riguarda tutti i Comuni dell’attuale area distrettuale

«Vista la scelta regionale di credere nel Mefit (Mercato dei fiori della Toscanacittà di Pescia) e la volontà manifestatasi di rilanciare il florovivaismo, mi appello a tutti i Comuni che si trovano nell’area attuale del Distretto floricolo Lucca Pistoia. Abbiamo la fortuna di un distretto interprovinciale che copre molti comuni abbracciando tutte le aree produttive del florovivaismo, sfruttiamolo partecipando tutti attivamente alla sua riforma, divenuta necessaria con la nuova legge regionale sui distretti vicina all’approvazione definitiva, e al suo rilancio!».
Lo dichiara il sindaco di Pescia Oreste Giurlani in seguito alla riunione del comitato del Distretto floricolo interprovinciale Lucca Pistoiatenutasi il 2 febbraio a Pescia alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi. Un incontro dal quale è emersa la volontà anche da parte della Regione Toscana di verificare seriamente le possibilità di rilanciare il distretto. Il tutto tenendo conto del mutato contesto normativo definito dalla nuova disciplina regionale in materia di distretti che è in dirittura d’arrivo
«Secondo il Comune di Pesciaafferma Oreste Giurlani - è importante che il Distretto, nato oltre dieci anni fa, rimanga in essere, perché è una risorsa per le aziende del settore presenti nel territorio. Pertanto chiedo agli attuali soggetti promotori che lo compongono di lavorare per mantenerlo e anzi rafforzarlo».
«E’ necessario – continua Giurlani - coinvolgere gli altri Comuni, a cominciare da Viareggio, che è l’altra area produttiva floricola importante del distretto, e mettersi intorno a un tavolino a fare un progetto di rilancio restando uniti. Dobbiamo adeguare il Distretto alla nuova legge regionale, che è già stata scritta ma deve essere approvata definitivamente dal Consiglio regionale fra due o tre mesi, e stilare il progetto o piano di sviluppo distrettuale in essa previsto». 
«La nuova legge regionalespiega il sindaco di Pescia - indica infatti, da un lato, procedure più snelle di formazione e funzionamento e al posto del comitato di distretto un’assemblea (a cui possono partecipare tutti i soggetti coinvolti a qualunque titolo nel settore produttivo o territorio alla base di esso) e almeno un soggetto referente; dall’altro lato che ogni distretto elabori un piano di sviluppo pluriennale (da 3 a 5 anni) che, se poi non viene attuato, si può determinare lo scioglimento del distretto».
«Dunque – conclude Giurlani - bisogna che tutti i Comuni attualmente compresi nel distretto, Viareggio in testa, ci credano e uniscano le forze per rifondare e rilanciare il distretto floricolo».
 
Redazione

agronetwork

La nuova associazione, costituita da Confagricoltura, Nomisma e Luiss, opererà per la valorizzazione del sistema agroalimentare in una logica di integrazione tra produzione, trasformazione industriale, ricerca e nuovi modelli di business. Potranno farne parte le imprese della produzione agro-alimentare e altri enti.

Il profondo cambiamento avviato dagli organi direttivi della Confagricoltura ha avuto, tra i risultati, anche l’apertura al mondo della trasformazione, ovvero al sistema agroindustriale. Molte aziende associate, infatti, sono ampiamente inserite nel sistema agroindustriale e molte altre ci si stanno avvicinando perché produrre solamente oggi non basta più, per stare sul mercato e guardare all’export, e perché i rapporti di filiera si fanno sempre più stretti.
Questa apertura si è concretizzata con una modifica statutaria approvata dall’assemblea del 21 giugno scorso, che ha introdotto tra le Federazioni nazionali di categoria, che inquadrano in sede sindacale le categorie imprenditoriali rappresentate, la Federazione nazionale dell’alimentare, dell’agroalimentare e dell’agroindustriale, che si aggiunge a quelle dei proprietari conduttori in economia e delle forme associative, degli affittuari conduttori in economia e dell’impresa agricola familiare.
Dalla modifica statutaria alla nascita dell’associazione per l’agroindustria “Agronetwork”, recentemente costituita a Roma presso la sede di Confagricoltura, che è uno dei soci fondatori insieme Nomisma e Luiss, con l’obiettivo di promuovere ed agevolare lo sviluppo della competitività delle imprese agroalimentari e più in generale del patrimonio agroalimentare, come dato identitario del Paese, attraverso il consolidamento dei rapporti con le imprese di trasformazione industriale e di distribuzione, facendo network con realtà di primo piano dei mondi delle imprese, della ricerca e della formazione.
L’assemblea generale ha eletto all’unanimità alla presidenza Luisa Todini, alla vicepresidenza Guido Folonari, Matteo Caroli e Denis Pantini, alla segreteria  generale  Daniele Rossi.
«Agronetwork – ha detto il presidente di Confagricolturanasce dalla consapevolezza della strategicità del settore agroalimentare per la ripresa economica del nostro Paese, con 200 miliardi di euro di fatturato, 35 miliardi di export e quasi 8 miliardi spesi in innovazione; ma dalla altrettanta consapevolezza della necessità di operare in una logica di filiera al servizio delle imprese».
«In questo senso c’è ancora molto da fare – ha confermato la presidente Luisa Todini –.  Tutti conosciamo le sfide e le insidie della concorrenza sempre più globalizzata e il potenziale inespresso che caratterizza il nostro Paese, su cui incide, non ultimo, l’agire in ordine sparso, senza l’approccio sistemico che caratterizza invece altri Paesi a noi vicini. Per questo Confagricoltura, LUISS e Nomisma hanno deciso di dare vita ad un ‘think tank’ strategico ad una maggiore integrazione della filiera
Potranno far parte di questa associazione le Imprese della produzione agro alimentare, iscritte e non iscritte a Confagricoltura, e/o appartenenti anche ad altri sistemi associativi, le imprese fornitrici e clienti del sistema agroalimentare del Paese, gli enti di ricerca, della certificazione, del credito ed dell’assicurazione, della formazione e del trasferimento tecnologico, sia pubblici sia privati, attivi nel sistema agroalimentare, le associazioni di categoria e di prodotto e altre organizzazioni ed aggregazioni interessate al sistema agroalimentare del Paese.
Tra gli obiettivi prioritari di Agronetwork, la valorizzazione del made in Italy agroalimentare in tutte le sue declinazioni, dal marketing all’internazionalizzazione, promovendo la creazione di reti d’impresa. E, infine, il grande tema della sostenibilità e dell’economia circolare attraverso iniziative e progetti in ambito ambientale, energetico, del turismo, e più in generale della tutela e valorizzazione dell’eredità culturale enogastronomica e del paesaggio italiano.
 
Redazione

floradecora2017

Crescono gli espositori e i visitatori di Christmasworld e si afferma la nuova Floradecora: un ottimo traguardo raggiunto dal polo fieristico Messe Frankfurt. Numerosi sono stati infatti i nuovi clienti provenienti da tutto il mondo, si contano più di 85.400 compratori, con una domanda, in particolare, da parte del mercato specializzato della Germania

Innovazione, nuove idee di prodotto e di vendita hanno decretato il successo di Christmasworld e di Floradecora. Le due fiere, svoltesi in parallelo con “Paperworld” e “Creativeworld” hanno registrato un totale di 2938 espositori (nello scorso anno erano stati 2855) provenienti da 63 Paesi. Più di 85.400 compratori da 154 Paesi, in aumento rispetto al 2016, quando se ne erano registrati 82097.
«La solida crescita degli espositori e dei visitatori di oltre il 3% conferma: le nostre fiere a Francoforte, Christmasworld, Floradecora, Paperworld e Creativeworld sono il centro internazionale del commercio in tutto il mondo» dichiara Detlef Braun, membro del comitato esecutivo di Messe Frankfurt.
«I grandi responsabili di tutti i canali di vendita sono rappresentatipiù visitatori hanno visitato Francoforte rispetto allo scorso anno, specialmente dalla Germania. Allo stesso tempo, l'alta diffusione internazionale del 60% ha fornito ai produttori enormi opportunità per l'export» ha aggiunto Detlef Braun, dopo aver avuto numerosi colloqui con le associazioni e gli espositori. Tre quarti del totale dei visitatori provengono, infatti, dal top management e possiedono l'autorità decisionale, requisito che sottolinea la qualità particolarmente elevata dei visitatori
La vasta gamma di prodotti presente alle fiere concomitanti ha attratto in modo particolare acquirenti da Italia, Russia, Argentina, Stati Uniti e Giappone. Del resto, i risultati della ricerca condotta fra i visitatori parlano chiaro: più del 90% di loro si è dichiarato soddisfatto o molto soddisfatto.
Grande successo dunque anche per la nuova Floradecora che ha rappresentato un'importante opportunità di crescita per il commercio del settore green. Qui, più di sessanta fornitori hanno presentato i loro prodotti e soluzioni di vendita. I numerosi espositori di Christmasworld, l'Associazione tedesca dei Garden Center, l'European Lifestyle Association: tutti hanno accolto più che positivamente lo spirito innovativo di Messe Frankfurt, rappresentato a Floradecora. Il concept, infatti, è quello di cui il settore ha bisogno, in quanto capace di raggiungere nuovi target group, come quello dei fioristi che cercano nuove soluzioni con prodotti convenienti.
L'appuntamento per il prossimo anno è già fissato: Christmasworld si svolgerà dal 26 al 30 gennaio 2018 e Floradecora dal 26 al 29 gennaio 2018.
 
Redazione

martina

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che questa mattina il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto per nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal terremoto con misure specifiche a sostegno del settore agricolo e agroalimentare.

«Abbiamo rafforzato d'intesa con le Regioni – ha commentato il Ministro Maurizio Martina - gli interventi urgenti a favore di allevatori e agricoltori della zona colpita dal terremoto. Con la decisione di oggi, saranno erogati entro febbraio circa 35 milioni di euro di aiuti diretti per il mancato reddito delle imprese di allevamento, attuando così il via libera ottenuto da Bruxelles la scorsa settimana. Ci sono anche ulteriori nuove semplificazioni per accelerare le procedure di acquisto delle stalle mobili e dei moduli abitativi da parte delle Regioni. Abbiamo impostato una misura dedicata anche ai giovani con un canale preferenziale per l’accesso al credito attraverso il nostro ente Ismea. Sul fronte del maltempo abbiamo esteso la copertura del Fondo di solidarietà nazionale anche alle colture assicurabili, venendo incontro alle esigenze delle tante imprese danneggiate».
In attuazione dell’autorizzazione da parte dell’Unione europea all’incremento fino al 200% della quota nazionale per gli aiuti alla zootecnia, si conferma l’aiuto di 35 milioni di euro agli allevatori delle zone terremotate. Sono previsti aiuti a capo da 400 euro per i bovini, 60 euro per gli ovicaprini, oltre ad aiuti per suinicoltori. 2 milioni di euro saranno destinati al settore equino attraverso erogazione di contributi in de minimis. L’aiuto diretto per il mancato reddito sarà erogato dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura AGEA, entro il mese di febbraio, che potrà anticipare al 100% le risorse investite dalle Regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, pari a 22 milioni di euro, che sono la prima attuazione del Piano strategico di rilancio agricolo dell’area del sisma.
Priorità negli strumenti Ismea alle aziende dei territori colpiti nella concessione delle agevolazioni e dei mutui a tasso zero previsti per il sostegno alle imprese agricole a prevalente o totale partecipazione giovanile, per favorire il ricambio generazionale in agricoltura e a sostenerne lo sviluppo attraverso migliori condizioni per l'accesso al credito.
Viene inoltre garantita la copertura finanziaria per l’attivazione delle misure compensative per interventi a sostegno delle imprese agricole delle regioni interessate dal terremoto o che hanno subito danni a causa del maltempo nel mese di gennaio 2017 anche alle aziende che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate a copertura dei rischi.
L’attivazione del Fondo consente alle imprese agricole danneggiate dagli eventi calamitosi di godere di tutti gli interventi di sostegno previsti a legislazione vigente come, in particolare, l’erogazione di contributi in conto capitale fino all’80% del danno sulla produzione lorda vendibile ordinaria, l’attivazione di prestiti ad ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze di conduzione aziendale, la proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza, l’esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali propri e dei propri dipendenti e l’ottenimento di contributi in conto capitale per il ripristino delle strutture aziendali danneggiate e per la ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte. È stato stabilito anche un incremento della dotazione del Fondo di solidarietà nazionale di 15 milioni di euro per l’anno 2017. 
 
Redazione

Un ettaro di piante elimina 20 chili di polveri: Coldiretti chiede la defiscalizzazione degli interventi per orti e giardini. Il verde aiuta infatti a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, ma in Italia ogni abitante dispone in città di solo 31,1 metri quadrati di verde urbano.

«A favorire lo smog nelle città è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, ma in Italia ogni abitante dispone in città di appena 31,1 metri quadrati di verde urbano». Quanto afferma la Coldiretti in riferimento al superamento dei limiti in molte città anche per l’effetto di un inverno particolarmente siccitoso al nord dove è caduto il 43% di pioggia in meno rispetto alla media, con punte che vanno dal Piemonte (-98%) alla Val d'Aosta (-98%) fino alla Lombardia (-89%) ed all’Emilia Romagna (-62%), sulla base dei dati territoriali Ucea relativi alla seconda decade di gennaio.

«Senza sperare nella pioggia e nel vento occorre intervenire in modo strutturale potenziando il verde considerato che una pianta adulta - sottolinea la Coldiretti -  è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Un’opportunità importante da sfruttare anche per evitare il rischio della maximulta da un miliardo in arrivo dall’Ue per lo sforamento dei limiti di polveri sottili. Il verde urbano in Italia però - precisa la Coldiretti - rappresenta appena il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (oltre 567 milioni di metri quadrati) per una media di 31,1 metri quadrati a testa sulla base dell’ultimo rilevamento Istat.
Tuttavia la situazione - continua la Coldiretti - è profondamente diversa lungo la Penisola con il 17,2% delle città la dotazione pro capite è pari o superiore ai 50 metri quadrati per abitante, mentre nel 16,4% non si raggiunge la soglia dei 9 metri quadrati pro capite. Matera, Trento, Potenza, Sondrio, Iglesias, Terni, Pordenone, Gorizia, Reggio Calabria e Verbaniarileva la Coldiretti - salgono nella top ten dei capoluoghi con maggiore densità di verde pubblico per abitante mentre in fondo alla classifica si trova Caltanissetta e a seguire Crotone, Trani e Taranto, Trapani, Isernia Olbia Genova Chieti Barletta e L’Aquila. Per quanto riguarda le grandi metropoli a Milano sono disponibili 17,2 metri quadrati per abitante mentre a Roma 15,9. In questo contesto – conclude la Coldiretti - è necessario intervenire per qualificare il verde pubblico ma sono importanti anche interventi a favore di quello privato a partire da misure di defiscalizzazione degli interventi su giardini e aree verdi da realizzare con un meccanismo simile a quello previsto per il risparmio energetico, le abitazioni, i mobili o gli elettrodomestici
 
Redazione

Il bilancio dell’appena conclusa edizione di Ipm Essen, fiera leader mondiale del florovivaismo a cui hanno partecipato Flora Toscana, Franchi Bonsai e Oscar Tintori, e il commento del sindaco di Pescia Giurlani: «fra le strategie della cabina di regia del Mefit mi attendo mirate partecipazioni di sistema ad alcune delle principali fiere di settore in Italia e all’estero».

Con circa 57 mila visitatori professionali arrivati a Messe Essen fra il 24 e il 27 gennaio da tutto il mondo per aggiornarsi sulle nuove varietà di piante, le innovazioni tecnologiche dell’orto-florovivaismo, i trend floreali e i prodotti promozionali per i punti vendita presentati da 1577 espositori provenienti da 45 paesi, Ipm Essen si è confermata la settimana scorsa la fiera business-to-business del comparto piante e fiori numero uno a livello internazionale. Un’occasione imperdibile per tutti i soggetti del florovivaismo che vogliano far conoscere le proprie attività e produzioni su tutti i mercati di sbocco. Opportunità che hanno cercato di cogliere soltanto tre soggetti del florovivaismo pesciatino: Flora Toscana, Franchi Bonsai e Oscar Tintori, le uniche aziende iscritte al Mefit (al 2016) che sono state presenti alla fiera tedesca. Mentre la floricoltura sanremese ha saputo fare sistema presentando a Ipm Essen la margherita Itala brevettata dall’Istituto regionale per la floricoltura di Sanremo (vedi nostra notizia in anteprima nella intervista del 15 aprile 2016 a Margherita Beruto).
Quest’anno, 35^ edizione di Ipm Essen, il paese partner della manifestazione era niente meno che l’Olanda, il leader mondiale del settore florovivaistico. E questa partnership si è fatta sentire sui dati di fine fiera, comunicati ieri dagli organizzatori, con un +3% di visitatori olandesi nel contesto di numeri sostanzialmente stazionari rispetto all’anno scorso e feed-back estremamente positivi dei partecipanti, se si pensa che «più di un terzo (degli operatori, ndr) ha fatto ordini direttamente in fiera, circa il 90% di essi ha giudicato l’offerta fieristica positiva e il 93% raccomanderebbe di visitare Ipm Essen». Non solo, stando a quanto è scritto nel comunicato stampa di chiusura, «il 92% dei visitatori e il 92% degli espositori hanno già affermato che parteciperanno a Ipm Essen 2018», la cui data è fissata: dal 23 al 26 gennaio del prossimo anno.
Fra i principali spunti emersi o confermati da Ipm Essen 2017 vanno ricordati il crescente spazio che stanno conquistando gli spazi verdi e il fatto che «il giardinaggio nelle città è di moda»: temi trattati approfonditamente nella fiera, che aveva come focus “Urban Jungle” (“la giungla urbana”) e “Grow Your Own” (più o meno traducibile come “coltiva il tuo” o “coltiva per conto tuo”). Inoltre stanno avendo molto successo le erbe e le piccole piante da frutto o gli ortaggi, che vengono piantati preferibilmente in combinazione con piante fiorite ornamentali. In generale le piante da appartamento stanno ritornando in auge: devono essere facili da gestire e vanno bene anche ai consumatori giovani. Durante Ipm Essen 2017 sono state presentate molte novità fra le piante da balcone e i tappeti ed è stato annunciato come colore dei giardini nella prossima stagione il rosa chiaro con tonalità viola, possibilmente unito in un unico fiore. E, nell’ambito del convegno “Prospettive del florovivaismo e del paesaggio”, il blogger e consulente strategico Sascha Lobo ha affrontato la questione di come modellare in base alle esigenze del settore il megatrend della digitalizzazione. Infine, in un convegno organizzato dalla Fondazione Green City, è stato affrontato l’argomento molto sentito anche da noi delle “Nuove malattie e infestazioni: le conseguenze per il settore verde”.  
«Prima di tuttoafferma il sindaco di Pescia Oreste Giurlani, sentito da Floraviva per un commento sull’importanza di manifestazioni quali Ipm Essen - un plauso alle aziende di Pescia che sono state fra gli espositori a Essen. Sono presenze importanti perché significano portare , nel principale appuntamento di settore, le nostre produzioni floricole e vivaistiche». «Colgo l’occasione per sottolineareaggiunge Giurlani - che nelle politiche di rilancio del Mercato dei fiori della Toscana (Mefit) e del comparto florovivaistico sarà cruciale la partecipazione ad alcuni dei maggiori appuntamenti nazionali e internazionali. E sarà determinante parteciparvi anche come sistema per dare più forza e visibilità ai prodotti e alle aziende, possibilmente con uno o più marchi identificativi delle nostre produzioni florovivaistiche e del territorio. Queste partecipazioni alle fiere, mirate e in forma aggregata, sotto la guida di un team qualificato, devono essere uno degli obiettivi della cabina di regia del Mefit, che inizierà la sua attività a breve e dovrà formulare il piano di sviluppo del mercato nel contesto della strategia di rilancio della filiera floricola». «La necessità di fare sistema e alcune iniziative collettive – conclude Giurlani - saranno parte integrante anche del lavoro del tavolo tecnico sull’agricoltura denominato Pav (Pescia agricola e verde-floreale), che si occuperà non solo del florovivaismo pesciatino ma anche di altri comparti agricoli».
 
L. S.

agricoltura

Il 2016 si chiude, per il terzo anno consecutivo, con una riduzione dei costi di produzione a carico delle aziende agricole. La dinamica deflattiva dei costi non si traduce però in un recupero della redditività degli agricoltori a causa della flessione dei prezzi alla prima fase di scambio (-5,1%).

Nell’anno appena trascorso, l’indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione elaborato dall’ISMEA si è attestato in media a quota 103,8 (base 2010=100), risultando in calo del 2,1% rispetto al 2015. La flessione dei costi agricoli nazionali, come evidenziato da ISMEA, è stata guidata dai prodotti energetici che, su base annua hanno registrato una flessione del 10%. La dinamica negativa ha coinvolto anche altre voci di costo, dai fertilizzanti e i fitosanitari, scesi rispettivamente del 2,7% e dell’1%, ai mangimi e i servizi di contoterzismo (-2,5% e -1,6%).
Registrano invece un andamento positivo i prezzi degli animali da allevamento (+1,1%, dopo un triennio di flessione), i salari(+0,7%) e le sementi (+0,6%).
La riduzione dei prezzi degli input, spiega l’ISMEA, non si è tuttavia tradotta in un miglioramento della redditività media aziendale, dato che, sempre nel 2016, le quotazioni dei prodotti agricoli alla prima fase di scambio hanno subìto un deprezzamento di 5,1 punti percentuali rispetto al 2015. 
L’analisi per settore evidenzia che la flessione dei costi rispetto al 2015 è stata maggiore nell’ambito delle coltivazioni vegetali (-2,8%), in particolare nel comparto cerealicolo, e meno intensa nella zootecnia (-1,5%).
Il solo mese di dicembre 2016 ha fatto emergere un andamento pressoché stazionario su base mensile, con una variazione di appena lo 0,2% su novembre. Rispetto a dicembre del 2015, si registra invece una contrazione del 2%, con cali particolarmente evidenti per servizi di contoterzismo e mangimi.
 
Redazione