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L’Associazione di florovivaisti Asproflor, nel ricordare che il 12 dicembre è il “Giorno della Poinsettia”, comunica che in Italia sono più di 18 milioni le stelle di Natale vendute nelle feste del 2017, in lieve aumento rispetto al 2016. I prezzi variano da 2 a 25 euro, ma alcune piante speciali arrivano a 100/140 euro. Vanno anche i colori alternativi al tipico rosso. Alcuni consigli per il mantenimento delle poinsettie.

«Nel calendario non convenzionale delle festività il 12 dicembre è indicato come il “Giorno della Poinsettia”. In particolare negli Stati Uniti, il cosiddetto “Poinsettia Day” viene celebrato già dal 1852. Anche in Italia e in altri Paesi europei, la giornata dedicata al noto fiore invernale sta guadagnando seguaci». E questo crescente interesse è un bene per il nostro florovivaismo, visto «il ruolo importante di questa pianta nelle produzioni» italiane.
A sostenerlo è l’associazione di florovivaisti Asproflor con una nota in cui comunica alcuni dati sulle vendite in Italia di poinsettie o stelle di Natale, le piante protagoniste nelle nostre case nel periodo natalizio accanto agli alberi. Durante queste festività, fa sapere Asproflor, le piante di Poinsettia prodotte e vendute sono stimate in oltre 18 milioni e «i prezzi, considerate le moltissime pezzature, che vanno dal vasetto micro di 6 cm al 14/18 cm e più, partono dai 2/2,50 a 10/25 €. Per arrivare fino ai 100/140 € per forme particolari ad alberetto o a piramide».
I produttori di Asproflor «rilevano che le vendite sono in leggero aumento rispetto allo scorso anno e che al tipico colore rosso si sono aggiunti il bianco, il salmone, l’arancione, il burgundy, il rosa, il bianco e rosa, il rosso puntinato ecc.». Inoltre invitano ad acquistare poinsettie prodotte in Italia, per avere una buona e lunga fioritura, dal momento che «la stella di Natale è una pianta molto sensibile al freddo e mal sopporta i lunghi viaggi».
Un modo anche per sostenere un settore quale il florovivaismo che «in Italia conta 25.000 aziende attive nella produzione di fiori e piante che generano un fatturato di 1 miliardo e 800 milioni di euro», produzione che «avviene su una superficie di circa 30mila ettari, impiegando circa 120mila unità produttive»; mentre «l’intero indotto […], che è di 47.400 aziende, sviluppa un fatturato di circa 4 miliardi di euro rappresentando oltre il 6% della Plv agricola». Un settore che, sottolinea Asproflor, non solo è in grado nello specifico di soddisfare pienamente la domanda interna di stelle di Natale, ma che in generale, grazie a un export di piante che vale 690 milioni di euro, genera un saldo attivo fra import ed export di 180 milioni, nonostante la crisi e nonostante che importiamo 320 milioni di euro di piante solo dall’Olanda e 190 milioni da altri Paesi.
Le origini del nome Poinsettia

Il “Giorno della Poinsettia” coincide con la commemorazione della morte del primo ambasciatore americano in Messico e grande appassionato di piante, Joel Roberts Poinsett. Nel 1828 Poinsett scoprì la poinsettia selvatica in Messico e fu talmente affascinato dalla sua bellezza che la importò negli Stati Uniti e la battezzò con il suo nome. Il nome Poinsettia venne utilizzato anche in lingua tedesca e in breve tempo la pianta dalle prominenti brattee rosse si diffuse in tutto il continente.
Consigli di Asproflor per il mantenimento delle stelle di Natale
Tenere la pianta al caldo e in ambiente luminoso, concimarla con prodotti a base di potassio e fosforo ogni 15 giorni per tutto il periodo delle vegetazione, innaffiarla con moderazione. In primavera, quando ha posato le foglie, va potata e rinvasata con terriccio soffice e drenante, tenuta all’esterno per tutta l’estate e ritirata a fine settembre in un locale caldo e con luminosità naturale, condizione questa fondamentale per riottenere una stupenda fioritura.

Redazione

Il 12 dicembre a Chiazzano riunione aperta del Gruppo Vivaismo di Cia Pistoia in collaborazione con il Comitato creditori Sandro Bruschi: un incontro per tutti i piccoli e medi vivaisti, anche non associati a Cia. Oltre all’aggiornamento sulla situazione dei creditori di Bruschi, si discuterà di furti nei vivai e tempi di pagamento troppo lunghi. Saranno raccolte segnalazioni e suggerimenti per incontri con le istituzioni: dal sindaco all’assessore all’agricoltura. 



La Confederazione italiana agricoltori Pistoia, in collaborazione con il Comitato creditori Sandro Bruschi, organizza martedì 12 dicembre, alle ore 21, a Chiazzano (Pistoia), presso il bar Lo.Ri in via Provinciale Pratese 433, una riunione aperta del suo Gie (Gruppo di interesse economico) Vivaismo per fare il punto, a partire dal caso Bruschi, su alcuni dei principali problemi del distretto vivaistico-ornamentale pistoiese e preparare il confronto che sarà a breve avviato con il presidente del distretto e le istituzioni (dal sindaco di Pistoia, al presidente della Provincia, ai rappresentanti delle forze dell’ordine, fino all’assessore regionale all’agricoltura) per aiutare a risolvere quel caso limitandone i danni e per migliorare la situazione generale del comparto a Pistoia e, conseguentemente, in tutta la Toscana.
La riunione è pensata in particolare per le piccole e medie aziende vivaistiche del distretto ornamentale, sia perché questa è la tipologia aziendale maggiormente rappresentata da Cia Pistoia e più esposta alle ripercussioni della vicenda dei vivai Sandro Bruschi, sia perché le aziende di tale livello dimensionale sono accomunate da problemi simili. All’incontro possono partecipare anche vivaisti non associati a Cia Agricoltori Italiani con interessi analoghi, come è il caso di alcuni agricoltori che fanno parte del Comitato creditori Bruschi.
Sono previsti interventi dei rappresentanti della Confederazione ospitante, a cominciare dal presidente Sandro Orlandini, sui problemi del distretto, e interventi dei portavoce del Comitato creditori Sandro Bruschi Paolo Chiti e Lisa Trinci, che faranno un aggiornamento sullo «stato di sovraindebitamento» dei vivai Bruschi e sui possibili sviluppi della vertenza. Ma sarà dato spazio anche alle segnalazioni di problemi specifici e suggerimenti di soluzioni dei vivaisti presenti alla riunione che vorranno dire la loro su questioni calde quali i furti nei vivai e altre sempreverdi come i tempi di pagamento troppo lunghi.
 
Redazione

Dal programma internazionale di breeding del frumento duro all’Icarda (International Center for Agricultural Research in dry areas - Centro Internazionale per la ricerca nelle regioni aride) nascono nuove varietà di grano duro resistenti alle alte temperature e capaci di sfamare milioni di persone.

La scoperta di questi nuovi grani risulta molto importante soprattutto per la possibilità di sfamare numerose popolazioni, a partire da quelle che vivono nel bacino del fiume Senegal fino ad arrivare, in prospettiva, a tutte quelle africane colpite dalle carestie.
Ma non solo, anche in Europa, con le temperature medie in aumento, si richiedono grani più resistenti al caldo e alla siccità.
Grazie a tecnologie come quella dell’impronta genetica, ma anche a tecniche tradizionali di selezione è stato infatti possibile sviluppare una serie di varietà di grano duro in grado di sopportare una temperatura costante di 35-40 gradi nella savana del bacino del fiume Senegal, che attraversa Mauritania, Senegal e Mali.
Le nuove varietà possono maturare in quelle particolari condizioni pedoclimatiche in appena 90 giorni: ovvero il tempo giusto per alternarsi con la coltivazione del riso, praticata per otto mesi l’anno. Per le popolazioni della regione, spesso colpite da carestie, vuol dire poter contare su più alimenti e proteine, dal momento che il grano ha un tasso proteico più alto del riso.
 
Redazione

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica l'apertura, in data odierna, della procedura di messa in vendita di 8 mila ettari della Banca nazionale delle terre agricole pronti a essere coltivati. Si tratta del primo lotto che fa parte di un’operazione complessiva da oltre 20mila ettari.

 
L’avvio è stato dato oggi dal ministro Maurizio Martina in occasione della presentazione fatta a Roma insieme al Presidente di Ismea Enrico Corali e al Direttore generale Raffaele Borriello.
La Banca nazionale delle terre agricole, gestita da Ismea, negli ultimi mesi ha registrato un boom di interesse: 137mila visualizzazioni e 16mila utenti registrati sono la concreta manifestazione dell’attenzione per questa nuova possibilità. La Banca, tutta online, è nata per consentire a chi, soprattutto giovani, cerca terre pubbliche da far tornare all’agricoltura.
«Diamo nuovo valore ai terreni pubblici – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – con un investimento su sostenibilità, economia e lavoro e per questo ai giovani interessati spettano mutui agevolati. Con la Banca nazionale delle terre agricole stiamo sperimentando una nuova forma di rivalutazione dei beni comuni, con l’obiettivo chiaro di favorire lo sviluppo di nuove realtà agricole nei territori. Le risorse che derivano dalla vendita dei terreni saranno totalmente dedicate al sostegno dei giovani agricoltori. Un lavoro che stiamo portando avanti con più strumenti, guardando soprattutto al ricambio generazionale. Abbiamo chiuso proprio in questi giorni anche il bando per il primo insediamento in agricoltura, che aiuta gli under 40 ad acquistare terreni e imprese. Più di 3mila ettari di terra e 100 nuove aziende nascono grazie ai 60 milioni di euro che abbiamo investito con Ismea. Sono semi di futuro del nostro Paese».
COME FUNZIONA
Trovare un terreno è facile come un click, visto che il sito ha le terre geolocalizzate che possono essere ricercate per Regione. Sul sito di Ismea sono disponibili tutte le informazioni, dalla posizione alle caratteristiche naturali, le tipologie di coltivazioni e i valori catastali. Gli utenti possono consultare la Banca anche per grandezza dei terreni disponibili, potendo così fare ricerche più mirate alle esigenze produttive.
DOVE SONO I TERRENI
Nel complesso in Italia si contano ben 8.174 ettari di terreno agricolo. La Sicilia è la regione italiana più agricola con ben 1700 ettari di terreno, seguono Toscana e Basilicata con 1300 ettari, Puglia con 1200, 660 ettari in Sardegna e quasi 500 ettari in Emilia Romagna e Lazio.
COSA PRODUCONO
Le colture sono molteplici e variano dal seminativo, 3770 ettari, ai prati e pascoli con 1930 ettari, ai boschi con 800 ettari. Significativi gli ettari destinati alla coltivazione di uliveti e vigneti, rispettivamente 450 e 340 unità.
LA PROCEDURA
La procedura prevede un percorso semplice:
- Da dicembre: manifestazione d’interesse per uno o più lotti sul sito della Banca della Terra.
- Da febbraio: procedura competitiva a evidenza pubblica tra coloro che hanno manifestato interesse.
PER I GIOVANI
Possibilità di mutui a condizioni più favorevoli da parte di ISMEA se la richiesta è effettuata da under 40.
 
Redazione

Il titolare della Giorgio Tesi Group è il nuovo presidente di Coldiretti Pistoia. Fabrizio Tesi, che succede a Michela Nieri, ha dichiarato: «l’unica possibilità per uscire fuori da un periodo così delicato è rimanere uniti e coesi, nell’interesse di tutti e con il massimo rispetto reciproco».

«Faccio parte della famiglia Coldiretti da sempre. Assumere la carica di presidente provinciale mi riempie di orgoglio, consapevole della delicatezza degli impegni che mi aspettano. Ringrazio la presidente Michela Nieri, che mi ha preceduto, per il suo fondamentale contributo in un momento così particolare, per tutta l’agricoltura della nostra provincia. Nonostante i molteplici impegni che ho nell’azienda familiare, ho accettato con onore e con spirito di sacrificio di impegnarmi personalmente e di dare il mio modesto contributo a tutto il comparto agricolo, settore così importante per la nostra economia».
Questo il primo commento di Fabrizio Tesi, legale rappresentante della Giorgio Tesi Group, una delle aziende leader del distretto vivaistico ornamentale pistoiese e del settore florovivaistico a livello italiano, dopo la sua nomina alla presidenza di Coldiretti Pistoia, a quanto riportato in un comunicato stampa di poche ore fa. In esso si legge anche che il vivaismo pistoiese - che rappresenta oltre il 30% della produzione lorda vendibile dell'agricoltura della regione Toscana (la stragrande parte realizzata in provincia di Pistoia) - è in una fase nevralgica e, dopo anni di stasi, nell'ultimo anno ha visto crescere l'export; ma necessita di profonde innovazioni strutturali per mantenere un primato che è anche europeo. 
«Mi auguro di avere la collaborazione di tutti, pur in una chiara autonomia che la nostra associazione merita -ha auspicato Tesi-. La mia presidenza deve essere vista e considerata come una scelta che unisce, che aiuta a superare i contrasti e le discussioni che ci sono stati, i dualismi, le dispute tra grandi e piccoli operatori che non portano a niente. L'unica possibilità per uscire fuori da un periodo così delicato - ha concluso il presidente Coldiretti Pistoia -, è rimanere uniti e coesi, nell’interesse di tutti e con il massimo rispetto reciproco».

Redazione