Ispirazioni

Settembre: le mostre-mercato del verde floreale in Italia

Settembre 2024 è ricco di eventi floro-vivaistici in tutta Italia, da Varese a Rimini passando per Lucca. Mostre mercato e fiere di piante e fiori celebrano il verde floreale, promuovendo il turismo e l'eccellenza del Made in Italy nei giardini botanici e nel giardinaggio.

 

Settembre 2024 si prepara a essere un mese imperdibile per tutti gli appassionati e professionisti del settore florovivaistico in Italia. Da nord a sud, si susseguiranno numerose mostre mercato e fiere dedicate a piante e fiori, offrendo anche un'importante opportunità di promozione per il turismo green del Bel Paese. Ogni evento propone qualcosa di unico, dalla possibilità di acquistare piante rare alla partecipazione a workshop e conferenze. Gli eventi non solo celebrano la bellezza della natura e del giardinaggio, ma si integrano perfettamente con il paesaggio italiano, contribuendo a valorizzare l'offerta culturale e artistica locale. Il florovivaismo non è solo una parte essenziale dell’economia, ma un simbolo dell’eccellenza del Made in Italy, capace di attrarre visitatori sia nazionali che internazionali. Uno degli appuntamenti più attesi è Varese Orchidea 2024, dal 6 all’8 settembre, presso il garden Agricola di Varese. Un evento internazionale che attira collezionisti e appassionati, con esposizioni di orchidee rare e conferenze dell'Associazione Lombarda Amatori Orchidee. Parallelamente, a Lucca, dal 6 all’8 settembre, si terrà Murabilia, mostra mercato sulle storiche mura della città, che offrirà un vasto assortimento di piante e attrezzature per giardinaggio. L’evento rappresenta anche un'occasione turistica, poiché i visitatori possono scoprire le bellezze della città toscana mentre si immergono nel mondo del verde. Dal 13 al 17 settembre, Viverbe si svolgerà a Pancalieri presso il Museo della Menta, con un focus sulle erbe officinali e prodotti naturali, contribuendo anche al turismo esperienziale legato alla tradizione erboristica. Anche Giardini & Terrazzi a Bologna, dal 13 al 15 settembre, promette di attirare visitatori con i suoi 250 espositori, integrando la bellezza del verde con design e artigianato. Il weekend del 14 e 15 settembre vedrà protagonisti Terme in Fiore a Civitavecchia e Verdi e Contenti a Vitorchiano, con piante rare e un’immersione nella natura e nel patrimonio culturale italiano. Anche eventi come Borgo Plantarum a Telarolo di Castellarano, in Emilia-Romagna, che unisce giardinaggio, artigianato e gastronomia locale, contribuiscono a rafforzare il turismo florovivaistico. Dal 20 al 22 settembre, Festa del Cactus a Livorno offrirà una piattaforma unica per gli appassionati di piante grasse. La stessa settimana, a Rimini, il centro storico si trasformerà per Giardini d’Autore – Autunno, celebrando il design e la natura tra Castel Sismondo e Piazza Malatesta. A Perugia, invece, il Perugia Flower Show animerà la storica Villa del Colle del Cardinale il 21 e 22 settembre, con una vasta selezione di piante rare e corsi di giardinaggio. Infine, il mese si chiude con La Conserva della Neve a Roma, presso l'Orto Botanico, dove biodiversità e turismo si fondono, offrendo un’opportunità di connessione tra vivaisti e appassionati di giardinaggio da tutto il mondo. Per tutti i dettagli sugli eventi di settembre, visita la nostra sezione "Mostre-mercato del verde floreale in Italia"

Redazione

I Sersale, proprietari dal pollice verde del 20° hotel più bello al mondo

Le Sirenuse di Positano è più di un semplice hotel: è un luogo dove la passione per le piante e la cura dei dettagli creano un ambiente unico e accogliente.

 

Situato nel cuore di Positano, Le Sirenuse è un hotel a gestione familiare che si distingue per la sua atmosfera intima e per l’attenzione alla vegetazione che lo circonda. Fondato nel 1951 dalla famiglia Sersale, l'hotel è gestito oggi da Antonio e Giulia Sersale, che continuano a mantenere viva la tradizione di accoglienza iniziata dai loro antenati. Giulia Sersale si occupa personalmente della cura delle piante, che svolgono un ruolo centrale nell'estetica e nell'atmosfera dell'hotel. Le Sirenuse è infatti noto per la sua vasta collezione di piante ornamentali, che arricchiscono tanto gli spazi interni quanto quelli esterni. Tra queste, spiccano piante mediterranee e tropicali, alcune delle quali provengono dal Sud-Est Asiatico e sono state accuratamente adattate al clima di Positano. Una delle peculiarità dell’hotel è la fusione tra gli spazi interni e quelli esterni, dove i giardini non si limitano a decorare l’ambiente ma creano un vero e proprio ecosistema che contribuisce al benessere degli ospiti.

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L'amore per la natura si riflette in ogni angolo dell'hotel, dai banani ornamentali agli alberi di limone Lunario, i cui frutti restano attaccati all’albero per molto tempo, decorando il ristorante con il loro colore vivace. Il ristorante stesso è un trionfo di verde, con bouganville che si arrampicano lungo le pareti e candele che ogni sera vengono accese per creare un’atmosfera calda e suggestiva. Questo ambiente naturale e curato è il risultato di un’attenta manutenzione quotidiana, che assicura che ogni pianta sia in salute e in armonia con l’ambiente circostante. Le Sirenuse offre ai suoi ospiti un’esperienza che combina la bellezza naturale con il comfort di una casa privata. Questo approccio unico fa sì che l’hotel si distingua dagli altri della zona, offrendo un luogo dove la natura e l’ospitalità si incontrano in un perfetto equilibrio. Le Sirenuse rappresenta un esempio di come la cura delle piante e l’amore per la natura possano trasformare un hotel in un rifugio accogliente, dove ogni dettaglio è pensato per offrire un’esperienza di soggiorno unica sulla Costiera Amalfitana.

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Redazione

orto agosto

Con il cambiamento climatico, anticipare la semina è fondamentale per garantire un raccolto invernale abbondante. Scopri cosa piantare a fine agosto, dai finocchi ai cavoli, seguendo il calendario lunare: Seminare e coltivare con le lune.

Per le semine di fine agosto durante la fase di luna crescente, è il momento ideale per seminare diverse varietà di ortaggi, sia in semenzaio che direttamente all'aperto. In semenzaio all'aperto, puoi seminare cicoria catalogna, radicchio di Verona, cipolla bianca, prezzemolo e ravanello. Queste piante, una volta trapiantate, cresceranno rigogliose, offrendo un raccolto abbondante. Per chi preferisce seminare direttamente a dimora all'aperto, è il periodo giusto per piantare finocchio (per una raccolta autunnale), lattuga e radicchio da taglio, spinacio e valeriana. Questi ortaggi garantiranno raccolti freschi e continui nelle prime settimane d'autunno. Oltre agli ortaggi autunnali, è fondamentale preparare il tuo orto per l'inverno piantando ora le varietà più resistenti al freddo. I cavoli e le verze sono ortaggi invernali per eccellenza, capaci di resistere anche alle gelate più intense, e ti permetteranno di raccogliere verdure fresche durante tutta la stagione fredda. Ecco alcune delle varietà che ti daranno soddisfazioni durante l'inverno: Broccolo Verona Medio Precoce: ideale per chi desidera una raccolta anticipata, già all'inizio dell'inverno. Le sue teste agrigardenortomio23compatte e dal sapore delicato sono perfette per essere gustate al vapore o in zuppe calde. Broccolo Verona Tardivo: se preferisci prolungare la tua stagione di raccolta, questa varietà matura più lentamente e produce grandi teste saporite, perfette per gratin e contorni ricchi. Cappuccio Crauto: un classico per chi ama i crauti fatti in casa. Questo cavolo cappuccio, croccante e dal sapore deciso, è ideale per la fermentazione invernale, migliorando il suo gusto dopo le prime gelate. Cavolo di Bruxelles: piccoli e gustosi, i cavoletti di Bruxelles sono perfetti cotti al forno con un po' di pancetta. Un contorno invernale nutriente e delizioso. Cavolo Lacinato Nero di Toscana: conosciuto anche come cavolo nero, è un must-have per le zuppe invernali. Le sue foglie scure e nutrienti danno il meglio di sé con le basse temperature, ideali per ribollita o saltate in padella. Cavolo Navone: un cavolo antico ma sempre attuale, il cavolo navone è dolce e versatile, perfetto per purè, zuppe e stufati. Cavolo Verza Invernale: regina degli orti invernali, la verza invernale ha foglie croccanti e resistenti al freddo, ottime sia crude che cotte, perfette per involtini e piatti stufati. Cavolo Verza Moretta: con il suo colore violaceo e il sapore leggermente dolce, la verza moretta aggiunge varietà al tuo raccolto. Ottima nelle insalate invernali e come contorno. Cavolo Verza San Michele: una varietà particolarmente resistente ai climi rigidi. Le sue foglie spesse e croccanti sono perfette per zuppe e stufati durante i mesi più freddi. Cavolfiore Tardivo: il cavolfiore tardivo ti garantirà un raccolto fino all'inverno inoltrato. Versatile in cucina, è ideale per gratin, zuppe e contorni leggeri ma saporiti. Nella prima quindicina di settembre, con la luna calante, continua a seminare per garantire un orto produttivo. In semenzaio all'aperto, è il momento giusto per cipolla bianca, prezzemolo e ravanello. A dimora all'aperto, puoi seminare lattuga da taglio, radicchio da taglio e da cogliere, spinacio e valeriana, per avere raccolti freschi anche quando le temperature iniziano a scendere. Pianificare attentamente le semine e le piantagioni nel tuo orto non solo ti assicura raccolti continui e di qualità, ma ti aiuta anche a risparmiare tempo e denaro. Seguendo il calendario lunare e scegliendo le varietà giuste al momento giusto, ridurrai il rischio di insuccessi e ottimizzerai l'uso delle risorse come acqua e fertilizzanti. Un orto ben programmato richiede meno interventi correttivi, favorendo una gestione più sostenibile e riducendo la necessità di trattamenti costosi. Non perdete quindi l'occasione di preparare il tuo orto per l'autunno e l'inverno. Con le giuste semine e piantagioni, potrai godere di un raccolto rigoglioso anche nei mesi più freddi, risparmiando tempo, lavoro e risorse. Scegli le varietà che meglio si adattano al tuo clima e al tuo terreno, e segui i consigli per un orto produttivo e soddisfacente tutto l'anno. 

 

Redazione

 
 

 

 

Cantus Arcticus: il concerto della Natura di Einojuhani Rautavaara

Il "Cantus Arcticus" di Einojuhani Rautavaara è un capolavoro musicale che celebra la natura artica attraverso un dialogo unico tra l'orchestra e i canti degli uccelli nordici. A cinquant'anni dalla sua creazione, questo concerto rimane un omaggio senza tempo alla bellezza selvaggia della Finlandia.

 

Nel cuore della Finlandia, in una notte silenziosa nella riserva naturale di Liminka, un uomo si immerge nei suoni della natura circostante. Einojuhani Rautavaara, uno dei compositori più rinomati della Finlandia, sta ascoltando attentamente un concerto insolito, maestoso e misterioso: quello degli uccelli nordici. In mezzo ai vasti e desolati marécages che costeggiano il golfo di Botnia, Rautavaara non può vedere nulla nella fitta oscurità, ma le sue orecchie, insieme ai microfoni che ha posizionato strategicamente, gli confermano che non è solo.

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In quel silenzio apparentemente inanimato, una moltitudine di uccelli canta, creando un’armonia naturale che sembra parlare direttamente al cuore del compositore. Quella notte, i canti degli uccelli si intrecciano con le melodie che risuonano nella mente di Rautavaara, unendo i richiami naturali a un accompagnamento di archi che sembra emergere dall'anima stessa della foresta. Nasce così l’ispirazione per una delle opere più iconiche e amate del compositore: il "Cantus Arcticus", un "concerto per uccelli e orchestra" che rappresenta un vibrante omaggio alla natura selvaggia e incontaminata del Nord. Il "Cantus Arcticus" (che potete ascoltare qui), creato nel 1972, è un pezzo singolare nella storia della musica. Scritto per celebrare le cerimonie di laurea dell'Università finlandese di Oulu, questo concerto non si conforma alle tradizionali aspettative di una composizione festosa e orchestrale. Al contrario, Rautavaara presenta al pubblico una musica introspettiva, calma e profondamente meditativa, che invita a una riflessione sul rapporto tra uomo e natura. Come suggerisce il titolo stesso, il "Cantus Arcticus" è un dialogo continuo tra i suoni orchestrali e i canti degli uccelli nordici, registrati dal compositore nelle regioni artiche della Finlandia. Rautavaara utilizza registrazioni di uccelli come le alouette haussecol (allodole nordiche), i cui canti vengono rallentati e resi più gravi grazie a interventi sulla banda magnetica. Questa manipolazione sonora crea un effetto ipnotico e quasi soprannaturale, rendendo i suoni familiari dei canti degli uccelli al contempo estranei e affascinanti.Attachment

 

Ma le allodole non sono le uniche protagoniste di questo affresco sonoro. Nel "Cantus Arcticus", si possono distinguere anche i canti di maestosi cigni e gru, registrati da Rautavaara durante le sue esplorazioni nelle regioni polari. Questi canti vengono moltiplicati, sovrapposti e orchestrati, creando un effetto di ascesa quasi mistica nel movimento finale dell’opera, che culmina in un coro di voci naturali che sembra elevare lo spirito dell’ascoltatore verso le altitudini del cielo nordico.

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Il "Cantus Arcticus" ha subito affascinato il pubblico per la sua bellezza e originalità. Le sue sonorità evocative hanno fatto guadagnare a Rautavaara il titolo di "erede di Jean Sibelius", il grande compositore finlandese di cui era stato allievo. Come le sinfonie e il celebre "Finlandia" di Sibelius, anche il "Cantus Arcticus" rende omaggio alla natura finlandese, ma lo fa in un modo che trascende i confini del tempo e dello spazio. C’è qualcosa di universale e profondamente familiare nelle note di flauto debussyste e nei temi lirici e neoclassici di questa composizione. È un canto senza confini, che riecheggia l’eternità della natura e della musica. Il "Cantus Arcticus" non è solo un’opera d’arte, ma una vera e propria esperienza sensoriale. Ascoltarla significa immergersi in un mondo dove il suono diventa immagine, e l’immagine si trasforma in emozione. Rautavaara riesce a catturare non solo i suoni degli uccelli, ma anche l’essenza stessa della natura artica, con le sue vastità solitarie e i suoi silenzi carichi di significato. La sua musica è un invito a riconnettersi con la natura, a riscoprire la bellezza che si cela nei suoni più semplici e puri. A cinquant’anni dalla sua creazione, il "Cantus Arcticus" continua a essere un punto di riferimento per gli amanti della musica e della natura. Rappresenta un esempio perfetto di come l’arte possa elevare il nostro spirito e avvicinarci a ciò che è più autentico e sacro. Il successo di questa composizione ha contribuito a consolidare la reputazione di Rautavaara come uno dei più grandi compositori del ventesimo secolo, capace di fondere tradizione e innovazione in un linguaggio musicale unico. In un mondo sempre più frenetico e distante dalla natura, il "Cantus Arcticus" ci ricorda l’importanza di fermarsi, ascoltare e apprezzare la bellezza che ci circonda. È un’opera che invita alla contemplazione e che celebra la simbiosi tra l’uomo e il suo ambiente. Rautavaara, attraverso questa sinfonia di canti d’uccelli e orchestrazioni delicate, ci offre una finestra su un mondo che rischia di andare perduto, ma che grazie alla sua musica, può essere eternamente preservato nella nostra memoria collettiva. In conclusione, il "Cantus Arcticus" di Einojuhani Rautavaara è più di un semplice concerto: è un dialogo tra il naturale e l'umano, un omaggio alla bellezza incontaminata della natura e un richiamo alla nostra responsabilità di custodirla. È un’opera che continua a ispirare e a trasportare l’ascoltatore in un viaggio sonoro attraverso i paesaggi selvaggi e incontaminati del Nord, ricordandoci che, come gli uccelli che cantano nel cielo artico, anche noi facciamo parte di un’armonia più grande, universale e senza tempo.

Redazione

Il giardino incantato di Maurice Ravel: un capolavoro ispirato dalla Natura

Maurice Ravel, attraverso il "Jardin Féérique" dal balletto "Ma Mère l’Oye", cattura la magia e la bellezza della natura. La musica evoca un giardino incantato e celebra la rinascita, unendo tecnica e sensibilità.

 

Maurice Ravel, uno dei compositori più celebri del XX secolo, è noto per la sua abilità nel trasportare gli ascoltatori in mondi magici e incantati attraverso le sue composizioni. Una delle sue opere più affascinanti, il "Jardin Féérique" dal balletto "Ma Mère l’Oye", è un perfetto esempio di come la natura possa ispirare la musica classica in modo sublime. Nel testo che accompagna la partitura di "Ma Mère l’Oye", Ravel dipinge un quadro sonoro che evoca immagini vivide e poetiche. La scena è quella di un giardino incantato al sorgere del sole, dove un principe incontra una principessa addormentata, risvegliata dal canto degli uccelli e dal primo chiarore del giorno. La musica di Ravel cattura questo momento con una delicatezza e una sensibilità straordinarie, trasformando la semplice descrizione in un’esperienza emozionale.

Il "Jardin Féérique" è la scena finale del balletto "Ma Mère l’Oye" (potete ascoltarlo qui), una suite orchestrale basata su fiabe popolari. In questa sezione, la narrazione musicale si concentra sul risveglio della principessa e sull’unione dei due amanti, circondati da creature fiabesche. Le note di Ravel, come un colpo di triangolo scintillante come la rugiada, creano un’atmosfera di magia e meraviglia. Le melodie delicate e espressive del violino e del celesta, i suoni della clarinetta e dell’arpa, e l’intero ensemble orchestrale contribuiscono a dipingere un quadro sonoro che sembra sospeso nel tempo. Questo momento, descritto da Ravel come un’apoteosi, è un omaggio alla bellezza e alla potenza della natura che si risveglia, un’esplosione di luce e colori che riempie l’aria.

In musica, il termine apoteosi significa letteralmente "vicino agli dei" e viene utilizzato per indicare un omaggio supremo. Ravel, con la sua capacità di fondere tecnica e sensibilità, crea un’apoteosi che è al tempo stesso un tributo alla natura e alla sua forza rigeneratrice. Gli strumenti musicali, con le loro tonalità crescenti e i timbri variopinti, riescono a evocare l’alba di un nuovo giorno e il risveglio della vita. L’orchestra, attraverso una progressione sonora unica, trasmette il senso di un miracolo in atto. I colpi di timpani, i suoni dei corni e dei bassoni, e le corde che si uniscono in un crescendo armonico, rappresentano l’unione dei personaggi del balletto che celebrano l’amore e la rinascita. Ravel era affascinato dalla natura e dalle sue manifestazioni, e questa passione si riflette in molte delle sue opere. Il "Jardin Féérique" è un esempio lampante di come la natura possa essere rappresentata attraverso la musica, non solo come sfondo ma come protagonista. La sua musica rende tangibile l’idea del risveglio della natura, della primavera che ritorna, della vita che si rinnova. Un altro capolavoro di Ravel, "Daphnis et Chloé" (potete ascoltarlo qui), è spesso considerato "il più bel risveglio della natura conosciuto dalla musica classica". Questa opera, un balletto in un atto, è un’ode alla bellezza della natura e all’amore che fiorisce in essa. Le sue orchestrazioni ricche e i cori eterei dipingono un paesaggio sonoro che celebra la rinascita e la vitalità del mondo naturale. La ricerca sonora di Ravel, con la sua dimensione di mistero e meraviglia, ci ricorda che la natura stessa è una fonte inesauribile di ispirazione. La sua abilità nel catturare questi momenti e nel trasformarli in musica è ciò che lo rende uno dei compositori più amati e rispettati della storia.

bolero.jpg A testimonianza della duratura influenza di Ravel, il film "Boléro" di Anne Fontaine, uscito il 6 marzo 2024, esplora il mondo complesso e affascinante di questo compositore. Con Raphaël Personnaz nel ruolo principale, il film offre una visione intelligente e sensibile del più enigmatico dei compositori, immergendoci nel suo universo musicale e nelle sue ispirazioni. Il "Jardin Féérique" di Maurice Ravel rimane una delle opere più belle e incantevoli ispirate dalla natura. La sua musica continua a risuonare nei cuori degli ascoltatori, ricordandoci la bellezza e la magia del mondo naturale. Ravel, attraverso la sua arte, ci invita a vedere e sentire la natura con occhi e orecchie nuove, rivelando l’incanto che ci circonda ogni giorno.

 Ispirazioni è una rubrica curata da Anne Claire Budin