Il vivaista
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Altri due anni alla guida del soggetto referente del Distretto di Pistoia per Luca Magazzini. Vice presidenti Gilberto Stanghini (confermato) e Maurizio Bartolini. [In foto da destra a sinistra: Magazzini, Stanghini, Bartolini]
Stamani il consiglio direttivo dell’Associazione Vivaisti Italiani, alla prima riunione dopo il rinnovo dello scorso 8 luglio, ha votato il nuovo presidente.
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L.S.
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Con riferimento al piano di rimboschimento da 3 miliardi di alberi entro il 2030 dell’Ue, il progetto “Bosco vivo e foreste urbane” di Coldiretti e Federforeste mira a gestire il patrimonio forestale in maniera sostenibile per contribuire a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, favorendo lo stoccaggio del carbonio da parte delle superfici forestali e delle foreste urbane. Nei centri urbani Coldiretti vorrebbe oasi “mangia smog” con alberi performanti come l’Acero riccio, la Betulla o il Cerro.
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Un comunicato stampa delle autorità svizzere, rilanciato dai media italiani, ha segnalato un’introduzione accidentale di Ripersiella hibisci dall'Italia, descrivendo il parassita come mai documentato in Europa. Ma in realtà questa cocciniglia è già nota da più di 10 anni nel vecchio continente e sorvegliata dai servizi fitosanitari comunitari. Bene quindi l'attenzione, ma gli allarmismi sono da evitare.
C'è una cocciniglia che in questi giorni sta facendo parlare di sé. Si chiama Ripersiella hibisci e ha avuto un balzo di notorietà dopo che alcuni giornali e siti internet hanno rilanciato un comunicato stampa dell'Ufficio federale dell'agricoltura elvetico che segnalava un focolaio di questo insetto in Svizzera.
Secondo il comunicato stampa delle autorità svizzere pubblicato il 30 giugno scorso, il parassita è stato ritrovato su una partita di 50 piante di Callistemon - la scovolina - importate dall'Italia.
E sempre secondo questo comunicato - e i media che lo hanno rilanciato - si tratterebbe di un parassita finora mai documentato in Europa, anche se non è così.
Ma andiamo per gradi e inziamo a vedere chi è e cosa fa Ripersiella hibisci.
Come riporta la scheda dell'Efsa, l'autorità europea per la sicurezza alimentare, dedicata a questo insetto, si tratta di una cocciniglia della famiglia degli Pseudococcidi identificata per la prima volta in Giappone nel 1971 e classificata inizialmente con il nome di Rhizoecus hibisci.
Questa cocciniglia vive nel terreno, dove compie tutto il suo ciclo vitale, dalle uova agli individui adulti, attaccando le radici delle piante di cui si nutre e causando danni che vanno dal rallentamento della crescita, all'ingiallimento delle foglie, mentre non è mai stato documentato che possa trasmettere virus o altri patogeni.
Gli adulti di questa cocciniglia sono piccoli, da 1,2 a 2,4 mm di lunghezza, di colore bianco o grigiastro, ricoperti di una cera cotonosa bianca, che si può ritrovare anche sulle radici e sul substrato delle piante attaccate e che spesso è il sintomo più evidente della sua presenza. Le femmine, dopo essersi accoppiate, depongono le uova in contenitori, tecnicamente detti ovisacchi, che possono contenere 80-100 uova, che schiuderanno in circa 9 giorni, dando origine alle forme giovanili - le ninfe - per poi arrivare allo stadio adulto in 2 o 3 mesi a seconda della pianta di cui si nutrono e della temperatura. Ma le femmine posso riprodursi anche per partenogenesi, deponendo uova non fecondate da cui possono nascere nuovi individui.
Ripersiella hibisci è un parassita polifago, cioè si può nutrire di più specie vegetali. In particolare le piante ospiti di cui si nutre e su cui è stata documentata la sua presenza sono principalmente piante ornamentali, soprattutto se allevate in vaso e in serra, tra cui l'ibisco - come dice lo stesso nome scientifico della cocciniglia - l'oleandro, i rododendri, i gerani, la cuphea, la dieffenbachia, le camelie, il ligustro, l'olmo e l'olmo giapponese (Zelkova spp.), la serissa (Serissa spp.) il melograno, la calatea, e le palme del genere Phoenix, oltre che i fichi.
Attualmente Ripersiella hibisci è presente stabilmente in Giappone, in Cina, a Taiwan, in Florida, a Porto Rico e alle Hawaii.
In Europa, dove avrebbe tutte le condizioni ambientali per vivere e svilupparsi, ci sono state già delle segnalazioni: in Olanda nel 2001 e nel Regno Unito nel 2004, dove il parassita è stato prontamente eradicato. Una prima segnalazione ci sarebbe stata anche in Italia già nel 1994 su una partita di bonsai proveniente dal Giappone e anche in questo caso la cocciniglia risulta essere stata eradicata. Quindi non è vero, come riporta il comunicato svizzero, che l'insetto non era mai stato documentato in Europa.
Anzi, secondo i dati riportati da Eppo, l'Organizzazione europea e mediterranea per la protezione delle Piante, nel 2021 il parassita è stato segnalato ed è sotto eradicazione in Danimarca, in Belgio e in Germania, oltre che in Svizzera e in Italia. Addirittura nel 2000 la Direttiva CE 2000/29 inseriva questa cocciniglia tra gli organismi nocivi noti nel territorio comunitario, anche se oggi il regolamento di esecuzione UE 2019/2072 della Commissione Europea del 28 novembre 2019 inserisce questa cocciniglia nell’Allegato II, parte A, tra gli organismi nocivi di cui non è nota la presenza nel territorio dell’Unione, ed in definitiva è a tutti gli effetti un organismo nocivo da quarantena rilevante per l’Unione.
Ma come ci si difende da Ripersiella hibisci? E’ fondamentale l’autocontrollo fitosanitario per mettere in atto azioni di carattere preventivo.
Per la sua potenziale pericolosità e capacità di insediarsi stabilmente in Europa è vietata l'importazione, da paesi terzi, di piante che si accompagnino a terreno o substrati. Una misura preventiva, prevista anche in Svizzera, che comunque non è in grado di scongiurare completamente il rischio di introduzione dell'insetto. Si possono poi isolare e controllare le partite di piante che si sospetta essere infestate e si deve porre particolare cura nella pulizia e nella disinfezione dei contenitori e dei materiali che vengono a contatto con i substrati e le radici delle piante infette o sospette tali.
In caso di infestazione è stato testato a livello sperimentale l'uso di insetticidi a base di spirotetramat, che applicati al terreno si sono rivelati efficaci nel ridurre le popolazioni di questa cocciniglia, anche se questo principio attivo attualmente non è autorizzato sulle piante ornamentali. Ma il metodo più efficace è il trattamento termico. Da prove sperimentali è stato visto che immergendo i vasi e i substrati in acqua a 47°C per 23 minuti o a 50°C per 15 minuti muoiono tutti gli esemplari presenti: sia gli insetti adulti, sia quelli allo stadio giovanile e sia le uova.
Insomma, Ripersiella hibisci può essere un problema per il vivaismo ornamentale italiano e non bisogna sottovalutarlo. Ma al momento questa cocciniglia non è un problema e non è sottovalutata dalle autorità fitosanitarie. Quindi è bene che l'attenzione resti alta, ma gli allarmismi sono fuori luogo.
Matteo Giusti
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All’assemblea dei soci dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto vivaistico pistoiese, tenutasi ieri al Circolo di Masiano (Pistoia), sono stati approvati all’unanimità bilancio e nuovo Consiglio direttivo. Interventi del sindaco di Pistoia e di alcuni assessori regionali. Il presidente di AVI Magazzini ha letto un messaggio dell’assessora regionale all’agricoltura Saccardi, per la quale gli investimenti «in aree verdi» sono «interventi strutturali per le generazioni future» e bisogna salvaguardare le esigenze di competitività delle aziende vivaistiche. Presentato ai soci il neo presidente di distretto Francesco Ferrini, che ha illustrato i suoi obiettivi. Tra le novità dell’Associazione, tre nuovi membri nel Consiglio direttivo e acquisto di una nuova sede. Confermato il programma con risorse destinate alle attività di “promozione e ricerca e sviluppo” che salgono a 128 mila euro nel preventivo del 2021 (da 119 mila nel 2020) e grande impegno nella progettazione per bandi regionali che offrono cofinanziamenti in eco-sostenibilità e innovazione oppure formazione gratuita. Presidente e vice presidenti di AVI saranno votati al prossimo Consiglio direttivo entro luglio.
Si tratta di un’assemblea particolare, la prima in presenza dopo che la pandemia aveva fatto saltare quella dello scorso dicembre sul bilancio preventivo 2021, e che teniamo a luglio invece che a giugno perché il Covid ci ha impedito di organizzare prima questo evento in presenza, ma alla fine ci siamo riusciti. Votiamo il bilancio previsionale del 2021 e il consuntivo del 2020, e il rinnovo del consiglio direttivo, di cui era scaduto il mandato, con sei conferme e tre nuove figure più giovani del vivaismo pistoiese. Alla prima riunione del nuovo Consiglio direttivo, entro luglio, voteremo presidente e vice presidenti».
Così Luca Magazzini, presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, ha introdotto ieri l’assemblea di AVI, nella quale ha presentato ai soci il nuovo presidente del Distretto Francesco Ferrini, fresco di elezione: «una figura di spessore internazionale con grandi capacità tecniche e con grande voglia di mettersi a disposizione delle circa 1400 aziende produttrici di piante ornamentali». Un’assemblea che cade in una fase cruciale, ricca di opportunità, ma delicata per il vivaismo, perché, come ha spiegato Magazzini nella sua relazione, «da un lato c’è bisogno di aumentare e programmare meglio le produzioni per far fronte alla domanda, altrimenti è inutile parlare di milioni di alberi da piantare, e al tempo stesso i processi di innovazione per ridurre la chimica sono finora avvenuti con investimenti e risorse proprie delle aziende». Con riferimento in generale «al protocollo d’intesa del 2019 con la Regione Toscana per la progressiva riduzione degli agrofarmaci» nei vivai e più nello specifico al Progetto integrato di distretto (Pid) “Vivaismo per un futuro sostenibile”, il cui finanziamento è stato approvato da diversi mesi dalla Regione Toscana senza però che siano state avviate ancora le erogazioni dei cofinanziamenti regionali alle aziende partecipanti al Pid.
Sono stati quindi graditi gli interventi all’assemblea di importanti interlocutori istituzionali come il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, che ha detto fra l’altro nel suo intervento «ci aspettano battaglie sulla programmazione della produzione di piante per stare dietro alla domanda», dei consiglieri regionali Alessandro Capecchi (anche assessore comunale al governo del territorio e la riqualificazione urbana), Federica Fratoni e Marco Niccolai, che hanno confermato la centralità e ruolo trainante del comparto vivaistico con rassicurazioni sull’imminente erogazione dei finanziamenti deliberati. Così come è stata gradita la lettera inviata dall’assessore regionale Stefania Saccardi, letta da Magazzini durante l’assemblea, in cui la vicepresidente della Regione ha dichiarato che, grazie anche all’affermarsi della «consapevolezza dell’importanza del verde nelle nostre città», fra i «molti temi che potranno essere sviluppati con le risorse destinate dall’Europa per sostenere la ripresa dopo la crisi determinata dalla pandemia Covid 19» vi è «in primo luogo quello della rigenerazione delle aree urbane», perché «impiegare risorse per la realizzazione e il miglioramento delle aree verdi può rappresentare un importante intervento di tipo strutturale», un investimento per le generazioni future. Saccardi ha aggiunto che «il vivaismo resta un settore economico produttivo» che deve confrontarsi con «una competizione – anche internazionale – sempre più sostenuta» e con «l’esigenza di contenere i costi con l’obiettivo di commercializzare adeguatamente le produzioni», per cui «saranno necessari anche ricerca applicata, innovazione, lo studio di nuove metodologie produttive con impatti ambientali sempre minori, tecnologie per migliorare e diversificare l’offerta e aumentare la competitività».
Nella sua relazione, il neo presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia Francesco Ferrini, dopo essersi presentato alla platea dei soci di AVI ricordando le sue molteplici esperienze di ricerca attinenti al vivaismo, ha tra l’altro sostenuto che «la metà del Pil mondiale dipende fortemente o moderatamente dalla natura. Per ogni euro speso per il ripristino della natura, ci si può aspettare almeno 9 euro di benefici economici. E questo è un dato su cui dovremo far valere la nostra forza sui tavoli contrattuali. Perché la natura, intendo soprattutto la “natura urbana”, la si costruisce a partire dai vivai. Questo deve essere fortemente sottolineato. Non dobbiamo però andare dietro ai proclami dei milioni se non addirittura miliardi di alberi da piantare. Non dobbiamo dire quanti alberi pianteremo, ma quanti riusciremo a farne sopravvivere. Partendo da materiale di qualità, sicuramente le percentuali di successo saranno maggiori. E Pistoia è qualità. Nonostante la crisi, Pistoia ha sempre mantenuto standard qualitativi elevati e mediamente superiori a quelli di altre aree produttive».
Bilancio e nuovo Consiglio direttivo
Dopo la relazione di Magazzini, sono stati illustrati dal revisore dei conti Paola Fanti sia il bilancio preventivo del 2021 che il bilancio consuntivo del 2020 di AVI, la cui base associativa è stabile a 219 soci (contro i 221 dell’ultima assemblea) e che l’anno scorso ha deciso di acquistare una nuova sede cogliendo al volo una buona occasione immobiliare con un mutuo conveniente.
In generale i conti sono in ordine. Dal bilancio consuntivo di cassa del 2020 risultano infatti 257.816 € di uscite e 242.610 € di entrate, con un disavanzo di cassa di 15.206 € ampiamente coperto dall’avanzo di gestione precedente (51.704 €) e una disponibilità al 31 dicembre 2020 di 36.499 €. Per quanto riguarda invece il bilancio preventivo di cassa del 2021, le uscite ed entrate previste (a pareggio) sono di 207.403 €. Fra le entrate previste, circa 50 mila euro arriveranno dalle quote associative e quasi 86 mila euro dalle sponsorizzazioni. Da notare, come sottolineato da Paola Fanti, che nel preventivo del 2021 salgono a 128.000 euro (da 119 mila euro del 2020) le risorse destinate alle attività di “promozione e ricerca e sviluppo” e che rappresentano gli scopi propri dell’associazione, con AVI impegnata in particolare nella progettazione per bandi regionali che offrono cofinanziamenti in eco-sostenibilità e innovazione oppure formazione gratuita. Entrambi i bilanci sono stati approvati all’unanimità.
Subito dopo si è passati alla votazione del nuovo Consiglio direttivo, che ha visto l’ingresso di tre nuovi consiglieri: Bartolini Massimo (per Vivai Piante Bartolini Massimo), Bartolini Maurizio (Vivai Reali V.) e Masetti Gianna (Vivai Piante Masetti Sabino). Confermati Bessi Marco (Bessi Vivai di Mauro & Marco S.S.A.), Ghelardeschi Leonardo (Gherlardeschi Piante), Innocenti Grazia (Rolando Innocenti & Figli), Magazzini Luca (Az. Agr. Magazzini Luca), Stanghini Gilberto (Vivai Stanghini G. di Alessio Stanghini) e Vignoli Francesco (Vivai Piante Vignoli). Anche il nuovo Consiglio direttivo è stato approvato all’unanimità.
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