Filiera vite-vino

Toscana trionfa al Concours Mondial de Bruxelles: i vini premiati d'Italia

La Toscana conquista il podio al prestigioso Concours Mondial de Bruxelles con 80 vini premiati, dimostrando l'eccellenza del suo panorama vinicolo. Una vittoria che celebra la qualità e l'innovazione dei produttori toscani e il ruolo chiave dell'enoturismo nella regione.
 

La Toscana si è affermata come la protagonista indiscussa al trentesimo Concours Mondial de Bruxelles (CMB), uno dei più prestigiosi concorsi enologici internazionali. La regione ha portato a casa ben 80 vini premiati, confermando la sua eccellenza nel panorama vitivinicolo italiano. Tra questi, 32 hanno ottenuto la medaglia d'oro, 47 la medaglia d'argento e un Nobile di Montepulciano Docg si è aggiudicato la Gran medaglia d'oro.

La vittoria della Toscana al Concours Mondial de Bruxelles non solo rappresenta un importante traguardo per i produttori locali, ma sottolinea anche l'eccezionalità della regione nel panorama vinicolo italiano. Oltre alle rinomate Docg toscane, come il Brunello di Montalcino, il Nobile di Montepulciano, il Chianti Classico e il Chianti, numerosi vini provenienti da denominazioni meno conosciute hanno ottenuto riconoscimenti di grande prestigio.

La collaborazione tra la Regione Toscana e il CMB, evidenziata dall'evento annuale BuyWine, ha giocato un ruolo cruciale nel promuovere la partecipazione e la qualificazione dei vini toscani. Questo impegno congiunto ha contribuito a valorizzare il territorio e a stimolare l'innovazione nel settore vinicolo e l'enoturismo come fattori chiave per promuovere la regione.

La vicepresidente e assessora all'agroalimentare Stefania Saccardi ha accolto con entusiasmo i risultati ottenuti, evidenziando il coraggio e la passione dei produttori toscani che hanno investito nell'innovazione e nella sostenibilità. L'attenzione all'enoturismo si è rivelata fondamentale per valorizzare le eccellenze enogastronomiche della Toscana e per offrire ai visitatori un'esperienza unica e indimenticabile.

La vittoria al Concours Mondial de Bruxelles rappresenta un riconoscimento di prestigio per il lavoro svolto dai produttori toscani, che continuano a sorprendere con la loro qualità e a innovare nel settore. Grazie alla loro dedizione, la Toscana si afferma come una delle regioni vinicole più apprezzate e competitive a livello internazionale. I visitatori e gli appassionati di vino possono quindi aspettarsi un'esperienza di degustazione indimenticabile nel cuore di questa rinomata regione vinicola. 

Redazione

in Sicilia il Concorso enologico internazionale Città del Vino

Dal 12 al 14 maggio a Sambuca di Sicilia (AG) selezioni del 21° Concorso enologico Città del Vino: 1.170 vini italiani (da 19 regioni) e 230 da 10 Paesi esteri.

 
Saranno valutati per la qualità e il legame con il territorio di origine i 1.400 vini in concorso, oltre a 80 grappe, della 21esima edizione del Concorso enologico internazionale Città del Vino, organizzato dall’Associazione Nazionale Città del Vino fin dalla sua ideazione nel 2001, con il supporto scientifico dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino).
Le selezioni si svolgeranno da venerdì 12 a domenica 14 maggio a Sambuca di Sicilia (Agrigento) nel cuore della Valle del Belice, all’interno del programma Menfi Città Italiana del Vino 2023 (vedi). La premiazione finale avrà luogo a Roma il 7 luglio nella Sala della Protomoteca del Campidoglio. 
Riguardo ai vini partecipanti al concorso, 1.170 sono italiani e provengono da quasi tutto il Belpaese: da 19 regioni. Al primo posto per numero di etichette la Sicilia con 121 vini, seguono la Sardegna con 101, quindi Emilia Romagna e Piemonte con 85 vini e poi la Toscana con 76 e il Lazio con 72 etichette. Fra i vini stranieri la partecipazione maggiore arriva dal Portogallo con 99 vini, Moldova 77 e Brasile 23. Quindi Croazia, Germania, Spagna, Austria, Francia, Lussemburgo e Corea del Sud.  
Partecipano tutti i vini, purché Dop (Doc e Docg) e Igp. In palio Gran Medaglie d’Oro, Oro e Argento, simbolo per le aziende di un vero e proprio attestato di certificazione della qualità dei loro vini, pur tenendo conto che solo il 30% dei campioni presentati può ottenere il riconoscimento come stabilito sia dal Ministero, sia dall’OIV.
«Il concorso – spiegano gli organizzatori - mantiene inalterato nel tempo il suo spirito: valutare i vini non tanto e non solo dal punto di vista tecnico (la loro qualità oggettiva), ma soprattutto per il loro legame con il territorio, per la loro capacità di emozionare e per ribadire il valore del rapporto tra le aziende e i Comuni. Sindaci e produttori, infatti – spiega Città del Vino -, sono idealmente uniti nella promozione delle tradizioni e delle eccellenze enologiche che li contraddistinguono e ricevono entrambi i riconoscimenti da mostrare in cantina e anche in Municipio».
La novità di quest’anno è la collaborazione con Assoenologi come partner tecnico: «una collaborazione che non si limita alla realizzazione del concorso, ma che avrà contenuti anche di natura strategica a sostegno delle buone pratiche per la viticoltura di qualità». L’accordo prevede infatti «azioni comuni volte a promuovere il patrimonio vitivinicolo italiano come un particolare aspetto della cultura del territorio, a difendere la biodiversità viticola, i vitigni autoctoni e antichi e le buone pratiche per rendere sempre più sostenibile la coltura della vite e a programmare azioni di formazione non solo per quanto riguarda gli aspetti tecnici ed agronomici, ma anche quelli enoturistici». E «non ultimo – sottolinea il presidente di Città del Vino Angelo Radica – l’impegno congiunto a sostenere con specifiche azioni la tutela della viticoltura italiana, sia in sede istituzionale nazionale sia in sede europea e internazionale: il tema recente del ‘nutriscore’ proposto in sede europea, è costantemente monitorato visto il momentaneo accantonamento di una misura che avrebbe pesato negativamente sui prodotti agroalimentari italiani, vino compreso, pur condividendo in generale la necessità di attuare politiche a tutela della salute delle persone; non è criminalizzando il vino che questa tutela può essere portata avanti».
[Foto "Veduta di Sambuca di Sicilia" di Davide Mauro da Wikipedia]
 

Redazione

Flavescenza dorata e vettori coinvolti: incontro di aggiornamento

I Georgofili organizzano il 9 maggio un incontro (anche online) sulla Flavescenza dorata e i vettori coinvolti nella sua epidemiologia. Iscriversi entro l’8.

Un’occasione di aggiornamento scientifico sull’emergenza fitosanitaria della Flavescenza dorata, per avviare un percorso di informazione e interlocuzione rivolto al mondo tecnico del comparto viticolo e per promuovere il trasferimento alle aziende e al territorio sia dei risultati maturi della ricerca, sia degli indirizzi di “lotta obbligatoria” definiti dai competenti servizi fitosanitari.
È la giornata di studio che l’Accademia dei Georgofili, su proposta del suo Comitato Consultivo sui problemi della difesa delle piante, organizza martedì 9 maggio, dalle ore 14,30 alle 18, nella propria sede centrale, presso le Logge Uffizi Corti di Firenze, ma anche online, con il titolo “Aggiornamenti sulla flavescenza dorata e i vettori coinvolti nella sua epidemiologia”.
«La Flavescenza dorata – si legge nella presentazione dell’incontro di studio - si è diffusa in Europa e in Italia a partire dalla metà del secolo scorso grazie all’arrivo in Europa del cicadellide neartico Scaphoideus titanus, strettamente associato alla vite e vettore primario dei fitoplasmi “agenti” della malattia», dove “fitoplasma” è la denominazione generica di una categoria di microorganismi fitopatogeni responsabili di alcune malattie delle piante coltivate. «Negli ultimi anni – continua la presentazione - questa fitoplasmosi ha mostrato una preoccupante recrudescenza epidemica, verosimilmente dovuta a più fattori del sistema “vite-fitoplasmi-vettori” e alle sue interazioni con l’agro-ecosistema vigneto». Un ruolo non secondario in questa diffusione, viene specificato, lo hanno avuto i cambiamenti climatici e la contrazione della farmacopea (elenco dei medicamenti) ammessa dalla legislazione vigente.
La giornata di studio, che sarà aperta dai presidenti dei Collegi degli agrotecnici e dei periti agrari e del Consiglio dell’Ordine degli agronomi (Conaf) e che vedrà fra i relatori anche il direttore del Servizio Fitosanitario Centrale Italiano Bruno Faraglia, è rivolta in particolare ai «tecnici delle scienze agrarie, iscritti agli ordini e ai collegi di riferimento», che sono «riconosciuti da tempo come le figure più prossime a quelle del “consulente fitosanitario” previsto, con ampi compiti di sostegno e miglioramento delle aziende, dal quadro legislativo europeo volto a una progressiva riduzione dei prodotti fitosanitari di sintesi e alla diffusione di una “viticoltura di precisione”».
L’evento è valido per il riconoscimento dei Crediti Formativi Professionale (CFP) per gli iscritti agli albi degli ordini e collegi sopra citati come segue: l’evento è accreditato di 0,375 CFP ai sensi del regolamento Conaf; ai periti agrari e periti agrari laureati che parteciperanno saranno riconosciuti 3 CFP; agli agrotecnici e agrotecnici laureati che parteciperanno saranno riconosciuti i CFP dietro presentazione dell’attestato di partecipazione.
La partecipazione potrà avvenire solo compilando entro le ore 14 di lunedì 8 maggio 2023 del seguente form. Le iscrizioni per la partecipazione in presenza saranno accolte compatibilmente con la capienza della sala. Per la partecipazione on-line gli interessati, una volta fatta la registrazione, riceveranno le credenziali di accesso alla piattaforma web.

Programma
Ore 14.30 - Apertura dei lavori
- Massimo Vincenzini, Presidente Accademia dei Georgofili
- Lorenzo Gallo, Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati
- Maresa Novara, Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
- Sabrina Diamanti, Presidente Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali

Ore 14.50 - Relazioni
Coordinatore dei lavori: Piero Cravedi - Presidente Comitato Consultivo sui problemi della difesa delle piante dell'Accademia dei Georgofili
- Marta Martini - Università di Udine
“Flavescenza dorata: potenzialità offerte dalle nuove tecnologie molecolari per lo studio di una fitoplasmosi riemergente della vite”
- Cristina Marzachì - CNR-IPSP di Torino
“Flavescenza dorata: novità sulle interazioni tra fitoplasma, pianta e vettore e nuove possibili strategie di difesa da un fitoplasma riemergente della vite”
- Alberto Alma - Accademia dei Georgofili, Università di Torino; Elena Gonnella - Università di Torino
“I vettori: dinamica del ruolo nella epidemiologia della Flavescenza dorata”
- Bruno Faraglia - Accademia dei Georgofili, Servizio Fitosanitario Centrale Italiano - MASAF
“Flavescenza dorata, malattia causata da un organismo nocivo da quarantena: misure di emergenza e norme europee”
- Francesco Faggioli e Luca Ferretti - CREA-DC Laboratorio nazionale di riferimento “Area virus, viroidi e fitoplasmi”
“Il contributo della Rete Nazionale dei Laboratori nell’ottimizzazione e armonizzazione della diagnosi di Flavescenza dorata e altri giallumi della vite”

Ore 17.30 - Interventi e Discussione

Ore 18.00 - Termine dei lavori

Redazione

Vino, Oiv: i principali dati del settore a livello mondiale nel 2022

Organizzazione internazionale della vigna e del vino: nel 2022 il balzo dei prezzi ha frenato i consumi, ma è salito a un livello record il valore dell’export.

L’anno scorso è stato caratterizzato da un'inflazione elevata e da interruzioni della catena di approvvigionamento globale. In questo contesto, molti mercati hanno registrato un aumento significativo dei prezzi del vino, che hanno portato a una leggera diminuzione dei volumi consumati in tutto il mondo. Tuttavia il valore complessivo delle esportazioni mondiali di vino è il più alto mai registrato.
Così, qualche giorno fa, l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) ha sintetizzato l’andamento del settore vinicolo a livello internazionale nel 2022. Un’annata in cui la produzione mondiale di vino è stata di 258 milioni di ettolitri, con un leggero calo dell’1% rispetto al 2021. Ciò perché, nonostante che la siccità e le ondate di calore della primavera ed estate scorsa facessero prevedere risultati negativi, spiega Oiv, il volume del raccolto in Europa è stato superiore al previsto, mentre nell’emisfero australe la produzione si è attestata sul livello medio atteso.
Le esportazioni mondiali di vino nel 2022 hanno subito un forte impatto a causa dell’elevata inflazione e delle interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali che hanno portato a un significativo rallentamento dei trasporti via mare. Questa combinazione di fattori ha portato a un volume complessivamente inferiore di vino, esportato però a un prezzo medio molto più alto (+15% rispetto al 2021), con un valore delle esportazioni globali di vino stimato a 37,6 miliardi di euro, la cifra più alta mai registrata.
La stima di Oiv del consumo mondiale di vino nel 2022 è pari a 232 milioni di ettolitri, con un calo di 2 milioni di ettolitri rispetto al 2021 (quasi -1%). Il motivo, sottolinea l’Oiv, è l'impennata dei costi di produzione e distribuzione, che ha provocato un significativo aumento dei prezzi del vino per i consumatori. In questo contesto, tuttavia, l’Oiv riferisce che i comportamenti di consumo del vino nazionali sono stati piuttosto eterogenei tra le varie aree geografiche.
Infine Oiv rende noto che la superficie viticola mondiale è rimasta stabile nel 2022 a 7,3 milioni di ettari: -0,4% rispetto all’anno precedente. Una stabilizzazione complessiva risalente al 2017, che però nasconde evoluzioni eterogenee nei principali Paesi produttori di vite.

Redazione

Il vino in lattina fra tecnologie e mercato: webinar di Assoenologi

Il 27 aprile breve corso online di Assoenologi su “Vino in lattina: aspetti tecnologici e tendenze di mercato” con docenti universitari. Iscrizioni entro il 26.


Le più recenti acquisizioni scientifiche sugli aspetti tecnologici dell’utilizzo delle lattine per il confezionamento del vino e il mantenimento della qualità del prodotto e sulle principali tendenze di mercato in vario modo legate alle potenzialità di diffusione di questa nuova forma di packaging.
Sono gli argomenti di cui si parlerà nel webinar organizzato da Assoenologi per giovedì 27 aprile, dalle ore 17 alle 18.30. Corso online aperto a tutte le persone interessate a conoscere meglio le caratteristiche e le potenzialità del confezionamento del vino in lattina.
Il webinar sarà articolato in due interventi distinti di due docenti del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università degli Studi di Firenze:
Aspetti tecnologici:
Confezionare il vino in lattina pone delle sfide importanti per il produttore e l’enologo perché necessita di un condizionamento e di una stabilizzazione del prodotto predisposti ad hoc per tale tipologia di contenitore. Valentina Canuti, ricercatore del DAGRI nonché docente al corso triennale di laurea in “Viticoltura ed enologia” dell’Università di Firenze e al corso magistrale in “Innovazione sostenibile in viticoltura ed enologia” inter-ateneo tra Università di Firenze e Università di Pisa, illustrerà studi recenti su tali argomenti, oltre a presentare dei dati relativi alla sostenibilità dell’alluminio.
Tendenze del mercato:
Il prof. Silvio Menghini, ordinario presso il DAGRI dell’Università di Firenze dove è docente di marketing vitivinicolo e contabilità analitica e valutazione degli investimenti, proporrà un’analisi delle potenzialità di sviluppo di tale nuovo formato anche per il mercato italiano, esaminando le statistiche ufficiali relative al generale andamento dei consumi di bevande alcoliche nel nostro Paese e i risultati di una indagine diretta che, effettuata nel 2022, ha interessato un campione di oltre 500 consumatori abituali di vino.
Il termine per le iscrizioni è mercoledi 26 aprile 2023.
La quota d’iscrizione è di 45 € per i soci di Assoenologi e di Federvini e Unione Italiana Vini, mentre di 60 € per i non soci e 10 € per gli studenti universitari (vedi qua).
Ai soci Assoenologi verranno riconosciuti 4 crediti formativi nazionali. Su richiesta viene rilasciato attestato di partecipazione per accreditamento al proprio Ordine/Collegio professionale.
Per infoformazione@assoenologi.it.

Redazione

Luca Rigotti - coordinatore del tavolo della filiera vitivinicola

A Vinitaly passato da UIV ad Alleanza delle Cooperative Agroalimentari il coordinamento del Tavolo della filiera vitivinicola nazionale: lo guida Luca Rigotti.

 
Dopo alcuni anni in cui il coordinamento è stato affidato a Unione Italiana Vini (UIV), avvicendamento alla guida del tavolo della filiera vitivinicola nazionale: a coordinarlo sarà l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari nella persona di Luca Rigotti, responsabile settore vitivinicolo dell’Alleanza nonché presidente del gruppo di lavoro sul vino del Copa-Cogeca (organo di rappresentanza delle organizzazioni e cooperative agricole in sede europea – vedi) e, come sottolineato da Wine News, «presidente del Gruppo Mezzacorona, punto di riferimento della virtuosa cooperazione trentina».
A farlo sapere il 13 aprile scorso una nota di Federvini in cui viene comunicato che le organizzazioni che fanno parte del tavolo della filiera vitivinicola nazionale - Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Assoenologi, Cia - Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini, Unione Italiana Vini – hanno preso la decisione di questo avvicendamento ringraziando l’UIV per il lavoro svolto in questi anni e ripromettendosi di «mantenere, e anzi rafforzare, lo spirito di squadra tra le organizzazioni rappresentative del settore vitivinicolo, nonché di poter fornire, in un momento storico peraltro particolarmente delicato, il giusto supporto alle istituzioni nazionali ed europee, auspicando un confronto costruttivo utile per consolidare e accompagnare il settore verso nuovi traguardi, sempre più rispondenti alle aspettative delle imprese, dei consumatori e della società».
 

Redazione