Filiera vite-vino

etichette allarmistiche sul vino

Le filiere del vino italiana e toscana dicono no a ok europeo alla norma irlandese che introduce sulle bevande alcoliche alert sanitari come per le sigarette.

 
Una delle ultime reazioni indignate al via libera per silenzio assenso della Commissione europea alla norma irlandese che introdurrà alert sanitari o health warning (avvertenze sui danni alla salute) sulle etichette di tutte le bevande alcoliche, dai superalcolici ai vini, è quella di oggi pomeriggio del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida all’Ansa Terra & Gusto. «Scelta gravissima per condizionare i mercati» ha detto il ministro all’agenzia stampa nazionale, aggiungendo fra l’altro: «si vuole equiparare il vino ai superalcolici», ma il vino «utilizzato in modo moderato è alimento sano».
Ma fra ieri e oggi c’è stato un vero e proprio diluvio di reazioni preoccupate e di critiche serrate di più o meno tutti i soggetti protagonisti della filiera del vino italiana e delle nostre associazioni agricole alla notizia che l’Irlanda è a un passo dall’attuazione di tale norma. Manca al via libera definitivo, infatti, come riferito oggi da Paolo De Castro, membro della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, in una nota pubblicata dal notiziario di Federvini, l’autorizzazione dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), perché tale norma rappresenta una barriera commerciale a livello internazionale. E De Castro è sorpreso che «la Commissione europea non prenda minimamente in considerazione la posizione approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento Ue che, nella risoluzione sulla lotta contro il cancro del febbraio scorso, ha categoricamente escluso l’introduzione di sistemi di etichettatura sanitari, come quelli presenti sui pacchetti di sigarette».
 
Le reazioni delle associazioni del comparto vinicolo
Per l’Unione italiana vini (Uiv) il via libera europeo, nonostante il parere contrario di Francia, Italia e Spagna (i tre principali produttori di vino) e di altri 6 Paesi, a health warning tipo “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” su vino, birra e liquori in Irlanda mette a rischio il principio stesso della libera circolazione delle merci. «Una pericolosa fuga in avanti da parte di un Paese membro – ha dichiarato il presidente di Uiv Lamberto Frescobaldi -. Secondo Uiv, il mancato intervento della Commissione europea mette a repentaglio il principio di libera circolazione delle merci in ambito comunitario e segna un precedente estremamente pericoloso in tema di etichettatura di messaggi allarmistici sul consumo di vino. Temiamo che la Direzione generale per la Salute voglia adottare nei prossimi mesi questo approccio a livello europeo lasciando nel frattempo libera iniziativa ai singoli Paesi membri, al fine di sdoganare sistemi adottati senza un previo dibattito pubblico a livello europeo». «I fatti di oggi – ha concluso Frescobaldi – segnano uno scenario paradossale e ingovernabile, fatto di una babele di etichette all’interno dell’Unione europea che purtroppo non risolvono il problema dell’alcolismo, che dovrebbe essere basato su un approccio responsabile nei consumi di prodotti molto diversi tra loro».
Toni ancora più duri da parte della presidente di Federvini Micaela Pallini, che, preoccupata per i pesanti accostamenti delle bevande alcoliche a rischi di tumori e malattie al fegato, ha parlato ieri di «sistema unilaterale che spacca il mercato unico europeo, una modalità discriminatoria perché non distingue tra abuso e consumo e criminalizza prodotti della nostra civiltà mediterranea senza apportare misurabili ed effettivi benefici nella lotta contro il consumo irresponsabile». «Chiediamo che il Governo Italiano – ha tuonato la presidente di Federvini - si attivi quanto prima per studiare ogni azione possibile, nessuna esclusa, per osteggiare una norma che contrasta con il buon senso e la realtà. Forse è giunta l’ora che il tema venga trattato a livello politico in ambito UE, non da soli ma con i partner europei che hanno già manifestato gravi perplessità su questo tipo di normativa. È necessario una presa di posizione di fronte al mutismo della Commissione Europea».
Altrettanto preoccupata l’associazione nazionale Città del Vino, che ieri per bocca del proprio presidente Angelo Radica ha affermato che questo via libera va «a colpire in modo diretto l’export delle produzioni enologiche in quel Paese», ma di fatto apre allo stesso principio in tutta Europa, lasciando libertà di decisione agli Stati membri. «Si tratta – ha continuato - di un precedente pericoloso per il mercato unico e che va a creare disinformazione ed allarmismo fra i consumatori, non tenendo conto delle differenze fra consumo consapevole e abuso di alcol». «Come Città del Vino, all’interno del Patto di Spello, - ha aggiunto Radica – ci stiamo battendo su tutti i fronti per scongiurare questa semplificazione superficiale perché etichette in bottiglia mettono in stretta relazione il consumo di alcol a malattie del fegato (o tumori) sono fuorvianti verso il consumatore e demonizzano un prodotto come il vino al centro della Dieta Mediterranea. Chiediamo un intervento deciso e tempestivo da parte del Governo italiano nei confronti delle istituzioni europee, è necessario bloccare questa norma e fare chiarezza una volta per tutte per tutelare un comparto che rappresenta il Made in Italy nel mondo. Auspichiamo inoltre che il Governo investa risorse ed attenzioni su attività di educazione per far comprendere cosa sia il consumo consapevole di vino e cosa sia l’abuso indiscriminato di alcol, iniziando dalle scuole». Intanto nei prossimi giorni il presidente di Città del Vino Radica ed il direttore Paolo Corbini, interverranno al Simposio 2023 di Assoenologi, a Napoli, dedicato proprio alla tematica “Vino e salute tra alimentazione e benessere” (vedi).
 
Critiche delle associazioni di categoria agricole e prime stime dell'impatto
«Siamo particolarmente preoccupati per la deriva proibizionistica che il settore vitivinicolo europeo sta affrontando. La Commissione non ha ascoltato le riserve che l’Italia, con altri numerosi Stati membri, ha manifestato per opporsi alle misure introdotte dalla normativa irlandese creando un grave precedente e un potenziale ostacolo al commercio interno». Questo ieri il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla notizia della non opposizione della Commissione europea allo schema di regolamento irlandese inerente l’etichettatura delle bevande alcoliche, che era stata notificato dall’Irlanda alla Commissione lo scorso mese di giugno. Il progetto di regolamento, evidenzia Confagricoltura, introduce l’obbligo di riportare messaggi sanitari relativi al cancro, alle malattie del fegato, alle donne in gravidanza nell’etichettatura e presentazione di tutte le bevande alcoliche, vini inclusi, immesse nel mercato domestico. «Occorre contrapporre a queste decisioni – ha concluso Giansanti - l’evidenza che è solo l’abuso di alcol, e non il consumo moderato, a poter determinare effetti nocivi sulla salute».
Sulla stessa linea d’onda Cia – Agricoltori Italiani, che parla di disincentivo di fatto al consumo di vino e di «pericoloso via libera ad allarmismi e disinformazione, nonché un precedente rischioso per l’Europa, andando contro la definizione dell’etichettatura comune». Per Cia «è sconcertante lo scenario che si va ora delineando, con una mossa che sdogana l’autonomia decisionale dei singoli Paesi Ue e compromette il lavoro fatto fino ad ora a livello comunitario nell’ambito del Cancer Plan, proprio a tutela della salute dei cittadini, ma senza demonizzare il consumo, moderato e responsabile, di vino, da distinguere nettamente dall’abuso». Al Governo italiano viene indirizzata quindi la richiesta di «tornare a sollecitare l’Europa sugli impegni già presi per promuovere uno stile di vita sano e una corretta informazione».
Parole di fuoco da Coldiretti, che ha parlato ieri di «attacco diretto all’Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato, di cui più della metà all’estero». Come affermato dal presidente Ettore Prandini «è del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol». Coldiretti non si è limitata alle argomentazioni sopra richiamate dalle varie rappresentanze di categoria, ma ha tentato di formulare alcune stime del possibile impatto di questa scelta europea «che metterebbe a rischio una filiera che in Italia dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale voce dell’export agroalimentare» e che «rischia di alimentare paure ingiustificate nei consumatori come dimostra il fatto che quasi un italiano su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette, secondo un sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it». Per Coldiretti bisogna «difendere un settore del Made in Italy che ha scelto da tempo la strada della qualità con le bottiglie che sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola». Con un consumo pro capite che in Italia si attesta sui 33 litri all’anno e con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende.
 
L’impatto nella regione toscana
Riguardo all’impatto sull’agroalimentare toscano, Coldiretti Toscana ha ricordato oggi che il vino è il simbolo più venduto e conosciuto all’estero del Made in Tuscany. «In pericolo – viene specificato - ci sono oltre 4 milioni di esportazioni di sole bevande, un quarto del totale dell’export che vola ogni anno verso l’Irlanda (fonte Istat)». Per questa via si potrebbero «aprire le porte a una normativa comunitaria che metterebbe a rischio la sopravvivenza di quasi 13 mila aziende regionali insieme ad oltre 1 miliardo di euro di esportazioni di vini oltre confini». E in Toscana questo comparto conta 58 produzioni a denominazione (52 DOP e 6 IGP), di cui 4 tra le principali 20 italiane (Chianti Dop, Chianti Classico, Brunello di Montalcino Dop e Toscano Igp) con 1.183 milioni di euro di impatto economico e 5.839 operatori coinvolti. Qualità confermata anche nel 2021 con la Toscana che è stata la regione che più di altre ha investito in superfici a vino DOP (57 mila ettari) secondo il rapporto Qualivita – Ismea. 
«Il vino – ha commentato il presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi - è il prodotto dell'agroalimentare italiano più conosciuto e apprezzato al mondo, etichette simili sulle bottiglie provocherebbero un gravissimo danno di immagine al Paese ed economico a tutto il settore, senza peraltro basi scientifiche: che il vino di qualità bevuto in giuste quantità faccia male e provochi tumori e malattie non è affatto dimostrato. L'Irlanda non è uno dei più grandi importatori di vino, ma il rischio è che la Comunità Europea faccia sua una tesi del genere, prendendo una strada irragionevole e dannosa».
 
Redazione
Donne del Vino - Daniela Mastroberardino

Passaggio del testimone dalla toscana Donatella Cinelli Colombini alla campana Daniela Mastroberardino alla guida dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino.

 
La produttrice campana Daniela Mastroberardino, amministratore ed export manager dell’azienda Terredora a Montefusco (Avellino), è la nuova presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino: ha ricevuto l’incarico oggi dal nuovo Consiglio direttivo. La presidente uscente, la toscana Donatella Cinelli Colombini, che ha retto l’Associazione per 7 anni portando le socie a oltre quota 1000, le ha consegnato il simbolico campanellino.
Al suo fianco siederanno la vice presidente vicaria Francesca Poggio (Piemonte), e le vice presidenti Marianna Cardone (Puglia) e Paola Longo (Lombardia). Completano il cda che resterà in carica per il triennio 2023-2025: Marilisa Allegrini (Veneto), Pia Donata Berlucchi (Lombardia), Antonella Cantarutti (Friuli Venezia Giulia), Cristiana Cirielli (Friuli Venezia Giulia), Carolin Martino (Basilicata), Dominique Marzotto (Sicilia), Antonietta Mazzeo (Emilia Romagna), Jenny Vian Gomez (Abruzzo). Nel collegio dei probiviri, siedono Michela Guadagno (Campania), Elena Tessari (Veneto), Romina Togn (Trentino Alto Adige).
«È tempo di guardare avanti – ha dichiarato appena eletta Daniela Mastroberardino – senza dimenticare questi quasi 35 anni di eredità che ci vengono consegnati e che sono frutto del lavoro di tutte noi donne del vino, ma, in particolare, delle presidenti che mi hanno preceduto e che tanto hanno profuso, ognuna di loro con il proprio tratto distintivo. Un ringraziamento per tutte alle tre presidenti che conosco meglio: a Pia Donata Berlucchi, la prima presidente al cui fianco ho lavorato, alla mia conterranea Elena Martusciello, con cui ho condiviso tanti degli inizi della mia vita associativa, e a Donatella Cinelli Colombini, da cui ricevo il testimone dopo sette anni straordinari».
«Il futuro – ha aggiunto la neo presidente - avrà la cifra la continuità, proponendo il punto di vista delle donne nel “magico” mondo del vino in cui lavoriamo: cultura e promozione, formazione, presenza sui temi che interessano il settore, internazionalizzazione. Sono certa che avremo anche la capacità di rinnovarci: non c’è continuità senza un pizzico di discontinuità».
 
Chi è la nuova presidente
Nata nel 1968, inizia la sua attività lavorativa nel 1992 alla Mastroberardino. Nel 1994, quando i destini della famiglia Mastroberardino prendono percorsi differenti, partecipa insieme al padre Walter e ai fratelli Paolo e Lucio alla trasformazione e allo sviluppo della tenuta agricola di famiglia, Terredora Di Paolo, oggi 180 ettari di vigna da cui nascono alcune delle etichette che contribuiscono a portare l’Irpinia e la Campania nel mondo. Daniela oggi è amministratore ed export manager della Terredora. È socia delle Donne del Vino dalla fine degli anni Novanta, quando l’allora delegazione campana era composta da sole 4 produttrici. Più volte consigliera nazionale con le presidenti Berlucchi, Martusciello e Cinelli Colombini, dal 2016 è vicepresidente. Ha ricoperto anche incarichi in altre associazioni di settore, è stata, infatti, presidente del Movimento Turismo del Vino della Campania, prima di diventare presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino, ruolo che ha svolto dal 2012 al 2015. È stata premiata nel 2016 con il Premio Standout Woman Award e con il Premio per l’eccellenza del fuoricasa al femminile di Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
 

Redazione

Approvata dalla Regione la graduatoria dei progetti ammissibili alla misura di promozione del vino in Paesi terzi nel 2022-23. Saccardi: «obiettivo strategico».


I progetti ammissibili a contributo nell’ambito della misura Ocm-vino per la promozione del vino toscano sui mercati esterni all’Unione europea sono 34 e 500 sono le imprese coinvolte. Lo indica la graduatoria definitiva che è stata approvata il 6 dicembre scorso con il decreto dirigenziale n. 24372.
A renderlo noto un comunicato di due giorni fa della Regione Toscana in cui si specifica che «a fronte di un monte investimenti complessivo di 34 milioni di euro, saranno disponibili, per il pagamento dell’anticipo del contributo ammissibile, oltre 11 milioni di euro, tutti a valere sulla  campagna 2022-23». Questo perché anche se la dotazione iniziale per gli anticipi era di 8,6 milioni di euro, la Regione è riuscita a recuperare, nell’ambito del Programma nazionale di sostegno, quasi 2,5 milioni da destinare alla misura della promozione. In questo modo è stato possibile soddisfare tutte le domande presentate e ritenute ammissibili.
«Rafforzare la presenza e il prestigio del vino toscano nel mondo è un obiettivo strategico – ha dichiarato la vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Toscana Stefania Saccardi -. Superata la fase più acuta della pandemia, la crisi internazionale ed energetica ha di nuovo complicato il quadro  e per questo il sostegno alla filiera vitivinicola, che è un punto di forza dell’intero  settore agroalimentare toscano, diventa fondamentale, tanto più di fronte alla necessità di confermare e sviluppare la nostra posizione sui mercati internazionali».
Come viene ricordato nella nota, «la misura è finalizzata ad aumentare la competitività dei produttori di vini sui mercati extra Ue attraverso azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità, che mettano in rilievo gli elevati standard dei prodotti, in particolare in termini di qualità, sicurezza alimentare o ambiente. Sono oggetto di finanziamento, inoltre, anche la partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale, le campagne di informazione, gli studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione intraprese».
Con la pubblicazione della graduatoria definitiva dei progetti ammissibili a contributo sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana, termina il procedimento amministrativo in capo alla Regione e la sottoscrizione dei contratti con i soggetti beneficiari per la concessione del contributo fa capo ad Agea, l’agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura.
Le attività previste nei progetti inizieranno a decorrere dal 1 gennaio 2023.
Ulteriori informazioni possono essere trovate qua, dove si può accedere anche alla graduatoria.

Redazione

Il 13 e 14 gennaio a Napoli un simposio di Assoenologi su “Vino e salute, tra alimentazione e benessere” con il gotha del vino, medici, scienziati e giornalisti.


Esponenti di spicco della filiera del vino italiana, scienziati, cardiologi, dietologi, neurologi e persino bioingegneri. E poi dirigenti del servizio fitosanitario, politici e giornalisti.
Sono questi i partecipanti, in qualità di relatori oppure alle tavole rotonde di fine giornata, dell’importante simposio che Assoenologi organizza, con il titolo “Vino e salute, tra alimentazione e benessere”, il 13 e 14 gennaio 2023 a Napoli. Una due giorni per sviscerare da tutte le angolazioni e dibattere un tema fondamentale per il futuro del comparto vinicolo.
Il programma, ancora soggetto a qualche possibile modifica, prevede alle ore 16 del primo giorno, il 13 gennaio, l’apertura dei lavori, moderati dal giornalista Rai Guido Barlozzetti, con i messaggi del ministro della Salute Orazio Schillaci e del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e gli interventi del presidente nazionale di Assoenologi Riccardo Cotarella, del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, del presidente della Sezione Campania di Assoenologi Roberto Di Meo e del presidente dell’Organizzazione Internazionale della vigna e del vino (Oiv) Luigi Moio.
Seguiranno le seguenti relazioni:
- Luc Djoussè, direttore di ricerca del Dipartimento di medicina della Harvard Medical School, “Consumo di alcol e rischio di infarto dopo la diagnosi di insufficienza cardiaca: ci sono differenze tra assunzione di vino e di superalcolici?”
- Vincenzo Montemurro, cardiologo, membro del consiglio direttivo della Società italiana di Cardiologia, “Vino: antico e moderno rimedio cardioprotettivo e antivirale”
- Pierre-Louis Teissedre, presidente della Commissione sicurezza e salute dell’Oiv, ”Vino e salute: studi e raccomandazioni dell’Oiv”
- Giorgio Calabrese, medico dietologo, presidente del Comitato nazionale della sicurezza alimentare del Ministero della Salute, “Bere vino durante i pasti è associato a un minor rischio di diabete di tipo due”
- Rosario Iannacchero, neurologo, presidente della Società Italiana Studio Stroke, “Bacco, Eros e Thanatos: il vino come ci protegge?”
Poi una tavola rotonda condotta da Andrea Pancani, vice direttore del Tg La7, con la giornalista e conduttrice Rosanna Lambertucci, il titolare del ristorante Don Alfonso 1890 Alfonso Iaccarino, il presidente della Confederazione Oncologi Cardiologi ed Ematologi Francesco Cognetti, il giornalista Paolo Massobrio e lo specialista in scienza dell’alimentazione Michele Scognamilio.
Il secondo giorno, sabato 14 gennaio, a partire dalle 8,30, prenderanno la parola i seguenti relatori, moderati sempre dal giornalista Guido Barlozzetti:
- Marco Deriu, docente di Bioingegneria al Politecnico di Torino, “L’intelligenza artificiale per predire il profilo organolettico e il rapporto tra gusto ed effetti sulla salute”
- Massimo Marchino, direttore del Servizio sanitario di Orvieto, “Tra bere non problematico e bere problematico”
- Savina Nodari, cardiologa, docente dell’Università di Brescia, “Antiossidanti, cuore e donna”
- Michele Scognamiglio, specialista in Scienza dell’alimentazione, in Biochimica e patologia clinica, “Molecole bioattive del vino e salute umana”
- Vittorio Cino, direttore di Federvini, “The Beating Cancer Plan dell’Unione Europea”
- Nicola Tinelli, coordinatore Ufficio Politico Uiv, “Etichetta del vino: dagli ingredienti agli health warning”
- Luciano Pignataro, giornalista, “Metodo Cilento: i cinque segreti dei centenari”
Seguirà la tavola rotonda conclusiva, condotta da Andrea Pancani vicedirettore Tg La7, con Marco Deriu, Massimo Marchino, Savina Nodari, Luciano Pignataro e Giorgio Calabrese.
Infine intervento di chiusura del presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella.
Ulteriori informazioni nel sito di Assoenologi qua.

Redazione

Uiv su costo del vetro per aziende vinicole

Unione italiana vini segnala +20% del vetro da gennaio 2023. Castelletti: se il credito d’imposta del 40% non basta a calmierare, si aiuti il settore del vino.

                                                       
«In questi giorni l’industria del vetro sta inviando alle imprese vitivinicole nuove modifiche unilaterali dei contratti. La variazione delle tariffe, nell’ordine del +20%, è prevista, a partire dal prossimo gennaio: si tratta del quarto aumento imposto alle aziende nel giro di un anno».
È quanto reso noto due giorni fa sul proprio sito web dall’Unione italiana vini (Uiv), che per bocca del segretario generale Paolo Castelletti ha dichiarato: «con questa nuova modifica, il conto sul costo del vetro per il settore del vino sale in media di circa il 70% in appena 12 mesi. È un ulteriore fardello difficile da sostenere ma anche da comprendere, sia in ragione di tariffe energetiche stabili che soprattutto per il credito di imposta del 40% accordato ai comparti energivori anche per calmierare i prezzi». 
«A questo punto – ha affermato Castelletti - sarebbe forse più utile che fossero le imprese del vino a percepire le agevolazioni fiscali, se – come riscontrato – l’industria energivora scarica comunque a valle aumenti che ora non sono più sostenibili. In tal senso, chiediamo al governo di valutare un aiuto ad hoc nell’ambito della legge di bilancio per supportare un aumento dei costi che rischia di compromettere la competitività delle nostre imprese».
Nella nota di Uiv si informa anche che per l’Osservatorio Uiv/Vinitaly, il rialzo dei soli costi energetici e delle materie prime secche (vetro, tappi, capsule, carta, cartone) riscontrato dal settore nel 2022 è pari a +83% rispetto ai budget iniziali, per un totale di circa 1,5 miliardi di euro di spese aggiuntive. «Un importo – viene fatto osservare - che penalizza i segmenti basic e popular dell’offerta enologica, sempre meno in grado di scaricare sui consumatori il surplus dei costi».
 

Redazione

Vino richieste alla Commissione Europea del Comitato misto Francia-Italia-Spagna

A Roma Comitato misto Francia-Italia-Spagna settore vitivinicolo: chiesti alla Commissione Europea stop a penalizzazione vino, modifiche alla riforma delle IG.

                                                       
Debutto in Italia per il Comitato misto Francia-Italia-Spagna del settore vitivinicolo, che riunisce nello stesso forum i professionisti e le amministrazioni dei tre principali paesi produttori di vino dell’Unione Europea, che rappresentano l’85% della produzione europea.
Mercoledì 30 novembre a Roma si è svolta la quinta riunione plenaria del Comitato misto dopo la sua creazione nel 2017: la prima plenaria tenutasi in Italia dopo l’adesione nel 2021 del nostro Paese. Una riunione che, come riferito ieri in una nota del Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), è stata presieduta dai direttori per le Politiche internazionali e dell'Unione europea del Masaf Luigi Polizzi, per lo Sviluppo economico e ambientale delle imprese del Ministero francese dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Philippe Duclaud e per la Produzione agricola e i mercati del Ministero spagnolo dell'Agricoltura, della pesca e dell'alimentazione Esperanza Orellana. E a cui erano presenti le principali organizzazioni rappresentative del settore dei tre Paesi.
Come ricordato durante l'incontro, gli obiettivi di questo Comitato misto sono «migliorare le relazioni tra i professionisti e le amministrazioni dei tre Paesi per creare un clima adeguato di dialogo e fiducia che permetta di lavorare insieme, condividere una visione economica, per la quale le amministrazioni preparano bollettini trimestrali con i principali indicatori del settore, e stabilire posizioni comuni per difendere il settore a livello europeo e internazionale».  
L'ordine del giorno dell’incontro, riferisce la nota del Masaf, «era incentrato sull'analisi della situazione del mercato e delle sue prospettive, oltre che sulla discussione di temi legati al vino, alle politiche sanitarie e di promozione, alla sostenibilità della produzione vinicola e alla nuova proposta di regolamento sulle indicazioni geografiche attualmente in discussione nell'Unione Europea». 
Nella riunione il Comitato misto ha preso la decisione che «le tre amministrazioni invieranno una lettera congiunta alla Commissione Europea per chiedere che non vi siano discriminazioni nei confronti dei prodotti vinicoli nelle politiche di promozione alimentare dell'Unione europea». Queste politiche sono infatti «essenziali per garantire la competitività del settore». 
Nella lettera «chiederanno anche alla Commissione di adottare al più presto il regolamento delegato sugli ingredienti dei prodotti vitivinicoli, come concordato nella recente riforma della PAC». Questo regolamento «dovrebbe riaffermare la specificità delle norme sull'etichettatura delle indicazioni nutrizionali e degli ingredienti, nonché la digitalizzazione come strumento di innovazione nell'informazione dei consumatori».
A proposito della situazione del mercato, alla Commissione Europea verrà chiesto «un monitoraggio esaustivo dell'evoluzione del settore e, se necessario, risposte comuni». 
Mentre riguardo alla sostenibilità, «il dibattito si è concentrato sulle misure di sostenibilità ambientale ed economica che verranno affrontate nei prossimi mesi e per le quali il settore si è sempre impegnato, chiedendo che vengano effettuati i relativi studi di impatto nei nuovi regolamenti per consentirne l'attuazione in modo realistico». 
Infine, sul regolamento sulle indicazioni geografiche, i tre Paesi hanno espresso le loro riserve sulla proposta legislativa della Commissione e hanno informato il settore che «si impegneranno affinché i negoziati in seno al Consiglio portino a miglioramento significativi che rafforzino il sistema di qualità che le indicazioni geografiche rappresentano nel settore vitivinicolo». 
La prossima riunione plenaria del Comitato misto si terrà in Francia nel 2023.
 

Redazione