Vino UE: il +2% di produzione oscurato dal balzo dei costi
Lo sottolinea il Copa-Cogeca che presenta le stime della vendemmia 2022: produzione vinicola dell’Unione Europea a +2% sul 2021, ma sotto la media dei 5 anni.
«La vendemmia 2022 è stata accompagnata da grande apprensione per gli effetti ormai cronici del cambiamento climatico, che si è manifestato con andamenti meteorologici molto incerti e spesso estremi che hanno portato a differenze di qualità e quantità. Le piogge di agosto hanno in alcuni casi cambiato radicalmente il quadro delle previsioni, portando ottimismo. Le stime del raccolto stanno ora confermando i dati previsionali pubblicati a metà settembre. La quantità quest'anno è discreta ma tutt'altro che abbondante».
Così ieri il Copa-Cogeca, organo di rappresentanza delle organizzazioni agricole in sede europea, in un comunicato rilasciato al termine dell’evento di presentazione della vendemmia 2022, incentrato su un webinar sul tema "Quale ruolo per il commercio internazionale e l'innovazione nell'aumento della resilienza della viticoltura dell'UE?" (vedi). Evento durante il quale il Gruppo di lavoro sul vino del Copa-Cogeca, presieduto dall’italiano Luca Rigotti, coordinatore del settore Vino di Alleanza cooperative, ha presentato le sue stime vendemmiali: produzione vinicola dell’Unione Europea nel 2022 leggermente migliore (+2%) rispetto alla campagna precedente, ma ancora al di sotto della media quinquennale, come già previsto a metà settembre. «Siccità, temperature torride ed episodi di gelo/grandine – si legge nel comunicato - spiegano il tiepido aumento delle rese. Nota positiva, si prevede l'ottenimento di vini di alta qualità, grazie al buono stato sanitario dell'uva passa e all'assenza di malattie».
Nel seminario hanno comunque prevalso le riflessioni riguardanti la grave situazione in cui versa il settore vinicolo a causa dell'aumento dei costi di produzione. «È molto preoccupante la situazione del mercato, che per il secondo anno consecutivo è segnato da costi di produzione alle stelle che stanno mettendo a repentaglio la redditività economica dei viticoltori e delle aziende vinicole in tutta l’Unione Europea – ha dichiarato il presidente del Gruppo di lavoro sul Vino Luca Rigotti -. L'impennata dei costi energetici è la fonte di ciò, poiché essi hanno ramificazioni diffuse che vanno dagli input (vetro, cartone e fertilizzanti) al trasporto merci e il potere d'acquisto dei cittadini dell'UE. È fondamentale che vengano prese misure a livello UE per ridurre al più presto i costi energetici».
L'evento di quest'anno ha fatto il punto sui recenti sviluppi geopolitici e ha esplorato le soluzioni alle principali sfide del mercato, della regolamentazione e del cambiamento climatico, che interessano la viticoltura. Strutturato intorno ai tre temi del commercio internazionale, dell’innovazione e della digitalizzazione, il webinar ha esaminato come gli accordi commerciali, le varietà resistenti e gli strumenti digitali possono mitigare i rischi e aumentare la resilienza del settore vitivinicolo agli shock esterni. L’evento ha riunito esperti del mondo accademico, delle istituzioni dell'UE e operatori del comparto.
Per Rigotti, l'innovazione e la digitalizzazione sono parte della soluzione alle numerose sfide che il settore deve affrontare e devono essere ulteriormente perseguite a livello politico: «i produttori sono impegnati a mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici e a preservare l'ambiente, ma abbiamo anche bisogno della cassetta degli attrezzi appropriata, del quadro normativo e del tempo per farne uso. L'innovazione può essere d’aiuto a tale scopo migliorando i raccolti e riducendo gli input. Allo stesso tempo, l'innovazione e la digitalizzazione possono consentire ai produttori di fornire informazioni tempestive ai consumatori su liste degli ingredienti e dichiarazioni nutrizionali e sui loro sforzi per la sostenibilità».
Ma soprattutto, ha concluso Luca Rigotti, «abbiamo bisogno della certezza che i nostri sforzi per innovare e applicare le buone pratiche che rispettano l'ambiente, così come il consumatore, non saranno vanificati in pochi mesi da proposte legislative lontane dalla realtà sul campo, come quelle riguardanti l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e la prossima revisione della Food Information to Consumer (FIC) Regulation [il regolamento sull’informazione alimentare ai consumatori, ndr]. Si tratta di proposte rispetto alle quali il comparto vuole avere un ruolo attivo al fine di trovare soluzioni che soddisfino le esigenze dei viticoltori».
Redazione