Riservato aziende

Riscontri positivi alla fiera di Padova per la rete d’imprese Olea, nata nel marzo 2019 e già finalista al Future Village. Composta da aziende toscane della Valdinievole (PT) e una sarda del nuorese, ha come punto in comune di forza la produzione di olivi: tutte le varietà che richiede il mercato, dalle tradizionali a quelle per impianti moderni, certificati CAC, virus esenti e selezionati Xylella resistenti. Anche agrumi, piante di vite e ornamentali (soprattutto da siepe). Saba: «in Sardegna non c’è una realtà vivaistica come la pesciatina, ma siamo totalmente liberi da rischi per molti patogeni». Sonnoli: «la Sardegna è in via di sviluppo per l’olivicoltura». Sull’ipotesi distretto vivaistico olivicolo di Pescia, Cinelli: «sarebbe importante, ma temo sia un treno passato». Su Xylella, Sonnoli: «passo avanti che la zona rossa possa reimpiantare, ma non bastano 2 varietà resistenti, noi collaboriamo col Cnr per individuarne di nuove».

Buona la prima per la rete d’imprese Olea al Flormart, il salone internazionale del florovivaismo tenutosi nei giorni scorsi alla Fiera di Padova. Costituita solo nel marzo 2019, Olea, composta dalle aziende agricole Andreani Edoardo, Cinelli Luca e Cinelli Vivai di Cinelli Federico di Pescia (PT), Vita Verde Vivai di Orosei (NU) e Vivai Attilio Sonnoli di Uzzano (PT), ha già debuttato nella fiera professionale storica del settore ed è riuscita ad entrare fra i finalisti del Flormart Future Village, la nuova iniziativa dedicata alle startup agricole (vedi nostro articolo), e ad ottenere ottimi riscontri dai buyer sui propri prodotti in esposizione. A cominciare dalle piante di olivo, di una gamma ricchissima di varietà toscane e sarde, certificate CAC, virus esenti e Xylella free, e non solo, destinate ai produttori di olio sia con impianti tradizionali che intensivi o superintensivi. Ma anche per le produzioni di piante da frutto e di vite, di agrumi e piante ornamentali pronto effetto per la realizzazione di giardini.
Floraviva ha incontrato i titolari delle imprese di Olea allo stand collettivo di Flormart venerdì 27 settembre facendosi illustrare la situazione e chiedendo delucidazioni anche su alcuni dei temi caldi del comparto del vivaismo olivicolo, che costituisce il loro trait d’union e principale punto di forza, grazie anche all’inedito legame Toscana (ma sarebbe meglio dire Valdinievole) – Sardegna. Nell’occasione si è fatto un cenno pure a una recente pubblicazione di Attilio Sonnoli, una vera autorità in materia di coltivazione di ulivi.
Olea a Flormart: siete nati a marzo del 2019 e siete già qua.
Elena Sonnoli: «siamo più che soddisfatti di questo risultato. E’ un primo traguardo ma anche un punto di partenza. Siamo riusciti a creare uno stand rappresentativo di tutte le produzioni di tutte le nostre aziende. Non solo, in quanto start-up, Flormart ci ha consentito anche di avere uno spazio nel Future Village».
Non ce ne sono molte di reti di impresa in questo settore, vero?
Luca Cinelli: «sì, siamo una delle poche, una delle prime reti d’impresa agricole in Toscana, con la presenza anche di un’azienda sarda».
E uno degli scopi costitutivi della vostra rete, se ben ricordo, è proprio partecipare insieme alle fiere, con conseguenti riduzioni dei costi, vero?
Luca Cinelli: «c’è un vantaggio economico e non solo quello, nel presentarsi in rete, perché la gente quando ti vede come gruppo ti apprezza di più».
Mi potete riassumere le vostre produzioni, allo stand e non solo?
Luca Cinelli: «la produzione che ci accomuna tutti è l’olivo. Produciamo tutte le varietà di olivo che richiede il mercato: dalle varietà tradizionali alle varietà adatte per impianti moderni, agli olivi certificati CAC, olivi virus esenti e olivi selezionati Xylella resistenti. Poi abbiamo la parte che riguarda l’ornamentale e sono tutte piante allevate in contenitore, principalmente piante da siepe, come Photinia, Eleagnus, Viburnum ecc. Infine anche agrumi in varietà assortite, piante di vite, piante da frutto, mimose e altre ancora».
Come sta funzionando questa sinergia vista dalla Sardegna?
Sergio Saba: «fermo restando che tra noi un rapporto c’era già prima della costituzione di Olea e che li conosco da tanto tempo perché ho studiato a Pescia, la rete è stata da un lato la certificazione del legame che già esisteva e dall’altro un rafforzamento perché riusciamo a fare delle cose che come singoli, soprattutto nel mio caso, non riusciamo a fare. In Sardegna non esiste una realtà vivaistica radicata come quella pesciatina e toscana, e la nostra sinergia diventa molto importante, perché riusciamo ad avere le produzioni migliori della realtà vivaistica toscana con il buono che c’è in Sardegna: il fatto di essere totalmente liberi da rischi per moltissimi patogeni».
E voi pesciatini che dite del legame Toscana-Sardegna?
Elena Sonnoli: «al Future Village mi hanno chiesto: come mai la sinergia con la Sardegna? Essendo le nostre aziende a Pescia sarebbe stato più facile lavorare e collaborare solo con aziende sul territorio. La Sardegna perché? Perché oltre ad avere una conoscenza ultraventennale e stima reciproca con Sergio Saba, la Sardegna è anche una regione in via di sviluppo per quanto riguarda l’olivicoltura, che sta piantando e ha intenzione di piantare sempre di più. Ovviamente valorizzando anche le varietà autoctone».
Quali ad esempio?
Elena Sonnoli: «la Bosana, la Semidana, Nera di Oliena, Nera di Villacidro ecc. E avere un vivaio in Sardegna semplifica notevolmente tutta la parte logistica che ci troveremmo ad affrontare».
Come è andata Flormart?
Luca Cinelli: «a livello commerciale bene, ma niente di eclatante. Sappiamo che c’è da anni una crisi che si sta risolvendo ma molto lentamente».
Ma quali dei vostri prodotti sono meglio posizionati sul mercato?
Luca Cinelli: «per noi l’olivo in generale è quello che va meglio. Siamo contenti di essere venuti qua e aver fatto conoscere il nostro prodotto».
Quali saranno i prossimi passi di Olea?
Luca Cinelli: «pensiamo già ad altre fiere, come Myplant, e pensiamo già per il futuro prossimo a Essen, che ci farà conoscere all’estero. Però per adesso è prematuro parlarne».
Visto che stiamo parlando di futuro, che prospettive ci sono lì da voi a Pescia sul distretto del vivaismo olivicolo? Nascerà formalmente o no?
Luca Cinelli: «sul distretto olivicolo, io sono fermamente convinto che se nascesse sarebbe importante per tutte le aziende che producono olivi a Pescia, non solo le nostre. Sarebbe un distretto importante per Pescia. Da quando la macchina, movimentata un po’ dalla politica un po’ da certe associazioni, ha rallentato, per non dire che si è quasi fermata, sinceramente temo che sia un altro treno che è passato».
Elena Sonnoli: «sul distretto olivicolo di Pescia, spero che non sia una delle ennesime occasioni perdute. Ci sono persone purtroppo che ancora continuano a parlarne ma poi non concretizzano nulla. Posso dire con orgoglio che non è il caso nostro, perché nel momento in cui abbiamo deciso di fare la rete, noi siamo passati dalle parole ai fatti e nel giro di 6 mesi siamo riusciti a venire al Flormart, con uno spazio nostro e a essere presenti come startup e concorrere a una finale di un premio nazionale. Se dipendesse da noi, il distretto olivicolo sarebbe già operativo».
Passando alla situazione Xylella, come la vedete? A che punto siamo, stiamo incominciando a gestirla bene?
Elena Sonnoli: «fermo restando che le buone politiche dovrebbero essere applicate sempre e non quando siamo in emergenza e si verifica un’epidemia, noi confidiamo nella ricerca. Quindi nella possibilità di individuare un maggior numero di varietà meno sensibili alla Xylella, cioè in grado di poter sopravvivere nonostante la Xylella. E’ già un enorme passo avanti il fatto che la zona rossa possa reimpiantare. Anche perché serve per ridare fiducia e stimolo al settore, sia a noi vivaisti che produciamo le piante che agli olivicoltori che devono piantare. Però la piantagione non si può fermare soltanto a due varietà [Leccino e FS17, ndr]. E’ necessario che la ricerca continui il lavoro che ha intrapreso. E’ un lavoro lungo, lo sappiamo. Noi come azienda e come rete collaboriamo con il Cnr di Bari affinché si possano individuare nuove varietà da poter proporre agli olivicoltori».
Il vostro campo di piante madri virus esente è il primo privato in Toscana, avete tutte piante certificate, vero?
Elena Sonnoli: «tutte le piante dei nostri vivai sono state analizzate dal Servizio fitosanitario regionale e sono state dichiarate Xylella free, cioè non è stata rilevata presenza di Xylella. E questo ci fa capire che stiamo lavorando nel verso giusto».
E questo vale per tutte le varietà di piante?
Elena Sonnoli: «sì, per tutte le piante di olivo e per le piante ornamentali sensibili alla Xylella. Poi oltre alla Xylella stiamo portando avanti il discorso delle piante virus esenti, che il mercato internazionale ci chiede sempre di più».
Infine una curiosità: si nota nello stand questo libro ‘Vivaismo olivicolo’ di Attilio Sonnoli, suo padre, che senza tema di smentite è uno dei massimi esperti in circolazione della materia. E’ un manuale?
Elena Sonnoli: «è un manuale tecnico edito da Edagricole».
Sarà letto anche nelle scuole?
Elena Sonnoli: «confidiamo che venga adottato dalle scuole, perché è un manuale scritto da un tecnico per i tecnici e gli appassionati del settore, ma facile da leggere anche per gli studenti, sia delle scuole superiori che delle università».
Lei, Sara Andreani, è un’altra socia pesciatina di Olea: qual è il suo giudizio sulla rete dopo questi primi mesi di esperienza? E’ la prima volta che partecipa a una fiera come Flormart?
Sara Andreani: «sì, è la prima volta. L’esperienza di Olea è estremamente positiva perché ci ha dato la possibilità di crescere sia come singole aziende che come gruppo».
Una crescita dal punto di vista della consapevolezza commerciale?
«Sì, vediamo delle prospettive comuni insieme, che possono favorire una crescita non solo della nostra azienda, ma di tutta la rete Olea».
Infine, Federico Cinelli, figlio d’arte (Luca è suo padre, ndr) ma imprenditore autonomo a sua volta. Come è stato l’impatto con Olea?
«E’ stato un impatto positivo, con le altre aziende ci siamo trovati subito bene. E l’ho vissuta come un’occasione di accrescimento del know how di tutti».

Redazione Floraviva
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L’azienda vivaistica di Pistoia dei fratelli Alberto e Roberto Chiti dal Salone di settore della Fiera di Padova (pad. 4, corsia C, stand 071), dove presenta la propria gamma produttiva con in primo piano i bonsai, si candida anche per dare il proprio contributo alle forestazioni o rinverdimenti urbani di Firenze e Prato. Alberto Chiti «essendo piante coltivate da noi, ne conosciamo bene l’accrescimento, l’acclimatamento e i tipi di esigenze». Bene il primo giorno di fiera grazie alle visite di garden center croati e sloveni.

Le conifere bonsai sono in particolare evidenza nello stand allestito da Chiti Vivai per questa edizione di Flormart, il salone del florovivaismo e dell’architettura del paesaggio della Fiera di Padova giunto alla 70^ edizione. Ma in esposizione si può ammirare una piccola campionatura di un po’ tutta la gamma produttiva dell’azienda del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia dei fratelli Alberto e Roberto Chiti, ormai da 15 anni specializzata nella produzione di conifere e conifere nane, soprattutto attraverso la coltivazione “a forma libera” (vedi).
Floraviva ha intervistato Alberto Chiti allo stand di Flormart ieri, primo giorno della manifestazione, parlando con lui delle piante portate, dei primi, parzialissimi riscontri con gli operatori della filiera florovivaistica incontrati in fiera e anche di altri temi particolarmente caldi in Toscana. Ad esempio i piani di forestazione o rinverdimento urbano di città vicine a Pistoia quali Firenze e Prato che stanno dando la speranza ai vivaisti pistoiesi, costretti da anni a puntare soprattutto sull’estero, a rilanciare un po’ anche il mercato interno.
Come è stato questo inizio di Flormart 2019?
«Molto positivo. Devo dire che ho avuto un buon riscontro da parte della clientela estera, proveniente da Paesi confinanti con l’Italia..»
..ad esempio?
«La Slovenia, la Croazia, dove negli ultimi anni devo dire che i nostri prodotti, soprattutto conifere e conifere a bonsai, come ginepri, pini, pino mugo, pino pumilio hanno avuto un forte successo anche per via della tipologia di giardini che si riescono a realizzare con queste piante».
Quindi oggi è iniziato bene. Mi diceva prima che questi incontri in fiera si traducono spesso in rapporti duraturi.
«Certamente. Per fortuna diciamo che riusciamo a seguire il cliente. Di solito non abbiamo il cliente di grosse dimensioni, le grosse catene di distribuzione, ma abbiamo piccoli garden center o giardinieri che riusciamo a seguire nella progettazione e nel consiglio per gli acquisti in modo tale che spesso si crea un legame che per fortuna dura negli anni. E questa è una cosa di cui andiamo fieri».
Ecco i clienti di stamani a cui ha fatto cenno prima erano garden center?
«Sì».
Siccome mi ha parlato di progettazione, mi aggancio a un tema di attualità in Toscana, visto che voi vi trovate nel Distretto vivaistico di Pistoia. In questo momento c’è fermento sul verde urbano sia a Firenze che a Prato e vengono pianificati investimenti in progetti vari di rinverdimento o forestazione. Questo è un mercato che vi può interessare?
«Certamente. Siamo in grado, oltre che di produrre e vendere le piante, di seguire la loro messa a dimora, il loro inserimento in determinati contesti. Grazie al fatto che sono piante coltivate da noi, ne conosciamo bene l’accrescimento, l’acclimatamento e i tipi di esigenze che hanno. Quindi siamo in grado di dare una consulenza mirata, sicuramente alle piante di nostra produzione, ma anche ad altre piante di nostra conoscenza, su come posizionarle, coltivarle, tenendo conto di tutto ciò che può essere utile per creare giardini e spazi verdi che siano duraturi».
Passando alle piante che producete, mi può riassumere la gamma di specie della vostra produzione?
«Ormai da diversi anni produciamo conifere: conifere nane e in forma, pon pon, bonsai; fusti, mezzi fusti e mini fusti di pini e Juniperus. Negli ultimi anni stiamo passando molto di più dalla forma a pon pon alla forma a bonsai, che risulta molto più apprezzata dal mercato, anche in Italia ma soprattutto all’estero».
E infatti vedo che qui li avete messi ben in evidenza nello stand?
«Sì. Comunque abbiamo portato anche una campionatura di pon pon più ridotta, perché è una forma più classica che in questo momento trova meno richieste».

Redazione Floraviva
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Durante il 6° Forum sulle grandi imprese familiari italiane del 14 settembre al Pistoia Nursery Park Vannino Vannucci ha reso noto che la voce export ha raggiunto il 98% del fatturato della sua azienda vivaistica. Le piante di pronto effetto in vaso, trasportabili e trapiantabili tutto l’anno, sono il fiore all’occhiello della produzione di oltre 3000 varietà di Vannucci Piante, i cui vivai si estendono per 560 ettari. Fra i tratti salienti l’elemento artigianale: i lavori più delicati sono manuali, affidati a personale super qualificato. Al top logistica ed ecocompatibilità. Oscar Farinetti: i vivaisti come Vannucci capiscono ora le piante che saranno di moda fra 10 anni. Vittorio Radice: il Nursery Park e l’azienda di Vannucci non sono solo un vivaio, ma stili di vita costruiti attorno ai vivai.

«Il mio augurio è che tra 10 anni il 90% del tuo fatturato sia da export». «Veramente siamo già al 98%».
Questo botta e risposta fra Oscar Farinetti e Vannino Vannucci, con il primo rimasto a bocca aperta, sorpreso ma soddisfatto, a un certo punto della conversazione condotta dal giornalista Luca Telese con il fondatore di Eataly e il vicepresidente del gruppo Rinascente Vittorio Radice, è stato forse il momento culminante, almeno allo sguardo sub specie economica e florovivaistica di Floraviva, del 6° Forum delle grandi imprese familiari italiane del 14 settembre scorso al Pistoia Nursery Park, in occasione del 20° “Memorial Franca e Moreno Vannucci”. Ma durante il forum sono venuti fuori altri spunti interessanti su Vannucci Piante, l’azienda vivaistica leader del distretto rurale vivaistico-ornamentale pistoiese, ai vertici in Europa.



Prima però riassumiamo i tratti salienti di questa grande azienda familiare avviata da Vannino Vannucci senior nel 1938 con la coltivazione, su una superficie di 8 mila mq, di 4 specie di piante ornamentali: lecci, pini, bossi, magnolie. Oggi i vivai di Vannucci Piante si estendono su una superficie di 560 ettari e la gamma comprende «oltre 3000 specie e varietà che decorano parchi, giardini, terrazzi, spazi urbani di 60 Paesi del mondo». «La nostra estensione di piante coltivate in contenitore – si legge nella scheda di presentazione aziendale – ci permette di garantire la continuità delle forniture per 12 mesi l’anno. In contenitore offriamo non solo la gamma tradizionalmente destinata alla vendita al dettaglio nei vivai e nei garden center, ma anche gli alberi a foglia caduca di dimensioni medio-grandi e molti esemplari di pronto effetto, coltivati in piena terra, più volte trapiantati, e poi invasati e posti alla vendita solo dopo aver sviluppato un nuovo apparato radicale». «Gli esemplari di pronto effetto in vaso, trasportabili e trapiantabili per tutto l’anno – viene sottolineato nella presentazione – sono il fiore all’occhiello delle nostre produzioni, la nostra collezione è esposta nel più suggestivo show-room all’aperto: il Pistoia Nursery Park, il primo parco vivaistico d’Europa» (vedi nostro giardino da intervista).
Uno dei tratti che contraddistinguono Vannucci Piante, come ha detto lo stesso titolare Vannino Vannucci durante il Forum del 14 settembre, è l’importanza dell’elemento artigianale, delle «mani», nel contesto di «una organizzazione logistica efficace» che, grazie a «infrastrutture all’avanguardia e a un personale altamente specializzato», è in grado di proporre «soluzioni appropriate per ogni destinazione ed in tutti i periodi dell’anno e garantire consegne puntuali e rapidissime anche e soprattutto durante i picchi stagionali». Infatti, come è stato spiegato, «non solo non esistono processi completamente automatizzati nella nostra attività, ma i lavori più delicati sono ancora esclusivamente manuali, e sono affidati ai nostri esperti, persone qualificate, efficienti e appassionate».
Un altro elemento qualificante e centrale di questa azienda è l’approccio ecocompatibile sotto lo slogan “Vannucci zero”. «I nostri vivai – si legge ancora – soprattutto quelli di nuova realizzazione, sono progettati per ridurre al minimo l’impatto ambientale e l’utilizzo delle risorse naturali». I sistemi di irrigazione raccolgono fino al 95% delle acque drenate non assorbite in casse di espansione che, oltre ad assicurare la totale autonomia idrica, mitigano i rischi di alluvioni e di dissesti idrogeologici. Inoltre, dopo anni di sperimentazioni in collaborazione con importanti istituzioni scientifiche, è stata adottata «una pacciamatura naturale a base di granuli di scarti di legno, che inibisce la crescita di erbe infestanti, senza ricorrere a diserbanti chimici». E «la stessa funzione è svolta dai manti anti-alga traspiranti e permeabili, utilizzati negli impianti di vasetteria». Inoltre «i pali dei filari dei nostri nuovi appezzamenti sono in legno di castagno dell’Appennino Pistoiese, di provenienza autorizzata e controllata dal Corpo Forestale Regionale». Infine tutti i contenitori sono in plastica riciclata.



Tornando al Forum, una delle tante domande poste da Luca Telese a Farinetti e Radice è stata la seguente: date un giudizio su Vannucci Piante e fate un augurio a Vannino. L’augurio di Oscar Farinetti, andato a buon fine ancor prima di esser formulato, l’abbiamo visto all’inizio di questo articolo. Ma Farinetti ha anche espresso un parere sull’approccio imprenditoriale di Vannucci attraverso una comparazione con il suo: entrambi abbiamo in comune un grande padre che ci ha molto avvantaggiati e il grande valore che diamo alla famiglia, la differenza è che io devo cambiare settore ogni 10/12 anni, lui invece no. Lui semmai, ha aggiunto, può cambiare strategia e deve stare attento a segliere le piante giuste, a capire in anticipo le piante che andranno di moda fra 10 anni, cosa difficilissima che fa parte del suo know how di vivaista. «Nelle sue vene – ha concluso Farinetti sorridendo - non scorre sangue ma linfa». Anche Vittorio Radice si è agganciato a quest’ultimo aspetto dell’attività vivaistica, notando in particolare che Vannucci Piante e un luogo come il Pistoia Nursery Park non sono soltanto un vivaio, ma «uno stile di vita costruito attorno ai vivai».

Articolo Publiredazionale, Floraviva

Si terrà sabato 9 Marzo 2019, dalle ore 9:30 alle ore 13:00, presso la sede dell'Accademia Italiana del Giardino (via Bonellina 68/A) una lezione teorico-pratica per apprendere le principali tecniche di realizzazione e manutenzione del verde su terrazzi e balconi.


A proporla è Francesco Mati, presidente del distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia e cotitolare di Mati1909. Si tratta di una lezione per appassionati, cultori della materia e professionisti che desiderano sviluppare maggiore conoscenza sul tema del verde ornamentale. Una pillola del giardinaggio in un ambiente semplice ma allo stesso tempo complesso dove gli errori di impostazione e gestione sono frequenti.
Per le iscrizioni al corso clicca qui, per maggiori informazioni e costi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Redazione

Focus sulle tre aziende della Versilia e di Pisa unite nel progetto di collaborazione commerciale e logistica “Floricolture CTC: Chiarappa - Tomei - Cinquini” che espongono insieme a Myplant & Garden. Tre le nuove introduzioni di piante in fiera illustrate da Giacomo Chiarappa: un ciclamino dalla fioritura molto resistente, una primula rifiorente a grappolo e un interessante Bidens bianco. Francesco Tomei: «la nostra è un’alleanza nella programmazione e nell’assortimento delle produzioni al servizio dei garden center».

Fra i florovivaisti in evidenza alla fiera di Myplant & Garden a Milano vi sono tre aziende storiche del distretto floricolo interprovinciale Lucca Pistoia e dintorni specializzate in piante in vaso fiorite, dai gerani ai ciclamini, e in stelle di natale. Queste tre aziende, grazie al forte legame di amicizia e alla fiducia reciproca che le unisce, hanno deciso di stringere sin dal 2014 un patto di collaborazione non scritto «con l’intento di fornire alla clientela un servizio sempre migliore»; vale a dire, da un lato, «una gamma di prodotti sempre più ampia sia in varietà che in assortimento, accompagnata da crescente qualità del prodotto» e, dall’altro, una concentrazione dell’attività di commercializzazione e dell’organizzazione logistica.
Le tre aziende in questione, tutte e tre a carattere familiare e rivolte soprattutto al mercato dei garden center, sono Floricoltura Chiarappa Giovanni (Arena Metato, Pisa) e Floricoltura Tomei (Torre del Lago Puccini, Lucca), di circa 3,5 ettari ciascuna, e Cinquini Yuri (Viareggio, Lucca) di 6/7 mila metri quadrati. Per questo progetto di collaborazione sul marketing hanno scelto la denominazione “Floricolture CTC: Chiarappa – Tomei – Cinquini”. Una delle occasioni in cui si concretizza questa alleanza è proprio la partecipazione come espositori in uno stand unitario a Myplant & Garden. E’ qui che Floraviva ha incontrato due dei titolari, Francesco Tomei e Giacomo Chiarappa, scambiandoci alcune parole sulla loro esperienza comune e sulle novità che presentano in fiera.
«Siamo tre aziende storiche indipendenti – ci ha detto Francesco Tomei - e in certi casi ci facciamo anche concorrenza, perché ognuno ha il suo pacchetto clienti. Però abbiamo deciso di mettere in comune l’attività di marketing e partecipare a questa collaborazione nella programmazione e nella commercializzazione dei nostri prodotti, a cominciare dalla condivisione dello stand a Myplant. Venire qua in fiera da soli, infatti, avrebbe significato non farsi notare, mentre in tre l’impatto è molto maggiore».
Da quanti anni partecipate insieme alle fiere?
«Da quando è nato Myplant & Garden, cinque anni fa».
Che cosa comporta in concreto questa collaborazione al di là della condivisione dello stand?
«Ad esempio, che se un cliente vuole i miei articoli e quelli di Giacomo e quelli di Yuri, possono magari partire tre carrelli utilizzando lo stesso vettore. In questo modo si ha un netto taglio dei costi di trasporto e facciamo risparmiare anche il cliente.
Logistica in comune, dunque.
«Non solo. Le coltivazioni delle nostre aziende sono sostanzialmente le stesse. Cioè la classica produzione primaverile della Versilia: gerani, gazanie, calendule, pansé, primule, ciclamini; e le poinsettie, le stelle di natale. Però, a prescindere dalle stelle che hanno una cadenza natalizia e perciò sono tutte pronte per la vendita nello stesso periodo, nelle altre produzioni, pensiamo ad esempio al ciclamino che ha un periodo di vendita molto lungo (dagli ultimi di agosto alla fine di gennaio), ci sono dei momenti in cui i ciclamini io ancora non li ho e magari li ha Chiarappa o Cinquini. Ecco, con questa alleanza il cliente viene servito da chi di noi in quel momento li ha pronti. In altre parole, riusciamo a garantire il prodotto ai clienti in tutti i momenti dell’anno e si tratta anche di un modo per fidelizzare il cliente, che non viene mai abbandonato e non deve rivolgersi ad altre aziende».
«Il nostro target commerciale – ha aggiunto Giacomo Chiarappa - è il garden center. Quindi lavoriamo nella ricerca di varietà nuove e colori nuovi da proporre ai garden per poterci distinguere commercialmente nella sfida con la grande distribuzione, che è il competitor più importante di questo settore, per via delle vendite di molti prodotti sottocosto o con promozioni molto scontate, che penalizzano il garden center e il negozio di fiori. Quindi noi siamo sempre alla ricerca di novità. Una delle novità che avremo sul mercato l’anno prossimo, quasi in esclusiva per l’Italia è il ciclamino Djix».



Questo ciclamino lo presentate già ora in anteprima? E che caratteristiche ha?
«Sì, lo stiamo presentando per il 2019. L’avevamo già in piccole quantità l’anno scorso, ma quest’anno l’avremo in numero superiore. La sua particolarità è che ha un doppio petalo ed è in due colorazioni: bianco con il bordeaux e bianco con il rosso. La pianta è molto resistente, non perde fiori o ne perde pochissimi, il fiore sopra dura 2 o 3 settimane, a differenza delle varietà normali nelle quali dopo una settimana il fiore appassisce e si deve togliere».
Quando la venderete esattamente, nell’arco del 2019, ai garden center?
«Da ottobre in poi, quasi in esclusiva per l’Italia. Abbiamo il 50% circa delle piante di questa varietà destinate all’Europa».
Quale azienda di ibridazione vi fornisce le giovani piante di questo ciclamino?
«Schoneveld Breeding, un ibridatore olandese con cui noi collaboriamo in quanto facciamo campo prova per loro per il Sud Europa. Quindi da noi testano tutte le varietà nuove che creano per verificarne la resistenza al nostro clima».
Questa è una prima novità, ce ne sono altre?
«Abbiamo la Primula Perola, sempre di Schoneveld, che è una varietà di primula che stacca il gambettino dalla base della pianta ed ha una fioritura da primula rifiorente, diversa dalla primula tradizionale che fiorisce attaccata alla foglia e che invece ha una fioritura piuttosto breve».
Dunque, se ho ben capito, una primula rifiorente a grappolo.
«Esattamente. Infine, un’altra nuova uscita è un Bidens bianco, Spicy Ice, che in Italia arriva per la prima volta».
Per ulteriori informazioni:
www.chiarappa.it
www.cinquini.it
facebook: Floricoltura Tomei

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Intervista a Leonardo Bonini, uno dei titolari della nota azienda florovivaistica di Pescia (Pistoia), che apre i festeggiamenti per il centenario nello stand di Myplant & Garden (Padiglione 20, stand K01). In evidenza quest’anno, oltre agli olivi Xylella free di varietà toscana e alle appariscenti mimose, gerani (parigino, edera e zonale), Sundeville, garofani, Rincospermum, ranuncoli e la linea di gadget ludica ed eco-friendly “Supernibili”, che evoca gli insetti della lotta integrata. Bonini informa che «le poinsettie “Stella d’Italia – fai un regalo sostenibile” lanciate l’anno scorso sono andate molto bene: +10% sul 2017».

Si presenta sempre più bio ed ecosostenibile l’offerta dell’azienda floricola Bonini Piante Toscana di Pescia, che apre il centenario qui a Myplant & Garden con uno stand (pad. 20 / st. K01) all’insegna degli olivi, delle mimose e delle sue rinomate piante in vaso fiorite.
Anche quest’anno lo stand spicca per la qualità estetica sia dell’allestimento che delle piante e per l’immagine innovativa che offre di questa medio-piccola azienda di Pescia (frazione Veneri) socia dell’associazione Vivai di Pescia che nacque nel 1919 come azienda orticola e si convertì nel 1956 alla floricoltura, senza abbandonare il vivaismo olivicolo avviato nel 1940. Adesso Bonini Piante Toscana è una delle aziende florovivaistiche di punta del distretto floricolo Lucca Pistoia (incentrato sui poli di Viareggio e Pescia): un vero e proprio gioiello produttivo con i suoi 4,5 ettari coltivati e circa 37 mila metri quadrati di serre di ultima generazione dotate di impianto a biomasse e irrigazione goccia a goccia. Un’azienda che pratica le tecniche di lotta integrata sia per motivi di eco-sostenibilità che per ottenere piante qualitativamente migliori (vedi nostro servizio di due anni fa).
Come è ormai consuetudine, Floraviva ha intervistato in apertura della prima giornata del salone internazionale del verde Myplant & Garden uno dei due titolari dell’azienda pesciatina, Leonardo Bonini, sentito nel suo stand sui prodotti portati in esposizione, ma anche per un aggiornamento sulle novità aziendali nell’anno intercorso fra la 4^ e la 5^ edizione di Myplant.

Innanzi tutto il centenario: vedo che lo festeggiate qua a Myplant mettendo in evidenza nello stand un olivo.
«Rappresenta la torre Guinigi di Lucca, nei pressi di Pescia, e ci abbiamo collocato un olivo perché è una pianta della nostra tradizione».
Nel senso che come azienda la coltivate da molti anni?
«Sì, produciamo olivi sin dagli anni ‘40 del ‘900».
E anche perché è la produzione tipica di Pescia, dove c’è il più importante distretto di vivaismo olivicolo italiano?
«Sì, ovviamente».
Vedendo il numero di olivi nello stand mi pare che ci puntiate sempre di più, vero?
«Sì perché c’è domanda: il mercato sta tirando. Non so se anche grazie ad alcuni finanziamenti che sono stati attivati, comunque posso dire che si stanno vendendo bene gli olivi».
Che cosa mi può dire sulla vostra gamma di piante d’olivo?
«Abbiamo una selezione di nostre piante madri sulle quali, dal 1940, pratichiamo il miglioramento o selezione genetica. Le nostre piante madri vengono regolarmente controllate dal Servizio fitosanitario della Regione Toscana. Dal 2018 abbiamo deciso quindi di contrassegnare ogni singola pianta d’ulivo con un apposito marchio “Xylella free” e il numero del rapporto di prova del Servizio fitopatologico regionale».
E quali sono le cultivar di olivo della vostra produzione?
«Leccino, frantoio, moraiolo, pendolino, maurino. Insomma varietà toscane. Sono olivi da innesto e coltivati in vaso con irrigazione goccia a goccia. All’età di 2 e 3 anni li trasferiamo in pieno campo per l’acclimatamento finale».
Come è richiamato nello stand, anche dal video che lo contraddistingue, vi siete avvicinati all’anno del centenario con il lancio delle poinsettie “Stella d’Italia”: come è andata la vendita delle stelle di natale lo scorso anno?
«Abbiamo avuto un ottimo risultato: +10% di vendite rispetto al 2017. Quindi siamo soddisfatti».
Tra l’altro le stelle di natale sono un vostro cavallo di battaglia, vero?
«Sì».
E sono coltivate con il metodo della lotta integrata, come indicato dallo slogan “fai un regalo sostenibile”?
«Sì, è già da alcuni anni che produciamo le poinsettie con la lotta integrata».
Ecco la lotta integrata, che prevede l’uso anche di insetti antagonisti per difendere le piante da insetti nocivi, rimanda subito a un’altra novità che noto nello stand: nei vasi in esposizione ci sono delle etichette con figure e nomi di insetti. Di che si tratta?
«I “Supernibili” sono una linea di gadget, delle etichette-calamite con raffigurati sopra degli insetti (per ora una prima ventina, ma ne abbiamo selezionati 400) che proponiamo in particolare ai garden center che vogliano stimolare la clientela sia dal punto di vista ludico che soprattutto sul piano del messaggio ecologico».
Ma i Supernibili vanno su tutte le tipologie di piante in vaso?
«Sì, a chi ce lo richiede li possiamo aggiungere su tutti i vasi, perché ovviamente comportano un piccolo costo supplementare».
Passando alle piante in vaso qui in esposizione, che cosa avete portato e su che cosa puntate maggiormente?
«Quest’anno, come tutti gli anni, apriamo la stagione con le Sundeville e i gerani (di tre cultivar: parigino, edera, zonale, anch’essi coltivati con tecniche bio della lotta integrata) e poi a seguire vengono tutte le nostre varietà di punta, fra cui ad esempio il Rincospermum in varie altezze. Da segnalare anche i ranuncoli, i garofani e un po’ tutto l’assortimento per l’inizio della primavera».
Poi vedo in grande risalto, come tutti gli anni a Myplant, le mimose, dato il periodo. C’è qualche novità su questo fronte?
«No, le varietà e le tipologie sono le stesse, anche perché stanno ricevendo un ottimo riscontro sul mercato».

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