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Dopo la fase di assestamento degli ultimi due anni, le prospettive di crescita dell'industria fotovoltaica sono ora nuovamente propizie. Le ultime prognosi prevedono una crescita del 18 per cento e più nel 2014. La spinta proviene soprattutto dal mercato asiatico, seguito da quelli dell'America settentrionale e latina. Anche per il Medio Oriente, il Sudafrica e la Turchia si intravedono sviluppi dina-mici. Accanto ai mercati consolidati, sulla mappa del fotovoltaico fanno ora la loro comparsa nuove regioni. I newcomer possono approfittare del know-how e delle esperienze accumulate negli ultimi anni in Europa in merito a una integrazione intelligente alla rete, alle modalità di controllo e manutenzione della potenza installata e alle soluzioni per l'accumulo della corrente prodotta in eccesso, esigenza questa oggi molto attuale. L'Europa detiene una posizione primaria anche riguardo allo sviluppo di nuovi modelli di business. In veste di piattaforma per il settore fotovoltaico mondiale con una portata internazionale ineguagliata, la Intersolar Europe 2014 supporta lo scambio tra protagonisti del mercato e interconnette persone provenienti da ogni parte del mondo.

 
Sugli sviluppi dei mercati, gli analisti e le aziende dedite a indagini di mercato sono pressoché concordi, pur esistendo differenziazioni specifiche. La NPD Solarbuzz di Santa Clara, USA, stima una richiesta di fotovoltaico nel 2014 pari a 45–55 gigawatt (GW) su scala mondiale, un valore corrispondente a una crescita del 29 per cento. I pronostici meno fiduciosi come quelle effettuati dall’IHS Inc. di Englewood, USA, contemplano anch'essi una crescita di 41 GW, vale a dire di almeno il 18 per cento rispetto al 2013. In primo luogo è la remunerazione per l'energia immessa in rete a fungere da fattore trainante per i mercati internazionali del fotovoltaico. Orientata al modello tedesco del Conto Energia (EEG), essa è stata nel frattempo introdotta in oltre 60 altri paesi
 
Incentivi per il mercato sul modello della legge tedesca sulle energie rinnovabili (EEG)
La remunerazione dell'energia fotovoltaica immessa in rete non funge solo da base per un investimento sicuro. I diversi programmi nazionali di incentivazione determinano soprattutto un favoreggiamento delle infrastrutture per le energie rinnovabili e un aumento della quota di corrente green nelle reti di distribuzione. In molti casi esse contribuiscono a regolamentare il trasferimento di corrente elettrica perché definiscono con chiarezza i parametri di integrazione alla rete. In materia di energia in molte nazioni si assiste a un consapevole spostamento dell'interesse dai combustibili fossili e nucleari verso fonti solari. Considerate le sovvenzioni pubbliche in parte molto cospicue a favore delle fonti di energia convenzionali, per molti paesi il fotovoltaico rappresenta una stimolante alternativa anche in termini economici.
 
Sviluppo dinamico dei mercati nei paesi soleggiati
Anche in riferimento ai bandi di concorso pubblici nazionali per nuove centrali e agli accordi per l'acquisto di energia elettrica, i grandi impianti fotovoltaici sono un'alternativa interessante per i governi di tutto il mondo. Già ora l'energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili grava spesso sul bilancio dello stato in misura minore rispetto ai costi per la produzione consueta di energia elettrica, soprattutto nei nuovi mercati del fotovoltaico in paesi con un forte soleggiamento e con un fabbisogno di energia elettrica in rapida espansione come l'Arabia saudita, il Cile o il Sudafrica. 
Gli sviluppi positivi su scala globale sono accompagnati da un consolidamento anche del mercato europeo, fatto dovuto specialmente al calo dei prezzi degli impianti. Anche senza le remunerazioni pubbliche la corrente solare in Europa tiene testa di frequente alla concorrenza. Per questo motivo l’Europa resta anche in futuro una delle zone più importanti per il fotovoltaico: l’installazione di 10 GW del 2013 corrisponde al 25 per cento dell’intero mercato planetario. Solarbuzz è dell’opinione che il mercato fotovoltaico europeo sarà interessato nel primo semestre del 2014 da ca. 2,5 GW di nuova potenza installata per trimestre, e prevede una lieve progressione nel secondo semestre. Secondo Solarbuzz, i responsabili della ripresa del settore saranno la Germania, la Gran Bretagna, l’Italia e la Francia.
 
Intersolar Europe – La piattaforma di scambio internazionale
Molti giovani mercati devono affrontare in futuro nuove sfide per lo sviluppo di modelli di business per la vendita di corrente elettrica solare e di prodotti e sistemi fotovoltaici. Anche in fatto d’integrazione alla rete e di immagazzinamento di energia, molti paesi possono approfittare dell'esperienza europea degli ultimi dieci anni. Nel 2013 la Intersolar Europe ha dato il benvenuto a 50.000 visitatori di oltre 150 paesi e 1.330 espositori di 47 paesi. Anche nel 2014 la più grande fiera del mondo per l’industria del solare è un punto d'incontro internazionale di rango. Fedeli al motto "Connecting Solar Business", la Intersolar Europe unisce le persone, alla fiera stessa così come alla concomitante Intersolar Europe Conference che si svolge dal 2 al 5 giugno 2014. La Intersolar Europe 2014 si svolgerà dal 4 al 6 giugno presso il centro fieristico Messe München.
 
Per maggiori informazioni sulla Intersolar Europe, consultare il sito web: www.intersolar.de.
 
Gli sponsor della Intersolar Europe
La Intersolar Europe è sponsorizzata dalle più autorevoli associazioni industriali di categoria del settore dell’energia solare, quali in esclusiva, l'Associazione tedesca dell'Industria Solare (BSW-Solar), nonché la Società tedesca per l’energia solare (DGS), la Federazione europea dell'Industria Solare Termica (ESTIF), la Società Internazionale per l'Energia Solare (ISES), il gruppo SEMI PV Group e infine la VDMA-PV, ovvero la Piattaforma dei mezzi di produzione del fotovoltaico facente parte dell'Associazione tedesca dei costruttori di macchine e impianti (VDMA). Con il sostegno dell’Associazione europea dell'industria fotovoltaica (EPIA). 
 
La Intersolar
La Intersolar, con esposizioni e conferenze in quattro continenti, è la maggiore fiera internazionale per l'intera industria del solare e i suoi partner. Unisce uomini e aziende di tutto il mondo con l'obiettivo di dare più peso all'energia solare tra le fonti di approvvigionamento energetico.
 
La Intersolar Europe ha luogo ogni anno presso la Messe München. È la più grande fiera del mondo per l’industria del solare e i suoi partner. Nel 2013 hanno preso parte alla Intersolar Europe 1.292 espositori internazionali e oltre 47.000 visitatori di settore. Intersolar Europe è incentrata sul fotovoltaico, sulle tecniche di produzione fotovoltaica, sugli accumulatori di energia e sul solare termico e, dal momento della sua istituzione, è avanzata a piattaforma di settore più importante a livello internazionale per produttori, fornitori, grossisti, fornitori di servizi e partner. La concomitante Intersolar Europe Conference ha lo scopo di approfondire i temi presentati alla fiera. Nel 2013 oltre 400 relatori e circa 2.000 partecipanti hanno discusso delle attuali tematiche del settore, gettando luce anche sui retroscena degli sviluppi tecnologici e politici dei mercati del solare.
 
La Intersolar con le fiere e i congressi organizzati in tutto il mondo poggia su un'esperienza di oltre vent'anni. Oltre alla Intersolar Europe, nel 2008 è stata organizzata per la prima volta anche la Intersolar North America, svoltasi a San Francisco, a cui sono seguite la Intersolar India a Mumbai, la Intersolar China a Pechino e la Intersolar South America a San Paolo del Brasile.
 
La Intersolar Europe è organizzata dalla Solar Promotion GmbH di Pforzheim e dalla FWTM / Freiburg Wirtschaft Touristik und Messe GmbH & Co. KG di Friburgo.
 
Contatti:
Solar Promotion GmbH | Postfach 100 170 | 75101 Pforzheim
Horst Dufner | Tel.: +49 7231 58598-0 | Fax: +49 7231 58598-28 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

La richiesta dell’azienda speciale “Mercato dei fiori della Toscana” è stata resa pubblica il 18 novembre durante un’assemblea a cui erano presenti circa 200 fra operatori del mercato ed esponenti del settore floricolo. Si è fatta strada la convinzione che senza le opere di manutenzione e messa a norma complessiva dell’immobile sia impossibile attirare i cofinanziamenti dei privati previsti dall’accordo con la Regione Toscana. Tropiano di Coldiretti ha criticato la Camera di commercio di Pistoia per non aver finanziato alcuno studio sul settore floricolo.

 
L’immobile dovrebbe essere messo a disposizione della gestione del servizio pubblico di commercializzazione dei fiori, e quindi degli operatori, per un periodo pluriennale. Nel 2013 è stato raggiunto il sostanziale pareggio di bilancio nella gestione del servizio. Vi sono privati disponibili a investire nell’uso dell’immobile, ma solo a fronte di certezze sul suo stato di salute e sulla messa a norma complessiva.
Sono i tre punti che concludono il documento approvato il 18 novembre, durante un’affollata assemblea (oltre 200 persone) degli operatori del mercato dei fiori di Pescia organizzata da Mefit (l’azienda speciale “Mercato dei fiori della Toscana” istituita a inizio 2013 dal Comune pesciatino), a cui erano presenti anche i rappresentanti delle organizzazioni di categoria del settore, fra cui il presidente di Cia Pistoia e il direttore di Coldiretti Pistoia. Il documento, redatto dall’amministratore unico di Mefit Franco Baldaccini e dal direttore Fabrizio Salvadorini, sarà inoltrato alla Regione Toscana
Come è emerso durante la pubblica presentazione del documento ed era già affiorato durante la conferenza stampa sui dati di bilancio di Mefit di alcuni giorni fa (vedi nostro articolo), il terzo punto sembra avere implicazioni piuttosto rilevanti. Tanto che l’amministratore Baldaccini ha ipotizzato di «sollecitare la Regione affinché venga valutata l’opportunità o meno di rivedere gli accordi sulle modalità di trasferimento dell’immobile» previsti dalla legge regionale 57/2009 e dalla finanziaria regionale 2012 (66/2011). In sostanza, l’ammissione di Mefit è che senza un impegno preliminare della Regione Toscana nella manutenzione straordinaria dell’immobile il meccanismo virtuoso di coinvolgimento dei privati negli investimenti necessari per la valorizzazione multifunzionale siano molto difficili, al punto che i privati in contatto con Mefit non hanno ancora voluto manifestare pubblicamente l’intenzione di investire.
Ma l’aspetto più urgente, come sottolineato nel documento e nel dibattito con alcuni degli operatori, è quello della disponibilità dell’immobile, che il Comune ha ottenuto dalla Regione, proprietaria della struttura ex Comicent, fino al 31 dicembre 2013. «Solo avendo certezze sulla durata della disponibilità dell’immobile – ha detto Baldaccini leggendo il documentoè possibile lo svolgimento senza soluzioni di continuità del servizio pubblico, predisporre contratti di subconcessione di durata pluriennale, consentendo a vecchi e nuovi operatori del mercato d’investire, potendo contare effettivamente per un periodo pluriennale sugli spazi concessi». 
Ma vediamo in sintesi cosa dice il documento, dopo aver ricordato il lungo periodo di precarietà che ha caratterizzato il mercato dei fiori in fase di liquidazione fallimentare. Intanto che alcuni elementi di precarietà sono stati superati nel 2013: la gestione è adesso affidata per un periodo di tre anni a un soggetto come Mefit, che assicura il presidio costante e ha delle responsabilità sull’andamento del mercato; i conti sono stati messi in ordine e potrebbero addirittura avere un piccolo utile a fine anno, come ricordato da Elena Lorenzi, che è stata amministratore unico di Mefit fino al 31 ottobre (vedi ancora nostro articolo).
Tuttavia, oltre agli effetti della generale depressione economica che ha colpito l’Italia - che ha portato ad un calo della domanda interna dal 2009 incluso ad oggi del 21%, pari a circa 200 miliardi in meno in acquisti di beni e servizi in cinque anni (Federico Fubini, Repubblica 13 novembre 2013), ndr -, restano i seguenti problemi irrisolti per il mercato dei fiori di Pescia: gli alti costi di produzione per le aziende agricole (soprattutto per il riscaldamento delle serre), la riduzione delle merci che affluiscono sul mercato e il calo del numero dei compratori, le cause pendenti dal giudice del lavoro del personale ex Comicent (vedi nostro articolo), gli alti costi di gestione della struttura del mercato anche per l’obsolescenza di vari impianti e, infine, la disponibilità in scadenza dell’immobile. E’ proprio per dare una risposta a questi due ultimi problemi, decisivi per il futuro del mercato dei fiori pesciatino, che Mefit chiede, con questo documento e con i tre punti sopra ricordati, l’aiuto della Regione Toscana.
Rilanciare la struttura del mercato dei fiori di Pescia, conservando al centro la funzione di commercializzazione dei fiori e delle piante, ma allargando lo spettro dei suoi utilizzi a comprendere altre attività qualitanto per citarne alcune ipotizzate in via non ufficialel’organizzazione di eventi culturali e commerciali, una vetrina per i prodotti dell’agricoltura locale, a cominciare dal vivaismo e l’olivicoltura, è possibile? Secondo il sindaco di Pescia Roberta Marchi decisamente . «Crediamo che questo settore floricolo e anche florovivaistico – ha detto tra l’altro nel suo interventopossa essere ancora molto significativo per il territorio». Intanto, i dati positivi di bilancio di quest’anno, in una fase di profonda crisi, dimostrano, ha osservato la Marchi, che la struttura a regime può essere gestita senza perdite. Naturalmente, c’è ancora molto da fare per attuare il progetto di valorizzazione multifunzionale. Due condizioni necessarie per andare avanti sono però la disponibilità a lungo termine dell’immobile e la sua messa in sicurezza.
Sandro Orlandini, presidente della Cia di Pistoia, è intervenuto dicendo che «i nostri produttori sono tutto sommato contenti su alcuni miglioramenti del servizio con la nuova gestione, anche se c’è ancora ovviamente molto da fare». Comunque Cia Pistoia crede nel mercato dei fiori di Pescia. «E’ nostra intenzione – ha aggiuntoragionare e risolvere questi problemi insieme anche al distretto floricolo». D’accordo su quest’ultimo punto Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia, anche se ha avuto una indiretta punta polemica nei confronti di Orlandini, che siede nella Camera di commercio di Pistoia, quando ha detto che tale Camera di commercio «è poco vicina alle esigenze della floricoltura» e avrebbe dovuto accompagnare questa delicata fase decisionale collegata al regolamento unico dei mercati dei fiori di Pescia e Viareggio con qualche «studio» tipo quello realizzato da Lucense sul distretto floricolo grazie al contributo dalla camera di commercio di Lucca. La replica di Orlandini su questo punto è arrivata a margine dell'incontro in una nostra intervista
 
L.S.

Passaggio del testimone da Elena Lorenzi a Franco Baldaccini alla guida dell’azienda speciale del comune di Pescia “Mercato dei fiori della Toscana”. Il tandem LorenziSalvadorini consegna, al 31 ottobre 2013, un bilancio in ordine con ricavi già arrivati a +10% sul consuntivo 2012. Al nuovo amministratore unico, spiega il sindaco Marchi, spetterà anche la promozione sul territorio dell’ex Comicent. Il direttore tocca la questione delle opere di manutenzione straordinaria e svela quale sarebbe lo scenario ideale in relazione all’erogazione dei contributi regionali. Baldaccini annuncia spazi dedicati al vivaismo.

 
«Vogliamo informare la cittadinanza su come abbiamo fatto a portare questa realtà del servizio di commercializzazione dei fiori all’ingrosso da un deficit importante di bilancio in tempi di vacche grasse ad un bilancio in pareggio in tempi di vacche magre». Così il sindaco di Pescia Roberta Marchi ha riassunto l’esito dei primi di dieci mesi di vita dell’azienda speciale Mercato dei Fiori della Toscana (Mefit) il 7 novembre durante la conferenza stampa in cui veniva annunciato anche il passaggio di consegne da Elena Lorenzi a Franco Baldaccini, ex vicesindaco di Pescia, nel ruolo (non remunerato) di amministratore unico dell’azienda
, perché questi mesi di attività, ha spiegato Roberta Marchi, costituivano anche una sorta di sperimentazione per verificare se e come il servizio pubblico di commercializzazione di piante e fiori potesse stare in piedi nella struttura ex Comicent di via Salvo d’Acquisto senza gravare sul bilancio comunale. E «la verifica – ha affermato il sindaco lasciando la presentazione dei dati all’amministratore uscente e al direttore Fabrizio Salvadorini – ha dato esiti positivi». «Abbiamo mantenuto le tariffe inalterate – ha detto -, abbiamo fatto pulizia nel mercato dei fiori, perché era diventato il mondo del bengodi: chi non pagava, chi entrava ma era ghost, chi entrava quando gli pareva; e non si sapeva a chi erano affittati i magazzini, chi pagava la luce e il telefono, ecc. Ora tutte queste cose non solo si sanno, ma sono incasellate, e tutti pagano». «Detto questo, che mi pare non poca cosa – ha proseguito il sindacoguardiamo al futuro con la volontà, che poi non so se si tradurrà in fatti, di poter fare ancora di più, ma intanto l’obiettivo principale, che era portare un bilancio in pareggio, l’abbiamo centrato».
Adesso, ha aggiunto il sindaco, «bisogna voltar pagina, perché c’è da fare tutta una serie di attività promozionali per aprirsi all’esterno di Pescia, per portare dentro a questo mercato anche nuovi soggetti, altri operatori. Un’attività che non può fare un tecnico. In questo senso la nomina di Franco Baldaccini, che ha già esperienza e nel comune e nel Comicent, riesce ad interpretare meglio questo momento e questa esigenza». «Ho sempre creduto che il Comicent come struttura, l’immobile dove l’azienda speciale esercita le sue funzioni, - ha concluso il sindaco - sia veramente una ricchezza per un contesto che è molto più ampio di quello di Pescia e noi cercheremo di sfruttarlo al massimo. Partendo però dal dato dell’attività di vendita e commercio di fiori, perché anche se nessuno le vede ci sono alcune centinaia di aziende di produttori e commercianti (oltre 700, ndr), e quindi tante famiglie, coinvolte».
Ma ecco, in sintesi, i promettenti risultati di Mefit illustrati da Elena Lorenzi insieme a Fabrizio Salvadorini (vedi anche la scheda sotto). I ricavi, al 31 ottobre 2013, sono saliti a 792 mila euro, circa il 10 per cento in più sul consuntivo del 2012, quando si erano fermati a 715 mila euro. Parallelamente sono stati tagliati un po’ i costi, visto che nel consuntivo dell’anno scorso si era registrata una perdita di circa 100 mila euro. Ciò grazie soprattutto all’acquisto di un software gestionale che ha permesso di non esternalizzare più le funzioni amministrative e contabili e alla riduzione dei costi di telefonia e del servizio di vigilanza interna del mercato. Il bilancio è quindi sostanzialmente già in pareggio.
Grazie all’adozione di una scheda anagrafica per chiunque voglia utilizzare il Mercato dei Fiori della Toscana, iscrivendosi, sono disponibili le “carte di identità” di tutti i soggetti che lo frequentano: numero di registrazione alla camera di commercio, partita Iva, numero di merci prodotte o commercializzate, stima del giro d’affari. Si tratta di 716 ditte, di cui 275 produttori e 360 commercianti, più 50 trasportatori. In base alle stime degli operatori, il volume d’affari annuale dovrebbe attestarsi intorno ai 70 milioni di euro. 
Tra le voci di spesa più consistenti e assolutamente da tagliare, è stato messo in evidenza da Lorenzi e Salvadorini, c’è il costo dell’energia elettrica, che è pari a circa 88 mila euro all’anno. E dipende dai vecchi impianti di illuminazione e dalla centrale. Ci vorrebbe un importante intervento di manutenzione straordinaria per risolvere il problema, ma, hanno osservato i due, sarebbe di pertinenza del proprietario dell’immobile, la Regione Toscana. E, senza questo intervento e gli altri che ancora mancano sull’immobile, il Comune non se la sente di acquisirne la proprietà. 
Sarà possibile ricevere dalla Regione i fondi (già stanziati) necessari per questo intervento prima del passaggio della proprietà dell’immobile del Mercato dei fiori all’amministrazione comunale? 
No, dice Salvadorini, se si continuano a considerare i 9,5 milioni di euro stanziati dalla Regione per il Comune di Pescia (in relazione al passaggio di proprietà) come dei contributi da erogare solo in relazione alla presenza di analoghe cifre offerte da privati. Questi ultimi, infatti, chiosa il direttore di Mefit, «vogliono che la messa a norma sia già stata fatta» prima di investire.
«Bisogna uscire dal cul-de-sac in cui ci troviamo – ha affermato Salvadorini -. La proposta che abbiamo timidamente avanzato alla Regione è in parole povere la seguente: tu hai 9 milioni e mezzo e vuoi che questi fondi siano considerati un contributo da erogare a fronte di altri contributi di privati? Devi prima spenderne una parte, anche cospicua, per mettere a norma l’immobile attraverso i lavori necessari a passare il collaudo statico e ad ottenere il certificato di prevenzione incendi e la conformità degli impianti elettrici. Dopo di che ti rimarranno, poniamo, 4 milioni di euro» e questi potrebbero a quel punto fare da volano per attirare investimenti privati anche molto superiori.
Anche il vicesindaco Oliviero Franceschi ha detto la sua sulle prospettive del Mercato dei fiori. In ottica multifunzionale, Franceschi ha proposto di inserire, nelle ore diurne, la commercializzazione dell’orticoltura locale, che vanta delle eccellenze che potrebbero trarre giovamento da questa vetrina.
Il neo amministratore unico di Mefit, Franco Baldaccini, ha infine annunciato che perseguirà la nuova strada multifunzionale puntando, in aggiunta alla floricoltura, sul «settore del vivaismo», guardando se è possibile «portarlo in quella sede avviando delle collaborazioni». «Poi – ha concluso - cercherò ovviamente di utilizzare questa grande realtà per alcuni eventi di rilievo. Il tutto sempre cercando di arrivare al pareggio di bilancio».

Redazione

 

Scheda di Mefit: “Il punto sull’attività dell’Azienda al 31 ottobre 2013”

 
L’Azienda speciale, nuovo soggetto gestore del servizio pubblico, senza perdere di vista l’obiettivo di pareggio del bilancio annuale, si è adoperata per riordinare le varie posizioni degli operatori che fruiscono del mercato.
Gli uffici, utilizzando un nuovo sistema gestionale, hanno elaborato le domande di iscrizione e la documentazione allegata, predisponendo oltre 500 contratti tra sub concessioni e noleggio servizi (74 dei quali sono stati registrati all’Agenzia delle Entrate), emettendo 1300 fatture e protocollando 1000 atti.
Questo modo di lavorare ha portato a definire meglio l’articolazione dei soggetti iscritti al mercato recuperando le posizioni non censite.
Nella sostanza risultano per ora iscritte 716 ditte tra produttori (275), commercianti (360), trasportatori (50 tra abituali ed occasionali) ed altri soggetti extra filiera orto florovivaistica (31) titolari di magazzino, utilizzatori di celle frigo od altro.
Sotto l’aspetto economico dei contratti stipulati, le entrate da sub concessioni risultano pari ad euro 420.000 circa e quelle da noleggio servizi 372.000, importi che al 31 ottobre sono stati incassati per oltre l’80%.
Il bilancio consuntivo 2012 certifica le entrate per sub concessione in euro 376.000 circa e quelle per noleggio servizi in circa 339.800 euro.
Nel 2013 sono state applicate in maniera attenta le tariffe approvate, che sostanzialmente sono le stesse degli anni precedenti. Anche se è bene ricordare l’avvenuta introduzione di tariffe mensili in relazione al costo annuale, distinguendo i mesi di attuale maggior afflusso di prodotto (identificati in febbraio, maggio, giugno, ottobre e dicembre), e di un prezzario giornaliero per produttori e commercianti acquirenti, flessibilità della quale hanno potuto beneficiare gli utilizzatori del servizio pubblico.
Infine si sottolinea il fatto che i soggetti iscritti nella domanda hanno dichiarato il volume d’affari che supponevano di realizzare nel corso del 2013. Da tali dichiarazioni risulta un volume annuale nel mercato stimato in circa 70 milioni di euro. 

E’ sempre più rosa lo zafferano toscano. L’80% delle aziende agricole che coltivano il Crocus Sativus e producono zafferano sono diretta da donne. Ma non si tratta di una questione di gusti, generi e tendenze. In un settore, quello dell’agricoltura, dove il rapporto di imprese guidate da donne è 1 su 3, delle circa 100 aziende toscane produttrici di zafferano, più di 2 su 3, sono rosa. Un elemento non trascurabile in una delle più piccole delle filiere d’eccellenza della Toscana agroalimentare capace di mettere in moto oltre 1milione di euro di fatturato all’anno curando con delicatezza e rispetto delle tradizioni un prodotto che vale e costa quasi come l’oro. Le Signore dello Zafferano sono le grandi protagoniste della seconda edizione della kermesse “Zafferano: Sapori e Saperi” dedicata alla spezia più preziosa in programma a Villa Caruso Berlosguardo, a Lastra a Signa, domani, per tutto il giorno.

 
Promossa dall’associazione “Zafferano delle Colline Fiorentine” in collaborazione con Coldiretti, Campagna Amica, l’Assessorato alla Cultura, Turismo, Commercio e Sviluppo Economico del Comune di Lastra a Signa e l’Associazione Villa Caruso, la due giorni dello zafferano Made in Tuscany esalta la figura, ma anche le scelte imprenditoriali di figure come Carolina Calonaci che ha deciso di cambiare radicalmente la prospettiva del suo futuro lasciando il mondo della moda e della pelletteria per dedicarsi allacoltivazione di zafferano italiano.
Sarà lei, insieme alle colleghe toscane dell’Associazione “Zafferano Colline Fiorentine” a guidare i visitatori, per tutta la giornata di domenica 20 ottobre, presso l’Area Produttori, i visitatori ed appassionati dentro la fragile arte della “sfioritura” dello zafferano, fondamentale momento nel ciclo di produzione dello zafferano. A latere dell’attività dimostrativa, in cui potrannocimentarsi anche i visitatori, sarà allestita la mostra fotografica “Lo Zafferano nelle foto di Ieri e Oggi”. Le fotografie sono di Paolo Formichella, Monia Piga, Mirko Giovacchini e Sara Maluca.
 
La kermesse dedicata allo zafferano celebra e promuove la spezia più costosa del mondo. Necessaria nella quotidianità per colorare vestiti, preparare unguenti e profumi, questa particolarissima spezia serviva per tingere le bende alle mummie ma anche per abortire grazie alle sue proprietà emmenagoghe. Tra il parco e la Villa i visitatori potranno osservare, toccare, partecipare, provare grazie ad una moltitudine di attività e spazi. Ci saranno un’area benessere a cura del Laboratorio Hur di Firenze per fornire consigli e suggerimenti sull’utilizzo dello zafferano italiano per migliorare il nostro aspetto; un’area artigianale a cura di CNR IBNET sull’utilizzo e la multifunzionalità di alcune piante officinali; un’area dedicata all’impiego dello zafferano in ambito artistico; un’area didattica per i bambini; un’area dedicata alle dimostrazioni ed un’area adibita al mercato dei produttori di Campagna Amica. Grande risalto allo zafferano in cucina con un ciclo di show-cooking per imparare, con i grandi chef di Vetrina Toscana, alcune particolari ed originali piatti, oppure, scoprire nuoviabbinamenti con vini e champagne. Tra le curiosità la presentazione del primo gelato e della prima birra prodotta con la base di zafferano delle colline fiorentine. A completare il palinsesto un ciclo di convegni di altissimo profilo a cui parteciperanno esperti del settore, docenti, medici e agricoltori perparlare diffusamente per esempio dello zafferano come “cura” contro le malattie degenerative della retina e delle sue proprietà organolettiche e il salone degli zafferano con il test anti-frode. Per tutti i visitatori la possibilità inoltre di ammirare le mostre attualmente allestite all’interno della Villa, “Dalla Russia con Amore” e “Gino Bechi” e visitare il Museo.
 
L’ingresso è a pagamento (3 euro). Orario di apertura dalle 10.00 alle 19.00. Per saperne di più su orari, ingresso, programma e location vai su www.toscana.coldiretti.it, www.villacaruso.it e www.zafferanodifirenze.it
 
Fonte Ufficio Stampa

"Se non si investe, le città non diventano intelligenti e per garantirci un futuro servono politiche keynesiane di investimento e uno Stato che si ponga obiettivi alti. Dobbiamo garantire equità di accesso alla rete e una uniforme diffusione delle nuove tecnologie su tutto il territorio". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, intervenendo al dibattito che si è tenuto a Pisa presso la Scuola Normale nella giornata conclusiva di Internet Festival 2013, un confronto dedicato alle città intelligenti sul tema "rimodellare la vita delle città".

 
Il suo è stato un intervento in cui il tema degli investimenti è risuonato più volte, così come quello della necessità di puntare sui giovani. Il presidente ha detto che in Toscana entro i prossimi tre anni si dovrà riuscire a dare lavoro a 25-30.000 giovani pena una inevitabile decadenza.
"La Toscana – ha aggiuntoè pronta per garantire nel 2014 la banda larga da 7 megabit a tutta la popolazione e si sta muovendo per centrare l'obiettivo europeo, per assicurare entro il 2020 una connessione da 50 megabit al 100% della popolazione e da 100 mega almeno alla metà dei cittadini".
 
Però il presidente ha posto anche l'accento su alcune contraddizioni e alcuni freni posti all'informatizzazione dei servizi. Si è detto infatti preoccupato per la mancata catalogazione della metà dei libri della Biblioteca Nazionale di Firenze per mancanza di personale, così come per il blocco sostanzialmente imposto alla trasmissione per via digitale ai medici che potrebbero analizzarle delle immagini degli esami effettuati nei piccoli ospedali toscani, e anche per la scarsa adesione degli operatori turistici al sistema gratuito di prenotazione online sviluppato dalla Regione Toscana, vuoi per mancanza di conoscenze informatiche che per motivi fiscali.
 
"Il dibattito sulle città intelligenti – ha concluso il presidente Rossi – deve intrecciarsi con quello sulla crisi e noi dobbiamo chiederci quale tipo di sviluppo vogliamo senza pensare di poter ricominciare da dove ci siamo interrotti nel 2008. E privi di una visione d'insieme e senza il contributo decisivo dello Stato rischiamo di sbandare perché anche la digitalizzione non può che essere governata a livello nazionale, così come ho chiesto al ministro Trigilia di fare".
 
Fonte ufficio stampa