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Cia Toscana Centro a Impruneta
Una nuova sede per offrire maggiori servizi alle aziende del territorio e per migliorare la qualità degli spazi a disposizione dei dipendenti. 
E’ stata inaugurata oggi nel comune di Impruneta (provincia di Firenze), in località Bottai, la nuova sede di Cia Toscana Centro (Firenze – Pistoia – Prato), che rappresenta 3.500 aziende agricole associate. La sede può contare su locali rinnovati, spazi idonei per corsi di formazione ed eventi associativi, oltre agli uffici in cui vengono erogati servizi. In tutto 400 metri quadri di cui circa 100 di sala, 150 di uffici amministrativi e altri 150 fra magazzino ed archivi.
Al taglio del nastro erano presenti il presidente nazionale Cia Agricoltori Italiani Cristiano Fini, il presidente di Cia Toscana Valentino Berni, oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali: i sindaci di Impruneta Alessio Calamandrei, di San Casciano Val di Pesa Roberto Ciappi, di Bagno a Ripoli Francesco Casini, di Barberino – Tavarnelle David Baroncelli e di Greve in Chianti Paolo Sottani. Con loro Brunella Tarli per la Camera di Commercio di Firenze e vari esponenti politici. 
«Siamo molto entusiasti per questa inaugurazione – ha detto il presidente Cia Toscana Centro Sandro Orlandini -, con questa sede guardiamo con ottimismo al futuro. Sede baricentrica rispetto alle tante agricolture del nostro territorio, una struttura per i corsi, al servizio dei dipendenti e delle imprese agricole».  
«Un momento molto importante in una realtà territoriale altrettanto importante – ha detto Cristiano Fini, presidente Cia Agricoltori Italiani -, perché Cia Toscana Centro associa tante imprese, con un fortissimo legame con il territorio, ed un fortissimo legame fra territorio, agricoltura e turismo. E’ chiaro che sviluppare servizi in una realtà così importante va a merito di un’associazione molto dinamica e molto viva; si vuole investire per il futuro, dare una casa migliore agli agricoltori e ai nostri collaboratori, dove poter fare servizi e politiche sindacali a beneficio delle aziende agricole».
 

Redazione

Mefit - obblighi antincendio - Giurlani e Grassotti
Con un «decreto-ordinanza» firmato ieri l'altro il sindaco di Pescia Oreste Giurlani ha scongiurato il rischio di chiusura che pendeva nuovamente sul mercato dei fiori di Pescia, dopo la verifica, con esito negativo, del 29 luglio scorso dei Vigili del Fuoco sull’adeguamento dell’edificio alla normativa antincendio.  
Giurlani ha deciso di dare seguito alla deliberazione del Consiglio Comunale del 30 settembre che lo invitava «ad adottare qualunque atto sia necessario affinché sia garantita la continuità delle attività di servizio pubblico di mercato all’ingrosso di fiori e piante» e ha decretato «la prosecuzione - in via provvisoria ed in attesa del completamento delle necessarie procedure ad evidenza pubblica connesse al reperimento dei fondi ed all'avvio delle procedure esecutive - dell'attività attualmente in corso nei locali ex Comicent». A confortarlo in questa decisione, come spiegato nelle premesse dell’ordinanza, una serie di valutazioni tecniche di idoneità strutturale dell’edificio gestito dall’azienda speciale comunale Mercato dei fiori della Toscana (Mefit) e il fatto che «sotto il profilo della sicurezza antincendio, anche alla luce delle iniziative in tal senso adottate dal Mefit non appare emergere un rischio grave, attuale ed imminente tale da dover essere assicurato con la chiusura immediata dei locali». 
Ma il decreto-ordinanza - in attesa che arrivino i fondi promessi dalla Regione Toscana (2 milioni di euro) e i fondi richiesti tramite la partecipazione a un bando ministeriale nell’ambito del Pnrr (2 milioni e mezzo), oltre a 1 milione che il Comune reperirà con l’accensione di un mutuo, per il previsto intervento di messa in sicurezza e parziale adeguamento dell'immobile (vedi) - prevede anche precisi impegni da parte degli operatori iscritti al Mefit, per quasi metà florovivaisti e per il resto commercianti di piante e fiori, più una trentina di trasportatori. In particolare, sulla linea di quanto preannunciato in un protocollo d’intesa sottoscritto a fine settembre con le associazioni di categoria degli operatori, ordina che:
A) il Mefit raccolga entro 3 mesi a partire da oggi delle relazioni sommarie con le quali i singoli operatori iscritti, sublocatari e/o aventi diritto, attestino la situazione degli impianti elettrici negli spazi da loro utilizzati;
B) nei successivi 3 mesi i singoli utenti pongano rimedio alle anomalie riscontrate e presentino al Mefit regolari certificazioni degli impianti elettrici dei locali da loro occupati.
A questi impegni principali ne vengono aggiunti altri riguardanti il monitoraggio della struttura e del «carico di incendio» e altre misure volte ad abbattere il rischio di incendi.
 

L.S.

È sempre più importante puntare a nuovi metodi di controllo sostenibili nei confronti di Plutella xylostella, uno dei principali fitofagi che attacca il genere Brassica, al fine di ridurre l’utilizzo di mezzi chimici e le probabilità di sviluppare nuove resistenze.

 

Con l’arrivo dell’autunno (e fino a tutto marzo), inizia il tempo di raccolta del genere Brassica, destinato sia alla vendita di piante in vaso sia alla produzione recisa, nel comparto floricolo. Tra i fitofagi più importanti e voraci di questo genere deve essere segnalato il lepidottero Plutella xylostella, chiamata anche diamondback moth per la fascia color crema presente sulla parte dorsale.
In Italia è presente ovunque ed è considerata la specie dell’ordine Lepidoptera più diffusa su scala mondiale.
Dalle uova, che vengono deposte singolarmente o in piccoli gruppi fuoriescono, dopo un periodo di circa quindici giorni, delle piccole larve di color verde chiaro. Il lepidottero presenta quattro stadi larvali: le larve di prima età sono minatrici fogliari mentre, dopo la prima muta, conducono la vita all’esterno della foglia, nutrendosi della pagina inferiore. Nei casi di gravi infestazioni, le foglie vengono completamente divorate, causando importanti danni economici. Una volta arrivate a maturità, le larve si incrisalidano sulla pagina inferiore della foglia e dopo circa una settimana raggiungono l’età adulta.
L’adulto è un piccolo lepidottero, con un’apertura alare di circa 13 mm, caratterizzato da colorazioni tendenti al bruno e da antenne molto pronunciate.
Il continuo e costante utilizzo di mezzi di controllo chimici ha portato P. xylostella a sviluppare resistenza. Il lepidottero, infatti, è stato il primo insetto a sviluppare resistenza nelle popolazioni in pieno campo, anche al batterio Bacillus thuringiensis (popolazioni resistenti al Bt sono state ritrovate nelle Hawaii, Stati Uniti e alcune nazioni asiatiche).
Ad oggi, sono pochi i mezzi che riescono a controllare il lepidottero, per cui è nata la necessità di dar vita a nuovi prodotti sostenibili e funzionali.
Lo studio, condotto dai ricercatori della Federal University of Grande Dourados (Brasile), è stato pubblicato su Plants, una rivista scientifica semestrale di MDPI.
Il lavoro pubblicato è incentrato sulle capacità che le piante del genere Ludwigia, originarie delle zone umide dell’America centrale e meridionale, hanno di incidere sull’ovideposizione e sull’alimentazione del lepidottero grazie ai loro metaboliti secondari (flavonoidi, tannini, alcaloidi..).
I risultati, descritti in breve, hanno dato esiti positivi. L’estratto acquoso di Ludwigia tomentosa ha ridotto dell’80.92% la superficie fogliare mangiata dai lepidotteri, rispetto al controllo; l’estratto è risultato avere un effetto fagodeterrente riducendo, in media, l’ovideposizione dell’89.41%, con un picco del 97.16% per la specie L.longifolia. In generale, tutti gli estratti acquosi sono stati segnalati come deterrenti per la deposizione delle uova. Anche gli estratti etanolici (a base alcolica) risultano essere deterrenti, anche se con una deposizione ridotta mediamente dell’81.24%.
Dall’analisi dei dati emerge come i metaboliti secondari siano sostanze in grado di controllare i processi di deposizione e alimentazione di P.xylostella, avendo il vantaggio non solo di essere prodotti naturali ma anche di essere poco soggetti a indurre nuove forme di resistenza nell’insetto, in quanto si tratta di sostanze complesse con modalità d’azione diverse, che agiscono principalmente sul comportamento degli insetti a seguito degli stimoli recepiti dai sensilli.
Attualmente, tuttavia, il controllo del lepidottero deve essere effettuato mediante i prodotti fitosanitari (registrati per genere Brassica) disponibili in commercio, preferendo sempre mezzi sostenibili e selettivi, rispetto a quelli chimici e ad ampio spettro d’azione.

Foto: Plutella xylostella (Linnaeus, 1758), Autore: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Dott.ssa Giulia Pacini

Un sostegno da 25 milioni di euro alle aziende florovivaistiche italiane contro il caro-energia.
Dopo l’intesa raggiunta il 12 ottobre scorso in Conferenza Stato-Regioni, è stato finalmente firmato dal ministro uscente delle Politiche agricole Stefano Patuanelli il decreto a favore del settore florovivaistico pensato dal Mipaaf lo scorso settembre per contrastare gli effetti del rincaro dei prezzi energetici derivante dalla guerra in Ucraina (vedi).
Fortemente atteso dal settore, il decreto prevede uno stanziamento di 25 milioni di euro a valere sul "Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura" e, secondo le stime Istat, dovrebbe coinvolgere «oltre 8 mila imprese florovivaistiche, per un totale di circa 8814 ettari di superfici a serre o con strutture protette, che necessitano a seconda delle esigenze sia di raffrescamento che di riscaldamento».
«Il contributo concedibile, anche nel rispetto di quanto previsto dal Quadro temporaneo europeo di riferimento - continua la nota del Mipaaf -, è pari al 30% dei maggiori costi sostenuti nel periodo marzo-agosto 2022 rispetto a quelli sostenuti nello stesso periodo dello scorso anno, per la gestione delle attività produttive, svolte essenzialmente in serra, per l'acquisto di energia elettrica, gas metano, G.P.L., gasolio e biomasse utilizzate per la combustione in azienda». È prevista la possibilità di erogazione di un acconto pari al 90% del contributo spettante.
«Obiettivo dell'intervento – spiega il Mipaaf - è quello di salvaguardare la competitività del settore ed evitare chiusure o arresto della produzione per assenza di liquidità delle imprese florovivaistiche per le loro esigenze di utilizzo dell'energia sia per il raffrescamento delle strutture serricole che per il loro riscaldamento, oltre al generale impatto su tutti i mezzi di produzione (fertilizzanti, prodotti fitosanitari, imballaggi, trasporti, materiale di propagazione)».

Redazione

export floricolo olandese
È calato del 2% in valore, a 5,6 miliardi di euro, l’export totale di fiori e piante olandesi nei primi tre trimestri del 2022. 
A rendere noto questo dato dell’Associazione olandese dei grossisti VGB e di Floridata è stata oggi FloraCulture International, l’house organ dell’AIPH - International Association of Horticultural Producers, l’associazione internazionale dei florovivaisti.
I fiori recisi, si legge nella nota, sono andati meglio delle piante perché in questo comparto è continuato il rimbalzo dopo due anni di matrimoni ed eventi cancellati e posticipati durante la pandemia. 
Così nei primi 3 trimestri l’export di fiori recisi olandesi è cresciuto dell’1% raggiungendo il valore totale di 3,4 miliardi di fatturato. Invece l’export di piante olandesi nello stesso periodo è diminuito del 5% attestandosi a 2,2 miliardi di euro.
Come riferito a FloraCulture da VGB, le spedizioni verso i maggiori mercati di sbocco dei fiori e delle piante olandesi - vale a dire Germania, Regno Unito e Francia - registrano un calo, mentre quelle verso Italia e Polonia una lievissima crescita. 
 

Redazione