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- Scritto da Andrea Vitali
Dal 20 al 24 al Parco delle Cascine di Firenze si tiene la II edizione dell’Expo Rurale toscana. Uno spaccato completo della ruralità regionale in un’area di 6 ettari con più di 340 appuntamenti fra eventi spettacolari e divertenti dimostrazioni con animali e piante, ma anche seri incontri e convegni. Filo conduttore la corretta alimentazione in vista dell’Expo 2015 di Milano. Cia presenta le merende di una volta, Coldiretti il manuale con le ricette salva-euro.
Tutto quello che avresti voluto sapere sulla vita di campagna (e dei pescatori) in Toscana. E in particolare su come dalla terra (e dal mare) sia possibile tirare fuori gli squisiti e genuini prodotti enogastronomici della tradizione: dai più noti a quelli meno conosciuti.
La seconda edizione dell’Expo Rurale toscana, in programma da giovedì 20 a domenica 23 settembre nello storico Parco delle Cascine di Firenze in un’area di 6 ettari con oltre 5 mila mq coperti (orario 10-20 eccetto il primo giorno), è una risposta divulgativa e divertente a tali curiosità e al desiderio di natura che a volte assale chi vive in città (vedi pure nostro articolo "Expo Rurale 2012 lancia la Toscana come Food Valley d'Europa"). Per chi accorrerà alla kermesse della ruralità regionale sarà come entrare in una sorta di iperfattoria dove stare a contatto con gran parte degli animali che si possono trovare nelle campagne toscane, dove imparare dal vivo come si munge, come si pota un olivo o si innestano le viti, come si tira su un orto e si curano le piante, come si fa il pane e come si salano le alici, come si disbosca e si costruisce una casa ecocompatibile in legno. E poi assistere alle performance di cani, mucche, cavalli e falchi, tanto per citarne alcuni. Ed infine degustare vini, oli e miele a volontà, nonché osservare all’opera chef e assaggiatori.
In programma sono elencati oltre 340 appuntamenti, fra i quali il concorso per il “Premio Miglior Chef Emergente del Centro Italia”, a cui partecipano anche giovani cuochi delle altre regioni dell’Italia centrale, e la “Disfida della polpetta”: una gara «giocosa ma succulenta» che vedrà alcuni chef alle prese con questo piatto tipico della cucina povera e contadina variamente interpretabile. E il “Cooking show della chianina: io taglio / tu cuoci”, in cui alcuni macellai e lo chef Massimo Infarinati presenteranno nuove ricette facili da realizzare con i secondi tagli della Chianina Igp. E ancora le degustazioni di salsicce di bovino Limousine o di hamburger di Chianina, il “Panel dei piccoli – mini lezione per piccoli assaggiatori di olio extravergine” oppure “La via dell’oro verde: dal frantoio all’olio da assaggiare” a cura della fattoria didattica il Faggeto di Anghiari (che fa corsi di cucina per piccoli chef).
Ma Expo Rurale 2012 è ricca di stimoli anche per gli addetti ai lavori. Giovedì 20 settembre, alla facoltà di Agraria, inizierà con un workshop intitolato “L’innovazione e gli investimenti per lo sviluppo rurale” (dalle 9 alle 18), la cui sessione mattutina sarà aperta dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e sarà chiusa dall’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori. Il giorno successivo, stesso luogo stesso orario, si svolgerà il convegno “Stili di vita e consumi alimentari”: la sessione della mattina, intitolata “Individuo, alimentazione e stili di vita”, vedrà la presenza di vari professori universitari coordinati da Augusto Marinelli. Mentre il pomeriggio, con Giuseppina Carrà, presidente della Società italiana di economia agraria, a moderare la sessione, si parlerà del tema “Tendenze nei consumi alimentari, riforma della Pac e strategie per le imprese toscane”: la relazione finale sarà del presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, le conclusioni dell’assessore Gianni Salvadori.
Sempre venerdì, alle 12,30, sarà firmato un protocollo d’intesa per la definizione delle caratteristiche merceologiche della biomassa agroforestale da utilizzare negli impianti di teleriscaldamento e/o cogenerazione fra i seguenti soggetti: Cia, Confagricoltura, Coldiretti, Legacoop, Confcooperative, Uncem, Upi e Anci. Salvadori presenterà l’accordo con una conferenza stampa. Interessante anche l’incontro di sabato, dalle 15 alle 19, sempre ad Agraria, su “Cambiamenti climatici e gestione forestale per prevenire il rischio idrogeologico, gli incendi e promuovere la valorizzazione economica del bosco”, in cui interverrà il ministro dell’ambiente Corrado Clini.
Cia Toscana, che vede partecipare alla manifestazione oltre cinquanta aziende ad essa associate, organizza insieme a “Donne in Campo” le «merendine contadine» per i bambini (ma non soltanto): «le merende semplici di una volta, che permetteranno di assaporare alimenti sani e gustosi». Mentre Coldiretti Toscana presenta un manuale salva-euro per cucinare ottime ricette genuine e spendere poco. Tra le ricette toscane illustrate nel manuale vi sono «la pappa al pomodoro, la trippa ed il peposo (il muscolo di manzo) all’imprunetina, le frittelle di riso, la schiacciatina all’uva».
La kermesse è articolata nelle seguenti filiere: zootecnica, caccia, pesca e acquacoltura, olivicola, viticola, cerealicola, florovivaistica, foresta legno, multifunzionalità. E include una mostra su “I tesori della Toscana: i prodotti a marchio Dop e Igp della Toscana”, la presentazione delle foto e dei video partecipanti al concorso “I mestieri della ruralità”, un ristorante di Vetrina Toscana che presenta 7 menù toscani contemporanei nati dalla fantasia di 7 ristoratori della rete. Per ulteriori informazioni consultare il sito web di www.exporurale.it.
L.S.
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- Scritto da Andrea Vitali
A Sana, il salone internazionale del biologico e del naturale di Bologna dall’8 all’11 settembre, sono emersi dati confortanti sul consumo di prodotti alimentari biologici in Italia. Il ministro delle politiche agricole Mario Catania ha annunciato maggiori controlli a garanzia della qualità e l’imminente informatizzazione del settore. Il commento del presidente di confagricoltura.
Una sostanziale stabilità sul lato della produzione, nonostante il contesto economico sfavorevole, ma una netta crescita sul lato dei consumi: +8,9% in valore nel 2011 e più 6,1% nel primo semestre 2012. E’ il quadro del settore bio che è emerso a Sana, il salone internazionale del biologico e del naturale, tenutosi a Bologna dall’8 all’11 settembre scorsi. Un settore che però si attesta ancora al 2,7% del numero di aziende agricole in generale e al 6% delle estensioni agricole secondo Ismea e dell’8,6% della Sau (Superficie agricola utilizzata) secondo Confagricoltura. E che necessita di maggiori controlli per evitare le falsificazioni, a cominciare dall’informatizzazione della gestione dei dati del comparto, che sta per diventare operativa, come ha anticipato il ministro delle politiche agricole Mario Catania in un comunicato dell’8 settembre.
I dati sulla produzione presentati dal Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) e Sinab (Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica) confermano quanto anticipato dopo metà luglio dal ministro Catania (vedi nostro articolo “Mario Catania: l’agricoltura biologica è in buona salute”). Nel 2011 l’agricoltura biologica ha registrato un aumento complessivo del numero di operatori dell’1,3% (anche se, secondo Confagricoltura, si tratta di un incremento imputabile alle aziende di produzione, perché le aziende agricole sono scese di 271 unità) e una diminuzione della superficie di circa l’1,5%.
«Siamo leader a livello produttivo in Europa – ha ribadito l’8 settembre il ministro Catania – con oltre un milione di ettari dedicati all’agricoltura biologica e con quasi 50 mila operatori. Si tratta di un comparto che può ancora crescere, perché c’è una domanda sempre più qualificata a livello nazionale ed internazionale. Stiamo fortemente impegnati, insieme a tutto il sistema di controllo e certificazione specifico per il biologico, per aumentare le garanzie sulla qualità delle produzioni biologiche. A giorni, infatti, tra le diverse misure che abbiamo messo in campo, diventerà operativa l’informatizzazione per la gestione dei dati di settore, che semplificherà il carico burocratico per le aziende e migliorerà l’efficacia dei controlli».
Riguardo ai consumi di prodotti alimentari biologici invece, che collocano l’Italia al quarto posto dietro Germania Francia e Regno Unito, secondo le rilevazioni Ismea-Eurisko su un panel di famiglie, la spesa nel carrello nella gdo (grande distribuzione organizzata) è cresciuta sia nel 2011 che nella prima metà del 2012 (+8,9% nel 2011 e +6,1% nel primo semestre 2012). «La tendenza del 2011 – si legge nel report di Ismea - è dipesa in modo particolare dagli aumenti fatti registrare dai prodotti lattiero-caseari, le uova, i biscotti, i dolciumi, gli snack e le bevande analcoliche. Nel primo semestre 2012 continuano a crescere le bevande analcoliche, i biscotti, dolciumi e gli snack ed in misura minore i derivati del latte bio». «L’incremento dei consumi di biologico – aggiunge il report - è supportato anche da un aumento del numero di famiglie acquirenti e della penetrazione, passata dal 71,5% del 2010 al 75,5% del 2011».
«L’incremento dei consumi del 6% registrato nel primo semestre 2012 – ha dichiarato il 7 settembre il ministro Catania - dimostra come gli italiani scelgano sempre di più e con fiducia il prodotto bio. Si tratta di un settore che vale 3 miliardi di euro e che ha delle potenzialità ancora inespresse per la nostra agricoltura. Tre famiglie su quattro ormai acquistano prodotti biologici, si tratta di una tendenza sempre più radicata che è entrata nelle abitudini alimentari degli italiani a cui dovremmo rispondere con una maggiore offerta di prodotto nazionale».
«Sovente – ha commentato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - i produttori di biologico si trovano a competere in un mercato inquinato dai falsi che arrivano da aree extracomunitarie. E’ necessario dunque un impegno costante del governo in sede europea per introdurre codici doganali specifici per i prodotti biologici e riformare il sistema di equivalenza dei controlli dei Paesi extra UE». Da evitare in ogni modo è poi la contrapposizione ideologica tra convenzionale e biologico: «non esiste un’agricoltura buona ed una cattiva – ha detto Guidi -. E’ verissimo che il bio ha caratteristiche ambientali indubbiamente da valorizzare, ma è altrettanto vero che l’agricoltura convenzionale, in Italia, non è né sporca, né inquinante. E va ricordato che nel 2014 tutto il settore agricolo dovrà adottare tecniche di difesa integrata, restringendo ulteriormente il gap che c’e tra le due procedure agronomiche».
L.S.
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- Scritto da Andrea Vitali
E’ una delle risposte a medio e lungo termine alla siccità annunciate oggi dal Ministro delle politiche agricole, che ha reso noto l’anticipo dei contributi europei (dal 16 ottobre). Circolano varie stime sui danni delle mancate piogge (e del successivo maltempo): per Cia in Toscana -30% la produzione media, per Coldiretti la nostra regione è la terza fra le più colpite con 260 milioni di danni e una vendemmia al –20%. Mario Catania dice che la valutazione va completata in vista dell’applicazione del «parziale ristoro del danno». Parere positivo di Confagricoltura sulle misure del ministro.
«Tutto lascia pensare che, nel quadro dei cambiamenti climatici in atto, ci troveremo sempre più spesso ad affrontare situazioni caratterizzate da piogge meno frequenti ma più copiose. Per questo è fondamentale, al di là degli interventi sull'emergenza, lavorare a una politica di più ampio respiro sul medio e sul lungo termine per affrontare in maniera organica il problema delle risorse idriche sia sul fronte della gestione che su quello infrastrutturale».
Lo ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, al termine dell’incontro straordinario di oggi a Roma con i rappresentanti delle Regioni (gli assessori all’agricoltura) per affrontare le conseguenze dell’emergenza siccità (-48% le precipitazioni estive secondo la Coldiretti) sull’agricoltura italiana.
Danni sui quali negli ultimi giorni le associazioni degli agricoltori hanno fatto circolare varie stime. Con la Cia nazionale che ieri ha parlato di «bollettino di guerra» pari a, «tra contrazioni di prodotto, roghi e rischio dissesto», oltre 1,5 miliardi di euro, «purtroppo destinati sicuramente a salire». Mentre la Coldiretti diceva che «è andato perso un valore pari al 10 per cento del Pil agricolo» se si contano anche i danni dei nubifragi, vale a dire un conto di quasi 3 miliardi: i mesi di grande caldo e senza pioggia hanno «tagliato drasticamente i raccolti di mais, pomodoro, barbabietola, girasole mentre la grandine ha provocato danni irreversibili a coltivazioni particolarmente sensibili come tabacco, frutta e soprattutto l’uva in attesa di vendemmia». Le regioni più colpite, sempre secondo Coldiretti, sono state il Veneto e l’Emilia Romagna con perdite stimate in 1 miliardo ciascuna, seguite dalla Toscana i cui danni ammontano a 260 milioni e dalla Lombardia (-200 milioni).
A livello regionale, in un comunicato di Cia Toscana di ieri si parlava di calo della produzione medio del 30% e veniva descritto così l’andamento delle diverse colture: cali dal 25 al 30 per cento del pomodoro da industria, che registra anche perdite di qualità tali da compromettere il conferimento alle industrie; cali di qualità generalizzati e di quantità prodotte dal 20 all’80% a seconda delle specie per i prodotti ortofrutticoli freschi; i cereali si attesterebbero a perdite fra il 60 e l’80%; mentre nell’olivicoltura le perdite di produzione sono in molte zone anche del 50% a causa della caduta massiva delle olive; nel settore della viticoltura ci si aspetta una vendemmia con perdite di prodotto dal 20 al 30 per cento, «con l’aggravante» di probabili «tassi alcometrici eccessivi» dei vini; infine, nel florovivaismo si sono registrate perdite di prodotto e di qualità e aumenti dei costi di produzione per l’irrigazione, ma sono anche «saltate le programmazioni delle produzioni, ovvero la messa a dimora dei bulbi e talee per le produzioni autunnali e invernali». Oggi invece la Coldiretti Toscana ha messo a fuoco la vendemmia che in Puglia, Lombardia, Veneto, Umbria e Toscana dovrebbe subire un calo superiore alla media nazionale (-10%) attestandosi intorno al –20%.
Ma, come ha spiegato il ministro Catania, dopo un esame della situazione con gli assessori, oggi si è concordato «sulla necessità di completare rapidamente il quadro degli adempimenti necessari per il riconoscimento dell'eccezionale avversità atmosferica, a partire dalla valutazione dei danni registrati che non è stata ancora completata». «Abbiamo riflettuto – ha affermato il ministro - sulla possibilità di rappresentare la situazione generale sia in Conferenza Stato-Regioni che di fronte al Governo nel suo complesso, affinché a tutti i livelli ci sia l'esatta percezione dell'entità del fenomeno per poi verificare se sia possibile applicare il meccanismo di parziale ristoro del danno subito dalle imprese agricole. Inoltre siamo riusciti ad ottenere l'anticipo dei contributi comunitari che, quest'anno, verranno erogati a partire del 16 ottobre».
Questo a breve termine. Ma in prospettiva, ha aggiunto Catania, «ho registrato la disponibilità degli assessori a lavorare per raggiungere una maggiore diffusione delle coperture assicurative per questo tipo di rischio, raccogliendo anche l'invito arrivato dalla Commissione europea, garantendo il contributo pubblico per la sottoscrizione di queste polizze". Sempre nell’ottica del medio-lungo periodo, il ministro ha richiamato l’esigenza di «approfondire il tema degli orientamenti colturali che, soprattutto in alcune aree del Paese, espongono gli agricoltori a forti rischi».
Catania ha infine sottolineato «l’importanza capitale» del tema dell’acqua nei prossimi decenni. «Non possiamo permettere – ha detto - che il consumo civile, quello agricolo e quello industriale entrino in competizione tra loro. Servono nuove infrastrutture e opere irrigue, serve una corretta manutenzione della rete, ma serve soprattutto che questo tema assuma la dovuta centralità. Proprio per questo abbiamo mobilitato 600 milioni di euro per opere relative alla rete irrigua nazionale, ma questo non basta: mi sono infatti confrontato con il Ministro Fabrizio Barca sulla necessità di mobilitare una parte significativa dei fondi regionali e di coesione, oltre a quelli della Pac, per avviare un grande intervento pluriennale sull'acqua».
Positiva la reazione di Confagricoltura. «Particolarmente importante – ha sottolineato l’organizzazione agricola - è che vengano rapidamente chiuse da parte delle Regioni le procedure per la richiesta di eccezionale avversità atmosferica, per dare modo al ministro di rappresentare la situazione alla conferenza Stato-Regioni e al Governo. Sarà così possibile ottenere l’ampliamento del parziale ristoro dei danni attualmente previsto dalla normativa, attivare gli sgravi contributivi e sensibilizzare il sistema bancario per una maggiore disponibilità verso le aziende colpite». «E’ già una buona notizia – ha aggiunto Confagricoltura – che il ministro abbia annunciato di avere ottenuto da Bruxelles l’anticipo al 16 ottobre degli aiuti Pac previsti tra dicembre e febbraio».
Lorenzo Sandiford
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All’incontro, in calendario il 5 settembre a Tassignano (Capannori), verranno presentati i risultati di un progetto di ricerca regionale che dà una carta d’identità genetica alle varietà autoctone del fiore e il libro 'Antiche camelie della Lucchesia' (Ed. ETS) a cura della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Intervengono fra gli altri il sindaco Del Ghingaro, il direttore dell’Istituto scienze della vita della Sant’Anna Enrico Bonari, il responsabile scientifico del progetto Luca Sebastiani e l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori. Il libro contiene un “Vademecum per la coltivazione hobbistica delle camelie”. [Foto di Kurt Stuber da wikipedia]
«Obiettivo del progetto era di caratterizzare, attraverso un lavoro innovativo basato su tecniche molecolari, le cultivar di Camelia tipicamente presenti in Toscana e strutturare di conseguenza un “albero” delle relazioni genetiche». Così l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori presenta le finalità del Progetto territoriale “Le antiche Camelie del Capannorese: analisi morfologiche e molecolari per la caratterizzazione e la salvaguardia del patrimonio genetico autoctono” nella prefazione del libro che raccoglie i risultati di tale progetto e li inquadra in una più ampia trattazione monografica delle camelie lucchesi. Volume curato dai Biolabs della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e pubblicato dalla casa editrice Ets con il titolo Antiche camelie della Lucchesia - Storia, botanica, cultura, agronomia, novità scientifiche e curiosità. Con cenni alla camelia del tè.
Sia il progetto che il libro saranno illustrati mercoledì 5 settembre alle 16 presso il polo culturale Artémisia a Tassignano nel comune di Capannori (Lucca) nel corso di una giornata di studio che offrirà una full immersion nelle camelie autoctone. Dopo l’apertura dei lavori da parte del sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro, interverranno fra gli altri il direttore dell’Istituto Scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna Enrico Bonari, il responsabile scientifico del progetto Luca Sebastiani (dei BioLabs dell’Istituto Scienze della vita), gli altri autori del volume pubblicato da Ets, fra cui Angelo Lippi e Guido Cattolica della Società italiana della camelia, il presidente di quest’ultima Andrea Corneo, il vice presidente europeo della International Camellia Society e, per la conclusione dei lavori, l’assessore Salvadori.
«La Regione Toscana negli ultimi anni, - spiega ancora Salvadori nella prefazione del libro - attraverso il finanziamento dei progetti territoriali, ha inteso promuovere una serie di iniziative di ricerca e di valorizzazione di numerose realtà agricole di rilevanza locale. Il progetto sulla Camelia si inserisce in questo contesto e si colloca a fianco delle iniziative regionali di tutela e valorizzazione del germoplasma autoctono avviate con la LR 50/97 e proseguite con la LR 64/04». «Per quanto molto, se non moltissimo, si sia scritto sulla camelia, - conclude Salvadori - questo volume affronta in maniera originale e al tempo stesso rigorosamente scientifica il tema della caratterizzazione delle varietà locali, accompagnando le descrizioni con immagini di particolare pregio. Un contributo veramente ricco di notizie per quanti, tecnici, coltivatori, studiosi o semplici appassionati, vogliano approfondire le proprie conoscenze su questa pianta e sulla sua storia in Toscana».
Più nello specifico, gli obiettivi del progetto territoriale di ricerca erano «fornire una descrizione (morfologica e molecolare) della variabilità presente nel “Parco regionale delle Camelie” e nelle antiche collezioni di camelie del Capannorese», «identificare un insieme di marcatori (AFLP e SSR) che identifichino in modo univoco le diverse cultivar di camelia» e infine «divulgare i dati dello studio per la valorizzazione delle cultivar di camelia autoctone».
Come scrive nella prefazione del volume Luca Sebastiani, «La storia della Camelia (Camellia japonica L.) in Italia è documentata dalla fine del ‘700 e la Toscana è una delle regioni dove la sua diffusione è ben consolidata. Le antiche e rare camelie presenti nei giardini delle ville lucchesi hanno stimolato i membri della Società Italiana della Camelia, assieme all’Orto Botanico di Lucca, a effettuare, alla fine degli anni ’80, un primo censimento delle camelie monumentali del territorio, individuandone un centinaio, molte delle quali ritenute scomparse. Oggi queste piante sono state propagate, catalogate e sistemate in un campo catalogo (Camellietum) a Sant’Andrea di Compito, mentre quelle a serio rischio di estinzione sono state iscritte nei Repertori Regionali della Toscana». Il progetto territoriale di cui si presentano i risultati domani aveva lo scopo di dare completezza a tale classificazione-catalogazione su base morfologica e fenologica delle camelie. Sono state «prese in considerazione le varietà più rappresentative del territorio lucchese realizzando una puntuale ricerca storica, la schedatura morfologica, la caratterizzazione genetica con marcatori molecolari ed uno studio innovativo sulla micro-morfologia al crio-microscopio elettronico a scansione. L’analisi molecolare, in particolare, ha permesso di ottenere nuove informazioni per la gestione delle camelie della Lucchesia, ponendo le basi per un sistema razionale di certificazione genetica delle stesse».
Il volume contiene comunque informazioni non solo di tipo botanico sulla specie, ma ne indaga anche il valore culturale ed economico. Con un interessante “Vademecum per la coltivazione hobbistica delle camelie” in cui vengono forniti consigli sulla scelta del terreno e dell’esposizione, su come annaffiare, e così via.
L.S.
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- Scritto da Andrea Vitali
Alla Settimana Mondiale dell’Acqua 2012, conclusasi ieri a Stoccolma, la Fao ha presentato un nuovo piano per la gestione dell’acqua in agricoltura (responsabile del 70% del consumo mondiale) che individua le seguenti priorità: modernizzazione dell’irrigazione, migliore stoccaggio, riciclaggio dell’acqua, controllo dell’inquinamento, riduzione dello spreco di cibo. [Irrigation, Netherlands, 2009. Photo credits: Stefan Heilscher, sIWI]
Arrivano le prime piogge in Toscana, ma il ricordo della grande siccità estiva non svanisce nel settore agricolo e forestale. Si ponderano le conseguenze nei vari comparti rurali delle tante settimane senza acqua alla luce dei possibili andamenti delle precipitazioni iniziate negli ultimi giorni (la Cia si è interrogata sulla produzione di castagne, mentre Coldiretti su funghi, tartufi, uva ed altre colture). Ma soprattutto si pensa a cosa escogitare per affrontare in futuro con più tranquillità eventuali ulteriori periodi siccitosi (è di ieri ad esempio la proposta sulle pagine della Nazione da parte dell’Autorità di bacino dell’Arno di rialzare la diga di Levane di due metri).
Può essere utile quindi richiamare i punti principali del «nuovo piano d'azione per la gestione dell'acqua in agricoltura "Coping with water scarcity: An action framework for agriculture and food security" (“Confrontarsi con la scarsità dell’acqua: un piano d’azione per l’agricoltura e la sicurezza alimentare”)» che la Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha presentato durante la “2012 World Water Week” (la Settimana Mondiale dell’Acqua 2012) che si è conclusa ieri nella capitale svedese, dove si tiene ogni anno dal 1991 a cura dell’Istituto internazionale sull’acqua di Stoccolma. Negli ultimi anni, infatti, «la siccità in alcune parti del mondo – sostiene la Fao - ha avuto pesanti ripercussioni sulla produzione cerealicola mondiale ed ha contribuito al rialzo dei prezzi alimentari registrato ogni anno a partire dal 2007». E ciò dimostra la necessità di «gestire meglio le risorse idriche per salvaguardare la sicurezza alimentare», di «trasformare il modo in cui l'acqua viene usata - e sprecata - lungo l'intera filiera alimentare».
Come ha detto nel suo intervento il direttore generale della Fao José Graziano da Silva «non esiste sicurezza alimentare senza sicurezza delle risorse idriche». Graziano da Silva ha fatto notare che il recente rapporto della Fao “The State of Land and Water Resources for Food and Agriculture (Lo Stato Mondiale delle Risorse Idriche e Fondiarie per l'Alimentazione e l'Agricoltura)” ammonisce con chiarezza che la scarsità d'acqua e l’inquinamento stanno mettendo a rischio in tutto il mondo interi sistemi produttivi. «L’agricoltura come viene praticata oggi - ha aggiunto il direttore generale della Fao - è una delle cause di questo fenomeno, poiché rappresenta il 70% di tutto il consumo d'acqua a livello mondiale». Però, ha proseguito, c’è un enorme potenziale per cambiare il modo in cui l’acqua viene utilizzata e «l'agricoltura è l'elemento chiave per un uso sostenibile delle risorse idriche». Per raggiungere quest'obiettivo e soddisfare la crescente domanda di cibo «dobbiamo riuscire a produrre in modo che si preservino le risorse idriche, si usino in modo più sostenibile ed intelligente, e si aiuti così l'agricoltura ad adattarsi al cambiamento climatico».
Ma ecco le «aree prioritarie d’intervento» previste dal nuovo piano d’azione della Fao:
- Modernizzazione dei sistemi irrigui. I vecchi sistemi d’irrigazione devono essere modernizzati per riuscire a rispondere alle necessità degli agricoltori di domani e consentire un uso più efficiente dell'acqua, che aiuti a incrementare la produzione. L'irrigazione agricola del futuro dovrà sempre più basarsi su sistemi di tubature e mettere insieme in modo sostenibile differenti fonti, incluse le falde freatiche.
- Migliore stoccaggio dell'acqua piovana a livello agricolo. Immagazzinando l'acqua in stagni di piccole dimensioni o direttamente nel terreno, gli agricoltori possono ridurre i rischi connessi con la siccità e incrementare la produzione.
- Riciclare e rimpiegare. Riutilizzare l'acqua, in particolare le acque reflue trattate provenienti dai centri urbani, può aiutare la produzione agricola nelle zone aride, un modo più sistematico e sicuro di usarle può fare incrementare la produzione locale.
- Controllo dell'inquinamento. Devono essere introdotte norme più strette di controllo della qualità dell'acqua e meccanismi efficaci per farle rispettare al fine di ridurre l'inquinamento idrico che non fa che peggiorare la situazione.
- Ridurre lo spreco di cibo. La riduzione delle perdite post-raccolto deve essere parte integrante di qualsiasi strategia che affronti la penuria d'acqua. Il 30% di tutto il cibo prodotto a livello mondiale - l'equivalente di 1,3 miliardi di tonnellate - va ogni anno perduto o sprecato lungo la catena alimentare "dal campo alla forchetta". Ridurre queste perdite aiuterà a ridurre la pressione su risorse naturali essenziali per la produzione alimentare quali la terra e l'acqua.
Infine le politiche agricole dovrebbero considerare il potenziale che la produzione non irrigua ancora offre in molte aree, e cercare una combinazione integrata di agricoltura irrigua e piovana.
L.S.