Un albero, fiore, pianta per...
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Foto di Keihin Nike da Wikipedia Giappone
Su Wikipedia Italia della wisteria o glicine ci si limita a dire telegraficamente che «nel linguaggio dei fiori indica amicizia». Più interessante è la spiegazione del valore simbolico di questo fiore fornita dal sito web “giardinaggio.it”: «per i cinesi ed i giapponesi il glicine rappresenta l’amicizia […] si narra, infatti, che gli imperatori giapponesi, durante i lunghi viaggi di rappresentanza, portassero con sé bonsai di glicine; quando giungevano in luoghi stranieri si facevano precedere dagli uomini del seguito, che sostenevano alberelli di glicine fiorito, al fine di rendere note le proprie intenzioni, amichevoli e di riguardo». Dunque “Un fiore per segno di amicizia”.
redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Fotografia di Steffen Mokosh da Wikipedia (1 maggio 2004)
C’è un fiore che porta inscritta nel nome l’indicazione della propria funzione simbolica (o insieme di funzioni) in modo che più esplicito non si potrebbe. E’ il cosiddetto “non ti scordar di me”, nome scientifico “Myosotis”, un genere di pianta fiorita della famiglia Boraginaceae.
Come spiega bene l’enciclopedia online Wikipedia, versione in inglese, circolano varie leggende su questo fiore e sull’origine del suo nome. In una di queste, di area germanica, si narra che quando Dio aveva ormai denominato tutte le piante, a un certo punto si levò la voce di una piccola pianta rimasta senza nome che disse: «non ti scordar di me, mio Signore». Al che Dio replicò: «questo sarà il tuo nome».
Al di là della genesi della sua denominazione, la funzione del “non ti scordar di me” è quella appunto di non far dimenticare qualcosa: nel XV secolo in Germania gli uomini lo indossavano per non essere dimenticati dalle amate, si legge sempre su Wikipedia, e le donne in segno di fedeltà; mentre la massoneria incominciò ad usarlo nel terzo decennio del XX secolo come segno del dovere di non dimenticare i poveri e i disperati, ma oggigiorno lo usa come simbolo per ricordare i massoni che furono vittime del regime nazista.
In ogni caso, indubbiamente “Un fiore per non dimenticare”.
redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
La "Rivoluzione dei garofani" o "Rivoluzione portoghese", 25 aprile 1974.
Il nome di "Revolução dos Cravos" deriva dal gesto di una fioraia che in una piazza di Lisbona offrì garofani ai soldati. I fiori furono infilati nelle canne dei fucili, divenendo simbolo della rivoluzione e insieme segnale alle truppe governative perché non opponessero resistenza.
Le vittime, uccise dalle forze lealiste della DGS, furono soltanto quattro.
Selezione foto e testo AnneClaire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Liberté, égalité, féminité: "la fille à la fleur", foto di Marc Riboud 1967 (Washington dc). Dimostrazione contro la guerra in Vietnam.
Selezione foto e testo di AnneClaire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Fotografia di Jimfbleak, da Wikipedia
Ce lo ha ricordato la recente segnalazione su FloraCulture International di due nuove cultivar di Buddleja che promettono di non essere invasive, le Argus® “bianche” e “velluto” presentate ad agosto dalla cooperativa di piante ornamentali BEST-select e frutto di una ricerca durata 8 anni: alcune specie del genere Buddleja, che di specie ne conta un centinaio, vengono chiamate “butterfly bush” (arbusti delle farfalle) perché attirano tali splendidi insetti con i loro fiorellini ricchi di nettare.
Scegliamo dunque una delle più comuni di tali specie, la Buddleja davidii (vedi foto), e la battezziamo come il nostro “Un fiore per attirare le farfalle”. Un modo per donare vivacità e colore a qualunque giardino.
redazione




