Arte Verde
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- Scritto da Andrea Vitali
Hugues Reip, nato nel 1964 a Cannes, vive e lavora a Parigi e sin dai primi anni '90 ha espresso la sua arte attraverso mezzi molto vari (disegno, scultura, fotografia, video, presentazioni...) e un'economia completamente personale che unisce apparente semplicità, meticolosa leggerezza ed efficienza per esplorare il fantastico e lo straordinario della vita quotidiana e del familiare.
Il mondo di Hugues Reip è un mondo di immagini, in movimento e fisse, composto da: anticipazione di fantascienza (da Jules Verne alla serie Z), cinema (da Georges Méliès ai cartoni animati, compresi i primi film sperimentali o film d'animazione "old school"), storia dell'arte (da Giorgione ai graffiti raccolti sui tavoli della scuola), Reip spara tutto. Raccoglie, compila, assembla. Installazioni, sculture, film, tutto su di lui deriva dalla pratica del disegno. Ogni opera è creata con grande economia di mezzi - pezzi di spago e cartone tagliato - e un'apparente semplicità. La sua arte mostra una meticolosa leggerezza, traccia un territorio fantastico, tra un universo infantile e l'energia del rock. Si potrebbe dire che Hugues Reip sta decostruendo i meccanismi dello spettacolo senza cadere nella trappola dello spettacolare.
Arte verde è una rubrica curata da AnneClaire Budin
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- Scritto da Andrea Vitali
Bobbie Burgers, artista di origini olandesi che vive e lavora a Vancouver, è interessata al processo di decadimento, trasformazione e metamorfosi. Sia che si trovino in un vaso sul bancone o che fioriscano nel suo giardino, i fiori sono sempre stati una presenza costante nella sua vita.Con uno stile distinto che fonde l'astrazione con la rappresentazione in misura crescente, il suo lavoro è fatto di composizioni istintive che rivelano la sua capacità di osservazione. Notevoli per i loro ritmi compositivi, la colorazione audace e le ampie pennellate gestuali, i dipinti di Burgers sono frutto della volontà di esprimere qualcosa di personale, soggettivo ed emotivo, in modo poetico e astratto.
“Sono innamorato di eventi accidentali. Il modo in cui i pigmenti, ognuno con la propria trama da giocare, combattono per il dominio sulla tela mentre sono modellati da incidenti. Per molti anni ho cercato di trascrivere la bellezza e la semplicità di ciò a cui assistiamo ogni giorno: nascita, morte, decadenza e rinnovamento”.
Come pittrice Burgers ha sviluppato una capacità unica di trasmettere significato ed emozione universali attraverso la sua pennellata espressiva che descrive vagamente petali, steli e cicli di vita naturali. Più recentemente, i suoi dipinti si sono spostati verso la pura astrazione con elementi floreali a malapena riconoscibili.
Nell'opera Float Like A Butterfly - Sting Like a Bee, Burgers esamina un parallelo specifico tra uomo e natura: la loro capacità di essere delicati e belli, potenti e feroci. Utilizzando una vasta gamma di “marchi”, tra cui la colorazione e la spruzzatura della tela, crea composizioni che soddisfano la tradizionale nozione di femminilità che ci si aspetterebbe da un floreale mentre si inserisce un accenno, a volte inquietante, di oscurità a cui spesso si allude in lei titoli.
Oltre alle impressionanti tele su larga scala di Burgers ci sono diverse opere su carta che mettono in evidenza la sua tecnica sperimentale e di scultura. Combinando colori pastello, a olio, acrilici e spray, il peso dei materiali scolorisce, scolpisce e trasforma la carta sottostante, sfidando le capacità previste.
Bobbie Burgers ha esposto le sue opere a livello internazionale anche in Svezia e Cina. Hamburger è rappresentato a Toronto, Vancouver e San Francisco.
Arte verde è una rubrica curata da AnneClaire Budin
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Manipolando il processo di esposizione in una fotocamera di grande formato, il fotografo di San Antonio Charlie Kitchen (nato nel 1991) è in grado di realizzare un collage unico che si traduce in un sorprendente collisione tra geometria e fotografia di paesaggio.
"Photoshop rende facile per qualsiasi fotografo intrappolare l'occhio con effetti affascinanti". Charlie Kitchen non vuole avere nulla a che fare con questo: lavora alla vecchia maniera e sviluppa le sue illusioni all'interno del suo dispositivo.
Kitchen spiega che sia la fotografia che la geometria hanno un'identità dualistica, in quanto ognuna "funge da forma di rappresentazione idealizzata dello spazio, ma attraverso modi esteticamente opposti". Combinando queste due rappresentazioni dello spazio, Kitchen non solo sfida la natura bidimensionale di una fotografia, ma sta anche creando una combinazione unica tra forme naturali e forme artificiali.
Usando la carta nera come una diapositiva scura improvvisata nella sua fotocamera di grande formato, inserisce un modello tridimensionale nella fotocamera per creare forme sul foglio di pellicola quando rilascia l'otturatore. In questo modo dà luogo a una sorta di esposizione multipla fisica, allo scopo di sollevare domande sullo spazio all'interno di una fotografia, o come dice Kitchen, per creare "un'analisi pseudo scientifica delle qualità fondamentali della fotografia".
Arte verde è una rubrica curata da AnneClaire Budin
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Anne e Patrick Poirier sono una coppia di artisti francesi tra più celebri della scena artistica internazionale. Il loro sodalizio è nato a Villa Medici, cinquanta anni fa.
Il trascorrere del tempo, le tracce e le cicatrici del suo passaggio, la fragilità delle costruzioni umane e la potenza delle rovine, antiche come contemporanee, sono la fonte cui attinge la loro creatività, assumendo le sembianze d’una archeologia permeata di malinconia e di gioco.
Anne è nata a Marsiglia nel 1941, mentre Patrick a Nantes nel 1942. Nel loro lavoro è visibile la violenza lasciata dall’epoca che hanno vissuto – loro che, sin dalla più tenera infanzia, si sono confrontati con la guerra e con i suoi paesaggi devastati. Nel 1943, Anne assiste ai bombardamenti del porto di Marsiglia, e Patrick perde suo padre durante la distruzione del centro storico di Nantes.
Vincitori del Grand Prix de Rome nel 1967, dopo aver frequentato l’École des arts décoratifs di Parigi, Anne e Patrick soggiornano a Villa Medici dal 1968 al 1972, invitati da Balthus. Ed è proprio a Villa Medici che decidono di unire la loro visione artistica, firmando congiuntamente i lavori.
Anne e Patrick Poirier, come altri artisti della loro generazione, viaggiando e aprendosi al mondo fin dagli anni Sessanta, hanno subito il fascino delle città, delle civiltà antiche ed in particolare del processo che ha portato alla loro scomparsa. Città misteriose, ricostruzioni archeologiche immaginarie, fascino delle rovine, indagine di giardini, unione di opere storiche e produzioni in situ sono gli elementi che danno vita alloro lavoro.
La loro prima grande opera comune (1969), un plastico in terracotta di Ostia Antica, nasce dal ricordo delle varie visite all’antico porto romano, eletto dagli artisti terreno di scavi per eccellenza. Da allora, il proposito di ritrovare le tracce di una storia remota, li condurrà spesso a mettere in atto l’assenza, la perdita delle architetture, dei segni e dell’eredità delle civiltà.
“Passiamo dall’ombra alla luce, alternativamente - affermano Anne e Patrick Poirier - dal nero al bianco, dall’ordine al caos, dalla rovina alla costruzione utopica, dal passato al futuro, e dalla introspezione alla proiezione. La duplice identità del nostro binomio di architetti-archeologi è ciò che consente questa erranza tra universi apparentemente lontani tra loro, dei quali cerchiamo le relazioni nascoste”.
Arte verde è una rubrica curata da AnneClaire Budin
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