Ispirazioni
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Quando l’artista della ceramica Mokoto Kagoshima è alla ricerca d’ispirazione per creare i suoi intricati piatti di terracotta, si rivolge all’universo della botanica. Dai fiori più brillanti ai loro viticci arricciati, si sente come ipnotizzato dai motivi del mondo vegetale. “Disegno fiori in attesa di coloro che li vedranno”, afferma Kagoshima.
A Fukuoka, città del Giappone Meridionale, Kagoshima per più di 15 anni ha affinato la sua vivace texture di terracotta, dando vita a veri e proprio colpi di scena alle tecniche tradizionali. Applica i suoi motivi botanici utilizzando un metodo di smaltatura resistente alla cera e chiamato rounuki, aggiungendo consistenza all’argilla con il processo d’incisione Kakiotashi.
Secondo l’effetto che desidera ottenere i disegni dipinti e eseguiti in varie fasi del processo di cottura sono applicati a mano libera, spesso utilizzando pastelli esuberanti: “Spero che il mio lavoro faccia sentire le persone vive e felici”. Per alcuni pezzi crea sottosmalti dai colori allegri usando la tecnica sometsuke, vista nelle porcellane antiche. Ha declinato il suo lavoro di ceramista e il suo stile grafico anche ad altri supporti creando quadri, affreschi e tappeti, Mokoto Kagoshima rifugge le rigide tradizioni dell’arte ceramica giapponese, si dedica ai tessuti e si rivolge alla ceramica in un modo che lo distingue dalla massa e che attira l’attenzione di collaboratori e collezionisti.
Quando studiava ceramica a Okinawa, i suoi insegnanti non erano molto entusiasti dei suoi lavori, ancora oggi qualcuno lo definisce con proprio un ceramista ma, per fortuna, la maggioranza non è d’accordo con loro! Il suo lavoro, a prima vista, è collegato all’espressione giapponese che definisce tutto quello che è carino: Kawaii. Nelle sue opere ci sono immagini quasi da cartone animato, come fiori e gatti neri bipedi, ma anche volpi, farfalle, pesci e uccelli, tutti sembrano usciti da un libro illustrato per bambini ma le ceramiche di Mokoto Kagoshima sono molto lontane dal mondo di Hello Kitty e di tutto il Kawaii prodotto in serie. Mentre qualcuno si chiede se sia un artista, un artigiano o un designer Mokoto ha sviluppato le sue tecniche e i suoi strumenti. Si ispira anche alle creature fantastiche dell’arte romanica, che possiamo ritrovare sulle colonne delle chiese oppure al design scandinavo del XX secolo.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Dalle pareti delle scuole a quelle delle nostre case, come e perché sono nate le illustrazioni botaniche.
Le tavole conosciute con il nome di Jung Koch Quentell per via del loro sfondo nero rimandano ai quadri del “secolo d’oro” olandese pur avendo, in origine, un fine non propriamente artistico ma scientifico e formativo.
Queste opere rientrano nel filone delle illustrazioni botaniche che, per secoli, hanno accompagnato le descrizioni naturalistiche nei libri e nelle pubblicazioni a tema scientifico-divulgativo, perché sostituivano le fotografie e richiedevano artisti con profonde abilità e conoscenze in ambito naturalistico.
Le tavole Jung Koch Quentell, che oggi sono diventate famose e richieste per via della loro bellezza vintage, fino agli anni ’30 erano pubblicate da Fromann & Morian mentre, dopo la seconda guerra mondiale, Hagermann acquistò i diritti e iniziò a pubblicarle tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60.
Questa arte antica di dipingere forme, colori e dettagli accurati della flora è ben rappresentata da queste opere nate come materiale didattico e che ora sono richieste per abbellire le pareti di casa, nate come materiale didattico per le scuole tedesche e create dal pittore Gottlieb von Koch insieme al biologo Dr. Friedrich Quentell e al maestro Heinrich Jung.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
In Toscana il primo studio di Floral design completamente bio, è nato nel 2014 grazie alla volontà di tre sorelle e ai fiori selvatici, oggi a Puscina Flowers si coltivano 400 varietà e si realizzano sogni sostenibili.
Nasce nel cuore della Toscana “Puscina Flowers”, la prima azienda floricola con studio di progettazione floreale completamente bio che propone un modo nuovo di fare fiori (all’americana?), noi di Floraviva l’abbiamo trovata tramite un sito statunitense che propone l’adesione al Farmer Florist Collective; se i fiori sono la vostra cosa preferita andate a dare uno sguardo. Il principale scopo di questo collettivo è aiutarci a trovare fiori locali in modo rapido, semplice e responsabile, utilizzando una directory gratuita, inclusiva e accessibile globalmente. Le aziende agricole, i fioristi e gli agricoltori-fioristi presenti in questo elenco fanno parte di un movimento globale che incoraggia e sostiene l’utilizzo dei fiori stagionali, si impegnano a coltivare, acquistare e promuovere fiori locali e stagionali, utilizzando pratiche commerciali e metodi di coltivazioni sostenibili.
Puscina è la versione nostrana del Farmer Florist e si presenta con un estetica sicuramente instagrammabile, bucolica, perfetta per la vita laboriosa nella campagna toscana, e che strizza l’occhio a una tendenza in voga tra i più giovani, il romantico cottage core che imperversa sui social network.
Puscina Flowers vende tutto: dal seme, al matrimonio, al sogno… realizzato!
A capo di quest’azienda agricola che, come abbiamo visto, è anche studio di Floral design ci sono Laura, Teresa e Mara, tre sorelle che dopo aver intrapreso percorsi artistici diversi si sono ritrovate unite in questo progetto innovativo nel 2014. Le tre sorelle hanno creato un giardino specializzato nella coltivazione di fiori e fogliami stagionali e un laboratorio di composizione floreale.
Punto di partenza è stato la raccolta dei fiori selvatici, graminacee e altre varietà spontanee. Tutto è possibile quando si crede nella bellezza della natura e per chi sa trovare eleganza nella semplicità della campagna toscana, infatti oggi a Puscina si coltivano 200 specie e 400 varietà di fiori e altri vegetali, si organizzano corsi e passeggiate. Il loro lavoro s’ispira anche al lavoro paziente del giardiniere e oltre ad offrire semi, fiori e organizzazione di matrimoni s’impegnano a proteggere la loro campagna, facendo scelte sostenibili.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
A Roma la Scuola del verde, giunta al suo ottavo anno di attività, una scuola che è anche un giardino e un laboratorio e che riunisce appassionati ed esperti di giardini e verde, per vivere in connessione con la natura.
E se il prossimo anno scolastico iniziasse non solo in una scuola ma anche in un giardino? Imparare la matematica circondati dal verde ma, soprattutto imparare a conoscere l’ambiente naturale, per poterlo rispettare nel modo più appropriato e imparare a riconoscere i doni che la natura ci offre, pensate che a New York un ragazzo è riuscito a nutrirsi solo con le erbe spontanee che ha trovato a Central Park.
A Roma intanto c’è la Scuola del Verde che, appunto, è anche un giardino. Un progetto nato nel 2020, e si tratta di un luogo in cui vivere a contatto diretto con la natura e coltivare una conoscenza profonda del mondo vegetale. L’idea di questa scuola è germogliata grazie all’incontro del Dipartimento di Biologia Ambientale, Museo Orto Botanico di Roma e il festival del Verde e del Paesaggio. Il Museo Orto Botanico si trova a Roma, in via Regina di Svezia 23°, e propone corsi adatti a tutti.
Corsi base e avanzati, workshop, incontri e passeggiate dedicati a curiosi, appassionati, professionisti, esperti e neofiti. La Scuola del verde è veramente dedicata a chi ama vivere o lavorare nella natura e con la natura, è un giardino laboratorio dai principi ecologisti e dalla vocazione multiforme e trasversale, in cui si può apprendere tutto quello che c’è da sapere sulla natura e il modo di comportarsi con essa, oltre alla capacità di fare connessioni con tutto il resto.
E’ un modello di cultura del verde moderno e poetico e che incoraggia una forma di giardinaggio selvaggio e la protezione della biodiversità. La scuola riunisce esperti di varie discipline: botanici, garden designer, paesaggisti per esplorarne i diversi linguaggi.
Per saperne di più e per iscriversi ai corsi:scuoladelverde.it
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Se state pensando a un regalo originale per il prossimo Natale e vi piace regalare libri, “Il Fiore Ritrovato” di Jeugov potrebbe essere una buona idea. "Tre bambini, un giardino, un vecchio giardinire, un fiore..."
La storia narrata da Jeugov, alias Jacopo Riva qui al suo esordio, ci porta in un giardino trascurato, invaso dai rovi, dove tre bambini scoprono la casa del giardiniere, un vecchio burbero, che ha abbattuto il loro albero del cuore. “Il Fiore Ritrovato” è un albo illustrato adatto a bambini dai 5 anni in su, edito da Topipittori; più precisamente è un libro silenzioso, di quelli timidi che entrano nell’animo piano piano per restarvi a lungo.
Nei “Silent Book” non ci sono parole scritte ma ugualmente c’è una storia ben precisa, che non accetta interpretazioni arbitrarie, ma piuttosto un’attenta e altrettanto silenziosa e magari pensierosa osservazione, emergerà sempre qualche nuovo dettaglio, qualche tassello in più della storia.
L’autore usa il bianco e nero, vuoti e pieni cui affianca una gamma cromatica dove troviamo il verde, l’arancione, il rosso, il giallo. Il giardino è spesso la rappresentazione di uno stato d’animo, sicuramente lo è nella storia racchiusa nelle 48 pagine di questo libro silenzioso, dove il giardino conquista e confonde e indicherà il modo per far rifiorire il cuore malconcio di un giardiniere scorbutico.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin