Ispirazioni
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Ispirazioni
L’artigiano francese William Amor crea delicati fiori riutilizzando sacchetti di plastica e altro materiale sintetico di scarto, per sensibilizzare sul tema dell’inquinamento e incrementare lo sviluppo sostenibile, ma anche un modo poetico per mettersi in gioco!
La sua sensibilità lo porta a osservare il mondo in modo diverso dagli altri, così una volta William Amor si è concentrato su un sacchetto di plastica e ha visto la trasparenza e la leggerezza di un fiore. Potrebbe iniziare la sua storia così: “Vengo dalla campagna, sono sempre stato ispirato dalla natura, poi sono arrivato a Parigi e ho incontrato un sacchetto di plastica!
Tra il 2000 e il 2010 c’erano meno attenzione e regolamenti e le buste erano buttate ovunque. Dopo aver immaginato i petali di un fiore, William sottopone la plastica dei sacchetti a molti test e esperimenti per vedere come reagiva il materiale e come poteva essere lavorato. Da un sacchetto di plastica rosso è nata la sua prima creazione: un papavero rosso, anche se il suo fiore preferito è la rosa.
Il suo omaggio alle rose antiche, che sembrano vere, è commovente. Grazie all’intuizione di William Amor non solo i rifiuti e l’inquinamento plastico possono avere una seconda vita ma possono trasformarsi e diventare preziosi oggetti d’arte, o meglio… i suoi fiori.
Lo possiamo definire un “nobilatore di materiali abbandonati”. La sua attività è registrata nel settore artigianato e ha reinventato la professione di decoratore floreale, in ogni caso della creazione di fiori artificiali.
La sua peculiarità è trattare solo materiali abbandonati, esprime la sua creatività attraverso i materiali inquinanti e di scarto come bottiglie di plastica raccolte a Parigi, corse e reti da pesca trovate nelle Landes, rami d’albero spezzati da un temporale e poi borse di platica e, fino a poco tempo fa, mozziconi di sigaretta.
"Cercavo come fare gli stami e nelle Lande vedo tutti questi pezzetti di reti da pesca abbandonati sulla spiaggia, modellandoli in un certo modo sono riuscito a trasformarli”. “È così che ho guardato anche i mozziconi che sono anch'essi derivati della plastica; dal materiale fibroso ho voluto ricavare la mimosa: l'ho ripulita, ho tolto le tossine, l’ho sbiancata e dopo un po' di colorazione ho realizzato un prototipo, e poi montata come un gioiello su aste di appena pochi millimetri”.
A forza di sperimentazione e immaginazione, William Amor ha sviluppato un vero e proprio know-how, con gesti e tecniche per riuscire a trasformare i rifiuti e conferirgli nobiltà. "Lavoro con loro come fossero i materiali già considerati nobili nell'industria del lusso, perché è vero che nell'artigianato di pregio, la nostra clientela rimane il settore del lusso, che è sensibile ai gesti delle mani e alla capacità dell'artista di applicare la sua visione e il suo estetismo, credo che non ci sia niente di più poetico: qualcosa di cattivo può diventare ciò che è più bello: i fiori, questi veri seduttori della natura”.
William ha avviato la sua attività nel 2015. Ha ricevuto uno dei Gran Premi per la creazione dalla città di Parigi. Umilmente dice: "È un meraviglioso riconoscimento del mio know-how e del processo come mestiere, sono un artigiano autodidatta, quindi questo mi darà le ali e convalida anche il mio approccio e che tutti questi materiali hanno il loro spazio dove li porto”.
E siccome voleva un'attività "Creativa, ma anche umana", forma persone disabili. "Poiché già mi sentivo ai margini di quello che offrivo, volevo che anche persone diverse mi accompagnassero nel mio lavoro, perché credo molto nell'arte terapia". Così ogni martedì allena la sua gestualità da 5 a 6 persone.
Non voglio avere limiti nelle mie creazioni e guardare tutti i materiali che circolano chiedendomi cosa può essere. Anche nel plasmare c'è sempre qualcosa di scarto, può essere materiale trasformabile, infatti voglio essere io a indicare i materiali destinati alla spazzatura, di qualsiasi tipo, le mie creazioni “Messanger” sono fiori rari, pezzi d'arte unici, raccontano una storia e se provocano un'emozione, allora ho raggiunto il mio obiettivo”. Quella di William Amor è ovviamente un'ode alla natura e un modo per far comprendere quando sia importante il rispetto del nostro ambiente naturale, e ora non ci resta che ammirare la poesia sintetica di questi fiori…
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Ispirazioni
I fratelli e designer Ronan e Erwan Bouroullec lasciano parlare i loro lavori dove è sempre presente la natura e ispirazioni originali basati su un attento lavoro di ricerca.
Ronan ed Erwan Bouroullec hanno un forte interesse per le forme organiche e tre qualità non negoziabili: la capacità di creare uno stile unico, la totale fiducia nel loro lavoro e la determinazione nel renderlo di successo.
Dal loro lavoro di ricerca nel 2004 sono nate le creazioni Algues, per l’editore Vitra. Il duo ha voluto rinnovare questa esperienza con la sedia Végétal, ispirandosi a una pratica del XIX secolo, che consisteva nel tenere un giovane albero attaccato a una sedia o a una poltrona per diversi anni affinché assumesse perfettamente la forma desiderata. "Come progettisti, la nostra missione è trovare nuove forme di costruzione e questa sedia è più una struttura che un motivo", rileva Ronan Bouroullec.
Ronan ed Erwan Bouroullec sono umili, riservati, impegnati, lavorano duramente e preferiscono essere scoperti e apprezzati tramite i canali della produzione piuttosto che dal teatrino dei media.
Abbiamo accennato alla loro capacità di portare i loro progetti al successo, questo grazie anche a una visione globale e a lungo termine, selezionano le aziende con cui collaborano in conformità a precisi requisiti e fotografano ogni singolo prodotto che lascia il loro studio.
Instancabili ricercatori di “buon design” e forme giuste, in quindici anni il loro lavoro è stato spesso al servizio della grande distribuzione ma la loro galleria è rimasta un importante laboratorio di esperienze che, più volte, ha sconvolto la scena internazionale.
Hanno imposto nuove forme, radicali ma anche poetiche e semplici, Il tutto, con un inimitabile senso di colore e una ricerca avanzata intorno all'architettura modulare degli spazi interni, che sono diventati il loro campo di eccellenza.
E l'opportunità di staging spettacolari.
Il tema della natura è sempre presente nei lavori dei fratelli Bouroullec, ad esempio Liane (a cura di Flos), che creano gruppi di luci e Rocce, moduli di divisione spaziale, e la già citata sedia vegetale, a forma di rami, di cui potete seguire l’evoluzione nelle foto.
La poesia implicita è anche dovuta a un uso sottile di colori e associazioni visive che sono sia audaci sia armoniose, c’è anche qualcosa di infantile in loro, visibile in alcune installazioni magiche.
Troviamo i loro mobili al MoMA a New York e al Thailand Creative Design Center, a Bangkok, sono seguiti da molti collezionisti di arte contemporanea e si trovano persino in vetrine di negozi di moda in tutto il mondo.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Ispirazioni
A 8 anni il britannico George Hassal è stato incoronato giardiniere dell’anno e oggi a 15 anni è blogger, personaggio mediatico e soprattutto appassionato della natura, del giardinaggio e del paesaggio.
George Hassal ha 15 anni poteva essere un fanatico del calcio come tanti suoi coetanei ma, fi da piccolo, ha scelto la natura. E’ cresciuto alle pendici dei Monti Pennini, nel nord dell’Inghilterra, poco distante da Manchester, dove la pioggia cadeva continuamente sulla sua casa e nel suo giardino. All’età di 8 anni è stato incoronato RHS Young School Gardener of the Year e, un anno dopo, è stato nominato il primo RHS Young Ambassador per ispirare altri bambini ad amare il mondo naturale ed appassionarsi al giardinaggio.
George vive con la mamma, il padre e Buddy, il suo cane da salvataggio. In questo periodo la sua specializzazione è la creazione di ambienti per la fauna selvatica, si diverte con l’abbellimento del paesaggio e per lui intervenire nell’ambiente degli stagni è semplicissimo.
George ama la natura da sempre, è un impulso naturale e un gesto di riconoscenza poiché la natura l’ha aiutato regalandoli piacere e felicità. Fa parte del movimento giovanile per il clima, il suo desiderio è vivere in un mondo migliore, con meno inquinamento, è il suo modo per restituire qualcosa al mondo di cui è appassionato.
Nonostante gli importanti riconoscimenti che George ha ricevuto, si definisce umilmente un “fanatico del giardinaggio” ovvero “un nerd della natura”. Cura il blog, www.greenfingeredgeorge.com, in cui annota i suoi progressi e dove possiamo trovare ispirazione per i nostri giardini. Tra le sue attività troviamo il birdwatching, la fotografia, la campagna per gli orti scolastici e partecipazioni in programmi televisivi in cui affronta le questioni legate all’ambiente.
Uno dei luoghi che George ama di più è un campeggio nel Peak District, dove si reca spesso insieme alla famiglia fin da piccolo e dove ha trascorso molto tempo a dare da mangiare alle trote, a cercare arvicole d’acqua nei fiumi e a sguazzare nei torrenti.
Anche se per lui il “posto più speciale di tutto il mondo” è Chatsworth House Gardens, soprattutto in autunno. Racconta George “passiamo sempre una giornata intera lì tra settembre e ottobre; arriviamo presto, quando l'aria è bella e frizzante; giriamo per tutti i giardini, ammirando le piante, le sculture e i miei alberi preferiti, gli aceri; i colori sono semplicemente spettacolari”, come dargli torto?
La natura lo ispira anche nella vita quotidiana: insieme alla sua famiglia coltiva nell’orto frutta e verdura, un modo semplice per ridurre l’impronta di carbonio. Nel giardino cerca di attrarre una vasta gamma di fauna selvatica, ricreando gli habitat più adatti.
“La natura mi ha fatto vedere il mondo con occhi diversi ad esempio i numerosi passeri nel mio giardino, non li vedo come una massa piumata, ma come individui, all'interno di un gruppo familiare: parlano, litigano, litigano e litigano, mi affascinano”.
George ama la serie di Harry Potter, ha letto i libri più volte e forse, non ha ancora smesso, oltre ai ricordi d’infanzia sono una fonte d’ispirazione anche sul mondo della botanica.
George possiede centinaia di libri sul giardinaggio, sull’ornitologia e sulla fauna selvatica. Il suo preferito, quello che consulta continuamente è “RSPB Complete Bird Book of Britain & Europe”, un regalo prezioso di un’amica.
Insomma il giovanissimo George oltre ad essere un vero e proprio influencer dal pollice (e dal cuore) e una fonte d’idee green molto presente nell’universo dei social network, è anche uno studioso attento e curioso, che non si stanca mai di imparare: questo forse è l’esempio migliore da seguire per gli appassionati di giardinaggio di tutte le età.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Ispirazioni
Quando l’artista della ceramica Mokoto Kagoshima è alla ricerca d’ispirazione per creare i suoi intricati piatti di terracotta, si rivolge all’universo della botanica. Dai fiori più brillanti ai loro viticci arricciati, si sente come ipnotizzato dai motivi del mondo vegetale. “Disegno fiori in attesa di coloro che li vedranno”, afferma Kagoshima.
A Fukuoka, città del Giappone Meridionale, Kagoshima per più di 15 anni ha affinato la sua vivace texture di terracotta, dando vita a veri e proprio colpi di scena alle tecniche tradizionali. Applica i suoi motivi botanici utilizzando un metodo di smaltatura resistente alla cera e chiamato rounuki, aggiungendo consistenza all’argilla con il processo d’incisione Kakiotashi.
Secondo l’effetto che desidera ottenere i disegni dipinti e eseguiti in varie fasi del processo di cottura sono applicati a mano libera, spesso utilizzando pastelli esuberanti: “Spero che il mio lavoro faccia sentire le persone vive e felici”. Per alcuni pezzi crea sottosmalti dai colori allegri usando la tecnica sometsuke, vista nelle porcellane antiche. Ha declinato il suo lavoro di ceramista e il suo stile grafico anche ad altri supporti creando quadri, affreschi e tappeti, Mokoto Kagoshima rifugge le rigide tradizioni dell’arte ceramica giapponese, si dedica ai tessuti e si rivolge alla ceramica in un modo che lo distingue dalla massa e che attira l’attenzione di collaboratori e collezionisti.
Quando studiava ceramica a Okinawa, i suoi insegnanti non erano molto entusiasti dei suoi lavori, ancora oggi qualcuno lo definisce con proprio un ceramista ma, per fortuna, la maggioranza non è d’accordo con loro! Il suo lavoro, a prima vista, è collegato all’espressione giapponese che definisce tutto quello che è carino: Kawaii. Nelle sue opere ci sono immagini quasi da cartone animato, come fiori e gatti neri bipedi, ma anche volpi, farfalle, pesci e uccelli, tutti sembrano usciti da un libro illustrato per bambini ma le ceramiche di Mokoto Kagoshima sono molto lontane dal mondo di Hello Kitty e di tutto il Kawaii prodotto in serie. Mentre qualcuno si chiede se sia un artista, un artigiano o un designer Mokoto ha sviluppato le sue tecniche e i suoi strumenti. Si ispira anche alle creature fantastiche dell’arte romanica, che possiamo ritrovare sulle colonne delle chiese oppure al design scandinavo del XX secolo.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Ispirazioni
Dalle pareti delle scuole a quelle delle nostre case, come e perché sono nate le illustrazioni botaniche.
Le tavole conosciute con il nome di Jung Koch Quentell per via del loro sfondo nero rimandano ai quadri del “secolo d’oro” olandese pur avendo, in origine, un fine non propriamente artistico ma scientifico e formativo.
Queste opere rientrano nel filone delle illustrazioni botaniche che, per secoli, hanno accompagnato le descrizioni naturalistiche nei libri e nelle pubblicazioni a tema scientifico-divulgativo, perché sostituivano le fotografie e richiedevano artisti con profonde abilità e conoscenze in ambito naturalistico.
Le tavole Jung Koch Quentell, che oggi sono diventate famose e richieste per via della loro bellezza vintage, fino agli anni ’30 erano pubblicate da Fromann & Morian mentre, dopo la seconda guerra mondiale, Hagermann acquistò i diritti e iniziò a pubblicarle tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60.
Questa arte antica di dipingere forme, colori e dettagli accurati della flora è ben rappresentata da queste opere nate come materiale didattico e che ora sono richieste per abbellire le pareti di casa, nate come materiale didattico per le scuole tedesche e create dal pittore Gottlieb von Koch insieme al biologo Dr. Friedrich Quentell e al maestro Heinrich Jung.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Ispirazioni
In Toscana il primo studio di Floral design completamente bio, è nato nel 2014 grazie alla volontà di tre sorelle e ai fiori selvatici, oggi a Puscina Flowers si coltivano 400 varietà e si realizzano sogni sostenibili.
Nasce nel cuore della Toscana “Puscina Flowers”, la prima azienda floricola con studio di progettazione floreale completamente bio che propone un modo nuovo di fare fiori (all’americana?), noi di Floraviva l’abbiamo trovata tramite un sito statunitense che propone l’adesione al Farmer Florist Collective; se i fiori sono la vostra cosa preferita andate a dare uno sguardo. Il principale scopo di questo collettivo è aiutarci a trovare fiori locali in modo rapido, semplice e responsabile, utilizzando una directory gratuita, inclusiva e accessibile globalmente. Le aziende agricole, i fioristi e gli agricoltori-fioristi presenti in questo elenco fanno parte di un movimento globale che incoraggia e sostiene l’utilizzo dei fiori stagionali, si impegnano a coltivare, acquistare e promuovere fiori locali e stagionali, utilizzando pratiche commerciali e metodi di coltivazioni sostenibili.
Puscina è la versione nostrana del Farmer Florist e si presenta con un estetica sicuramente instagrammabile, bucolica, perfetta per la vita laboriosa nella campagna toscana, e che strizza l’occhio a una tendenza in voga tra i più giovani, il romantico cottage core che imperversa sui social network.
Puscina Flowers vende tutto: dal seme, al matrimonio, al sogno… realizzato!
A capo di quest’azienda agricola che, come abbiamo visto, è anche studio di Floral design ci sono Laura, Teresa e Mara, tre sorelle che dopo aver intrapreso percorsi artistici diversi si sono ritrovate unite in questo progetto innovativo nel 2014. Le tre sorelle hanno creato un giardino specializzato nella coltivazione di fiori e fogliami stagionali e un laboratorio di composizione floreale.
Punto di partenza è stato la raccolta dei fiori selvatici, graminacee e altre varietà spontanee. Tutto è possibile quando si crede nella bellezza della natura e per chi sa trovare eleganza nella semplicità della campagna toscana, infatti oggi a Puscina si coltivano 200 specie e 400 varietà di fiori e altri vegetali, si organizzano corsi e passeggiate. Il loro lavoro s’ispira anche al lavoro paziente del giardiniere e oltre ad offrire semi, fiori e organizzazione di matrimoni s’impegnano a proteggere la loro campagna, facendo scelte sostenibili.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Ispirazioni
A Roma la Scuola del verde, giunta al suo ottavo anno di attività, una scuola che è anche un giardino e un laboratorio e che riunisce appassionati ed esperti di giardini e verde, per vivere in connessione con la natura.
E se il prossimo anno scolastico iniziasse non solo in una scuola ma anche in un giardino? Imparare la matematica circondati dal verde ma, soprattutto imparare a conoscere l’ambiente naturale, per poterlo rispettare nel modo più appropriato e imparare a riconoscere i doni che la natura ci offre, pensate che a New York un ragazzo è riuscito a nutrirsi solo con le erbe spontanee che ha trovato a Central Park.
A Roma intanto c’è la Scuola del Verde che, appunto, è anche un giardino. Un progetto nato nel 2020, e si tratta di un luogo in cui vivere a contatto diretto con la natura e coltivare una conoscenza profonda del mondo vegetale. L’idea di questa scuola è germogliata grazie all’incontro del Dipartimento di Biologia Ambientale, Museo Orto Botanico di Roma e il festival del Verde e del Paesaggio. Il Museo Orto Botanico si trova a Roma, in via Regina di Svezia 23°, e propone corsi adatti a tutti.
Corsi base e avanzati, workshop, incontri e passeggiate dedicati a curiosi, appassionati, professionisti, esperti e neofiti. La Scuola del verde è veramente dedicata a chi ama vivere o lavorare nella natura e con la natura, è un giardino laboratorio dai principi ecologisti e dalla vocazione multiforme e trasversale, in cui si può apprendere tutto quello che c’è da sapere sulla natura e il modo di comportarsi con essa, oltre alla capacità di fare connessioni con tutto il resto.
E’ un modello di cultura del verde moderno e poetico e che incoraggia una forma di giardinaggio selvaggio e la protezione della biodiversità. La scuola riunisce esperti di varie discipline: botanici, garden designer, paesaggisti per esplorarne i diversi linguaggi.
Per saperne di più e per iscriversi ai corsi:scuoladelverde.it
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Ispirazioni
Se state pensando a un regalo originale per il prossimo Natale e vi piace regalare libri, “Il Fiore Ritrovato” di Jeugov potrebbe essere una buona idea. "Tre bambini, un giardino, un vecchio giardinire, un fiore..."
La storia narrata da Jeugov, alias Jacopo Riva qui al suo esordio, ci porta in un giardino trascurato, invaso dai rovi, dove tre bambini scoprono la casa del giardiniere, un vecchio burbero, che ha abbattuto il loro albero del cuore. “Il Fiore Ritrovato” è un albo illustrato adatto a bambini dai 5 anni in su, edito da Topipittori; più precisamente è un libro silenzioso, di quelli timidi che entrano nell’animo piano piano per restarvi a lungo.
Nei “Silent Book” non ci sono parole scritte ma ugualmente c’è una storia ben precisa, che non accetta interpretazioni arbitrarie, ma piuttosto un’attenta e altrettanto silenziosa e magari pensierosa osservazione, emergerà sempre qualche nuovo dettaglio, qualche tassello in più della storia.
L’autore usa il bianco e nero, vuoti e pieni cui affianca una gamma cromatica dove troviamo il verde, l’arancione, il rosso, il giallo. Il giardino è spesso la rappresentazione di uno stato d’animo, sicuramente lo è nella storia racchiusa nelle 48 pagine di questo libro silenzioso, dove il giardino conquista e confonde e indicherà il modo per far rifiorire il cuore malconcio di un giardiniere scorbutico.
Rubrica a cura di Anne Claire Budin
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
- Categoria: Ispirazioni
Il progetto to grow a building del progettista Nof Nathansohn offre la possibilità di costruire in modo ingegnoso le strutture disposte in modo organico, attraverso l’uso di un braccio robotico e della stampa in 3D, al fine di ottenere dei muri di terra viva.
Grazie a queste tecnologie gli stati di materiali organici verranno sovrapposti e le strutture creeranno una vita propria. Il braccio robotico, creato appositamente, realizzerà queste strutture su misura, usando una miscela di terra e semi. I semi germoglieranno dalle pareti coprendo l’esterno di vegetazione, le radici si aggrapperanno alle pareti rafforzandole, formeranno un materiale da costruzione resistente.
“Far crescere un edificio ci permette di ripensare l’architettura totalmente locale, organica e naturale” afferma il designer Nof Nathansohn, che ha dato il via al progetto e continua: “Non è solo che gli edifici possono essere realizzati con materiali organici, ma possono far crescere i loro materiali da soli”.
Come abbiamo già visto le radici che crescono all’interno del terreno, lo rinforzano, lo rendono più forte e più denso. Il futuro riserva la possibilità che i fabbricati contengano materiali viventi e che possano crescere, fiorire e cambiare nel tempo. Non ci resta che aspettare che la casa dei nostri sogni germogli!
Rubrica a cura di Anne Claire Budin