Filiera vite-vino
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BuyWine Toscana, grande manifestazione business-to-business sul vino, sarà tutta online e divisa in tre aree e date: “Europe” (10-14 maggio), “Asia & Oceania” (24-28 maggio), “America” (7-11 giugno). Iscrizioni aperte fino alle ore 13 del 3 marzo. Ammesse fino a un tetto di 150 imprese che producono e commercializzano vini Docg, Doc, Igt della Toscana. Invitati 120 buyer esteri. «Abbiamo messo la tecnologia a disposizione delle imprese e dei buyer – dichiara l’assessora all’agroalimentare Saccardi -. Anche nella pandemia il nostro obiettivo è sostenere, con caparbietà, il processo di internazionalizzazione delle aziende toscane».
La pandemia non ha fermato BuyWine Toscana, che si svolgerà quest’anno tra maggio e giugno 2021 con un nuovo format in modalità online e si proporrà come il «First Big Digital Wine B2B» (il primo grande evento digitale professionale sul vino).
Lo ha reso noto la Regione Toscana annunciando che dalla mezzanotte di ieri fino alle ore 13 di mercoledì 3 marzo 2021 sono aperte le iscrizioni, esclusivamente online, a questo indirizzo: https://regionetoscana.crmcorporate.it/buywine2021 (nella sezione Eventi, dopo essersi registrate nel portale). Potranno iscriversi alla manifestazione imprese singole o associate che producono e commercializzano vini Docg, Doc, Igt della Toscana (ma non le imprese che si limitano alle fasi di imbottigliamento e/o commercializzazione).
BuyWine Toscana 2021, organizzato come sempre da Regione Toscana e PromoFirenze, prevede incontri business-to-business che si svolgeranno tutti su una piattaforma informatica dedicata. Pur trattandosi dello stesso evento unitario, sarà articolato in tre aree, con date diverse, ognuna dedicata ad un diverso mercato:
Saranno ammesse alla manifestazione complessivamente, suddivise nelle 3 aree, fino ad un massimo di 150 imprese toscane. I posti sono ripartiti indicativamente come 50 posti per ognuna delle tre aree Europa, Asia & Oceania e America.
Saranno invitati circa 120 buyer esteri tra importatori, distributori, agenti, Gdo, Horeca, operanti nei mercati target. Ogni impresa avrà la possibilità di svolgere gli incontri professionali che si svolgeranno in modalità digitale sulla piattaforma dedicata all’evento e personalizzata. Gli incontri con i buyer di una sola area geografica sono da scegliere in anticipo, nella fase di candidatura.
Sarà possibile fare assaggi tramite l’invio ai buyer di campioni di vino. Ciascun seller ammesso alla sessione di b2b dovrà mettere a disposizione una campionatura dei propri vini per l’invio ai compratori con i quali avrà appuntamento in agenda. La campionatura potrà contenere fino ad un massimo di 4 referenze, che saranno inviate ai buyer sotto forma di “Vinotte”. Ogni buyer riceverà la stessa campionatura, non sarà possibile inviare diverse etichette a diversi destinatari. Il ritiro delle bottiglie di vino presso l’azienda, il riconfezionamento e l’invio ai buyer «sarà completamente a carico del progetto».
Per i partecipanti a BuyWine Toscana 2021 è confermata anche quest’anno la possibilità di partecipare a un seminario preparatorio, che si svolgerà lunedì 29 marzo alle ore 15. Il seminario ha lo scopo di illustrare le caratteristiche specifiche del format dell’evento 2021 e delle attività consigliate, prima, durante e dopo gli incontri, per cercare di ottenere il massimo risultato dai meeting, con l’obiettivo di favorire l’instaurazione di rapporti commerciali, una volta terminata la manifestazione. Il seminario durerà circa 1 ora e 30 minuti.
L’operatore, a proprie spese, potrà partecipare alla competizione internazionale “Concours Mondial de Bruxelles”, in programma dal 21 al 23 maggio 2021 in Lussemburgo.
«La situazione è eccezionale – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi - e per questo ci volevano soluzioni innovative. Il BuyWine 2021 sarà dunque il primo nella storia della Toscana ad essere organizzato on line. Abbiamo messo la tecnologia a disposizione delle imprese e dei buyer: anche in presenza della pandemia il nostro obiettivo rimane quello di sostenere, vorrei dire con caparbietà, il processo di internazionalizzazione delle aziende toscane. Si tratta non solo di resistere alle grandi difficoltà di questa fase, ma di essere pronti a ripartire con ancora maggiore forza».
«E’ importante tenere accesi i riflettori sulle grandi eccellenze vinicole regionali – ha detto Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di commercio di Firenze e direttore di PromoFirenze -. Il vino toscano è ambasciatore del nostro territorio e l’azione di marketing che genera potrà favorire anche l’attrattività turistica, quando il quadro sanitario sarà finalmente normalizzato».
Redazione
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L’approvazione del Parlamento Europeo del Regolamento Ue n. 2220 del 23 dicembre 2020, che ha stabilito fra l’altro alcune disposizioni transitorie sui sostegni del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) e del Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga), ha ripercussioni anche sul potenziale viticolo e sul programma nazionale di sostegno alla viticoltura.
Lo rende noto Confagricoltura Pistoia in una nota in cui riepiloga anche altre proroghe di misure europee a sostegno del comparto vitivinicolo e richiama una comunicazione della settimana scorsa della Regione Toscana alle associazioni di categoria sull’applicazione dei paragrafi 5 e 6 dell’articolo 10 del Regolamento Ue n. 2220. Nella sua comunicazione la Regione Toscana informa che, in applicazione di tale regolamento europeo, Artea ha stabilito le seguenti proroghe:
- la validità delle autorizzazioni con scadenza nel corso del 2020, già prorogata di 12 mesi in virtù del Regolamento di Esecuzione (UE) n. 2020/601 della Commissione del 30 aprile 2020, è stata prorogata al 31 dicembre 2021;
- la validità delle autorizzazioni derivanti dalla conversione dei diritti di reimpianto è stata prorogata dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2025.
La Regione Toscana precisa inoltre quanto segue:
- per quanto riguarda gli obblighi di estirpazione derivanti da autorizzazioni per il reimpianto anticipato, restano in vigore le proroghe previste dall’articolo 2 del Regolamento (UE) n. 2020/601, recepito dal DM n. 5779 del 22 maggio 2020, e dalla successiva circolare Agea;
- la scadenza del termine per la conversione dei diritti di reimpianto in autorizzazioni è stata prorogata dal 31 dicembre 2020 al 31 dicembre 2022 in virtù del Regolamento Ue n. 2220;
- le autorizzazioni per nuovi impianti concesse nel 2018 mantengono, per il momento, la scadenza al 23 luglio 2021, fermo restando che possono, se del caso, usufruire della proroga per stato di calamità naturale riconosciuta dalla Regione Toscana nel corso del 2019. In tal caso la proroga è di 12 mesi e viene concessa su istanza del titolare della autorizzazione;
- i detentori di autorizzazioni per nuovi impianti, concesse nel corso del 2016 e del 2017, e ancora valide nel corso del 2021 per effetto di precedenti proroghe, che non intendono utilizzare dette autorizzazioni, non sono soggetti alle sanzioni di cui all’articolo 69 della Legge 238/2016 a condizione che rinuncino a dette autorizzazioni, dandone comunicazione all’ufficio territoriale competente entro il 28 febbraio 2021. Detta comunicazione deve essere inviata per conoscenza anche al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Redazione
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«Creare i manager delle cantine turistiche e dei territori wine destination di tutta Italia» per «innalzare velocemente la qualità dell’offerta turistica» e trasformare le cantine «in locomotori di sviluppo per le loro aziende, i loro territori e tutto il turismo italiano al fine di prepararsi al meglio alla ripresa post pandemica».
Così il Movimento Turismo del Vino riassume gli obiettivi del “Super Master” Enoturismo, organizzato dalla 24Ore Business School con il proprio patrocinio e quello di Assoenologi, Città del Vino, Federvini e Unione Italiana Vini, che inizierà il 26 febbraio 2021 sulla piattaforma di eLearning della prestigiosa scuola aziendale. Un corso completamente online, coordinato dall’Avvocato Marco Giuri e diretto da Donatella Cinelli Colombini, che è composto da 12 sessioni formative in live streaming che si svolgeranno nei fine settimana nell’arco di tre mesi.
I destinatari del corso sono imprenditori e manager di aziende vitivinicole, organizzatori di wine tours, giovani che intendono specializzarsi nel settore enoturistico (laureati in lingue straniere, diplomati Ais, diplomati in istituti alberghieri, laureati in marketing, agronomia e turismo). Si potrà ottenere un “executive master certificate” con la partecipazione all’80% delle attività.
Tra gli elementi distintivi del corso vi sono la possibilità di confronto con alcuni dei maggiori esperti del settore vitivinicolo, l’attenzione a tutti gli aspetti dell’accoglienza e i laboratori manageriali per rafforzare le soft skills (parlare in pubblico, tecniche di comunicazione e vendita, storytelling del vino e del territorio), testimonianze di rappresentanti delle più note cantine del territorio.
Le materie di insegnamento sono articolate in “Elementi di agronomia ed enologia”, “Degustazione e abbinamento”, “Destination branding”, “La visita in cantina”, “Diventare esperti di accoglienza”, “Incoming”, “La vendita del vino” e “Case History e progetto finale”.
Il costo è di 2500 €, ma sono previste condizioni agevolate, ad esempio del 20% per i soci delle associazioni patrocinanti. È possibile aderire allo sconto con due modalità:
• inserendo il codice sconto ENOTURISMO21 nel campo dedicato in fase di acquisto online su 24orebs.com.
• inserendo il codice sconto ENOTURISMO21 sulla scheda d’iscrizione presente in brochure.
La scheda di iscrizione andrà poi inviata via mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., specificando nell’oggetto “Master Enoturismo, YZ21003600.
Per ulteriori informazioni vedere qui.
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«La categoria vino chiude a -41% penalizzata da una ristorazione serale “scomparsa” e da un ridimensionamento della pausa pranzo, per effetto dello smart working», mentre «la birra in fusti perde il 42% dei volumi; un po’ meglio la birra confezionata -38%».
E’ quanto specificato su vino e birra nella nota pubblicata venerdì scorso da Federvini, sulla base di dati forniti dalla società di consulenza Formind, sull’andamento dei consumi di bevande nei canali Horeca (Hotel-ristoranti-caffè/bar) nel 2020. Annata che si è chiusa con «un pesantissimo -37,25% a volume e 39,29% a valore» per il comparto del beverage fuori casa.
«L’universo dei consumi serali (più penalizzati dalle chiusure) – si legge - perde oltre il 43% dei volumi mentre quello dei consumi diurni perde oltre il 37%. In questo scenario tengono meglio i bar -36%, peggio la ristorazione -40% e l’after dinner -47%. In senso più ampio: locali notturni ed alberghi sono gli esercizi in maggiore difficoltà».
«Le grandi città d’arte, così come i luoghi turistici ad alta ponderata di frequentazione estera, - aggiunge la nota - lasciano sul piatto anche il 60% dei consumi nei momenti più caldi della stagione. Non va meglio nelle zone montane dove lo stop alla stagione sciistica nel periodo delle festività sta mettendo a rischio oltre il 40% dei consumi. Meglio i litorali “nostrani”, frequentati maggiormente dal turismo residente che in stagione hanno performato positivamente +6%. Per fortuna il consumatore italiano non ha fatto mancare il suo apporto in stagione».
Il comportamento del consumatore, con a settembre «una propensione positiva alla frequentazione non lontana dalla situazione ante-Covid» fa «supporre che, quando sarà possibile, anche per il 2021 il consumatore residente non farà mancare il proprio apporto al canale, che resta il luogo unico in grado di coniugare esigenze di servizio a necessità edonistiche di consumo».
Andamento nei diversi periodi dell'anno
1 trimestre: -32,07% a volume, -31,49% a valore
2 trimestre: -61,11% a volume, -65,02% a valore
3 trimestre: -33,93% a volume, –35,18% a valore
4 trimestre: -51,62% a volume, -55,30% a valore
Redazione
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Presentate in un webinar dei Giovani di Confagricoltura Anga tecniche genetiche (non Ogm) capaci di ridurre del 70% l’uso di fitofarmaci in viticoltura. Con esse vitigni più resistenti anche ai cambiamenti climatici.
«Le tecniche della cisgenesi e del genome editing (come Crispr-cas9) applicate alla viticoltura, ovvero due diverse modalità di intervenire per rendere resistenti i vitigni».
Questo l’argomento centrale di un appuntamento organizzato dai Giovani di Confagricoltura Anga (vedi), per avvicinare ai temi della genetica applicata all’agricoltura i soci e i non addetti ai lavori. E lo si è fatto con il mondo accademico, in particolare con il Prof. Michele Morgante dell’Università di Udine e della Società Italiana di Genetica Agraria.
Entrando nel dettaglio delle cosiddette TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita), Morgante ha illustrato le modalità di interventi parlando sia di cisgenesi, ovvero il trasferimento di geni tra varietà della stessa specie, sia di genome editing, ovvero la modifica del genoma della pianta senza apportare materiale genetico esterno.
Si parte dai “genitori nobili” (vitigni originari) per ottenere, con tecniche non OGM – ha posto in evidenza l’Anga – vitigni resistenti a mutamenti climatici e ad agenti patogeni e che quindi permettono di ridurre fino al 70% l’uso di fitofarmaci; risultati che ricalcano quello che avviene in natura quando si ha una mutazione genetica.
Tecniche precise quindi dall’innegabile valore, verso cui tuttavia - ad avviso dei Giovani di Confagricoltura - permangono troppi pregiudizi. E gli ostacoli principali a queste nuove frontiere della sostenibilità sono di carattere ideologico e vengono in primis dalla legislazione europea che le equipara agli OGM, bloccandone di fatto la diffusione, e poi dalla burocrazia con iter autorizzativi lunghi e complessi.
Puntiamo a vitigni resistenti, ma molto spesso ci troviamo davanti a resistenza ideologica perché – ha concluso Bernardo Giannozzi, delegato Anga presso la FNP Vitivinicola di Confagricoltura - fino ad oggi non si è fatta chiarezza dal punto di vista scientifico e normativo.
Ci auguriamo che il Programma nazionale di ricerca 2021 – 2027 dia risposte puntuali alle necessità della ricerca e della sperimentazione su tali tematiche, come anche si attendono risposte positive dal Recovery Plan per favorire investimenti che permettano all’agricoltura italiana di progredire avvalendosi pure della scienza e della ricerca genetica.
Redazione
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Stabiliti i periodi entro i quali sono consentite le fermentazioni e le rifermentazioni in deroga al normale periodo di vendemmia con riferimento alla campagna viticola 2020-2021.
Nei giorni scorsi, come comunicato dal Ministero delle politiche agricole, in Conferenza Stato-Regioni è stata raggiunta l’intesa sul decreto ministeriale che definisce tali periodi.
Così è fissato al 30 giugno il termine ultimo per le fermentazioni e rifermentazioni dei vini a denominazione di origine e indicazione geografica con le menzioni "passito", "vin santo", "vendemmia tardiva" oppure che facciano ricorso a uve appassite o stramature nonché per i mosti di uve parzialmente fermentati con sovrapressione.
Per i vini senza denominazione di origine e indicazione geografica, quali i vini ottenuti da uve appassite o vini per i quali il processo di vinificazione avviene in contenitori di terracotta o altre tipologie di recipienti riempiti di uva pigiata unitamente in bucce, il termine ultimo per le fermentazioni e rifermentazioni è fissato al 30 giugno.
Per il vino Doc Colli di Conegliano "Torchiato di Fregona", infine, la data ultima per il procedimento è fissata al 31 agosto.
«Il decreto ottempera ad una specifica disposizione del Testo Unico sul vino – ha commentato il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L'Abbate - Come ogni anno il Mipaaf individua con un proprio provvedimento, d'intesa con le Regioni, le tipologie di particolari vini per le quali possa essere consentita la fermentazione o la rifermentazione oltre il termine ultimo del 31 dicembre».
Redazione